L’OPERA LIBERA 2014/2015
GOYESCAS
Opera in un atto e tre quadri
Musica: Enrique Granados
Libretto: Fernando Periquet Zuaznabar
Prima rappresentazione:
New York, Metropolitan Opera
28 gennaio 1916
IN BIBLIOTECA
SPIGOLATURE
TRAMA
L’OPERA LIBERA 2014/2015
GOYESCAS
Oltre al libretto vi proponiamo alcune letture di approfondimento che potete trovare presso la Biblioteca del CRAL o
reperire presso altre biblioteche di Torino:
SULL’OPERA:
SUL COMPOSITORE:
- Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Milano, Baldini &
Castoldi, 1996, pagg. 566-567
- Michele Porzio (a cura di), Dizionario dell’opera lirica,
Milano, A. Mondadori, 1991, pagg. 529-530
- Alberto Basso (diretto da), Dizionario enciclopedico
universale della musica e dei musicisti, Le biografie, vol.
III, Torino, UTET, 1986, pagg. 295-296
SULLA FONTE DEL LIBRETTO:
- Rita De Angelis (introduzione e coordinamento di), L’opera pittorica completa di Goya, Milano, Rizzoli, 1974
http://bct.comperio.it
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GIULIO
CESARE
SPIGOLATURE
1/4
Enrique Granados
(Lérida, Catalogna, 27-VII-1867 - Stretto della Manica, 24-III-1916)
“G[ranados], Albéniz e Falla formano la triade dei maggiori compositori della Spagna moderna. […]. L’ […] educazione musicale
[di Granados] non fu regolare ma frammentaria, e guidata da maestri di varia statura, di vari interessi musicali e di varia fede
artistica; è perciò merito della sua indiscussa genialità se G[ranados] in simili condizioni riuscì a diventare un compositor e di
tanto rilievo e uno dei più illustri pianisti del tempo. […]
Mentre Albéniz è compositore di musica pianistica per eccellenza, e gli altri generi da lui trattati occupano una posizione del
tutto marginale o quasi nella sua produz[ione], nel caso di G[ranados] l’egemonia della musica pianistica, pur essendo
indiscussa, non risulta tanto fortemente accentuata. Infatti, tra le opere di G[ranados] incontriamo una quantità piuttosto
considerevole di musica da cam[era], sinf[onica], vocale e teatr[ale]. […]
Più che un creatore di grandi affreschi sonori G[ranados] è un fine miniaturista che offre le migliori prove del suo impegno nelle
miniature pianistiche […].
Piuttosto notevole è[…] il contributo di G[ranados] nel campo della mus[ica] teatr[ale]. Tra opere, zarzuelas e mus[ica] di scena
essa comprende complessivamente 11 titoli.”
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- Alberto Basso (diretto da), Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, vol. III, Torino, UTET, 1986
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SPIGOLATURE
2/4
Fonte d’ispirazione dell’opera
“In occasione dei centocinquantanni dalla nascita di Francisco Goya (1897), Granados cominciò a interessarsi alle opere del
pittore, ritrovandovi la sua stessa vena […] realistica, propria di uomini che vedono la verità della vita con occhi disincantati.
Granados studiò con interesse - da buon disegnatore dilettante qual era - i ritratti di majos e majas, i giovani di Madrid dipinti
da Goya con quell'aria così fiera della propria hispanidad, e al tempo stesso si avvicinò alla cultura musicale spagnola del primo
Settecento […]. Questo ritorno al passato traspare dallo stile compositivo che Granados sceglie di utilizzare nelle Tonadillas, che
rievocano sonorità settecentesche, e nelle Goyescas, la famosa suite pianistica composta fra il 1909 e il 1911. Qui si ritrova il
medesimo gusto popolaresco di Goya e l'intenzione di raccontare una storia ambientata nell'epoca storica e culturale in cui
visse il pittore.” (1)
Majos y majas
“Il vocabolo spagnolo «maja» non ha l'equivalente esatto nella nostra lingua. Il Flitch in uno studio sul Goya e i suoi tempi, così
descrive questa creatura singolare: «La maja era nativa di Madrid, e fiorì verso la fine del secolo XVIII. Era un tipo di ragazza
impetuosa e vana con un gusto molto spiccato per la ricchezza delle vesti e dei gioielli; indagare poi con quali mezzi si potesse
procurare e questi e quelle sarebbe stata imprudente curiosità. Ella avrebbe probabilmente risposto che teneva un banco di
fiori, o che prestava l’opera sua in un negozio... e ognuno sarebbe stato costretto a tener per buona quella spiegazione. Il majo,
suo corrispondente al maschile, calderaio e cenciaiolo […], condivideva la passione di lei per la stravaganza' del vestito, non
solo, ma aveva pure comuni l'indolenza, l'arroganza, la audacia, l'impulsività»". (2)
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(1) Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Milano, Baldini & Castoldi, 1996
(2) Periquet Fernando, Granados Enrique, Goyescas, Milano, Ricordi, 1954
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3/4
Dalla suite pianistica all’opera
“Nel 1914, eseguendo […] le Tonadillas e le Goyescas, Granados ottenne dalla Francia la Legion d'onore e la commissione
dell'Opéra per un'opera lirica tratta dalla suite. La vicenda era già abbozzata nel programma dei pezzi pianistici, e fu quindi
facile realizzare un'opera che avrebbe fruito, fra l'altro, del loro stesso materiale musicale .”(1)
“Il manoscritto è senza data, ma dovrebbe risalire al 1914. Purtroppo quest'opera non è stata rappresentata a sufficienza per
entrare nel repertorio abituale. Probabilmente la forma ne rende difficile la messa in scena; innanzitutto il lavoro dura soltanto
un'ora e necessita di quattro attori; il coro dev'essere cospicuo perché riveste un ruolo importante nella musica e nell’azione;
occorrono anche ricchi e vari costumi, ballerini per il fandango e una grande orchestra. Del libretto venne incaricato Periquet,
che dovette assolvere il difficile compito di scrivere un testo che si adattasse a una partitura preesistente. Molti critici hanno
osservato che in Goyescas manca un'azione drammatica che la sostenga […]. La musica, piena di colore, possiede vitalità
ritmica e fresche armonie, mentre l'argomento è troppo semplice e poco originale. […].
La brillante orchestrazione e la coralità ne[lle scene di] EI pelele e […] La Calesa e il lirismo nell'Intermezzo mostrano il grado di
conoscenza che Granados possedeva del genere operistico. Al di là della sua importanza musicale, l'Intermezzo è stato l'ultimo
pezzo composto dall'autore meno di due mesi prima della morte. Il famoso Intermezzo è un pezzo di grandissima ispirazione e
contiene una delle melodie più belle di Granados.” (2)
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(1) Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Milano, Baldini & Castoldi, 1996
(2) Emilio Casares, L’opera in Spagna dal 1730 ai nostri giorni in Alberto Basso (diretta da), Musica in scena. Storia dello spettacolo
musicale, vol. III, Torino, UTET, 1996
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SPIGOLATURE
4/4
La prima di «Goyescas» e la tragica fine di Granados
“La 'prima' di Goyescas era stata […] programmata per l'Opéra di Parigi, ma l'esecuzione fu poi cancellata a causa dello scoppio
della prima guerra mondiale, e si tenne quindi al Metropolitan [di New York].
È questa l'unica opera di Granados che all'epoca acquistò popolarità anche al di fuori dei confini spagnoli; il compositore aveva
conquistato il pubblico newyorkese e, felice, stava tornando in patria, quando la nave su cui viaggiava venne colpita e affondata
da un sommergibile tedesco, ed egli perì nel naufragio.” (1)
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(1) Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Milano, Baldini & Castoldi, 1996
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TRAMA
1/2
Sintesi della trama
“Goyescas è il dramma della gelosia: nella Madrid del XIX secolo, il torero Paquiro invita a ballare la
nobildonna Rosario, che però ama Fernando. Questi si ingelosisce, cosi come la fidanzata di Paquiro, Pepa.
Rosario non gradisce l'invito di Paquiro, ma ormai Fernando si ritiene offeso e in dovere di sfidare Paquiro a
duello. Il capitano verrà battuto dal torero, e spirerà tra le braccia dell'amata Rosario.” (1)
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(1) Piero Gelli (a cura di), Dizionario dell’opera, Milano, Baldini & Castoldi, 1996
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TRAMA
2/2
Primo quadro
All'inizio dell'opera majas e majos, in gran folla, stan godendo la loro vacanza in un sobborgo di Madrid. Le majas hanno scelto un
passatempo assai popolare: il lancio del pelele [fantoccio imbottito di paglia, ndr]. Paquiro, il torero, passa e ripassa tra il gruppo delle
donne, corteggiandole e facendo loro dei complimenti. Pepa, l'attuale amante di Paquiro, arriva nel suo calessino. Il benvenuto che la folla
le dà dimostra la sua popolarità grandissima. Poco dopo, Rosario, una dama di grande casato, arriva nella sua portantina; essa viene a un
appuntamento col suo innamorato, Fernando, capitano nelle guardie reali. Paquiro si rivolge a Rosario ricordandole un certo «baile di
candil» (un ballo popolare dato in una stanza illuminata da lanterne alla veneziana) al quale ella prese parte una volta, e invitandola a
ritornarvi. Quelle parole giungono anche all'orecchio di Fernando nell'animo del quale suscitano una tempesta di gelosia e di sospetti. Egli
si avanza e dichiara a Paquiro che Rosario andrà, sì al ballo, ma che egli, Fernando, ve l'accompagnerà; e a dispetto delle esortazioni di tutti
i presenti costringe Rosario a promettere che andrà al ballo con lui. Pepa, ferocemente gelosa perché si sente trascurata da Paquiro, giura
di vendicarsi di Rosario.
Secondo quadro
Il secondo quadro ritrae la scena del ballo. Fernando vi accompagna Rosario. Il contegno altezzoso del capitano e le sue sdegnose parole
irritano immensamente i majos e le majas, e Paquiro in modo particolare. Pepa, beffarda e provocatrice, fa scoppiare l'ira di Fernando:
Rosario sviene mentre la scaramuccia di parole raggiunge la fase più acuta; Fernando e Paquiro approfittano di quella confusione per
fissare un duello per quella stessa sera alle dieci in un boschetto poco lontano dalla dimora di Rosario. Rosario riprende i sensi e si ritira con
Fernando; la folla, riprende la festa interrotta.
Terzo quadro
Il terzo quadro ci trasporta nel giardino di Rosario. La stessa Rosario viene subito scorta seduta sopra una panchina di marmo; ella ascolta il
canto dell'usignolo, accompagnandolo con un'appassionata canzone d'amore. Si ritira quindi lentamente nell'interno della casa, e riappare
affacciata a una finestra. E' in tale atteggiamento che la trova Fernando. Ma nel punto più tenero del loro duetto d'amore, il rintocco di una
campana che suona l'ora fatale e l'apparire nello sfondo della figura mascherata di Paquiro non veduto da Rosario, rammentano a
Fernando il convegno che lo aspetta; egli si strappa allora dalla donna e se ne fugge via. Rosario lo segue esitando.... D’un tratto il silenzio è
lacerato da un grido di Fernando, al quale grido risponde un urlo di Rosario che vede il suo amante cadere ferito a morte. I due riappaiono
dopo breve tempo: Rosario sorregge Fernando fino alla panchina di marmo, dov'egli s'accascia e muore tra le braccia dell'amata.
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da: Periquet Fernando, Granados Enrique, Goyescas, Milano, Ricordi, 1954
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