Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 Contributi pratici Carlo Riccio Ausl, Piacenza Le lesioni da morso/graffio possono costituire un problema nuovo di Sanità Pubblica quando riguardano oltre alla prevenzione e lotta alla Rabbia, percentuali significative di danni sanitari (lesioni), legati alla convivenza/presenza stessa di 15 milioni di potenziali agenti di rischio, cioè l’attuale popolazione di Cani e Gatti presenti nel Paese. Nel contesto non solo quantitativo di una simile convivenza, si ritiene opportuno sottolineare i nuovi profili per la problematica storica delle “morsicature”. Normativa in vigore e procedure Come è noto a tutti i Colleghi, esiste già una normativa da cui deriva un protocollo specifico in caso di “morsi/graffi”. Infatti il Sanitario al quale si presenta un paziente con lesioni provocate da morso/graffio di un Cane o di un Gatto o di qualunque altro Animale a sangue caldo, in base alla già esistente normativa, ha due possibilità: • o esclude anche la sola sospettabilità che l’animale che ha morso/graffiato sia infetto da Rabbia, e tale opportunità è limitata e comunque possibile solo ai Medici Veterinari mentre il Medico di Umana non ha competenza per entrare nel merito dia-gnostico per specie animali diverse da quella Umana; • oppure è tenuto agli atti previsti dalla normativa che impone una segnalazione/denuncia per tutti i casi anche solo sospetti (o in questo caso di non escludibile sospetto) di malattie infettive zoonosiche. (artt. 254-255 T.U.LL.SS., art. 5 R.P.V.DPR n. 320/54 – Allegato art. 1 D.M. 15/12/90 “(om.) qualunque caso… (om.) 17:40 Pagina 399 «Morsicature», un problema nuovo? accertato o sospetto... (om.)”). In caso di Morso/graffio infatti scatta automaticamente un preallarme per il rischio di RABBIA. Benché non si potrebbe sospettare una malattia solo in base ad un sintomo, che tra l’altro può anche mancare (rabbia “muta”), si ammette necessario, di fronte a ferite da morso /graffio, utilizzare la non escludibilità di sospetto contagio da animale rabbico in quanto in genere al momento della medicazione della ferita, non è escludibile appunto (dal Medico d’Umana è la regola) se l’animale causa del morso/graffio sia rabbico o meno e quindi possa o meno aver contagiato il paziente. Un percorso un po’ anomalo forse ma con la Rabbia, anche misure prudenziali che paiono eccedere i “normali” protocolli diagnostici, si ritiene abbiano giustificazione in quanto contro il Virus che ha iniziato a replicarsi nel S.N.C., ancora oggi non v’è rimedio all’esito mortale. Ciò comporta che parte delle morsicature tra animali presentate per cure a Veterinari Clinici, quelle cioè in cui non è escludibile la sospettabilità di rischio rabbico, ma teoricamente tutte quelle di animali presentate in pronto soccorso di Medicina Umana, perché il Medico d’umana non può escludere proprio nulla per l’animale “morsicatore”, sono oggetto di segnalazione/denuncia obbligatoria al Servizio di competenza, che operativamente è quello di Sanità Pubblica Veterinaria. In seguito a tali segnalazioni previste obbligatorie, l’animale implicato viene inevitabilmente incanalato nel percorso che lo classifica di fatto come animale “sospetto di RABBIA” per l’applicazione degli artt. 86 (cani e gatti “morsicatori” di persone 399 SETTEMBRE 2005 o animali) e 87 (cani/gatti morsicati) o 88 e 89 per specie diverse dal cane e gatto, del Regolamento di Polizia Veterinaria – R.P.V. DPR .320 – 08/02/1954, per la lotta e prevenzione appunto di detta malattia virale. In ottemperanza a tali articoli del R.P.V. citati, il Veterinario incaricato, va a verificare, ogni qualvolta gli sarà possibile, con procedura comunque obbligatoria per il proprietario, se l’animale implicato nella segnalata lesione da morso/graffio abbia potuto trasmettere o meno la Rabbia tramite saliva infetta. Salvo i casi deceduti/abbattuti prima dei tempi stabiliti per la diagnosi del Veterinario dove sono previsti accertamenti di laboratorio, l’animale viene posto sotto osservazione o presso Strutture pubbliche (Canile/Gattile) o presso il domicilio (sequestro fiduciario) se richiesto del proprietario, per non meno di 10 giorni dalla data di “morso/graffio”, fino a 3 mesi se vaccinato o 6 Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 mesi se non vaccinato nei casi previsti dall’art. 87. Gli esiti di detto controllo verranno ritrasmessi al Medico curante. La rabbia? Un problema nel problema Risulta evidente che la normativa citata, e conseguentemente l’intera “pratica” d’Ufficio, ricordata, poteva avere ed ha tuttora lo scopo non di prevenire ed affrontare i danni sanitari delle lesioni da morso/graffio ma la prevenzione e lotta alla Rabbia, cioè ad una delle possibili infezioni, certamente la più grave, che affida la sua diffusibilità prevalentemente ai morsi, o ferite d’artigli contaminati da saliva come in caso dei graffi. Sul piano infettivistico, il Virus della rabbia deve continuare a rappresentare la più importante argomentazione allegata alle lesioni da morso/graffio, in quanto una volta giunto a livello cerebrale, come già detto, ancora oggi non esiste rimedio al decorso mortale, tuttavia da ricerche specifiche attuate in merito (Gruppo di Studio “Med.Pubblica-SISCA) è risultato che dalle denunce di morso/ graffio da cani e gatti a persone negli ultimi 20 anni pervenute ai Veterinari Pubblici italiani non risulta alcun caso con esito positivo al controllo antirabbico su oltre un milione di pratiche, che hanno in Italia una media tra le 40 e le 70 mila l’anno nell’arco di tempo considerato (1982-2002). Sul piano Sanitario invece è indubbio che anche senza Rabbia i morsi/graffi possono apportare già di per sé lesioni gravissime, invalidanti e benché raramente, addirittura mortali. Sul piano della prevenzione sanitaria, in un contesto di rischio rabbico oggi diverso da quello del 1954 (anno d’emanazione del R.P.V.), il puntare a prevenire morsi/graffi anziché la sola infezione rabbica, e prevenire quindi le lesioni traumatiche fisiche e psichiche nonché infettivistiche minori ma che TUTTI i morsi/graffi inevitabilmente comportano, può significare riconoscere tutta la sua im- 17:40 Pagina 400 portanza ad una “pratica” che rischia, insieme all’allarme rabbia, di essere erroneamente vista come obsoleta ed inutile. Di contro è indubbio il rischio sempre più reale che “altri” privi di sufficiente competenza, ottengano “modifiche” normative che indeboliscano anziché perfezionare l’attuale procedura, con le conseguenze che tale possibile errore porterebbe per la sicurezza sanitaria del nostro Paese. Cause organiche di morso/graffio Sempre negli ultimi vent’anni, i casi clinici riferibili a patologie organiche che possono condurre a morso/graffio incontrollabili dall’animale (da turbe cerebrali per traumi cranici all’encefaliti virali, batteriche, protozooarie, micotiche, dall’ipertiroidismo e altri squilibri ormonali o metabolici a cisti, gliomi, meningiomi, ecc.), pur presenti e sempre meglio diagnosticati in cani e gatti, risultano segnalati in percentuali decisamente basse sull’intera popolazione canina e felina italiana. Queste due ricerche confermerebbero in conclusione che l’encefalite da infezione rabbica, e tutte le altre patologie che possono scatenare aggressività incontrollabile in cani o gatti, rappresentano una possibile ECCEZIONE nelle reali e comuni cause degli episodi di morso/graffio da parte di tali animali. Morsi/graffi e cause comportamentali Sul piano operativo e pratico, pur rimanendo quindi certamente indispensabile il controllo antirabbico per la gravità anche del singolo caso, e pur rimanendo utile nel sospetto l’indagine sulle cause legate a patologiche organiche, si può ipotizzare il massimo della prevenzione sanitaria delle lesioni da morso/graffio qualora s’intervenisse sulle cause COMPORTAMENTALI, perché sono queste le cause responsabili nella stragrande maggioranza dei casi . SETTEMBRE 2005 400 I più recenti studi etologici e di psicologia animale, stanno oggi indagando sempre meglio tali cause e chiarito che l’aggressività di un Cane o un Gatto che culmina nel morso/graffio è tutt’altro che imponderabile o imprevedibile, come ancora luogo comune ritenere. Svariate ricerche hanno già confermato che tali espressioni seguono determinati percorsi costanti con tipici schemi comportamentali che si concretizzano nel binomio “morsicatore”/“morsicato”. La classificabilità dei morsi/graffi sotto il profilo comportamentale delle figure coinvolte, una volta escluse le cause “non comportamentali”, può già oggi consentire di ben individuare possibili ed efficaci percorsi di prevenzione, e fin da subito adottare misure mirate, agendo là dove effettivamente serve, partendo da quelle situazioni e soggetti già accertati dal Veterinario e classificabili di nullo, basso o alto rischio per la sanità e sicurezza non solo dei medesimi soggetti coinvolti ma per l’intera collettività, umana o animale che sia. Il clima generale di oggi, come è già stato sottolineato (D. Mainardi e altri), vede poi un “buonismo” sempre più diffuso tra detentori di Cani e Gatti, che ha fatto aumentare fortemente e progressivamente il rischio di lesioni da morso/graffio, incrementando la quota di soggetti cresciuti decisamente assertivi. L’incompetenza zootecnica e l’incoscienza generale in una quota significativa quanto inevitabile quando un fenomeno diviene di massa (tutti vogliono un cane o un gatto) fa si che la popolazione animale convivente progredisca nella direzione di progressivo rischio nei confronti delle lesioni da morso/graffio. Ecco quindi emergere tutta l’importanza di chi può adottare e far adottare le misure più opportune a prevenire, non solo il rischio infettivistico della Rabbia, ma l’intera traumatologia che l’evento infortunistico sempre comporta, nonché i rischi per la sicurezza in generale degli ambienti di vita e di lavoro.