Carola Pozzoli Concorso Fondazione Gennari Il linguaggio dei

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Carola Pozzoli
Concorso Fondazione Gennari
Il linguaggio dei giovani negli SMS e Internet. I pregi e i difetti della comunicazione digitale nella
tua vita di tutti i giorni.
Ottobre 1989
“Sono già passati due mesi, e non ho ancora ricevuto sue notizie … Perché non risponde alle lettere che ho
spedito da settimane? Forse è molto impegnato, oppure nel suo paese la posta è molto lenta. Se invece mi
avesse considerato solo come un amore estivo, da dimenticare al ritorno dalle vacanze? „. Lara, una ragazza
di sedici anni, non si dava pace e ogni giorno, a mezzogiorno in punto, correva affannosamente fino alla
cassetta delle lettere, sfogliava le diverse buste e prontamente il suo sorriso speranzoso si trasformava in
una triste de estenuante attesa.
Gennaio 2009
“Ma cos’ha di meglio da fare, se non rispondermi al cellulare? È da cinque minuti che gli ho mandato il
messaggio … Adesso gli faccio uno squillo con il numero privato, così non si può giustificare dicendo di
averlo lasciato spento”. Mentre digitava il numero, Carolina sperava in cuor suo di sentire la solita
segreteria, che le annunciasse che davvero il telefono era spento, ma non appena premette la cornetta
verde e accostò l’orecchio al cellulare, quello le confermò che la linea era libera”. Magari non ha più soldi e
non si è ricordato di caricarlo. Vuol dire che proverò a parlare con lui più tardi su Messenger.”
Due ragazze, all’incirca della stessa età, che aspettano notizie del loro ragazzo: cos’è cambiato nella
comunicazione da vent’anni a questa parte?
In primo luogo, la rapidità e i tempi di attesa si sono notevolmente ridotti: se prima una lettera poteva
arrivare dopo una settimana o addirittura dopo un mese, con gli SMS, i messaggi telefonici e con le e-mail, i
messaggi di posta elettronica, il tempo di invio e ricezione equivale a pochi secondi.
In secondo luogo penso che con l’avvento delle nuove tecnologie si siano un poco abbandonate alcune
piccole attenzioni, come i bigliettini di ringraziamento o di auguri e le cartoline, ancora presenti più come
gesti simbolici che di comunicazione. Oggi, invece, con un messaggio si possono comunicare molteplici
intenzioni ed eventi: dalla nascita di un bambino, gli auguri natalizi, di compleanno, la lista della spesa,
addirittura la fine di un rapporto. Certamente i nuovi mezzi di comunicazione presentano anche vantaggi:
per esempio permettono di rimanere in contatto con amici e parenti che abitano all’estero e di parlare con
loro accorciando le distanze; la rapidità inoltre resta una delle caratteristiche principali. È anche vero che
tutta questa frenesia ha favorito le intensamente discusse abbreviazioni, tanto amate dai giovani, che
possono sintetizzare lunghi concetti in poche frasi, quanto odiate da molti adulti, che non le comprendono.
Questo modo di esprimersi ha dato origine ad un vero e proprio “codice”, quasi sempre senza
punteggiatura e completamente sgrammaticato: quindi un curioso “perché?” è normalmente sostituito da
un freddo “xk” e i vari stati d’animo sono addirittura delle emoticons, rappresentate da divertenti volti o da
punteggiatura: attenzione nell’utilizzarle se non si è esperti perché si comunicherà un messaggio diverso da
quello che pensavate! Come può un meccanico “tvb” e annesse varianti sostituire un “ti amo”, detto
guardandosi negli occhi e magari con un po’ di imbarazzo?
Non ha prezzo.
Invece nel mondo in cui viviamo oggi, completamente basato sul consumismo, tutto ha un prezzo. Offerte
speciali, promozioni, messaggi e chia,ate gratuite: anche la comunicazione ruota intorno all’enorme cerchio
economico. Basti pensare a quanto spendono i ragazzi al mese in ricariche per il cellulare.
Concludendo, ritengo che, nonostante l’importanza che questi mezzi di comunicazione hanno assunto per
noi giovani, a volte bisognerebbe abbandonare la sedentarietà e la freddezza digitale che trasmettono e
uscire per passeggiare, parlare con gli amici, magari mentre il vento ci scompiglia i capelli, ridere insieme
per una battuta, per gridare al mondo che non siamo schiavi dei mezzi elettronici e che a loro differenza,
noi proviamo sentimenti ed emozioni che nessun computer o cellulare di ultima generazione potrà mai
esprimere.
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