Il lirismo rilassato di Glass esalta Il Signum Saxophone La «Patetica

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SIGNUM saxophone quartet Alpesh CHAUHAN, conductor ORCHESTRA of the ARENA DI VERONA Teatro Filarmonico, VERONA 3th February 2017 P.Glass Concerto for saxophone quartet and orchestra FONDAZIONE ARENA. Prima esecuzione in città Il lirismo rilassato di Glass esalta Il Signum Saxophone La «Patetica» di Ciajkowskij parte invece un po' troppo lenta Ha destato curiosità il terzo appuntamento della stagione sinfonica della Fondazione Arena al Filarmonico, per l'accostamento del «Concerto per 4 sassofoni» di Glass (una prima esecuzione a Verona) a due note composizioni come «L'Aprés midi d'un faune» di Debussy e la «Sesta Sinfonia Patetica» di Ciajkowskij. Ma chi con Glass pensava di imbattersi in una insopportabile ripetitività di musiche minimaliste si è dovuto subito ricredere perché la pagina del noto compositore americano è invece di un lirismo rilassato, con dolcissime rifilature. I quattro sassofoni si scambiano piacevolmente i ruoli intervenendo spesso in coppia: soprano con tenore e contralto con baritono, in una piacevole alternanza che l'applauditissimo Signum Saxophone Quartet sa rivestire di un climax insistente, fino all'improvviso fiorire finale. Glass conosce bene l'arte della seduzione ritmica e ar‐monica e attorno vi costruisce il suo lavoro che in poche frasi contiene un intero mondo di suoni e di immagini. E il Signum conquista subito il pubblico facendosi apprezza‐ re per i sincronismi perfetti e per due bis elettrizzanti di musiche yiddish che il pubblico accompagna con applausi ritmati. Quanto alle due altre pagine del programma, l'iniziale «Prelude a l'aprés‐midi d'un faune» è quella in cui il giovane direttore francese Alpesh Chauhan colpisce nel segno facendo ben risaltare quel fluire di suggestioni sonore dove l'incantato e sensuale arabesco, con cui il flauto avvia il discorso, conquistano e condizionano come una magia. La «Sinfonia Patetica» di Ciajkowskij parte invece un po' troppo lenta. Ma il giovane direttore non tende però ad avvalorare l'immagine di un Ciajkowskij languoroso ed un po' sfatto, cara a tanti interpreti, perché si accompagna già dal secondo movimento ad una nitida e perentoria incisività ritmica e ad una poderosa enfasi drammatica, come nella vibrante coda dell'ultimo tempo, pur mantenuta in un'austerità estranea ad ogni forzatura volgare. Forse è mancato solo quel pizzico di nevrotica fragilità emotiva che è pur sempre parte integrante del fascino di Ciajkowskij. Concerto comunque molto gradito al pubblico che ha sottolineato con sostenuti applausi tutti i protagonisti. •G.V. http://www.larena.it/home/spettacoli/il‐lirismo‐rilassatodi‐glass‐esaltail‐signum‐saxophone‐1.5472221 
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