Corso di Laurea in Scienze Geologiche -­ Corso di Petrogra7ia 23.11.2012
Descrizione sezione so+le
VADEMECUM
La relazione descri.va di una sezione so.le deve contenere tu2o ciò che è necessario e niente di più di ciò che è sufficiente, e deve essere scri2a usando con un certo s:le, linguaggio, organizzazione.
NECESSARIO. Microstru2ura, paragenesi/associazione mineralogica, classificazione, note petrologiche.
SUFFICIENTE. Evitare descrizioni prolisse: la relazione non è una storia, né un romanzo.
STILE. La relazione deve essere presentata in una veste chiara e pulita. La prima impressione che il le2ore riceve serve a predisporre in maniera posi:va o meno alla le2ura della relazione. Una buona presentazione non potrà mai sopperire alla scarsa qualità del contenuto, ma una ca.va presentazione è in grado di screditare anche la relazione più accurata.
Evitare di parlare in prima persona (sia singolare che plurale): il focus della relazione è la roccia, non chi la descrive.
LINGUAGGIO. Il linguaggio deve essere basato sulla terminologia mineralogica e petrografica.
Disegni e schemi sono caldamente consiglia: per la descrizione della microstru2ura generale e per le tessiture interne ai minerali.
ORGANIZZAZIONE. I da: e le interpretazioni devono essere chiaramente dis:n: e riporta: in due diverse sezioni della relazione. Usare uno schema con categorie e so2ocategorie logiche e ben organizzate dal punto di vista grafico (v. so2o).
1. DATI
1.1. microstruBura
Per le rocce ignee descrivere: cristallinità (le rocce plutoniche sono tu2e olocristalline, le rocce vulcaniche ricoprono tu2o lo spe2ro da olocristalline a oloialine, per cui il grado di cristallinità va descri2o accuratamente), granularità: dimensioni assolute dei cristalli (le rocce plutoniche sono tu2e faneri:che, le rocce vulcaniche sono porfiriche con pasta di fondo afani:ca a completamente afani:che) e dimensioni rela:ve dei cristalli (roccia equigranulare, disequgranulare, porfirica), forma dei cristalli: grado di euedralità; forma 3D (equidimensionale, tabulare, prisma:ca), relazioni spaziali tra le fasi: per le rocce plutoniche le tessiture più importan: sono le ipidiomorfe e le allotriomorfe e possono poi essere presen: tessiture di cumulo, tessiture di inclusione/
concrescimento/smescolamento; per le rocce vulcaniche è importante, per quanto concerne i fenocristalli, il :po di porfiricità, le tessiture di inclusione/sovracrescita, mentre per la pasta di fondo si devono eventualmente descrivere le tessiture isotrope, orientate, raggiate, nonché le tessiture di devetrificazione.
Per le rocce metamorfiche descrivere: tessiture intergranulari, tessiture intragranulari. Rappor: blastesi-­‐deformazione (reli., blastesi pre-­‐, sin-­‐, post-­‐
cinema:ca).
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Non dimen:care di descrivere eventuali tessiture di :po secondario, legate cioè a minerali di alterazione.
1.2. paragenesi
1.2.1. fasi primarie
1.2.1.1. fasi fondamentali
I minerali devono essere descri. separatamente, seguendo un ordine specifico: descrivere prima i minerali femici e poi i sialici (adeguato per rocce mafiche) o prima i sialici e poi i femici (adeguato per rocce felsiche).
Per ogni minerale si devono riportare le cara2eris:che o.che salien: per la sua iden:ficazione e, ove possibile, le cara2eris:che o.che u:li alla sua determinazione composizionale.
Per ogni fase si deve riportare l’abbondanza (vol%), specificando se la percentuale è calcolata sul totale della roccia o, per. es., sul totale dei fenocristalli.
Per le rocce vulcaniche, tu2a questa sequenza descri.va deve essere ripetuta separatamente per i fenocristalli (prima) e per la pasta di fondo (dopo).
Per le rocce metamorfiche, per ogni minerale si devono descrivere tu2e le cara2eris:che che saranno u:lizzate, nella parte interpreta:va, per a2ribuire la crescita del minerale stesso a uno specifico stadio di blastesi in relazione alla microstru2ura per come descri2a nella sezione 1.1.
1.2.1.2. fasi accessorie
I minerali accessori devono essere descri. con a2enzione in quanto spesso cara2erizzano par:colarità della roccia.
1.2.2. fasi secondarie
La descrizione delle fasi secondarie è ovviamente subordinata alla loro eventuale presenza (non tu2e le rocce contengono minerali secondari).
2. INTERPRETAZIONE
2.1. classificazione
Per le rocce plutoniche si usa lo schema IUGS, basato sul diagramma QAPF (con espansione dei diagrammi per le rocce gabbroidi) e sul diagramma Ol-­‐Opx-­‐Cpx per le rocce ultrafemiche, facendo uso di eventuali agge.vazioni modificatrici del nome, sia di :po tessiturale (micro-­‐, cumuli:co, etc.), sia di :po petrochimico (es: leuco-­‐, mela-­‐, peralluminoso, peralcalino, etc). Opportuno riportare il diagramma u:lizzato, con il punto classifica:vo della roccia in esame.
Per le rocce vulcaniche si usa lo schema IUGS, basato sul diagramma QAPF, con l’aggiunta fondamentale della cara2erizzazione dell’associazione magma:ca (es. subalcalina, alcalina, tholeii:ca, calcoalcalina, moderatamente alcalina, fortemente alcalina, shoshoni:ca), facendo uso di eventuali agge.vazioni modificatrici del nome di :po petrochimico (es: peralluminoso, peralcalino, etc), il tu2o basato sulla paragenesi. Per le rocce metamorfiche si usa il diagramma di flusso IUGS: meta-­‐protolite, monomineralica, nome specifico, scisto/gneiss/granofels.
2.2. storia petrologica
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