XVI STAGIONE CONCERTISTICA DELL’ASSOCIAZIONE GRUPPO AMICI DELLA MUSICA DI SCANDICCI NOVEMBRE / DICEMBRE 2012 Chiesa di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo Teatro Studio di Scandicci Ingresso Libero XVI STAGIONE CONCERTISTICA DELL’ASSOCIAZIONE GRUPPO AMICI DELLA MUSICA DI SCANDICCI NOVEMBRE / DICEMBRE 2012 Chiesa di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo Teatro Studio di Scandicci Programma della Stagione >> 10 novembre 2012 - ore 16.00 Chiesa di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo Via S. Lorenzo - Badia a Settimo Scandicci (FI) I Concerti con l’Orchestra I Direttore Volfango Dami Orchestra GAMS Ensemble Programma FRANZ JOSEPH HAYDN - Sinfonia n. 94 in Sol Maggiore “La Sorpresa” Adagio Cantabile Andante Minuetto Allegro molto Trio Finale WOLFGANG AMADEUS MOZART - Sinfonia n. 41 in Do maggiore k 551 “Jupiter” Allegro vivace Andante cantabile Menuetto Molto Allegro La sinfonia n.94 fa parte delle dodici sinfonie “londinesi” che Franz Joseph Haydn compone fra il ‘91 e il ‘95 in occasione delle due tournée che compie in Inghilterra. Nelle sale inglesi Haydn è un compositore rinomato e può disporre di un’orchestra di oltre sessanta suonatori, circa tre volte più grande di quella con cui era abituato a lavorare in Austria. Haydn si presenta così con alcune sinfonie nuove, le ultime delle oltre cento già presenti nel suo catalogo. La sinfonia è stata successivamente denominata dagli editori “Il colpo di timpano” o “La sorpresa” con chiaro riferimento ai bruschi contrasti dinamici sottolineati dal timpano che caratterizzano il secondo tempo. Mozart compose le sue tre ultime Sinfonie - in mi bemolle maggiore K. 543, in sol minore K. 550 e in do maggiore K. 551 - in tre soli mesi, tra il giugno e il 10 agosto 1788. Al culmine di questa triade la Jupiter celebra il trionfo di una tecnica ed espressività tanto spontaneamente esibita quanto pazientemente costruita sul confronto con i grandi modelli del presente (Haydn) e del passato (il contrappunto bachiano e haendeliano). La Sinfonia K. 551 esplode nella sua maestà solare elevata a olimpica grandezza (da cui il nome di Giove, probabilmente attribuitole dall’impresario londinese Johann Peter Salomon), costruita nella tonalità di do maggiore, epica e monumentale. Volfango Dami inizia la sua attività artistica come concertista di violoncello, imponendosi subito all’attenzione della critica internazionale per le sue straordinarie doti tecniche ed espressive. Ha vinto vari concorsi internazionali e ha collaborato fin da giovanissimo con enti di prestigio, quali l’Orchestra R.A.I. di Torino e l’Orchestra del “Maggio Musicale Fiorentino”. Il 1995 è l’anno della svolta come direttore d’orchestra. Su consiglio del Maestro G. Dimitrov, inizia lo studio in direzione d’orchestra a S.Marino diplomandosi in seguito in direzione d’orchestre Sinfoniche presso la Filarmonica di Stato Bulgara della città di Plovdiv. Con quest’importante orchestra inizia nel 1997 una tournée nell’Italia centrale. Dal 1997 al 2004 è direttore artistico dell’importante Festival di orchestre europee “Valenzano Symphony” . Accanto all’attività concertistica, il Maestro Dami svolge un’intensa attività di formazione giovanile, infatti nel 1996 collabora alla nascita ad Arezzo della “Orchestra Giovanile Aretina”, curandone poi la direzione musicale per oltre un anno. Nel maggio 1998 riceve l’incarico di direttore ospite principale dall’Orchestra Sinfonica Schumenn (Bulgaria). All’inizio del 1999 è stato nominato direttore principale dell’orchestra “GAMS”di Firenze Nel Giugno 2000 si diploma, in direzione d’opera, presso L’Accademia Musicale di Bologna. Il Maestro Dami ha diretto le seguenti orchestre: Orchestra Sinfonica di Arezzo Orchestra Sinfonica di Stato Bulgara di Shumenn Orchestra Sinfonica di Stato Bulgara di Plovdiv Orchestra Sinfonica di Stato Rumena di Satu Mare Orchestra Sinfonica “Cantelli” di Milano Orchestra “Gams” di Firenze Orchestra Sinfonica “Mussinelli “ di La Spezia. Orchestra Sinfonica di Stato Russa “Kuban” di Krasnodar Dal 2005 al 2009 è anche direttore artistico della Rassegna musicale “Ascolti Musica”, per il Teatro Studio di Scandicci. Nel grande repertorio musicale del maestro, figurano delle produzioni innovative e originali quali L’Opera moderna “S.Francesco”, e la riedizione dell’operina scritta nel campo di concentramento di “Terezin”dal titolo “Brundibar” di H Krasa, dal quale è stato prodotto anche un cd. Volfango Dami 24 novembre 2012 - ore 16.00 Chiesa di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo Via S. Lorenzo - Badia a Settimo Scandicci (FI) Musica e musicalità nella poesia di Dino Campana Federica Bortoluzzi pianoforte Programma FRYDERYK CHOPIN Sonata n. 3 op. 58 in si minore Allegro maestoso Scherzo: Molto vivace Largo Finale: Presto, non tanto. Agitato FRANZ LISZT Sonata in si minore Molto moderato Andante sostenuto Scherzo (Allegro vivace con delicatezza) Allegro, ma non troppo Poesie di DINO CAMPANA interpretate e commentate da LORENZO BERTOLANI Lo Chopin più impegnato sotto il profilo costruttivo e meno legato alle regole della forma classica si ritrova nelle tre Sonate per pianoforte: l’ultima, l’op. 58, ha uno spiccato carattere lirico, anche se non mancano toni drammatici che imprimono slancio e vitalità alla composizione, secondo il gusto e le scelte estetiche di Chopin. Si ritrova utilizzato e applicato ampiamente il cosiddetto “tempo rubato”, che fu analizzato acutamente da Liszt. «Tutte le composizioni chopiniane - dice Liszt - devono essere eseguite con quel tentennamento accentuato e prosodico e con quella morbidezza, la cui ragione difficilmente si svela quando non si abbia avuto l’occasione di udirle sovente. Chopin sembrava preoccupato di rendere evidente questa sua materia di esecuzione, specialmente di comunicarla ai suoi connazionali ai quali egli, più che ad altri, desiderava trasmettere il calore interno della sua commozione». Creatore del poema sinfonico, cioè di qualcosa che si pone decisamente contro la costruzione “illuministica” della forma sonata (e contro la stessa sinfonia, che della forma sonata è talvolta dilatazione), Liszt si cimenta con la composizione di una sonata tenendo conto solo in minima parte dei presupposti formali che questo tipo di creazione artistica comporta. Egli infatti affronta la composizione pianistica seguendo del tutto modalità timbriche peculiari della scrittura sinfonica: il pianoforte non è più semplicemente uno strumento, ma in mano al virtuoso diviene la condensazione di un’orchestra. Nelle prime diciassette battute della Sonata di Liszt è già esposto il materiale melodico su cui si fonda l’intera composizione. Questa creazione risulta innovativa anche per l’intelaiatura dei quattro temi principali, che si frantumano in una successione agogica che annovera quattordici stacchi di tempo diversi. Le innumerevoli indicazioni dinamiche indugiano sui cromatismi ed evitano le cadenze. Federica Bortoluzzi, nata a Milano, ha iniziato lo studio del pianoforte a sei anni con Alberto Colombo. Ha studiato successivamente con Riccardo Risaliti e si è diplomata con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano nel 2006. Successivamente ha frequentato la Scuola di Musica di Fiesole, sotto la guida di Maria Tipo, guadagnandosi la Borsa di Studio “R.Serkin”. E’ laureata al Biennio di specializzazione di pianoforte, presso il conservatorio di Brescia, con una tesi sul rapporto della Musica e della Natura nell’opera di Debussy e Ravel. Lo stesso Conservatorio di Brescia, le ha conferito nel 2012, il “Premio L.Marenzio”, per meriti conseguiti nel corso del biennio di studio. Attualmente segue il Corso Speciale di Perfezionamento di Andrea Lucchesini, presso la Scuola di Musica di Fiesole. Sin dall’inizio della sua attività, ha vinto numerosi Primi premi in Concorsi nazionali e internazionali come “Camillo Togni”, il “Concorso Internazionale di Ancona”, “Premio F. Schubert” di Racconigi, che l’hanno portata a conquiFederica Bortoluzzi stare l’apprezzamento di vari musicisti di fama internazionale. Si è esibita in varie città italiane per diversi enti e associazioni musicali. Nel 2001, è stata invitata a tenere un recital in Canada, nella Stagione Concertistica presso la Playhouse di Vancouver, ha tenuto inoltre una Lezione-Concerto per la “Tom Lee Academy of Music di Vancouver”. In Grecia, dove si esibisce regolarmente, ha suonato per l’Associazione “Orpheos” di Lefkada, per la “Philarmonic Society of Lefkas”, e all’isola di Kithira. Nel settembre 2009 ha suonato per il Festival “MiTo” a Milano, e alla prima edizione, a luglio 2009, del “Festival di Cernobbio” nella stessa serata con Paul Badoura-Skoda; per la Fondazione Amadeus presso il Palazzo della Fondazione Minguzzi, ha presentato un programma che ha spaziato dal classico, romantico al moderno dove si è mostrato il suo interesse per i diversi stili. In più di un’occasione si è esibita nell’ambito del Festival “Le Dieci Giornate”, Associazione Soldano di Brescia e per l’Assaciazione “Capitolium”, sempre bresciana. Ha partecipato a masterclass di A.Ciccolini, B.Petrushianskj, Cyprien Katsaris, Paolo Bordoni. Ha registrato per “Radio Classica” musiche di F.Chopin, per la trasmissione “Il Pianista”. L’attività del 2011, anno del bicentenario di Franz Liszt, ha previsto una particolare attenzione alla sua opera pianistica; ha vinto il Premio “Maurizio Zana” 2011 per la migliore interprete di brani di Franz Liszt, nell’ambito del Concorso “Premio Nazionale delle Arti 2011. Recentemente ha tenuto concerti in Toscana, con l’esecuzione del Concerto di Liszt n.2, con l’Orchestra Regionale della Toscana, diretta da Carlo Goldstein. Lorenzo Bertolani (Firenze, 1962) ha pubblicato vari libri di poesia tra cui L’ottantesima estate (Franco Cesati Editore, Firenze 1991) e Opera e destino (Edizioni della Meridiana, Firenze 2004); è presente in diverse antologie poetiche. Tra i suoi testi teatrali ricordiamo quelli su Antonio Gramsci, Un uomo un gigante e su Sibilla Aleramo, Così bella come un sogno. Ha pubblicato articoli e saggi su Giovanni Pascoli, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti e Mario Tobino; si è dedicato in particolare all’opera e alla vita del poeta Dino Campana, curando articoli, saggi e libri. Collabora stabilmente al sito letterario Infinite tracce. 25 novembre 2012, ore 16.00 Chiesa di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo Via S. Lorenzo - Badia a Settimo Scandicci (FI) Il Sentimento Romantico, dal cembalo “ardito” allo Sturm und Drang Giuliano Graniti pianoforte Programma WOLFGANG AMADEUS MOZART Sonata n. 14 in do minore k457 Allegro Adagio Molto Allegro DOMENICO SCARLATTI Sonata k87 in si minore Sonata k491 in re maggiore Sonata k454 in sol maggiore ROBERT SCHUMANN Humoreske op. 20 in si bemolle maggiore Scritti e lettere a tema interpretati da GIOVANNA BOSI La Sonata K. 457 è una vera Sonata da concerto, che mostra al più alto grado la maestria di Mozart nel dominare anche sulla tastiera le categorie espressive del pathos e del fatalismo, sfruttando tutte le peculiarità tecniche del pianoforte. C’è, in questo spartito, una animazione di contrasti che si basa sul principio di una continua dialettica di princìpi opposti, trasmessa attraverso un virtuosismo drammatizzato, che sfrutta le differenze fra i registri, gli effetti di risonanza, le possenti ottave e la rapida scorrevolezza della mano destra. Le 555 sonate (originarie per clavicembalo) di Scarlatti hanno attirato ammiratori di rilievo, tra cui Chopin, Brahms, Bartók, Shostakovich. In questi brevi brani, costituiti generalmente di un solo movimento bipartito, Scarlatti si dimostrò pioniere di tecniche tastieristiche nuove per i suoi tempi, come arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note: tutte difficoltà tecniche da padroneggiare progressivamente, a mano a mano che il compositore svela le potenzialità timbriche, melodiche e ritmiche della sua scrittura ricca e articolata. Dal punto di vista dello stile, le sue sonate sono caratterizzate da una rapidissima mobilità espressiva, e da una grande inventiva armonica, con l’impiego di un vocabolario accordale spesso sorprendente. Una caratteristica formale è costituita dal fatto che la tipica sonata scarlattiana è di solito divisa in due sezioni di durata uguale, ognuna delle quali conduce ad un momento cardinale, che lo studioso Ralph Kirkpatrick ha definito “il punto cruciale”, e che a volte è sottolineato da una pausa o fermata. Prima di questo punto cruciale, le sonate di Scarlatti contengono spesso la loro principale varietà tematica, e dopo il punto cruciale la musica fa uso di figurazioni ripetute, modulando in tonalità lontane da quella principale (nella prima sezione) o via via più vicine (nella seconda sezione). La nascita di Humoreske è così annunciata da Schumann alla moglie Clara: «Tutta la settimana sono stato al pianoforte e ho composto, riso e pianto allo stesso tempo; troverai l’impronta di tutto ciò nella mia grande Humoreske». Dunque, un filo intrecciato di gioia e dolore, congiunti in modo inestricabile, come senso profondo del lavoro, traccia e legame di collegamento, secondo la mescolanza più tipica dell’anima schumanniana. Con il termine “Humoreske” Schumann si riferiva appunto a quel pendolo sentimentale, a quella ironica compresenza umorale che è il primo centro della sua invenzione poetica. Giuliano Graniti, nato nel 1988, si è diplomato con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore sotto la guida di Mariagrazia Lioy presso il Conservatorio “T. Schipa” di Lecce. Ha studiato con Aldo Ciccolini e con Luigi Ceci e ora frequenta il Corso di Perfezionamento in Pianoforte sotto la guida di Andrea Lucchesini. Per l’a.a. 2011/2012 è il pianista dell’Orchestra Giovanile Italiana, con la quale si è esibito nel Concerto di Capodanno 2012 presso il Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze. Ha frequentato Master Classes con P. Camicia, R. Risaliti, R. Cecchetti, E. Fadini, O. Balan. Nel 2011 ha ricevuto una borsa di studio Foto di Alexander Mikula dalla Fondazione Alimondo Ciampi. Ha partecipato, nel 2005, alla registrazione live dei “12 Poemi Sinfonici” di Liszt, nella versione per due pianoforti, con Francesco Libetta, presso il Teatro “Paisiello” di Lecce. Di tale registrazione è stato realizzato un cofanetto di 3 CD distribuito da Nireo e VAI Music (New York). Ha tenuto concerti solistici in Austria (Liezen, Graz, Admont, Fuerstenfeld, Bad Ischl) organizzati dal Lions Club Austria, con il quale porta avanti una felice collaborazione. A giugno 2011 si è esibito da solista al Teatro Comunale di Firenze in una serata dedicata a Franz Liszt, inserita nella 74a stagione del Maggio Musicale Fiorentino. Nell’estate del 2011 è stato uno dei protagonisti della Rassegna “Il Genio nel territorio” patrocinata dalla Provincia di Firenze, esibendosi in vari recital lisztiani, ottenendo ovunque grande successo di critica. Frequenta il Biennio Specialistico in Pianoforte presso il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. Giuliano Graniti 8 dicembre 2012 - ore 16.00 Chiesa di S. Salvatore e S. Lorenzo a Settimo Via S. Lorenzo - Badia a Settimo Scandicci (FI) I gruppi da camera Settimino GAMS Ensemble FRANZ ADOLF BERWALD “Gran settimino” per archi e fiati in si bem. magg. op. 62 Introduzione. Adagio - Allegro molto Poco Adagio - Prestissimo - Adagio Finale. Allegro con spirito LUDWIG VAN BEETHOVEN “Settimino” per fiati ed archi in mi bem. magg. op. 20 Adagio. Allegro con brio Adagio cantabile (la bemolle maggiore) Tempo di Menuetto Tema. Andante con variazioni (si bemolle maggiore) Scherzo. Allegro molto e vivace Andante con moto alla Marcia. Presto Settimino GAMS Ensemble Clarice Curradi Violino Giacomo Vai Viola Simone Centauro Violoncello Marco Martelli Contrabbasso Giovanni Vai Clarinetto Francesca Alterio Fagotto Massimo Marconi Corno Franz Adolf Berwald è stato un compositore e violinista svedese rimasto pressoché ignorato come musicista lungo tutto il corso della sua vita, durante la quale fu costretto a dedicarsi a svariati lavori di altro genere per sostenersi. Successivamente le sue creazioni vennero molto apprezzate, rivelando, al di là delle influenze del romanticismo tedesco e delle ingenuità dovute alla irregolarità dei suoi studi, un autonomo stile e una personalità ben marcata che influenzarono notevolmente la musica nazionale scandinava della generazione successiva. Sembra che Beethoven in età matura mostrasse un insofferente distacco nei confronti del suo Settimino in mi bemolle maggiore op. 20, fino «a non poterlo più sopportare e ad adirarsi per il successo che esso riscuoteva universalmente». Relativamente al successo, è indiscutibile che il Settimino acquistò una grande celebrità già subito dopo la sua creazione. Non stupisce però che Beethoven, autore di partiture rivoluzionarie come le Sonate per violoncello op. 5 e la Sonata per pianoforte op. 13, che avevano dischiuso nuove prospettive alla creazione musicale e che pure venivano accolte con sgomento e scetticismo dai contemporanei, manifestasse insofferenza verso la diffusione di un’opera così indissolubilmente legata al passato. Il Settimino è forse il lavoro più compiuto e perfetto del Beethoven “settecentesco”; laddove questo aggettivo andrà inteso non tanto in senso cronologico bensì di canoni estetici. Si tratta infatti di un brano che risponde in pieno a tutti i criteri della musica di “intrattenimento”, quali erano stati codificati da una lunga e illustre tradizione di Serenate, Divertimenti, Cassazioni nel corso di un mezzo secolo. Lo stile “retrò” della partitura, è peraltro del tutto volontario, finalizzato a conquistare quel successo di pubblico di cui l’ingrato compositore, immemore dei non disprezzabili guadagni dovuti al brano, si lamentava. Di qui il ricorso ai canoni dell’intrattenimento. In primo luogo l’organico che includeva non solo gli archi (violino, viola, violoncello, contrabbasso) ma anche i fiati (clarinetto, fagotto e corno) poneva automaticamente la composizione su un piano di musica meno “nobile”, più semplice tecnicamente e concettualmente. Ancora verso la fine del XVIII secolo, infatti, strumenti come oboe e fagotto, ancorché diffusissimi presso tutte le istituzioni orchestrali, avevano delle potenzialità tecniche limitate e una gamma sonora contenuta; il clarinetto era poi ancora lontano da una vasta diffusione, il corno, ancora per un lungo periodo, del tutto privo di pistoni. Gli strumentisti che affrontavano il repertorio per fiati erano spesso dei servitori con precarie cognizioni tecniche, e andavano faticosamente in cerca di un autentico “status” professionale. Di qui la mancanza, nella letteratura con fiati, di quella complessa elaborazione che contraddistingueva invece la letteratura riservata alla “nobile” famiglia degli archi, in favore di una pronunciata cantabilità. Ma anche nel numero di sei movimenti il Settimino si richiama poi alla tradizione del Divertimento, che allineava una serie di tempi fra loro contrastanti, fra i quali non mancavano i ritmi di danza (Minuetto e Scherzo) e spesso anche il tema con variazioni, formula considerata decorativa e disimpegnata. Il Settimino di Beethoven riprende tali stilemi con un mirabile dosaggio di tutti gli ingredienti dell’intrattenimento puro, trattati con perfetta sapienza tecnica, squisito gusto del disimpegno, deliberata voglia di “piacere”. 23 dicembre 2012 - ore 21.00 Teatro Studio di Scandicci Via Donizetti, 58 Scandicci (FI) I concerti dell’orchestra II Concerto di Natale William Chiquito violino Annamaria Di Lauro flauto Coro di voci bianche dell’Accademia Musicale di Firenze e della Scuola di Musica di Scandicci diretti da Lucia De Caro Orchestra GAMS Ensemble Volfango Dami direttore PIER ANTONIO LOCATELLI Concerto Grosso in fa minore op. 1 n. 8 Largo Grave Largo Andante Pastorale JOHANN SEBASTIAN BACH Suite No. 2 in Re minore per orchestra BWV 1067 I. Ouverture II. Rondeau III. Sarabanda IV. Bourrées I & II V. Polonaise e doppio VI. Menuett VII. Badinerie BENJAMIN BRITTEN Simple Simphony Bourée Impetuosa Pizzicato Sarabanda Sentimentale Finale A.A.V.V. - Canzoni tratte dal repertorio per il Natale, per coro di bambini e orchestra Il tradizionale concerto di Natale prevede la presenza dei Cori di Voci Bianche dell’Accademia di Musica di Firenze e della Scuola di Musica di Scandicci con una miscellanea di brani del repertorio natalizio. Apre il concerto un brano dedicato ad uno degli strumenti più amati dal pubblico e dai compositori che da sempre gli hanno dedicato capolavori assoluti: il violino. Il solista si cimenta in uno dei 12 concerti scritti da Pier Antonio Locatelli e raccolti ne “L’Arte del violino”. Ogni concerto include due Capricci per violino solo di grande difficoltà tecnica, posti al termine del primo e terzo movimento come cadenza del solista. Nato nel 1695 a Bergamo, Locatelli fu un mostro di tecnica violinistica: si diceva che non avesse mai suonato una nota sbagliata, tranne una volta in cui il suo mignolo scivolò e toccò il ponticello dello strumento. Appartenente al primo periodo creativo di Britten, la Simple Simphony per orchestra d’archi è un abile divertissement, che nell’organico di un’orchestra d’archi si pone in linea con una tendenza tutta inglese (la Serenade di Elgar, del 1892, e la Suite dell’amato maestro Frank Bridge, del 1908) e dove l’aristocratica raffinatezza del comporre è rivestita da un sottile humor. Dietro allo spirito brillante e ludico della Simple Symphony si cela tuttavia anche un silenzioso atto d’omaggio, che viene tributato nelle forme della danza barocca: Bourée e Sarabanda appunto, emblema di quel mondo musicale che ebbe il suo massimo esponente in Henry Purcell, il musicista al quale Britten guardò sempre con ammirazione. Completa il programma la Suite per orchestra n. 2 di Johann Sebastian Bach, il cui famosissimo ultimo movimento “Badinerie” sarà di sicuro gradimento per il pubblico. WILLIAM CHIQUITO. È nato a Medellìn nel 1988 dove comincia a studiare il violino all’età di 11 anni nella “Red de Escuelas de Musica de Medellìn”. All’età di 14 anni entra all’Università di Antioquia nella classe di violino della Professoressa Poliana Vassileva. In poco tempo diventa il suo migliore allievo e suona diverse volte come solista con l’orchestra dell’università; allo stesso tempo è spalla dell’orchestra “Infantil y Juvenil de Medellìn” con cui fa concerti come solista e diverse tournée in Europa e in America Latina. Nel 2005 vince il concorso nazionale William Chiquito “Jovenes Solistas” e suona in qualità di solista con l’Orchestra “Filarmonica del Valle”. Nel 2006 vince una borsa di studio data dal Maestro Pittore e Scultore Colombiano Fernando Botero e si trasferisce in Italia per studiare alla Scuola di Musica di Fiesole con Pavel Vernikov e Oleksandr Semchuk. Entra nell’Orchestra Giovanile Italiana dove ottiene il posto come spalla dell’orchestra per due anni. Nel 2008, dopo avere dimostrato le sue capacità artistiche, violinistiche e una grande responsabilità nel lavoro, gli viene chiesto dal Maestro Andrea Lucchesini di insegnare violino per i corsi di base presso la Scuola di Musica di Fiesole diventando così l’insegnante più giovane della Scuola. Interessato a tutti i tipi di progetti musicali, svolge inoltre un’intensa attività concertistica in Italia, suonando con direttori di fama mondiale come R. Muti, C. Abbado, J. Tate, G. Ferro, G. Noseda, K. Penderecki, N. Paszkowski e con musicisti come A. Lucchesini, M. Rizzi, M. Brunello, A. Nannoni, G. Pretto. Orchestra GAMS Ensemble Nasce nel 1997 su iniziativa del Gruppo Amici della Musica di Scandicci con l’intento di sviluppare il repertorio cameristico nelle sue varie forme strumentali, dal trio al quartetto, al quintetto fino all’orchestra (da camera e sinfonica). Con queste formazioni ha svolto, in dodici anni di attività, innumerevoli concerti in varie località toscane ed italiane con successo di pubblico e critica. Ha partecipato a festivals e stagioni concertistiche di particolare prestigio, come Valenzano Symphony a Subbiano (1998 e 2004), Festa della Musica a Fiesole (1999), Accademia degli Arditi di Cortona (2000), Società dei Concerti di Castiglion Fiorentino (2000), Ponente Musica ad Albenga (2003), The Caledonian Academy of Tuscany a Lucca (2004- 2006), Pratolirica a Prato (2006), Festival Opera Barga a Cutignano (2006), Pievi & Castelli a Poppi (2009). Nel 1998 con il Coro del Duomo di Firenze ha inciso un CD per la casa discografica DOMUS. Si è esibito a Firenze al Ridotto del Teatro Comunale, il Teatro Verdi, Teatro della Pergola e Palazzo Pitti. Dal 2005 il GAMS Ensemble effettua gran parte delle sue produzioni musicali presso il Teatro Studio di Scandicci ed in collaborazione e presso questo teatro realizza spettacoli per la stagione concertistica Ascolti Musica che ha per ospiti artisti di chiara fama (come Milena Vukotic, voce recitante in Pierino e il Lupo di Prokofiev nel febbraio 2005). Nel gennaio 2007 partecipa alla rappresentazione fiorentina dell’opera Francesco d’Assisi di Orio Odori, andata in scena presso il Teatro Verdi di Firenze . Sempre nel 2007 collabora alla realizzazione dei Corsi di Alto Perfezionamento in Direzione d’Orchestra e Canto Lirico tenuti presso la Scuola “G. Verdi” di Prato dai maestri Volpini e De Simone. Nel 2008 oltre alla realizzazione della stagione concertistica Ascolti Musica, nella quale ha interpretato il più rinomato repertorio sinfonico, ha collaborato alla realizzazione della rassegna teatrale Femmine & Femmine nell’ambito di Opencity 2008 . In formazione cameristica ed in collaborazione con altre associazioni ha tenuto concerti a Timisoara ed Amsterdam. Dal 2009 ha realizzato vari concerti all’interno della stagione concertistica CityVibe presso il Teatro Studio, affrontando repertori con caratteristiche e organici diversi, alla ricerca di nuove forme di spettacolo, coinvolgendo, insieme Orchestra GAMS Ensemble al GAMS Ensemble, musicisti del mondo Jazz come il Titta Nesti Quartet, oppure attori chiamati ad interpretare i loro stili in forma di dialogo con il linguaggio classico come Fulvio Cauteruccio, oppure ospitando interpreti di fama internazionale come Piernarciso Masi nell’esecuzione del concerto “All’Ungherese” di Haydn, o Luigi Roni nel Requiem di Mozart o il Violinista Jazz Luca Ciarla. Il GAMS si avvale della collaborazione di giovani musicisti selezionati tra i migliori diplomati presso i Conservatori italiani, ponendosi dunque come punto di riferimento sul territorio per le nuove generazioni e facendo propria la necessità di dar forza ad ogni volontà di crescita e affermazione professionale. Per i ruoli principali di alcune sezioni dell’orchestra collaborano talvolta prime parti di importanti orchestre, quali il Teatro Comunale e l’Orchestra Regionale Toscana. Per informazioni e contatti: Comune di Scandicci Ufficio Relazioni con il Pubblico 055.7591302 - 201 Scandicci Cultura Tel. 055.7591 593 www.scandiccicultura.it www.orchestragams.it