Il Pensiero, la Vita e l’Opera di Fortunato Aloi Per chi come me crede ancora fermamente nell’umana illusione del tempo e nell’universalità dell’eterno mistero del mondo, tentare di tracciare in poche righe la natura inconfondibilmente vocativa dell’intellettuale calabrese Fortunato Aloi è un’impresa davvero assai difficile se non addirittura impossibile. Di certo però, a distanza di oltre settanta anni dalla Sua nascita e di oltre mezzo secolo di vita, vissuta interamente al servizio dei valori più profondi della società civile contemporanea, non si può e non si deve ignorare l’impegno politico, sociale e culturale, che assieme a pochi altri politici calabresi, lo ha visto tenace protagonista, lungo il complesso cammino e le continue metamorfosi “evolutive-involutive” della storia d’Italia in generale e del Sud in particolare. Un grande esempio di orgoglio e di appartenenza alle radici dell’antica Magna-Grecia e di rispetto delle tradizioni culturali della Sua terra d’origine. Una sorta di figura carismatica e di trascinatore sociale d’altri tempi, ormai, purtroppo, anche in via di estinzione, che forse pone fine allo Stato Sociale, …nato all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale, per lasciare spazio, allo Stato di diritto ed al fantasma dell’umana corruzione che, …via via, ha generato il disastro politico, economico e finanziario attuale. Un docente per professione ed un politico per passione! Un grande intellettuale calabrese, insomma, ed un vero modello di vita per chi ha veramente a cuore la crescita sociale, economica e culturale, del proprio paese, ispirato al rispetto dei valori fondamentali di ogni vera democrazia, che l’Autore richiama con convinzione, ancora una volta, nella riedizione aggiornata del volume:“Cultura senza egemonie per un umanesimo umano”. (Pellegrini Editore 2013). Opera storico-letteraria, quest’ultima, di notevole rilevanza filosofica che partendo dalla “Rivolta di Reggio Calabria ‘70”, riassume la vicenda del capoluogo calabrese attraverso la testimonianza diretta dei principali protagonisti. Certo è che ancora adesso il pensiero gentiliano e la fede nella tolleranza della ragione, rappresentano per Aloi i riferimenti più significativi della sua profonda multimedialità politica, sociale e culturale. Dall’università ai primi passi nel mondo della vita pubblica, davvero strettamente intesa come passione per il bene comune, il prof. Aloi ha cercato la verità della crescita e dello sviluppo attraverso i valori dell’onestà, dell’agire, del reagire e del lavoro “produttivo”, rivendicando il diritto-dovere di difendere la giustizia sociale, l’identità territoriale e l’umana dignità. Sempre nella convinzione che fra l’essere e l’apparire, non si può e non si deve mai poter fare confusione! Forma e sostanza, insomma, si completano a vicenda! …Ma senza la sostanza della verità dei fatti a nulla servono le parole, le promesse ed ancora meno l’umana ipocrisia. Da docente, da consigliere, da giornalista, da scrittore, da storico, sociologo, statista, …da parlamentare o da sottosegretario alla Pubblica Istruzione, non ha mai dimenticato che la Politica è un Sevizio Sociale da garantire ai cittadini e non un centro di potere privatizzato per proteggere e controllare il mercato dell’unico ed ultimo riferimento della società contemporanea: “il dio denaro”! Anzi, probabilmente, ancora adesso, il pensatore calabrese si continua a chiedere come la globalizzazione dei mercati possa davvero garantire i cittadini onesti sui diritti umani e sulla libertà reale delle giovani generazioni, ormai forse divenute, …intanto, anche vittime ignare dell’industria dei consumi e della politica informatizzata! …Come potrebbe un intellettuale della sua statura morale condividere il destino di una società, ormai completamente corrotta e priva di sentimenti, di ideali e di ideologie, che non reagisce più nemmeno davanti all’abuso di potere ed all’arroganza della burocrazia ”digitalizzata” e che in uno al dilagare smisurato della corruzione costringe i cittadini onesti a patire addirittura la fame perfino in tempo di pace? Come potrebbe mai accettare, oppure anche solo condividere la strategia dei messaggi stimoli-subliminali trasmessi a raffica sullo schermo per orientare i consumi, …vincere elezioni o, ancora peggio, condizionare addirittura l’esito dei processi attraverso le immagini televisive? E come potrebbe, in fine, diventare complice di un Parlamento, che l’industria della politica ha intanto trasformato in una sorta di mercato senza alcun rispetto né per se stessi e né tanto meno per gli elettori? La Sua coerenza al senso del dovere, all’unità della famiglia, al ruolo della scuola nella società e soprattutto alla Sua nota devozione all’Unità d’Italia non glielo avrebbero mai potuto permettere! Ed ecco che allora come ogni eroe del suo tempo, dopo aver lasciato ai posteri tracce indelebili della sua intensa attività morale, politica e culturale attraverso l’autenticità del Suo umano Agire quotidiano, nonché dei numerosi articoli di stampa, varie interviste televisive e preziosi saggi, (Calabria e Mezzogiorno, Pagine Meridionali, I guerrieri di Riace, Attualità dell’Attualismo, Parlamento contro..luce, S. Caterina il mio rione, la scuola tra errori e speranze, scuola rischio, Cultura senza egemonie, Mezzogiorno oggi, Attualità della “Questione Meridionale”), oggi l’ormai anche un po’ stanco e navigato paladino di tante battaglie, è tornato nella sua S. Caterina (R.C.), a coltivare il suo “orticello”, (la cultura), di cincinnatiana memoria. Un vero umanista, del resto, non sa, non può e non vuole dimenticare che al mondo “l’ozio genera sempre il vizio e le false comodità assieme al facile profitto, non possono che portare all’umana corruzione prima, ed all’inevitabile ingiustizia sociale subito dopo! Altro che verità, giustizia e libertà! Tutti prigionieri e schiavi di immagini a distanza, miseramente soltanto virtuali, davvero assai lontane dalla perduta umana dimensione terrena! Tutti travolti nella perversa spirale di una politica economica globalizzata dove non c’è più spazio per: “La Cultura senza egemonie, per un umanesimo umano”. Pasquale Talarico