tesla r4 - ricevitore militare est eur.

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IZ5AGZ op. ALESSANDRO FREZZOTTI
SOUPRAVA R4-1
- RICEVITORE TESLA R4-1
RIFERIMENTI
Genere
DATA
Generalità
Note
Distribuzione
RADIO SURPLUS
14
Ricevitore R4
IIND ED
AGZ, WEBSITE
GENERALITA’
Impossibile resistere se si vede una manopola nera, una scala multigamma, box parallelepipedo di
dimensioni contenute, è una fisionomia che attira molto…..un ricevitore che va preso!
Quel che c’è dentro poi conta fino ad un certo punto. E qui dentro ci sono 11 valvole tutte uguali, 6BA6 russe
marcate 6F31, un tamburo con ceramica per gli stadi di alta, una media compatta con il filtro a quarzo (un
quarzo), il calibratore. La frequenza coperta da questo ricevitore è in onde corte, da 1.5MHz a 12.5MHz, in 5
gamme. Aprendolo si nota come lo stile costruttivo ricordi le apparecchiature della Germania dell’ultima
guerra. Che le facessero lì anche quelle? Ci sono poi forzature che fanno capire il momento storico: le
valvole russe;
Il mio esemplare acquistato a Marzaglia proviene dall’Ungheria. Le scritte sul frontale sono in ungherese,
altrove qualcuna in russo. Effettivamente un po’ difficili da tradurre. Ma ci si arriva lo stesso: l’apparato è di
costruzione TESLA, made in Cecoslovacchia degli anni ’60. Alcune date scritte a matita viste sui pezzi
meccanici interni fanno pensare a una costruzione del 63 o 64.
La pulizia è iniziata subito dopo l’acquisto. Prima l’alimentatore, poi il cavo di interconnessione. Infine il
ricevitore. Il 2 giugno 2010 ho ridato tensione di rete per vedere accendere le valvole.
A fine luglio 2010 ho sostituito I cavetti coassiali o schermati che portano la bassa frequenza tra il rivelatore
e l’amplificatore di bassa. Ora suona un po’ meglio ma è ancora lontano dall’essere buono per ricevere. C’è
qualcosa che non va di fondo, sembra sordo. Da un apparato che ha gli stadi di alta frequenza con delle
bobine da urlo mi aspetterei prestazioni eccellenti.
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Come si vede dallo schema l’apparato è grossolanamente diviso in due parti: il telaio con le parti di alta
frequenza e di servizio, più la finale di bassa, e il blocco di media frequenza a 1 MHz che è separabile dal
resto. In pratica disponendo di un cavo di prolunga si può far funzionare il ricevitore con il sub-telaio di media
distaccato. Ed è questo il modo per eseguire misure sulla media frequenza altrimenti inaccessibile.
Ho risolto costruendo una prolunga volante con fili e spinotti dorati recuperati da una moderna spina per
cavo da computer. Macchinoso e traballante ma efficace.
ALIMENTATORE ZS4
Il ricevitore è fatto per funzionare dalla rete (220 o 120 AC) ma non appena questa mancasse il
funzionamento può continuare dalla batteria a 12 Volt. Di fatto la rete entra da Zàs1 con una fase
nell’alimentatore, sul fusibile e sul cambiatensione per il trasformatore. Il neutro transita (solo se la spina del
cavo è inserita) con un ponte tra O e M sul cavo verso il ricevitore, dove un contatto dello switch principale
accende l’apparato rimandando la corrente sui contatti H. Con la rete presente un rettificatore al selenio
alimenta in continua pulsata uno strano relè a 5 deviatori che fa arrivare al ricevitore le tensioni continue
rettificate dal trasformatore e l’alternata a 12.6 per i filamenti. Se la rete manca il relè si rilascia e tramite un
ulteriore relè di potenza fa accendere un dinamotore che genera anodica e negativo di griglia. I filamenti
allora sono alimentati dalla batteria direttamente a 12 Volt cc.
Ho sostituito il tubo raddrizzatore (mancante e sconosciuto) con due diodi 1N4007 montati su basetta.
L’avvolgimento del filamento del raddrizzatore è rimasto appeso. I condensatori elettrolitici di filtro originali
sono scoppiati, per cui ho svuotato i barattoli di alluminio avvitati allo chassis e ho messo all’interno due
condensatori moderni con isolamento 400 Volt. Gli originali erano da 16 uF, ora ci sono 28 e 33 uF. Spero
che la capacità in più non dia problemi al circuito con il rettificatore seguito da un’induttanza.
A vuoto si misurano 400 volt continua. Una tensione pericolosa che non si scarica se non collegando il
ricevitore ma che rimane presente sui condensatori dell’alimentatore in stand-by. È necessario assicurarsi
che la scatola metallica debba rimanere ben chiusa in operazione, con la certezza che un bambino o altri
non possano aprire il coperchio. È bene che anche il cavo di interconnessione rimanga collegato tra ZS4 e
R4 perché qualcosa di carico potrebbe essere presente sui contatti di ZS4.
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In seguito ho capito che la rettificatrice dev’essere la nota EZ90 alias 6Z31 russa o 6X4 americana, ma
ormai è tardi. La tensione anodica con il ricevitore collegato sta stabile a 200 Volt. Internamente al ricevitore
una stabilizzatrice regola la tensione di G2 di tutte le valvole a +75 Volt.
CAVO INTERCONNESSIONE RICEVITORE – ALIMENTATORE
Lo schema del cavo è alla figura seguente. Non sono riuscito a trovarlo su internet, penso quindi che sia
utile a chi possiede questo apparato. Il cavo fa parte del sistema R4, senza di esso il ricevitore non si
accende. Inoltre gli spinotti multipolari avvitabili sono fatti per cavi che escono da due lati, e dal lato
alimentatore c’è il cavo per l’alimentazione da rete e dalla batteria oltre ai fili verso il ricevitore.
Il connettore di questo tipo veniva riempito di cera, una volta assemblato e saldato. Lo spinotto lato
alimentatore è etichettato “ISTOMNIK” (in cirillico) e lato ricevitore “PRIEMNIK”.
Nello schema le lettere corrispondono ai pin degli spinotti, la scritta GB sta per guaina bianca e GN per
guaina nera. Da sinistra si vede come i cavi dalle sorgenti di alimentazione (rete e batteria) arrivano allo
spinotto. La figura a destra mostra uno spinotto provvisorio con il cavo di alimentazione e i ponticelli
necessari per le prime misure senza il ricevitore.
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I cavi originali nel mio esemplare erano completamente marci. Nonostante la perdita tra fili misurata ho
voluto provare a inserire la spina di rete a una presa: solo per verificare che il differenziale di casa funziona
bene. Questo avvenimento mi ha fatto coraggio per cui ho segato il cavo per vedere effettivamente come era
fatto, dato che visti i corti con il tester la cosa era impossibile.
Ho scoperto così che i cavi degli anni ’60 erano fuori anonimi (guaina di gomma bianca o nera) ma dentro
ogni filo ha un isolamento di seta colorata che è ancora visibile, grazie a ciò capirne lo schema è stato facile.
Sul connettore lato ricevitore ho aggiunto un cavo per portare l’uscita audio verso l’esterno. Si appoggia sui
contatti C e D.
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FILAMENTI
Le valvole sul telaio principale sono in parallelo tra loro (6) a loro volta in serie a quelle del modulo di media
frequenza (5) anche esse in parallelo tra loro. Per pareggiare la tensione di filamento c’è un potenziometro a
filo essendo l’alimentazione a 12 Volt e le valvole a 6.
STADIO DI BASSA, RIVELATORE E ACCESSORI
Una valvola, E11, più funzioni: la rivelazione a diodo avviene tra griglia e il catodo, la bassa frequenza va
verso E5 finale di bassa, la tensione negativa sfruttata per il controllo automatico di guadagno va sulla G3 e
poi verso la linea cav. Per il modo A1 (CW) il BFO viene iniettato sulla griglia della terza amplificatrice di
media frequenza (che non è controllata dal CAV) e la rivelazione avviene nel solito diodo G1-K di E11.
Il pentodo E11 senza segnale è polarizzato con 0 vg1 e conduce, la corrente è limitata dalla resistenza
sull’anodo. In serie a essa c’è lo shunt per lo strumento costituito da P3 da 100 Ohm.
Lo strumento è anch’esso particolare: ha la lancetta a riposo a destra e deflette verso sinistra, e la scala
invece è normale con lo zero a sinistra. In assenza di segnale si regola P3 per la deflessione massima cioè
zero sulla scala. In presenza di segnale la corrente del pentodo diminuisce in proporzione e la lancetta
deflette vs destra.
Ho notato che parte della sordità del ricevitore dipendeva dalla troppa polarizzazione di negativa di griglia (35 Volt): era un volgare corto circuito di stagno sui piedini del relè accessorio che dovrebbe servire ad
ammutolire il ricevitore quando il trasmettitore associato va in azione. Il relè era pure rotto così lo ho tolto in
attesa di un rimpiazzo originale, possibilmente. Per smontare il relè bisogna fare dei numeri da circo.
Il circuito che è associato al CAV è complicato, perché deve tenere conto del modo di operazione (A1 A2 A3
calibrazione) e del gain automatico o manuale, più il già citato relè di muto in tx.
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Il commutatore principale PF1 è costituito da 8 micro-switch che si attivano ruotando un alberino a camme.
In questo modo si accende e mette in stand-by, seleziona i modi operativi accendendo la tensione di G2 al
BFO e all’oscillatore a quarzo per il calibratore. Inoltre attiva o disattiva il CAV. In A1 per esempio PF1f
accende il BFO.
Un altro commutatore rotativo seleziona le misure dello strumento. Con esso si capisce anche se le valvole
sono esaurite. In caso di dubbio spostare la valvola sospetta su E9 perché esso è lo stadio amplificatore di
media che non è controllato dal CAV: se la valvola è finita si vedrà una leggera deflessione appena
percettibile.
CONCLUSIONI
Dal ’59 a oggi si tratta di una bella prova d’esame del tempo, che permette di valutare questo ricevitore: un
buon apparato all’aspetto ma costruito con una scarsa valutazione dell’insieme. In altre parole un cavo di
interconnessione RX-ALIM. poco efficiente fa danni come un apparato poco buono. Inoltre una saldatura
fredda o uno zoccolo per valvola facile a difettarsi avrebbe anche potuto causare indirettamente la morte per
i soldati che usavano queste apparecchiature. L’apparato è complesso nella sua esecuzione pur essendo
una comune supereterodina, penso che il mio esemplare sia stato abbandonato per la difficoltà di capire il
guasto seguito alla goccia di stagno sui contatti del relè ausiliario.
Dispiace vedere come gli emuli di Tesla☺ si siano scervellati per avere un ricevitore con tutte le valvole
uguali e poi mettendole dispari si sono inventati una rete di livellamento per pareggiare la tensione sui
filamenti. Magari se avessero pareggiato con una valvola in più per aumentare la potenza di uscita di bassa
frequenza…. Mi aspettavo inoltre qualcosa di più intrigante per esempio sul rivelatore. Penso che sia come
se avessero commissionato un radiotelefono a uno che invece voleva fare un bel ricevitore.
Mi piace invece l’idea di distribuire l’amplificazione e la sintonia su molti stadi anche se si rischia grosso con
l’intermodulazione: è una cosa che oggi non fa nessuno, chissà che non ritorni di moda?
Meccanica molto bella che però lo rende difficile da lavorare per esempio in ricerca guasti.
Comunque risistemare R4 è un passatempo bello e impegnativo, mette a prova le capacità di indagine
nonché di abilità manuale. Queste note sono solo all’inizio, ancora ho da ripassarlo per benino, ma ci vuole
tempo per digerirlo.
DOCUMENTAZIONE E SCHEMI
Ho trovato un sito interessante da cui trarre lo schema elettrico e il manuale (in lingua originale) del ricevitore
e dell’alimentatore. Mi sembra anche abbastanza calzante al mio apparato anche se ho notato alcune
differenze minori, almeno sul circuito dell’alimentatore. Il sito è: http://web.quick.cz/okl7/index.htm, basta
copiare questo indirizzo nella barra del browser e appare il sito. Il mio antivirus lo classifica come pericoloso,
parlando di virus. Ma si naviga bene.
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IZ5AGZ op. ALESSANDRO FREZZOTTI
Una differenza tra schema e apparato vero è R54, nel circuito del rivelatore. Essa c’è sullo schema elettrico
e nella lista componenti (10 ohm) e non c’è in realtà. Invece c’è R45 da 120 KOhm, che non è elencata in
lista.
DIDASCALIE PANNELLO IN UNGHERESE
La traduzione esatta mi è stata impossibile. Però il significato di alcune parole è deducibile dal contesto.
HANGOLAS – hangolàs = sintonia
FUTES – fùtés = filamenti
VONAL 600 OHM =linea 600 ohm
FINOMHANGOLAS – finòmhangolàs = sintonia fine
VILAGITAS – vilàgitàs = illuminazione scala
KEZI ERZ.SZAB. = gain RF-IF
FEJHALLGATO’ – fejhallgatò = cuffie auricolari
KESZENLET = stand-by
SAVSZELESSEG = larghezza di banda
HITELESITES – hitelesités = calibrazione
HANGERO’ – hangerò = volume
LEBEGT.OSZC. = BFO PITCH
NOTE:
☺Inizialmente credevo la fabbrica TESLA avesse preso il nome dal noto scienziato. Invece ho scoperto poi
(su wikipedia) che il nome deriva da TEchnica SLAboprouda e dovrebbe significare “tecnologie a bassa
tensione”….. che delusione! Sarebbe stato più romantico l’aver preso nome da quel matto di Nicolaj Tesla.
Un altro momento di ilarità l’ho avuto cercando di tradurre dal ceco alcuni pezzi di testo originale, usando i
traduttori “on line” disponibili in internet: ecco il risultato. Il “prosciutto di serie” è molto interessante!
Buon divertimento, Alessandro Frezzotti
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