Le opinioni Sette mosse per salvare l’euro Joseph Stiglitz ire che l’eurozona non ha ottenuto unica ha cancellato il principale meccanismo di aggiubuoni risultati dopo la crisi del 2008 stamento a disposizione degli stati, il tasso di cambio, e è poco. Gli stati che ne fanno parte se l’eurozona ha limitato la loro autonomia nella politica la sono cavata peggio degli altri paesi monetaria e iscale. Per compensare le asimmetrie e le divergenze nella dell’Unione europea e molto peggio degli Stati Uniti, che sono stati l’epi- produttività erano necessari aggiustamenti nel tasso di centro della crisi. Alcuni paesi dell’eurozona sono in cambio reale adeguato all’inlazione. Ciò signiica che recessione. Altri sembrano in condizioni migliori, ma i prezzi nella periferia dell’eurozona dovevano calare solo in confronto ai primi, e il loro modello economico rispetto alla Germania e all’Europa settentrionale. Ma Berlino è stata irremovibile sull’inlazioè basato su politiche che funzionano a Questo sistema ne, e l’aggiustamento è stato possibile spese dei loro partner. Questa situazione viene spiegata in non può funzionare solo attraverso una devastante delazione altrove. Questo ha comportato l’auvari modi. La Germania preferisce dare a lungo: sarà mento della disoccupazione e l’indebolila colpa alle vittime, sottolinenando il la democrazia mento dei sindacati. I paesi più poveri e i deicit e il debito pubblico della Grecia e a decretarne loro lavoratori hanno sostenuto il peso di altri paesi, ma confonde causa ed ef- il fallimento. Solo fetto: ino al 2008 Spagna e Irlanda ave- cambiando le regole dell’aggiustamento. Di conseguenza i tentativi di stimolare la convergenza tra i vano un surplus di bilancio e un buon e le istituzioni paesi dell’eurozona sono falliti. rapporto tra debito e pil. È stata la crisi a la moneta unica Questo sistema non può funzionare a far crescere deicit e debito, non il conpotrà sopravvivere lungo: sarà la democrazia a decretarne il trario. Altri danno la colpa allo stato assifallimento. Solo cambiando le regole e le stenziale e alle leggi sul lavoro. Ma paesi virtuosi come la Svezia e la Norvegia hanno uno stato istituzioni l’euro potrà sopravvivere. Per farlo servono sociale generoso e forti tutele per i lavoratori. Prima sette interventi: abbandonare il limite del tre per cento dell’introduzione dell’euro alcuni paesi oggi in diicol- al rapporto tra deicit e pil; sostituire l’austerità con una tà avevano risultati migliori della media europea. Il loro strategia per la crescita sostenuta da un fondo di solidadeclino non dipende da un cambiamento delle leggi sul rietà; smantellare un sistema in base al quale i paesi lavoro o da un’epidemia di pigrizia. A cambiare è stata devono prendere a prestito in una moneta che non possono controllare e sostituirlo con gli eurobond o un la situazione monetaria. La seconda spiegazione è che l’Europa avrebbe avu- meccanismo simile; ridistribuire il peso dell’aggiustato bisogno di leader migliori e più ferrati in economia. È mento, facendo in modo che i paesi con i bilanci in attivero che le scelte sbagliate – non solo l’austerità, ma an- vo debbano aumentare gli stipendi e la spesa iscale, che le riforme strutturali che hanno ampliato la disu- così che i loro prezzi aumentino più rapidamente degli guaglianza e indebolito la domanda e la crescita – han- altri; ampliare il mandato della Banca centrale europea, no peggiorato la situazione. Ma l’eurozona è stata frutto che si concentra solo sull’inlazione, a diferenza della di un accordo politico, ed era inevitabile che la Germa- Federal reserve statunitense, che tiene conto dell’occunia contasse più degli altri. Considerando gli strumenti pazione, della crescita e della stabilità; introdurre a disposizione, neanche il più brillante degli economisti un’assicurazione comune sui risparmi, che eviti le fughe di capitali dai paesi in crisi; incoraggiare, anziché avrebbe potuto far prosperare l’eurozona. Il terzo tipo di spiegazioni è rappresentato dalle cri- vietare, politiche industriali che permettano ai paesi tiche della destra alla burocrazia e alle regole troppo arretrati di ridurre il distacco dagli altri. Dal punto di vista economico sono piccoli intervenrigide che hanno ostacolato l’innovazione. Ma neanche queste argomentazioni centrano la questione. Gli euro- ti, ma forse i leader dell’eurozona non hanno la volontà crati, lo stato assistenziale e le leggi sul lavoro non sono politica di applicarli. Questo non cambia il nocciolo cambiati con l’introduzione dei tassi di cambio issi nel della questione: l’attuale via di mezzo è insostenibile. Un sistema che dovrebbe promuovere lo sviluppo e l’in1999 o con la crisi del 2008. Resta la quarta spiegazione: la responsabilità è più tegrazione sta producendo risultati diametralmente dell’euro che non delle politiche e dei problemi struttu- opposti. Un divorzio amichevole sarebbe meglio dello rali dei singoli paesi. L’euro è nato male, e neanche i stallo attuale. Come abbiamo visto a giugno nel Regno migliori politici del mondo avrebbero potuto farlo fun- Unito, se i leader europei non sanno o non vogliono zionare. La struttura dell’eurozona ha imposto una rigi- prendere decisioni difficili gli elettori sono pronti a dità che ricorda quella del sistema aureo. La moneta prenderle al posto loro. u as D 34 Internazionale 1168 | 26 agosto 2016 JOSEPH STIGLITZ insegna economia alla Columbia university. È stato capo economista della Banca mondiale e consulente economico del governo statunitense. Nel 2001 ha vinto il premio Nobel per l’economia.