Luca Zarri Beni ideologici, beni posizionali e beni relazionali Beni economici e società post-industriali Relazione di Relazione di tipo tipo espressivo strumentale Rapporto soggetto – oggetto Beni privati Beni pubblici Beni ideologici Beni culturali Rapporto soggetto - soggetto Beni posizionali Beni relazionali • Le caratteristiche-chiave delle economie post-industriali • Una tassonomia dei beni economicamente rilevanti all’interno delle ‘società dei bisogni identitari’: beni di tipo classico e beni di tipo nuovo Società avanzate contemporanee come sistemi di distribuzione di beni economici • Beni di tipo classico: ⇒ Beni privati e beni pubblici • Beni di tipo nuovo: ⇒ Beni ideologici, beni culturali, beni posizionali e beni relazionali Beni economici e società post-industriali • I beni economici fondati su un rapporto solipsistico e strumentale tra soggetto consumatore e bene oggetto dell’atto di consumo • Società contemporanee e emergenza di modalità di relazione inedite tra agenti e beni economici • Considerazione metodologica: la caratterizzazione di un bene economico non costituisce un'operazione analitica oggettiva, ma dipende sempre in maniera determinante dal sistema motivazionale dei singoli agenti Beni economici e società post-industriali ⇒ I livello: La valenza espressiva del rapporto soggetto/oggetto Esempio: I beni ideologici come la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani, la tutela dell'ambiente, la libertà • Inadeguatezza concettuale delle categorie di “bisogno” e “consumo” Beni economici e società post-industriali ⇒ II livello: Il rapporto tra singolo agente e soggetti appartenenti al proprio “gruppo sociale” di riferimento ⇒ Beni posizionali (strumentalità) e beni relazionali (non strumentalità) Beni economici e società post-industriali • Attività di consumo di beni privati e beni pubblici e orizzonte temporale di breve periodo ⇒ Esempi: viaggio in autobus; partita di tennis; passeggiata nel parco • Beni ideologici, relazionali e posizionali e allontanamento dalla logica del rapporto bisogno consumo ⇒ Beni di tipo nuovo, bisogni identitari e orizzonte temporale di medio e lungo periodo ⇒ Inadeguatezza della categoria di “consumo culturale” • La complementarietà delle due componenti fondamentali del benessere individuale (acquisitiva e esistenziale) come cifra distintiva della dimensione welfaristica individuale nelle società post-industriali • Eterogeneità motivazionale e società poliarchiche: l’esigenza di uno sviluppo armonico e integrato di Stato, mercato (for-profit) e settore non profit, ovvero di un’Economia Civile • Settore non profit e sostegno a mercato e Stato nel perseguimento delle finalità istituzionali ad essi connaturate Il mercato for-profit non come zona eticamente neutra ma come istituzione sociale • Specificità delle strutture culturali di riferimento come potente fattore di differenziazione tra mercati geograficamente distanti ¾ Esempio: il confronto tra sistema economico statunitense, europeo-continentale e giapponese • Settore non profit e influenza sulle caratteristiche culturali del mercato for-profit Beni economici e società postindustriali: i beni posizionali Relazione tipo strumentale di Relazione di tipo espressivo Rapporto soggetto – oggetto Beni privati Beni pubblici Beni ideologici Beni culturali Rapporto soggetto - soggetto (gruppo sociale di riferimento) Beni posizionali Beni relazionali I beni ideologici • Rose-Ackerman (1996): la forma dell'impresa non lucrativa si presta alla sperimentazione creativa • La dimensione motivazionale dei volontari e dei donatori privati di organizzazioni a movente ideale ⇒ profonda convergenza ideale e programmatica tra l’organizzazione e tali soggetti (motivazioni intrinseche) I beni ideologici • La posizione privilegiata delle ONP in quanto soggetti mission-oriented: i limiti dell’azione del mercato for-profit (rischio di non avere domanda pagante) e dello Stato (rischio di non perseguire adeguatamente l’interesse generale) • Tuttavia le ONP potrebbero conoscere derive isomorfiche (rischio di mission displacement, Weisbrod 1998) I beni posizionali • Socialità strumentale e benessere economico: la ricerca della posizionalità in una società dei bisogni identitari • Rapporto intersoggettivo e gruppo sociale di riferimento I beni posizionali Sottoinsieme dei beni privati soggetti ad un vincolo di scarsità sociale ⇒ La scarsità posizionale è inerente alla natura sociale delle interazioni economiche ⇒ La domanda non può essere soddisfatta da una crescita nel livello assoluto di ricchezza della società ⇒ Valori assoluti e valori relativi I beni posizionali • Impossibilità strutturale di miglioramento della posizione relativa di tutti • La natura ibrida dei beni posizionali: ¾ Il mercato for-profit come veicolo di posizionalità ¾ La dimensione simbolica della competizione posizionale I beni posizionali • La valenza strumentale del rapporto interpersonale • Beni posizionali e compatibilità con la logica for-profit I beni posizionali • La capacità di produrre sia identificazione con il proprio gruppo di riferimento, sia differenziazione rispetto al resto della società nel suo complesso (o rispetto al proprio gruppo sociale di riferimento) • Peso relativo dei due momenti (identificazione e differenziazione) e forme diverse di posizionalità • Il rischio dell’ostracismo sociale I beni posizionali Esempio: beni di lusso ⇒ La crescita economica determina un aumento nel grado di scarsità sociale di tali beni • Esempi: l’auto di alta cilindrata, la barca, il cellulare di ultima generazione come “certificatori di status socio-economico” ⇒ Tentativi di miglioramento della propria immagine sociale attraverso beni di status I beni posizionali • L’effetto Veblen: l’attività di consumo è guidata da finalità essenzialmente dimostrative, allo scopo di certificare lo status socio-economico (effettivo o fittizio) dell'individuo • Esempi: potere e notorietà ¾ La differenziazione dagli altri come fine in sé Bandwagon effect, snob effect e beni posizionali • A differenza dell'effetto Veblen, l'effetto valanga (bandwagon effect) e l'effetto snobistico (snob effect) hanno solamente implicazioni indirette in termini posizionali • Effetto valanga e comportamenti imitativi fondati su motivazioni di natura conformistica ⇒ dinamica sociale con valenza anti-posizionale Bandwagon effect, snob effect e beni posizionali • Il potere di auto-legittimazione dei canoni comportamentali oggetto di imitazione può dipendere 1. dall’elevato grado di diffusione sociale raggiunto dagli stessi 2. dalla credibilità e quindi dalla qualità personale di pochi soggetti autorevoli che hanno adottato quei comportamenti Esempio: la moda Bandwagon effect, snob effect e beni posizionali • Desiderio di distinzione e di identificazione con un gruppo numericamente esiguo ⇒ Effetto snob I beni relazionali 1. Sono una classe di beni pubblici locali (“Relational goods are a subset of local public goods, as they enter into two or more persons’ objective functions”, Uhlaner 1989). 2. Relazione espressiva tra soggetti (non strumentale soggetto-oggetto, cfr Gui 2002) che, proprio per questo, si configura anche come un investimento (della societa’) in reciprocita’ e capitale sociale I beni relazionali 3. Produzione e ‘consumo’ sono congiunti (Donati 1991; 1993; Gui 2002) ⇒ elemento tipico dell’era postfordista 4. Anti-rivalità (Zarri 2005): l'utilità di ciascuno non solo non diminuisce (non rivalità) ma addirittura aumenta all'aumentare dei soggetti relazionali (“for a relational good, a person’s utility increases both as his or her own consumption increases and as the consumption of some specific other person or member of a defined set of people increases” (Uhlaner 1989) I beni relazionali 5. Presenza di un vincolo di scarsità temporale: l’investimento in attività di partecipazione sociale è time-intensive (a fortiori in un’epoca in cui il tempo è una risorsa particolarmente scarsa), cfr Antoci, Sacco e Vanin 2002 6. Importanza dell’identità dell’altro: “the others must either be specific individuals or drawn from some specific set. The identity of the “other” in the relationship matters” (Uhlaner 1989), cfr anche Bruni e Zamagni 2004 I beni relazionali 7. Importanza della dimensione comunicativo-affettiva dell’interazione sociale (Gui 2002) 8. Beni relazionali come potenziale antidoto al paradosso della felicità (alto potenziale gratificatorio; assenza di adattamento edonico), cfr Bruni 2005 I beni relazionali: definizioni • Uhlaner (1989; 254) afferma che “The relational goods can only be “possessed” by mutual agreement that they exist after appropriate joint actions have been taken by a person and non-arbitrary other. (…) Relational goods can only be enjoyed if shared with some others. They are thus unlike private goods, which are enjoyed alone, and standard public goods, which can be enjoyed by any number” I beni relazionali: definizioni • Per bene relazionale si intende "un bene che può essere prodotto e fruito soltanto assieme da coloro i quali ne sono gli stessi produttori e fruitori, tramite le relazioni che connettono i soggetti coinvolti" (Donati 1993; 122-123) • Si dice bene relazionale un "…bene che può essere prodotto soltanto assieme, non è escludibile per nessuno che ne faccia parte, non è frazionabile e neppure è concepibile come somma di beni individuali" (Donati 1991) • La relazionalità, si alimenta e attraverso un aumento del numero dei soggetti interessati a sviluppare reti di relazioni reciproche e attraverso la crescita dell’intensità della relazione interpersonale • Esempi: una partita di calcio o un concerto rock Organizzazioni non profit, accumulazione di ‘bridging social capital’ e paradosso della fiducia Il concetto di capitale sociale Una definizione insieme dei valori, degli stili di vita, delle norme di comportamento che rendono le scelte individuali compatibili con la promozione del bene comune in tutte le situazioni di non coincidenza tra interesse privato e interesse collettivo Il capitale sociale Esempio • Sono solo (nessuno mi osserva) e ho in mano l'involucro vuoto di un pacchetto di sigarette appena terminate: cosa faccio? 1. Lo getto per terra immediatamente? 2. Lo tengo in tasca fino a quando non trovo un cestino in cui gettarlo? Capitale sociale e comportamenti cooperativi • Il livello di capitale sociale di una data area territoriale è elevato nella misura in cui sono numerose le situazioni nelle quali una frazione significativa di soggetti adotta spontaneamente comportamenti rispettosi dell'interesse collettivo Settore non profit, produzione di beni relazionali e accumulazione di capitale sociale • Il vantaggio comparato del settore non profit rispetto alle imprese for-profit relativamente alla capacità di favorire la produzione di relazionalità e l’accumulazione di capitale sociale • Il capitale sociale come concetto complesso e multidimensionale: la distinzione tra ‘bridging’ e ‘bonding’ social capital (Putnam), ovvero tra ‘capitale sociale che apre’ e ‘capitale sociale che serra’ Settore non profit e accumulazione di capitale sociale ‘che apre’ ¾Il livello di fiducia generalizzata come proxy del capitale sociale (che apre) di un Paese (Fukuyama: società ad alto livello di fiducia vs società a basso livello di fiducia) Il settore non profit come antidoto al paradosso della fiducia • “Più forte è il legame della fiducia, più una società può progredire; più essa progredisce, più i suoi membri diventano razionali e quindi più strumentali nel rappresentarsi tra loro. Più strumentali essi sono, meno diventano capaci di dare e ricevere fiducia. Così lo sviluppo della società erode il legame che la rende possibile e di cui ha continuamente bisogno” (Hollis 1998)