"Fino a che punto..." di Anna Benedetto

LIMES, LIMITI e CONFINI
cubo - art contest 2016
PREMESSA
"Fino a che punto...", "Till what extent..."
Talvolta si pensa di poter fare qualcosa che tenda al "quasi niente" capace di manifestare un "non so che",
privando il fare di una certa omologata idea di Bellezza o di qualsivoglia intenzione di interattività allo scopo di
poter spiazzare il gusto cinico contemporaneo più superficiale.
Ma se così non apparisse, non sarebbe comunque un errore l'errare nell'arte.
IDEA DI PROGETTO E SUA DESCRIZIONE
Si tratta della realizzazione di un cubo di ghiaccio di cm.15x15x15, collocato all'interno di una bacinella di
piombo di cm. 30x30x3,5 atta a raccogliere ciò che esso diviene in un arco di tempo variabile e come conseguenza
di un naturale passaggio di stato della materia adottata.
Il ghiaccio si scioglie e si trasforma in acqua.
Fenomeno questo che inevitabilmente comporta la dissoluzione della forma cubica originaria, pensata come
assoluta e, di conseguenza, determinando una progressiva quantità di liquido equivalente alla quantità di
ghiaccio da cui proviene.
La forma platonica del cubo di ghiaccio, sciogliendosi, diviene altro da sé e, divenendo liquido, diventa naturalmente
informe, cioè capace di assumere la forma dell'oggetto che la contiene, essendo il liquido, per definizione, privo
di forma propria.
La determinazione del formato della bacinella di piombo destinata a contenere liquido come risultato del
processo di liquefazione. Ha seguito le prescrizioni del calcolo seguente:
Calcolo del volume di un cubo di ghiaccio di lato cm.15
Volume = 153 cm = 3375 cm3
Trasformiamo in dm3
3375 : 1000 = 3,375 dm3
Calcoliamo il peso di questo cubo di ghiaccio
Il peso specifico del ghiaccio opaco è: 860 Kg/m3
3,375 dm3x 0,860 Kg /dm3 = 2,9025 Kg
peso specifico dell’acqua è: 1Kg/dm3
Il cubo sciogliendosi dà 2,9025 litri di acqua
Se per la costruzione del manufatto di progetto vengono piegate secondo l'arbitrio/volere dell'autore le leggi
della Natura, quando abbandonato a se stesso, la Natura ritorna in pieno possesso dell'artefatto, governandone
la trasformazione.
Infatti ogni intervento esterno che interferisca col fenomeno naturale dello scioglimento, per scelta preliminare,
viene considerato superfluo, impertinente, e perciò respinto.
L'idea dunque è strutturata dal rapporto che la lega alla legge naturale del passaggio di stato: sia all'andata
(glaciazione) che al ritorno (liquefazione),
Siamo così invitati a contemplare l'opera come si contempla un fenomeno naturale: un'aurora, la galaverna
mattutina visibile sui fili di erba, le traiettorie degli uccelli in volo, etc...
Diveniamo in questo modo testimoni dell'incontro della Realtà, in quanto divenire dell'esistenza, con un'idea
assoluta, trascendentale, dell'arte che, in quanto tale, si infrange inesorabilmente nella storicitàdell'esperienza
empirica.
Giorno dopo giorno accumuliamo l'esperienza diretta del divenire storico, secolarizzato, dei mutamenti del
potere economico/politico, dell'avvicendarsi conflittuale delle regole del vivere sociale.
La Realtà, o tutto ciò che intendiamo con questo termine, è in continua e incessante trasformazione.
In effetti la nozione stessa del movimento presuppone una mobilità visibile: gli esodi coatti, il bisogno antropologico
di migrare sono eventi che attraversano il Contemporaneo, mettendo in crisi il concetto di frontiera, inteso
come limite invalicabile.
A questo proposito mi piace poter osservare come il doppio movimento messo in luce dal processo di
solidificazione dell'acqua in ghiaccio e dalla sua reversibilità in acqua, movimento questo formalizzato dalla
proposta di progetto, evochi due concetti usati da Deleuze per argomentare gli effetti microfisici del nomadismo:
quello della "deterritorializzazione" e della "riterritorializzazione".
Concetti figurati dall'esempio dell'ape che, migrando alla volta del polline, si deterritorializza.
Così come le moltitudini etniche di migranti sono agiti da una modificazione ontologica, mutando nel peregrinare
lo stato del loro essere, così l'ape arricchita dalla materia prima, riterritorializzandosi, fa ritorno all'alveare.
Questa consapevolezza, se questo fosse il luogo, potrebbe aprire una riflessione sulla fluidità dell'identità nel
processo del movimento, ponendo in crisi la nozione di "identità statica" a confronto della "identità dinamica",
quando la si ponga in relazione ai corpi sedentari e a quelli migranti.
Svolgendo questo filo del discorso, attraverso una serie di trasposizioni analogiche possiamo trovare declinazioni
formali affini, inoltrandoci in campi di sapere diversi e differenti quali: la Geografia, l'Antropologia, l'Ecologia, la
Sociologia, l'Economia e tutto il ventaglio delle Scienze Umane, poiché, si sa, la Natura soggiace al Movimento,
a tutte le sue forme anche a quelle più estreme.
Siena, sabato 30 Aprile
VISUALIZZAZIONE DEL PROGETTO
-L’opera è composta da tre oggetti:
- cubo di ghiaccio di cm. 15x15x15
- contenitore in piombo cm. 30x30x3,5 h
- fotografia in bianco e nero
che ritrae lo stato iniziale dell’opera