13 Gazzetta del Sud Giovedì 10 Gennaio 2013 Spettacoli . Un 2013 con novità sia sui canali in chiaro che sulla pay tv La riflessione Abbuffata di telefilm tra storie d’amore fiabe, eroi e killer Arrivano Sherlock Holmes in salsa americana e il poliziesco adrenalico “Jo” con Jean Reno Silvia Lambertucci ROMA Per The “Carrie Diaries”, il succulento prequel di “Sex and the city”, bisognerà aspettare la primavera. E ancora non è dato sapere se e quando arriveranno in Italia le serie più attese per quest’anno dal pubblico d’oltreoceano come “The Americans”, o “1600 Penn” della Nbc, con la Casa Bianca occupata da una famiglia problematica e pasticciona. Ma tra amori, eroi, killer, fiabe e tante indagini, anche per i fan nostrani del telefilm sono in arrivo diverse novità, sia in chiaro sia sulla pay tv. Un menù decisamente anticrisi, che si prospetta saporito già dalle prime ripartenze di questo mese. Su Raidue, da lunedì prossimo, arriva per esempio l’inedita serie “Elementary”, un divertente Sherlock Holmes riveduto e corretto con il socio Watson che diventa una donna (il volto è quello della 44enne Lucy Liu, mentre Holmes è Jonny Lee Miller) e l’azione attualizzata e trasportata da Londra a New York. Scelta forse un po’ blasfema per i puristi di Conan Doyle, ma indubbiamente efficace, almeno a giudizio del pubblico Usa (la serie è della Cbs), che ha molto apprezzato la prima stagione. E sempre sul secondo canale della tv pubblica, da domani, c’è “Missing” con la bella Ashley Judd nel ruolo di Becca Winston, un’ex agente della Cia che si rimette su piazza per cercare il figlio diciottenne, scomparso durante una vacanza a Roma. Se è vero che in America la serie non è arrivata alla seconda stagione, per il ruolo di Becca la Judd si è meritata una nomination agli Emmy. Anche Mediaset sfodera già da gennaio i suoi colpi con l’arrivo il 28, su Italia 1, di “Transporter”, una riuscita produzione franco-canadese ispirata ai film della saga ideata da Luc Besson: nei panni dello spericolato ex soldato Frank Martin, reso celebre dal muscoloso Jason Statham, c’è Chris Vance (Prison Break e Mental). La prima stagione, composta da dodici episodi, è già partita in Francia e si è da poco conclusa in Germania. Nel cast c’è anche Andrea Osvart. Sbarca invece sulla tv in chiaro, sempre a partire da domani, su Mtv dopo un primo passaggio su Fox, “New Girl”, con le avven- ture della stralunata maestra Jess e dei tre ragazzi con i quali la giovane va ad abitare dopo aver scoperto di essere stata tradita dal fidanzato: negli Usa, dove è andata in onda un anno fa, la serie è diventata un cult negli giro di pochi episodi. Su Mya (Mediaset Premium) arriva invece dal 15 gennaio “Revolution”, la serie fantascientifica che negli Usa punta a diventare il nuovo Lost: ambientata in un apocalittico futuro in cui tutto il pianeta è rimasto senza energia elettrica e la sopravvivenza si gioca a colpi di spada e di balestra, la serie, prodotta da J.J. Abrams, vanta anche un super cast con molti volti già visti proprio in Lost. Sky non è da meno e sceglie Sky Uno Hd per lanciare da martedì prossimo (in onda alle 21.10) “Hunted”, la spy story creata e diretta da Frank Spotniz (il creatore di “X Files”) con Melissa George (“In treatment” e “Alias”) nei panni di Sam Hunter, una spia che lavora per un’agenzia privata di intelligence e che dopo aver subito un’imboscata ed essersi salvata per miracolo si rimette al lavoro per capire chi la vuole morta. In prima visione su Justin Bieber è oggetto di un vero e proprio “culto” da parte dei fan Il macabro appello per “salvare” Justin Bieber Dalla patologia individuale al male collettivo Maria Gabriella Scuderi Jean Reno è il protagonista di una serie poliziesca su Fox Crime Fox Crime arriva poi il 17 gennaio “Jo”, coproduzione franco-canadese firmata dal creatore di “Law and Order”: ambientata a Parigi, la serie segue le indagini di Jo Saint-Clair (Jean Reno) detective della squadra omicidi francese da carattere duro e dai modi di fare tanto brutali quanto brillanti, che, affiancato da Marc Bayard (Tom Austen), giovane recluta dai metodi più accademici, riuscirà a risolvere i casi più difficili e raccapriccianti anche con i consiglio di Karin (Jill Hennessy), una suora laica, amica e confidente di Jo. Il thriller “The Following” è invece la novità che ha in serbo Premium Crime in onda dal 4 febbraio in contemporanea con gli States. Scritta dallo sceneggiatore di “Scream”, la serie racconta la sfida tra un ex agente dell’Fbi (Kevin Bacon) e il pericoloso serial killer (James Purefoy) che aveva arrestato molti anni prima. In primavera, infine, su Italia 1 largo ad “Arrow”, serie sulla doppia vita di Oliver Queen, miliardario e super-eroe ispirata alle tavole di Green Arrow della Dc Comics. Consigliato a tutti gli amanti del fumetto e non solo.3 All’insegna delle celebrazioni verdiane la stagione lirica del teatro catanese che prenderà il via il 19 “Un ballo in maschera” al Massimo Bellini CATANIA. La stagione lirica 2013 del teatro Bellini di Catania parte nel segno dell’anno verdiano. L’apertura è affidata, il 19 gennaio, a “Un ballo in maschera” del grande maestro che mancava dal capoluogo etneo da otto anni e che il “Bellini” affida alla bacchetta di un grande della lirica qual è Josè Cura, che da qualche tempo affianca alla sua luminosa carriera di tenore anche quella di direttore d’orchestra, alla sapien- te regia di Luca Verdone, alle voci del soprano Dimitra Theodossiou e del tenore Marcello Giordani. L’opera resterà in scena per sette recite, fino al 30 gennaio. Il “Bellini” ha già cominciato a ricordare i duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi lo scorso mese, mettendo in scena “La traviata” quale ultimo titolo della Stagione 2012, e lo farà ancora nell’ottobre prossimo con “Stiffelio”, opera finora mai andata in scena a Catania. Nel foyer del teatro, dal 19 al 30 gennaio, sarà inoltre allestita una mostra dedicata proprio a Giuseppe Verdi e alle sue opere rappresentate nel “Bellini” nei suoi 123 anni di vita. L’esposizione sarà dedicata ai vari allestimenti del “Ballo in maschera” al Bellini mentre in ottobre saranno esposti bozzetti e figurini delle altre opere del Genio di Busseto rappresentate a Catania. Inizialmente prevista per il San Carlo di Napoli, osteggiata dalla cebsura borbonica che tormentò molto Verdi, l’opera “Un ballo in maschera” in realtà debuttò a Roma al Teatro Apollo il 17 febbraio 1859. Al Teatro Massimo Bellini il melodramma verdiano viene rappresentata per la dodicesima volta, a partire dal 1928. Inoltre, per “Cineopera”, la rassegna di video e film sul mondo del melodramma che si svolge al Teatro Sangiorgi in contem- poranea con la stagione lirica del “Bellini”, saranno due i giovedì dedicati a “Un ballo in maschera”. Oggi pomeriggio verrà proiettata la registrazione dell’opera andata in scena al Festival di Salisburgo con la direzione di Georg Solti. Il prossimo giovedì sarà la volta dell’allestimento andato in scena all’Opera di Lipsia con Riccardo Chailly e regia di Ermanno Olmi.3 Una pièce sul drammaturgo premio Nobel in scena a Roma Su Sky il talent per aspiranti cuochi ROMA. Uno scrittore, un dram- ROMA. Nuovo appuntamento Gli ultimi giorni di Samuel Beckett Masterchef, stasera Ugo Pagliai protagonista sul palco la sfida si fa bollente maturgo conosciuto in tutto il mondo, una delle maggiori intelligenze letterarie del suo tempo, un Premio Nobel: tanti e altisonanti i titoli coi quali rendere omaggio a Samuel Beckett, il creatore di “Aspettando Godot” e altre opere teatrali sempre sul filo dello scandalo culturale. Ma se ci si avvicina un po’ alla sua personalità, si scoprono debolezze e misoginie radicate, l’insofferenza verso gli attori che pure portarono al successo le sue opere, l’odio verso i critici, che si divisero sul giudizio, il ricordo mai felice delle donne che lo avevano amato. A questo Beckett intimo e segreto si rivolge la singolare pièce di Vitaliano Trevisan intitolata “Wordstar(s)”, con la quale Ugo Pagliai compie - sul palcoscenico del Vascello a Roma - un applauditissimo percorso di immedesimazione del personaggio Beckett. Trevisan, nato nel 1960, già un paio di anni fa ebbe successo con un testo dedicato agli ultimi giorni di Bettino Craxi ad Ham- Ugo Pagliai mamet (“Una notte in Tunisia”) che ricostruiva poeticamente (senza neanche citare il nome del leader del Psi) i giorni della delusione e dello sconforto di un uomo che era stato molto potente. Con la pièce dedicata a Beckett, e affidata alla regia di Giuseppe Marini, Trevisan punta la sua fantasia su quello che lo stesso drammaturgo intitolò “Finale di partita”. Scopriamo così un monumento di depressione, di insoddisfazione totale, che arriva a considerare il premio Nobel il frutto di una congiura ai suoi danni, anziché il più prestigioso dei riconoscimenti. Nello spettacolo, Beckett finisce in una stanzetta di ospedale, in Olanda, dove medita di finire volontariamente i suoi giorni. L’uomo è letteralmente in mutande. Nel suo vaniloquio intreccia considerazioni intellettuali e espressioni di vita quotidiana. Il dramma maggiore è lo scoprire che non è più in grado di tagliarsi da solo le unghie dei piedi: una prova inappellabile della sua senescenza irreversibile. Ma in realtà c’è di peggio, poiché anche il cervello non funziona più bene. Attorno a lui svolazzano i fantasmi del passato sintetizzati dalla moglie (un’applaudita Paola Gassman) e da un’amante (Paola di Meglio).3 con “Masterchef”. Stasera alle 21.10 due nuovi episodi, su Sky Uno HD, per seguire il destino dei dodici concorrenti, che affronteranno sfide sempre più difficili. I tre giudici - Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Carlo Cracco - con la prima prova della Mystery Box faranno fare ai concorrenti un salto negli anni Ottanta: dovranno utilizzare alcuni ingredienti caratteristici dell’epoca, rivisitati in chiave moderna. Nella prova successi- I tre giudici di “Masterchef” va, il vincitore della Mystery avrà un vantaggio: ad aiutarlo nell’Invention Test, ci sarà Iginio Massari, vera e propria autorità nel campo della pasticceria italiana. Se il vincitore si dimostrerà un vero e proprio stratega nell’utilizzare il proprio vantaggio riuscirà a mettere in difficoltà i suoi compagni d’avventura. Nel secondo episodio, i concorrenti saranno messi di fronte a un’altra insidiosa prova in esterna e dovranno cucinare per una clientela davvero molto esigente, in una location esclusiva e sofisticata. A decretare il risultato della prova, saranno infatti dei giudici d’eccezione, persone abituate a essere coccolate con il meglio del meglio. Fondamentali, oltre all’abilità culinaria, saranno l’attenzione per i dettagli e per la presentazione del piatto. Per la seconda stagione di “Masterchef”, un partner d’eccezione affianca in programma per sfruttare le eccedenze alimentari avanzate dalle prove degli aspiranti chef: la Fondazione Banco Alimentare.3 Una patologia individuale di matrice sadomasochistica– come può essere definita l’iniziativa di chi ha diffuso il macabro appello sul web per salvare Justin Bieber dalla sua dipendenza dallo spinello - rischia di evolversi in male collettivo, tramite i meccanismi di emulazione connessi a qualsiasi forma di trasmissione di massa. Il rischio più grave insito in una comunicazione così strutturata è quello di rendere sempre più sfumati i confini tra il “normale” e il “patologico”. L’utilizzo di frammenti d’informazione basati su una comunicazione di tipo disfunzionale può veicolare infatti contraddizioni, mistificazioni, paradossi, attraverso modalità persuasive di tipo subliminale apparentemente innocue, ma nel profondo psicologicamente destrutturanti. Lo scrittore statunitense Nicholas Carr, interessato a diffondere i risultati di importanti ricerche sul cervello umano effettuate nel suo Paese, nel recentissimo scritto sul rapporto fra tecnologia e cultura, si è dichiarato favorevole all’ipotesi scientifica secondo la quale Internet ha profondamente modificato la struttura dei meccanismi di decodificazione della nostra mente, inibendo aree del cervello preposte all’apprendimento attive fino a qualche decennio fa, e parallelamente rendendone più abili altre, preposte all’immagazzinamento a breve termine delle stimolazioni. Il cervello delle nuove generazioni, più frequentemente esposto alla navigazione sul web, risulterebbe così, secondo gli studiosi di fisiologia celebrale, più portato all’intuizione immediata, ma avrebbe notevole difficoltà nella conservazione a lungo termine dei dati appresi. Ciò significa che la mente dei giovani è estremamente plastica alla notizia immediata, che viene interiorizzata con rapidità e, se è il caso, trasformata in azione in tempi altrettanto brevi. La riflessione, la critica, l’utilizzo della logica, meno attivi che nel passato, non consentono nell’immediato un’adeguata decodificazione della notizia, con tutte le conseguenze che una tale carenza comporta. A ciò si aggiunga il fatto che si è registrato negli ultimi anni un aumento di comportamenti di aggressività sia extrapunitiva che intrapunitiva tra gli adolescenti; forme di espressione che possono trovare ulteriore rinforzo in messaggi mediatici dal forte impatto emotivo. Tali premesse, applicate alla vicenda dell’hashtag lanciato su internet, subito arrivato nella top ten di Twitter, fanno emergere la pericolosità di una truffa in piena regola, costruita sulla presunta volontà di indurre una star della musica pop a non assumere sostanze stupefacenti tramite l’attuazione di un comportamento sacrificale di proporzioni planetarie. L’aiuto consisterebbe così nell’istigazione collettiva ad un atto nei fatti patologico, considerato normale, addirittura positivo, in relazione all’apparente nobiltà del suo obiettivo. Ma se si perde l’abitudine a chiamare le cose col loro nome, non esiste più la possibilità di una comunicazione sana tra individui, soprattutto nei casi in cui la confusione riguarda termini che distinguono il “sano” dal “malato”. Considerare un grave comportamento autolesionistico un nobile gesto di soccorso, spoglia il comportamento masochistico della sua base patologica, rendendo il “cutting” un gesto coraggioso, un patto “di sangue” tra simili, proprio come avviene nei rituali che sanciscono il giuramento di fedeltà tra malavitosi. Ma il cutting è più di un rituale macabro, perché è una patologia a tutti gli effetti, che evidenzia un grave disagio psicologico inerente il relazionarsi affettivo dell’individuo. L’autopunizione insita nel gesto autolesionistico contiene un messaggio serio di richiesta d’aiuto per sé, per la propria salute mentale, che non può e non dovrebbe mai essere banalizzato.3 Spettacolo dello scrittore a Messina Il “romanzo visivo” di Mauro Covacich MESSINA. La scrittura come performance, tra processi creativi e azioni che si inseriscono a pieno titolo nel percorso letterario. A partire dall’istallazione “L’umiliazione delle stelle”, lo scrittore triestino Mauro Covacich terrà a Messina, nell’aula magna del Dipartimento di Scienze cognitive, formazione e studi culturali, lunedì alle 16 e martedì alle 10, un workshop sulla performance della scrittura nell’ambito di un labora- torio organizzato dal Centro studi “UniversiTeatrali” e dall’Ersu. “L’umiliazione delle stelle”, girato a Venezia al palazzo Mangilli-Valmaran, sede della Fondazione Buziol, è una sorta di romanzo visivo, un’opera di letteratura non tradizionale il cui filo conduttore sono la corsa e il personaggio di Dario Rensich, ex-maratoneta impegnato come allenatore di una squadra di giovani mezzofondiste.3