Le
malattie
autoimmuni,
un
gioco
di
carte.
Premessa:
prendiamo
a
scopo
esemplificativo
il
Lupus
come
malattia
autoimmune
di
riferimento.
Parte
I
Cenni
storici
W.
Heberden
(1710
–
1801)
è
il
primo
scienziato
che
descrisse
una
malattia
autoimmune.
Il
nostro
sistema
immunitario
ha
lo
scopo
ben
preciso
di
produrre
anticorpi
per
proteggerci
dalle
infezioni
e
dalle
migliaia
di
batteri
e
altri
agenti
esterni
che
quotidianamente
entrano
in
contatto
con
il
nostro
organismo.
E’
come
se
avessimo
una
sorta
di
radar
che
rileva
e
distingue
gli
intrusi
per
poi
eliminarli.
Nelle
malattie
autoimmuni
il
sistema
immunitario
non
fa
più
questa
distinzione
e
attacca
erroneamente
gli
organi
interni
o
nel
caso
del
Lupus,
auto
attacca
se
stesso.
Un’altra
analogia
è
l’esempio
di
un
esercito
in
battaglia
notturna
che
non
riesce
a
distinguere
i
nemici
dalle
sue
stesse
truppe.
Le
malattie
autoimmuni
sono
un
buon
esempio
di
“fuoco
amico”.
Descrizione
di
una
malattia
autoimmune
Prendiamo
il
Lupus
come
malattia
autoimmune
per
eccellenza.
Esso
inizialmente
era
considerato
solo
un
problema
dermatologico
a
causa
delle
alterazioni
della
pelle
(come
il
caratteristico
rash
a
forma
di
farfalla).
Nel
1810
non
esisteva
nessun
approccio
terapeutico
efficace
e
la
mortalità
era
molto
alta.
Nel
1872
il
dott.
Kaposi
fu
il
primo
a
descrivere
il
Lupus
come
una
malattia
a
coinvolgimento
multi
organo
(cuore,
reni…).
Nel
1957
ci
fu
un’importante
scoperta
di
un
marker
sanguigno:
gli
anticorpi
anti
DNA
(ELISA).
In
seguito
a
questa
scoperta
si
iniziò
a
trattare
i
pazienti
con
cortisone
ottenendo
risultati
molto
positivi.
Si
capì
solo
dopo
10
anni
i
gravi
effetti
collaterali
che
gli
steroidi
causavano
sull’organismo
(ipertensione,
osteoporosi,
diabete…)
Oggi
il
Lupus
rimane
una
sindrome
clinica
sconosciuta,
una
malattia
autoimmune
della
famiglia
delle
patologie
reumatiche
con
coinvolgimento
multi
organo
che
colpisce
statisticamente
le
donne
di
colore
di
età
compresa
tra
15
e
50
anni.
Parte
II
Un
gioco
di
carte
Non
si
sa
con
certezza
quali
siano
le
cause
responsabili
della
comparsa
delle
malattie
autoimmuni
ma
sicuramente
si
tratta
di
un’associazione
di
diversi
fattori
o
elementi
genetici,
ormonali,
ambientali.
Consideriamo
la
seguente
analogia:
le
malattie
autoimmuni
sono
un
gioco
di
carte
chiamato
“salute”.
Ad
ogni
seme
corrisponde
un
fattore
di
rischio
che
può
portare
allo
sviluppo
di
una
malattia
autoimmune.
Se
una
persona
è
sfortunata
e
possiede
“una
mano”
con
carte
che
contengono
tutti
questi
fattori
è
molto
probabile
che
si
ammali
in
futuro.
Ecco
un
esempio
di
“una
mano”
sfortunata:
‐
donna
‐
20
–
45
anni
‐
ELISA
(anticorpi
anti
DNA)
‐
Fattore
genetico
‐
Predisposizione
a
certi
tipi
di
infezione
‐
Anomalie
nelle
proteine
del
complemento
‐
Dieta
ricca
di
grassi
Come
già
detto,
solo
se
si
possiedono
tutti
questi
fattori
si
potrebbe
sviluppare
una
malattia
autoimmune
(il
Lupus
in
questo
esempio)
Il
secondo
aspetto
da
tenere
in
considerazione
è
che
“rimescolando”
le
stesse
carte
si
potrebbe
andare
incontro
a
un’altra
malattia
autoimmune
appartenente
alla
stessa
famiglia
della
prima.
Raggruppiamo
adesso
i
vari
fattori
o
elementi
con
i
semi
delle
carte
(il
riferimento
è
sempre
al
Lupus
e
alle
affermazioni
formulate
sopra)
Cuori:
si
riferisce
al
sesso
(ormoni).
Il
fatto
che
il
90%
dei
malati
di
Lupus
siano
donne
lascia
pensare
che
in
qualche
modo
gli
ormoni
sessuali
femminili
“permettano”
al
sistema
immunitario
di
auto
attaccarsi
o
di
colpire
altri
organi.
La
ricerca
in
questo
campo
è
tuttora
in
corso.
Fiori:
si
considera
il
fattore
genetico,
incluso
il
complemento
Picche:
è
il
fattore
scatenante.
Nel
caso
del
Lupus
consideriamo
tre
elementi.
‐
agente
infettivo
‐
farmaci
‐
raggi
UV
Quadri:
anticorpi
/
antigeni.
Presenza
di
numerosi
anticorpi
nell’organismo.
Parte
III
Esami
e
Terapia
Tra
gli
esami
sanguigni
utili
per
monitorare
i
pazienti
ci
sono
gli
anticorpi
anti
DNA
e
il
complemento
C3.
Esempi:
Caso
1:
gli
Anticorpi
anti
DNA
sono
elevati,
il
C3
è
stabile.
La
situazione
è
da
tenere
monitorata.
Caso
2:
gli
Anticorpi
anti
DNA
sono
stabili,
il
C3
è
diminuito.
Caso
che
richiede
attenzione.
Le
proteine
escono
dal
sangue
e
si
depositano
sui
tessuti.
Caso
3:
gli
Anticorpi
anti
DNA
sono
aumentati,
il
C3
è
diminuito.
Situazione
molto
pericolosa,
il
paziente
potrebbe
avere
una
ricaduta.
Avanzamenti
Negli
ultimi
anni
si
è
capito
meglio
il
meccanismo
di
azione
di
queste
malattie.
Prendiamo
ad
esempio
un
fattore
scatenante:
i
raggi
UV.
La
maggior
parte
dei
pazienti
possiede
ANA
(anticorpi
anti
nucleo).
Ragionando
un
po’,
il
fatto
è
particolare
perché
il
nucleo
è
contenuto
in
profondità
nella
cellula.
Come
fa
il
sistema
immunitario
a
vedere,
rilevare
e
quindi
produrre
anticorpi
per
attaccarlo?
Arriviamo
quindi
a
parlare
all’importante
processo
della
APOPTOSI,
un
modo
naturale
di
eliminazione
delle
cellule.
Esse
vengono
portate
in
superficie
e
successivamente
fagocitate
in
questo
modo:
il
nucleo
della
cellula
attraverso
la
apoptosi
emerge
in
superficie
così
che
i
frammenti
di
DNA
possano
essere
prelevati
dal
altri
elementi
del
sistema
immunitario.
I
Linfociti
T
attivano
i
Linfociti
B
che
producono
gli
anticorpi
per
quei
precisi
frammenti
di
DNA.
Sapendo
che
i
raggi
UV
sono
elementi
scatenanti
della
apoptosi,
riusciamo
a
dare
una
risposta
alla
nostra
domanda.
Nel
Lupus
ma
in
genere
nella
maggior
parte
delle
malattie
autoimmuni,
l’attivazione
dei
Linfociti
B
è
critica
per
lo
sviluppo
della
malattia.
Bloccando
i
Linfociti
B
si
migliorano
drasticamente
le
condizioni
dei
pazienti.
A
differenza
di
altri
immunosoppressori,
il
Rituximab
è
un
efficace
farmaco
che
inibisce
i
Linfociti
B
comportando
meno
effetti
collaterali.
Questa
medicina,
però,
non
è
ancora
usata
su
larga
scala
poiché
è
molto
recente
e
non
si
conoscono
ancora
gli
effetti
collaterali
a
lungo
termine.
Guardando
al
futuro
Gli
obiettivi
futuri
che
si
pongono
la
scienza
e
la
medicina
sono
di
riuscire
a
identificare
i
fattori
scatenanti
delle
varie
patologie
così
da
produrre
farmaci
mirati
e
sempre
meno
tossici
che
siano
in
grado
di
eliminare
le
cellule
responsabili
dell’attivazione
della
risposta
autoimmunitaria.
Estratto
tradotto
dall’inglese
dell’intervento
video
del
prof.
David
Isenberg
(UCL
University):
Autoimmune
diseases,
a
card
game
analogy.
Parte
integrante
del
contenuto
del
blog:
weggie.wordpress.com