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Sabato 6 Aprile 2013
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E anche Miss Cartagine. Vietato sfilare in passerella indossando il costume da bagno
Miss Tunisia adesso sarà vestita
Il radicalismo religioso non sopporterebbe tale oltraggio
DI
MASSIMO GALLI
P
er battere l’integralismo islamico la
Tunisia brandisce
l’arma della bellezza femminile. Ma le miss,
che partecipano ai concorsi
e sfilano in passerella, non
possono farsi vedere in costume da bagno. Sarebbe
una provocazione inaccettabile per i cultori dell’ortodossia religiosa.
In attesa che stasera venga proclamata la più bella
della nazione, la diciannovenne Sara Alwani si è
aggiudicata il titolo di Miss
Cartagine, l’antica colonia
fenicia, poi conquistata dai
Romani, che attualmente
corrisponde a un elegante
quartiere di Tunisi. Inevitabile lo scontro con la frangia radicale musulmana,
che non tollera questo tipo
di eventi e che è riuscita a
imporre agli organizzatori
l’obbligo, per le belle ragazze, di mostrarsi vestite.
Soltanto pochi centimetri di
pelle possono essere esibiti
in pubblico.
Eppure Aida Antar, dal
1995 gran ciambellana del
concorso Miss Tunisia, non
si arrende e dice che il segreto è adattare le miss al
contesto. A seconda dei paesi, le tradizioni sono diverse.
Così capita che la Tunisia
non sopporti più il costume da bagno. Quest’anno,
comunque, Antar ha trovato l’appoggio dell’Ufficio
nazionale del turismo e del
ministro della cultura, un
indipendente all’interno del
governo islamico.
C’è anche chi la prende
con filosofia. La ventenne
Heiger, tra le finaliste di
Miss Tunisia, sorride affermando che il credo musulmano non ammette abiti
indecenti. Le 15 candidate
partecipano a un corso intensivo di tre settimane,
che si svolge a porte chiuse
in un lussuoso albergo di
Tunisi. Esse saranno trasformate in rappresentanti
ufficiali della Tunisia per
un anno. Ciascuna ha un
progetto che la televisione
potrebbe aiutare a portare a termine.
Heiger vorrebbe aprire una palestra sportiva
mista e gratuita a Sidi
Bouzid, la sua città, per
evitare che i giovani finiscano schiavi della droga.
Ma c’è anche chi desidera
aiutare le donne violentate o sostenere la diagnosi
precoce del cancro al seno
nelle aree più disagiate
del paese nordafricano.
Heiger si trova in vantaggio sulle rivali in bellezza grazie al voto dei
telespettatori tunisini,
che si esprimono quotidianamente attraverso
sms telefonici.
Al di là dei sogni delle
candidate e dell’atmosfera leggera che le circonda, non mancano i pericoli legati all’integralismo.
Bessem Bembli, artefice
della prima edizione di
Miss Cartagine, si è rivolta
a una società di sicurezza
per proteggere le partecipanti al concorso. Bisogna
prendere mille precauzio-
Sara Alwani, nominata
Miss Cartagine
ni. Aida Antar vuole che le
ragazze, tra le altre cose,
sappiano apparecchiare la
tavola. Così, nel primo giorno di formazione, ha chiesto
a una ragazza a che cosa
servissero i due bicchieri.
Risposta: uno per l’acqua e
uno per il vino. Immediata
la correzione: uno per l’acqua e l’altro per il succo di
frutta. Le telecamere hanno
cambiato direzione: non bisogna offrire alcun assist ai
radicali, sempre pronti ad
approfittare di un minimo
errore.
Antar, che ha deciso di
non arrendersi nonostante
le difficoltà, vuole restituire alla Tunisia la sua vera
immagine anche per salvare la stagione turistica.
Ella sottolinea che non c’è
guerra civile e che il paese non è finito nel tunnel
dell’integralismo totale.
Proprio l’organizzazione di
un concorso di bellezza in
grande stile può rassicurare
sulle reali condizioni della
Tunisia.
E per la prima volta la più
affascinante prenderà parte
all’elezione di Miss Mondo,
in programma in settembre
a Giacarta, in quell’Indonesia che è il più grande paese musulmano del pianeta.
Anche lì, niente costume da
bagno.
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Ma la Corea del Sud è in allarme per l’aggressività del Nord Cacciati dai monti, prendono un porto
Delle minacce coreane Karachi è finita
gli Usa si fanno un baffo sotto i talebani
DI
L
ANDREA PIRA*
P
er alcune ore il mondo è stato sull’orlo
della guerra nucleare e negli Stati Uniti
stavano per materializzarsi le scene di
Red Dawn, B-movie, in cui le truppe di
Pyongyang invadono il territorio statunitense.
O almeno è quanto successo nella narrazione
che delle ultime minacce nordcoreane ha dato
la stampa italiana, con titoli che gridavano alla
Corea del Nord pronta a sferrare un attacco
nucleare contro gli Usa. Mentre il protrarsi delle tensioni nella penisola coreana continuano
ancora oggi, le notizie al riguardo scivolano in
basso nelle homepage dei siti d’informazione,
più o meno a seconda dell’attenzione riservata
agli esteri, mentre a dominare sono le questioni
di politica interna, le dichiarazioni di Renzi, le
mosse di Napolitano, le posizioni del Movimento Cinque Stelle. La minaccia nucleare nordcoreana c’è stata. Così come c’è stato l’annuncio
statunitense del dispiegamento di un sistema
antimissile a Guam. E oggi, con meno enfasi, si
è parlato del trasferimento di un missile a medio
raggio sulla costa orientale.
Dalla Corea del Sud sono arrivate smentite
sulle ultime indiscrezioni circa la prossima chiusura della zona industriale di Kaesong, circolate
sulla stampa locale. Gli Stati Uniti hanno preso
seriamente le minacce, considerate un rischio
per i propri interessi e nell’eventualità di un
attacco convenzionale.
Come spiegato dall’esperta di Asia orientale,
Rosella Ideo, il regime di Pyongyang non ha
tuttavia desideri di autodistruzione. Il racconto
dei siti dei principali quotidiani era invece ben
diverso e, come documentato dal blog Zoornalism, non trovava uguale apprensione nei titoli
della stampa internazionale. Tra i commenti in
Kim Jong-un
rete c’è chi fa riferimento al modo pacato in cui
la situazione è seguita negli Usa. La stampa
sudcoreana e giapponese (paesi nel mirino dei
Kim) ha dedicato e dedica attenzione alla vicenda, senza risparmiarsi qualche precauzione,
come la richiesta dell’ufficio della presidentessa
Park di evitare di riportare notizie sulla Corea
del Nord in cui si fa affidamento soltanto su fonti anonime, paventando che notizie del genere
possano fomentare le tensioni.
Il sito North Korea Tech sottolineava invece
come la stessa radio nordcoreana non avesse
come apertura della propria edizione in inglese le minacce di attacco contro Washington,
peraltro presentate come forma di reazione a
eventuali provocazioni contro il Nord. Anche nei
commenti su Twitter dei corrispondenti esteri a
Seul non c’è traccia di panico. Certo il crescendo
delle minacce è sentito dai sudcoreani. Chico
Harlan del Washington Post sottolinea come da
gennaio il numero di quanti vedono la Corea
del Nord come un tema prioritario per il Sud
sia triplicato, salendo al 26 per cento. Ma l’alba
nucleare è ancora lontana.
*www.formiche.net
a capitale economica
del Pakistan, Karachi,
con il suo porto
che si affaccia
sul Mare Arabico, è caduta
nelle mani dei
talebani. Da
quando sono
Una veduta di Karachi
stati cacciati
dalle montagne,
essi hanno deciso di spostarsi in attraverso un complice che si
massa nella città meridionale e trova in Afghanistan o nella
di imporre la loro dura legge.
regione montuosa del WaziCome spiega Ahmed Chi- ristan.
noy, responsabile del ComiNon è un caso che sia stata
tato di collegamento tra cit- scelta Karachi, dove vivono 5
tadini e polizia, sempre ben milioni di Pashtun, la princiinformato sui movimenti che pale etnia talebana. Così le
avvengono a Karachi, ormai costruzioni illegali spuntano
il Movimento dei taleba- come funghi, osserva Chinoy,
ni pakistani si è installato ed è facile nascondersi in una
nella strategica città. I casi giungla urbana del genere.
di violenza aumentano e si Dopo un periodo nel quale
moltiplicano gli assalti alle avevano tenuto un basso probanche: da gennaio sono stati filo, a partire dall’anno scorso
dieci. Per finanziarsi, i tale- i talebani hanno esteso prebani si spingono a minaccia- potentemente il loro raggio
re gli uomini d’affari. Chie- d’azione su quartieri pashtun
dono fino a 400 mila euro e come Sohrab Goth e Manghosi spingono a sparare ai loro pir. Hanno inoltre espulso il
familiari. Inoltre si sono movimento politico pashtun,
specializzati nei rapimen- il Partito nazionale Awami:
ti: la vittima viene tenuta decine di militanti e quadri
prigioniera all’esterno della sono stati ammazzati.
città e poi si chiede il riscatto
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