Riassunto delle Caratteristiche del prodotto

RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1.
DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
Pantoprazolo ratiopharm 20 mg compresse gastroresistenti
2.
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Ogni compressa gastroresistente contiene:
20 mg di pantoprazolo (equivalente a 22,6 mg di pantoprazolo sodico sesquidrato)
Eccipiente: 38,425 mg di maltitolo (vedere paragrafo 4.4)
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
3.
FORMA FARMACEUTICA
Compresse gastroresistenti
Compresse di colore giallo, ovali.
4.
INFORMAZIONI CLINICHE
4.1
Indicazioni terapeutiche



4.2
Trattamento della malattia da reflusso di grado lieve e sintomi associati (per es. pirosi, rigurgito
acido, dolore durante la deglutizione).
Trattamento a lungo termine e prevenzione della recidiva di esofagite da reflusso.
Prevenzione dell’ulcera gastroduodenale indotta da farmaci antiinfiammatori non steroidei
(FANS) non selettivi nei pazienti a rischio che necessitano di un trattamento continuativo con
FANS (vedere paragrafo 4.4).
Posologia e modo di somministrazione
Adulti e adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni
Malattia da reflusso di grado lieve e sintomi associati (per es. pirosi, rigurgito acido, dolore durante la
deglutizione)
La dose orale raccomandata è 1 compressa gastroresistente al giorno di Pantoprazolo ratiopharm 20
mg. Il sollievo dai sintomi si ottiene generalmente entro 2-4 settimane, mentre per la guarigione
dell’esofagite associata è solitamente richiesto un periodo di trattamento di 4 settimane. Se tale
periodo non fosse sufficiente, la guarigione si ottiene normalmente con ulteriori 4 settimane di
trattamento.
Una volta ottenuta la remissione dei sintomi, la loro eventuale recidiva può essere controllata
ricorrendo a una dose al bisogno di 20 mg di pantoprazolo una volta al giorno. Se non si riesce a
mantenere un adeguato controllo dei sintomi con il trattamento al bisogno si deve prendere in
considerazione una terapia continuativa.
Trattamento a lungo termine e prevenzione della recidiva di esofagite da reflusso:
Per il trattamento a lungo termine è raccomandata una dose di mantenimento di una compressa
gastroresistente di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg al giorno, che può essere aumentata a 40 mg di
pantoprazolo al giorno in caso di recidiva. Una volta risolto l’episodio di recidiva, la dose può di
nuovo essere ridotta a 20 mg di pantoprazolo.
Nella terapia a lungo termine, la lunghezza del trattamento può superare un anno solo dopo attenta
analisi del rapporto rischio/beneficio, in quanto la sicurezza del farmaco non è stata sufficientemente
testata su periodi di diversi anni.
Adulti
Prevenzione dell’ulcera gastroduodenale indotta da farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS)
non selettivi nei pazienti a rischio in trattamento continuativo con FANS
La dose orale raccomandata è una compressa gastroresistente di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg al
giorno.
Pazienti con funzione epatica compromessa
Non si deve superare la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo nei pazienti con grave
compromissione della funzione epatica.
Pazienti con funzione renale compromessa
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzione renale compromessa.
Pazienti anziani:
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Bambini al di sotto di 12 anni di età:
L’uso di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg non è raccomandato nei bambini al di sotto di 12 anni di età a
causa della scarsa disponibilità di dati relativa ai pazienti di questa fascia di età.
Istruzioni generali:
Le compresse gastroresistenti di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg non devono essere masticate o
frantumate. Devono invece essere ingerite intere con un po’ d’acqua.
4.3
Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Pantoprazolo ratiopharm 20 mg, come altri IPP, non deve essere co-somministrato con l’atazanavir
(vedere paragrafo 4.5, interazioni).
4.4
Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso
Nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica, è necessario monitorare regolarmente
gli enzimi epatici durante l’uso del pantoprazolo, specialmente durante il trattamento a lungo termine.
In caso di aumento degli enzimi epatici, il trattamento con Pantoprazolo ratiopharm 20 mg deve essere
interrotto.
L’uso di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg per la prevenzione dell’ulcera gastroduodenale indotta da
farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) non selettivi deve essere limitato a pazienti che
richiedono un trattamento continuato con FANS e che presentano un rischio maggiore di sviluppare
complicazioni gastrointestinali. L’aumento del rischio deve essere valutato sulla base di fattori di
rischio individuali, come per es. l’età avanzata (>65 anni), anamnesi di ulcera gastroduodenale o
emorragia nel tratto gastrointestinale superiore.
Analogamente a quanto avviene per tutti i medicinali che bloccano la produzione di acido, il
pantoprazolo può causare malassorbimento di vitamina B12 (cianocobalamina), come conseguenza di
ipo- o acloridria. Questo fattore deve essere preso in considerazione specialmente durante la terapia a
lungo termine nei pazienti con riserve ridotte di vitamina B12 o con particolari fattori di rischio per il
malassorbimento di vitamina B12.
In presenza di qualunque sintomo allarmante (per es. perdita di peso non intenzionale, vomito
ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e qualora si sospetti sia presente un’ulcera gastrica,
si deve escludere l’eventuale presenza di un tumore, in quanto il trattamento con il pantoprazolo può
alleviarne i sintomi, ritardando così la diagnosi.
Se i sintomi persistono anche dopo un adeguato trattamento, è necessario procedere con ulteriori
accertamenti.
La diminuzione dell’acidità gastrica a seguito di qualunque tipo di trattamento – inclusi gli inibitori
della pompa protonica – aumenta la carica batterica gastrica normalmente presente nel tratto
gastrointestinale. Pertanto il trattamento con farmaci che riducono l’acidità può accrescere
leggermente il rischio di infezioni gastrointestinali, come quelle causate da Salmonella e
Campylobacter.
Durante il trattamento a lungo termine, specialmente quando supera il periodo di un anno, i pazienti
devono essere sottoposti a regolari controlli.
I pazienti che non rispondono al trattamento dopo 4 settimane devono essere esaminati.
Ad oggi, non ci sono esperienze con questo trattamento nei bambini al di sotto di 12 anni di età.
Questo medicinale contiene maltitolo.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo
medicinale.
4.5
Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Pantoprazolo ratiopharm 20 mg può ridurre l’assorbimento di medicinali la cui biodisponibilità è pHdipendente (per es. ketoconazolo o itraconazolo).
È stato dimostrato che la co-somministrazione di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg con omeprazolo
(40 mg una volta al giorno) oppure di atazanavir 400 mg con lansoprazolo (60 mg dose singola) a
volontari sani, induce una riduzione sostanziale della biodisponibilità dell’atazanavir. L’assorbimento
dell’atazanavir è pH-dipendente. Pertanto gli IPP, incluso il pantoprazolo, non devono essere
somministrati contemporaneamente all’atazanavir (vedere paragrafo 4.3).
Il principio attivo di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg è metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico
del citocromo P450. Non può essere esclusa un’interazione del pantoprazolo con altri farmaci o
sostanze metabolizzate attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia, non sono state osservate
interazioni clinicamente significative in test specifici con alcuni di questi farmaci. I test sono stati
eseguiti con carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide,
metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale.
Sebbene in studi clinici di farmacocinetica non si siano osservate interazioni durante la
somministrazione concomitante di pantoprazolo e fenprocumone o warfarin, sono stati evidenziati
alcuni casi isolati di variazioni del tempo di protrombina/ INR durante trattamento concomitante nel
periodo successivo alla commercializzazione. Pertanto, nei pazienti in trattamento con anticoagulanti
cumarinici, si raccomanda di eseguire controlli del tempo di protrombina/ INR dopo l’inizio, la fine o
l’uso irregolare del pantoprazolo.
Analogamente, non sono state evidenziate interazioni con la somministrazione concomitante di
antiacidi.
4.6
Gravidanza e allattamento
Gravidanza
L’esperienza clinica con l’uso di questo farmaco nelle donne in gravidanza è limitata. In studi di
riproduzione nell’animale sono stati osservati segni di leggera tossicità fetale (vedere paragrafo 5.3).
È necessaria quindi cautela nella prescrizione del farmaco alle donne in gravidanza.
Allattamento
Non ci sono informazioni sull’escrezione del pantoprazolo nel latte umano. Durante l’allattamento
quindi le compresse di Pantoprazolo ratiopharm 20 mg devono essere somministrate solo se il
beneficio per la madre è considerato superiore al rischio potenziale per il feto o il lattante.
4.7
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Pantoprazolo ratiopharm 20 mg non ha influenza sulla capacità di guida e sull’uso di macchinari.
Tuttavia, l’insorgenza occasionale di alcuni effetti indesiderati quali capogiri e visione offuscata, può
compromettere la capacità di reazione, che a sua volta può pregiudicare la capacità di guida e di uso di
macchinari.
4.8
Effetti indesiderati
La valutazione degli effetti indesiderati si basa sulla seguente classificazione della frequenza:
Frequenza Comune
(>1/100 ma <1/10)
Classificazione
sistemica organica
Non comune
(>1/1000 ma
<1/100)
Raro
(>1/10.000 ma
<1/1000)
Patologie del
sistema
emolinfopoietico
Disturbi del
sistema
immunitario
Disturbi
psichiatrici
Molto raro
(<1/10.000, non
valutabile (non può
essere stimata dai
dati disponibili))
leucopenia;
trombocitopenia
reazioni
anafilattiche,
incluso shock
anafilattico
depressione,
allucinazioni,
disorientamento e
confusione,
specialmente in
Frequenza Comune
(>1/100 ma <1/10)
Classificazione
sistemica organica
Non comune
(>1/1000 ma
<1/100)
Raro
(>1/10.000 ma
<1/1000)
Molto raro
(<1/10.000, non
valutabile (non può
essere stimata dai
dati disponibili))
pazienti predisposti
e aggravamento di
questi sintomi nel
caso siano
preesistenti
Patologie del
sistema nervoso
Patologie
gastrointestinali
cefalea
dolore all’addome
superiore;
diarrea; stipsi;
flatulenza
capogiri;
disturbi visivi
(visione offuscata)
nausea/vomito
secchezza delle
fauci
Patologie
epatobiliari
Patologie della cute
e del tessuto
sottocutaneo
Patologie del
sistema
muscoloscheletrico
e del tessuto
connettivo
reazioni allergiche
quali prurito ed
eruzione cutanea
artralgia
danno
epatocellulare grave
con ittero, associato
o meno a
insufficienza epatica
orticaria;
angioedema; gravi
reazioni cutanee
quali sindrome di
Stevens Johnson,
eritema multiforme;
sindrome di Lyell;
reazioni di
fotosensibilità
mialgia
Patologie renali e
urinarie
nefrite interstiziale
Patologie
dell’apparato
riproduttivo e della
mammella
Patologie
sistemiche e
condizioni relative
alla sede di
somministrazione
ginecomastia
Esami diagnostici
aumento dei livelli
degli enzimi epatici
(transaminasi,
gamma GT);
aumento dei
trigliceridi;
aumento della
temperatura
corporea;
ipernatriemia negli
anziani
edema periferico
4.9
Sovradosaggio
Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell’uomo.
Dosi fino a 240 mg sono state somministrate per endovena in 2 minuti, e sono state ben tollerate.
In caso di sovradosaggio con segni clinici di intossicazione, si applicano le regole generali per il
trattamento dell’intossicazione.
5.
PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE
5.1
Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica
Codice ATC: A02B C02
Il pantoprazolo è un derivato benzimidazolico che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello
stomaco, con azione specifica sulle pompe protoniche delle cellule parietali.
Il pantoprazolo viene convertito nella forma attiva nell’ambiente acido delle cellule parietali, dove
inibisce l’enzima H+, K+-ATPasi, cioè lo stadio finale della produzione di acido cloridrico nello
stomaco. Tale inibizione è dose-dipendente e interessa la secrezione acida sia basale sia stimolata.
Nella maggior parte dei pazienti la regressione dei sintomi si ottiene dopo 2 settimane. Come con altri
inibitori della pompa protonica e inibitori del recettore H2, il trattamento con pantoprazolo determina
una riduzione dell’acidità nello stomaco e conseguentemente un aumento di gastrina, proporzionale
alla riduzione dell’acidità. L’incremento di gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega
all’enzima in posizione distale rispetto al recettore cellulare, può agire sulla secrezione di acido
cloridrico indipendentemente dalla stimolazione di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina).
L’effetto è lo stesso dopo somministrazione del prodotto per via sia orale sia endovenosa.
I valori di gastrina a digiuno aumentano con l’uso del pantoprazolo. Nel trattamento a breve termine,
in molti casi tali valori non superano i limiti massimi, mentre nel trattamento a lungo termine i livelli
di gastrina raddoppiano in molti casi. Solo in casi isolati comunque, si verifica un incremento
eccessivo. Conseguentemente, durante il trattamento a lungo termine si osserva, in una minoranza di
casi, un aumento da lieve a moderato del numero di cellule endocrine specifiche (ECL) nello stomaco
(iperplasia da semplice ad adenomatoide). Tuttavia, sulla base degli studi condotti sinora (vedere
paragrafo 5.3), la formazione di precursori carcinoidi (iperplasia atipica) o di carcinoidi gastrici può
essere esclusa per l’uomo.
Considerando i risultati degli studi sugli animali, non può essere completamente esclusa un’influenza
del trattamento a lungo termine con pantoprazolo, superiore a un anno, sui parametri endocrini della
tiroide e sugli enzimi epatici.
5.2
Proprietà farmacocinetiche
Farmacocinetica generale
Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente. Le concentrazioni plasmatiche massime del principio
attivo si raggiungono anche dopo una singola dose orale di pantoprazolo 20 mg. I picchi delle
concentrazioni sieriche, intorno a 1-1,5 µg /ml, vengono raggiunti, in media, 2 ore dopo la
somministrazione e tali valori rimangono costanti dopo somministrazioni ripetute. Il volume di
distribuzione è circa 0,15 l/kg e la clearance è intorno a 0,1 l/h/kg. L’emivita della fase terminale è di
circa 1 ora. Si sono osservati alcuni casi di rallentata eliminazione del farmaco. A causa dell’attività
specifica del pantoprazolo sulle cellule parietali, non c’è correlazione tra l’emivita di eliminazione e la
durata d’azione molto più lunga (inibizione della secrezione acida).
La farmacocinetica non si modifica dopo somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosi
tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo risulta virtualmente lineare dopo
somministrazione sia orale sia endovenosa.
Il legame del pantoprazolo alle proteine sieriche è di circa il 98%, e viene metabolizzato quasi
esclusivamente a livello epatico. La maggior parte dei metaboliti (circa l’80%) viene eliminata per via
renale, il rimanente viene escreto con le feci. Il principale metabolita, sia nel siero sia nelle urine, è il
demetilpantoprazolo, sotto forma di solfoconiugato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore)
non è molto più lunga di quella del pantoprazolo.
Biodisponibilità
Il pantoprazolo è completamente assorbito dopo somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta
delle compresse è circa il 77%. L’assunzione concomitante di cibo non influenza l’AUC e la
concentrazione sierica massima e, quindi, la biodisponibilità. L’assunzione di cibo può ritardare
l’assorbimento di 2 ore o più.
Gruppi particolari di pazienti
Non è necessaria una riduzione della dose in pazienti con funzione renale ridotta (compresi i pazienti
in dialisi) L’emivita del pantoprazolo è breve, come osservato nei soggetti sani. Solo piccole
percentuali di pantoprazolo sono dializzabili. Sebbene l’emivita del principale metabolita sia
moderatamente prolungata (2 - 3 ore), l’escrezione è comunque rapida e dunque non si verifica
accumulo.
Nei pazienti con cirrosi epatica (classi A e B secondo Child) l’emivita aumenta fino a 7-9 ore e i valori
di AUC sono di 5-7 volte maggiori. Tuttavia, le concentrazioni sieriche massime del farmaco appaiono
solo modestamente aumentate di circa 1,5 volte rispetto a quelle dei soggetti sani.
Analogamente, anche il leggero aumento dei valori di AUC e Cmax che si osserva nei soggetti anziani
rispetto ai più giovani è clinicamente non rilevante.
5.3
Dati preclinici di sicurezza
I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di
farmacologia per la sicurezza, tossicità per dosi ripetute e genotossicità.
In uno studio di carcinogenesi a 2 anni nel ratto, sono stati evidenziati tumori neuroendocrini. Inoltre,
nella parte superiore dello stomaco dei ratti, sono stati individuati papillomi a cellule squamose. Il
meccanismo con cui i derivati benzimidazolici inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato
accuratamente studiato, portando alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria allo spiccato
aumento della gastrinemia che si verifica nel ratto nel corso del trattamento cronico.
Negli studi a 2 anni, si è osservato un aumento del numero di tumori epatici nel ratto e nelle femmine
di topo, attribuito alla elevata metabolizzazione del pantoprazolo nel fegato.
Un leggero aumento di alterazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato nel gruppo di ratti trattati
con la dose più alta (200 mg/kg). L’insorgenza di tali neoplasie è associata alle modificazioni, indotte
dal pantoprazolo, nel catabolismo della tiroxina a livello epatico nel ratto. Poiché la dose terapeutica
per l’uomo è bassa, non sono da attendersi effetti collaterali a carico della tiroide.
Gli studi non hanno evidenziato compromissione della fertilità né effetti teratogeni. Dosi giornaliere
superiori a 5 mg/kg hanno indotto un ritardo nello sviluppo dello scheletro nei ratti. Il passaggio
transplacentare del pantoprazolo, studiato nel ratto, aumenta col progredire della gestazione. In
conseguenza, la concentrazione fetale del pantoprazolo aumenta subito prima della nascita.
6.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1
Elenco degli eccipienti
Nucleo della compressa
maltitolo (E 965)
crospovidone tipo B
carmellosa sodica
sodio carbonato anidro (E 500)
calcio stearato
Rivestimento della compressa
alcol polivinilico
talco (E 553b)
titanio biossido (E 171)
macrogol 3350
lecitina di soia (E 322)
ferro ossido giallo (E 172)
carbonato di sodio anidro (E 500)
acido metacrilico-etilacrilato copolimero (1:1)
trietilcitrato (E 1505)
6.2
Incompatibilità
Non pertinente.
6.3
Periodo di validità
Per i blister Alluminio-Alluminio: 30 mesi
Per i flaconi HDPE: 2 anni.
Dopo la prima apertura del flacone, utilizzare il medicinale entro 3 mesi.
6.4
Precauzioni particolari per la conservazione
Questo medicinale non richiede condizioni speciali di conservazione.
6.5
Natura e contenuto del contenitore
Blisters: Alluminio-Alluminio
Flaconi: HDPE con chiusura PP ed essiccante
Confezioni disponibili:
7, 14, 15, 20, 28, 30, 30x1, 56, 60, 98, 100 e 120 compresse gastroresistenti (blisters)
7, 14, 15, 20, 28, 30, 30x1, 50, 56, 60, 100 e 120 compresse gastroresistenti (flaconi HDPE)
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6
Precauzioni per lo smaltimento e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare
7.
TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
ratiopharm GmbH
Graf Arco Strasse, 3 – 89079 ULM (Germania)
8.
NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Pantoprazolo ratiopharm 20 mg, 14 compresse gastroresistenti in blister AIC nr. 039061027
9.
DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
Determinazione AIFA n. 1300/2009 del 03/07/2009 - GU n. 163 del 16/07/2009 Suppl. ordinario n.
117
10.
DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Agosto 2009