LA COMUNICAZIONE IL FUMETTO Definizione: Il fumetto è una narrazione disegnata, finalizzata alla stampa. Esso può essere considerato un mezzo di comunicazione visiva che attraverso una struttura particolare, data da una scena dopo l'altra e dalla combinazione di molte immagini e poche parole, racconta storie ed emozioni. Il termine fumetto deriva dalla “nuvoletta” o “piccolo fumo” che contiene le battute scritte e che assume forme diverse a seconda del tono e del volume delle parole in esso contenute. La storia del fumetto (quando nasce il fumetto?) La data di nascita ufficiale è il 7 Luglio 1895, giorno in cui comparve sul New York World, un giornale statunitense, il personaggio di Yellow Kid. Yellow Kid era un bambino vestito con una lunga camiciola gialla sulla quale l'autore, Richard Felton Outcault (1863-1928), aveva scritto la battuta. Nonostante prima di quell'anno fosse già comparso qualche antenato del fumetto si è preferita questa data perché coincide con la data della nascita del cinema. Infatti, la sera del 28 Dicembre 1895, a Parigi, i fratelli Auguste e Louis Lumiere proiettano al Grand Cafè il film: L'arrivo del treno a Ciotat. La proiezione della locomotiva che avanza genera lo scompiglio tra i presenti che, vedendosi arrivare addosso il treno, urlano terrorizzati. Chiamato, interviene un agente: ”Ma siete pazzi! Come avete fatto a far entrare un treno nel Gran Cafè? E' morto qualcuno?” I due fratelli rispondono: ”No signore, né morti né feriti, invece c'è un neonato!”. Era nato il cinema. All'epoca nessuno poteva sapere che questi due generi un giorno si sarebbero incontrati dando vita ai Cartoni animati e al cinema di animazione. Biancaneve e i sette nani, tratto dall'omonima fiaba dei fratelli Grimm, fu il primo lungometraggio d'animazione prodotto da Walt Disney e distribuito nelle sale americane dalla RKO Radio Pictures il 21 dicembre 1937. Dopo Biancaneve furono molti i film di animazione ad incontrare il favore del pubblico e ancora oggi questo genere è molto apprezzato sia dai grandi che dai più piccoli. Prova ne sono i recenti successi di Hayao Mitzaki. Hayao Miyazaki (Tokyo. 5 gennaio 1941) è un fumettista, animatore, sceneggiatore e produttore giapponese di fama internazionale, grazie anche all'Oscar ottenuto nel 2003 per il film “La città incantata” ed al Leone d'Oro ricevuto alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2005. l fumetto è un prodotto americano che si sviluppa in una precisa realtà socio-economica e in una precisa congiuntura tecnologica verificatasi negli Stati Uniti d'America nei primi anni del XX secolo. Erano gli anni in cui ogni quotidiano cercava di conquistare con tutti i mezzi un maggior numero di lettori, e si erano create esigenze di tipo pubblicitario e promozionale. Nacquero così i supplementi domenicali a colori, dedicati al divertimento e al relax delle famiglie. I fumetti nati, cresciuti e sviluppati su queste pagine erano dapprima storielle brevi di mezza o una pagina poi divennero storie a continuazione che riuscivano a incatenare l'attenzione del lettore costringendolo a comprare il giornale con regolarità; ben presto ne divennero la sezione comica, i COMIX per l'appunto. In seguito si passò alle strisce in bianco e nero quotidiane e a puntate, per cui il lettore era obbligato a non perdere neanche un numero del giornale se voleva sapere come proseguiva la narrazione. I fumetti americani, nel loro periodo d'oro, si presentavano quindi sotto forma di strisce quotidiane in bianco e nero e pagine domenicali a colori. Negli anni '40 compaiono i cosiddetti album, quelli che noi siamo abituati a considerare il tipico fumetto, erano rivolti ad un pubblico giovanile ed avevano personaggi appositamente creati come Superman. Gli autori di fumetti americani di successo divennero miliardari, acquistarono ville hollywoodiane e poterono pagare molti collaboratori; ciò spiega la grande quantitàdi fumetti prodotti in America in quei decenni. Grande è anche la varietà di generi in cui è possibile classificarli: agli inizi fu prevalentemente comico poi negli anni '30 e '40 trionfò l'avventura e il giallo, seguirono la fantascienza, l'orrore e il nero (noir) mentre negli anni '50 e '60 si diffuse il fumetto comico a battuta, simile a una barzelletta, sofisticato e cerebrale; non mancarono i rosa, i western, quelli bellici, didattici e quelli di argomento sportivo, ecc Ambientazione e personaggi Nell'ambientazione fantastica sia i personaggi che la storia sono fantastici come ad esempio in Asterix; mentre in quella realistica la storia che si racconta è fantastica, ma la scena raffigurata imita la realtà, potrebbe essere accaduta come ad esempio in Tex o in Milo Manara... Per quanto riguarda i personaggi sono i più vari e possiamo raggrupparli indicativamente in alcune categorie: umani, che agiscono in contesti e tempi diversi, ma che si comportano sempre da umani ( ad es.: Lady Oscar, Dylan Dog...); animali umanizzati, sono animali ma vestono, parlano e si comportano come uomini (ad es.: Paperino, Topolino, Snoopy, Lupo Alberto...); caricature di uomini, sono umani ma hanno caratteristiche stravaganti, come ad esempio grandi teste, grandi piedi... (ad es.: Mafalda, Charlie Brown, gli Antenati..); personaggi di fiaba, sono creature fantastiche, come ad esempio i piccoli esserini blu di Peyo, i Puffi; personaggi extraterrestri, come ad esempio Majin-Bu, una strana creatura arrivata sulla terra per distruggerla, che compare nel fumetto di Dragon Ball; i supereroi, umani con caratteristiche e poteri straordinari in grado di salvare o distruggere interi mondi; fantastici, creature inventate e irreali come i Pokemon; horror come mostri, licantropi, vampiri, ecc... Il linguaggio dei fumetti: “i balloon o nuvolette” I balloon servono a contenere il dialogo fra due o più personaggi; se il loro contorno è tratteggiato, significa che i personaggi cercano di non farsi sentire, stanno sussurrando qualcosa, parlano piano piano...ssst! Se salgono come bolle di sapone dalla testa dei personaggi, significa che i personaggi hanno pensieri confusi o stanno riflettendo; se il contorno si presenta a zig zag la battuta che contiene è secca e tagliente, suona con un tono spigoloso, il personaggio è arrabbiato. Nel fumetto sono poi utilizzati dei simboli (metafore) che esprimono stati d'animo, atteggiamenti e sentimenti. Ad esempio: spirali e saette esprimono collera; le stelle si usano per il dolore fisico; le goccioline per la paura o lo spavento; i cuoricini per l'amore: la lampadina accesa per un'idea; le note musicali e i pentagrammi per esprimere melodie, armonia e dolcezza. Inoltre nel fumetto vengono “disegnati” anche i suoni (onomatopee): Crack! Qualcosa si è spezzato; SOB! Qualcuno piange; Sniff un cagnolino annusa; SOCK! Un colpo forte; Knock Knock... chi bussa? SMACK! un bacio fragoroso. CRASH! Qualcosa si rompe TAP,TAP! Qualcuno cammina Ma può anche succedere che i personaggi non abbiano nulla da dire e che per proseguire la storia si debba raccontare un paesaggio o una sequenza di fatti. Solitamente si usano delle didascalie che spesso iniziano con “ Intanto”, “Qualcuno...”, e si finisce con “...” a voler dire che il racconto continua. La mimica facciale dei personaggi perché, come per gli attori, essa esprime e potenzia i messaggi da trasmettere. Per realizzare un fumetto inoltre ci vuole una sceneggiatura che ordini le scene, l'intervento dei personaggi e la sequenza dei balloon così da dipanare la storia in modo corretto. Il primo a parlare è il personaggio a sinistra; per capire chi parla dopo, si deve procedere leggendo verso destra. Fanno eccezione i Manga, prodotti in Giappone e che letteralmente significano “immagini in movimento”, che si leggono da destra a sinistra e dall'ultima pagina sino alla prima. Nel fumetto anche l'ambientazione e l'inquadratura delle immagini, dei personaggi e delle cose con piani diversi determinano una corretta lettura della storia I campi e piani Nel fumetto, come nel linguaggio cinematografico, l'autore compie delle scelte per organizzare le immagini; egli predispone le varie inquadrature scegliendo tra i diversi tipi di piani , per quanto riguarda i personaggi o gli oggetti, e i diversi campi, per quanto riguarda gli esterni o i luoghi. I principali piani sono: Figura intera, la testa e i piedi del personaggio sono molto vicini al margine superiore e al margine inferiore dell'inquadratura; Piano americano, la figura è disegnata dal ginocchio in su; Piano medio, la figura è disegnata dalla vita in su; Primo piano, il personaggio è disegnato dalle spalle; Primissimo piano, solo il volto del personaggio è inquadrato; Dettaglio, un particolare del personaggio o di un oggetto occupa interamente l'inquadratura. Quanto ai campi, si distinguono in: Campo medio, i personaggi sono rappresentati per intero, mentre l'ambiente è relegato sullo sfondo; campo lungo, l'immagine comprende uno spazio ampio, in cui le figure e gli elementi dell'ambiente sono però distinguibili; Campo lunghissimo, la visione comprende il maggior spazio possibile e i personaggi rappresentati appaiono lontani, fino quasi a non essere riconoscibili; Campo totole, inquadratura intermedia tra la figura intera e il campo medio, nella quale è evidente un'azione. LA POP ART La seconda metà del XX secolo vede la comparsa di un movimento artistico chiamato POP ART dove il termine “pop” sta per popular (popolare). Si tratta di un tipo di arte che si rivolge ad un pubblico ampio, che la possa accettare e comprendere, diventando così arte di massa, cioè prodotta in serie . Si sviluppa soprattutto negli Stati Uniti a partire dagli anni '60, in un momento di grande crescita economica e di ottimismo nel futuro a cui seguì una rapida trasformazione della società, estendendo poi la sua influenza in tutto il mondo occidentale. Questa nuova forma d'arte popolare si contrappone all'eccessivo intellettualismo e rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei consumi, utilizzando un linguaggio molto vicino a quello della pubblicità, del fumetto e della carta stampata. Le opere della POP ART sono di forte impatto comunicativo, semplici, colorate, immediatamente comprensibili, proprio come i messaggi pubblicitari. La frenetica mercificazione degli oggetti, il martellamento pubblicitario, il consumismo eletto a sistema di vita, il fumetto visto come unico residuo di comunicazione scritta sono la base da cui gli artisti pop attingono le loro motivazioni. I loro soggetti escono dal quotidiano ma continuano ad essere noti e riconoscibili a tutti; così la riproduzione di hamburger, dei barattoli delle minestre Campbell's, delle scatole di Kellog's, di auto, di fumetti, ecc. pone l'arte sul mercato calandola in una logica di consumismo industriale. Agli artisti che hanno fatto parte di questo movimento va riconosciuto un ruolo rivoluzionario in quanto hanno introdotto nelle loro produzioni strumenti e mezzi non tradizionali, come il GLI ARTISTI Il più importante artista della POP ART è certamente Andy Warhol (Pittsburgh 1928 - New York 1987) che concentra la sua arte sui simboli e sulle icone della pubblicità, riproducendoli in serie ossessive che introducono l'idea della ripetizione degli oggetti quasi si trattasse di prodotti di una fabbrica. Un altro esponente di successo fu Roy Lichtenstein (New York 1923 – 1997), celebre per le riproduzioni di vignette prese dai fumetti, isolate dal contesto in cui stavano e proiettate su tela. La tecnica di pittura che utilizza, colori primari, linee di vario spessore e l'accurata riproduzione del retino tipografico, danno alle sue immagini una particolare forza espressiva. Claes Oldenburg (Stoccolma 1929) sceglie per le sue opere gli oggetti quotidiani, ricreandoli e ingigantendone spesso le dimensioni. Un esempio famoso delle sue opere è la scultura Ago, filo e nodo che si trova in Piazzale Cadorna a Milano, quale omaggio alla città della moda. Esponente di rilievo della POP ART fu Mario Schifano (Homs 1934 - Roma 1997), il quale realizzò pure marchi commerciali come quello della Coca Cola o della Esso. A questa corrente artistica appartiene anche Valerio Adami (Bologna 1935) che dipinge oggetti e paesaggi dai colori puri e contrastanti. THE YELLOW KID Mickey Dugan, well known as The Yellow Kid, was the chief character of Hogan's Alley, draw by Richard F. Outcault which became one of the first Sunday supplement comic strips in an American newspaper. The Yellow Kid was a bald boy with a snaggle teeth and wore a yellow nightshirt and hung around in a ghetto alley filled with equally odd characters mostly other children. With a goofy grin, the Kid habitually spoke in a ragged jargon printed on his shirt. In 1894 and 1895, Outcault drew four black-and-white detailed cartoons of Hogan Alley for Truth magazine; in these panels there was a character who would later become the Yellow Kid but in a minor role. In first time Outcault worked for Joseph Pulitzer's New York World as tecnical drawing artist, but in 1896 moved to William Randolph Heart's New York Jornal American with higher salary. The New York American was the competitor of the Pulitzer's New York. So, Mrs Pulitzer hired George Luks to continue the original version of the strip and hence for about a year the “Yellow Kid” appeared simultaneously in two competing papers. The Yellow kid's was a merchandising success and trasformed the strip as an advertising way for the crass commercial world. The Yellow Kid's image was an early example of lucrative merchandising and appeared on mass market retail objects, such as: Billboards, buttons, cigarette packs, cigar, cracker tins, ladies' fans, matchboxis, postcards, chewing gum cards, toys, whiskey and many oyher products. But, now, it is mentioned because the 7 July 1895 was born, with him, the “COMIC”. DER ROT BARON Manfred von Richthofen ( Breslavia 2.Mai 1892 – Vaux-sur-Somme 21. April 1918) war ein deutsch Flieger, der Lutwaffekanone. In dem ersten Weltkrieg hat er achtzig Flugzeuge niedergeschossen. Fünf mehr als der Französische Flieger Renè Fonck. Von Richthofen hat ein Jagdflugzeug, den Fokker Dr-1, gesteuert. Der Einsitzer hatte drei Tragflügel, sie stehen übereinander auf. Von Richthofen ist ein Held in dem Weltkrieg und er ist eine Legende mit dem Deckname: ROTEM BARON geworden. Snoopy ist eine Hauptfigur in der sehr berühmten Comic-Strip: PEANUTS. Der Schöpfer von Peanuts war Charles M. Schulz (St. Paul, Minnesota 192212 Februar 2000), er war ein weltbekannter Comicstripzeicher. Snoopy ist ein Beagle und sein Besitzer ist Charlie Brown; er ist ein autobiographischer Charakter. In der Comic-Strip träumt Snoopy ein Romanschriftsteller zu werden oder er interpretiert ein Flieger in dem ersten Weltkrieg und er trägt ein Halstuch, eine Mütze und eine Brille. Sein Flugzeug (sein Hundelager) ist ein Sopwith Camel Einsitzer, und Snoopy kämpft gegen dem Roten Baron mit dem Flugzeug. Snoopy ist auch Joel Cool (ein College-Student Nichtstuer), mit seiner dunklen Sonnebrille. IL LINGUAGGIO DELLA MUSICA L'origine della musica è sconosciuta: è probabile che essa si si sia sviluppata nelle comunità preistoriche insieme con il linguaggio. Per amplificare la voce e mandare richiami a distanza, gli uomini primitivi si servivano di grandi conchiglie o di trombe fatte di scorza d'albero, che furono dunque i primi strumenti a fiato. Oppure battevano su tronchi d'albero o pelli tese sopra un recipiente vuoto, insomma sui primi strumenti a percussione. Anche la natura offre suoni significativi, che possono essere modulati o fragorosi: basta pensare al canto soave dell'usignolo o, al contrario, ai rumori improvvisi e terrificanti della tempesta, con il vento che sibila tra gli alberi, la pioggia che scroscia sulla terra e il tuono che squarcia il cielo. Gli uomini primitivi, attenti ai fenomeni naturali e intimoriti dal fatto di non poterli controllare, consideravano questi suoni come voci divine, e ben presto la musica venne ad avere una parte importante nei riti magici e religiosi delle comunità umane. Con i flauti fatti di canne più o meno lunghe si potevano emettere suoni simili al cinguettare degli uccelli, con i tamburi e i gong si imitavano i suoni più profondi o squillanti. Quando tuttavia parliamo di musica, intendiamo non solo l'emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione. Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un “ritmo”. La musica è scandita da una sorta di “pulsazione” di cui è facile rendersi conto. Quando la si ascolta, accade spesso di assecondarne l'andamento battendo una mano o un piede per sottolinearne gli “impulsi”. Grazie a questi risulta semplice coordinare alla musica i movimenti del corpo (danzando o marciando) oppure le sillabe delle parole (cantando); questa caratteristica della musica la rende un linguaggio universale che prescinde la conoscenza della medesima lingua. Le forme della comunicazione umana non si esauriscono infatti nel linguaggio verbale in senso stretto, ma racchiudono anche una serie di altri linguaggi, come quelli dei colori, dell'abbigliamento, dell'arte, del cinema, della mimica e della musica, appunto, che la completano arricchendola. Per quanto diversi siano i risultati presso i differenti popoli e le differenti culture, è certo che la musica ha accompagnato l'uomo in ogni tipo di società. Essa è una componente fondamentale dello spirito umano e un'esigenza insopprimibile. L'ARPA L'arpa è uno strumento musicale cordofono a pizzico Ci sono vari tipi di arpe; l'arpa celtica, varie arpe africane, indiane ed altre ancora.Tuttavia in Occidente il termine si riferisce sempre all'arpa da concerto a pedali, della quale esistono versioni acustiche ed elettriche. L'arpa da concerto è dotata di 47 corde tese tra la cassa di risonanza e una mensola chiamata “modiglione” ed ha un'estensione di sei ottave e mezza, l'intonazione è in do bemolle maggiore. La variazione dei suoni da questa tonalità viene ottenuta agendo sui sette pedali a doppia tacca … per cui ogni corda è in grado di produrre tre note diverse ed è possibile costruire una scala cromatica. Lo strumento moderno è formato da 1415 pezzi. LA STORIA L'arpa ha origini antichissime, deriva dal cosiddetto arco musicale. I primi ad usare l'arpa furono gli Egiziani intorno al 3000 a.C. Le arpe raffigurate sui monumenti risalenti all'Antico Regno, mostrano strumenti di media grandezza, alti circa un metro, forniti di sei o otto corde, formati da un fusto arcuato di legno con l'estremità inferiore a forma di losanga; il suonatore esegue il pezzo in ginocchio. Più tardi, nel Medio Regno, lo strumento ha dimensioni più grandi, la cassa sonora appare più ampia, il numero delle corde aumenta fino a venti ed il suonatore viene raffigurato in piedi. Di questo strumento si conserva ancora oggi un esemplare ritrovato a Ur (odierno Iraq) da Sir Leonard Woolley (datato 2700 a.C.); tuttavia quest'arpa curvilinea viene ancora costruita in alcune zone dell'Africa. Anche gli Ebrei conoscevano l'arpa mentre i Greci e i Romani LE preferirono la lira e la cetra. In Europa l'arpa ricomparve durante il IV secolo, presso le popolazioni nordiche (Irlandesi ed Anglosassoni) e da qui si diffuse nel resto del continente . Divenne molto comune nel XIV secolo come accompagnamento a canti e danze. Nei secoli lo strumento ha subito parecchie modifiche; nel 1619 Michael Praetorius descriveva tre tipi di arpe diffusi al suo tempo: l'arpa comune con 24 corde e un'estensione da fa a la; l'arpa irlandese con 43 corde ed un'estensione da do a mi ed infine l'arpa doppia con un'estensione di cinque ottave, da do a do. Nel XVII secolo fu utilizzata per la realizzazione del basso continuo, in particolare nell’accompagnamento del canto, e fu inserita nel gruppo strumentale usato nell’esecuzione delle prime opere. Monteverdi le dedicò un ruolo da solista nell’Orfeo (1607), dove simboleggia la lira suonata da Orfeo. In questo periodo furono fatti parecchi tentativi per estendere le possibilità esecutive dell'arpa: si provò ad aggiungere cinque corde per ciascuna ottava, estendendo così la gamma a sei ottave più due note oppure si realizzarono arpe doppie. Soltanto nel 1720 il costruttore bavarese Hochbrucker pensò di inserire una pedaliera che, attraverso una serie di leve collegate ai piroli delle corde, grazie alla pressione esercitata sul pedale, potesse cambiare la tensione della corda alzandola di un semitono. In seguito intervennero altre modifiche tecniche che portarono l'arpa a diffondersi in molti paesi. Particolarmente brillante fu, durante la seconda metà del XVIII secolo, la scuola d'arpa di Francia dove vennero fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora conservate al Museo del Conservatorio di Parigi, al Museo della Scienza e della Tecnica di Monaco e al Museo dell'arpa “Victor Salvi” di Piasco (Cuneo). Nel 1760 due liutai parigini, i fratelli Cousineau, perfezionarono il meccanismo dei pedali applicando il sistema ad uncinetto, che si rivelò molto più pratico del precedente. Nel 1811 si realizzò a Londra l'arpa a doppio movimento, che consentì l'esecuzione in tutte le tonalità grazie alla possibilità di innalzare la corda di due semitoni; questa tecnologia è tuttora in uso a brevetto del francese Sebastien Erard, che nel 1786 aveva già realizzato l'arpa a sistema unico. L'arpa fu poi ulteriormente perfezionata nel corso dell'Ottocento. LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1917 Un anno cruciale Il 1917 fu un anno decisivo per le sorti della guerra. In febbraio una rivoluzione fece cadere in Russia il regime zarista e portò al potere un governo provvisorio repubblicano. L'esercito russo continuò a combattere ma risultò comunque indebolito a causa dei disordini interni. Ciò consentì agli Imperi Centrali di spostare truppe dal fronte orientale a quello italiano, con gravi conseguenze per l'Italia, come vedremo. In compenso nell'aprile dello stesso anno gli USA, presero la decisione di entrare in guerra, soprattutto per ripristinare la libertà di navigazione nell'Atlantico, dove i micidiali sottomarini tedeschi bloccavano il traffico commerciale. Il 24 ottobre, usando nuove tecniche di infiltrazione e facendo largo uso di gas asfissianti, le truppe austro-tedesche sfondarono le linee di difesa sul fronte italiano. Oltre alla stanchezza dei soldati, a causare la sconfitta furono decisivi alcuni errori del comando supremo diretto dal generale Luigi Cadorna. L'esercito italiano fu costretto ad arretrare per oltre 150 Km e riuscì a fatica ad attestarsi e a fermare i nemici sulla linea del Piave. Quasi contemporaneamente in Russia una nuova rivoluzione fece prevalere il partito bolscevico guidato da Lenin, che sosteneva la necessità di una pace immediata: il 15 dicembre la Russia firma l'armistizio con gli Imperi Centrali ed esce dalla guerra. Il 1917 fu anche l'anno in cui in molti paesi (di entrambi gli schieramenti) i partiti socialisti cominciarono a organizzare massicce proteste contro la guerra, scoppiarono violente manifestazioni operaie, si verificarono numerosi casi di ammutinamento di soldati (40.000 solo sul fronte francese). Gli stessi governi cominciarono a capire che i sacrifici imposti ai soldati e alla popolazione erano durati troppo a lungo. Alcuni comandanti in capo furono rimossi: in Italia il generale Luigi Cadorna fu destituito e il comando delle operazioni venne assunto dal generale Armando Diaz. Cadde anche il governo e il primo ministro Antonio Salandra fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando. La guerra durerà ancora un anno. Per quanto riguarda l'Italia, ad un anno esatto da Caporetto (24 ottobre), l'esercito, dopo essere riuscito a resistere ad una grande offensiva degli austrotedeschi, con un violento contrattacco riuscì a sconfiggerli a Vittorio Veneto. L'Austria firmo l'armistizio il 4 novembre del 1918; la Germania l'11 novembre. ERMETISMO A partire dagli anni Venti, e per tutto il periodo fascista, si afferma in Italia una nuova poesia che rappresenta il passaggio definitivo dalla tradizione letteraria precedente alla poesia contemporanea. Le caratteristiche della corrente poetica, chiamata Ermetismo secondo la definizione del critico letterario Francesco Flora, sono le seguenti: la brevità del testo poetico, in cui le parole utilizzate vengono scelte con estrema cura per i loro effetti di suono e per la loro capacità di evocare altri significati, oltre a quello strettamente letterale; l'utilizzo di analogie tra immagini diversissime e distanti. Il risultato fu una poesia dai significati talvolta oscuri, spesso difficile da comprendere, in cui il poeta voleva esprimere il profondo mistero dell'esistenza, la realtà nascosta dietro le apparenze, la solitudine e la sofferenza che accompagnano l'esistenza umana. Uno dei poeti più rappresentativi dell'Ermetismo è Giuseppe Ungaretti. GIUSEPPE UNGARETTI Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto nel 1888 e qui trascorse, con la sua famiglia originaria di Lucca, l'infanzia e l'adolescenza. Nel 1912 si trasferì a Parigi per completare gli studi alla Sorbona ed ebbe modo di conoscere importanti personalità artistiche e letterarie del tempo. Tornato in Italia, si arruolò come volontario nella Prima guerra mondiale e combatté sul fronte austriaco e su quello francese. Le prime raccolte di liriche, Il porto sepolto e Allegria di naufragi, nascono dalle sue riflessioni sull'atrocità e sull'assurdità della guerra e sulla necessità che vi sia solidarietà e fratellanza tra gli uomini. Finita la guerra, fu corrispondente di vari giornali per conto dei quali viaggiò molto in Europa e in Egitto. Nel 1928, in seguito ad un soggiorno in un monastero, si avvicinò alla religione cattolica. Da questo momento importante della sua vita scaturì la raccolta Sentimento del tempo; in essa diede voce a sentimenti di fede, speranza e carità cristiana. Nel 1936 si trasferì in Brasile dove ricevette l'incarico di insegnare Letteratura italiana all'Università di San Paolo. In questa città visse la tragica esperienza della morte del figlio e, sconvolto per la perdita, scrisse una nuova raccolta di liriche intitolate Il dolore. Nel 1942 tornò in Italia per insegnare Letteratura moderna e contemporanea all'Università di Roma. In seguito ottenne molti riconoscimenti, segno di una fama ormai consolidata. Curò personalmente l'edizione completa dei suoi scritti poetici e in prosa, intitolata Vita di un uomo: con questo titolo, Ungaretti voleva sottolineare la forte componente autobiografica presente in tutta la sua opera. Morì a Milano nel 1970. Da Vita di un uomo: SOLDATI Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. (Bosco di Courton, luglio 1918) Ungaretti era già al fronte da tre anni quando scrisse questa poesia, divenuta famosissima, in cui il senso della precarietà esistenziale viene espresso con un'immagine rapida ma di grande suggestione. UNA COLOMBA D'altri diluvi una colomba ascolto. Un solo verso, un endecasillabo, è il frutto di una “folgorazione momentanea” dello spirito, come affermò lo stesso Ungaretti. Il volo di una colomba, dopo un temporale, richiama alla sua memoria tempi molto lontani. Due parole (altri diluvi) ci portano nel mistero di grandi diluvi primordiali dove, dopo la distruzione e la morte, si percepisce il frullare leggero di una colomba portatrice di pace e di speranza. MATTINA M'illumino d'immenso. E' la lirica più breve e una delle più famose del Novecento. Qual è il soggetto? Anche i critici se lo sono chiesto, dando risposte diverse. Per alcuni il soggetto è “io”, cioè Ungaretti, che con la luce chiara della mattina si anima di speranza per il nuovo giorno. Altri vedono come soggetto la mattina stessa personificata, per cui è l'inizio del giorno che si riempie, dopo la notte buia, di immensa luce. SERENO Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle che mi lascia il colore del cielo mi riconosco immagine passegera Respiro il fresco presa in giro immortale I FIUMI Il poeta, al fronte, durante una pausa dei combattimenti si bagna nell'Isonzo. Questo gesto gli richiama alla mente tutti i fiumi della sua vita: il Serchio, il Nilo, la Senna... Ripercorre così l'intera esistenza, nel momento più drammatico, quando non riesce a intravedere per sé un futuro e si sente come circondato dall'oscurità. (vedi cartaceo) FRATELLI Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità Fratelli (Mariano, 15 luglio 1916) C'è un avvicendamento di soldati al fronte. Nel chiedere a nuovi arrivati a quale reggimento appartengono, SAN MARTINO DEL CARSO Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E' il mio cuore il paese più straziato (Valloncello dell'Albero Isolato, 27 agosto 1916) San Martino del Carso, un paese che si trova lungo la linea del fronte, è stato quasi completamente distrutto dai colpi di cannone: non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti soldati, compagni del STATI UNITI D'AMERICA (UNITED STATES OF AMERICA) Gli Stati Uniti sono una repubblica federale comprendente 50 stati e il distretto federale di Washington (District of Columbia). Oltre al territorio della confederazione dipendono dagli U.S.A. alcuni territori insulari delle Antille e dell'Oceania; le Isole Vergini Americane, nelle Piccole Antille; l'isola di Puerto Rico, che forma uno stato libero associato agli Stati Uniti; la baia di Guantanamo nell'isola di Cuba, concessa come stazione navale nel 1903; l'isola di Guam, nelle Marianne, territorio non incorporato; le Samoa Americane, territorio non incorporato; le Marianne settentrionali, Commonwealth degli Stati Uniti dotato di governo autonomo; alcune piccole isole dell'Oceania come Midway, Wake e altre. La superficie totale della federazione è di 9.372.614 Km² con una popolazione di oltre 308 milioni di abitanti. Confini Gli Stati Uniti confinano a Nord con il Canada e a Sud con il Messico, a Est sono bagnati dall'Oceano Atlantico; a Sud-Est dalle acque del Golfo del Messico mentre a Ovest dall'Oceano Pacifico. Per quanto riguarda l'Alaska, essa confina a Est con il Canada mentre ad Ovest è separata dall'Unione Sovietica dallo Stretto di Bering, a Nord è bagnata dal Mare di Beaufort e a Sud dall'Oceano Pacifico. La morfologia del Paese Si possono distinguere da Est a Ovest tre grandi zone: il sistema Appalachiano, nella regione orientale; la regione delle pianure centrali o bacino del Mississipi; l'ampia zona delle Cordigliere a occidente formata da due serie di catene di andamento meridiano che racchiudono nel loro interno vasti altopiani. Zona orientale Il sistema dei Monti Appalachi nella regione orientale si estende dal confine canadese all'Alabama su una lunghezza di 1500Km e una larghezza variante da 100 a 250Km. Il paesaggio è caratterizzato da creste parallele separate da vallate interposte, di cui la più importante è la Great Valley. Ad oriente il sistema diventa più vigoroso, soprattutto nei Blue Ridge nei quali si trova la massima vetta: il Monte Mitchell 2037 m. I Monti Appalachi dominano un altopiano che a sua volta scende rapidamente sulla pianura costiera. I corsi d'acqua che ne discendono formano una serie di cascate e rapide che danno vita alla cosiddetta linea delle cascate ( Fall Line). Verso Nord gli Appalachi sono più bassi e separati da profonde valli formate dalle glaciazioni quaternarie. Particolare importanza ha la valle dello Hudson che sfocia a New York. La pianura costiera nella parte settentrionale è incisa dalle grandi baie del Delaware e di Chesapeake e da insenature che accolgono numerosi porti, come quelli di Boston, New York, ecc... mentre nella parte meridionale si allarga e a partire dal capo Hattera è orlata da numerose lagune, proseguendo verso sud nella penisola della Florida. Sul versante occidentale gli Appalachi diradano verso il Mississipi, formando l'altopiano dell'Ohio e del Tennessee, quest'ultimo ricchissimo di giacimenti carboniferi. Zona centrale La regione delle Grandi Pianure Centrali (Central Lowlands) si estende dai Monti Appalachi a Est e le Montagne Rocciose a Ovest ed è lievemente inclinata verso il golfo del Messico, rimanendo aperta a nord verso il Canada. Lungo il confine Canadese si trovano i Grandi Laghi, originati dai ghiacciai quaternari, che costituiscono un bacino di acqua dolce che si versa nell'Atlantico per mezzo del San Lorenzo. La loro altitudine non è uniforme, per cui sono uniti da corsi d'acqua che formano cascate come il Sault Sainte Marie tra il lago Superiore e il lago Huron, o quella celebre del Niagara tra l'Erie e l'Ontario. Con il San Lorenzo e una serie di canali, i Grandi Laghi formano una delle maggiori vie d'acqua interne di tutto il mondo. A Sud dei grandi Laghi si estendono vaste pianure erbacee: sono le praterie, chiamate così dai primi colonizzatori europei, particolarmente adatte alla coltivazione di cereali. A Ovest del 100° meridiano la pianura centrale, formata dai sedimenti dei fiumi, si va elevando verso le Montagne Rocciose. In questa zona nota come Great Plains, a causa dell'aridità e della scarsa fertilità, la vegetazione è limitata ad erbe dure e arbusti spinosi motivo per cui prevale l'allevamento estensivo. La pianura centrale lungo il corso del Mississipi, a valle della confluenza del Missouri e dell'Ohio, è una vera e propria formazione alluvionale che si allarga nella zona verso il Golfo del Messico, lungo la cui costa si trovano,ai due lati del vasto delta del fiume, numerose lagune litoranee. Zona occidentale La zona delle Montagne Rocciose (Rocky Mountains) è costituita da due serie di catene che che hanno andamento generale da Nord a Sud e includono nel loro interno una serie di altopiani. La catena orientale forma le vere e proprie Montagne Rocciose che dall'Alaska giungono fino al Messico, con numerose cime oltre i 4000 m, tra cui il monte Elbert (4401 m) nella Sawatch Range in Colorado. A Ovest delle Montagne Rocciose si allargano gli altopiani : a Nord quello attraversato dal fiume Columbia; al Centro, tra i monti Wasatch e la Sierra Nevada quello del Grande Bacino, una vasta zona arida e priva di deflusso al mare, le cui acque danno vita a laghi salati; a Sud quello del Colorado, alto in media 2000 m, un tavolato uniforme, arido, inciso da fratture nelle quali i fiumi hanno scavato gole profonde dette canyons di cui il più celebre è il Gran Canyon. Verso il Pacifico questi altopiani vengono chiusi da un'altra cordigliera che prende il nome di di Catena delle Cascate negli stati di Washington e Oregon mentre in California si chiama Sierra Nevada , qui si trova la cima più elevata degli Stati Uniti: il monte Whitney (4418 m), escludendo il McKinley (6194) che si trova in Alaska. Parallela a queste catene e separata da valli longitudinali corre , lungo la costa del Pacifico, scendendo ripida sul mare, la Catena Costiera, divisa in vari tronchi da valli fluviali. La maggiore interruzione è costituita dalla baia di San Francisco . Numerosi sono i porti naturali sul Pacifico: i migliori si trovano nel Puget Sound presso il confine settentrionale; nella baia di San Francisco al centro e nella baia di San Diego presso il confine col Messico. Negli Stati Uniti sono presenti alcuni vulcani attivi lungo la regione costiera che va dall'arcipelago Alexander alle isole Aleutine, attraverso la penisola dell'Alaska; altri nell'arcipelago delle Hawai. Nel Parco Nazionale di Yellostone , nelle Montagne Rocciose, c'è il più grande vulcano della parte continentale degli U.S.A., conosciuto come: il supervulcano. Il Clima Negli Stati Uniti il clima complessivamente è di tipo continentale ma, data l'enorme estensione del territorio, si notano differenze di clima considerevoli. In Alaska troviamo temperature di tipo subartico-polare; sulle cime degli Appalachi e delle Montagne Rocciose il clima è di tipo montano; nella zona dei Grandi Laghi diventa temperato e lo stesso si può dire per la zona delle Grandi Pianure ma procedendo verso le Montagne Rocciose diventa arido; lungo la costa del Pacifico è temperato caldo mentre diventa di tipo tropicale a Sud in Florida e lungo la costa del Golfo del Messico dove c'è un elevato tasso di umidità. Non sono rari fenomeni meteorologici estremi e le regioni costiere lungo il Golfo del Messico sono spesso soggette ad uragani. Storia Si ritiene che primi popoli che abitarono in origine il Nord America discendessero da gruppi di origine asiatica, che attraverso lo Stretto di Bering in varie migrazioni, fecero ingresso nel continente, creando nuclei tribali e sviluppando diverse culture. A loro più tardi gli europei diedero il nome generico di “Indiani” o anche “Pellerossa” a causa dell'usanza di alcuni nativi di dipingersi la pelle di rosso. Intorno al X secolo d.C. i vichinghi raggiunsero le coste settentrionali del continente americano, ma abbandonarono presto questa rotta a causa della grande distanza da coprire e dell'inospitalità delle terre in cui erano sbarcati. Nel 1492 Cristoforo Colombo sbarcando su un'isola delle Bahama, da lui chiamata San Salvador aprì la strada a nuovi viaggi di esplorazione del Nuovo Mondo da parte degli europei.Nel XVI secolo iniziò la vera e propria colonizzazione, e così inglesi e francesi occuparono il Nord America; portoghesi e spagnoli il Centro e il Sud mentre le isole del Centroamerica furono spartite fra Spagna, Francia, Inghilterra e Olanda. Gli Stati Uniti, formati da 13 colonie fondate dall'Inghilterra, furono i primi a conquistare l'indipendenza dalla patria, per opporsi ai pesanti dazi imposti. Il 4 luglio 1776 il congresso di Filadelfia, in cui erano rappresentate tutte le colonie, approvò la “Dichiarazione di Indipendenza” e dopo otto anni di guerra nel 1783 l'Inghilterra dovette riconoscerla e così George Washington fu proclamato primo presidente. Nel tempo si unirono gli stati che nascevano dall'avanzata dei pionieri nelle regioni dell'interno. Attualmente la Federazione conta cinquanta stati, che sono rappresentati nella bandiera con altrettante stelle; l'ultimo a farne parte fu lo stato delle Hawai (1960). Tra il 1861 e il 1865, gli Stati Uniti conobbero una sanguinosa guerra di secessione tra gli stati del Sud che volevano la separazione e che avevano un'economia basata sulle grandi piantagioni e il lavoro degli schiavi e gli stati del Nord, che erano unionisti ed avevano un'economia industriale in rapido sviluppo. La guerra fu vinta dai nordisti che abolirono la schiavitù ma negli stati sudisti iniziò la segregazione razziale. Nel XX secolo gli Stati Uniti parteciparono attivamente alle due Guerre Mondiali e nel 1945 furono tra gli stati fondatori dell'ONU e nel 1949 promossero l'istituzione della NATO, che impegnava alla reciproca difesa militare gli stati membri. Negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale le nazioni più potenti del pianeta risultarono essere gli USA e l'URSS ma ben presto si inimicarono e diedero vita a quella che passò alla storia come Guerra Fredda. Sebbene non si concretizzò mai in uno scontro diretto, il conflitto si basò sulla costante minaccia di devastazioni nucleari ed innescò la corsa agli armamenti. Nel 1962 gli Stati Uniti scoprirono che i sovietici stavano installando missili nucleari a Cuba. Il presidente Kennedy chiese a Kruscev di smantellarli e per boicottare i rifornimenti sovietici all'isola mise in atto un blocco navale. Per sei giorni il mondo si trovò sull'orlo di una guerra atomica, ma alla fine i sovietici accettarono le richieste di Kennedy in cambio dell'impegno americano a non attaccare Cuba. Negli ultimi decenni del XX secolo gli U.S.A. sono intervenuti in molti conflitti: guerra di Corea, guerra del Vietnam, guerra d'Afghanistan, guerra d'Iraq... Con la caduta del comunismo nel 1989 gli Stati Uniti divennero l'unica superpotenza mondiale. In questi anni, però, cominciò a profilarsi una nuova minaccia: l'integralismo islamico. L'11 Settembre del 2001 subirono un attentato che colpì le torri gemelle di New York e realizzarono, così, per la prima volta, la propria vulnerabilità di fronte al terrorismo. Popolazione Fin dal '600 in America migrarono francesi, olandesi e inglesi; sopratutto protestanti in fuga dall'Inghilterra a causa della persecuzione religiosa in atto nei loro confronti. Tra il 1600 e il 1700 anche gli africani arrivarono in America con la tratta degli schiavi. Verso il 1800 anche i tedeschi, gli irlandesi e gli scandinavi si spostarono in America e quasi il 70% degli immigrati italiani si diresse negli Stati Uniti. Attualmente gli abitanti sono 308 milioni. La densità di popolazione è altissima nelle città più famose, la zona più popolata è quella Nordorientale di antica urbanizzazione. Negli ultimi anni si sono espanse anche le zone urbane della costa pacifica sopratutto in California. Recenti statistiche ci dicono che il 79,6% della popolazione è bianca, di cui 15,8% ispanici e latinoamericani; il 12,9% della popolazione è afroamericana; il 4,6% asiatica e l'1% è di origine amerindia. I bianchi di origine anglosassone e protestante hanno ancora in mano il potere politico ed economico dello stato, ma non costituiscono più la maggioranza del paese. La lingua ufficiale è l'inglese ma sono ancora presenti, oltre alle lingue straniere, molte lingue native anche se poco parlate. La religione più praticata è quella protestante seguita da quella cattolica. Economia Dal punto di vista economico circa il 46% del suolo è utilizzato per agricoltura e allevamento sopratutto di bovini, per cui sono terzi nel mondo dopo India e Brasile, ma anche di suini e ovini. Nelle grandi pianure prevale la coltura dei cereali con enormi produzioni di grano (quasi la metà della produzione mondiale), mais, soia, avena e orzo. A Sud del paese si coltivano tabacco, cotone, lino, arachidi, barbabietole e canne da zucchero; nelle aree più calde sono diffusi frutteti e agrumeti. Vi è una grande produzione di legname e per quantità di pescato gli Stati Uniti sono ai primi posti nel mondo. Il suolo è ricco di petrolio, carbone fossile, ferro, rame, bauxite, zinco, piombo e molti altri minerali. Anche i metalli preziosi come oro e argento sono ancora largamente estratti. Per quanto riguarda l'industria sono la prima nazione nel mondo grazie anche alla notevole disponibilità energetica e alle abbondanti risorse idriche. Importanti sono l'industria manifatturiera, siderurgica, chimica, tecnologica, aeronautica, bellica, meccanica, automobilistica, conserviera, alimentare, tessile, turistica, cinematografica, ecc... Comunicazioni Le risorse agricole e lo sviluppo industriale hanno dato grande impulso alle vie di comunicazione. Vi è una vastissima rete di vie navigabili; grandi ferrovie; molte strade e autostrade ed inoltre numerosi aeroporti serviti da circa 30 compagnie. Città principali Washington è la capitale dove si trova la “Casa Bianca”; sorge vicino al fiume Potomac. Le città fa parte della vecchia megalopoli che comprende anche Baltimora, Filadelfia, New York e Boston. Altre città importanti sono: Chicago e Ditroit che si trovano nella regione dei grandi laghi; le californiane San Francisco e Los Angeles nella quale si trova Hollywood, sede della più importante industria cinematografica del mondo. OLIMPIADI Erano così chiamate nell'antica Grecia le feste e le gare panelleniche (giochi nazionali greci) indette ogni 4 anni presso il santuario di Zeus ad Olimpia. I primi Giochi olimpici moderni si aprono ad Atene il 6-5-1896. Il fautore della rinascita delle Olimpiadi è considerato il barone Pierre de Coubertin che, affascinato dai risultati degli scavi compiuti ad Olimpia nel 1881, ebbe l'idea di far rivivere i fasti dei giochi. Così, nel 1894, propose con molta convinzione all'Unione francese dello sport atletico di realizzare tale idea e fece approvare la formazione di un comitato olimpico con il compito di organizzare i Giochi. Venne stilato un programma che, opportunamente aggiornato e modificato, diventò la Carta olimpica, ancor oggi in vigore. Venne poi costituito il Comitato internazionale olimpico (CIO) con sede a Losanna il cui motto è “Citius, altius, fortius” (più velocemente, più in alto, più fortemente). Venne anche stabilito il cerimoniale dei giochi, da allora rimasto pressapoco invariato. La Carta olimpica riservava i Giochi – rigorosamente - ai soli dilettanti, ma l'evoluzione dello sport, le richieste di tempo e denaro indispensabili per ottenere risultati competitivi, hanno portato al superamento di questo principio. Di fatto dal 1988 le Olimpiadi sono diventate “open”, cioè aperte ai dilettanti ed ai professionisti. LA BANDIERA OLIMPICA Secondo l'interpretazione del CIO, i cinque cerchi della bandiera olimpica rappresentano i cinque continenti. Il Preambolo della Carta Olimpica, infatti, recita: “La bandiera olimpica presentata da Pierre de Coubertin fu adottata al Congresso Olimpico di Parigi del 1914. Include i cinque cerchi intrecciati, che rappresentano l'unione dei cinque continenti e l'incontro degli atleti di tutto il mondo ai Giochi Olimpici”. Inizialmente la disposizione dei cerchi era diversa da quella attuale, in una sequenza orizzontale, come anelli di una catena. Ogni cerchio ha un diverso colore: azzurro, giallo, nero, verde e rosso. Pierre de Coubertin scelse questi cinque colori, più il bianco dello sfondo, perché all'epoca erano i colori utilizzati in tutte le bandiere del mondo. In questo modo la bandiera olimpica, raffigurante i cinque cerchi in campo bianco, rappresenta tutte le nazioni della Terra. Il colore azzurro viene abbinato all'Oceania perché essa è formata da terre circondate dall'oceano, che è blu; il colore giallo viene abbinato all'Asia perché la maggior parte delle persone che vi abitano hanno la pelle con sfumature tendenti al giallo; il colore nero viene abbinato all'Africa in quanto la maggior parte delle persone che vi abitano hanno la pelle scura, tendente al nero; il colore verde viene abbinato all'Europa poiché richiama le distese di prati e foreste dell'Europa centrale, le steppe del nord e la tipica macchia mediterranea del sud e ovest del continente; il colore rosso viene abbinato all'America perché le sue montagne prendono un suggestivo colore rosso all'alba e al tramonto ed inoltre nel sud c'è la Terra del Fuoco. Riferendosi poi alle persone, in America Latina gli abitanti hanno una pelle tendente al rosso, mentre nel nord America vivono gli indiani pellerossa. STORIA DELLA BANDIERA OLIMPICA I cinque cerchi apparvero per la prima volta nel 1913, nell'intestazione di una lettera scritta da De Coubertin, li aveva disegnati e colorati lui stesso. Sempre quell'anno, il nuovo simbolo venne descritto nel numero di agosto della “Rivista Olimpica”. I cinque cerchi e la bandiera olimpica furono presentati ufficialmente al Congresso Olimpico di Parigi nel 1914. Gli ideali di universalità e fratellanza simboleggiati dai cinque cerchi erano una proposta molto innovativa per l'epoca, l'inizio del XX secolo, in un clima mondiale sempre più teso e segnato da forti nazionalismi, infatti pochi mesi dopo scoppiò la prima guerra mondiale. Il conflitto impedì lo svolgimento delle Olimpiadi del 1916 e quindi si dovette aspettare fino al 1920 per vedere la bandiera coi cinque cerchi in uno stadio olimpico. I cinque cerchi comparvero per la prima volta sulle medaglie olimpiche del 1924 a Parigi. Seguendo il crescente successo di pubblico delle Olimpiadi, aumentarono anche le applicazioni del simbolo dei cinque cerchi. Nel 1924 apparvero i primi souvenir con i cerchi olimpici, nell'Olimpiade invernale del 1928 il primo manifesto con la bandiera olimpica e nell'edizione estiva dello stesso anno i primi francobolli con i cinque cerchi. Attualmente l'uso dei cinque cerchi è strettamente regolamentato dal CIO. Di regola possono essere usati come parte dei loghi e dei segni distintivi dei Comitati Olimpici nazionali (il CONI in Italia), dei Comitati Organizzatori dei Giochi Olimpici, dalla città di Losanna, in Svizzera, che, in quanto sede del CIO, si avvale del titolo di “città olimpica”, e da quelle città L'EFFETTO SERRA