Uomo: origine ed evoluzione
1
Raffronto tra la storia della Terra e l’arco di
tempo racchiuso in un singolo anno solare:
•
1 gennaio (4,5 miliardi di anni fa) formazione della TERRA
•
Da Febbraio all’11 novembre(circa 4 miliardi di anni):
formazione delle molecole della vita e, verso la fine
dell’intervallo di tempo, la nascita e l’aggregazione delle cellule
•
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12 novembre(600 milioni di anni fa): prime forme di vita
20 novembre(500 milioni di anni fa): affermazione dei vertebrati
25 dicembre(75 milioni di anni fa): estinzione dei dinosauri
26 dicembre (60 milioni di anni fa): affermazione dei mammiferi
28 dicembre (16 milioni di anni fa): formazione dei primati
31 dicembre ore 12-14(150.000 anni fa): Homo Sapiens
Ore 23,59: costruzione della piramide di Cheope
15 secondi dopo la mezzanotte :nasce Gesù Bambino
4 secondi dopo: Leonardo dipinge la Gioconda
Vita
Dal Big Bang
2
3.7 miliardi
anni fa
Tutte le civiltà hanno cercato una
spiegazione per le nostre origini …
ad esempio
Gli indiani Maidu della California
pensavano che l’Essere Supremo avesse
costruito il mondo usando alcune grandi
tartarughe verdi raccolte nella profondità
dell’oceano. Egli poi creò l’uomo usando
della terra rossa e dell’acqua.
Altri sostenevano che la
vita avesse avuto origine in
qualche altro pianeta e che
poi avrebbe colonizzato la
Terra
3
Gli scienziati propongono una ipotesi diversa
Le scienze naturali non possono accettare nessuna delle teorie
proposte:
la prima perché
sperimentale,
sfugge
a
qualsiasi
indagine
di
tipo
la seconda perché sposta altrove i termini del problema (ci
chiederemmo infatti come la vita possa aver avuto origine
sull’altro pianeta).
La vita ha avuto origine per ……caso!
Singolarmente, tale ipotesi è la sola ad avere un sostegno
sperimentale.
4
L’esperimento di Miller
Nel 1953 l’americano Stanley Miller,
simulando la composizione della
primitiva atmosfera terrestre (metano,
ammoniaca, acqua e idrogeno) e le
condizioni energetiche di allora, raggi
ultravioletti e scariche elettriche da
fulmini, riuscì ad ottenere, nel giro di
una sola settimana, alcune molecole
organiche fra cui taluni amminoacidi, i
costituenti delle proteine.
In altri esperimenti del genere, condotti
a partire da miscele diverse di gas sono
stati ottenuti anche zuccheri, acidi
grassi e le basi azotate presenti nei
nucleotidi, i costituenti degli acidi
nucleici (RNA e DNA)
5
3,7 miliardi di anni fa
Vita
Oggi
Sole
& Pianeti
Stelle &
Galassie
Big
Bang
Nei mari iniziarono a
formarsi macromolecole
organiche che costituirono
strutture con attività
biologica.
La prima
forma di VITA sulla
TERRA!
4.9 miliardi anni fa
12 miliardi anni fa
14 miliardi anni fa
Dal Big Bang
3.7 miliardi
anni fa
6
2,1 miliardi di anni fa
Alcuni ceppi batterici
utilizzando l'energia solare,
l’acqua e l’anidride
carbonica, iniziarono a
produrre ossigeno
come sostanza di rifiuto.
In breve tempo
l’atmosfera inizia ad
arricchirsi d'ossigeno.
7
650 milioni di anni fa
. Nel mare fecero la
loro comparsa i primi
organismi animali
pluricellulari.
Erano organismi
estremamente
semplici, privi di parti
dure, simili a meduse,
coralli molli o dal corpo
vermiforme.
8
550 milioni di anni fa
Si differenziò la maggior
parte degli attuali gruppi
di invertebrati
pluricellulari, spugne,
madrepore e meduse,
vermi segmentati,
molluschi, artropodi dotati
di un robusto scheletro
esterno.
9
400 milioni di anni fa
Vivono in questo
periodo i primi
pesci dotati di
bocca mobile.
Da alcuni di questi
si differenziarono i
primi anfibi
10
Circa 260 milioni di anni fa
Tutte le terre emerse erano
riunite in un unico
supercontinente.
Il clima era torrido.
Vivevano in tale periodo i
primi Dinosauri.
11
195 milioni di anni fa
I Dinosauri dominavano tutte
le nicchie ecologiche.
Si formarono due masse
continentali,
una settentrionale (Laurasia)
e una meridionale(Gondwana)
12
138 milioni di anni fa
Differenziazione delle
piante e dei fiori; grande
diffusione degli insetti.
Uno o più meteoriti
colpiscono la Terra, con
l’estinzione di circa il
76% delle specie viventi.
.
13
41 milioni di anni fa
Inizia l’era dei mammiferi
(Gliptodonte, estinto, è l’antenato dell’armadillo)
14
16,5 milioni di anni fa
Comparvero i primi
primati ominoidi da
cui ebbero origine le
prime scimmie
antropomorfe.
15
Circa 6 milioni di anni fa, iniziò la linea
evolutiva dell’uomo..
Questi furono i primi
OMINIDI.
Diversi tipi di ominidi
vissero sulla Terra per I
successivi 6 milioni di anni,
alcuni anche nello stesso
tempo.
16
4 milioni di anni fa
Primo stadio
dell’evoluzione umana:
Australophitecus.
Era vegetariano e faceva
uso di semplici
strumenti in pietra, in
legno e ossa. Comparve
in Africa con diverse
forme.
17
Gli australopitechi
(dai 3 ai 2 milioni di anni fa)
Rappresentano una tappa
importante per la formazione del
genere homo.
Per essi si parla di bipedismo
facoltativo come è emerso dallo
studio dei resti di bacino con le
ossa iliache espanse per
consentire l’equilibrio, la posizione
del foro occipitale al centro della
base del cranio al di sopra della
colonna vertebrale e la colonna
stessa che assume un andamento
variamente curvilineo in modo da
scaricare la forza-peso anche
lateralmente.
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Australopitecus Anamensis
E’ la specie più antica. I pochi fossili
trovati presso il lago Turkana
risalgono a 4 milioni di anni fa e per
essi si è potuta documentare sia la
locomozione bipede che altri
caratteri tipici degli ominidi
successivi come l’elevato spessore
dello smalto dentario.
19
Australopitecus Afarensis
Si tratta della famosissima Lucy.
Numerosi sono i reperti fossili, anche
se, risalendo a 3,6 milioni di anni fa,
molto frammentari.
Molti trovati nella zona dell’Etiopia
attuale.
E’ probabilmente il tronco del nostro
albero.
Al suo gruppo vengono attribuite le
altrettanto famose impronte di Laetoli
in Tanzania.
20
Le impronte di Laetoli…..3,6 milioni di anni
Un gruppo di famiglia
marcia mentre in lontananza si sentono i cupi brontolii del
vulcano Sadiman in eruzione……..
21
Lucy
L’Australopithecus afarensis, denominato Lucy (da una
canzone dei Beatles), è il più completo degli
australopitechi finora conosciuti.
Gli Etiopi l’hanno chiamata "Denkenesh" ("Sei
magnifica").
Questa ricostruzione di Lucy è stata realizzata grazie a
una serie di immagini speculari delle ossa mancanti.
Era ancora molto piccola: la sua statura non superava
il metro e 10 cm (all’incirca quella di un bambino di sei
anni), e non pesava più di una trentina di chilogrammi.
Anche il volume del cervello è modesto: con i suoi 340
cm³ è paragonabile a quello di uno scimpanzé adulto di
piccola mole.
Da uno studio delle ossa del suo scheletro risulta che
Lucy camminava in posizione eretta e poteva ancora
arrampicarsi sugli alberi
22
Australopitecus Africanus
Continua l’evoluzione del cinto pelvico e siamo a 2 milioni di anni fa
23
1.6 milioni di anni fa
Vive l' Homo erectus,
dotato di tratti
particolarmente massicci e
robusti.
Alto poco più di un metro,
camminava completamente
eretto.
L’Homo erectus realizzava
utensili elaborati (tra i quali
l'ascia), scoprì il fuoco,
cominciò a cacciare grossa
selvaggina e ad abitare in
luoghi fissi. . . .
24
Nel cuore del Sahara
Il terreno è cosparso di
numerosi utensili in
pietra, le amigdale.
Si possono trovare anche
delle asce con un’unica
lama dritta e affilata.
Questi strumenti sono noti
tanto in Africa, quanto in
Asia e in Europa
Si assomigliano tutti e sono stati lavorati con
tecniche di taglio rimaste invariate per millenni. Con
un’amigdala molto rudimentale o un punteruolo si
potevano estrarre i tuberi dalla terra
25
Homo Habilis
Continua l’evoluzione
specialmente a carico del cranio
e dei denti ed aumentano
notevolmente i ritrovamenti di
manufatti in pietra che
giustificano l’appellativo di
habilis.
26
Lame in selce
Una di queste due lame
in selce del Paleolitico
superiore, non
modificata, poté servire
come semplice coltello.
L’altra ha un’estremità
smussata ed è stata
forse usata come
raschiatoio
27
Homo Ergaster
Comparso circa 2 milioni
di anni fa, è la specie di
ancoraggio per tutti gli esseri
Homo successivi.
Presenta un aumento
significativo sia nell' altezza
che nella massa ossea: i
maschi misuravano 1,6 m per
65 Kg, la capienza del
cervello è aumentata a 850cc.
28
Cranio di Ceprano
Nel marzo del 1994 in alcuni sedimenti di una
valle fluviale dell’Italia centrale, nei pressi di
Ceprano (Frosinone), è stato rinvenuto un
cranio risalente alla fine del Pleistocene
Inferiore, circa 900-800 mila anni fa.
Il fossile di Ceprano appartiene al genere
Homo e mostra caratteri molto particolari
avvicinandosi sia a reperti di Homo ergaster
che di erectus o heidelbergensis.
Altri specialisti ritengono che il cranio di Ceprano possa
rappresentare una sorta di “ponte” tra gli antenati della specie
moderna Homo sapiens (in Africa) e dei Neanderthal (in Europa).
E’ indubbio che il ruolo del reperto italiano più famoso sia ancora da
approfondire e che vedrà ulteriori sviluppi quando maggiori
scoperte faranno “luce” su quel periodo ancora oscuro che è il
Pleistocene Inferiore.
29
Homo Heidelbergensis
Viveva circa 800.000 anni fa ed è rappresentato
da vari crani con le caratteristiche di erectus, di
neanderthalensis e di esseri umani moderni.
Gli hidelbergensis sono solitamente meno
robusti degli erectus, ma più degli esseri umani
moderni; la fronte è meno sfuggente.
Diffuso in Africa, in Europa e nel Medio Oriente,
ha sviluppato nuove tecniche di caccia e, con
una dieta più ricca, ha ottenuto come risultato
l’aumento della massa corporea.
30
L’uomo di Altamura
Da alcuni familiarmente
soprannominato Ciccillo, è ... uno
dei nostri.
Scoperto nel 1993 in una grotta
carsica nei pressi di Altamura, è una
forma arcaica di Homo
Neanderthalensis: è stato infatti
indicato come Homo Arcaicus.
La stima della datazione prevede un
intervallo tra 400mila e 100mila anni
fa, con valori più probabili intorno a
150-250mila anni fa, sta cioè fra
l’Homo erectus e il Neanderthal,
quasi contemporaneo dell’Homo
sapiens.
31
Homo neanderthalensis
Vive in Europa a partire da circa
250.000 anni fa e qui rimane fino
alla sua estinzione, avvenuta
poco meno di 30.000 anni fa.
La capacità cranica era un po’ più
grande degli esseri umani
moderni (1450cc in media, ma
grande anche 1800cc o più);
presentava una mascella
sporgente, mento debole e una
fronte sfuggente.
Con tale ominide si hanno le
prime forme di seppellimento dei
defunti.
32
Sepoltura di un uomo di Neanderthal
(circa 60.000 anni fa)
33
200.000 di anni fa
Compariva l'Homo sapiens,
cioè l'uomo dotato di
raziocinio.
La cultura della forma
sapiens si presenta assai
evoluta sia nel lavoro della
pietra e anche dell'osso, sia
nelle raffigurazioni dell'arte
parietale e mobiliare, sia
nelle pratiche funerarie
34
I primi Homo sapiens raggiunsero l'Europa
circa 50.000 anni fa e condivisero l'habitat con i
neandertaliani per oltre 20.000 anni, ma i rapporti
intercorsi tra le due specie non sono ancora
chiari. Studi genetici suggeriscono che
neanderthal si sia evoluto indipendentemente,
come discendente di forme ominidi simili ad
heidelbergensis, senza scambio culturale o
genetico significativo con i sapiens.
35
Considerazioni
Dopo questa breve carrellata sui
nostri antenati, è doveroso fornire
una spiegazione sul meccanismo
che ha reso possibile tali eventi e
che tuttora procede, sempre molto
lentamente ma inesorabilmente.
Nonostante il nome con il quale
viene comunemente designata, da
decenni la teoria dell’evoluzione
non è più una semplice teoria, ma
una solida combinazione di fatti e
concetti che riceve ogni giorno
nuove conferme teoriche e
sperimentali.
Nulla in biologia ha senso se non
alla luce dell’evoluzione che ha
avuto luogo nel passato ed è
tuttora in atto.
36
Melanismo industriale
Non sempre l’evoluzione impiega tempi
lunghi: alcuni batteri, per esempio, si
adattano abbastanza rapidamente alla
penicillina.
Un caso famoso di adattamento evolutivo
dovuto all’ambiente è quello che si
verificò attorno al 1850 in certe zone dell’
Inghilterra.
Prima dell’industrializzazione, i tronchi
delle betulle avevano il loro normale
colore chiaro. Pertanto, quando erano
posate su di essi, le Biston betularia di
colore chiaro erano difficilmente
individuabili dagli uccelli, mentre quelle
di colore scuro, risaltavano.
Dopo l’industrializzazione, la corteccia
dei tronchi di betulla si sporcò e divenne
scura. In quelle condizioni furono le
farfalle scure che divennero meno visibili,
mentre divennero più facilmente
individuabili quelle chiare e perciò facile
preda degli uccelli. Oggi il 90% delle 37
Biston di quelle regioni sono scure.
Evoluzione lineare?
Da quanto visto finora,
osservando anche le varie
rappresentazioni dell’uomo in
evoluzione….. dalla pelosa
scimmia antropomorfa all’aitante
giovane finale, sembrerebbe che
l’evoluzione dell’uomo sia stata
lineare: da una specie sia derivata
un’altra.
Il DNA mitocondriale
racconta tutta un’altra
storia
38
Il DNA mitocondriale
Si tratta del DNA collocato nei mitocondri, organuli cellulari nei
quali avviene la respirazione cellulare.
Esso si presta all’indagine evoluzionistica
molto di più del DNA nucleare per varie
ragioni: primo perché formato da un numero
relativamente esiguo di molecole, secondo
perché, essendo trasmissibile solo per via
materna, non presenta la complicazione del
mescolamento col DNA paterno, infine perché
è disponibile in quantità rilevanti nei campioni
da analizzare essendo i mitocondri presenti in
ciascuna cellula in numero di centinaia o di
migliaia rispetto ad un solo nucleo.
39
Confrontando infatti i mt-DNA
delle varie specie sia fossili che
attuali, l’evoluzione, piuttosto
che lineare o ad albero, è
risultata “a cespuglio” nel
senso cioè che varie specie
sono esistite
contemporaneamente, alcune si
sono evolute, anche adattandosi
all’ambiente, altre si sono
estinte……così come per
esempio è avvenuto al famoso
Homo di Neanderthal, un tempo
ritenuto uno dei nostri nonni: il
suo mt-DNA lo esclude, anzi
sembra addirittura che non fosse
interfecondo con l’altro Homo
Sapiens e si sia estinto senza
lasciare discendenti.
40
Il DNA
Il DNA è una catena
polinucleotidica i cui
elementi variano la loro
disposizione a seconda
del tipo di cellula della
quale fanno parte.
L’analisi delle sequenze di nucleotidi che costituiscono porzioni
omologhe(con la stessa funzione) di DNA permette di stabilire il
grado di parentela evolutiva fra due specie: maggior grado di
somiglianza nelle sequenze corrisponde a una più stretta
parentela evolutiva.
Questo tipo di analisi permette di confrontare in modo diretto le
caratteristiche di organismi diversi anche nei casi in cui sarebbe
difficile un confronto morfologico; se per esempio si vuole
confrontare un batterio con un uomo, questo è possibile con la
biologia molecolare in quanto tutti gli organismi hanno almeno
alcuni geni in comune come, ad esempio, quelli per alcune
41
proteine.
Lo stesso tipo di analisi si può eseguire confrontando le
sequenze di amminoacidi che caratterizzano quelle proteine che
sono presenti, con la stessa funzione in tutti gli esseri viventi;
queste, oltre ad ampie regioni identiche, presentano differenze
nella sequenza di amminoacidi che non ne modificano la
funzionalità.
Questo fenomeno si spiega ammettendo che le differenze nelle
sequenze siano dovute a mutazioni casuali, indifferenti dal punto
di vista della selezione naturale (neutrali) e che si sono
accumulate nel corso dell’evoluzione.
Se ammettiamo che queste mutazioni neutrali compaiono con un
ritmo mediamente costante nel corso dell’evoluzione,
quantificando le differenze comparse in un certo intervallo di
tempo possiamo valutare il tempo trascorso fra un evento
biologico e un altro.
42
Lo studio delle sequenze di aa di
proteine omologhe permette quindi di
ricostruire “l’albero genealogico” di
una specie basandosi sul principio che
una maggior somiglianza nella
sequenza corrisponde a una più stretta
parentela evolutiva, confermato dalla
correlazione con dati paleontologici
che permettono di stabilire il momento
in cui si è verificata la separazione fra
due linee evolutive.
Una proteina molto
usata per questo tipo di
indagini è
l’emoglobina.
Il confronto tra le
sequenze
aminoacidiche
dell’emoglobina, per
esempio, fornisce
risultati interessanti
proprio nei vari gruppi
di Primati, grazie al
fatto che il tasso di
variazione degli aa che
formano le catene
dell’emoglobina è
piuttosto elevato,
quindi questa proteina
si modifica in modo
relativamente rapido
43
Nasce la Paleogenetica
Il 1997, dieci anni fa, è stata una data storica
per l’incontro tra due discipline:la
paleoantropologia, da un lato, e la biologia
molecolare, dall’altro, ovvero quella branca
della biologia molecolare che da qualche
tempo è anche in grado di studiare segmenti
di DNA che ancora si conservano in ossa e
denti antichi ed anche fossili risalenti fino a
40-50.000 anni fa.
44
Il mt-DNA antico
Bryan Sykes, docente di Genetica
umana all’Università di Oxford, nel 1989
ha pubblicato su Nature il primo
reportage sull’estrazione di materiale
genetico da reperti ossei archeologici.
Con la sua équipe ha compilato, in base
alla raccolta dei dati sul DNA, l’albero
genealogico più completo della nostra
specie.
45
Nel 1994 Sykes fu incaricato di
esaminare il corpo congelato di
Ötzi, l’uomo di Similaun, vissuto
oltre 5.000 anni fa e rinvenuto tra
i ghiacci delle Alpi orientali.
Attraverso lo studio del codice
del DNA, Sykes riuscì a
rintracciare nientemeno che un
discendente di Ötzi: una donna
inglese tuttora vivente.
46
Il genoma del Neanderthal
Nel novembre 2007, “Nature” e “Science” hanno pubblicato il
risultato delle ricerche sul sequenziamento di parte del genoma del
Neanderthal. Lo studio, fatto prelevando il DNA da un femore di
38.000 anni fa, fa risalire la data di separazione fra l’uomo moderno
e il Neanderthal, a 370.000 anni.
47
L’orologio molecolare
Altro vantaggio del mt-DNA consiste nel fatto che il ritmo di
mutazione è costante, quindi, contando il numero di mutazioni di
una specie rispetto a un’altra, è possibile sapere quando queste
due si sono separate nell’albero evolutivo.
Gli studi molecolari hanno dimostrato che dal punto di vista
genetico siamo molto simili agli scimpanzè, quindi che la
separazione tra la nostra specie e lo scimpanzè è relativamente
recente.
48
La madre di tutti noi
Lo studio sul mt-DNA in popolazioni viventi della nostra specie
provenienti da varie regioni geografiche suggerisce che le varie
sequenze di mt-DNA si siano evolute dalla sequenza di un
antenato comune che i ricercatori hanno soprannominato “Eva
mitocondriale”, vissuta in Africa circa 150.000 anni fa.
49
OUT OF AFRICA
Circa 50.000 anni fa,
partendo dall’Africa,al
cambiare del clima e
molto probabilmente
delle capacità
cognitive del nostro
cervello, la nostra
specie ha invaso tutto
il pianeta.
50
Grazie alle nostre capacità, abbiamo inventato modi di vita diversi,
formando una miriade di comunità tutte derivanti dallo stesso
ceppo genetico ma con abitudini e culture diversificate. Si sono
così sviluppate diverse civiltà autonome che poi spesso si sono
incontrate e, talvolta anche scontrate.
Analizzando le caratteristiche genetiche di popolazioni umane che
vivono in continenti diversi, la quantità di variabilità genetica che
si trova all’interno dei gruppi di individui analizzati è molto
superiore a quella che li distinguerebbe gli uni dagli altri.
In altre parole, sono molto di più le rassomiglianze fra individui
appartenenti a due diverse popolazioni di quanto non ve ne siano
all’interno dell’una o dell’altra.
51
CONCLUSIONE
Homo sapiens è un’unica e grande specie, giovane geneticamente,
variabile più all’interno delle popolazioni che non nel confronto fra
queste, distribuita in tutti gli angoli del globo ed ecologicamente
assai pericolosa, tanto da mettere a repentaglio la sopravvivenza
delle altre specie viventi.
Siamo un po’ come il popolo antico dell’isola di Pasqua, Rapa Nui,
che sfruttò senza criterio la piccola terra nella quale viveva,
provocando il deserto intorno a sé e causando il proprio stesso
annientamento. Ma non voglio prevedere il futuro, né ho titoli per
farlo, e poi... tutto questo mi mette tristezza, preferisco concludere
con una rapida rassegna dei capolavori d’arte dei nostri antenati
52
più antichi.
Le prime forme di uomo
moderno a noi note (Homo
sapiens ) compaiono nel
Vicino Oriente e nell’Africa
del nord circa 90.000 anni
fa. Sono coeve agli ultimi
neandertaliani (Homo
sapiens neandertalensis)
di cui progressiva-mente
prendono il posto. Più di
30.000 anni fa, l’evoluzione
e il successivo apogeo
delle tecniche artistiche
testimoniano lo sviluppo di
un pensiero di tipo
simbolico
53
Grotta di Lascaux (Dordogna, Francia),
scoperta nel 1940
54
Lascaux, una grottasantuario
Meravigliosamente
conservata, ci offre
l’immagine perfetta e rara di
un santuario organizzato e
di raffigurazioni policrome
monumen-tali pur all’interno
di una grotta di modeste
dimensioni. Soggetti: felini e
bovini, cervi, cavalli,
accompagnati da segni non
figurativi. Il luogo è stato
frequentato, circa 17.000
anni fa, per alcuni secoli.
Aperta al pubblico nel 1948,
fu chiusa nel 1963 per la
proliferazione di batteri e
alghe verdi nocive.
55
I primi esempi di preoccupazioni non più soltanto rivolte alle necessità
della vita quotidiana risalgono al Paleolitico medio.
Le prime sepolture sono neandertaliane.
Le tracce rituali indicano che da questo periodo in poi il morto può essere
oggetto di un trattamento particolare, ma resta difficile interpretare questi
fatti in modo coerente. Tuttavia essi sono testimonianza di un sentimento
alimentato dalla convinzione che i defunti continuino ad agire dopo la
morte, rendendo necessaria la presenza di utensili, di cibo e di oggetti
non strumentali come fiori o corna
di animali. Questi dati, che non
bisogna interpretare con troppa
immaginazione, sono sufficienti a
rivelarci un universo intellettuale
simile al nostro, contrassegnato
dalla solidarietà umana.
Cro-Magnon raffinato
L’uomo della grotta del Cavillon
(Sungir, Russia). è acconciato con
un copricapo di conchiglie
56
Coppe del Placard
Le calotte craniche, rinvenute durante la seconda metà del XIX secolo
dall’archeologo A. de Maret nella grotta del Placard a Vilhonneur
(Charente, Francia), hanno scatenato l’immaginazione.
Si trattava di trofei, di coppe per bere, o forse i loro sfortunati
proprietari erano stati vittime del festino di avidi antropofagi
57
Pensare l’aldilà
In Europa sono state rinvenute
molte decine di sepolture databili al
Paleolitico superiore.
Il defunto è sempre adagiato in una
fossa, ora in posizione supina, ora
ripiegata; talvolta la testa è protetta
da pietre.
Spesso indossa i suoi ornamenti
più belli e accanto gli è stato
collocato un eccezionale arredo
funerario.
Sepoltura di Sungir (Russia)
Migliaia di piccole perle
arricchiscono il vestito funerario
58
Statuette femminili del
Paleolitico superiore
Sono tutte simili tra loro, provengano
esse dal Périgord (Francia), dall’Italia
e dall’Austria, o dall’Est europeo. I
tratti del VOLTO non sono indicati. I
seni, il ventre, i fianchi e i glutei sono
esasperati, mentre gli avambracci e i
piedi spesso sono atrofizzati o
addirittura inesistenti. Il profilo di
queste statuette, viste di fronte o di
schiena, è quello di una losanga.
Questa "Venere" proveniente da
Willendorf (Austria) misura 11 cm ed
è stata scolpita in roccia calcarea;
conserva qualche traccia di colore
rosso
59
Pech-Merle - I due cavalli di Pech-Merle (Lot, Francia), isolati su un
pannello lungo 4 m, sono stati dipinti con la tecnica dello stampino,
usando le mani come schermo (mascherino) e soffiando negli spazi
liberi la pittura liquida. Sono infatti accompagnati da impronte di mani
in negativo, talvolta con i pollici ripiegati di profilo. Questa tecnica è
60
stata utilizzata anche a Lascaux.
Volto di Altamira
Questa figura umana - "maschera" o "fantasma"
- è stata eseguita su uno spigolo naturale della
roccia nella grotta di Altamira in Spagna
Venere di
Mezhiricÿ
(Ucraina)
Figura femminile
molto stilizzata,
della fine del
Paleolitico
61
La signora col cappuccio
Signora col cappuccio di
Brassempouy (Landes,
Francia).
È il volto più antico
dell’umanità (20.000 anni),
privo di bocca.
Profilo maschile di
La Marche (Francia)
In quest’incisione su
pietra, il profilo assume
tratti animaleschi nel
prolungamento del naso
e della bocca.
62
Cavallo che
salta di
Bruniquel
Dischetto rosso (Mas d’Azil).
Le due facce incise con l’immagine
Di una vacca ed un vitello
L’atteggiamento del
cavallo, con le zampe
anteriori piegate nell’atto
di saltare, è stato suggerito
– come per il "bisonte che si
lecca" - dalla forma allungata
del supporto (corno di
renna). Particolare cura è
stata dedicata ai dettagli del
pelame
63
Cavallo di Vogelherd
Questo piccolo cavallo in avorio (lungo 5 cm) è stato
rinvenuto, insieme ad altre sculture zoomorfe, nel sito
di Vogelherd (bacino superiore del Danubio, Germania
del sud).
Risale a 32.000 anni ed è una delle più antiche
sculture conosciute
64
Blocco scolpito di Roc de Sers
65
•Diversità: all’interno di una stessa specie tutti gli individui
sono diversi tra loro
•Competizione: a causa della dura lotta per sopravvivere,
persino il più piccolo vantaggio fa la differenza tra la vita e la
morte
•Ereditarietà: una caratteristica vantaggiosa si propagherà a
gran parte della specie, attraverso la trasmissione genetica.
Questi tre fenomeni, insieme, fanno in modo che una specie si
modifichi passo dopo passo. La teoria dell’evoluzione, così
come è stata concepita da Charles Darwin, si può riassumere
in poche parole:
La varietà all’interno di una specie, la dura competizione in
natura e l’ereditarietà producono un graduale cambiamento
della specie.
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Where do we come from?
L'Homo sapiens è l'unica specie umana ancora esistente.
Vive in tutti i continenti laddove l’ambiente, intervenendo
sull’”involucro” esterno (fenotipo), ha consentito la
diversificazione dell’aspetto fisico, del colore della pelle e altre
caratteristiche dovute alla posizione geografica e
all’alimentazione.
Il patrimonio genetico è fondamentalmente simile
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Omaggio a Darwin
“In ogni grande regione del mondo i mammiferi esistenti sono
intimamente affini alle specie estinte della stessa regione.
E’ quindi probabile che l’Africa fosse abitata primieramente da
scimmie estinte strettamente affini al gorilla e allo scimpanzè; e
siccome queste due specie sono ora i più prossimi affini
dell’uomo, è in certo modo più probabile che i nostri primi
progenitori vivessero nel continente africano che non altrove.”
CHARLES DARWIN, L’origine dell’uomo-1875
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