Crescere figli altrui. Lo stile di vita familiare
Sul piano psicosociale, oggi, più che in passato, essere famiglia esprime uno stile di vita che è altamente
formativo per i propri componenti. Potremo definire lo stile di vita come un concetto psicologico relativo
alla personalità individuale umana, aderendo pienamente a quanto affermato Alfred Adler, medico e
psicologo austriaco che ha dato origine a un ramo della psicologia definito Psicologia Individuale Adleriana
[vedi Wikipedia].
Se prendiamo in considerazione un bambino, il suo stile di vita attuale e futuro sarà condizionato dai fattori
espressi dalla figura seguente.
Lo stile di vita può essere definito come il modo di interpretare se stessi all'interno della realtà nella quale si
è naturalmente inseriti, ossia la vita, considerata come insieme di fattori biotici e fattori abiotici. Si tratta di
un concetto individuale, ossia variabile da persona a persona e conseguenza di numerosi fattori sociali
come il complesso di inferiorità/superiorità, il senso di compensazione legato all'inadeguatezza sociale o
alla forte competenza, la stima di sé stessi e la convinzione dei propri mezzi. I temi sociali rivestono
un'importanza prioritaria nel concetto di stile di vita poiché i principali problemi dell'essere umano, incluso
quello dell'appagamento dei bisogni individuali, si riflettono in problemi di relazione con gli altri, senza i
quali l'uomo non può essere considerato nel suo insieme.
Nell'adulto lo stile di vita si conforma a due essenziali modelli che non si escludono, ma che si integrano,
dove l'uno può prevalere sull'altro.
Il primo è regolato dal senso collettivo e si basa sulla relazione. E' esemplificato dal modello dove il
comportamento individuale è modulato da equilibri di relazione con altri. Gli aspetti positivi di questo stile
sono l'alterità e l'agire sul collettivo per esprimere se stessi. Le derive sono i condizionamenti sociali, il
conservatorismo, la perdita di creatività individuale.
Il secondo si basa su una forte considerazione di individualità che mal si raccorda con l'ordine del contesto.
Gli aspetti positivi sono la creatività, l'accettazione del diverso, l'autonomia. Le derive sono l'individualismo,
l'onnipotenza, ma anche l'abbandonarsi e la rassegnazione.
Bisogna però considerare l'adulto anche nell'ambito della sua natura biologica, e come le differenti età
biologiche ed evolutive determinano condizionamenti che agiscono sullo stile di vita. Nella figura seguente
abbiamo uno schema riassuntivo delle aspettative e della necessità di prevenire con un giusto
comportamento le modificazioni degenerative biologiche comprese le malattie. Ne consegue che è
necessario valutare lo stile di vita in relazione all'età ed allo stato di salute.
Al contempo si comprende come ogni fase della vita abbia componenti prevalenti o di necessità di forte
relazione (ad esempio quando si è giovani e quando si è vecchi) o di forte individualità (ad esempio nella
prima infanzia e quando nell'età matura si è in carriera e si vuole affermare se stessi). Si noti nella figura
come la spiritualità sia una componente che solitamente si affina con l'età, ma che si basa sui vissuti
individuali, sulla loro interpretazione e sulla necessità di adeguare costantemente la comprensione del
mondo al proprio stato biologico ed esperienziale.
L'agire umano in un contesto che muta, in una umanità che muta, in un futuro che con l'età si fa più breve
rende le sicurezze materiali meno certe e le interpretazioni adattative più certe. Un esempio concreto di
come lo stile di vita non sia un fatto aleatorio, ma divenga, per un bambino prima e poi per un adulto, una
forte modalità di interpretazione dell'essere in una socialità consumistica è illustrato nella seguente tabella.
Il confronto si genera mettendo in relazione la civiltà dei consumi compulsivi e la civiltà dei consumi
consapevoli.
Dal punto di vista pratico, esistono diverse correnti di pensiero volte a definire uno stile di vita, cercando di
giungere a un'interpretazione oggettiva e dunque svincolata da variabili individuali. Si sente spesso parlare
di persone convinte di seguire lo stile di vita migliore, tuttavia non sempre coincidenti per via del fatto che
ognuna ha proprie esigenze, variabili a seconda delle abitudini.
Lo studio dello stile di vita riguarda oggi soprattutto la teoria sociale cognitiva che riveste un ruolo
estremamente importante nella psicologia sociale contemporanea, in particolare sul versante di studio
della personalità (vedi i lavori di Albert Bandura). Da questo modello hanno preso il via numerose ricerche
in campo applicativo dallo studio della famiglia allo studio del mercato, costituendo il cognitivismo. Un
modello di studio che affronta l'analisi delle condotte individuali incentrata sui contesti sociali che vedono
tali condotte esprimersi.
Il moderno concetto di stile di vita individuale o familiare può essere espresso dalla figura seguente.
Ognuno di noi apporta un tassello personale originale entro un edificio già preformato e l'insieme di questi
edifici tra loro diversi costituisce la società di quel tempo sociale e storico.
Nei ragazzi, ma anche negli adulti più sensibili al contesto, ad esempio consumistico, la percezione di
relazione può essere molto forte. Viene solitamente espressa in termini di marketing con percezione del
brand (i-phone, vestiti firmati, marca dell'automobile, orologi, ecc.). Questa percezione di relazione ha
effetto sia diretto sullo stile di vita (più inconscio che conscio), sia indiretto sui comportamenti del singolo
(più conscio che inconscio). L'effetto del brand può portare ad accettazione del modello proposto o a
rifiuto, di qui l'azione sullo stile di vita individuale.
Più spesso si ha in effetti un processo interattivo dove le quote di individualismo si mescolano alle quote di
relazione collettiva. Questo processo di interazione da un lato viene usato da chi vuole imporre il brand
(politico, religioso, attore di mercato economico, ecc.) dall'altro determina una costruzione di priorità
nell'individuo che in relazione al suo stato biologico, al suo stato di età e di salute compie azioni apparenti
di incongruità logica, ma di alta significatività individuale. Ne sono esempi desideri e azioni illogiche sul
piano sostanziale, ma fortemente motivate sul piano individuale (acquisto di una spider in tarda età,
desiderio di cambiare partner, desiderio di "essere come gli altri" oppure desiderio di essere "diversi dagli
altri", ecc.).
Viviamo uno stile di vita che continuamente si modifica perché subisce l'integrazione della percezione del
brand, l'interazione con il contesto, le conseguenze dell'agire in continuo aggiornamento percettivo. Anche
l'individuo più conservatore subisce questo meccanismo, semplicemente perché raccoglie solo informazioni
che gli confermano il suo conservatorismo, la sua chiusura. Per i più creativi sarà invece la ricerca del nuovo
per il nuovo che determineranno continui cambiamenti anche parossistici.
I genitori vivono lunghi anni con i figli e con loro vivono una relazione individuale e di contesto. L'azione del
contesto su entrambi è fortemente condizionante in alcune età della vita, mentre l'individualità lo è per
altre. Essere famiglia e trasmettere il senso della famiglia significa anche cercare di armonizzare queste fasi
tra genitori e figli. Significa riuscire ad armonizzare le fasi individuali e le fasi di relazione in modo che
possano essere lette con coerenza dai figli. Una madre fortemente individualista, estrosa, e dal forte
carattere finirà inevitabilmente con incidere sulla formazione dei figli, come d'altra parte lo sarà una madre
condiscendente, sacrificale, che annulla la propria personalità per il senso del collettivo familiare.
Scavare in questo campo è voler scoprire l'acqua calda? Se ci pensiamo non è così. Nella nostra vita ciò che
apparentemente è banale e ovvio, spesso ci sfugge. Perdiamo l'attimo in cui poter incidere nella nostra vita
e in quella altrui. Bisogna allenarsi per essere pronti alla gara, al momento topico decisivo. Non è possibile
prendere la decisione giusta la momento giusto se prima nell'inconscio o nel conscio inespresso non si sono
compiute le esplorazioni del proprio spirito, del proprio pensiero che sono i prodromi dell'azione agita.
Prendiamo la famiglia accogliente. Socialmente è considerata a rischio perché si pone su un esiguo confine
tra il pericolo del baratro in un contesto ingovernabile e la sicurezza del certo, del solido, del non rischioso.
Allora perché farlo? Guardate l'espressione del gatto, sembra dire: io sto bene qui, cosa volete da me?