DIREZIONE DIDATTICA “S.G. BOSCO” CAMPOBELLO DI MAZARA _______________________________ CONCORSO “IO LO SO FARE” Percorso formativo “Profumi e sapori della nostra terra” Anno Scolastico 2009-10 Il cibo è un potente medium, un mezzo di comunicazione, attraverso il quale l’attore sociale esprime se stesso, comunicando agli altri il proprio status, ruolo, condizione, e, in ultima analisi, la propria visione del mondo. Douglas) (Lévi Strass; Il percorso formativo “Profumi e sapori della nostra terra”, si inserisce nel quadro delle azioni promosse dalla D.D. “S.G. Bosco” per garantire agli alunni un percorso formativo organico e integrato che ha inizio nella scuola dell’Infanzia e si sviluppa nella scuola Primaria. Le attività, condotte in forma laboratoriale da due docenti tutor interne hanno permesso agli alunni di svolgere un ruolo attivo con successo. Le docenti, altamente qualificate, hanno operato con professionalità e competenza collaborando fattivamente in sinergia con i docenti coinvolti nel progetto. Agli alunni è stata proposta una didattica innovativa, flessibile e dinamica, fonte di esperienze polivalenti, capace di ideare, in continuità, attività efficaci per investire sulla naturale curiosità, suscitare sorpresa e interesse, regolare attenzione e impegno, al fine di mediare l’incontro tra gli obiettivi e lo stile di apprendimento proprio di ciascun alunno. Ai docenti e a tutti gli alunni l’auspicio di poter trovare, nell’opportunità offerta, se non la via maestra, un sentiero che li conduca a operare con sempre maggiore diligenza, curiosità e attenzione nella quotidianità della prassi didattico-educativa. Il Dirigente Scolastico Prof. Giulia Flavio PRESENTAZIONE Nell’arco di alcuni decenni, il consumo di alimenti ha subito una rapida evoluzione quantitativa e qualitativa, così da eliminare le croniche carenze nutritive e la "fame arretrata". Paradossalmente, siamo però in presenza del problema opposto: gli squilibri e gli eccessi alimentari determinano malattie degenerative e dismetabolismi. Mentre altri paesi studiavano e imparavano ad apprezzare la cosiddetta "dieta mediterranea", da noi si importavano modelli e stili di vita estranei alla nostra tradizione. Così, invece di prendere coscienza dei propri gusti e della propria cultura, i giovani sono andati sovrapponendo - complici i miti e i valori diffusi massicciamente dalla pubblicità - modelli alimentari contrapposti. La grande velocità dei cambiamenti non ha facilitato una diffusa informazione e una capillare formazione dei consumatori - giovani o adulti che siano. L’educazione ai consumi alimentari si inserisce nella formazione della persona e del cittadino, perché si prefigge di analizzare i delicati e complessi temi della salute e della qualità della vita, preparando i giovani ad assumere atteggiamenti consapevoli e critici di fronte alle numerose e differenziate offerte del mercato. La scuola è l’agenzia formativa privilegiata per un’azione informativa e formativa completa e precoce sull’educazione alimentare: completa, poiché nelle scelte alimentari sono presenti e agiscono bisogni biologici, psicologici, valori e significati culturali, motivazioni simboliche; precoce, perché le ricerche psico - pedagogiche confermano che le abitudini e i gusti in fatto di cibi si strutturano e si fissano nell’infanzia e nella preadolescenza. Il percorso “Profumi e sapori della nostra terra” risponde a tale esigenza offrendo agli alunni la possibilità di ampliare, potenziare, affinare gli apprendimenti tramite esperienze concrete e virtuali, condotte in cooperazione tra bambini di classi diverse e con adulti esperti, in un contesto in cui sono stati simultaneamente valorizzati gli aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali, idonei a promuovere integrazione, abilità sociali, atteggiamenti creativi. Le situazioni cognitive, opportunamente create, hanno assicurato unitarietà all’insegnamento in una prospettiva pluri-intertransdisciplinare. Le attività svolte e i prodotti realizzati sono stati documentati e utilizzati per la Manifestazione conclusiva del percorso effettuato. Hanno rappresentato fattori di qualità: l’efficacia della comunicazione, l’organizzazione, i supporti tecnologici, il clima relazionale, la molteplicità dei prodotti forniti e dei prodotti elaborati e la loro spendibilità nel lavoro curricolare. “Profumi e sapori della nostra terra” è stata un’esperienza di bellezza che ha guidato ciascun docente a riflettere anche sul proprio operato, a mettere in discussione le certezze, a scoprire nuovi orizzonti, a suscitare il desiderio di ulteriori conoscenze. Esperienza che, una volta ancora, ha dato consapevolezza di quanto siano importanti la differenza dei ruoli, il dialogo e la cooperazione fra persone che insieme operano per lo stesso fine. Le docenti tutor Antonella Manzo Chiara Di Prima STORIA DELL’ALIMENTAZIONE Paleolitico (“antica età della pietra”, 2,5 mln anni fa - 8500 a.C.) e Mesolitico (“età di mezzo della pietra”, 8000-5000 a.C. ca.) Il nostro viaggio nella storia dell’alimentazione comincia ben 2-3 milioni di anni fa, nelle ere Paleolitico e Mesolitico, quando i nostri progenitori basavano la propria alimentazione sulla caccia (favorita dall’enorme quantità di animali selvatici), sulla pesca e sulla raccolta di frutta e di tutto ciò che è commestibile, ad esempio lumache, bacche, radici varie, ecc. Proprio alla fine del Mesolitico, grazie a favorevoli condizioni climatiche, l’uomo scopre un nuovo rapporto con alcune specie animali: inizia così l’addomesticamento e l’allevamento degli animali. Neolitico (“recente età della pietra”, 5000- 3500 a.C.) Nel Neolitico l’uomo, da cacciatore e raccoglitore, diventa agricoltore e allevatore, creando insediamenti stabili. In tale periodo, nel Medio Oriente, l’uomo coltivava soprattutto cereali, quali grano, orzo, segale, e le leguminose, quali fave, piselli, lenticchie, veccia e ceci. Il Neolitico vede la nascita di importanti innovazioni: l’aratro, il carro a quattro ruote e l’allevamento di quadrupedi come animali da tiro. Da questo momento in poi l’alimentazione si evolve sia nelle diverse civiltà che nei diversi paesi e, se con un volo fantastico attraversiamo tutta la storia recente, ritroviamo più o meno le seguenti abitudini alimentari, di cui molte sono arrivate sino a noi. Gli EGIZIANI (4000 a.C.) mangiavano molto pane, fatto con farina di frumento o di orzo, poca carne, molto pesce (sotto sale, affumicato o seccato al sole), formaggio, legumi e frutta (cruda o in focacce con miele). Bevevano già vino e birra (senza bollicine). I BABILONESI, nello stesso periodo, mangiavano cibo lesso. Bollivano di tutto, in special modo carne con cipolla, porri, aglio, sangue (ancora oggi, da noi, col sangue di maiale si usa fare il “sanguinaccio”!), formaggio fresco ed erbe aromatiche. Come condimenti erano usati olio di sesamo e di oliva, e come dolcificanti miele e frutta, mangiata anche cruda. Gli EBREI (1000 a.C.) usavano mangiare molto pane, lievitato e senza lievito (pane azzimo), carne (solo alle feste) lessata o arrostita, di montone, vitello o bue (quella di maiale era proibita). Nei giorni normali si mangiavano legumi, frutta e formaggio. Gli ebrei, inoltre, bevevano vino e bevande ricavate dalla fermentazione dell’orzo, del miele e delle mele. Nello stesso periodo, i GRECI si cibavano di olive, pesce sotto sale, affumicato o fritto, formaggio, pane d’orzo, legumi. In Grecia erano diffusi ben 72 tipi di pane diverso. Mangiavano poca carne, preferita quella di maiale (il pollame si diffuse successivamente, nell’epoca classica). Bevevano anch’essi vino. I ROMANI mangiavano pane (il cui uso si diffuse però solo a partire dal II sec. a.C.), una specie di pappa di farro e grano (chiamata puls) consumata con legumi o con carne allo spiedo, carne (bue, agnello, vitello, asino, ghiro, cinghiale, fagiano e pavone) pesci (che venivano anche allevati nelle ville). Si usavano mescolare sapori forti, pungenti e dolciastri insieme. La bevanda preferita era il vino. L’arte vera della preparazione dei cibi inizia solo a partire dal 1500, con l’arricchimento dell’alimentazione grazie alla scoperta di nuovi continenti e l’importazione di nuovi alimenti. Proprio in questo secolo arrivano nel vecchio continente patate, riso, mais asparagi, spinaci, pomodori, caffè, tè, cioccolata. Cosa e come mangiavano invece i nostri NONNI? E’ proprio nell’alimentazione tradizionale siciliana che il pasto diventa rito, diventa vera convivialità, desiderio di unione, rafforza i legami familiari. I pasti principali erano costituiti da colazione e cena, perché il lavoro dei campi spesso non permetteva di tornare a casa per il pranzo. La colazione veniva preparata in casa ed era costituita da pane e poco companatico (alternando uova sode, baccalà, pecorino, peperoni cotti o crudi, cipolla cruda, verdura lessa). La cena era costituita da pasta o legumi, pasta e legumi. Costituiva l’unico momento di aggregazione del nucleo familiare. I poveri mangiavano tutti il cibo attingendolo da un unico grande piatto. Chi poteva permetterselo beveva vino. I meno abbienti mescolavano al vino l’acqua, attinta alle fontane pubbliche. I contadini, rientrando a casa, raccoglievano nei campi erbe e verdure selvatiche. Il pane costituiva comunque l’alimento principe. La regola era di fare il pane in casa; comprarlo significava essere nella miseria. Il peperoncino accompagnava le pietanze di tutti, senza distinzione di classe. La carne veniva mangiata molto di rado, a causa dell’estrema indigenza di molte fasce di popolazione. Solo i bambini o gli ammalati potevano bere il latte. L’alimentazione dei nostri nonni era insomma frugale, forse anche povera, ma sana ed equilibrata, atto di amore, di unione familiare e legata a particolari momenti del ciclo della vita umana. Ad esempio, le partorienti ricevevano in dono galline, piccioni, pasta fatta in casa. Se c’era un lutto in famiglia, parenti ed amici portavano il consolo, un pasto offerto, da non rifiutare e consumato a casa del defunto in suo onore; si apparecchiava anche un posto in più, e si servivano le pietanze come se fosse vivo (tali pietanze venivano poi date ai poveri, così come gli avanzi, perché non era consentito buttarli). La notte della vigilia del 2 novembre si usava mettere, sul davanzale della finestra o sull’uscio della porta, un piatto contenente cibo per lo spirito dei morti che uscivano in processione, o un cero acceso. Nella nostra terra anche il legame tra cibo e religione è stato sempre molto sentito: molte tradizioni gastronomiche hanno origine da credenze religiose. Ad esempio, il giorno della festa dell’Ascensione era vietato cagliare il latte: i pastori lo regalavano. Il latte serviva anche per cuocere la pasta, condita poi con zucchero e cannella. Il giorno di Santa Lucia (13 dicembre) si preparava la cuccìa, grano bollito con miele e vino cotto. Cotta nella pignata, la cuccia veniva lasciata sotto il camino affinché la Santa vi posasse il proprio piede, buon augurio per il futuro raccolto nei campi. I cibi venivano conservati in cantina al fresco perché non c’erano i frigoriferi e i metodi più antichi di conservazione utilizzavano il sale, la salamoia, l’olio, l’aceto. Antica è la conoscenza della conservazione del cibo attraverso il freddo. Il primo frigorifero fu costruito nel 1876 dal tedesco Linde attraverso l’osservazione del metodo di conservazione del pesce usato dagli Eschimesi. PRINCIPI NUTRITIVI E ALIMENTI Il nostro organismo può essere paragonato ad una macchina, che ha bisogno di energia, di manutenzione e di fattori che ne favoriscono il giusto funzionamento. Per l’organismo umano, la fonte di energia è il cibo, che a sua volta contiene quei principi nutritivi indispensabili al corretto funzionamento dello stesso. Il cibo non ci dà soltanto l’energia (funzione energetica), ma fa anche crescere il nostro corpo (funzione costruttiva) e inoltre permette allo stesso di funzionare regolarmente(funzione regolatrice e protettiva). I nutrienti si distinguono in organici ed inorganici. Nutrienti organici: • • proteine, sostanze complesse chiamati aminoacidi, legati tra loro; zuccheri (chiamati anche glucidi o carboidrati), costituiti chimicamente da carbonio, ossigeno e idrogeno; costituite da elementi • • grassi, sostanze costituite da elementi chiamati acidi grassi, legati tra loro; vitamine, gruppo molto variegato di sostanze con funzione di bioregolazione dei processi fondamentali della vita. Nutrienti inorganici: • • tutti i sali minerali (calcio, ferro, iodio, zinco, magnesio, sodio, potassio, rame, fosforo, fluoro, cloro, ecc.); acqua e fibra, indispensabili per una corretta alimentazione. L’IMPORTANZA DELLA DIETA Con il termine dieta bisogna intendere la quantità di principi nutritivi che ogni giorno dobbiamo assumere affinché il nostro organismo svolga al meglio le sue funzioni e si mantenga in buona salute. La dieta è, quindi, regola di vita; non è, come comunemente si pensa, rinuncia o digiuno. La dieta moderna, dominata dalla fretta, dalle sostanze chimiche e dagli zuccheri, ha distrutto l’equilibrio naturale del corpo e della mente. E’ un mangiare d’istinto, senza distinguere tra cibi freschi e cibi surgelati, tra cottura tradizionale e quella al microonde, condizionata dalla pubblicità e dall’abitudine. La dieta mediterranea (modello per molti Paesi quale esempio di sana alimentazione, in Italia purtroppo progressivamente abbandonata) è quella dieta che comprende prodotti di qualità, tipici e di fattoria: prodotti il cui legame col territorio è forte. E’ una dieta efficace per la protezione della salute, in quanto poggia principalmente su alimenti di origine vegetale, come cereali e derivati (pasta, pane integrale, ecc.), frutta, verdure, ortaggi, olio extravergine di oliva e su un piccolo quantitativo di alimenti di origine animale, come latte, carni magre, pollame, pesce, ecc. La fonte di grassi più importante nella dieta mediterranea è costituita dall’olio extravergine di oliva che, consumato abitualmente, riduce il colesterolo cattivo (LDL), una delle cause delle malattie cardiovascolari. Tutti gli alimenti considerati nella dieta mediterranea sono prodotti agricoli coltivati nel territorio di Campobello di Mazara. L’olio extravergine di oliva ha anche potere antiossidante e, unito al consumo di verdure crude e cotte, rappresenta un mezzo importante per la prevenzione dei tumori. Di grande importanza è anche la suddivisione dei pasti durante la giornata. Solitamente si consumano tre pasti giornalieri: colazione, pranzo e cena, anche se è preferibile consumare uno spuntino a metà mattinata e una merenda. Questi pasti devono essere distribuiti in maniera giusta nell’arco della giornata, in quanto la quantità di energia richiesta dal nostro organismo è variabile; bisogna inoltre che tra un pasto e l’altro passino alcune ore e controllare le calorie assunte. Saper leggere le etichette L’etichetta è la carta d’identità del prodotto alimentare. Nell’etichetta sono contenute informazioni: • sugli ingredienti, • sul produttore • sui contenuti nutrizionali Per evitare il rischio di acquistare prodotti contenenti “grassi nascosti” è importante leggere le etichette sulle confezioni alimentari, che specificano quale tipo di olio o grasso vegetale viene utilizzato. Vale la pena anche guardare la quantità di grassi saturi presenti in quell’alimento. Alimenti biologici Un’alimentazione sana non può non considerare il consumo di prodotti biologici. I prodotti biologici, sono quelli che non vengono mai a contatto con pesticidi e additivi chimici nocivi all'uomo e all'ambiente e, grazie al metodo totalmente naturale con il quale vengono coltivati e trasformati, mantengono inalterato l'equilibrio tra sali minerali, vitamine e proteine che sono per noi gli elementi nutrizionali essenziali. Il ruolo dell’attività fisica Per prevenire il sovrappeso è molto importante muoversi e fare sport, prodigarsi nell’attività fisica (correre, giocare, andare in bicicletta, ecc). Essa infatti rappresenta un elemento protettivo nei confronti dell’insorgenza di sovrappeso ed obesità nei bambini, in maniera tanto maggiore quanto più numerose sono le ore giornaliere dedicate a tale attività. IL NOSTRO ORTO DIDATTICO Per diventare un bravo ortolano non servono attrezzature costose né noiosi corsi di formazione, ma solo tanta curiosità e pazienza. Giocare con la terra, i semi e le pianticelle è un esperienza molto utile per i nostri bambini: prendendosi cura di un piccolo pezzo di terra essi potranno, divertendosi e rilassandosi, imparare a “saper fare”. L’orto è una delle attività che in genere piace, perché è legata alla terra e conseguentemente al cibo che mangiamo. GLI ATTREZZI INDISPENSABILI LA ZAPPA E’ molto utile per muovere la terra e arieggiarla prima delle semine e per togliere le erbe infestanti. IL RASTRELLO Serve a raccogliere le foglie, a pareggiare il terreno e a tracciare solchi prima di seminare. LA VANGA Si usa per lavorare la terra in profondità e per scavare delle buche. LA PALETTA Serve per scavare delle buche, per aiutarci nei travasi delle piantine, per prendere la terra dai sacchi e per mille altre cose. PREPARAZIONE DEL TERRENO VANGARE La terra dell’orto deve essere morbida e friabile. La vangatura è l’operazione tradizionale più importante per “arieggiare” il nostro terreno. Essa consiste nel tagliare il terreno in fette, che andranno poi sollevate e spostate in avanti rovesciandole. ZAPPARE Per avere un buon raccolto e per aiutarci nelle semine è necessario togliere le erbe infestanti, comprese le loro radici. Per questo lavoro si usa la zappa, utile anche per lavorare lo strato superficiale del terreno. RASTRELLARE Nella preparazione del letto di semina e trapianto il rastrello diventa un attrezzo indispensabile per pareggiare, finire di sminuzzare il terreno e preparare le aiuole nella loro forma definitiva. SARCHIARE Si effettuano per arieggiare il terreno, eliminare la crosta superficiale e le erbe infestanti. Le sarchiature sono molto importanti perché tendono a interrompere la risalita capillare dell’acqua e mantenerla perciò più a lungo nel terreno. ED ECCOCI A LAVORO… ANIMALI AMICI… Nell’orto vivono alcuni animaletti molto utili. Se si impara a riconoscerli e a proteggerli, il nostro orto sarà sempre in buona salute. La coccinella Questo piccolo coleottero mangia gli afidi, arrivando a distruggerne circa un centinaio al giorno. Le Api Svolgono la fondamentale funzione di impollinare i fiori. Sono molto utili nell’orto perché fanno sì che i fiori si trasformino…in frutti Il Lombrico Il lombrico “lavora” il terreno e lo arricchisce. Svolge un lavoro importantissimo perché scavando la terra la rende leggera e fertile. Gli Uccelli Gli uccelli insettivori (quelli che si nutrono di insetti) come la cincia, la rondine, il codirosso, etc. sono molto utili perché riducono il numero degli insetti dannosi per le piante. Il Rospo e il Riccio Il rospo e il riccio si nutrono di lumache e di larve di insetti. La loro presenza nell’orto è molto importante, sono animali che hanno bisogno di tranquillità e non è sempre facile averli come ospiti fissi. ANIMALI NEMICI… Gli Afidi Possono essere neri o verdi, e vengono chiamati anche “pidocchi delle piante”. Questi animaletti succhiano le foglie delle piante, sottraendo loro le sostanze nutritive. Le Lumache Le lumache mangiano le foglie delle verdure e, se sono numerose, in un orto possono creare dei veri disastri. La Dorifora E’ un insetto dannoso che mangia le foglie delle patate. GLI ORTAGGI DEL NOSTRO ORTO LATTUGA Nome: Latuca Sativa Tecniche colturali: è una pianta annuale con foglie più o meno larghe, ovoidali o in forma allungata e a seconda della varietà ha diverse tonalità di colore dal verde al giallognolo o rosso. La lattuga ha un modesto apparato radicale che si espande soprattutto nello strato superficiale del terreno e non sopporta i freddi intensi e i caldi secchi. La raccolta avviene man mano che le piante raggiungono la grandezza desiderata, tagliando il fittone in vicinanza del colletto. SEDANO Nome: Apium graveolens Tecniche colturali: cresce spontaneo in alcune regioni particolarmente umide in Europa, Asia, Africa e America del Sud. Essendo una pianta di origine paludosa, esige soprattutto un’umidità costante. Fiorisce nel mese di giugno luglio, l’infiorescenza è ad ombrello e di colore biancoverde. Si raccoglie verso la fine di agosto, non oltre le prime gelate. CICORIA Nome: Cichorium intybus Tecniche colturali: La Cicoria è una pianta molto comune allo stato spontaneo, della quale esistono numerose forme coltivate, il cui prodotto è rappresentato dalle foglie e dalle radici che si consumano cotte o in insalata. La coltivazione della cicoria non è molto impegnativa, si tratta di una specie abbastanza rustica e quindi resistente sia alle basse che alla alte temperature. In cucina l'utilizzo più frequente è quello delle foglie nelle insalate (fresche o cotte). SPINACIO Nome: Spinacia oleracea Tecniche colturali: Lo spinacio, coltivato per le foglie, viene molto utilizzato in cucina. E’ una pianta erbacea originaria dell’Asia sud occidentale, che può raggiungere un altezza di 30 80 cm. Lo spinacio non sopporta temperature elevate e siccità, per questo motivo la coltivazione viene effettuata nel periodo autunno-inverno e inverno-primavera. L’irrigazione è fondamentale per la crescita della spinacio; è opportuno annaffiare frequentemente. La raccolta può avvenire in diversi periodi dell'anno a seconda della semina, ma in ogni caso prima della fioritura. BIETOLA Nome: Bieta vulgaris Tecniche colturali: è una pianta erbacea con foglie grandi di colore verde brillante. Presenta una buona resistenza al freddo e necessita di frequenti irrigazioni soprattutto nei momenti di carenza idrica. Si può consumare tutta la pianta incluso le foglie e il gambo. Le foglie vengono raccolte quando esse sono ancora piccole (meno di 20 cm). La raccolta delle foglie si effettua recidendo con un coltello le foglie esterne della pianta e legandole a mazzi. ESPERIMENTO dicotiledoni sui Obiettivo fagioli Osservare il processo di germinazione dei dicotiledoni lenticchie Materiale occorrente Bicchieri trasparenti Cotone idrofilo Semi di fagioli e lenticchie Acqua Procedimento -Inserire il cotone all’interno del vasetto di vetro in modo da foderare la parete -Posizionare tra la parete del bicchiere e il cotone qualche seme -Bagnare abbondantemente con acqua solo alcuni bicchieri -Lasciare i bicchieri vicino alla finestra qualche giorno -Osservare Osservazioni 1.Dopo un giorno il volume dei semi è aumentato e il tegumento si spacca. 2.Il fagiolo ha una “macchiolina” laterale; da questa zona fuoriesce la radichetta che si gonfia, rompe il tegumento e si dirige verso il basso. 3.Dopo qualche giorno, il germoglio si allunga spingendo verso l’alto la piumetta e il cotiledone protettivo fuori dal terreno. 4. Non è avvenuta la germinazione nei bicchieri senz’acqua! IL LABORATORIO GASTRONOMICO Dopo aver raccolto in famiglia alcune ricette della tradizione, ci siamo dedicati insieme alle nostre insegnanti tutor, Antonella e Chiara, alla preparazione di alcune pietanze. Marmellata di arance INGREDIENTI Arance Kg 1 Zucchero g 700 Limoni n.2 Carote n.2 Preparazione 1)Abbiamo pelato a vivo le arance e i limoni, conservando 60g di scorza sottile. 2)Abbiamo frullato la scorza e le carote. 3) Abbiamo aggiunto le arance tagliate a pezzettini e frullato il tutto. 4) Dopo aver aggiunto lo zucchero, abbiamo atteso pazientemente 50 minuti di cottura. 5) A cottura ultimata, abbiamo versato la marmellata nei vasetti, li abbiamo chiusi e tenuti capovolti per una giornata intera. 6) Infine abbiamo sperimentato il sapore e il profumo del prodotto realizzato. …Che bonta’!!! IL CIBO IN MUSICA Come dei veri cantautori, ci siamo cimentati nella composizione di testi che hanno come sfondo integratore il tema dell’alimentazione e dei corretti stili di vita. …ECCO I NOSTRI CAPOLAVORI ! Dai, mangia sano e vai Sono ancora un ragazzino, col problema del mio peso, la mia taglia non è più 46, ma di zuccheri lo giuro, ne facevo indigestione, preferivo un bel gelato, che due calci ad un pallone. Sono sempre un ragazzino, col problema del mio peso, la mia taglia ora è 56, ma di zuccheri lo giuro, io ne ho fatto indigestione, preferivo un bel cannolo, che due calci ad un pallone. Quanto tempo ci passavo, alla tele che guardavo, era tutto coca e fritti intorno a me, mi riempivano gli amici di consigli assai preziosi, ma quella voglia di mangiare era forte dentro me. RIT. RIT. Dai, mangia sano e vai, non mollare mai! Tieni duro e aspetta che la fame vincerai finché vita avrai, non mollare mai, col passar del tempo ogni giorno crescerai. Fatti mandare dalla mamma… Carboidrati per noi, proteine, glucidi e lipidi ogni giorno tu avrai. Un po’ di strada farai in salita. Non è semplice questa dieta. La bilancia fermare è proprio difficile! RIT. Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte. L’alimento più completo per la tua colazione. Una tazza la mattina, ti dà l’energia per giocare e studiare in gran compagnia. RIT. Io sono goloso, ma curo il mio peso, mi nutro di latte e mai sarò obeso. Le merende e le tortine che compra la mamma, non le voglio più vedere mi faranno ingrassare. RIT. Il buon latte per grandi e son davvero che fan tutti e i latticini piccini gli alimenti contenti. RIT. IL NOSTRO ORTO Quanta fretta, ma dove corri, dove vai? Se ci segui per un momento capirai. Siamo una ditta specializzata, vieni con noi e vedrai, non te ne pentirai! Nel nostro Orto piantiamo tante varietà di verdure e ortaggi di alta qualità. Non usiamo alcun prodotto, solo acqua e sudor, mangiam, senza timor! RIT. Non vedi che è un vero affare non perdere l’occasione se no poi te ne pentirai. Non capita tutti i giorni di avere due grandi esperti, due insegnanti che si fanno in quattro per te. Su, coraggio, non perder tempo, vieni qua. Imparerai a conoscere le qualità dei prodotti alimentari che ogni giorno userai, così non sbaglierai. RIT. Filastrocca della frutta Un giorno la frutta mese in vendita le sue vitamine in cambio di un bel mucchio di denaro. La signora Mela comprò una barca a vela, la signora Pera una bella mongolfiera, la Banana una radio americana, il signor Limone comprò un ombrello arancione, la Susina una tazza per la mattina, l’Arancia partì per la Francia, il ragazzo Mandarino si comprò il motorino, il Fico un cane come amico, la Fragola un gattin che sempre miagola. Pensavan di vivere felici e contenti, ma senza Vitamine venne loro il mal di denti. IL CIBO NELL’ARTE Estate, 1573 Museo del Louvre, Parigi Autunno, 1573 Museo del Louvre, Parigi In questi quadri Arcimboldo usa frutti e ortaggi per comporre il profilo di un uomo. Reinterpreta in questo modo la 'natura morta', che veniva sempre rappresentata all'interno di un ambiente domestico. I mangiatori di patate, 1885 Museo Vincent van Gogh, Amsterdam Questo quadro è molto diverso dalle opere per le quali Van Gogh è famoso, i colori sono scuri e cupi. Vi sono rappresentati dei contadini che dopo aver lavorato duramente, si godono un pasto composto di patate, che loro stessi molto probabilmente hanno coltivato. Cena in Emmaus, c. 1600-1601 National Gallery, Londra In questo quadro è raffigurato l'incontro di Gesù con Cleopa e un suo compagno. Sulla tavola ci sono cibi semplici, legati alla quotidianità: frutta, pane, un pollo, rappresentati con un'attenzione nuova. Il fatto che questa composizione(natura morta) sporga dal tavolo e venga verso di noi fa in modo che la rappresentazione ci coinvolga venendoci incontro. La lattaia, c. 1658-60 Rijksmuseum, Amsterdam In questo quadro è rappresentata una scena di vita quotidiana, semplice ed essenziale. Anche gli elementi sul tavolo sono semplici: pane e latte. I colori si rincorrono richiamandosi l'un l'altro per creare un'armonia luminosa e calda. Natura morta con tre cuccioli, 1888 Museo di Arte Moderna, New York In questo quadro lo spazio è piatto, senza profondità. Sulla tavola oggetti semplici: le pere, la ciotola del latte, i cuccioli, le tazze, tutti disegnati con un contorno netto che ne semplifica la forma. Lattina di zuppa Campbell, 1964 Leo Castelli Gallery, New York In questo quadro vediamo rappresentata una zuppa di pomodoro in scatola, Tomato soup (in inglese il pomodoro si chiama tomato). Come in tutte le opere della pop art gli oggetti rappresentati provengono dalla pubblicità, dai mass media, dalla vita di tutti i giorni. I NOSTRI LAVORI La mia piramide alimentare Il ciclo del fagiolo I metodi di cottura Riflessioni finali La scuola, vita che si apre alla vita, non può restare avulsa dalle diverse esigenze che continuamente vanno prospettandosi nella società, né può eludere le aspettative dei propri utenti. Essa non può restare ferma, né sorda. E poiché l’innovazione, il cambiamento camminano sulle gambe dei docenti, sono soprattutto questi con la loro attenzione e osservazione, con le loro intuizioni, con la loro ricerca e formazione, con l’apertura al confronto, con il coraggio di mettersi alla prova, rischiando anche l’insuccesso, che le possono consentire di proporsi scuola attuale. Scuola nuova ed efficiente, capace di tenere il passo con i tempi, anzi di anticiparli, in grado, quindi, di interagire col territorio, riconoscere, accogliere e integrare le differenze, sostenere le aspirazioni e valorizzare le capacità di ciascuno, all’altezza di intraprendere azioni educative efficaci per orientare il sapere, il saper fare e il saper essere e di operare la promozione del successo formativo. Una scuola in cui l’irripetibile unicità dell’essere sia risorsa imprescindibile nell’attuazione di un’alchemica polifonia di voci. Una scuola in cui trovi spazio ed espressione il pensiero divergente di ciascuno. Gli ottimi risultati dell’esperienza effettuata lasciano auspicare nuovi momenti di incontro per gli alunni. Ulteriori momenti che permettano di continuare il processo formativo che da qui ha preso il via, allo scopo di promuovere menti creative, capaci di autocostruire il proprio sapere, di formare persone desiderose di operare scelte e percorrere sentieri nuovi, disponibili a cooperare in gruppo in modo produttivo, in grado di interagire positivamente per il conseguimento di traguardi comuni. Le docenti tutor Antonella Manzo Chiara Di Prima STRUTTURA DELLE RISORSE UMANE Direzione Prof.ssa Giulia Flavio D.S.G.A. Dr.ssa Giovanna Indelicato Docenti Ins. Chiara Di Prima Ins. Antonella Manzo Redazione e revisione dei testi Ins. Chiara Di Prima Ins. Antonella Manzo Disegni Alunni coinvolti nel progetto