Il progetto PON “Profumi e Sapori della Nostra Terra” si è proposto

DIREZIONE DIDATTICA “S.G. BOSCO”
CAMPOBELLO DI MAZARA
_______________________________
CONCORSO
“IO LO SO FARE”
Percorso formativo
“Profumi e sapori della nostra terra”
Anno Scolastico 2009-10
Il cibo è un potente medium,
un mezzo di comunicazione,
attraverso il quale l’attore sociale esprime
se stesso,
comunicando agli altri il proprio status,
ruolo, condizione, e, in ultima analisi,
la propria visione del mondo.
Douglas)
(Lévi Strass;
Il percorso formativo “Profumi e sapori della nostra terra”, si inserisce
nel quadro delle azioni promosse dalla D.D. “S.G. Bosco” per
garantire agli alunni un percorso formativo organico e integrato che
ha inizio nella scuola dell’Infanzia e si sviluppa nella scuola Primaria.
Le attività, condotte in forma laboratoriale da due docenti tutor interne
hanno permesso agli alunni di svolgere un ruolo attivo con successo.
Le docenti, altamente qualificate, hanno operato con professionalità e
competenza collaborando fattivamente in sinergia con i docenti
coinvolti nel progetto.
Agli alunni è stata proposta una didattica innovativa, flessibile e
dinamica, fonte di esperienze polivalenti, capace di ideare, in
continuità, attività efficaci per investire sulla naturale curiosità,
suscitare sorpresa e interesse, regolare attenzione e impegno, al fine
di mediare l’incontro tra gli obiettivi e lo stile di apprendimento proprio
di ciascun alunno.
Ai docenti e a tutti gli alunni l’auspicio di poter trovare,
nell’opportunità offerta, se non la via maestra, un sentiero che li
conduca a operare con sempre maggiore diligenza, curiosità e
attenzione nella quotidianità della prassi didattico-educativa.
Il Dirigente Scolastico
Prof. Giulia Flavio
PRESENTAZIONE
Nell’arco di alcuni decenni, il consumo di alimenti ha subito una
rapida evoluzione quantitativa e qualitativa, così da eliminare le
croniche carenze nutritive e la "fame arretrata". Paradossalmente,
siamo però in presenza del problema opposto: gli squilibri e gli
eccessi
alimentari
determinano
malattie
degenerative
e
dismetabolismi. Mentre altri paesi studiavano e imparavano ad
apprezzare la cosiddetta "dieta mediterranea", da noi si importavano
modelli e stili di vita estranei alla nostra tradizione.
Così, invece di prendere coscienza dei propri gusti e della propria
cultura, i giovani sono andati sovrapponendo - complici i miti e i valori
diffusi massicciamente dalla pubblicità - modelli alimentari
contrapposti.
La grande velocità dei cambiamenti non ha facilitato una diffusa
informazione e una capillare formazione dei consumatori - giovani o
adulti che siano.
L’educazione ai consumi alimentari si inserisce nella formazione della
persona e del cittadino, perché si prefigge di analizzare i delicati e
complessi temi della salute e della qualità della vita, preparando i
giovani ad assumere atteggiamenti consapevoli e critici di fronte alle
numerose e differenziate offerte del mercato.
La scuola è l’agenzia formativa privilegiata per un’azione informativa
e formativa completa e precoce sull’educazione alimentare: completa,
poiché nelle scelte alimentari sono presenti e agiscono bisogni
biologici, psicologici, valori e significati culturali, motivazioni
simboliche; precoce, perché le ricerche psico - pedagogiche
confermano che le abitudini e i gusti in fatto di cibi si strutturano e si
fissano nell’infanzia e nella preadolescenza.
Il percorso “Profumi e sapori della nostra terra” risponde a tale
esigenza offrendo agli alunni la possibilità di ampliare, potenziare,
affinare gli apprendimenti tramite esperienze concrete e virtuali,
condotte in cooperazione tra bambini di classi diverse e con adulti
esperti, in un contesto in cui sono stati simultaneamente valorizzati gli
aspetti cognitivi e sociali, affettivi e relazionali, idonei a promuovere
integrazione, abilità sociali, atteggiamenti creativi.
Le situazioni cognitive, opportunamente create, hanno assicurato
unitarietà
all’insegnamento
in una prospettiva
pluri-intertransdisciplinare.
Le attività svolte e i prodotti realizzati sono stati documentati e
utilizzati per la Manifestazione conclusiva del percorso effettuato.
Hanno rappresentato fattori di qualità: l’efficacia della comunicazione,
l’organizzazione, i supporti tecnologici, il clima relazionale, la
molteplicità dei prodotti forniti e dei prodotti elaborati e la loro
spendibilità nel lavoro curricolare.
“Profumi e sapori della nostra terra” è stata un’esperienza di bellezza
che ha guidato ciascun docente a riflettere anche sul proprio operato,
a mettere in discussione le certezze, a scoprire nuovi orizzonti, a
suscitare il desiderio di ulteriori conoscenze.
Esperienza che, una volta ancora, ha dato consapevolezza di quanto
siano importanti la differenza dei ruoli, il dialogo e la cooperazione fra
persone che insieme operano per lo stesso fine.
Le docenti tutor
Antonella Manzo
Chiara Di Prima
STORIA DELL’ALIMENTAZIONE
Paleolitico (“antica età della pietra”, 2,5 mln anni fa - 8500 a.C.)
e Mesolitico (“età di mezzo della pietra”, 8000-5000 a.C. ca.)
Il nostro viaggio nella storia
dell’alimentazione comincia ben
2-3 milioni di anni fa, nelle ere
Paleolitico e Mesolitico, quando i
nostri progenitori basavano la
propria alimentazione sulla caccia
(favorita dall’enorme quantità di
animali selvatici), sulla pesca e
sulla raccolta di frutta e di tutto ciò
che è commestibile, ad esempio
lumache, bacche, radici varie, ecc.
Proprio alla fine del Mesolitico,
grazie a favorevoli condizioni
climatiche, l’uomo scopre un nuovo
rapporto con alcune specie animali:
inizia così l’addomesticamento e
l’allevamento degli animali.
Neolitico (“recente età della pietra”, 5000- 3500 a.C.)
Nel Neolitico l’uomo, da cacciatore e raccoglitore, diventa
agricoltore e allevatore, creando insediamenti stabili.
In tale periodo, nel Medio Oriente, l’uomo coltivava soprattutto
cereali, quali grano, orzo, segale, e le leguminose, quali fave,
piselli, lenticchie, veccia e ceci.
Il Neolitico vede la nascita di importanti innovazioni: l’aratro, il
carro a quattro ruote e l’allevamento di quadrupedi come animali
da tiro.
Da questo momento in poi l’alimentazione si evolve sia nelle
diverse civiltà che nei diversi
paesi e, se con un volo fantastico
attraversiamo tutta la storia
recente, ritroviamo più o meno le
seguenti abitudini alimentari, di
cui molte sono arrivate sino a
noi.
Gli
EGIZIANI
(4000
a.C.)
mangiavano molto pane, fatto
con farina di frumento o di orzo, poca carne, molto pesce (sotto
sale, affumicato o seccato al sole), formaggio, legumi e frutta
(cruda o in focacce con miele). Bevevano già vino e birra (senza
bollicine).
I BABILONESI, nello stesso periodo, mangiavano cibo lesso.
Bollivano di tutto, in special modo carne con cipolla, porri, aglio,
sangue (ancora oggi, da noi, col sangue di maiale si usa fare il
“sanguinaccio”!), formaggio fresco ed erbe aromatiche. Come
condimenti erano usati olio di sesamo e di oliva, e come dolcificanti
miele e frutta, mangiata anche cruda.
Gli EBREI (1000 a.C.) usavano mangiare molto pane, lievitato e
senza lievito (pane azzimo), carne (solo alle feste) lessata o
arrostita, di montone, vitello o bue (quella di maiale era proibita).
Nei giorni normali si mangiavano legumi, frutta e formaggio. Gli
ebrei, inoltre, bevevano vino e bevande ricavate dalla
fermentazione dell’orzo, del
miele e delle mele.
Nello stesso periodo, i GRECI si cibavano di olive, pesce sotto sale,
affumicato o fritto, formaggio, pane d’orzo, legumi. In Grecia erano
diffusi ben 72 tipi di pane diverso. Mangiavano poca carne,
preferita quella di maiale (il pollame si diffuse successivamente,
nell’epoca classica). Bevevano anch’essi vino.
I ROMANI mangiavano pane (il
cui uso si diffuse però solo a
partire dal II sec. a.C.), una
specie di pappa di farro e grano
(chiamata puls) consumata con
legumi o con carne allo spiedo,
carne (bue, agnello, vitello,
asino, ghiro, cinghiale, fagiano e
pavone) pesci (che venivano
anche allevati nelle ville).
Si usavano mescolare sapori forti, pungenti e dolciastri insieme.
La bevanda preferita era il vino.
L’arte vera della preparazione dei cibi inizia solo a partire dal 1500,
con l’arricchimento dell’alimentazione grazie alla scoperta di nuovi
continenti e l’importazione di nuovi alimenti. Proprio in questo
secolo arrivano nel vecchio continente patate, riso, mais asparagi,
spinaci, pomodori, caffè, tè, cioccolata.
Cosa e come mangiavano invece i
nostri NONNI?
E’
proprio
nell’alimentazione
tradizionale siciliana che il pasto
diventa rito, diventa vera convivialità,
desiderio di unione, rafforza i legami
familiari.
I pasti principali erano costituiti da
colazione e cena, perché il lavoro dei
campi spesso non permetteva di
tornare a casa per il pranzo.
La colazione veniva preparata in casa
ed era costituita da pane e poco
companatico (alternando uova sode,
baccalà, pecorino, peperoni cotti o
crudi, cipolla cruda, verdura lessa).
La cena era costituita da pasta o
legumi, pasta e legumi. Costituiva l’unico momento di
aggregazione del nucleo familiare. I poveri mangiavano tutti il cibo
attingendolo da un unico grande
piatto. Chi poteva permetterselo
beveva
vino.
I
meno
abbienti
mescolavano al vino l’acqua, attinta
alle fontane pubbliche.
I contadini, rientrando a casa,
raccoglievano nei campi erbe e
verdure selvatiche.
Il
pane
costituiva
comunque
l’alimento principe.
La regola era di fare il pane in casa; comprarlo significava essere
nella miseria.
Il peperoncino accompagnava le pietanze di tutti, senza distinzione
di classe.
La carne veniva mangiata molto di rado, a causa dell’estrema
indigenza di molte fasce di popolazione.
Solo i bambini o gli ammalati potevano bere il latte.
L’alimentazione dei nostri nonni era insomma frugale, forse anche
povera, ma sana ed equilibrata, atto di amore, di unione familiare
e legata a particolari momenti del ciclo della vita umana.
Ad esempio, le partorienti ricevevano in dono galline, piccioni,
pasta fatta in casa.
Se c’era un lutto in famiglia,
parenti ed amici portavano il
consolo, un pasto offerto, da non
rifiutare e consumato a casa del
defunto
in
suo
onore;
si
apparecchiava anche un posto in
più, e si servivano le pietanze
come se fosse vivo (tali pietanze
venivano poi date ai poveri, così
come gli avanzi, perché non era
consentito buttarli).
La notte della vigilia del 2 novembre si usava mettere, sul
davanzale della finestra o sull’uscio della porta, un piatto
contenente cibo per lo spirito dei morti che uscivano in
processione, o un cero acceso.
Nella nostra terra anche il legame tra cibo e religione è stato
sempre molto sentito: molte tradizioni gastronomiche hanno
origine da credenze religiose. Ad esempio, il giorno della festa
dell’Ascensione era vietato cagliare il latte: i pastori lo regalavano.
Il latte serviva anche per cuocere la pasta, condita poi con
zucchero e cannella.
Il giorno di Santa Lucia (13 dicembre) si preparava la cuccìa, grano
bollito con miele e vino cotto.
Cotta nella pignata, la cuccia veniva lasciata sotto il camino
affinché la Santa vi posasse il
proprio piede, buon augurio per il
futuro raccolto nei campi. I cibi
venivano conservati in cantina al fresco perché non c’erano i
frigoriferi e i metodi più antichi di conservazione utilizzavano il
sale, la salamoia, l’olio, l’aceto.
Antica è la conoscenza della conservazione del cibo attraverso il
freddo. Il primo frigorifero fu costruito nel 1876 dal tedesco Linde
attraverso l’osservazione del metodo di conservazione del pesce
usato dagli Eschimesi.
PRINCIPI NUTRITIVI
E ALIMENTI
Il nostro organismo può essere paragonato ad una macchina,
che ha bisogno di energia, di manutenzione e di fattori che
ne favoriscono il giusto funzionamento.
Per l’organismo umano, la fonte di energia è il cibo, che a
sua volta contiene quei principi nutritivi indispensabili al
corretto funzionamento dello stesso.
Il cibo non ci dà soltanto l’energia
(funzione energetica), ma fa
anche crescere il nostro corpo
(funzione costruttiva) e inoltre
permette allo stesso di funzionare
regolarmente(funzione
regolatrice e protettiva).
I nutrienti si distinguono in
organici ed inorganici.
Nutrienti organici:
•
•
proteine, sostanze complesse
chiamati aminoacidi, legati tra
loro;
zuccheri
(chiamati
anche
glucidi o carboidrati), costituiti
chimicamente da carbonio,
ossigeno e idrogeno;
costituite
da
elementi
•
•
grassi, sostanze costituite da elementi chiamati acidi
grassi, legati tra loro;
vitamine, gruppo molto variegato di sostanze con funzione
di bioregolazione dei processi fondamentali della vita.
Nutrienti inorganici:
•
•
tutti i sali minerali (calcio, ferro, iodio, zinco, magnesio,
sodio, potassio, rame, fosforo, fluoro, cloro, ecc.);
acqua
e
fibra,
indispensabili
per
una
corretta
alimentazione.
L’IMPORTANZA DELLA DIETA
Con il termine dieta bisogna intendere la quantità di principi
nutritivi che ogni giorno dobbiamo assumere affinché il
nostro organismo svolga al meglio le sue funzioni e si
mantenga in buona salute.
La dieta è, quindi, regola di vita; non è, come comunemente
si pensa, rinuncia o digiuno.
La dieta moderna, dominata dalla fretta, dalle sostanze
chimiche e dagli zuccheri, ha distrutto l’equilibrio naturale del
corpo e della mente. E’ un mangiare d’istinto, senza
distinguere tra cibi freschi e cibi surgelati, tra cottura
tradizionale e quella al microonde, condizionata dalla
pubblicità e dall’abitudine.
La dieta mediterranea (modello per molti Paesi quale
esempio di sana alimentazione, in Italia purtroppo
progressivamente abbandonata) è quella dieta che
comprende prodotti di qualità, tipici e di fattoria:
prodotti il cui legame col territorio è forte.
E’ una dieta efficace per la
protezione della salute, in quanto
poggia principalmente su alimenti di
origine vegetale, come cereali e
derivati (pasta, pane integrale,
ecc.), frutta, verdure, ortaggi, olio
extravergine di oliva e su un piccolo
quantitativo di alimenti di origine
animale, come latte, carni magre,
pollame, pesce, ecc.
La fonte di grassi più importante
nella dieta mediterranea è costituita
dall’olio extravergine di oliva che, consumato abitualmente,
riduce il colesterolo cattivo (LDL), una delle cause delle
malattie cardiovascolari. Tutti gli alimenti considerati nella
dieta mediterranea sono prodotti agricoli coltivati nel
territorio di Campobello di Mazara.
L’olio extravergine di oliva ha anche potere antiossidante e,
unito al consumo di verdure crude e cotte, rappresenta un
mezzo importante per la prevenzione dei tumori.
Di grande importanza è anche
la suddivisione dei pasti
durante
la
giornata.
Solitamente si consumano tre
pasti giornalieri: colazione,
pranzo e cena, anche se è
preferibile
consumare
uno
spuntino a metà mattinata e
una merenda.
Questi pasti devono essere distribuiti in maniera giusta
nell’arco della giornata, in quanto la quantità di energia
richiesta dal nostro organismo è variabile; bisogna inoltre
che tra un pasto e l’altro passino alcune ore e controllare le
calorie assunte.
Saper leggere le etichette
L’etichetta è la carta d’identità del
prodotto alimentare. Nell’etichetta
sono contenute informazioni:
•
sugli ingredienti,
•
sul produttore
•
sui contenuti nutrizionali
Per evitare il rischio di acquistare prodotti contenenti “grassi
nascosti” è importante leggere le etichette sulle confezioni
alimentari, che specificano quale tipo di olio o grasso
vegetale viene utilizzato. Vale la pena anche guardare la
quantità di grassi saturi presenti in quell’alimento.
Alimenti biologici
Un’alimentazione sana
non può non considerare il
consumo di prodotti biologici.
I prodotti biologici, sono quelli che non vengono mai a
contatto con pesticidi e additivi chimici nocivi all'uomo e
all'ambiente e, grazie al metodo totalmente naturale con il
quale vengono coltivati e trasformati, mantengono inalterato
l'equilibrio tra sali minerali, vitamine e proteine che sono per
noi gli elementi nutrizionali essenziali.
Il ruolo dell’attività fisica
Per
prevenire
il
sovrappeso
è
molto
importante muoversi e
fare
sport,
prodigarsi
nell’attività fisica (correre,
giocare,
andare
in
bicicletta,
ecc).
Essa infatti rappresenta
un elemento protettivo
nei
confronti
dell’insorgenza
di
sovrappeso ed obesità nei
bambini, in maniera tanto maggiore quanto più numerose
sono le ore giornaliere dedicate a tale attività.
IL NOSTRO ORTO DIDATTICO
Per diventare un bravo ortolano non servono attrezzature
costose né noiosi corsi di formazione, ma solo tanta curiosità
e pazienza.
Giocare con la terra, i semi e le pianticelle è un esperienza
molto utile per i nostri bambini: prendendosi cura di un
piccolo pezzo di terra essi potranno, divertendosi e
rilassandosi, imparare a “saper fare”.
L’orto è una delle attività che in genere piace, perché è
legata alla terra e conseguentemente al cibo che mangiamo.
GLI ATTREZZI INDISPENSABILI
LA ZAPPA
E’ molto utile per muovere la terra e arieggiarla prima
delle semine e per togliere le erbe infestanti.
IL RASTRELLO
Serve a raccogliere le foglie, a pareggiare il
terreno e a tracciare solchi prima di seminare.
LA VANGA
Si usa per lavorare la terra in profondità
e per scavare delle buche.
LA PALETTA
Serve per scavare delle buche, per aiutarci nei travasi
delle piantine, per prendere la terra dai sacchi e per
mille altre cose.
PREPARAZIONE
DEL TERRENO
VANGARE
La terra dell’orto deve essere morbida e friabile.
La vangatura è l’operazione tradizionale più importante per
“arieggiare” il nostro terreno. Essa consiste nel tagliare il
terreno in fette, che andranno poi sollevate e spostate in
avanti rovesciandole.
ZAPPARE
Per avere un buon raccolto e per aiutarci nelle semine è
necessario togliere le erbe infestanti, comprese le loro radici.
Per questo lavoro si usa la zappa, utile anche per lavorare lo
strato superficiale del terreno.
RASTRELLARE
Nella preparazione del letto di semina e trapianto il rastrello
diventa un attrezzo indispensabile per pareggiare, finire di
sminuzzare il terreno e preparare le aiuole nella loro forma
definitiva.
SARCHIARE
Si effettuano per arieggiare il terreno, eliminare la crosta
superficiale e le erbe infestanti. Le sarchiature sono molto
importanti perché tendono a interrompere la risalita capillare
dell’acqua e mantenerla perciò più a lungo nel terreno.
ED
ECCOCI A LAVORO…
ANIMALI
AMICI…
Nell’orto vivono alcuni animaletti molto utili. Se si impara a
riconoscerli e a proteggerli, il nostro orto sarà sempre in
buona salute.
La coccinella
Questo piccolo coleottero mangia
gli afidi, arrivando a distruggerne
circa un centinaio al giorno.
Le Api
Svolgono
la
fondamentale
funzione di impollinare i fiori.
Sono molto utili nell’orto
perché fanno sì che i fiori si
trasformino…in frutti
Il Lombrico
Il lombrico “lavora” il terreno e lo
arricchisce.
Svolge
un
lavoro
importantissimo perché scavando la terra
la rende leggera e fertile.
Gli Uccelli
Gli uccelli insettivori (quelli che si nutrono di insetti) come la
cincia, la rondine, il codirosso, etc. sono molto utili perché
riducono il numero degli insetti dannosi per le piante.
Il Rospo e il Riccio
Il rospo e il
riccio
si
nutrono
di
lumache e di
larve
di
insetti.
La loro presenza nell’orto è molto
importante, sono animali che
hanno bisogno di tranquillità e non
è sempre facile averli come ospiti fissi.
ANIMALI NEMICI…
Gli Afidi
Possono essere neri o verdi, e vengono chiamati anche
“pidocchi delle piante”. Questi animaletti succhiano le foglie
delle piante, sottraendo loro le sostanze nutritive.
Le Lumache
Le lumache mangiano le foglie delle
verdure e, se sono numerose, in un orto
possono creare dei veri disastri.
La Dorifora
E’ un insetto dannoso che
mangia le foglie delle
patate.
GLI ORTAGGI
DEL NOSTRO
ORTO
LATTUGA
Nome: Latuca Sativa
Tecniche colturali: è una
pianta annuale con foglie più o
meno larghe, ovoidali o in forma
allungata e a seconda della
varietà ha diverse tonalità di
colore dal verde al giallognolo o
rosso. La lattuga ha un modesto
apparato radicale che si espande
soprattutto nello strato superficiale del terreno e non sopporta i
freddi intensi e i caldi secchi. La raccolta avviene man mano che le
piante raggiungono la grandezza desiderata, tagliando il fittone in
vicinanza del colletto.
SEDANO
Nome: Apium graveolens
Tecniche
colturali:
cresce
spontaneo in alcune regioni
particolarmente
umide
in
Europa, Asia, Africa e America
del Sud. Essendo una pianta di
origine
paludosa,
esige
soprattutto un’umidità costante.
Fiorisce nel mese di giugno luglio,
l’infiorescenza
è
ad
ombrello e di colore biancoverde. Si raccoglie verso la fine
di agosto, non oltre le prime
gelate.
CICORIA
Nome: Cichorium intybus
Tecniche colturali: La Cicoria è una
pianta molto comune allo stato
spontaneo,
della
quale
esistono
numerose forme coltivate, il cui
prodotto è rappresentato dalle foglie e
dalle radici che si consumano cotte o
in insalata. La coltivazione della cicoria
non è molto impegnativa, si tratta di
una specie abbastanza rustica e quindi resistente sia alle basse che
alla alte temperature. In cucina l'utilizzo più frequente è quello
delle foglie nelle insalate (fresche o cotte).
SPINACIO
Nome: Spinacia oleracea
Tecniche colturali: Lo spinacio,
coltivato per le foglie, viene
molto utilizzato in cucina. E’ una
pianta
erbacea
originaria
dell’Asia sud occidentale, che
può raggiungere un altezza di 30
80 cm. Lo spinacio non sopporta
temperature elevate e siccità,
per questo motivo la coltivazione viene effettuata nel periodo
autunno-inverno e inverno-primavera. L’irrigazione è fondamentale
per la crescita della spinacio; è opportuno annaffiare
frequentemente. La raccolta può avvenire in diversi periodi
dell'anno a seconda della semina, ma in ogni caso prima della
fioritura.
BIETOLA
Nome: Bieta vulgaris
Tecniche colturali: è una pianta
erbacea con foglie grandi di colore
verde brillante. Presenta una buona
resistenza al freddo e necessita di
frequenti irrigazioni soprattutto nei
momenti di carenza idrica. Si può
consumare tutta la pianta incluso le
foglie e il gambo. Le foglie vengono raccolte quando esse sono
ancora piccole (meno di 20 cm). La raccolta delle foglie si effettua
recidendo con un coltello le foglie esterne della pianta e legandole
a mazzi.
ESPERIMENTO
dicotiledoni
sui
Obiettivo
fagioli
Osservare il processo di germinazione dei dicotiledoni
lenticchie
Materiale occorrente
Bicchieri trasparenti
Cotone idrofilo
Semi di fagioli e lenticchie
Acqua
Procedimento
-Inserire il cotone all’interno del
vasetto di vetro in modo da
foderare la parete
-Posizionare tra la parete del bicchiere e il cotone
qualche seme
-Bagnare abbondantemente con acqua solo alcuni
bicchieri
-Lasciare i bicchieri vicino alla finestra qualche giorno
-Osservare
Osservazioni
1.Dopo un giorno il volume dei semi è aumentato e il
tegumento si spacca.
2.Il
fagiolo
ha
una
“macchiolina”
laterale; da questa zona fuoriesce la
radichetta che si gonfia, rompe il
tegumento e si dirige verso il basso.
3.Dopo qualche giorno, il
germoglio si allunga spingendo verso
l’alto
la
piumetta
e
il
cotiledone
protettivo fuori dal terreno.
4. Non è avvenuta la
germinazione nei bicchieri senz’acqua!
IL
LABORATORIO GASTRONOMICO
Dopo aver raccolto in famiglia
alcune ricette della tradizione, ci
siamo dedicati insieme alle nostre
insegnanti tutor, Antonella e
Chiara, alla preparazione di
alcune pietanze.
Marmellata di arance
INGREDIENTI
Arance
Kg 1
Zucchero
g 700
Limoni
n.2
Carote
n.2
Preparazione
1)Abbiamo pelato a vivo le
arance
e
i
limoni,
conservando 60g di scorza
sottile.
2)Abbiamo frullato la scorza e le
carote.
3) Abbiamo aggiunto le arance
tagliate a pezzettini e frullato il
tutto.
4) Dopo aver aggiunto lo
zucchero,
abbiamo
atteso
pazientemente 50 minuti di
cottura.
5)
A
cottura
ultimata,
abbiamo
versato
la
marmellata nei vasetti, li
abbiamo chiusi e tenuti
capovolti per una giornata
intera.
6)
Infine
abbiamo
sperimentato il sapore e il
profumo
del
prodotto
realizzato.
…Che bonta’!!!
IL CIBO IN MUSICA
Come dei veri cantautori, ci siamo cimentati nella composizione di
testi che hanno come sfondo integratore il tema dell’alimentazione
e dei corretti stili di vita.
…ECCO I NOSTRI CAPOLAVORI !
Dai, mangia sano e vai
Sono ancora un ragazzino,
col problema del mio peso,
la mia taglia non è più 46,
ma di zuccheri lo giuro,
ne facevo indigestione,
preferivo un bel gelato,
che due calci ad un pallone.
Sono sempre un ragazzino,
col problema del mio peso,
la mia taglia ora è 56,
ma di zuccheri lo giuro,
io ne ho fatto indigestione,
preferivo un bel cannolo,
che due calci ad un pallone.
Quanto tempo ci passavo,
alla tele che guardavo,
era tutto coca e fritti
intorno a me,
mi riempivano gli amici
di consigli assai preziosi,
ma quella voglia di mangiare
era forte dentro me.
RIT.
RIT.
Dai, mangia sano e vai,
non mollare mai!
Tieni duro e aspetta
che la fame vincerai
finché vita avrai,
non mollare mai,
col passar del tempo
ogni giorno crescerai.
Fatti mandare dalla mamma…
Carboidrati per noi,
proteine, glucidi e lipidi
ogni giorno tu avrai.
Un po’ di strada farai in salita.
Non è semplice questa dieta.
La bilancia fermare
è proprio difficile! RIT.
Fatti mandare dalla mamma,
a prendere il latte.
L’alimento più completo
per la tua colazione.
Una tazza la mattina,
ti dà l’energia
per giocare e studiare
in gran compagnia.
RIT.
Io
sono
goloso,
ma curo il mio peso,
mi nutro di latte
e mai sarò obeso.
Le merende e le tortine
che compra la mamma,
non le voglio più vedere
mi faranno ingrassare. RIT.
Il buon latte
per grandi e
son davvero
che fan tutti
e i latticini
piccini
gli alimenti
contenti. RIT.
IL NOSTRO ORTO
Quanta fretta, ma dove corri, dove
vai? Se ci segui per un momento
capirai. Siamo una ditta specializzata,
vieni con noi e vedrai,
non te ne pentirai!
Nel nostro Orto piantiamo tante varietà
di verdure e ortaggi di alta qualità.
Non usiamo alcun prodotto,
solo acqua e sudor,
mangiam, senza timor!
RIT.
Non vedi che è un vero affare
non perdere l’occasione
se no poi te ne pentirai.
Non capita tutti i giorni
di avere due grandi esperti,
due insegnanti
che si fanno in quattro per te.
Su, coraggio,
non perder tempo, vieni qua.
Imparerai a conoscere le qualità
dei prodotti alimentari
che ogni giorno userai,
così non sbaglierai. RIT.
Filastrocca della frutta
Un giorno la frutta mese in vendita le sue vitamine
in cambio di un bel mucchio di denaro.
La signora Mela comprò una barca a vela,
la signora Pera una bella mongolfiera,
la Banana una radio americana,
il signor Limone comprò un ombrello arancione,
la Susina una tazza per la mattina,
l’Arancia partì per la Francia,
il ragazzo Mandarino si comprò il motorino,
il Fico un cane come amico,
la Fragola un gattin che sempre miagola.
Pensavan di vivere felici e contenti,
ma senza Vitamine venne loro il mal di denti.
IL CIBO NELL’ARTE
Estate, 1573
Museo del Louvre, Parigi
Autunno, 1573
Museo del Louvre, Parigi
In questi quadri Arcimboldo
usa frutti e ortaggi per comporre il profilo di un uomo. Reinterpreta
in questo modo la 'natura morta', che veniva sempre rappresentata
all'interno di un ambiente domestico.
I mangiatori di patate,
1885
Museo Vincent van Gogh,
Amsterdam
Questo quadro è molto diverso
dalle opere per le quali Van
Gogh è famoso, i colori sono
scuri e cupi. Vi sono
rappresentati dei contadini che
dopo aver lavorato duramente,
si godono un pasto composto
di patate, che loro stessi molto
probabilmente hanno coltivato.
Cena in Emmaus,
c. 1600-1601
National Gallery, Londra
In
questo
quadro
è
raffigurato l'incontro di
Gesù con Cleopa e un suo
compagno.
Sulla tavola ci sono cibi
semplici,
legati
alla
quotidianità: frutta, pane,
un pollo, rappresentati con
un'attenzione nuova.
Il fatto che questa composizione(natura morta) sporga dal tavolo e
venga verso di noi fa in modo che la rappresentazione ci coinvolga
venendoci incontro.
La lattaia, c. 1658-60
Rijksmuseum, Amsterdam
In
questo
quadro
è
rappresentata una scena di
vita quotidiana, semplice ed
essenziale.
Anche gli elementi sul tavolo
sono semplici: pane e latte.
I
colori
si
rincorrono
richiamandosi l'un l'altro per
creare un'armonia luminosa e
calda.
Natura
morta
con
tre
cuccioli,
1888
Museo di Arte Moderna, New
York
In questo quadro lo spazio è
piatto, senza profondità. Sulla
tavola oggetti semplici: le pere,
la ciotola del latte, i cuccioli, le
tazze, tutti disegnati con un
contorno netto che ne semplifica
la forma.
Lattina di zuppa Campbell,
1964
Leo Castelli Gallery, New York
In
questo
quadro
vediamo
rappresentata una zuppa di
pomodoro in scatola, Tomato
soup (in inglese il pomodoro si
chiama tomato). Come in tutte le
opere della pop art gli oggetti
rappresentati provengono dalla
pubblicità, dai mass media, dalla
vita di tutti i giorni.
I NOSTRI LAVORI
La mia piramide alimentare
Il ciclo del fagiolo
I metodi di cottura
Riflessioni finali
La scuola, vita che si apre alla vita, non può restare avulsa dalle
diverse esigenze che continuamente vanno prospettandosi nella
società, né può eludere le aspettative dei propri utenti.
Essa non può restare ferma, né sorda.
E poiché l’innovazione, il cambiamento camminano sulle gambe dei
docenti, sono soprattutto questi con la loro attenzione e
osservazione, con le loro intuizioni, con la loro ricerca e formazione,
con l’apertura al confronto, con il coraggio di mettersi alla prova,
rischiando anche l’insuccesso, che le possono consentire di proporsi
scuola attuale.
Scuola nuova ed efficiente, capace di tenere il passo con i tempi,
anzi di anticiparli, in grado, quindi, di interagire col territorio,
riconoscere, accogliere e integrare le differenze, sostenere le
aspirazioni e valorizzare le capacità di ciascuno, all’altezza di
intraprendere azioni educative efficaci per orientare il sapere, il
saper fare e il saper essere e di operare la promozione del successo
formativo.
Una scuola in cui l’irripetibile unicità dell’essere sia risorsa
imprescindibile nell’attuazione di un’alchemica polifonia di voci.
Una scuola in cui trovi spazio ed espressione il pensiero divergente
di ciascuno.
Gli ottimi risultati dell’esperienza effettuata lasciano auspicare
nuovi momenti di incontro per gli alunni.
Ulteriori momenti che permettano di continuare il processo
formativo che da qui ha preso il via, allo scopo di promuovere menti
creative, capaci di autocostruire il proprio sapere, di formare
persone desiderose di operare scelte e percorrere sentieri nuovi,
disponibili a cooperare in gruppo in modo produttivo, in grado di
interagire positivamente per il conseguimento di traguardi comuni.
Le docenti tutor
Antonella Manzo
Chiara Di Prima
STRUTTURA DELLE RISORSE UMANE
Direzione
Prof.ssa Giulia Flavio
D.S.G.A.
Dr.ssa Giovanna Indelicato
Docenti
Ins. Chiara Di Prima
Ins. Antonella Manzo
Redazione e revisione dei testi
Ins. Chiara Di Prima
Ins. Antonella Manzo
Disegni
Alunni coinvolti nel progetto