2000-2010: DIECI ANNI DI INTERNET SALOON Conferenza Stampa 21 maggio 2010 Gabriele Galateri di Genola Ho ascoltato con molto piacere le parole di ringraziamento - dell’avv. Torrani, della dr.ssa Toeschi - ai partner che hanno aiutato l’AIM ad avviare nel 2000 il progetto “Internet Saloon” e a farlo crescere fino ad una dimensione “larga”, che ci piace definire “nazionale” visto che abbraccia città del Nord, del Centro e del Sud d’Italia. Diciamo, però, che dobbiamo essere noi per primi – non solo come uomini d’azienda, ma come cittadini - a ringraziare loro e tutti i collaboratori e le collaboratrici di Internet Saloon per l’eccellente lavoro che stanno facendo al servizio della collettività. Un lavoro che non si misura solo con i numeri di quanti hanno partecipato ai corsi o frequentano le “palestre”… … ma anche con la straordinaria produttività di un’organizzazione snellissima in cui uno staff di una decina di persone si gestisce in media 760 corsisti a testa, 910 frequentatori delle palestre, coordinando 76 giovani universitari che fungono da tutor in aula. *** Ci sono tante ragioni perché noi in Telecom Italia crediamo molto in questo progetto: una ragione “aziendale”, una ragione “sociale”, e una ragione, diciamo, “politica”, nel senso nobile del termine. La ragione “aziendale” è molto semplice. Ormai tutti parliamo di “società digitale”, che vive di banda larga e di reti di comunicazione – che sono il nostro mestiere e la nostra “missione” industriale. La “società digitale” è una straordinaria opportunità di sviluppo economico, sociale, civile. E’ lì che sta il futuro. Ma a quel futuro in Italia siamo meno vicini che in altri Paesi. Non parlo solo del mondo delle imprese, parlo anche delle famiglie. 1 Il grosso del problema si concentra nei nuclei familiari senza figli e con un capo famiglia che ha più di 60 anni. Circa i due terzi degli 11 milioni di linee telefoniche fisse che non accedono a Internet nel nostro Paese hanno come titolare una persona matura. E si tratta di persone che in grande maggioranza pensano che Internet non serva o, per lo meno, non serva a loro. Telecom Italia sta conducendo uno studio sul rapporto tra le persone mature e Internet – uno studio a cui, tra l’altro, hanno contribuito i questionari di più di 800 frequentatori degli Internet Saloon. Dallo studio emerge che solo l’8,7% degli italiani che hanno più di 60 anni conosce e usa Internet e che un altro 19% vorrebbe imparare ad usarlo. Potremmo giudicare il bicchiere mezzo pieno: in fin dei conti, ci sono 3-3,5 milioni di persone mature che già sono o pensano di entrare nel circuito della cultura digitale; Ma forse dobbiamo preoccuparci anche del bicchiere mezzo vuoto: e cioè di quegli altri 12 milioni di senior che non si pongono neppure il problema di entrare nell’era digitale. La dimensione della sfida – quella sfida di alfabetizzazione tecnologica che così bene Internet Saloon sta aiutando ad affrontare – è enorme. *** E qui si pone la questione “sociale”. La Rete, per chi vi sa accedere, è un formidabile strumento di libertà e di inclusione. E’ libertà di informazione, di comunicazione e relazioni sociali, di apprendimento, di svago, di accesso ai servizi. E’ riduzione o liberazione dalle fatiche e dagli stress della mobilità. E’ cure mediche, assistenza, sicurezza personale. E’ possibilità - anche per la popolazione matura - di svolgere ancora un ruolo attivo nello sviluppo e nella formazione delle nuove generazioni, di rimanere in sintonia con loro e al passo con i tempi. Tutto questo emerge in modo molto evidente dallo studio che stiamo elaborando. Chi ha già frequentato gli Internet Saloon ci dice: • che si è trattato di un’esperienza molto utile o addirittura fondamentale nel 76% dei casi;… 2 • che la grandissima maggioranza [70%] di chi ha acquisito i primi rudimenti di Internet intende frequentare corsi più avanzati – insomma, chi si avvicina a Internet vuole avvicinarsi ancora di più;… • ma anche che Internet è uno strumento che consente di soddisfare un’amplissima gamma di interessi,… dalle comunicazioni personali alla lettura dei giornali, dalle informazioni e prenotazioni di mezzi di trasporto e pacchetti turistici alla consultazione dei siti della Pubblica Amministrazione, dalla conoscenza di eventi culturali ed editoriali alla cura dei propri hobby, dall’home banking alla ricerca di informazioni su farmaci e salute; …e non è secondario l’interesse per scaricare musica, film, software o ascoltare la radio o vedersi programmi TV o iscriversi ad un social network. Una volta abbattuta la prima barriera, il gap generazionale (tra nativi digitali e non) si diluisce parecchio. E anche le persone più mature si rendono conto di come la Rete abiliti la “normale” cittadinanza in una società digitale. Dobbiamo assicurare a tutti questa cittadinanza. E’ un dovere morale. Ma è anche un grande interesse collettivo: l’inclusione è sempre un moltiplicatore di ricchezza culturale, sociale ed economica; è uno stimolo ad investire in innovazione; è un fattore di crescita, anche tecnologica. E’ un fattore di modernizzazione. *** La modernizzazione dell’Italia è la ragione che dicevo più “politica” che sta alla base del nostro interesse per l’esperienza di Internet Saloon. Se non diffondiamo cultura digitale tra le persone mature aspettando quindi i tempi lunghissimi del ricambio generazionale, sarà molto difficile sia riformare e modernizzare la Pubblica Amministrazione sia, più in generale, affermare un ecosistema digitale. La modernizzazione della Pubblica Amministrazione ha ricevuto un mese fa una spinta formidabile dal lancio della posta elettronica certificata fortemente voluto dal Ministro Brunetta. E’, potenzialmente, una straordinaria rivoluzione che semplifica enormemente i rapporti tra cittadini e Stato. Dovrebbe coinvolgere tutti coloro (50 milioni) che sono titolari di una codice fiscale. Il Ministro Brunetta ha lanciato l’obiettivo di 10 milioni di PEC distribuite entro il 2010, per poter arrivare alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in pochi anni. 3 Ma rivoluzione sarà se si riuscirà a portare a bordo tutti gli italiani. Che cosa si può fare? Che cosa si può fare per alfabetizzare gli anziani? Direi tre cose. 1. Innanzitutto, occorre essere consapevoli che un grande progetto di alfabetizzazione informatica non è a costo zero e non può essere demandato solo alla società civile – di cui l’AIM è un’efficace espressione – magari aiutata dal mondo delle imprese, come quelle che siedono a questo tavolo. E’ indispensabile che qualcun altro – le istituzioni nazionali e locali – attivino politiche e risorse adeguate. 2. La seconda cosa è sfruttare le opportunità. Penso per esempio a Milano, all’Expo 2015. L’Expo è una grande occasione per immaginare una città tutta digitale, che usa il digitale per fornire ai cittadini e ai visitatori servizi migliori, più efficienti. Anche agli anziani. Non se ne parla; ma bisognerebbe farlo,… programmando, pianificando interventi di lungo respiro che aiuterebbero molto la comunità a crescere, anche sotto il profilo tecnologico, della cultura tecnologica. 3. La terza cosa è capitalizzare sulle esperienze che dimostrano di funzionare egregiamente. Come quella degli Internet Saloon. L’esperienza degli Internet Saloon dice chiaramente che con un metodo efficace, un’organizzazione snella, formatori giovani e di qualità e un grande rigore nell’uso delle risorse si può fare molto e bene. Con “ritorni” non solo molto rapidi, ma anche elevati. *** Visto che qui in sala sono presenti numerosi “allievi” dell’Internet Saloon milanese, vorrei aggiungere una quarta considerazione, che in realtà è un invito a loro: Fatevi ambasciatori di quel nuovo mondo che avete scoperto qui. Sollecitate le persone che conoscete a rompere il ghiaccio con Internet. Smontate il luogo comune che sia una cosa difficile e addirittura qualcosa che serve a poco. Sapete che non è così. E allora allarghiamo a tutti le opportunità del digitale. Sarà una cosa buona per loro, per i loro familiari, per i loro amici. E lo sarà anche per il nostro Paese. 4