cultura&spettacoli 38 L’INTERVISTA LA CASA DEL VENTO Dal primo amore per il folk al matrimonio con Patti Smith TORINO di Vincenzo Nicolello Luca Lanzi, con la sua voce roca, certamente inconfondibile, è uno dei fondatori de La Casa del Vento, band aretina di musica e impegno, dalle peculiari sonorità folk. Un gruppo collocabile nell’universo dell’“underground”, ma seguito da una folta schiera di appassionati. Soprattutto da quando, un bel giorno, il loro tranquillo anonimato è stato rotto dall’arrivo di una mail. A scrivergli era nientemeno che Patti Smith, che li voleva al suo fianco per suonare in “Banga”, l’ultimo album dell’artista statunitense. Da quel giorno molte cose sono cambiate per il gruppo toscano e il loro sogno di accarezzare il successo passando dalla porta principale non è così più remoto. Abbiamo incontrato Luca Lanzi a Torino e gli abbiamo rivolto qualche domanda. Luca, perché Casa del Vento? «Noi siamo una casa, con le porte sempre aperte a tutti quanti amino la musica. Ma questo significato si è un po’ adattato al nome della band. Di sicuro siamo molto ospitali da tutti i punti di vista: non siamo per nulla calcolatori e soprattutto non abbiamo paranoie quando altri artisti arrivano al nostro fianco, mentre nel nostro ambiente spesso questa paura è presente. Se incontriamo qualcuno che ci emoziona ed è bravo perché non dobbiamo ascoltarlo e aiutarlo a crescere?». Quale obiettivo vi siete posti quando avete scelto di fare musica? «Il nostro è comunque un progetto underground e la scelta di essere popolari è fatta nella direzione di poter percorrere la strada che più ci piace senza condizionamenti o difficoltà. Facciamo i musicisti per passione e per emozionarci». Siete stati la band di apertura nei concerti di Patti Smith, che poi vi ha chiamato per collaborare a “Banga”. E’stata più forte l’emozione di essere stati scelti per suonare con lei o sentirla dire che siete stati tra i pochi ad aver compreso perfettamente il messaggio musicale che voleva trasmettere? «Con lei è stato tutto molto bello e spontaneo. Ci ha visto suonare in un meeting di Emergency a cui eravamo invitati. Dopo averci ascoltati è venuta a complimentarsi, chiedendoci un contatto. Dopo tre giorni ci è arrivata una mail in cui ci comunicavano che la Smith avrebbe voluto collaborare con noi. Da lì è scoppiato l’amore. Siamo stati la sua band in Italia per tre concerti, insieme al suo chitarrista Lanny Kaye. Poi ci ha proposto di registrare due canzoni di “Ban- CHI SONO TRE LUSTRI DI MUSICA AD AREZZO re lustri di costante lavoro per una band che ha fatto dell’impegno sociale il fulcro attorno al quale fare ruotare la propria creatività. Questo è La Casa del Vento, gruppo la cui storia è scandita da 12 tra album e progetti speciali. A dar man forte al nucleo storico, insieme dal lontano ‘99, un nugolo di musicisti, attori e artisti di vario genere. Tra i tanti, Patti Smith, che ormai da alcuni anni li ha eletti tra le proprie assolute preferenze italiane. Un sodalizio nato nel 2010, quando il gruppo aretino ha condiviso il palco con la “sacerdotessa del rock” in quattro concerti (Firenze, Milano, Bolzano e Parigi) a sostegno di Emergency. Un’unione suggellata l’anno successivo dall’uscita di “Seeds in the wind” (Semi nel vento), cinque canzoni “di pace, tenerezza, giustizia e poesia”. E straordinario documento musicale che l’associazione umanitaria ha pubblicato dando una prima dimensione discografica all’incontro artistico e umano tra La Casa del Vento e la Smith, come sempre accompagnata dal suo ormai storico chitarrista Lenny Kaye. Artisti che, dopo aver collaborato alla realizzazione di “Seneca” e “Costantine’s Dream” – due brani inclusi in “Banga”, l’ultimo album della voce di “Because the night” – si sono ritrovati il 26 luglio scorso, prima all’interno della Basilica di San Francesco di Arezzo per un reading ispirato all’opera di Piero Della Francesca, nella stessa serata a Montevarchi (Arezzo), dove la cantante Usa ha condiviso il concerto de La Casa del Vento per il “Festival Oriente/Occidente”. Un’avventura live che si è ripetuta ancora pochi giorni dopo (31/8) in piazza del Campo a Siena. Per non perdere il filo di questa trama, Lenny Kaye partecipa anche nella “title track” di “Giorni dell’Eden”, ultimo album del gruppo toscano, che Mescal ha pubblicato lo scorso 20 novembre. Oltre al sopracitato guitar-man, in questa produzione ritroviamo il sempre fedele Francesco “Fry” Moneti (Mcr), oltre al rapper marocchino Youss Yakuza, a Francesco Chimenti (Sycamore Age), a Daniele Sanzone (A67) e a Violante “Viola” Placido. T Sopra La Casa del Vento con Vincenzo Nicolello, in occasione di un recente show case alla Fnac di Torino. In alto un momento del reading ispirato all’opera di Piero Della Francesca che il gruppo toscano ha tenuto con Patti Smith nella basilica di San Francesco di Arezzo nel luglio scorso. ga”. Ci ha mandato i brani al mattino e noi al pomeriggio li abbiamo suonati, senza alcuna prova. Ha dimostrato una grande fiducia nei nostri confronti, al punto che quando ha registrato la sua voce ha utilizzato la prima traccia realizzata. Siamo entrati subito in sintonia con lei ed evidentemente lei ha fatto lo stesso, tanto da confermarlo anche nel corso di un’intervista». Cosa vi ha lasciato questa esperienza? «Sicuramente una buona dose di autostima, che è andata a curare le nostre moltissime ferite e a cancellare alcune critiche ricevute in passato. La musica è la musica, non bisogna pensare molto, basta sapersi emozionare.» Dopo “Banga”è uscito anche un vostro lavoro, a cui ha collaborato lo stesso Lanny Kaye. Un album che rimane impresso anche dopo il primo ascolto. Cosa è cambiato nel vostro modo di fare musica? «Semplicemente ci siamo sforzati di essere anche orecchiabili proponendo musiche e testi più immediati». Un album che offre tantissime collaborazioni... . «Man mano che scrivevamo i pezzi e le canzoni crescevano abbiamo individuato alcuni artisti che potevano dare forza al disco. A prima vista possono sembrare “marchette”, un modo per avere più visibilità, ma in realtà non è andata così. Per gli Az 67, ad esempio, la decisione di invitarli è arrivata dopo averli conosciuti e apprezzati musicalmente. Ci è piaciuta l’idea di poter collaborare con ragazzi che provengono e fanno cultura in una delle zone più problematiche d’Italia, il quartiere Scampìa di Napoli. Per Violante Placido invece avevamo un testo in inglese, e lei da sempre canta in quella lingua. Con la sua voce suadente ha dato un valore aggiunto al nostro lavoro». Avete puntato molto su sonorità rock, con chiare influenze “prog”. Non avete tradito la vostra vocazione folk? «Ci siamo molto ispirati, per esempio, ai Pearl Jam. In “Icarus”, per esempio, abbiamo usato le stesse tonalità. Nell’album c’è anche una cover di “Just Breath” degli stessi Jam. Anche l’incontro con Patty Smith ci ha permesso di essere meno schematici e più musicali nei testi. Di sicuro siamo partiti da giri di accordi molto simili, su cui abbiamo applicato melodie diverse. In molti pezzi aleggia questo approccio. Forse anche il fatto di aver utilizzato testi in inglese può aver dato la sensazione di esserci avvicinati a certe sonorità. Se a questo aggiungiamo il fatto che mia moglie è inglese e conosce molto bene la poetica britannica, riusciamo a dare un’idea di quali siano state le nostre scelte in questo disco». alCinema Gianni Alderighi pompieremovies.com TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE Regia: Giulio Manfredonia. Attori: Antonio Albanese, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano, Lunetta Savino. Genere: commedia. Durata: 90 minuti Produzione: Italia 2012. Voto: 5.5/10 etto La Qualunque dopo la “salita in politica” infila la discesa insieme alla sua giunta, sciolta e incarcerata nelle carceri calabresi. Più a Nord (Est), Rodolfo Favaretto coltiva il sogno della secessione, vagheggiando l'Austria e trafficando clandestini. Denunciato da uno dei suoi braccianti neri, creduto morto e buttato in mare, Rodolfo viene arrestato. Lontano dall'Italia invece Frengo Stoppato fugge alla giustizia e a una madre ingombrante e devota, che lo sogna casalingo e beato. Convinto da una telefonata materna ad abbandonare il suo rifugio new age, Stoppato viene condannato e rinchiuso per detenzione e spaccio di stupefacenti. Sarà un sottosegretario, autorevole e maneggione, a rimetterli in libertà e al C Il mondo dentro a un film servizio di un presidente del Consiglio di poche parole e smodato appetito. Cetto, Rodolfo e Frengo finiranno per comprometterne potere ed equilibrio. Non fa (mai) ridere la nuova commedia di Giulio Manfredonia interpretata da Antonio Albanese, Antonio Albanese e Antonio Albanese. Perché il (bravo) comico brianzolo questa volta si fa in tre per ribadire la ridondante indecenza di chi ci governa senza mai eguagliare i referenti reali. Limite già esibito in “Qualunquemente”, dove la risata era biliosa e trattenuta, una smorfia insomma che non si distendeva mai in sorriso. Di fatto non c'è nulla da ridere, la realtà che i grotteschi personaggi di Albanese incarnano è raccapricciante e sempre in bilico tra comicità e orrore. Anche questa volta la finzione è impotente di fronte al compito di rappresentare la cronaca politica italiana, affollata ieri, oggi e domani di “papi” e “papi-girls”. A questo giro però, già svilito dalla ripetizione di maschere ben sedimentate negli occhi del pubblico tra cinema e Tv, le cose vanno peggio. E la ragione, quella più tangibile almeno, è da ricercarsi nella realtà, ancora una volta un passo avanti, ancora una volta più immaginosa di un'invenzione Lunedì 24 Dicembre 2012 Extra Agenda di eventi fuori porta MARTEDI’25 DICEMBRE KAMIKAZE QUEENS Vengono da Berlino, la città europea più culturalmente viva del momento. Infiammano i palchi di tutti i club che toccano a suon di psychorockabilly e hanno un nome che è tutto un programma: Kamikaze Queens. Una band di caratura internazionale che sbarca in Italia per la prima volta per presentarci il loro trascinante mix di suoni tra lo psychobilly e il punk, integrato con spruzzate di garage, glam e gothic, mettendo in campo tutta la loro forza creativa per riempire qualsiasi tipo di dance floor. Saranno allo United Club di Torino. SABATO 29 DICEMBRE PUNKREAS A un anno di distanza dalla pubblicazione di “Paranoia Domestica Live”, il Dvd dal vivo per festeggiare vent’anni di carriera, i Punkreas tornano sulla scena musicale con un nuovo album di inediti. Il disco, in uscita a quattro anni di distanza dall’ultima fatica in studio, si intitola “Noblesse Oblige” ed è stato registrato agli studi della Cellar Door Station. Dopo la fatica discografica la band torna in tour, facendo tappa all’Hiroshima Mon Amour di Torino. LUNEDI’31 DICEMBRE CAPODANNO A TORINO Uno show che coniugherà tecnologia alle esibizioni di performer e ballerini, in un magico gioco di elementi coreografici e visivi. Dopo il conto alla rovescia e il brindisi di mezzanotte tutta la piazza sarà simbolicamente colorata con le bandiere francesi a testimoniare una volta di più i legami che uniscono Torino alla Francia. Stesso filo conduttore per il concerto di Capodanno, aperto dallo straordinario fisarmonicista jazz Richard Galliano con un'interpretazione personale della “Marsigliese”, a cui seguirà un medley dei più grandi successi di Edith Piaf. Gli occitani Lou Dalfin saranno i maestri di cerimonia di una straordinaria e inedita formazione, che vedrà alternarsi sul palco, oltre allo stesso Galliano, Stefane & Iza Mellino, già storici componenti de Les Négresses Vertes. Appuntamento in piazza San Carlo. THE BONE MACHINE Tre ragazzi di Aprilia insieme dal ’99 propongono un divertente, ironico, grottesco e provocatorio mix di generi mescolati tra loro in modo molto originale e ai quali si accostano testi in italiano che trasudano humour nero e una sottile critica alla società contemporanea. Si presentano dal vivo con un tipico abbigliamento “fifties” e delle maschere della Lucha Libre (il wrestling messicano, che spesso era accompagnato da eventi rock’n'roll), dentro il loro mondo c’è tutto: Elvis, il rock’n'roll, il punk, il macabro, l’horror, il sesso, riff travolgenti e ritornelli provocatori. Faranno festa in attesa del nuovo anno allo United Club di Torino. VENERDI’4 GENNAIO NOBRAINO Irriverenti e beffardi, i Nobraino tornano a macinare chilometri, questa volta portando in giro per l’Italia il quarto album della band. Il tour, nonostante le uscite discografiche, è un continuum dove vecchio e nuovo si confondono. La scaletta del concerto è in continua evoluzione. Oltre ai brani già editi, il gruppo propone anche pezzi mai registrati. All’Hiroshima Mon Amour di Torino. ZIBBA Sarà sul palco del Teatro Marenco di Ceva per una serata organizzata dalla Consulta giovanile. Dopo il successo dell’album “Come i passi sulla neve”, il cantautore ligure si presenta in “solo” per celebrare la recente affermazione al Premio Tenco. Sarà un’ottima occasione per ascoltare le piacevoli sonorità di questo sorprendente personaggio. NELLE SALE ALBA CINE4 CITYPLEX (0173/363.021) Lo hobbit: un viaggio inaspettato (3D) lunedì 24 alle ore 21. Ralf spaccatutto (3D) lunedì 24 alle 21. Tutto tutto niente niente lunedì 24 alle 20 e 22. Colpi di fulmine lunedì 24 alle 20 e alle 22.15. MORETTA (0173/364.936) Dalla parte degli angeli martedì 25 e mercoledì 26 alle ore 21. BRA VITTORIA (0172/412.771) Lo hobbit: un viaggio inaspettato lunedì 24 alle ore 21; martedì 25 alle 18 e 20.30; mercoledì 26 alle ore 15, 18.10 e 21.30 . Colpi di fulmine lunedì 24 alle ore 20.15 e 22.30; martedì 25 e mercoledì 26 alle ore 16.15, 18.15, 20.15, 22.30. IMPERO (0172/412.317) I due soliti idioti lunedì 24 alle ore 20.20 e 22.30. The grey lunedì 17 e martedì 18 alle ore 22.30. Tutto tutto niente niente lunedì 24 alle ore 20.20 e 22.30. Ralph Spaccatutto lunedì 24 alle ore 20.20 e 22.30. DOGLIANI MULTILANGHE (0173/742.321) Lo hobbit: un viaggio inaspettato (3D) lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 alle ore 15.05, 18.10 e 21.15; giovedì 27 e venerdì 28 alle ore 18.10 e 21.15. Colpi di fulmine lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 alle ore 15.55,18.10, 20.20 e 22.30; giovedì 27 e venerdì 28 alle ore 18.10, 20.20 e 22.30. I due soliti idioti lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 alle ore 15.15, 17.05, 18.55, 20.45, 22.35; giovedì 27 e venerdì 28 alle ore 18.55, 20.45, 22.35. CHERASCO GALATERI (339/16.73.987) Chiuso per manutenzione.