NaQUADRIa Wormholes_____ _______________ Aquilifer.SG-0 NaQUADRIa Wormholes Nel presente articolo viene presentata quella che è un po’ la storia dei wormhole, seguita da un paragrafo sulla possibile fisica dietro lo Stargate. Proseguendo l’avvicinamento al telefilm (ed alla fantascienza) verrà poi descritta una possibile “ricetta” per ottenere un cunicolo spazio-tempo. Infine un importante chiarimento: perché sono scorciatoie? A Breve storia dei Wormhole L’idea dell’esistenza di questi cunicoli spazio-temporali risale più o meno all’epoca della relatività generale. Vediamo un po’ come ci si è arrivati, e per farlo dobbiamo partire dalla nascita del concetto di “buco nero”. Karl Schwartzschild fu il primo a capire che le equazioni della relatività generale di Einstein prevedevano l’esistenza di buchi neri. Il buco nero descritto da Schwartzschild era quella che in linguaggio scientifico viene detta singolarità, un punto in corrispondenza del quale le leggi della fisica perdevano la loro validità … tutto ciò per Einstein costituiva un problema: non gli piacevano questi buchi nello spazio-tempo e non gli bastava che fossero “isolati” dal mondo circostante mediante gli orizzonti degli eventi. Nel 1935, Einstein ed il suo collaboratore, Nathen Rosen, pubblicarono un saggio in cui tentavano di dimostrare che le singolarità trovate da Schwartzschild non esistevano: i due scienziati riscrissero la soluzione di Karl Schwartzschild, in modo che non contenesse singolarità spazio-temporali…tuttavia avevano appena posto le basi teoriche di qualcosa di, se possibile, più strano dei buchi neri: i ponti di Einstein-Rosen. Essi univano un punto del nostro spazio-tempo con un punto dello spazio-tempo di un universo parallelo. Nel 1955 John Wheeler, uno dei più grandi fisici teorici del XX secolo (è sua l’espressione “buco nero”), pubblicò un saggio in cui dimostrava che il cunicolo poteva anche fare una “curva” e tornare verso il nostro universo, collegando così due punti spazio-tempo del nostro universo: prendete la tazza con cui fate colazione la mattina ed immaginate che la sia il nostro universo: il cunicolo allora sarebbe il manico. Come il manico è esterno alla tazza vera e propria, così il cunicolo spazio-temporale è esterno al nostro universo, anche se in un modo più complicato. Ciò è spiegato meglio nell’ultimo paragrafo. Rimane però un problema non accantonabile: la porta di ingresso e quella di uscita sarebbero comunque dei buchi neri, ed essi non lasciano uscire niente, neanche la luce, una volta che abbiamo oltrepassato il loro orizzonte degli eventi. Nel 1963 il matematico neozelandese Roy Kerr scoprì che le equazioni di Einstein presupponevano l’esistenza di un genere completamente nuovo di buchi neri: i cosiddetti buchi neri rotanti. Si scoprì che questa soluzione era valida per qualsiasi stella rotante collassata in un buco nero e che – dato che tutte le stelle ruotano intorno al proprio asse a NaQUADRIa Wormholes_____ _______________ Aquilifer.SG-0 diverse velocità – questa era la soluzione più realistica per i buchi neri. L’aspetto più interessante è però questo: la singolarità al centro del buco nero non è più un punto di dimensioni zero, come nel caso dei buchi neri di Schwartzschild, ma prende la forma di un anello. La materia è su questo anello di spessore pressoché nullo, e quindi di densità pressoché infinita. La zona in mezzo è solo spazio vuoto: quindi se l’anello fosse abbastanza largo da permettere il passaggio di qualche oggetto o, la fantasia corre inevitabilmente, di qualche astronave? Concludiamo dicendo che le teorie finora partono da leggi e modelli matematici ben precisi e coerenti, tuttavia la difficoltà o, in alcuni casi, l’impossibilità della verifica sperimentale di tali teorie lascia lo spazio a diverse interpretazioni degli stessi concetti matematici: ciò vuol dire, in breve, che finché non riusciremo a provare con un esperimento l’esistenza, o la non esistenza, dei nostri sperati wormhole, bisogna tenere in eguale considerazione sia le interpretazioni a favore che quelle contro. Non arrendetevi comunque: a volte sono proprio le teorie contro che poi attestano e verificano quelle pro...un esempio potrebbe essere il famoso esperimento di Michelson e Morley, nel 1879 (anno di nascita di Einstein, che molto dedusse da questo esperimento): voleva dimostrare l’esistenza dell’etere ed alla fine ha dimostrato...che non esisteva! Ma forse è meglio lasciare spiegare lo stesso concetto a chi ne sa infinitamente più di me. Citiamo un breve passaggio tratto dal libro di Matt Visser intitolato Lorentzian Wormholes: from Einstein to Hawking. “Sebbene la fisica dei Wormholes sia di natura speculativa, le teorie fisiche fondamentali su cui si basa – la relatività generale e la meccanica quantistica – sono ormai ampiamente sperimentate e generalmente riconosciute come valide. Anche se ci ritrovassimo con le spalle al muro, circondati da contraddizioni disastrose ed eventi imponderabili, la speranza è che perlomeno si tratti di un disastro interessante e costruttivo” A La “possibile” fisica dietro lo Stargate Partiamo dal primo episodio, “Children of Gods” [I figli degli Dei]. Samantha Carter, avvicinandosi per la prima volta allo Stargate in funzione esclama: “My God! Look at this! The energy the gate must release to create a stable wormhole! It’s...astronomical, to use exactly the right word! You can actually see the fluctuations in the event horizon!” [“Mio Dio! Guarda qui! Pensa a quanta energia lo Stargate deve fornire per creare e rendere stabile il wormhole! E’ astronomica, nel vero senso della parola! Si possono vedere al vero le fluttuazioni (quantistiche) dell’orizzonte degli eventi!] Che diavolo significa tutto questo? Nel precedente paragrafo abbiamo visto come, pur chiudendo due occhi su tutte le difficoltà che dovrebbe comportare la creazione di un wormhole, resterebbe comunque la difficoltà dell’instabilità. Cioè ammesso e non concesso che si riuscisse a crearne uno, il cunicolo spazio-temporale durerebbe talmente poco che non sarebbe di nessuna utilità. Quello che si vede nel telefilm è un wormhole stabile, costantemente aperto, privo di orizzonte degli eventi alle estremità in modo da permettere il viaggio nei due sensi, privo di singolarità e sgradevoli forze di marea che ucciderebbero qualunque viaggiatore. NaQUADRIa Wormholes_____ _______________ Aquilifer.SG-0 (In realtà nel telefilm lo SW (Stargate Wormhole) è stabile per un tempo molto lungo (38 minuti) e attraversabile dalla materia in un solo verso, e dalle onde elettromagnetiche in entrambi i versi). Un wormhole con le stesse caratteristiche era quello presentato da Carl Sagan per il suo libro (da cui è stato tratto un film) “Contact”, dove una civiltà aliena molto più progredita di noi mandava agli uomini i piani per costruire una “macchina” in grado di creare un wormhole, per entrare in contatto con questa civiltà. Carl Sagan volle che il suo racconto fosse scientificamente plausibile, e si rivolse a Kip Thorne, del gruppo di Astrofisica Teorica presso il CalTech (Californian Institute of Technology). Thorne è uno dei massimi esperti di relatività generale al mondo, e cercò una soluzione compatibile con la fisica che assomigliasse al cunicolo desiderato nel racconto. Ebbene, con sua grande sorpresa ci riuscì. Date le sue caratteristiche questo tipo di wormhole fu battezzato “Wormhole attraversabile”. Non ha origine da singolarità, ma viene, per così dire, costruito (non disponiamo naturalmente dei mezzi e delle energie tali da poterne costruire uno, e forse non ce li avremo mai). A Ricetta per costruire un Wormhole Prendete un wormhole quantistico, elemento normale nel paesaggio della schiuma quantistica...per ora fidatevi, per chi è interessato veda l’articolo sulla fisica quantistica. Quella a cui ci riferiamo è una scala di grandezza subatomica. Noi “pompando” in questo wormhole quantità “astronomiche”, come dice Samantha Carter, di energia dovremmo riuscire a ingrandirlo fino a dimensioni per noi utili. Sicuramente e giustamente siete scettici a riguardo. In realtà il concetto è meno aleatorio di quel che si crede. Una teoria possibile per spiegare l’origine dell’universo è quella che mette in gioco una “fluttuazione quantistica” di un nulla primordiale che subisce un periodo detto “di inflazione”, e cioè di rapida espansione: le irregolarità che osserviamo noi nell’universo non sarebbero altro che le irregolarità a livello di schiuma quantistica superingrandite. Se riuscissimo a comprendere ed imbrigliare questo processo di inflazione, e cioè applicarlo ad un wormhole della schiuma quantistica, potremmo ingrandirlo a nostro piacimento. Quindi lo Stargate sarebbe una specie di “collettore di energia” in grado di sfruttare le fluttuazioni quantistiche presenti e di cedere ad una fluttuazione tipo wormhole energia sufficiente ad ingrandirla fino alla dimensione del “gate”. E’ in grado anche di continuare a fornire energia al wormhole per stabilizzarlo e quindi tenerlo aperto. A Perché è una scorciatoia? Un concetto piuttosto difficile da afferrare è il perché il cunicolo costituirebbe una scorciatoia. Affidiamoci ancora alla nostra astrofisica teorica preferita (dall’episodio “A matter of time”, 2x15) che cerca di spiegare cos’e’ un wormhole a Jack: “Imagine the galaxy is an apple. We burrow our way through the apple like a worm,...crossing from one side to the other, instead of going around the outside” “Ok” “Now, the diameter of the apple is just a 2D representation of space-time” “Well, the hole isn’t really a hole, per se, ...but an interdimensional conduit...” NaQUADRIa Wormholes_____ _______________ Aquilifer.SG-0 [“Immagina che la galassia sia una mela. Noi scaviamo il nostro percorso attraverso la mela come fa un verme,...andando diretti da una superficie all’altra, invece di fare il giro percorrendo la superficie” “Ok” “Beh, in realtà il diametro della mela è solo una rappresentazione 2D dello spazio tempo” “In realtà il buco non è proprio un buco...ma un condotto interdimensionale...”] Il trucco sta nel fatto che il cunicolo si trova in una dimensione diversa dalle nostre tre spaziali ed una temporale, per questo a volte lo si chiama “iperspazio” (parolone che significa semplicemente spazio con un numero di dimensioni maggiore del nostro). Cosa vuol dire questo? Prendiamo l’esempio di Sam. Il nostro universo come noi lo conosciamo è costituito da 3 dimensioni spaziali ed una temporale. Lasciando da parte momentaneamente la dimensione temporale, togliamo anche una dimensione spaziale, per semplificare il discorso. Abbiamo così un universo 2D, che nell’esempio è la buccia della mela (N.B. Solo la buccia, non la polpa! Se no non sarebbe 2D): ci possiamo muovere solo “strisciando” sulla buccia della mela, senza mai staccarci da essa. Quindi, quando diciamo che scaviamo un condotto nella mela, sfruttiamo un’altra dimensione, la terza, ed attraverso essa possiamo costruire, come il verme della mela, una scorciatoia. Il problema è avere qualcosa che riesca a trovare e scavare questo tunnel! Essendo, nell’universo 2D, anche noi 2D, in realtà non possiamo accedere alla terza dimensione, come nel mondo reale non siamo capaci di accedere alla quarta dimensione spaziale (ammesso che esista). Ma prendiamo un altro esempio, due sono sempre meglio di uno: se avete capito potete saltare alle conclusioni. Pensate alla gola di un canyon, e pensate che il mondo sia bidimensionale (2D), e sia costituito solo dalla superficie del terreno: praticamente ci possiamo muovere solo e soltanto “strisciando” sul terreno. Come arrivare dall’altra parte della gola? Arriviamo al ciglio, percorriamo tutta la parete in “discesa” (in realtà il nostro concetto di alto e basso non avrebbe senso in un mondo 2D, essendoci solo l’andare avanti, indietro, a destra o a sinistra), percorriamo il fondo, percorriamo il tratto in “salita” e finalmente ci troviamo dall’altra parte. Cosa si fa invece nel mondo 3D? Si costruisce un ponte che va da un ciglio all’altro, risparmiando un sacco di strada, e questo ponte sfrutta la terza dimensione, perché si “stacca” dal terreno e quindi si “stacca” dal mondo 2D di prima. Adesso che sappiamo il trucco il gioco è fatto: nel nostro mondo 3D+1 (3 dimensioni temporali più una, particolare, temporale) ci servirebbe una quarta dimensione spaziale, nella quale facciamo passare il nostro wormhole. Abbiamo nel nostro mondo 3D l’altezza, la larghezza e la profondità. Coniando un nuovo termine, se chiamiamo “quadrezza” la lunghezza relativa alla quarta dimensione spaziale, allora il nostro wormhole potrebbe essere “quadro” (lungo) solo qualche metro, ma collegare due punti distanti, nel mondo 3D, anni luce. A Per approfondire Buchi neri, wormholes e macchine del tempo Jim Al-Khalili Edizioni Dedalo Energia negativa: la sfida della fisica NaQUADRIa Wormholes_____ _______________ Le Scienze, Marzo 2000, pp.38-45 Aquilifer.SG-0