IL CONVEGNO I Monumentali, non solo alberi Luigi Berardi durante la sua performance nel parco delle Ville Ponti Il progetto di cooperazione transfrontaliera italo-svizzero Pro Arbora giunge al termine. A coronare questi 3 anni di intenso lavoro, il 22-23 novembre scorso si è tenuto nel prestigioso complesso delle Ville Ponti di Varese il Convegno internazionale “I Monumentali”, interamente dedicato alla valorizzazione, cura, tecnica e filosofia degli alberi veterani. Più di 500 iscritti, provenienti da tutta Italia e Europa, hanno vissuto due giornate intense e cariche di un’atmosfera che difficilmente si incontra in Convegni di questa por6 tata. Oltre ai venti relatori di fama internazionale che ci hanno arricchito con esperienze e conoscenze differenti, ad essere protagonisti sono stati anche artisti, filosofi, poeti, scrittori, che con le loro opere hanno impreziosito e contribuito a rendere l’evento unico. Esibizioni di Land Art come quella di Nedda Bonini e Andrea Pavinato ci hanno svelato caratteristiche delle piante inusuali e curiose. Abbiamo infatti scoperto che le piante possono “suonare”, ed ogni specie ha il suo timbro e il suo “fraseggio musicale”. Collegando le foglie a degli elettrodi e successivamente ad un sintetizzatore, i due artisti hanno fatto ascoltare quella che definiscono la “musica delle piante”, ma soprattutto hanno dimostrato come le piante siano in grado di variare i propri valori di conduttività elettrica, creando frasi musicali che si armonizzano e cambiano alla presenza di altri vegetali, interagendo anche con l’ambiente e gli avvenimenti che si verificano intorno a loro. Sembrerebbe infatti che le piante durante il terremoto che ha colpito l’Emilia pochi mesi fa, abbiano completamente cambia- to la propria “musica”, emettendo suoni ben più gravi del solito e con cadenza meno regolare, stessa cosa che avviene durante gli incendi: le piante in questi casi trattengono la linfa più a lungo, modificando di conseguenza il campo elettrico che generano. Luigi Berardi, unico artista italiano che ha avuto l’onore di esporre le sue opere anche sulla muraglia cinese, ha invece riportato in vita un ceppo di una quercia secolare tagliata da tempo, grazie alla sua performance di canti e suoni di pietre. Numerosi sono stati anche gli artisti varesini che con entusiasmo hanno esposto le proprie opere, e hanno permesso a tutti i congressisti di partecipare alla realizzazione di un quadro collettivo che diventerà l’opera d’arte rappresentativa dell’intero Congresso. Esponenti di spicco come Arcangelo Ciaurro e Loris Ribolzi, oltre ad aver adornato e valorizzato la sala principale e il palco del congresso con dipinti di alberi e sculture di legno, hanno anche spiegato durante la serata culturale introduttiva del 21 novembre come traggono ispirazione dalla Natura e dalle sue forme. Nella medesima serata si sono succeduti interventi di artisti, poeti, filosofi, mentre la scuola di danza di Silvana Bazzi ha interpretato una performance ispirata al respiro degli alberi, il tutto moderato dalla giornalista Andreina De Tomassi. Ma non soltanto gli iscritti hanno potuto beneficiare e godere dell’atmosfera del Congresso: l’intera settimana è stata infatti ricca di eventi, presentazioni, incontri e proposte culturali che hanno visto Varese e la sua cittadinanza al centro di un fermento purtroppo inusuale e raro per la città. In molti hanno parte- cipato alle visite guidate ai parchi e giardini storici che in alcuni casi sono stati aperti eccezionalmente. Tiziano Fratus, che ama farsi definire “Homo Radix” e che gestisce una rubrica settimanale su “La Stampa” in cui racconta dei sui viaggi alla ricerca e scoperta degli alberi monumentali, ha tenuto un’interessante visita guidata ai Giardini Estensi, integrando nozioni di pura tassonomia a digressioni filosofeggianti e storiche. A ricordo del Congresso, è stata messa a dimora una pianta nello straordinario parco delle Ville Ponti. La pianta prescelta è un esemplare di Corbezzolo, Arbutus unedo, specie che mancava all’interno del giardino e che fin dal Risorgimento simboleggia l’Unità d’Italia poiché in inverno porta fiori bianchi, frutti rossi e foglie verdi, proprio come i colori del tricolore italiano. L’esemplare è stato posizionato vicino al poggio da cui Garibaldi guidò la celebre battaglia di Varese del 1859 contro gli Austriaci. Siamo certi che con il progetto Pro Arbora sia stato fatto un passo concreto non solo per la salvaguardia, ma anche per la promozione delle bellezze botaniche e paesaggistiche del territorio prealpino che nulla ha da invidiare ad altre regioni più blasonate e conosciute. Ci auguriamo che Pro Arbora rimanga un punto di riferimento per chi voglia conoscere ed avvicinarsi ai monumenti arborei di cui è ricca questa regione, e auspichiamo che il seme lasciato da questo Congresso possa germogliare e che, negli anni venturi, questa esperienza possa ripetersi e rinnovarsi costantemente. Insomma che l’ambiente diventi un ospite fisso della vita culturale varesina! 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