Cristiano Giorda – Università degli Studi di Torino, AIIG associazione Italiana Insegnanti di Geografia Le mappe dello spazio tempo Rappresentare il mondo è un modo di GUARDARLO. Note di geografia critica interculturale. Le rappresentazioni cartografiche non sono neutre. Esse esprimono la nostra idea dell’identità (chi siamo) e dell’alterità (chi sono gli altri). Una carta è sempre un segno di relazione tra culture: va interpretata in base a chi l’ha prodotta, quando l’ha prodotta, in che contesto culturale, con quale scopo. Fin dal suo nascere la carta definisce dove siamo, ma anche dove andiamo: è lo strumento degli eserciti, dei commercianti, dei religiosi, dei migranti. Nord/Sud del mondo: una dicotomia troppo semplice per essere vera (ma per questo di grande successo). 1°lezione: il mondo è complesso, ma i modelli preferiscono farci credere il contrario. Primo, secondo, terzo mondo: un’altra semplificazione comoda alle ideologie e a una lettura riduttiva delle relazioni globali al dualismo dominanti/dominati (o sfruttatori/sfruttati). Il terzo mondo diventa poi i “paesi in via di sviluppo” 2°lezione: l’economia domina la scena delle rappres entazioni da molto prima della globalizzazione. La triade: chi consuma e chi produce, mentre il “resto” non è degno nemmeno di far parte della rappresentazione. 3°Lezione: per l’economia, ciò che non è centrale è t rascurabile. Lo schema Centro - Periferia Mette in evidenza i luoghi geopoliticamente dominanti. I centri sono le regioni economicamente e politicamente più forti e influenti a scala planetaria, le periferie tutte le regioni alleate, dipendenti, colonizzate. Schema rigido di grande successo al tempo della guerra fredda, è stato messo in crisi dalla dinamicità della globalizzazione. 4°Lezione: Sono sempre i centri a produrre le rappresentazioni dominanti e quindi a controllare le idee su cos’è il mondo e su cosa diventerà. Una rappresentazione metacartografica “onesta” (??) In base alla distribuzione del Pil mondiale possiamo parlare di Paesi a economia forte e Paesi a economia debole http://andimabe.blogspot.com/2010/10/map-of-europe.html B-maps o cartografia pop. Questa carta è esposta nella sede del parlamento Europeo a Bruxelles. Stereotipi e retorica o una rappresentazione abbastanza fedele di ciò che pensiamo dell’Europa? Una B-map del 1519, ecco il Brasile popolato da selvaggi, coperto da foreste e uccelli meravigliosi. E una del 1890. l’Arabia è il Paese delle tende, dei portatori, dei cavalli bianchi e delle scimitarre Title: Arabia Mapmaker: Arbuckles' Coffee Company Published: c1890 E le mappe degli stereotipi oggi. La scala europea da un punto di vista locale/statale: l’Europa secondo i tedeschi http://alphadesigner.com/mapping-stereotypes/ E il mondo secondo gli Americani: ad ognuno la propria scala /punto di vista. Alcune osservazioni in chiave interculturale: Nel definire chi siamo, la carta esprime una gerarchia del mondo in base al tema che viene sviluppato. Ogni rappresentazione cambia il nostro approccio operativo col mondo. La potenza della rappresentazione: descrive una situazione e contemporaneamente la rinforza, la crea: esprime un destino. La geografia critica ci educa a decostruire il linguaggio cartografico e ad analizzarlo considerandone i metamessaggi, vale a dire i condizionamenti impliciti, le implicazioni rispetto al potere e all’intenzionalità di chi le ha prodotte e di chi le utilizza. Valore educativo della transcalarità: decentrare i punti di vista. Culture e punti di vista: la carta esprime anche il sogno, il progetto di vita di chi la utilizza: sulla carta si incontrano il disegno del colonizzatore e quello del migrante. Entrambi, attraverso la carta, coltivano l’ambizione del controllo del territorio. Stereotipi e alterità: la carta come rappresentazione del limite, del confine: quanto siamo in grado di dire dell’altro e dell’altrove.