La Psico-Oncologia La Psicooncologia comincia a muovere i primi passi negli Stati Uniti a metà degli anni 50. Si può parlare di sostegno strutturato al malato solo dopo un decennio quando la dott.ssa Jimmie Holland creò il primo servizio al Memorial Sloan Kettering di New York. Nel Regno Unito invece fu Cecily Saunders a dare la prima organizzazione nell'assistenza al malato oncologico. In Italia possiamo parlare di Psico-Oncologia da quando 25 anni fa fu fondata la S.I.P.O. Società Italiana di Psico Oncologia. Quando utilizziamo oggi il termine Psicooncologia, ci riferiamo a quella branca della psicologia e della psicoterapia clinica che studia e si prende cura, all'interno dell'organizzazione socio-medicosanitaria, della qualità di vita e degli aspetti patologici cognitivo-comportamentali della persona malata. L'esperto psicooncologo, solitamente, è uno psicologo, ma può esserlo anche uno psichiatra o un oncologo che abbia però una specializzazione in psicoterapia. Gli ambiti in cui può essere suddivisa la Psicooncologia possono essere riassunti in tre linee generali: la prevenzione, il sostegno psicologico al malato e ai familiari nella fase di cura, l'accompagnamento di fine vita. In effetti oggi con i progressi della medicina, con la guarigione o lungo sopravvivenza, si profila un altro ambito che è quello della riabilitazione, in questo caso far superare lo stress del trauma subito per riprendere il ciclo vitale. Quando ci si ammala di cancro la dimensione psicologica della persona viene colpita profondamente. Si sviluppano tutta una serie di disturbi dell'umore e del comportamento che disabilitano ancora di più la persona. La persona può sviluppare ansia, depressione, perdita del desiderio sessuale, confusione mentale,ecc. manifestati con crisi di pianto, perdita dell'appetito, insonnia, ritiro sociale ecc. La malattia non colpisce solo la persona che si ammala, ma anche tutto il sistema familiare. Anche i familiari possono sviluppare gli stessi sintomi soprattutto i caregiver, cioè quelli che si prendono principalmente cura della persona malata. Anche per loro è previsto un sostegno psicologico per tutta la durata della malattia e anche dopo nel caso in cui si dovesse elaborare il dolore della perdita. Gli strumenti principali dello psicooncologo sono il colloquio di consulenza, la psicoterapia, gli strumenti psicodiagnostici per valutare il grado e l'intensità del disturbo, le tecniche di rilassamento da far apprendere al paziente per gestire ad esempio l'ansia e il vomito anticipatori della chemioterapia. Negli ultimi anni la psicooncologia si sta arricchendo di terapie cosiddette non convenzionali e complementari alla cura e Mai in sostituzione. Possiamo citare la musicoterapia, l'arte-terapia, il Reiki, l'aromaterapia, la meditazione. Nella nostra Unità di cura siamo stati innovatori di queste tecniche all'interno di quella base teoricoscientifica che viene chiamata la terza onda del cognitivismo: la Mindfulness. La Mindfulness è una proposta di vita, dove la persona, attraverso dei percorsi introspettivi ed esperienziali, assume maggiore consapevolezza di se stesso, delle sue qualità, ma anche dei suoi limiti con una maggiore accettazione degli eventi di vita anche quelli drammatici. Abbiamo utilizzato per primi la figura del mandala. Proposta all'inizio ai pazienti e ai familiari come attività diversionale nell'attesa della chemioterapia, si è rivelato uno strumento terapeutico importante per la gestione degli effetti collaterali della chemioterapia. Consiste semplicemente nel colorare varie figure circolari complesse che, richiamando la figura archetipica del cerchio, aiuta la mente a distrarsi e a rilassarsi dando anche un piacevole senso di benessere corporeo. Per la tipologia di lavoro altamente a rischio emotivo, la psicooncologia si occupa anche degli operatori medico-sanitari per scongiurare che vengano colpiti dalla sindrome del Burn Out. Il burn out, letteralmente bruciarsi, è una sindrome che colpisce l'operatore che assiste tutti i giorni le persone ammalate e non ha modo di elaborare le sue emozioni negative di fronte alla altrui sofferenza. L'operatore stesso può manifestare, depressione, rabbia, o cinismo e alla fine abbandonare il lavoro. La Psico-Oncologia aiuta ogni persona, a prescindere dal ruolo,che entra in contatto con il cancro a trovare dentro di sé le risorse per fronteggiarlo, le proprie risorse di coping.