Il Modello a Prezzi Flessibili in una Economia Chiusa S Modica appunti senza figure sulla lezione Equilibrio nel Mercato del Lavoro e Reddito. La funzione di produzione aggregata è Cobb-Douglas, Y = K α L1−α . Qui K è dato. La produzione Y ⋆ di pieno impiego — ‘potenziale’— si ha quando tutta la forza lavoro esistente L⋆ è utilizzata: Y ⋆ = K α (L⋆ )1−α Se P e W rappresentano livelli di prezzi e salari, i profitti aggregati P Y − W L aumentano finché il prodotto marginale del lavoro è maggiore del suo costo marginale. Assumendo mercati competitivi, ci saranno imprese che domanderanno più lavoro finché questa condizione è verificata, sicché la domanda aggregata di lavoro LD sarà la soluzione di P YL = W , da cui LD = K[(1 − α)/(W/P )]1/α ; osserva che è decrescente in W/P . L’ipotesi di prezzi flessibili è che W/P si aggiusta in modo che la domanda sia uguale all’offerta, assunta perfettamente inelastica, L⋆ ; dunque (W/P )⋆ = (1 − α)K α (L⋆ )−α . Nota bene che ciò implica che tutta la forza lavoro è sempre occupata, perciò il prodotto è sempre Y ⋆ . 1 Dunque, la flessibilità dei salari reali assicura la piena occupazione; il reddito di equilibrio dipende solo dalla funzione di produzione e da L⋆ . Restano da determinare la suddivisione della spesa fra consumi e investimenti, ed il livello dei prezzi P . Composizione della Spesa. In una economia chiusa il reddito Y è speso in consumi, privati C e pubblici G, ed investimenti I. Assumiamo G esogeno. Indicando con T l’ammontare delle imposte (esogeno anche quello), assumiamo una funzione di consumo crescente nel reddito disponibile, C = C(Y − T ), ed una funzione investimento decrescente nel tasso di interesse reale, I = I(r). Allora dato Y , la parte C + G = C(Y − T ) + G resta determinata; dunque il reddito Y è compatibile con le decisioni di spesa per consumi, cioè C + G + I = Y , se il residuo Y − C − G ≡ S(Y ), risparmio, è uguale ad I(r). Conclusione, per supportare il livello Y ⋆ di piena occupazione il tasso di interesse deve equilibrare i flussi finanzari, offerta di risparmio e domanda di investimenti: I(r⋆ ) = S(Y ⋆ ). Qui di nuovo l’offerta è inelastica (S(Y ⋆ ) non dipende da r) e il prezzo scende finché la domanda I(r) non la eguaglia. Moneta e Livello dei Prezzi. Data la spesa nominale P Y e la quantità M di moneta in circolazione, resta determinata la spesa per unità di moneta V = P Y /M . E’ interpretabile come il numero di volte che l’unità monetaria ‘cambia mano’, ed è chiamata velocità di circolazione della moneta. La domanda di moneta M D per effettuare un ammontare dato P Y di transazioni, positiva perché il suo uso facilita gli scambi, è funzione decrescente del costo (opportunità) di detenerla, che è il tasso di interesse nominale i. In altre parole M D è una frazione di P Y decrescente in i: per i alto si domanda poca moneta cioè si sceglie velocità alta. Precisamente, si sceglie la velocità V (i) tale che M D (i) = P Y /V (i). Nota che M D = M D (i; P Y ). L’offerta di moneta M , esogena, è uguale alla domanda se M = P Y /V (i). Ma nel presente modello Y = Y ⋆ , e assumendo inflazione π costante abbiamo anche i = r⋆ + π ≡ i⋆ . Domanda e offerta di moneta sono equilibrate dal livello dei prezzi P che risolve M = P Y ⋆ /V (i⋆ ); dunque P ⋆ = [V (i⋆ )/Y ⋆ ] · M . 2 Osserva che il livello di prezzi di equilibrio P ⋆ è proporzionale all’offerta di moneta. Nota anche, con riguardo alla domanda, che con Y ed i dati la domanda è funzione decrescente di 1/P , che è il prezzo di M in termini di Y (perché P è il livello dei prezzi, cioè il prezzo di Y in termini di M ). Riassumendo. Ci sono tre mercati con domanda e offerta: il mercato del lavoro, quello dei fondi mutuabili e quello della moneta. I rispettivi prezzi sono W/P, r, P . Il reddito Data: April 30, 2009. Adattato da J B Delong, Macroeconomia, McGraw-Hill, pp.179–282. 1Nota anche che con questo salario reale è W L⋆ /P Y ⋆ = (1 − α), cioè la quota del reddito da lavoro sul PIL è 1 − α. 2 Puntini sulle i. Nell’equilibrio descritto nel testo P è costante, quindi π = 0. Potremmo assumere che M , e quindi P , crescono ad un tasso costante, nel qual caso π è costante ma positiva. 2 Y ⋆ è determinato (nel mercato del lavoro) da L⋆ che è di equilibrio al prezzo (W/P )⋆ . La ripartizione del reddito fra consumi e risparmi determinata da C(Y ⋆ − T ) + G è di equilibrio al prezzo r⋆ che uguaglia (nel mercato dei fondi) i risparmi Y ⋆ − C(Y ⋆ − T ) − G agli investimenti I(r⋆ ). Il livello dei prezzi P ⋆ rende la domanda di moneta M D = P · Y ⋆ /V (i⋆ ) uguale all’offerta M . Infine, W ⋆ = (W/P )⋆ · P ⋆ . L’assunzione centrale dell’analisi è la flessibilità del salario reale W/P , che è realistica se, e solo se, ci si pone in un orizzonte di periodo lungo. Data quella, le conclusioni del modello sono indiscutibili. Effetti di una Contrazione nei Consumi. Supponiamo avvenga una contrazione nelle decisioni di consumo degli individui (per esempio se C(Y ) = c + d(Y − T ), diminuisce c o d). E’ immediato trovare la conseguenza algebricamente: poiché il reddito Y = Y ⋆ sia nel vecchio che nel nuovo equilibrio, in entrambi avremo C + I + G = Y ⋆ ; ma G è fisso, quindi ∆C + ∆I = 0. Una variazione del consumo crea soltanto una variazione uguale e di segno opposto negli investimenti. Se C̃ è la nuova funzione di consumo ed r̃ il nuovo tasso di equilirio, avremo C̃(Y ⋆ ) − C(Y ⋆ ) = −(I(r̃) − I(r⋆ )). La dinamica verso il nuovo equilibrio è la seguente. La minore domanda di consumi induce le imprese ad abbassare i prezzi, quindi scende P e di conseguenza anche il livello dei salari W , che deve scendere proporzionalmente per riequilibrare il mercato del lavoro. Nota che W/P è costante, quindi P e W scendono alla stessa velocità (Ṗ = Ẇ ). I prezzi più bassi riducono la domanda di moneta M D (i) = P Y /V (i), e l’eccesso ‘indesiderato’ di moneta in circolazione si riversa nei mercati dei fondi come incremento di offerta di risparmio. Questo spinge in basso il tasso di interesse, il che fa aumentare la quantità di equilibrio di risparmi e investimenti. Con i scende V (i); i scende alla velocità tale che V (i) scenda come P (V̇ = V ′ (i) i̇ = Ṗ ), in modo che il mercato della moneta resti in equilibrio. Quando l’incremento di risparmi e investimenti raggiunge −∆C il nuovo equilibrio è raggiunto. Politica Anticiclica e Variazioni della Moneta e della Spesa Pubblica. Come appena illustrato, nell’economia descritta in questo modello non ci sono cicli generati dal lato della domanda, quindi non c’è bisogno di politiche anticicliche. Se per qualche ragione le autorità facessero variare M o G le conseguenze srebbero le seguenti. L’offerta di moneta M influenza solo le ‘variabili nominali’ P (da M = P Y ⋆ /V (i⋆ )) e W di conseguenza. Se M cresce, aumenta P perché l’aumento di circolante tira sù i prezzi, e aumenta finché la maggiore quantità di moneta sia la frazione desiderata 1/V (i⋆ ) del nuovo valore di P Y ⋆ ; nota che M/P = Y ⋆ /V (i⋆ ) resta costante. Le quantità reali Y ⋆ , C ⋆ , I ⋆ e i ‘prezzi reali’ W/P, r sono determinati nell’equilibrio dei mercati del lavoro e dei beni, indipendentemente dal valore di M . Quindi la politica monetaria non ha effetti reali. Variazioni di M provocano soltanto variazioni proporzionali del livello dei prezzi P e dei salari nominali W . Questa è la cosiddetta Dicotomia Classica. Variazioni di G. Abbiamo visto che in equilibrio r risolve I(r) = Y ⋆ − C ⋆ − G. Ma ⋆ Y = K α (L⋆ )1−α e C ⋆ = C(Y ⋆ − T ) dipendono entrambi solo da L⋆ che è fisso. Quindi per ogni valore di G la somma I(r) + G è costante, e dunque ∆I + ∆G = 0. r varia quanto occorre perchè si realizzi ∆I ≃ I ′ ∆r = −∆G (nota che ∆G · ∆r > 0). Una variazione nella spesa pubblica ha il solo effetto di produrre una variazione uguale ma di segno opposto negli investimenti privati —il cosidetto ‘effetto spiazzamento’ della spesa pubblica. Il livello dei prezzi P si aggiusta per tenere in equilibrio il mercato monetario; per esempio se G aumenta P sale perché nell’equazione di equilibrio P = [V (i)/Y ] · M , V (i) aumenta con i (che aumenta con r). Shock dell’Offerta. Uno shock negativo dell’offerta, in questo modello semplice, possiamo pensarlo come un ∆K < 0. Diminuisce Y ⋆ = K α (L⋆ )1−α . Diminuisce anche la domanda di lavoro LD = K[(1 − α)/(W/P )]1/α e quindi, dato che L⋆ è invariato, anche (W/P )⋆ = (1 − α)K α (L⋆ )−α . Diminuiscono consumi e risparmi privati (assumendo CY < 1), quindi affluiscono meno fondi al mercato dei capitali; la conseguenza di questa riduzione dell’offerta è un aumento di r e corrispondente diminuzione di I. Il livello dei prezzi P aumenta, perché nell’equazione di equilibrio P = [V (i)/Y ] · M , V (i) aumenta con i ed Y scende.