UNAE Emilia - Romagna (già AIEER) Albo delle Imprese Installatrici Elettriche Qualificate dell’Emilia Romagna c/o ENEL S.p.A. - Via C. Darwin,4 40131 Bologna Tel. 051 6347139 - Fax 051 4233061 C.F. 92027230371 - P.I. 00870811205 www.unae.it - E mail: [email protected] CIRCOLARE n. 02/12 Bologna, 13 febbraio 2012 - Alle Imprese in indirizzo - Agli Aderenti Art.4 Statuto e p.c. - Ai Consiglieri dell’Albo - Ai Componenti del C.T.A. Loro Sedi Prot. GN/18/12 Oggetto: Norma CEI 0-21 - Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica: Generalità e Utenti passivi. Dopo un lungo iter, è in vigore dal 23 dicembre scorso la nuova norma CEI 0-21 (di seguito “Norma”), che ha lo scopo di definire i criteri tecnici per la connessione degli Utenti alle reti elettriche di distribuzione con tensione nominale in corrente alternata fino a 1 kV 1. La Norma si applica ai nuovi impianti utilizzatori (Utenti passivi) tra cui anche gli impianti di illuminazione pubblica insistenti in tutto o in parte su suolo pubblico, gli impianti temporanei/provvisori (cantieri, feste campestri, circhi, ecc.), le stazioni di carica batterie per veicoli elettrici e ai nuovi impianti di produzione (Utenti attivi) siano essi fissi, mobili o trasportabili 2. Alcune parti della Norma che riguardano in particolare gli Utenti attivi, entreranno in vigore a luglio 2012, mentre altre sezioni, sempre relative agli Utenti attivi, entreranno in vigore a seguito ad una successiva variante alla Norma. Il testo integrale della Norma, di libera diffusione, è già distribuita via e-mail a tutti gli associati. 1. Definizioni (Cap. 3) Tra le tante definizioni contenute nella Norma segnaliamo: - Dispositivo generale di Utente (DG) - Apparecchiatura di protezione, manovra e sezionamento la cui apertura assicura la separazione dell’intero impianto dell’Utente dalla rete. - Cavo di collegamento (C) - Tratto di cavo di proprietà e pertinenza dell’Utente che collega il sistema di misura con il primo (i) dispositivo (i) di protezione contro le sovracorrenti dell’Utente (DG o DGL). - Punto di connessione (PdC) - Confine fisico tra due reti nella titolarità e/o gestione di due soggetti diversi attraverso cui avviene lo scambio fisico di energia. Il punto di connessione è individuato al confine tra l’impianto di rete per la connessione e l’impianto di utenza. - Potenza disponibile in prelievo – è la massima potenza che può essere prelevata in un punto di connessione (in pratica quella pagata al momento del contratto). - Utenti attivi - Utenti che utilizzano qualsiasi macchinario (rotante o statico) che converta ogni forma di energia utile in energia elettrica in corrente alternata previsto per funzionare in parallelo (anche transitorio) con la rete. - Utenti passivi - Tutti gli Utenti non ricadenti nella definizione precedente. La presenza di eventuali UPS e/o CPS (UPS centralizzato), non in parallelo con la rete, presso Utenti passivi non è di per sé sufficiente a connotare tali Utenti come Utenti attivi. 2. Caratteristiche degli Utenti (Cap. 4) Gli Utenti connessi alla rete di distribuzione BT sono soggetti che eserciscono: - impianti di utilizzazione dell’energia (punti di prelievo) caratterizzati oltre che dalla potenza disponibile, anche dalla sensibilità dei carichi alla qualità dell’alimentazione e dai disturbi immessi in rete; - impianti di produzione (punti di immissione), ove gli unici prelievi dalla rete sono quelli relativi ai servizi ausiliari, classificati in relazione alla potenza e ai disturbi immessi in rete; - impianti di produzione e utilizzazione insieme (auto produttori), assimilati a punti di prelievo. 1 Per gli aspetti tecnici delle connessioni in BT, diversamente da quelle alle reti di distribuzione di MT e AT, la materia, in passato, è stata oggetto di regolamentazione da parte dei vari Distributori solamente per gli Utenti produttori (attivi), mentre per gli Utenti passivi erano valide prassi generalmente ispirate a specifiche di Enel Distribuzione. 2 Alcune particolarità costruttive che riguardano gli impianti di illuminazione pubblica, gli impianti temporanei/provvisori e le stazioni di carica batterie per veicoli elettrici oltre alle prescrizioni riguardanti gli impianti di produzione (Utenti attivi) verranno trattati in successive circolari. 1 La Norma focalizza l’attenzione sui disturbi immessi in rete da carichi disturbanti che possono provocare anomalie o danni agli apparecchi sensibili di altri Utenti collegati alla rete. A tal proposito viene imposto che i carichi non determinino sulla rete pubblica livelli di disturbo superiori a quelli ammessi dalla norma CEI EN 50160. I disturbi massimi che possono essere immessi in rete, relativi alle variazioni di tensione (lente e rapide), alle fluttuazioni di tensione (effetto fliker), alle armoniche e allo squilibrio fra le fasi, sono indicati dal Distributore tenendo conto dei margini disponibili nella rete BT interessata (nel senso che il disturbo massimo ammesso non può essere provocato da un solo Utente). 3. Caratteristiche delle reti BT dei Distributori (Cap. 4) Per le caratteristiche delle reti BT dei L1 distributori, viene stabilito che la tensione nominale è 230/400V 50 Hz. Il L2 recentissimo Decreto Legge “Cresci L3 Italia” ha abolito la legge 105/1948 che N fissava per legge il valore della tensione “unificata” in 220/380V, permettendo al nostro Paese di uniformare il valore di tensione a quello europeo3. Viene ribadito che il sistema di distribuzione è Rn= R E= TT e che conseguentemente è vietato 170 Ω 50Ω utilizzare il conduttore di neutro come TT IF dispersore di terra ed è inoltre vietato collegare il neutro del Distributore all’impianto di terra dell’Utente (non è Affinché nell’anello di guasto alimentato a 220V possa richiesta l’indipendenza dei due impianti circolare una corrente di 1 A, è necessario che la Rn del di terra). Ad esempio quando la cabina neutro non superi i 170 Ω(170+50=220 Ω). MT/BT del Distributore è nell’edificio dell’Utente, il neutro deve essere comunque collegato ad una terra diversa da quella dell’edificio. Per un corretto funzionamento degli interruttori differenziali (riconosciuti dalla Norma CEI 64-8 quali unici dispositivi praticamente adottabili ai fini del conseguimento della sicurezza contro i contatti indiretti), il Distributore deve realizzare la messa a terra del neutro con una resistenza (Rn) di valore inferiore a 170 Ω 4. Quando il superamento del limite di 170 Ω impedisca il corretto funzionamento delle protezioni differenziali, il Distributore deve adeguare la Rn, qualora l’Utente, tramite un’impresa installatrice o un professionista iscritto all’albo o un organismo abilitato ai sensi del DPR 462/01, presenti una richiesta specifica di adeguamento, accompagnata da un rapporto tecnico comprovante il mancato funzionamento delle protezioni stesse. (Naturalmente come previsto dalla norma CEI 64-8 presso l’Utente, il valore della resistenza di messa a terra RE, deve risultare coordinato con la Idn più elevata tra quelle degli interruttori differenziali installati nel proprio impianto, verificando che RE ≤ 50/Idn). 4. Corrente di cortocircuito massima nel Punto di Consegna. Il valore della corrente di cortocircuito massima nel Punto di Consegna, da considerare per la scelta delle apparecchiature dell’Utente 5 è convenzionalmente assunto pari a: - 6 kA per le forniture monofase (fattore di potenza cosϕ 0,7); - 10 kA per le forniture trifase con potenza disponibile fino a 33 kW (cosϕ 0,5); - 15 kA per le forniture trifase con potenza disponibile superiore a 33 kW (cosϕ 0,3); 3 In condizioni normali di esercizio, esclusi i periodi con interruzioni, le variazioni della tensione di alimentazione non dovrebbero superare ± 10 % Un. Per la verifica va scelto un periodo di prova di una settimana, durante il quale il 95 % dei valori efficaci della tensione di alimentazione, mediati in 10 min, devono essere compresi nell’intervallo Un±10%, mentre tutti i valori efficaci della tensione di alimentazione, sempre mediati nei 10 min, devono essere compresi e non superare il +10% e il -15% Un. Per la verifica occorre uno strumento in grado di memorizzare i valori di tensione mediati nei 10 minuti, almeno per una settimana (n. 1008 periodi di rilevazione della durata di 10 minuti). 4 Assumendo un interruttore differenziale con corrente differenziale d’intervento di 1A (Idn max ammessa), 220 V quale valore della tensione di fase Uo e tensione di contatto limite UL ammessa di 50 V, per avere la certezza dell’interruzione automatica dell’alimentazione in caso di guasto franco a terra in un apparecchio utilizzatore la resistenza del neutro della rete pubblica deve essere: 5 I valori indicati sono basati sull’utilizzo di trasformatori MT/BT di potenza non superiore a 630 kVA, con Vcc pari al 6%. Per trasformatori esistenti di caratteristiche diverse (Vcc inferiore al 6 % e/o taglia superiore) in fase di nuova connessione il Distributore comunica la corrente di cortocircuito nel PdC , soltanto nel caso in cui i valori al punto di connessione siano superiori ai valori convenzionali adottati dalla Norma. 2 - 6 kA per la corrente di cortocircuito fase-neutro nelle forniture trifase. La definizione di valori prederminati della corrente di corto circuito chiarisce in modo inequivocabile le caratteristiche che devono avere gli interruttori senza dover chiedere informazioni al Distributore o fare calcoli più o meno complessi. Per le forniture con potenza disponibile superiore a 33 kW, su richiesta dell’Utente il Distributore provvederà a comunicargli il valore della corrente di corto circuito minima nel PdC. 5 Protezione contro le sovratensioni E’attualmente allo studio una guida CEI che definirà le modalità di individuazione dei casi in cui sarà necessario coinvolgere il Distributore ai fini della protezione contro le scariche atmosferiche. Saranno definiti i casi in cui il Distributore dovrà proteggere le sue linee con SPD e ciò non sarà sostitutivo della protezione che, se occorre, dovrà essere installata sull’impianto dell’Utente. 5. Eliminazione dei guasti La Norma ribadisce che le protezioni per l’eliminazione dei guasti, adottate dal Distributore, non hanno lo scopo di proteggere gli impianti di Utente. Il Distributore non è tenuto ad adottare misure di protezione (di tipo elettrico) contro l’interruzione di uno o più conduttori di fase (anche per intervento di fusibili); è obbligato invece a garantire la continuità del conduttore di neutro onde evitare eventuali danni agli apparecchi degli Utenti che potrebbero essere alimentati in serie tra due fasi a 380 V. Di conseguenza l’Utente deve proteggere il proprio impianto ed in particolare i motori contro la mancanza di una fase. 6. Qualità del servizio La qualità del servizio riguarda sia la continuità del servizio (mancanza di interruzioni di tensione) sia la qualità della tensione (frequenza, ampiezza e forma d’onda, ecc.). Le interruzioni senza preavviso si distinguono in: - interruzioni lunghe (durata > 3 min.), - interruzioni brevi (durata compresa fra 1 s e 3 minuti) - interruzioni transitorie (durata uguale o inferiore a 1 s). Le caratteristiche da prendere in considerazione per definire la qualità della tensione sono: frequenza, ampiezza e variazione della tensione, buchi di tensione6, variazioni rapide di tensione, sovratensioni, tensioni armoniche, squilibrio di tensione e flicker 7. 7. Criteri per la scelta del punto di connessione (PdC) alla rete e degli schemi d’inserimento La connessione alla rete di distribuzione pubblica viene in genere eseguita in BT per una potenza connettibile, sia in prelievo sia in immissione di 100 kW. Per richieste di potenza comprese tra 100 e 200 kW il Distributore potrà proporre sia l’allacciamento in BT che quello in MT in base alle condizioni della rete8. Sopra i 200 kW la connessione è di regola in MT. Il Distributore stabilisce il PdC e verifica l’adeguatezza della rete a monte dell’Utente in modo da garantirgli il prelievo della potenza richiesta (potenza disponibile in prelievo e in immissione). Gli standard tecnici da rispettare riguardano: - il profilo della tensione (variazioni rapide e lente della tensione); - il livello massimo della corrente di corto circuito per il dimensionamento delle apparecchiature; - la continuità del servizio e la qualità della tensione (buchi di tensione, disturbi indotti e condotti, ecc.), - la compatibilità con i criteri di esercizio della rete. Per il rispetto degli standard tecnici viene individuato lo schema d'inserimento più adeguato rispetto alla taglia e tipologia dell’impianto Utente. I principali schemi di inserimento su linee BT o cabine secondarie (CS) esistenti sono: derivazione rigida a T; derivazione da cassetta di sezionamento; in antenna da CS. Nel caso venga costruita una nuova cabina secondaria, l’inserimento sarà in antenna dalla CS. 8. Limitazione di potenza Generalmente, per potenze contrattualmente impegnate fino a 30 kW, il Distributore mette a disposizione, in prelievo, una potenza massima pari a quella sottoscritta alla stipula del contratto, aumentata del 10% (potenza disponibile). Il contenimento dei prelievi viene attuato utilizzando Dispositivi Limitatori di Potenza (DLP). 6 Si è in presenza di un buco di tensione quando il valore della tensione è compreso fra l’1% e il 90% della Un. 7 Al fine di evitare danni ai propri impianti derivanti dalle distorsioni armoniche e dalle dissimmetrie presenti in rete, l’Utente, se lo ritiene necessario, è tenuto ad installare adeguate protezioni che stacchino l’impianto al superamento dei limiti prefissati. Il flicker è una variazione rapida e continua della tensione che provoca fra l’altro lo sfarfallio delle lampade. 8 Si suggerisce all’installatore di contattare il Distributore per definire la fornitura più vantaggiosa per il cliente. 3 Per particolari tipologie impiantistiche, anche per forniture al di sotto di 30 kW, è facoltà del Distributore di non installare alcun DLP (per esempio ascensori, ecc.). Per richieste di potenza oltre i 30 kW, il Distributore rende disponibile una potenza pari al valore richiesto e non installa dispositivi di limitazione della potenza, ma il contatore dell’energia elettrica è in grado di rilevare il massimo valore della potenza prelevata. In caso di sistematici9 prelievi di potenza attiva massima, eccedenti il livello della potenza disponibile, il Distributore può procedere all’adeguamento contrattuale. Il Distributore però ha anche la facoltà di installare limitatori della potenza prelevata oltre la potenza disponibile tenendo in considerazione le esigenze di sicurezza della rete. L’installazione deve avvenire previa comunicazione all’Utente che deve mettere a disposizione uno spazio adeguato. La manovra di riarmo del limitatore di potenza deve essere attuabile anche da parte dell’Utente. Regole tecniche di connessione comuni a tutte le categorie di Utenti (cap.7) Il punto di connessione (PdC) coincide con i morsetti di valle del contatore, per tutti gli Utenti ad eccezione di quelli Attivi con immissione totale dell’energia prodotta, per i quali il PdC coincide con una morsettiera posta dal Distributore a monte del contatore. Il PdC è solitamente collocato al limite di proprietà e direttamente accessibile da pubblica via. A monte del PdC la proprietà e la competenza dell’impianto è del Distributore mentre a valle del PdC la competenza è dell’Utente. Il Distributore provvede alla protezione del proprio impianto e in caso degli Utenti passivi all’installazione e alla manutenzione dei contatori dell’energia elettrica prelevata, oltre alla rilevazione e registrazione delle misure10. L’Utente deve mettere a disposizione del Distributore idonei spazi11 per l’impianto di rete per la connessione e per i complessi di misura. 9. 10. Impianto di utenza per la connessione L’impianto d’utenza ha origine dai morsetti di uscita del contatore (o del sistema di misura). Il Dispositivo Generale dell’Utente (DG) è GM Utenze un’apparecchiatura di protezione, manovra e sezionamento (in pratica kWh un interruttore automatico), la cui apertura assicura la separazione dell’intero impianto dell’Utente dalla rete. E’ ammesso installare in sostituzione al DG fino ad un massimo di tre Dispositivi Generali di DG Linea (DGL) a protezione di singole linee dell’Utente, (in questo caso PdC non è più richiesto l’interruttore generale). Il DG (o i DGL) deve essere posto immediatamente a valle del punto di connessione (PdC) e C deve essere adeguato alla corrente di cortocircuito massima prevista. In Utenze alternativa all’interruttore automatico, può essere impiegato anche un GM interruttore di manovra-sezionatore combinato con fusibili. kWh Il cavo di collegamento (C) è il cavo di lunghezza trascurabile, di proprietà e pertinenza dell’Utente, che collega il gruppo di misura (GM) con il DG o i DGL. Il cavo di collegamento deve far parte di una DGL conduttura che non presenti masse. In ciascun morsetto del contatore PdC MAX 3 può essere collegato un solo conduttore, in pratica in presenza di più C DGL occorre collegarli in parallelo fra di loro e non partire con più conduttori dal morsetto del contatore. La protezione contro il sovraccarico può essere affidata ai dispositivi posti a valle del cavo stesso, salvo il caso dei luoghi “marci” (maggior rischio in caso di incendio) o con pericolo di esplosione, nei quali deve essere previsto un interruttore generale a protezione del sovraccarico all’inizio (o tratto di lunghezza trascurabile) del cavo di collegamento al contatore. La protezione contro il corto circuito del cavo di collegamento, può essere omessa a condizione che la sua lunghezza non superi 3 m, il cavo sia installato in modo da ridurre al minimo il rischio di cortocircuito, non sia in vicinanza di materiale combustibile né d’impianti situati in luoghi a maggior rischio in caso d'incendio o con pericolo di esplosione. I 3 metri vanno misurati dal morsetti del contatore, 9 Normalmente, si considera come sistematico il superamento del livello della potenza disponibile in prelievo, su base quarto d’ora, effettuato in almeno due distinti mesi nell’anno solare. 10 L’Utente produttore provvede all’installazione e manutenzione del gruppo di misura mentre il Distributore provvede alla rilevazione e registrazione delle misure dell’energia elettrica immessa. 11 Consistenza e ripartizioni delle competenze tra Utente e Distributore per le opere da realizzare per l’allacciamento verranno analizzate in una prossima circolare. 4 seguendo il percorso reale del cavo fino ai morsetti di attestazione del quadro dove è presente la protezione. In alternativa la protezione contro il cortocircuito può essere svolta dall’interruttore automatico del gruppo di misura se presente, che può essere utilizzato dall’Utente sotto sua responsabilità per la protezione del cavo di collegamento contro i corto circuiti a condizione che la sezione e caratteristiche del cavo siano coordinate con quelle dell’interruttore stesso. L’interruttore con funzioni di DLP del contatore è generalmente un interruttore magnetotermico quadripolare da 63 A ed è normalmente presente sui Gruppi di Misura delle utenze domestiche; per le utenze per usi diversi è necessario verificare che il dispositivo presente sul Gruppo di Misura sia un interruttore automatico e valutare che sia in grado di proteggere il cavo. La variante V3 alla norma CEI 64-8 prescrive per le utenze domestiche una sezione minima della colonna montante di 6 mm2, sezione che soddisfa sempre la condizione I2 t ≤ K2 S2. Il Distributore può sostituire l’interruttore automatico in un contatore esistente con un altro dispositivo atto alla limitazione di potenza prelevata, prima deve però comunicarlo all’Utente. La protezione contro il sovraccarico viene garantita da un DG che può essere installato anche nel quadro dell’unità abitativa (in questo caso, il cavo di collegamento e la colonna montante coincidono). La corrente nominale “In” del DG dovrà essere inferiore o uguale alla portata “Iz” della conduttura di collegamento/montante. In presenza di più DGL sarà la sommatoria delle correnti nominali In di tutti i DGL a dover essere inferiore o uguale alla portata “Iz” della conduttura di collegamento/montante. La protezione contro i contatti diretti e indiretti deve essere assicurata installando il cavo di collegamento/montante in una conduttura che non presenti masse. Diversamente la colonna montante deve essere protetta da un interruttore differenziale alla base del montante stesso mentre il cavo di collegamento deve essere sempre posato in conduttura che non presenti GM equipaggiato con protezione contro masse. i c.c (int. aut. In 63 A) GM equipaggiato con protezione contro i c.c (int. aut. In 63 A) kWh Quadro di unità abitativa kWh Quadro DGL posto nell’unità abitativa. I DGL provvedono alla protezioni contro i sovraccarichi del cavo di collegamento se Iz ≥ ∑ In (DGL) Cavo di collegamento e montante sez ≥6 mmq (in conduttura che non presenti masse) M on t a nt e Cav o d i c o l l e g am e n t o Cavo di collegamento Box/Cantina Quadro DGL posto alla base del montante. I DGL provvedono alla protezioni contro i sovraccarichi del cavo di collegamento se Iz ≥ ∑ In (DGL) Restando a disposizione per ogni chiarimento che riterrete necessario, Vi inviamo i nostri migliori saluti. 5