Tommaso Braccini – Il metodo antropologico
La connessione tra mondo antico e analisi antropologica risulta evidente da molto tempo, se si
pensa che James Frazer, primo titolare di una cattedra di antropologia sociale, prese lo spunto per il
suo monumentale Ramo d’Oro proprio dal commento di Servio all’Eneide. Il metodo antropologico
continua ad essere uno strumento molto sofisticato per indagare l’universo culturale greco e
romano, anche se naturalmente il modus operandi oggi è differente da quello di Frazer. Più che alla
comparazione indiscriminata, o alla proiezione sulla cultura antica di concetti e “griglie”
tipicamente moderni, l’approccio più moderno, che tiene conto soprattutto dell’apporto di Clifford
Geertz, tende a privilegiare, per quanto possibile, il punto di vista dei “nativi”, cercando dunque di
spiegare (per quanto possibile) “gli antichi con gli antichi”.
L’indagine antropologica applicata alla classicità, dunque, si applica a corpora testuali e figurativi e
si rivela strettamente interconnessa con la filologia e l’ermeneutica filologica in particolare. In
questo contesto rinnovato anche la comparazione ha una nuova funzione: il suo scopo non è tanto
quello di trovare somiglianze, ma differenze (sia in ambito diacronico, ad esempio tra “noi” e gli
antichi, sia sincronico, ad esempio tra Greci e Romani), in modo da definire i tratti caratterizzanti e
distintivi delle culture in esame.
Bibliografia di riferimento
M. Bettini – E. Pellizer, Il mito di Narciso: immagini e racconti dalla Grecia a oggi, Torino 2003.
U. Fabietti – F. Remotti, Dizionario di antropologia, Bologna 1997.
J. Frazer, Il ramo d’oro, ed. it., Roma 2009.