n.3 giugno 2004 mensile di intrattenimento intelligente 2 EDITORIALE bazar 06 2004 MAra Codalli Direttore arTistico [email protected] Eugenia ROmanelli Direttore responsabile Vera RIsi viceDirettore [email protected] bazar 06 2004 laboratori di serena cama e freestylers 3 FRISBEE VOLO LIBERO s, ricerca coordinata da Cama e Caporale L’età dei frisbisti? Dai 5 agli 80 anni. La ica preferita? Dalla classica all’hip-hop. Gli spazi frequentati? Parchi emus spia gge. Perché loro sono spiriti liberi. In attesa di spiccare il volo… Marzia Coltellacci & Valeria Ciappa Se riuniamo un bambino, una casalinga, uno studente e un pensionato in uno spazio all’aperto e lasciamo che interagiscano, quale può essere il risultato? Probabilmente le un esilarante confronto tra discordanti modi di essere. loro personalità aggiungiamo un frisbee, assistiamo a un singolare scontro Se, però, al tutto pacifico . Il frisbee è un mix perfetto di movimenti acrobatici e regole di svariate discipline sportive che proprio per questo permette di fondere caratter i così diversi tra loro. Eppure quando si pensa subito al classico scambio del disco tra due persone sulla spiaggia. Considerato da molti solo un passatempo estivo, al frisbee si pensa che il frisbee è un variegato mondo di discipline sportive praticat pochi sanno invece e su sabbia e prato. Per capire il mondo del frisbee bisogna paragonarlo a quello della palla. Se infatti la palla è la protagonista di un’infini tà di sport, dal calcio al basket, dalla pallavolo al rugby, dalla pallamano alla pallanuoto, anche il frisbee è il protagonista di un’amp la palla questa cambia di volta in volta forma, dimensione, ia gamma di sport e giochi di squadra o individuali. E se negli sport giocati con peso e volume a second a delle discipline, così anche il disco non è mai uguale se si gioca ad Ultimate o a Double Disc Golf, ma cambia peso, in tutto il mondo, con tanto di mondiali e campionati, gli sport curvatura e forma per adattarsi alle singole attività. Svolti a livello agonistico con il frisbee sono praticab ili anche a livello dilettantistico perché è sufficiente conoscere le regole base e giocare di fantasia. Ideali per muover si all’aperto, sono divertenti da praticare soprattutto in spiaggi perché la sabbia, meglio del prato, attutisce le cadute e i lanci a d’estate, più acrobat ici. Il più conosc iuto è il Beach Ultimate. Atletico e spettacolare, è giocato sulla sabbia da squadre di 5 atleti su un campo di 78 metri per 26 con due zone di meta poste alle estremità. Scopo del gioco è far ricevere ad un compagno di squadra il frisbee in meta. Approd l’Ultimate sta rapidamente affermandosi anche come sport ato ufficialmente da quattordici anni a Rimini, con il campionato di Paganello, ludico in alternat iva ad altre attività praticate all’aria aperta. Scuole di freestyle e ultimate sono nate un po’ in tutta Italia. Stanno anche nascen do molte associazioni parallele con lo scopo di divulgare questo sport in tutte le sue caratteristiche. I punti di ritrovo più e promuovere frequen tati dagli amatori di questa disciplina restano i grandi parchi, le piazze e le spiagge, affollate sempre più da sportivi, apprendisti e curiosi, semplic emente uniti dalla voglia di esprimere la propria personalità e il proprio estro. Essere un frisbista – secondo i seguaci – significa sentirsi libero di muoversi, di scegliere che musica allenarsi e come vestirsi, insomma, nessuna regola comune ascoltare, quando se non quella di essere assolutamente se stessi. 4 di serena cama e freestylers laboratori bazar 06 2004 FRISBEE CH E PA SS IO NE . [email protected] Dal sottotorta al frisbee Giorgio Bozzetti & Ivan Perozzi Dal freestyle all’ultimate: tutte le discipline di re più di tendenza. uno sport semp fair play e creatività caratterizzano il gioco del frisbee. Eleganza, spettacolarità, forme Alcune discipline sono ormai consolidate, ma stanno emergendo nuove espressive. fantasia Il freestyle prevede complicate ed estrose evoluzioni, frutto della circa cinque dell’atleta che si esibisce a ritmo di musica. La performance dura la difficoltà minuti. I giudici di gara valutano la prova prendendo in considerazionesquadre da dell’esecuzione e l’impressione artistica. Si può praticare anche in due o tre atleti. sano dei Nello jamming, versione di gruppo del freestyle, gli atleti improvvi . armonici e lari spettaco movimenti Altre discipline richiamano le componenti fondamentali di alcuni sport. scopo di Nel disc golf il frisbee viene colpito con mazze particolari allo tiri. raggiungere una sorta di canestro, con il minor numero possibile di fa compiere Nel discathon, il giocatore lancia alternativamente due dischi, cuitraguardo. È percorsi con ostacoli, al termine dei quali si raggiunge il sostanzialmente un gioco di corsa, in cui vince il tempo migliore. Il Double Disc Court è una delle discipline più divertenti perché combina rapidità, strategia ed abilità di lancio. In campo due team di due giocatori ciascuno giocano con due dischi contemporaneamente. Ognuna delle squadre difende la propria “corte” dall’attacco degli avversari. I frisbee regolamentari per questa disciplina hanno una è forma un po’ più ovale rispetto a quelli tradizionali. Scopo del gioco di due tipi difendere il proprio campo dagli attacchi avversari. Gli attacchi sono La prima e se portati a buon fine attribuiscono punti alla squadra che li effettua. squadra che totalizza 21 punti vince. poste Una partita a guts consiste, invece, in una serie di lanci tra due squadre gioco è far su file parallele a una distanza di 14 metri una dall’altra. Scopo del avversaria. passare il disco, lanciato attraverso la linea dei difensori della squadra Il disco si può prendere e lanciare con una sola mano. del frisbee, L’ultimate, simile al rugby, rappresenta l’ultima frontiera nell’universo squadra in particolare nella sua versione da spiaggia. I membri della stessaIl gioco è devono passarsi il disco, cercando di raggiungere la zona di meta.sport a tutti strategico e spettacolare allo stesso tempo e questo lo rende unoorgano super gli effetti, divertente sia da vedere sia da praticare. Qui non c’è un e sportività, partes, ognuno è arbitro di se stesso. La parola d’ordine è correttezza così nel frisbee come nella vita. individuali Field Events è il termine generale usato per indicare altre discipline (MTA ione sospens e, precision distanza, ente: precisam più con il frisbee, La - Maximum Time Aloft) e lancia-corri-prendi (TRC - Throw Run Catch).o l’abilità caratteristica comune fra questi field events è di gareggiare misurand individuale col disco in diversi tipi di lanci. il martello. La Distanza è una specialità “classica” come il giavellotto, il peso e posizioni La Precisione consiste nell’effettuare 28 lanci, 4 per ognuna delle 7 o a diverse distanze e angolazioni dal bersaglio. Il TRC (Throw Run Catch e il Lancia-Corri-Prendi) è una specialità in cui si deve lanciare e riprender in avanti disco con una mano. Subito dopo il lancio il giocatore deve correre è a riprendere il disco. L’MTA (Maximun time allowed o Sospensione) più in una disciplina individuale in cui il giocatore deve lanciare il frisbee il restare alto possibile conferendogli una posizione che permette al disco di il fermo in sospensione per diversi secondi prima di ricadere giù. Durantefino volo si misura il tempo di sospensione, che va dal distacco dalla mano all’istante in cui il disco viene ripreso dal giocatore. Immaginiamo di tornare indietro nel tempo, precisamente intorno al 1875, e di ritrovarci ad una di quelle movimentate feste che si tengono nei college americani. Facciamo riferimento ai college del Connecticut dove la leggenda vuole che sia del tutto normale imbattersi in goliardici studenti che si sfidano a lanciarsi teglie di latta gridando la parola “frisbee” un attimo prima di afferrarle in volo. Questi curiosi oggetti dalla forma aereodinamica, che una volta in volo emettono un particolare ronzio, altro non sono che i sottotorta metallici utilizzati dalla Frisbie Baking Company. L’azienda alimentare che da anni rifornisce le scuole del New England, ignara, regala il nome al disco volante che attraverserà i secoli. Stefano Piovesan & Alessandro Della Penna Morrison Vs Franscioni Quasi tutte le testimonianze storiche sull’origine del frisbee ci riconducono al 1948 in un garage di San Luis Obispo, California. E’ proprio lì che due ex piloti della seconda guerra mondiale si ritrovano quasi per caso a tornire il primo disco. I loro nomi sono Fred Morrison e Warren Franscioni. I due non tardano a fondare la Pipco, una compagnia che incontra non poche difficoltà ad avviare il suo prodotto sul mercato. Solo in seguito al precoce fallimento della Pipco il frisbee incontra la sua insperata fortuna, quando nel 1955 W. Morrison firma segretamente un contratto con la già affermata compagnia di giocattoli Wham-O. Questa riesce in breve tempo a portare il disco a livelli di vendita a dir poco invidiabili. W. Franscioni, trasferito in Europa per motivi di lavoro, non avrà mai la possibilità di dimostrare la sua partecipazione al progetto. Nel 1994 la Mattel compra la Wham-O e fissa il 1957 come anno ufficiale della nascita del frisbee. [email protected] bazar 06 2004 laboratori di serena cama e freestylers 5 la Mecca del F R IS B E E Ogni anno a Pasqua Rimini si risveglia e si trasfor ma nello scenario del Paganello: torneo di rilevanza internazionale che raduna ogni anno 1600 frisbisti da 27 nazion i dei cinque continenti, interpreti di una disciplina di grande spettac olarità. Dal 2003, alle squadre provenienti da Usa, Canada, Brasile, Nuova Zelanda, Australia e tutta Europa, si sono aggiun lontano oriente e dai paesi baltici. La mecca del te quelle dal la definiscono gli organizzatori, trasforma da 14 frisbee, come anni le spiagge di Rimini in un crocevia di culture, arte, saperi e divertim le competizioni agonistiche fanno da sfondo. Il Pagan ento, cui una organizzazione innovativa, che fa leva sulle nuove ello vanta tecnologie per reclutare e mettere in contatto gli atleti proven ienti da tutto il mondo. Gli eventi sportivi più importanti sono la Coppa del Mondo del Beach Ultimate, in cui 100 squadre si conten Campione del Mondo e l’Acrobatic Paganello, garadono il titolo di di freestyle. Carlo Guarino CIAKKA UAKKA: I FREESTYLERS DEL CUPOLONE Maria Pagano & Mario Polidoro Sono i cani sciolti del frisbee, rappresentano il suo animo gentile. Fernando Botrugno, Lorenzo Apriani, Clay Collerà, responsabili unici del freestyle del centro sud. Il frisbee si articola in varie discipline. Perché avete scelto proprio il freestyle? Abbiamo una visione artistica del frisbee che solo il freestyle permette di esprimere. Per noi giocare significa esibirci in scenografie creative, costruire un vero e proprio show. Questi show sono pubblicizzati, seguiti dai media, promossi da una federazione? No. Purtroppo il nostro è uno sport poco conosciuto che non si presta a manifestazioni di massa per cui la tv non ci aiuta. Esiste la FIFD (Federazione Italiana Flying Disc), ma di quello che dovrebbe fare una federazione non fa proprio nulla. Non promuove tornei o eventi di nessun tipo. A questo disinteresse avete risposto creando una vostra associazione e organizzando corsi: chi li tiene, a chi sono rivolti e quanto costano? Io (Botrugno ndr) ho acquisito il brevetto da istruttore superando degli esami anche di pronto soccorso e didattica propedeutica e da qualche anno tengo corsi patrocinati da Roma XII. Sono aperti a tutti: anzi invito i papà a parteciparvi con i rispettivi bambini perchè il frisbee è un’attività da praticare padre-figlio. Il costo è minimo: 27euro mensili più iscrizione, per due ore settimanali. Per qualsiasi informazione sui corsi contattare Fernando Botrugno: tel. 3282874614 [email protected] 6 di serena cama e freestylers laboratori bazar 06 2004 [email protected] , ER FRISBE i? chi se Veronica Moro Cus di Bologna Marina Gerin, psicologa dello sport, e Carlotta Viti, responsabile del lanciatore di dischi. (centro universitario sportivo) ci hanno aiutato a sondare la psiche del etto volante nello Che significato assumono il tema del volo e il controllo dell’ogg sport e in particolare nel frisbee? Birsa: volante segnalano Tutti gli sport in cui il soggetto praticante vola o in cui è presente l’oggetto elevarsi. il desiderio del distacco dal suolo, l’aspirazione ad andare oltre, ad spostamento rapido In particolare il frisbee richiede molta concentrazione e tecniche di su un oggetto dell’attenzione e l’atleta può trarre gratificazione esercitando controllo difficile da domare. i vostri atleti e quali Al Cus avete una squadra di frisbee. Che fascia d’età ricoprono caratteristiche li accomunano? Viti: adulti. Il frisbee L’età media è tra i 16 e i 20 anni, ma esistono anche squadre in cui giocano è solitamente umile, è uno sport poco conosciuto e auto-arbitrato, perciò chi lo pratica Stiamo addirittura leale, capace d’autocontrollo e disponibile a lavorare su se stesso.tossicodipendenti e sperimentando il suo impiego come aiuto terapeutico per alcolisti, bambini con problematiche. Lorena Melchionna & Francesco Moriconi piccolee squadr o crescon Curiosità in tutte le salse Il crescente interesse per il frisbee è all’origine di un nuovo fenomeno: il sorgere, anche in Italia, di numerose associazioni sportive dilettantistiche. Ormai affermate sono l’Aise (Associazione Italiana Sport Ecologici) di Milano, nata nel 1997 e la Lsdf (Libera Società del Frisbee) di Rimini, fondata nel 1986. Quest’ultima si fa promotrice di numerose manifestazioni sportive, fornisce attrezzature ed equipaggiamento agli atleti e organizza per loro lezioni e corsi d’avviamento. Neonata è la Fut (Fidenza Ultimate Team) di Fidenza, fondata nel 2001 grazie all’iniziativa di un ristretto gruppo di persone. Appassionatasi da poco all’ultimate, conta attualmente 15 iscritti, impegnati anche in altre specialità. Non ancora associazione sportiva riconosciuta lo diventerà nel corso di quest’anno. Sua coetanea la Uffa (Ultimate Frisbee Fano Association) di Fano, i cui obiettivi vanno dalla promozione dell’ultimate nella propria città alla partecipazione agli eventi sportivi organizzati dalla Federazione Italiana Flying Disc. L.S.D.F Via del Biancospino 8/b Rimini. Tel. 0541743187 www.lsdf.it e-mail [email protected] F.U.T., tel 0524-81040 338 2410150 - www.frisbeestika.com e-mail [email protected] U.F.F.A, (Fano) Via Belgatto 65 tel e fax +39721809496 www.fanodisc.com e-mail [email protected] Ugo de Francisci Proprio non riesci a fermarti al calar del sole? La soluzione c’è. Flashlight, nuovo frisbee illuminato che garantisce 120 ore di Si chiama gioco. E’ maneggevole e impermeabile, l’ideale per partite estive sul lungoma re. Da un’idea simile nascono anche i dischi Ultra Violet, realizzati con materiale fotosensibile. Il colore è molto chiaro all’ombra, mentre con forte luce si scurisce. Se al frisbee associ la passione per i cani l’ideale per te è il Dogobie disc, facilmente reperibile su internet. Disco concepito per il migliore flying amico dell’uomo, di gomma speciale, galleggia e resiste a strappi e è comunque delicato per il muso del cane. Giocando potrestimorsi, ma scoprire di avere in casa un campione: è, infatti, il disco usato dai Frisbee dog champions nelle loro esibizioni acrobatiche. Per gli ingegneri del disco, interessati a tecnica e precisione, è il bersaglio ufficiale delle competizioni inglesi: struttura di metalloin vendita 1,5 metri, da colpire con il frisbee per acquisire una mira perfetta. alta circa vuoi tra le mani un pezzo unico, su promodisc.co.uk puoi acquista Infine, se personalizzati con immagini accattivanti e marchi famosi, o re frisbee inviare un tuo disegno per farlo stampare su un modello base. addirittura Se impazzisci anche tu per questi coloratissimi dischi volanti, sei un frisber sfegatato o ti piacerebbe navigare nel frisbee world, ecco qualche dritta www.paganello.com www.freeskyler.com www.prodiscfreestyle.com www.freestyledisc.org www.ciakkauakkateam.com www.cotarica.it – è il sito della squadra riminese del COTA RICA. 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SCRIVI A: [email protected] bazar 06 2004 3-4-5-6 SOMMARIO 7 Giulia Premilli– AVERE Capricci da grandi 29 Claudio Amendola - 49 9-10-11 30 Nancy Brilli - BRILLETTURE 50 HI-TECH - Un luna park 12 31 Amoruso – NOTTE – Linux 51 Oliva Muratore – 32 Alberto Traversi - NOTTE 52 Matteo Bianchini – PICCOLI Studenti La Sapienza LABORATORI – Frisbee volo libero Roberto Pisoni VISIONI – I sandali di Troy 14 Alessandro Benvenuti VISIONI cinema = anestesia Caterina Gonelli - ONDE Quando sport non fa rima solo con calcio 15 Pietro d’Ottavio - SINTONIE Scandalizziamoci 16-17 Carla Antolini - SCENE Suggestioni circensi 18 Andrea Rustichelli - SCENE Biennale Danza 19 Enrico Lo Verso - SCENE Silvia e il suo alter-ego 21 Fabio Murru - SUONI – il vigore cantautorale di Z Star 22 Pietro D’Ottavio – SUONI Sting e Vasco 23 Amoruso - SUONI – La RILEGGERE – nascere vecchi Viaggio al termine della notte club è open source Anticipazioni d’estate Andrea Lisi - NOTTE 33 “Sonar” cupo Claudio Coccoluto – AAA 34 Cercasi nutrizionista musicale 36-37 Chiara Spegni – GUSTI Pollo! 38-39 Chiara Tacconi – GUSTI Pizza da passeggio 40 Eva Buiatti - GUSTI – Il coq au vin della signora Maigret 42 Lorella Scacco - ARTI Cooming soon art 43 Luca Beatrice – ARTI Incontri in nero 44 Marzia di Mento – ARTI Bronzi di Riace in rete Philip Glass, minimalismo e easy- listening 46 Luca Carboni – ARTI Skizzi Mugnaini – VIAGGI 47 Croatia mai vista 26-27 Ciro Bertini - LEGGERE Sulla pastasciutta prima il formaggio poi la salsa 28 Marco Begani – FUMETTI Mafalda, i suoi primi 40 anni 48 chiamato Leonardo ARCHITETTURE – Le stanze fiorite Didò fatto in casa Cammarano – SPORT 53 Valerio Pazzi per il trekking 54 Angelita Peyretti – SCIOCCHINA – Bugiarde nate Cecilia – CORSI 55 Valeria voglio un “reality personal trainer” Cecilia – FENOMENI 56 Valeria Fermenti culturali metropolitani Seattle del meridione 24 Fabrizio Gianuario - SUONI Agnese Ananasso – Vera Risi– ESSERE Sport: quando fa male 57 Valeria Cecilia – NET – La mano invisibile di internet? Non credeteci… 58 Guido Dolara – NOI – L’imperialismo degli Stati Uniti d’Europa 59 Franco Andreucci – LORO Chi-ca-gou campo di cipolle – 60 Cristiana Scoppa – Raccontare MIGRAZIONI mondi lontanissimi 61 Giulia Premilli – GENDER Toscana Pride Morcellini – CORTEI 62 Mario Cibo, terra d’incontro tra salute e gusto [email protected] bazar 06 2004 visioni di roberto pisoni 9 Torna la ione hollywoodiana per i film storpass ico-m itologici. E pensare che i film sull’Ant ica Roma e la Grecia sono frutto del cine ma italiano… I sandali di Troy e il fascino perduto del “peplum” Fan dell’Iliade fin dai tempi della scuola, Wolfgang Petersen tedesco trapiantato a Hollywood, non ha avuto il coraggio , regista di sottolineare nei manifesti la derivazione omerica del suo Troy, l’atteso kolossal milioni di dollari sulla guerra tra achei e troiani. Forse per non da 200 il pubblico americano. O forse perché le libertà che si è preso spaventare il testo sacro al cinema sono tali che gli è parso più prudent nel tradurre libera ispirazione. Il filmone (quasi tre ore) è, come era lecitoe suggerire una un susseguirsi di maestose scene digitali di massa, panoram attendersi, iche su flotte infinite, massacri tra eroi palestrati, odio, furore e rumore. Fastidio so e sempliciotto all’eccesso, Troy strizza l’occhio a Peter Jackson Cecil B. De Mille ed è una micidiale macchina da guerra in piuttosto che a sé con attorisoldatini per protagonisti. Però è testimone di un gusto diffuso: dopo i fasti de Il gladiato Ridley Scott, riaccende la miccia della passione hollywoodiana re (2001) di storico-mitologici, un genere a lungo trascurato e che la magiaper i film digitali, e i risparmi scenografici che ne conseguono, ha prepotedegli effetti rilanciato. Per l’autunno è in arrivo l’Alessandro Magno di Oliver ntemente film sull’imperatore macedone sta realizzando anche Dino De Stone, un con Di Caprio protagonista, le televisioni Abc e Hbo prepara Laurentiis no due serial sull’Impero romano, Empire e Rome. E pensare che i film che mettono in scena i momenti topici della storia classica – l’Antica Roma, la Grecia e dintorni - hanno costitui to il genere “originario” del cinema italiano. Prodotti a Torino e a Roma, i primi “peplum” (dal vestito tradizio nale delle ancelle greche) - la definizione, coniata dai francesi negli anni riferita alla sola produzione italiana, poi, per contaminazione sessanta, era si è estesa a tutti i film ambientati nell’antichità, compresi i kolossal hollywo odiani – uscirono negli anni 1908-1909 a cominciare da Gli ultimi di Luigi Maggi. Il genere nasce con poca propensione per la giorni di Pompei della ricostruzione storica e invece mutua la sua iconografia precisione dal gusto, neoclassico e kitsch, dell’art-pompier di fine ottocento (il pittore AlmaTadema è il riferimento più citato), un “pessimo” gusto che l’immaginario popolare. E’ fondamentale poi l’innesto con ilconquista melodramma, che fornisce materia per le didascalie e un modello per la recitazio e ridondante degli attori. Con Cabiria (1914) di Pastrone, benedetne plateale roboanti neologismi dannunziani, il cinema muto italiano raggiun to dai ge il massimo splendore e il genere affina i suoi contorni. Al di là filologiche, Cabiria e i film coevi - Quo Vadis? di Guazzoni delle ambizioni giorni di Pompei di Mario Camerini – puntano sul fascino chee Gli ultimi gli scenari monumentali e i fastosi costumi di quella che allora era l’immag dell’antichità sortivano sul pubblico. Se si escludono la Messalin ine vulgata a (1932) di Guazzoni e un altro pugno di film, in Italia il peplum non supera guerra mondiale: la crisi e i costi produttivi esorbitanti causano la prima verticale del genere, ormai definito “italiano” in tutto il mondo. un crollo Ci pensa il rigoglio spettacolare di Hollywood ad accoglierne soprattutto perché la storia antica consente di portare sullo l’eredità, episodi noti a tutti, quelli biblici in particolare, senza pagareschermo copyright. La formula vincente, nelle parole di De Mille, il un dollaro di del genere (I dieci comandamenti, 1923) insieme a Fred Niblomaggiore cultore 1925), è “sangue, sesso e bibbia”: azione, un po’ di trasgres (Ben Hur, sione e molto moralismo puritano. In America l’antichità diventa “il più grande spettacolo del mondo” e anche qui viene ricreato come un mondo assolutamente autonomo dalla veridicità storica. Con l’avvento del sonoro soltanto De Mille continua a tenere in vita il “polpettone” togato (da ricordare almeno lo splendido Sansone e Dalila, 1948) con ricchezza e abbondanza di mezzi. Rilanciato dopo la seconda guerra mondiale, il peplum diventa il genere popolare per eccellenza negli anni cinquanta e nella prima metà dei sessanta. Il colore e il cinemascope offrono nuove risorse spettacolari in grado di competere con la concorrenza spietata della televisione: le masse e gli scenari sfarzosi costituiscono gli elementi fondamentali per mostrare cose mai viste. Da La tunica (1953) di Henry Koster a I dieci comandamenti (1956) di De Mille, fino al Ben-Hur (1959) di Wyler e al Barabba (1961) di Fleischer, i peplum-kolossal, con i loro colori sgargianti, l’imponenza delle scene di massa e i cast inzeppati di star, ottengono alcuni dei massimi incassi della storia del cinema. Diverso il discorso per lo Spartacus (1960) di Kubrick che, tra mille traversie produttive, riesce a realizzare un raro esempio di peplum “maggiorenne”. Il sistema produttivo hollywoodiano, tuttavia, è ormai sull’orlo del collasso e sarà proprio un film della famiglia “sandalona” (così venivano chiamati i pepla a Cinecittà) a segnarne il simbolico suicidio: Cleopatra di Leo Mankiewicz nel 1963. In Italia, dopo alcuni fallimenti in epoca sonora (Scipione l’Africano, 1937, di Gallone e Fabiola, 1947, di Blasetti autore anche dell’eccentrico e fantastico La corona di ferro, 1941) e le geniali intuizioni, in anticipo sui tempi, di Riccardo Freda (Spartaco, il gladiatore della Tracia, 1952 e Teodora, imperatrice di Bisanzio, 1953), il genere riprende vita proprio raccogliendo le briciole di Hollywood, che gira molti dei suoi colossi nei teatri di posa di Cinecittà. Si tratta prima di coproduzioni (l’Ulisse di Camerini, 1953) e di parodie (Mio figlio Nerone, Steno, 1956) poi, a partire da Le fatiche di Ercole (1957) di Pietro Francisci, di una vera e propria strategia d’assalto di sgangherate produzioni low-budget. Si sfruttano costumi e scenari dei kolossal hollywoodiani per lanciare muscolosi culturisti (Steve Reeves, Mark Forrest, Reg Park, Gordon Scott) alla volta di gesta leggendarie in scenari di cartapesta. L’ironia, spesso involontaria, e l’iperbole cartoonesca con cui vengono mescolati storia, mito, romanzo d’appendice, rozzezze e crudeltà diventano un marchio di fabbrica tutto italiano. La formula funziona, ha un successo strepitoso e questi film invadono i mercati di tutto il mondo. Alcuni titoli imprescindibili: Ercole e la regina della Lidia (Francisci, 1958), Gli ultimi giorni di Pompei (Leone, 1959), Le legioni di Cleopatra (1959, Cottafavi), Maciste nella valle dei re (Campogalliani, 1960), La vendetta di Ercole (Francisci, 1960), Ercole alla conquista di Atlantide (Cottafavi, 1961), Il figlio di Spartaco (Corbucci, 1962), Arrivano i titani (Tessari, 1962), Maciste all’inferno (Freda, 1962), Ercole contro Moloch (Ferroni, 1963), Maciste contro gli uomini della luna (Gentilomo, 1963), La vendetta di Spartacus (Lupo, 1964), Ercole sfida Sansone (Francisci, 1967). L’arrivo tardivo del peplum d’autore, il Satyricon (1969) di Fellini, segna la morte del genere che viene progressivamente sostituito, nei gusti del pubblico, dall’irruenza del western spaghetti. Il peplum, i suoi eroi mitologici o immaginari – Ercole, Maciste, Ursus – i suoi personaggi storici – Cleopatra, Messalina, Nerone – e i suoi degnissimi specialisti, con mirabolanti variazioni su temi standard, è diventato una sorta di luogo fantastico e magico dell’immaginario popolare in cui i giustizieri puniscono i tiranni, i raddrizzatori di torti insorgono contro i malvagi, i liberatori sollevano i popoli oppressi. Ora Hollywood, con la potenza della computer graphic e i sui budget miliardari, tenta di resuscitarlo in grande stile ma con una seriosità e una pompa seccanti. Niente a che vedere con la spensierata cialtroneria e il geniale artigianato dei “sandaloni”. 10 di roberto pisoni visioni bazar 06 2004 [email protected] Don Pedro colpisce ancora Avete amato i precedenti film diAlmodóvar? Adorerete La Mala Educación… Il nuovo film di Almodòvar riprende gli stessi ingredienti flamboyant, preparati questa volta secondo una ricetta più nera e labirintica. L’autofagia, la tensione a ritornare su gli stessi ambienti, personaggi e situazioni, non è certo un fenomeno nuovo per il grande regista mancego ma in questa storia di ricatto e impostura, che riunisce un regista di successo, il suo ex-amico e amante e il loro professore di letteratura, è condotta al parossismo. Anche se nell’auto-intervista pubblicata nel press-book, Almodóvar cita come motori d’ispirazione una dozzina di nomi tra registi e scrittori (nel disordine: Zola, Warren Beatty, Santa Teresa, etc.), è dentro il suo universo che egli ha attinto la maggior parte delle immagini e dei personaggi de La Mala Educación: la mise en abyme del cinema nel cinema rinvia a Légami (1990), il travestito che imita Sarita Montiel ricorda Tacchi a spillo (1991), la storia che si concentra esclusivamente su amori omosessuali e maschili evoca La legge del desiderio (1987), l’opera più personale e meno nota di Don Pedro. Esteticamente e tematicamente non c’è dunque niente di nuovo, se non il virtuosismo dell’architettura narrativa e la raffinatezza della messa in scena, insomma la splendida maturità dimostrata in Parla con lei (2002). E’ nell’ambientazione allora, e in alcune variazioni tematiche, che è possibile cogliere i segni di un geniale rinnovamento nella continuità. Innanzitutto nella rappresentazione dell’omosessualità. Se La legge del desiderio era animata da un empito militante, ne La Mala Educación si libera dalla fragranza della carnalità per far affiorare il sentimento amoroso allo stato puro. Sbarazzato da qualsiasi rivendicazione di gender, Almodóvar non deve giustificare o dimostrare rabbiosamente più niente. All’inizio del film ci sono delle scene sessuali esplicite, ma l’obbiettivo primario diventa una descrizione più melodrammatica e meno cruda e crudele del desiderio. Dall’altra parte, l’evocazione del franchismo e dell’educazione religiosa si articola attorno a un personaggio del tutto atipico per il regista, quello di un curato pedofilo (perfettamente interpretato da Daniel Giménez Cacho e motivo di polemiche annunciate per l’uscita italiana prevista in ottobre), uomo tirannico e inquietante, irresistibilmente attratto dai giovani allievi. In una scena del film, in cui lo spettatore intravede soltanto i vestiti dei bambini violati appesi tra gli arbusti, segnala i limiti del tollerabile per il regista, che mai prima aveva giudicato con tanta severità un personaggio. Abbandonando per un istante gli orpelli della sua fantasia postmoderna, Almodóvar si lascia allora andare a delle immagini di una delicata gravità, come se gettasse la maschera: il più esibizionista dei cineasti ha mostrato alla fine il suo lato più pudico. Route 181 – Frammenti di un viaggio in Palestina e Israele L’uscita in dvd di Route 181 è un evento sorprendente e di cui bisogna essere eternamente grati. Grazie alla casa editrice Bollati Boringhieri di Torino, il bellissimo documentario dell’israeliano Eyal Sivan e del palestinese Michel Khleifi è disponibile anche per il pubblico italiano, ché altrimenti mai lo avrebbe visto. Syvan e Khleifi, residenti da alcuni anni in Francia e Belgio, sono due registi invisi alle rispettive autorità per la loro libertà espressiva e per il desiderio di affrontare temi scottanti senza alcun pregiudizio ideologico (ricordiamo almeno Nozze in Galilea di Khleifi e Uno specialista. Ritratto di un criminale moderno di Syvan). Così contrariamente alla tendenza generale che spesso schiera anche raffinati intellettuali sulle barricate opposte con toni apocalittici, hanno scelto la strada del dialogo e del racconto sul campo. Nell’estate 2002 hanno viaggiato insieme dal sud al nord del loro paese segnando un percorso che hanno chiamato Route 181, una linea virtuale che segna le frontiere della risoluzione 181, adottata dalle Nazioni Unite il 29 settembre 1947 e che prevedeva la spartizione della Palestina in due Stati. Da questa frontiera teorica è nata la prima guerra israelo-araba e un conflitto di cui non si vede ancora la fine. Armati delle sola autorizzazione a girare e di un attrezzatura leggera, lungo il viaggio i due registi hanno dato la parola a uomini e donne, israeliani e palestinesi, giovani e vecchi, civili e militari colti nella loro realtà quotidiana, invitati a evocare le frontiere e le difficoltà materiali ma soprattutto spirituali che dividono i due popoli e le due società. L’intento è quello di opporre resistenza all’idea che “la sola cosa che possano fare insieme gli israeliani e i palestinesi è la guerra, la guerra fino alla scomparsa dell’altro”. Il risultato è uno viaggio “puro”, spoglio dei terribili luoghi comuni che si sentono snocciolare su giornali e tv ogni giorno, il ritratto di un paese reale, di uomini e donne che non ne possono più di una guerra infinita. Un documentario da diffondere il più possibile. Route 181, frammenti di un viaggio in Palestina-Israele di Eyal Sivan e Michel Khleifi, 270 min., Bollati Boringhieri, 48,00 [email protected] bazar 06 2004 visioni di roberto pisoni 11 Intervista a Bernal, l’eroe transgender Il nuovo fascino latino, a metà strada tra James Dean e Julia Roberts e anni, alto a malapena La star del momento è un giovane messicano di venticinqu un metro e settanta, dagli occhi oscillanti tra il verde, il blue e il marrone. Molti r, lo hanno definito il James Dean latino o il nuovo Alain Delon. Pedro Almodóva che lo ha fatto travestire e gli ha fatto interpretare tre ruoli ne La Mala Educación, sostiene che ha la bocca di Julia Roberts e gli occhi malinconici di una star degli anni sessanta. Ma il messicano Gael García Bernal è un attore completo che riesce a interpretare con la stessa naturalezza il ragazzo di strada, la pretty woman e Che Guevara. La sua prima robusta apparizione cinematografica risale appena a quattro anni fa, in Amores Perros (2000) del connazionale Alejandro Gonzáles Iñárritu, dove era uno sbandato dal cuore tenero in lotta con il fratello, seguito a poca distanza da Y tu mamá también (2001) di Alfonso Cuáron, in cui amava con la stessa intensità la morosa e l’amico del cuore, due film di culto che lo hanno lanciato come nuovo sex symbol transgender. Questa amoralità, affinata in Nessuna notizia da Dio (2001) di Agustìn Dìaz Yanes e Il crimine di padre Amaro di Carlos Carrera (2002), ha convinto Almodóvar a sceglierlo per il suo ultimo capolavoro, perché Bernal rappresenterebbe alla perfezione l’uomo fatale, “quello per cui il sesso non è una questione di piacere, ma di dolore per gli altri. Quello che funziona in Gael è che, oltre a essere bello, è piccolino e delicato. E’ una delle persone più fotogeniche che io abbia mai incontrato. Il suo viso ha due profili: uno da duro e l’altro femminile.Questa asimmetria è perfetta per il suo personaggio di uomo-donna”. Stesso entusiasmo manifestato da Walter Salles che non ha esitato un istante a sceglierlo per incarnare un mito della virilità e dell’eroismo: il Che Guevara de I diari della motocicletta, ispirato ai resoconti del viaggio giovanile in Bolivia, in compagnia dell’amico Alberto Granado. nte Al festival di Cannes sei stato la star più richiesta, un’accoglienza decisame diversa dalla prima volta che ci sei andato... A Cannes ho esordito nel 2000 con Amores Perros, dopo il primo giorno dovemmo andare a dormire in cinque in una stanza. Ma è il film che mi ha lanciato e, se quest’anno ero in due film importanti lo devo a quell’avventuroso debutto. il Per Almodóvar hai fatto di tutto: ti sei travestito, hai imparato a cantare flamenco e a camminare sui tacchi a spillo... La Mala Educación è stato un film difficile, c’era una grande tensione. Pedro è un regista di cui adoro la complicità ma che richiede una perfezione che solo lui ha in testa. Non è autoritarismo, è stile, è un ingegnere che pianifica ogni dettaglio del film e chi collabora con lui deve eseguire il suo disegno con la stessa intensità. Ma hai la possibilità di creare e tirare fuori l’inedito della tua personalità; sono orgoglioso della sua lezione. Almodóvar sostiene che sei altrettanto desiderabile come donna e come uomo... Ho liberato con piacere la parte femminile che c’è in tutti noi, stretto in un vestitocalzamaglia di Jean-Paul Gautier color carne con strass neri sul pube. Era così aderente che a certo punto ho pensato di essere un eunuco. Un personaggio e un atto estremo. La prima volta che mi sono visto così mi è sembrato di vedere il fantasma di mia madre. Nei Diari della motocicletta interpreti invece una leggenda, ma non era la prima volta che interpretavi il “Che”... Il “Che” lo vidi la prima volta da piccolo su una moneta da tre pesos di mio padre. Lo avevo già interpretato in una serie televisiva, Fidel. che mi aveva deluso tremendamente. Era in inglese, terribile! La storia del “Che” può essere raccontata soltanto in spagnolo e in lingua quechua. Il film di Salles è straordinario per come ricostruisce la sua formazione, da giovane idealista a rivoluzionario. Io vengo da una famiglia di attori di sinistra, quindi ho iniziato prestissimo la mia carriera – da neonato feci Gesù in una recita con una Madonna tutta di burro – e sono cresciuto con una forte coscienza politica. Ho studiato alla scuola dei figli dei rifugiati politici e Guevara lo conoscevo non soltanto come leggenda, ma come uomo politico e guerrigliero di grande sagacia e generosità. In Sudamerica è qualcosa di diverso da un eroe da copertina. Lo scorso anno ha fatto scalpore la tua contestazione contro la guerra in Iraq, durante la cerimonia degli oscar... Sì me la ricordano tutti. Mi sembrava di aver fatto una dichiarazione normale, ma già all’uscita dalla cerimonia ho capito di aver detto qualcosa di inatteso: i parcheggiatori mi hanno portato in trionfo. Non ti spaventa l’idea di diventare una star planetaria... Sono cresciuto ammirando interpreti come Mastroianni e Kinski, loro hanno saputo sfruttare la fama, guadagnandosi la splendida libertà di poter recitare in qualsiasi paese del mondo. 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 06 2004 [email protected] www Cinema = anestesia , Sofia Loren. Prima c’erano Alida Valli, Anna Magnani rdo? Oggi rico un solo Poi il buio. Il cinema italiano è li trova se solo e i, un regista prima cerca degli amic giusti fa il film… Salve. Sono quello che deve parlare di cinema italiano. Se c’è una cosa che conta poco o nulla in questo momento nel mondo ve è il cinema italiano. Scrivo mentre ascolto le aritmie recitatidei e le stonature con abusi di pause infradialoghi di uno maggiori incassi della passata stagione. Premetto che anch’io ho fatto un film ultimamente. Era carino (sapete quel termine al che fa tanto arrabbiare i registi quando glielo appioppanoMa loro ultimo film. Il mio lo era. E basta). Ha fatto pochi euro. in tutta coscienza non ho il dente avvelenato. E’ che la parola cinema ha per me, al momento, la stessa valenza del termine ero anestesia. Giorni fa, trovandomi in pausa in un albergo, affacciato al video e contemplavo l’avanzata vittoriosa della barbarie quando, ad un tratto, sono apparsi i fantasmi di due grandi attori del recente passato (ma forse stanno ancora passando). Parlavano di questa importante iniziativa in favore del cinema italiano. Un premio. Non mi ricordo di che e dato da chi ma, giuro!, era importante. Io guardavo pensando che? mi sarei scordato tutto nel giro di un’ora. Perché, mi chiedo più Non c’è fascino. Siamo fuori dall’attualità. Non siamo un modello culturale vincente da esportare. Vi ricordate l’11 ri settembre del 2001? Si, come no? Vi ricordate i poveri pompiele e ini bigliett i e pianti i E no. Come ? Towers Twin eroi delle foto e le candele e i mazzi di fiori e la commozione di tutto di il popolo italiano affacciato ai video per imparare (cosa preciso?). Qualche mese dopo venne giù un palazzo a Roma: dei deficienti avevano tolto dei pilastri di sostegno nel piano terra per farci una qualche attività lucrativa. Ci furono anche lì dei morti fra i pompieri, un incidente. Vi ricordate i pianti la e i bigliettini e le foto e le candele e i mazzi di fiori edei ere telecam alle i davant che, romani quei di zione commo te tiggì avevano barattato un banale, anche se terribile, inciden con un attentato con due aerei di linea? Il popolo italiano aveva imparato cosa dall’11 settembre? Che è giusto che ognuno. abbia il suo eroe pompiere di quartiere? Torniamo al cinema Pensate alle nostre dive che ogni tanto vanno in america. E una volta approdate lì, o le fanno morire nelle prime inquadrature o se sopravvivono finiscono per distruggere la credibilità della storia che interpretano anche quando si tratta di film cult (penso al povero Matrix 2). Alida Valli. Anna Magnani. Sofia Loren. ? Un Poi il buio. Terribile. Il cinema italiano è solo un ricordograndi tempo viveva nella nostra penisola la specie stanziale dei gnoli, autori/registi e tutti, produttori, politici, funzionari Rai, pizzica prima facevano a gara per diventare loro amici. Oggi un regista per cerca degli amici e solo se li trova giusti fa il film (vale anche del me); sennò diventa rancido e il suo probabile futuro è lo scariconoia wc sperando che una pietosa mano tiri subito la catena. Che film! parlare di cinema! Quanto mi piacerebbe fare presto un altro “La città Ho visto un film bellissimo sere fa. L’ho visto tre volte: Intanto incantata” e m’è venuta voglia di rinascere cartone animato. scorso i dialoghi con aritmie di uno dei maggiori incassi dell’anno per (ha vinto anche premi importanti!) vanno avanti. Ognuno recita per conto suo (a parte lei quando recita con il marito, però si stanno e io sto separare. Ma come: gli unici due che recitavano intonati!) che quello a penso e mento insegna buon un è non che penso e male ssa soldate alla e ano americ era perché one televisi hanno sgozzato in ecco la americana che teneva al guinzaglio il prigioniero iracheno: .E parità dei sessi finalmente raggiunta, passiamo ad altro signore giro col in sempre va che italiano staggio quell’o di padre al penso sono? tricolore in spalla e mi dico avrà pure le sue ragioni, ma quali portatore Si, forse il dolore ha trasformato un tipo comune in un in quella sano di italianità. No, c’è qualcosa di troppo scenografico Non mi scelta. Come una maniacalità inconsciamente studiata. è asfissia torna. Ma che diritto ho di dire questo? Non lo so. Forse vomita cerebrale. Non credo più a nulla tanta è la dose di falsità che intimi giornalmente il video condizionando i comportamenti più che di quelli che guardano. Ecco: forse è per rintuzzare l’orrore uno che i indolor così morsi con i cervell nostri i lentamente divora o male. finisce per considerarli mali minori. Il mondo sta morendone e lo E il cinema italiano non lo racconta. Lo fa solo la televisi dei fa male perché lo fa per l’audience, non per insegnare. L’Italia sca gigante una in ata impegn è ni) eccezio e media (salvo rarissim nostra operazione di mistificazione, falsificazione, rimozione. La non democrazia, sta diventando isterica. E un potere siffatto né contempla una cinematografia d’attacco, né riflessiva, né critica, indolore, tanto meno contraria, no: dev’essere solo vacua, zuccherata, non inesistente. E nell’augurarvi buon divertimento mi raccomando, vi dimenticate lo sbadiglio. onde bazar 06 2004 SI-Sport Italia: dove, tra discipline atletiche e avventure estreme, il calcio non è più la primadonna dello sport Stufi del monopolio calcistico in tv? Vi sentite dotati di profondo senso sportivo? Amate lo sport in senso lato? Ecco il canale giusto per voi: si chiama SI, ovvero Sport Italia, e tratta tutto il panorama sportivo, con tanto di avventura e imprese estreme. Nata da poco, la new entry televisiva ha già conquistato molti telespettatori che finalmente possono approfondire gratuitamente le proprie passioni o curiosità spaziando dallo sci ai motori, dagli sport invernali al rugby, dall’atletica alla pallavolo, dagli sport estremi e quelli emergenti senza dimenticare il calcio, che servito nelle dosi giuste rimane un piacevole bocconcino. Sport = emozione, sport = cultura purché raccontato senza smanie scandal-sensazionalistiche: con questo spirito le più svariate discipline sportive, tutte con pari dignità, sono in grado di unire le persone e i popoli senza alcuna distinzione, senza intermediazione.L’informazione è basata su un continuo aggiornamento sui principali eventi nazionali e mondiali, molte dirette, fruizione di web news, scelte di immagini spettacolari, di grande qualità ma soprattutto che forniscono emozioni. E a proposito di emozioni: originale l’idea della trasmissione “SI Suoni e Immagini”, in onda tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 1.00 alle 3.45, che racconta senza parole e musiche ma semplicemente con il suono originale della presa diretta i momenti più spettacolari o tragici che hanno segnato la storia dello sport. Risultato? Grande effetto, grandi emozioni, grande stile. [email protected] foto www.oltremara.com 14 di caterina gonnelli OASI TV: la tv sociale che racconta l’altra Italia Chi se la sente sul grande schermo di affrontare temi sociali, scomodi, complessi nella loro semplicità? Qualcuno c’è, e si chiama televisione dove si spazia dal mondo dell’handicap a quello delOASI TV, una volontariato, dalle minoranze religiose ed etniche al mondo degli anziani, dagli emarginati ai deboli. Si tratta di una tv impegnata, seria, molto seria, talvolta noiosa, stile Radio Maria, ma utile perchè apre gli occhi a chi non vuole vedere e insegna ad agire, come nel caso dei documentari che simulan caso di terremoti, incendi o altre catastrofi naturali. Qui nono soccorsi in si urla, non si balla, non si fa spettacolo ma si raccontano storie, si dipingon un’altra Italia, quella più grigia, più nascosta, più silenziosa ma o quadri di Un’Italia scomoda e dimenticata, divulgata con un tono pacato che esiste. che invita a riflettere anche con la nostra coscienza. Curiosando nella tv slava in vista di un’Europa allargata Mentre l’Europa si allarga cresce l’attenzione per i canali satellitari dell’est del vecchio continente: un modo per entrare meglio nella cultura dei nostri vicini di casa, per carpire le sfumature di popoli così simili e allo stesso tempo così lontani da noi. Nella giungla di canali satellitari impossibile non incappare, anche per sbaglio, in queste misteriose sigle: SLO-TV1, SLO-TV2, Bulgaria Tv, VIVA Polonia, per gli amanti di videoclip musicali, MTV Polska, POL Sat1, Pol Sat 2, TV Romani e così via, tutte con lo stesso comune denominatore: immagini povere, suono non perfettamente pulito ma tanta energia e voglia di comunicare. Protagonista la musica, più gettonata anche per i comprensibili problemi linguistici, seguita da cinema, cartomanti, politica e news. Per la serie “zingara voglio vivere come te...” assolutamente da non perdere. Va di moda TV MODA: la moda raccontata dagli stilisti e ....Jo Squillo Interviste, top models, sfilate, intervallate da una ever green, Jo Squillo. E’ TV MODA, la tv che trasmette no-stop il davanti e il dietro le quinte della Moda, quella con la M maiuscola. Un canale ben fatto, con belle immagini e musiche, dove i vestiti vengono “spiegati”, è il caso di dirlo, dagli stilisti, che finalmente mostrano i trucchi sartoriali, il loro animo “taglia e cuci”, che scendono dal piedistallo per raccontare la vera essenza della moda. Peccato l’eccessiva presenza di Jo Squillo, l’ex cantate ribelle da qualche anno alle prese con il fashion system, dal quale sembra non aver imparato molto se osserviamo alcune delle sue performances canore in curiose mise. Brava però nelle interviste, nel mettere a proprio agio i grandi stilisti, le belle donne, lo star system, nel fornire curiosità e approfondimenti. Nell’insieme si respira aria pulita, creativa, fresca anche negli spot pubblicitari ma soprattutto riusciamo a vedere una sfilata nei dettagli, dall’inizio alla fine, diversamente da molti programmi specializzati in moda che offrono solo fugaci pillole, facendoci sognare ancora di più.. bazar 06 2004 [email protected] Possiamo farlo ogni mattina su Radiocapital con il programma Scandali al Sole. E a scoprire misfatti e magagne ci pensa una vera iena… L’Italia è ancora (per il momento) il Paese del sole. Ma anche degli scandali. Non deve essere difficile, quindi, trovare un argomento al giorno per un programma che si chiama “Scandali al sole”, in onda la mattina su RadioCapital . Più difficile è magari stanare protagonisti dei misfatti, ma quando il compito i è affidato ad una autentica “iena” come Alessandro Sortino… il gioco è fatto. La trasmissione, in onda su Radio Capital dal lunedì al venerdì alle 9.15 alle 15.45, già nelle passate edizioni ha portato e luce scandali italiani di ogni genere e continuaalla a indagare grazie soprattutto alle segnalazioni degli ascoltatori, che vengono verificate dalla redazio ne formata espressamente per questo programma. Infatti, chi ritiene di aver subìto un trattamento iniquo o vuole fare luce su qualcosa che lo ‘scandalizza’ sintonie di pietro d,ottavio 15 può contribuire a ‘Scandali al Sole’ scrivendo una mail all’indirizzo [email protected] oppure lasciando un messaggio alla segreteria telefonica del numero 06492324191. A quel punto Sortino si lancerà alla ricerca dei responsabili dei misfatti, che spesso devastano il “Belpaese” inquinandolo, costruendo abusivamente, distruggendo le ricchezze ambientali e faunistiche o compiendo abusi amministrativi. Per conoscere i nuovi scandali basta accendere la radio. E per ascoltare tutte le inchieste condotte da Alessandro Sortino si può consultare l’archivio sul sito www.capital.it. Scandali al Sole – Radio Capital Alessandro Sortino Scandalizziamoci Gusto femminile e vigore urbano nelle scelt musicali di Radio Centro Suono in onda il e sabato notte Nome in codice Lady Coco. All’anagrafe di Roma è Costanz 1976 a Roma. E’ lei il virus più forte della febbre del sabato a Scaloni, classe sera targata Radio Centro Suono (101.3 a Roma). Infatti Lady Coco è la disc-joc punta di Global Cut / Black Planet, trasmissione maratona key conduttrice di in onda dalle 21 del sabato alle 6 della domenica mattina sulle frequenze dell’em ittente capitolina. Una colonna sonora ideale per ogni festa in casa senza dover cercare il pensiero di cambiare un disco dopo l’altro. Il “suono” di Lady un DJ e senza Coco – che vanta anche esperienze newyorkesi all’etichetta hip-hop underground di Brooklyn BK Like Forms e alla radio dell’università di Harward - è “quello che evapora dal tombino”: rap, abstract hip hop, liquid soul, urban r&b, dancehall, con particolare attenzione alla “centurie” femminili rap e new soul. “Global Cut” viaggia nelle sequenze mixate dai dj più famosi che si alternano alla “consolle più grande del mondo” percorrendo stili e contam inazioni musicali differenti tra loro. Global Cut è l’epicentro di Radio Centro Suono, con il meglio della dance mixato dai DJ della stazione, più guest internaz ionali del calibro di Frankie Knuckles, Farley & Heller, Miguel Migs, Dave Morales , Bors Crispin J. Glover, Danny Rampling, David Alvarado, Paul Trouble Dlugosh, Anderson. E per ascoltare dal web l’indirizzo internet è www.radiocentrosuono Radio Centro Suono Roma 101.3 - Global Cut / Black Planet .it Con Lady Coco & Co. Suoni dal tombino Cd autoprod otti e demo da scoprire e lanciare Oltre 8.000 i de m o arrivati in reda ad artisti trans zion Ruffano Tren itati da Demo, un cent e, mille quelli mandati in inaio di band Music (Ravend & Blues Festival, il Cou protagonis onda; 20 i contratti di romano con na), e il primo Demo C s Cous 2002, Il Festival te di eventi come il Telescografici da Michel Pepubblico in sala). E’ il bioncert (due ore live su Radi Biella, il Premio Coo thon, il sabato (oltre rgolani e Renato Maren lancio di circa 2 anni di dio 1 registrate in un lop For e delle canz alla striscia pomeridianago in onda su Rai Radio “Demo”, il programma cocale ha spesso osoni che non trovano sboc di “Demozone” in ondaUno alle 23.35 dal lune ndotto italiana (Sergipitato anche i documen co nella discografia tro alle 14.45). L’urgenza dì al Cobham, Dul o Cammariere, Carmenti sonori degli inizi di ta va spazio nel programmdel rock dei cd autopr ce Pontes…). Ma il cuor Consoli, Avion Travel, nti big affermati della musa che Rai, palazzin odotti nelle sale prova e della trasmissione re Paola Turci, Irene Grand ica dal sito www.a G2 Largo Villy de Lucadi tutto lo stivale (che vastano i suoni ancora inedi, Billy la possibilità demo.rai.it ). E oltre a “r 5 - 00188 Roma, alleganno inviati a: DEMO - Ra iti trasmissione di partecipare a una de ischiare” di sentire il pr ndo la scheda da scaric dio1 24 vanno in confeziona per le ediziolle compilation discograoprio demo in onda, c’è are Rai Radiounoonda i migliori videoclip ni di Rai Trade. Infine, alfiche che dall’anno scor anche so targ l’interno di Sh - Demo Con Michel Pergol ati Demo. ownet su Rala inews ani e Renato Marengo IL ROCK SOTTERRANEO 16 di carla romana antolini Suggestioni scene bazar 06 2004 [email protected] circensi Cadere non è un evento fatale e irreversibile, ma l’occasione di slancio verso altri sconosciuti voli. Lo dimostra la Festa del Circo Contemporaneo. Tra nasi all’insù e fiati sospesi. Festa Internazionale del Circo Contemporaneo - Brescia. Diversi spazi. Dal 23 giugno all’ 11 luglio. Ufficio Manifestazioni del Comune di Brescia. Via Tosio 8. Il corpo è protagonista, il rischio è sempre in agguato e l’emozio fiato sospeso. Tra i cortili storici, i parchi o sotto i tradizionali ne accompagna il pubblico col chapiteau di Brescia si svolge la quinta edizione della “Festa Da cinque anni a Brescia c’è l’unica vetrina italiana delle più interessainternazionale del circo contemporaneo”, diretta da Gigi Cristoforetti. nti creazioni internazionali di nuovo circo. Ricca l’offerta di emozion circensi: qui Mathrine Bolze, acrobata, giocoliere, clown e danzator i e, che ha già emozionato togliendosi e mettendosi la giacca con precision ed eleganza mentre era sospeso nell’aria tra due rimbalzi dal tappeto e elastico, propone “Fenêtre s” uno spettaco lo in cui la purezza della danza aerea si alterna a momenti di emozionante racconto. Il circo come Zanzibar/En Caval dove una intima relazione tra la pista e lo spettatorun’arte dell’istante, è la proposta del “Mano a mano” della compagnia e, dona allo spettaco lo la sua unicità. E’ itinerant e (En caval) per vedere e ascoltare meglio il respiro e le risate del pubblico, e per scacciare la paura che queste si spengano. Per la prima volta fuori dai tendoni chapiteau anche la quinta generazione della famiglia Togni torna o al teatro di strada nel nuovo progetto intitolato “Circo Maccheroni” con Livio, Davio e Corrado. La prestigiosa scuola francese del Cnac (Centre National des Arts messa in pista di uno spettacolo per i propri allievi. Dopo Josef du Cirque) propone, come ogni anno, a un coreografo o a un regista, la compito è stato affidato a Roland Shön, vero esploratore dell’imm Nadj, Francesca Lattuada, François Verret e Philippe Decouflé, quest’anno il aginario, creatore di un teatro in cui l’attore “gioca” con parole, corpi, marionette e ombre. oggetti, L’Esac (École Supérieure del Arts du Cirque) di Bruxelles è stato il vivaio a cui hanno attinto Fatou Traoré, coreogra fa e danzatrice del Mali, e Philippe de Coen, trapezista e direttore artistico di Feria Musica, belga. Il loro “Le vertice du papillon” , tra piani inclinati, pertiche per trovare i sette interpreti del nuovo spettacolo della giovane compagnia e trampoli ni, tra circo e danza, si concentr a sul tema della caduta, non come evento fatale ed irreversibile, ma piuttosto come occasione di slancio verso altri, sconosciuti, voli. E se ancora non può sembrare chiaro quanto il nuovo circo possa proporre importan ti visioni contemp oranee, vi potrà convincere lo spettacolo “Intérieur nuit” del venticinquenne Jean Baptiste André. In una scenogra fia, che si nutre degli universi poetici di Beckett e Kafka, le arti del si coniugano con le tecnologie multimediali guardando al “disequi circo librio” nella vita. ità La poesia nell’omosessual Viaggio nel mondo del Ragazzi che amano ragazzi. teatro d’ispirazione gay verde - scenari di teatro omosessuale” che da Per l’edizione 2004 della rassegna “Garofano undici anni propone la messinscena di testi di ispirazione gay, è protagonista la poeticità del linguaggio. Al Teatro Belli di Roma dall’8 giugno al 4 luglio la rassegna, diretta dal critico teatrale Rodolfo Di Giammarco e sostenuta dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, ha molte opere da mostrare, da far conoscere e da diffondere, e oggi più che mai, tanta capacità di stimolare ed emozionare artisti e pubblico. Non era mai stata messa in scena la raccolta di poesie “Per sempre” di Giovanni Testori, dove il suo amore verso Alain e la sua disperazione si veicolano tramite una scrittura molto ricca, tra rime, frasi spezzate e incisive. In prima assoluta Massimo Popolizio interpreta questa scrittura ricca di metafore, con la regia di Pierpaolo Sepe (11-13 giugno). Giuseppe Marini mette in scena la tragedia “Kouros” di Ludovica Ripa di Meana, una tragedia in endecasillabi che narra di Ludovico, dei suoi quindici anni, della sua omosessualità, e di una famiglia in cerca di eredi che decide di “curarlo”. Anche la siciliana Emma Dante, indagherà il tema dell’omosessualità in un nuovo spettacolo che sarà interpretato da Giorgio Li Bassi e che ha come titolo provvisorio “Le novità di Parigi”. E andando a pescare tra i giovani artisti che hanno dato nuova linfa al teatro italiano, la rassegna coinvolge anche Fausto Paravidino, qui in veste di interprete de “Ragazzi che amano ragazzi” di Piergiorgio Paterlini (9-10 giugno), mentre Carla Chiarelli metterà in scena il “Manifesto per l’eliminazione dei maschi” di Valerie Solanas (26-27 giugno). Tra ricerca e tradizione nto e tradime Una via crucis di /guerra musical “Candido” da Voltaire, di Andrea Liberovici e Aldo Nove, Candido intraprende un viaggio pedagogico Nello spettacolo / soap opera Viaggio, dall’Amore alla Guerra, dal in 12 stazioni, come una Via Crucis nel corso della quale il centro dell’attenzione si sposta da Dio al musical americano e ora secondo Tradimento all’Identità, in un ben calibrato divenire che si organizza ora intorno ai modelli comunicativi del teatrale attraverso un linguaggio quelli del “song” europeo. Il viaggio trova sul palcoscenico del Duse la via per il suo farsi autentica esperienza scenico che mescola ricerca e tradizione in un apparato visivo multimediale. Candido di Andrea Liberovici e Aldo Nove. Soap Opera Musical da Voltaire Genova. Teatro Duse. Via Nicolò Bacigalupo 2. Fino al 6 giugno. Tel. 0105342200 [email protected] bazar 06 2004 scene di carla romana antolini 17 Il festival siciliano offre anche due spettacoli di Davide Enia, la conclusione della trilogia di Eschilo e una lente d’ingrandimento sulla negritudine nel mondo della negritudine, delle tradizioni ancestrali ma anche nei fermenti e nelle speranze deluse del grande continente. L’impianto scenico dello spettacolo è costituito dalle opere che Moussà Traore, uno dei più interessanti artisti senegalesi realizzerà nel suo Workshop a Gibellina (29 giugno-3 luglio), utilizzando polemicamente, come di consueto, materiali di recupero e rifiuti della nostra civiltà opulenta. Il 9 e 10 luglio, sono previste due serate dedicate al giovane quanto apprezzato autore/attore palermitano Davide Enia, arrivato al successo non ancora trentenne con la mitologia calcistica di “Italia - Brasile 3 a 2”, monologo da stadio per un artista inventatosi cantastorie moderno. Nel suo nuovo spettacolo, Maggio ’43, è protagonista la Palermo colpita dai bombardamenti degli Alleati nel maggio del ‘43, coi 1500 morti, i quartieri distrutti, lo sciacallaggio, il mercato nero, gli stupri della milizia fascista. A settembre, il festival che lo scorso anno ha presentato l’Agamennone di Eschilo, messo in scena dal giovane regista spagnolo Rodrigo Garcia, apprezzato per la capacità di conciliare in scena provocazione e poesia, propone di concludere la trilogia di Eschilo affidandosi ancora a giovani registi. Monica Conti attraverso il canto e la musica affronta il “lato femminile” della tragedia, nelle Coefore. L’americano Big Art Group affronterà invece le Eumenidi, usando il progresso della tecnologia come strumento di interpretazione e progettazione del nuovo, con due chiavi di lettura suggerite dalla Fondazione Orestiadi: la prospettiva della vicina Africa e il lavoro poetico di Pier Paolo Pasolini. Orestiadi di Gibellina Gibellina (Trapani). Giugno-settembre 2004. Tel. 0924 67844 L’urlo di Pippo Delbono apre Gibellina Sarà Pippo Delbono a inaugurare l’edizione 2004 delle Orestiadi di Gibellina. Al Cretto di Burri tra i ruderi di Gibellina anteprima assoluta del Festival D’Avignone, “Urlo”Vecchia debutta, come Pippo Delbono, alla quale portano il loro contributo, la nuova creazione di in un vitale confronto di esperienze diverse, Umberto Orsini, Giovanna Marini e la Banda della Scuola Popolare di Testaccio. Con questo spettac linguaggio fisico-vocale dei suoi primi lavori, a unolo Delbono torna al teatro del corpo che danza, del gesto silenzioso che sa raccontare, mentre la voce e il canto diventano l’urgenza a dire e le parole si caricano regista torna a Gibellina per affrontare in “Urlo”di senso. L’affermato politico e religioso, della cultura, ma anche i mecca il tema del potere, nel ricatto sentimentale e nell’intreccio delle nostrenismi di dominio celati Un particolare sguardo del festival è riservato alla relazioni. vicina Africa. Massimo Luconi presenta il 4 luglio un omaggio a Sengho r, raffinato poeta e presidente del Senegal fino al 1980. Per questo intellet tuale, protagonista della rinascita culturale e politica del continente un concerto-recital dal titolo Ostie nere, realizzato africano, si propone musicisti e attori senegalesi e italiani. Tra musiche e da un ensemble di poesie di L.S Senghor, David Diop, Aimè Cesaire e altri poeti africani di lingua francese, si entra Giancarlo Cauteruccio è il beckettiano Krapp Dopo dieci anni dalla prima messa in scena il regista calabrese decide di vestir panni del protagonista ei Se la messa in scena de “L’ultimo di Krap p” prop osta dalla compagnia Kript nel ‘93 presentava lo sdoppiamento del protagonista, interpretato sia da Mass on Verdastro che da Fulvio Cauteruccio, imo in un’op erazi one estet izzante, oggi il regista Giancarlo Cauteruccio mette in gioco la sua stess a esiste nza presentandosi da solo in scena. “Quando ho messo in scena per la prima volta quest o testo – spiega Gian Cauteruccio – già sentivo la voglia di entra rci dentro personalmente. Da quello spettacarlo ho ricevuto uno scossone esistenziale partic colo olare. Da quel giorn o ho inoltre intrapreso un percorso artistico che mi ha avvicinato semp re di più a Becke tt.”. Qui il protagonista è in compagnia di tanti nastri, registrati di vita e di esperienza. I nastri vengonoogni compleanno per tramandare brandelli riasc oltati e mesc olati per poi dichiarare il fallimento in una resa dei conti di un autoironico, spesso con venature patetvecchio triste e ridanciano insieme, ironico e iche, senti ment ali, strug genti che alla fine si adegua consapevolmente allo scacco. “Le manie e le perversioni di Krapp somig liano alla mie. Il mio rapporto di amore e odio con il cibo ben aderisce alla famosa in proscenio con le banane. Qui è evide gag iniziale della pantomima del personaggio nte anche la coinc idenz a con la mia cond di malattia. Io soffro di apnee notturne e per dormire devo utilizzare un respirizione elettronico. La mia adesione al personaggi atore o mi ha porta to natur almente ad utilizzare questo apparecchio in scena” Lo spettacolo è sostenuto da sofisticato apparato acustico, vocale e visivo in “L’ultimo nastro di Krapp” di Samuel cui è forte la necessità di creare una Beckett, diretto ed interpretato da coincidenza tra attore e personaggio. Il Giancarlo Cauteruccio musicista tedesco Andreas Fröba opera suoni live di Andreas Fröba, costumi di in tempo reale, facendo esplodere Alessandra Vadalà. la parola o creando sonorizzazioni Roma. Teatro Vascello. Dal 15 al 20 che vengono generate dall’azione. giugno. Via Giacinto Carini 72. Tel. lo spettacolo si apre su Krapp065881021. www.teatrovascello.it 18 di andrea rustichelli scene bazar 06 2004 Biennale Danza Quando il direttore è una punk Che, Venezia a giugno: niente alta marea ma altissima danza, con l’apertura della Biennale. Dirige le a scanso di equivoci, per la danza come per altre discipline, ha cadenza annuale.Armitage, cerimonie quest’anno una celebre artista cinquantenne, la statunitense Karolealle frequenti regina del punk-rock in versione scarpette a punta. In controtendenza rispettoi nuovi media, intersezioni della danza con altre discipline, dal teatro, al cinema, al video e tutti del corpo, la Armitage ha deciso di intitolare la rassegna Abcd… La grammatica universale ia disciplinare riportando finalmente al centro del discorso coreografico il valore e l’autonom la parola. della danza: un linguaggio del nostro tempo, il gesto e il movimento oltre stato concepito, È proprio in sintonia con questo assunto che il programma degli spettacoli è Jacopo Godani, godendo della presenza di artisti del calibro di Nicolas Musin, Amanda Miller, Bustos. Tutti Charles Linehan, Shen Wei, Peter Boal, Saburo Teshigawara, Alonzo King, Isabelmultiple del accomunati dalla capacità di declinare il codice classico seconde le istanze contemporaneo. di “Vecchio Disposto in due sezioni - dall’11 al 30 giugno e dal 9 al 30 luglio – secondo i concetti “Come Mondo” e “Nuovo Mondo”, il cartellone illustra un pensiero-guida della Armitage: e come le culture le nuove idee – spiega la coreografa - possano essere condivise anche in continenti diversi inedite di festa più differenti restino intatte quando il nuovo arriva dalla tradizione”. Due occasioni San Marco, con delimiteranno inoltre lo svolgersi della manifestazione: la prima, in Piazza ce che Karole Armitage e Nicolas Musin ad aprire la Biennale Danza con una performan chiusura della filtrerà il valzer con l’alfabeto contemporaneo; la seconda, da non perdere, in gli insoliti luoghi rassegna, Rave, lo spettacolo cult della Armitage, ripensato appositamente per di Bollywood di Venezia, anche con la complicità del Ballet de Lorraine, di performer yoga, dancers e di House of Ninja dancers. ca nella Vale la pena, allora, fermarci sulle parole della stessa direttore-punk, molto diplomati che operano sul sua veste istituzionale: “Il programma presenta i lavori più innovativi dei coreografi danza a favore linguaggio della danza. Molti lavori contemporanei hanno ignorato gli aspetti linguistici dellanella storia. Non di idee teatrali, letterarie, concettuali. Eppure, la bravura dei danzatori di oggi non ha egualidi là delle barriere solo il livello tecnico si è considerevolmente elevato, ma l’abilità di adottare numerosi stili - al in grado di tra classico, modern dance, street dance ecc. - ha fatto del danzatore uno strumento ricchissimo, multiculturale. I esprimere nel modo più umano l’esperienza di un universo interconnesso, ad alta velocità, della danza coreografi e i danzatori invitati sono fra quelli che esplorano le proprietà metaforiche e linguistiche movimento verso con ballerini di altissimo standard formativo. A loro è stato chiesto di superare le frontiere del La poesia del nuovi territori, basandosi su una profonda conoscenza della tecnica e della storia della danza. porterà la movimento ha proiettato il suo incantesimo sul pubblico dalla notte dei tempi: questa Biennale tradizione classica nel nuovo secolo.” Calendario e informazioni su http://www.labiennale.org/it/danza/calendario/ Quel nero sublime che colora la danza Continua la voglia d’Africa a Roma: è Festa d’Africa Festival, dall’8 giugno al 3 luglio, organizzato dal CRT scenaMadre con il contributo del Comune. Non poteva mancare la danza nel menu di una manifestazione così colorata: il 23 e 24 giugno, al Vascello, Irene Tassembedo (con la sua compagnia dal Burkina Faso) presenta Souffles, che coniuga tradizione occidentale e africana. La coreografa pratica la danza africana lontano dalla tradizione o dal folklore: le apre uno spazio di invenzione continua, inscrivendola nel presente. Lo spettacolo intreccia un percorso, declinando il corpo nero nella storia politica dei popoli africani. Ulteriore appuntamento dal 30 giugno al 3 luglio, con Allah n’est pas obligé, coreografia di Adriana Borriello, tratto dal romanzo di Ahmadou Kourouma sul tema dei bambini-soldato. Tra danza, musica e teatro, lo spettacolo è interpretato dagli allievi dell’Accademia Nazionale di Danza, su musiche composte dal maestro Daniel Bacalov. Souflles – 23 e 24 giugno Teatro Vascello, Via Giacinto Carini 78 Roma. Info: www.festadafricafestival.com [email protected] iRONIA E pop song Una coreografia studiata su diciotto canzoni pop Tassativamente da non perdere lo spettacolo The show must go on, del francese Jérôme Bel. Decisamente una pièce culto, un “classico d’avanguardia” per quella generazione di coreografi europei che hanno fondato la cosiddetta non-danza. La struttura di The show si basa su una successione di 18 canzoni pop: su tale partitura sonora, Bel ha concepito una coreografia ironica e apparentemente semplice, prendendo a tema l’illustrazione letterale di ciascuna canzone. Pur assai ludico, lo spettacolo pone molti interrogativi sul rapporto tra creazione e vita, sulla frattura tra arte e intrattenimento, sul valore del virtuosismo (info: www.lafranciasimuove.net). The Show must go On – 1 giugno Teatro Duse Bologna. 3 giugno Auditorium PdM Roma. [email protected] bazar 06 2004 scene.salmoni di enrico lo verso 19 Claudio Amendola Franco Andreucci Renzo Arbore Marco Begani Alessandro Benvenuti Susy Blady Raul Bova Nancy Brilli Eva Buiatti Serena Cama Luca Carboni Lorenzo Ciompi Claudio Coccoluto Pietro D’Ottavio Klaus Davi Pino Daniele Marcello De Cecco Joele Dix Elido Fazi Mario Fortunato Freddy Grunert Enrico Lo Verso Wladimir Luxuria Paolo Macry Mario Martone Mario Morcellini Fabio Murru Francesca Neri Anna Oliverio Ferraris Solange Silvia e il suo alter-ego Una storia dura, di carceri e soprusi diventa uno spe ttacolo, in cui protagonista e interprete si fondono,in un unico impulso emotivo Scusi, mi offre un supplì? Eh? Un supplì, un pezzo di pizza, ho fame. Non ero sicuro di aver capito bene. L’ aspetto decisamente piccolo borghese della signora davanti a me mi faceva dubitare di aver sentito bene. Mi trovavo in una rosticceria che abbinava 2 delle mie passioni: la pizza e il “cibo etnico” (ma non lo è anche la pizza?). L’ avevo vista per caso cercand o un parcheggio davanti al teatro Palladium dove di lì a poco Vladimir Luxuria avrebbe cambiato pelle ancora una volta per diventare Silvia. Silvia Baraldini. Mi piace ascoltare le storie, capire cosa si prova quando si vive. La signora, finendo la pizza, mi racconta che lavora per la Regione, assistenza ai disabili, e da 3 mesi non riceve stipendio. I commercianti non le fanno più credito e non ha modo di farsi notare se non con uno sciopero che danneggerebbe unicamente chi, come lei, ha bisogno d’aiuto. Vorrei offrirle ancora qualcos a ma rifiuta. Lasciarle un conto prepagato, niente. Ci salutiamo e mi avvicino al teatro... Si fa per dire. La ressa è sino a fuori, ordinatamente la gente fa la fila e capisco che sta lì da tanto. Da un lato sono contento perché non pensavo che potesse esserci ancora tanto interesse per quella donna che, muta, ci osserva dalle foto sui muri e di cui non si parla quasi più, dall’altro… non ho il biglietto, nè prenotazione e mi sentirei un vigliacco a chiamare Vlady per cercare un ingresso di favore. Più di un centinaio sono le persone che resteran no fuori. Leggo la rassegna stampa e torno a casa. Voglio sapere. Telefono a Vlady e chiedo dello spettacolo. Mi dice che lo spettacolo è nato quasi per caso. Ha conosciuto Silvia tramite un amico comune e, come sempre succede quando può nascere un’amic izia, andando a ritroso nel tempo hanno cominciato a riempire i vuoti nelle loro rispettive storie. Vlady è rimasta colpita dalla storia di questa donna raccontata con un sorriso leggero, distaccato, disarmante, coinvolgente. E’ rimasta affascinata da quel modo di raccontare una storia che lei ha vissuto ma che non appartiene solo a lei. Una storia raccontata, chissà quante volte, lucidamente, senza autocommiserazione. Una storia destinata a ripetersi. Vlady come un novello Omero decide di interrompere l’oralità e affidare la Storia, ed anche la storia, ad un testo scritto. Ma la pagina cerca la vita e allora è il palcoscenico lo sbocco naturale. Ma chi può interpretare Silvia sulla scena? Silvia La Tenera, La Forte, La Passionale, La Colta, La Dura, La Sorella, La Figlia. Silvia propone un alter-ego, lo ha davanti: Vladimir Luxuria. Chi meglio potrebbe rappresentare una donna di cui si crede di sapere tutto ma di cui pochissimi conoscono i sentimenti, le passioni private, le lacerazioni, le sofferenze dignitosamente sopportate e mai comunicate? Il lavoro comincia. Ci vuole più di un anno per elaborare la struttura, il testo. Fatto. Anche qui si procede a ritroso. Silvia-Vlady-Omero, con la regia di Emiliano Raya e l’aiuto in scena di Letizia Lezza e Vincenzo Di Rosa, come una delle Parche, dipana il filo di una vita affrontandone i nodi, cercando di scioglierli , comprenderli. E saranno i flash-back a raccontarci, probabilmente, del suo arrivo, ancora bambina, negli USA del ’57. E poi il ’68 newyorkese, i rapporti di una donna bianca con le Black Panthers fino allo arresto nell’ 82 con l’accusa di partecipazione ad una rapina. La Condanna. Una condanna durissima, esemplare , senza eguali. Una condanna dichiarata subito anticostituzionale ma ormai attiva. E poi ancora nodi su nodi, sempre di più. La detenzione in carcere subendo le stesse torture di cui oggi siamo informati dall’Iraq, con l’aggravante di essere donna. Le richieste di estradizione, le illusioni, le delusioni, gli appelli in suo favore e le accuse feroci. Ma anche gli amori familiari, i lutti familiari, i dolori, le gioie annunciate e disattese e quelle improvvise. Parlando con Vlady passo dalla tenerezza all’ indignazione, dalla rabbia alla commozione. Mi racconta che adesso Silvia è a Roma agli arresti domicilia ri. Può uscire 2 ore al giorno, che non le sono sufficienti per andare al cinema o al teatro. Lo spettacolo lo ha visto in prova e si è commossa solo nel punto in cui si ricorda la sofferenza di una persona a lei cara. Lavora per l’ARCI. Legge tantissim o e si collega a internet. Ogni tanto la sera riceve una telefonata, è Vlady. Dal palcoscenico, a spettacolo finito, con gli applausi le passa l’abbraccio di chi, da quella sera, la conosce un po’ meglio. bazar 06 2004 [email protected] suoni di fabio murru 21 dWaits alle contaminazioni anglo-partenopee dei sodiun al iste onintim oti Em Tom orità son e Dall autorale di Z Star. Emozioni forti. Bisca. Dal jazz elegante di Diana Krall al vigore cant Bisca Mancasolounattimo Tom Waits e Crystal Gayle One from the heart Columbia Legacy Per capire il valore di questo cd bisogna partire dal 1982. Allora il bellissimo film di Francis Ford Coppola, un sogno lungo un giorno, fu un vero fallimento economico. Col passare degli anni è stato rivalutato in tutta la sua meravigliosa bellezza. Ora, riproposto in dvd dopo un accurato restauro, è arricchito anche dalla ri-masterizzazione della sua colonna sonora ad opera di Tom Waits. Il disco, degno compagno dell’opera cinematografica che nel prezioso patrimonio artistico di Waits va assolutamente riscoperto, ascoltato oggi è più bello che mai, una vera e propria sintesi della prima fase artistica di Waits, quella del cantautore intimista e sofferto, delle ballad ubriache e graffianti. Waits dall’alto del suo talento riesce a emozionare, donandoci momenti indimenticabili di rara intensità. Il tutto è impreziosito da sonorità velate di jazz e un accompagnamento vocale, quello di Crystal Gayle, che alternandosi a Waits o in duetto con lui, conferisce grande eleganza all’album. Brani sognanti e rarefatti che ci riportano alla mente una Nastassja Kinski eterea e bellissima cosi come appare nelle immagini struggenti dell’opera più visionaria di Coppola. CNI Music – Rai Trade La gestazione del nuovo lavoro dei Bisca è durata 2 anni. Un lungo lavoro per il gruppo formatosi a Napoli nel 1981 che in più di 20 anni di attività è semp re andato dritto per la sua strada, quella di una musica trasversale in grado di creare intrig anti contaminazioni tra il dialetto napoletan o e lo slang inglese. In questo loro ultimo lavor o il gruppo si lancia in un funky isterico di grande energia con sprazzi di reggae, jazz, chita rre e sax impazziti. Un album ad alto tasso di adren alina con una trama musicale complessa e testi efficaci e mai banali, per un disco che scuote il corpo e la mente. Diana Krall The girl in the other room Verve Music - Universal pagno e marito Elvis Diana Krall, insieme al suo com a incantare; nei 12 volta una ora anc Costello, riesce cui 6 sono scritti da di um, l’alb o brani che compongon ordinaria interprete stra la e entrambi, Diana compare com . Brani in cui Diana jazz pop so glio rigo più pre di un sem issima, e una tecnica mette una voce suadente, bell l è elegante e sofisticata Kral La o. pianistica di primo pian do cen a creare uno stile nelle sue interpretazioni, rius i che compongono l’album bran 6 altri Gli mo. lissi persona Krall si appropria di brani La o. rtori sono di repe di Joni Mitchell e Tom Waits e anche del famosissimo Almost Blues dello stesso Costello, restituendoceli in versioni inconsuete e memorabili, che completano un album capace di meravigliare e restare dentro. Banda Osiris Primo AmoreinalI musiche orig Radiofandango nel difficile compito La banda Osiris riesce bello e difficile film il a sic mu in di tradurre . Le immagini del ore Am di Garrone Primo gio inquieto di uag film ci parlano con ling cerale di grande vis e no lsa ma rto po un rap Osiris accompagna intensità, e la banda atmosfere notturne o and le immagini cre à a tratti di una musicalit rarefatte, avvalendosi o nic ttro ele e stil che richiama un certo a imalista e incisiva. Il tem tedesco, musica min ne variato vie , ico un nte lme zia portante, sostan e letture, tutte originali e ripetuto con divers li. Nel finale appare e in vari momenti genia mba di Enrico Rava. tro la e ent am gic anche ma ni tratti dalla colonna Completano il cd 5 bra e film di Garrone sonora del precedent gio lavoro di notevole pre Un re. ato sam bal L’im adisce tutto rib che o ian ital film l per un be nella difficile arte della il talento del gruppo musica da film. Mia Martini E parlo ancora di te Enrico Rava Easy Living Z Star Who Loves Lives Virgin Basta l’ascolto del primo singolo Lost Highway tratto dal suo album d’esordio, un vero e proprio manifesto carico di energia, per portare alla luce il talento musicale della cantautrice e chitarrista Z Star nata a Trinidad. Nel suo lavoro si respira aria di rock, jazz, blues e soul, il tutto condito da una forza cantautoriale in stile Joan Armatrading e Tracy Chapman. Testi che parlano in modo mai scontato di amore e libertà e di un profondo attaccamento alla vita. Una nuova e interessante artista che farà parlare ancora di sé. ECM pubblicando uno dei Rava celebra 50 anni di carriera no più conosciuto italia ista jazz Il uri. suoi lavori più mat o e sintetizza ssim irati insp è a livello internazionale passioni musicali, compresi sue le tutte nte ame nific mag olto di Miles Davis e i ricordi giovanili quando l’asc della tromba. Rava are mor inna ro Chet Baker lo fece pongono l’album. com che zi firma otto dei nove pez grande attenzione ai con ri, linea e i bell o ltan risu i Tutt tica gli consente ormai tempi lenti. La sua maturità artis al passato, e la sua etto risp ti ardi più i di volare su tem i musicisti che con te men etta musica si coniuga perf to e Stefano Bollani Gat erto Rob . ano agn omp acc lo di grande talento così danno il loro consueto apporto Rosario Bonaccorso, e ella Petr luca come anche Gian jazz tutto italiano. de gran di o rendendo il cd un disc Warner Music prete Mia Martini è stata un inter della a ram pano nel straordinaria voce canzone italiana. Con quella sua ntato urlata e non canonica ha rapprese inile i sentimenti dell’universo femm to fare, come poche altre hanno sapu che riuscendo, malgrado le avversità riservate ingiustamente le sono state no, a sia sul piano artistico sia uma ta ques in che rbe supe oni regalarci canz . Il cd raccolta sono ben rappresentate L’ultimo contiene anche 2 brani inediti preziose oni trazi regis e, Ben e Ballo ampio che risalgono al 1978. Trova poi Ivano spazio il sodalizio artistico con della Fossati, forse il momento più alto ti da scrit i ssim belli i bran era, carri sua a la pres com lei, per rio Fossati prop Amore, versione di Costruzione Di Un mpreso, che all’epoca risultò quasi inco l’amore solo tutti: da nato osan e ora va Mia dice ci to ques vita, giustifica la tutti può in quel brano che meglio di orso rappresentare il senso del suo perc tico. artis e no uma 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 06 2004 [email protected] STING Tre appuntamenti da gustare. E forse un grande evento di beneficenza… Fedele al nome che ha scelto, Sting (vuol dire “pungiglione”) non smette di pungere, e dopo il successo riscosso con il suo decimo album Sacred Love sta girando il mondo con un imponente tour di concerti iniziato a gennaio a Miami e che a giugno sbarca anche in Italia. La magia e il fascino sono una garanzia quando sul palco c’è Gordon Sumner (che poi è il vero nome del figlio del lattaio di Newcastle), caratteristiche che non mancheranno nei tre appuntamenti italiani all’Arena di Verona, a piazza Grande a Bologna e all’Arco di Costantino – a due passi dal Colosseo - a Roma, in quest’ultimo caso all’interno della tappa capitolina del Cornetto Free Music Festival che vedrà protagonista anche Suzanne Vega, The Veils, Rufus, Le Vibrazioni e Biagio Antonacci. Un cast di tutto rispetto per il megaconcerto che inizierà alle 17 e sarà ovviamente concluso dal set del bassista e cantante inglese che nel ’77 fondò i Police. In questo caso Sting non farà il suo intero concerto mentre a Verona e a Modena l’artista britannico proporrà due ore, di grandi canzoni immerse in raffinate atmosfere jazz, in un’ottica di ridefinizione totale del pop come arte, appunto, popolare. L’artista, che recentemente ha anche scritto il libro Broken Music in cui racconta la sua storia dall’infanzia all’adolescenza, è da tempo un fan del nostro paese e frequenta stabilmente la Toscana: motivo in più per immaginare delle performance arricchite da un colpo d’ala. Ma a Sting sta a cuore l’intero pianeta, e l’ha dimostrato con più di una battaglia ambientalista e per i diritti umani, a partire da quelle in favore dell’Amazzonia. E chissà se - come ha rivelato il suo vecchio compagno Stewart Copeland (batterista dei Police) nel backstage del concerto del Primo Maggio a piazza San Giovann a Roma – la band che inventò il reggae bianco tornerà insieme peri un grande evento di beneficenza. Ma intanto godiamoci Sting questi tre appuntamenti italiani che si annunciano memorabili. in VASCO STING/LE DATE: 9 Giugno, Arena, Verona 10 giugno, piazza Grande, Modena 11 Giugno Arco di Costantino, via di San Gregorio, Roma e-mail: [email protected] Tel. 0253006501 Un pugno nello stomaco con il guanto di velluto me successo dal vivo con l’adrenalina di Vasco Rossi. E’ questo il segreto dell’enor Non c’è artista italiano in grado di riempire gli stadi e suonare il rock lasciarsi scappare l’occasione di sentire e vedere il “Blasco” in uno dei concerti non meglio dell’artista emiliano, e non è cosa da poco. E allora sarà imo disco Buoni o Cattivi. Buoni o cattivi /Non è la fine Prima c’è il giusto del tour in cui il cantante di Zocca propone le nuove rock-song del recentiss qui tutto / Dovrebbe unire … canta Vasco nel brano che è il titolo e Mentre divide Perché / o o sbagliato / Da sopportare… Che di per sé è maledett Hotel. Un record che ora il nuovo lavoro rischia di bissare a Stupido record da l’album dopo la chiave di lettura di tutto il nuovo disco, uscito tre anni di vacche magrissime. Ma è il palco la dimensione in cui periodo all’attuale te rapporta se ente giudicare dalla partenza a razzo delle vendite, specialm e intensità alle grandi band internazionali, per poi potenza per invidia nulla che rock suo il Vasco Rossi raggiunge il suo climax artistico, mitragliando un pugno nello stomaco con il guanto di velluto, è Vasco di concerto Un oni. generazi tre colpire al cuore con canzoni che lasciano il segno in almeno spari sopra”. E’ “Buoni o cattivi”, cioè il rock al “Gli e giornata” a splendid “Una è , “Rewind” e è “Albachiara” e “Voglio una vita spericolata”, è “Delusa” mente autoreferenziale, cioè il nichilismo di arbitraria più sempre sistema un da giudicato tempo del nuovo millennio, cioè la rabbia di chi deve essere contro il muro di gomma del perbenismo velocità folle a lanciato uragano un , “Blasco” il è chi è costretto a subire due pesi e due misure. Tutto questo nti di tutto lo stivale. interessa più festival dei uno , Neapolis al magari e del pregiudizio. Un elettroshock che vale la pena provare, VASCO/LE DATE: 5, Roma Stadio Olimpico; 9 Bologna Stadio Dall’Ara; 12 Milano Stadio San Siro; 17Udine Stadio Friuli; 20 Genova Stadio Ferraris; 24 Verona Stadio Bentegodi; 29 Perugia Stadio Curi; 3 Luglio Ancona Stadio Conero; 6 Luglio Firenze Stadio Franchi; 9 Luglio Napoli Stadio San Paolo www.vascorossi.net PHIL COLLINS 1 Milano Forum NERD 2 Milano Mazdapalace EVANESCENCE 8 Roma Foro Italico RED HOT CHILI PEPPERS 8 Milano Stadio San Siro RENATO ZERO 10 Verona Bentegodi, 24 Roma Stadio Olimpico, FATBOY SLIM 18 Imola (Bologna) Heineken MASSIVE ATTACK 18 Imola (Bologna) Heineken PJ HARVEY 19 Imola (Bologna) Heinken, 20 Roma Foro Italico THE CURE 19 Imola (Bologna) Heineken; 20 Napoli Neapolis LENNY KRAVITZ 20 Imola (Bologna) Heineken [email protected] bazar 06 2004 La Seattle del Meridione? Una miscela semplice fatta di rock’n’roll, dissonanze grunge, aperture new wave e implosioni noise. Ritmo incalzante e ironia dei testi. Si chiamano Baffos. Ma vengono da Catania… Da aprile i Baffos sono in studio a registrar e il loro primo giugno. Sono in trattative con alcune etichette, ma, da comealbum: terminerà a suonano e parlano non dovrebbero esserci dubbi... Ospiti di Sonica 2001, il primo MiniCd della band riscuote alcuni consensi (Blow Up, Succo Acido, freakout-online.com). Il primo mini tour (2002) tocca Faenza, Milano e Roma. Hanno suonato a fianco degli Old Time Relijun e Melt Banana. Nel 2003, allo Zo di Catania, fanno da spalla ai Sonic Youth e Wire. Giuseppe Lombardo, chitarra, parla a nome del gruppo. Perché definite la vostra musica protorock’n’roll? Il termine “proto-rock’n’roll” è nato per scherzo, è un’allus band che si prendono troppo sul serio quando gli chiedono ione a tutte quelle suonano. Abbiamo deciso che a questa domanda avremmo che tipo di musica secca “protorock’n’roll”, che non significa assolutamente risposto in maniera nulla ma per noi è divertente. Una volta si parlava di Catania definendola la Seattle del Meridione, cos’è che ha caratterizzato quella scena, ne prendete parte? Catania ha un legame molto forte con la musica rock e credo che sia un legame diverso da quello di altre città italiane. Ascoltando le band catanesi , ci sembrano più vicine alle indie-band americane o inglesi che non al rock italiano. Tuttavia, alcuni elementi impediscono lo sviluppo di un fenomeno musical e come quello di Seattle. Innanzitutto, l’isolamento geografico e culturale che vive la città. suoni di marcello amoruso 23 C’è qualcosa di nuovo che sta emergendo a Catania? Ci sono senz’altro delle nuove e ottime band: Dog a Dog, Tellaro, Twig Infection, Pola, Spriggan, Saguaro, Apocalipstick. Quando pensate che uscirà il nuovo album e da chi verrà pubblicato? Siamo in trattativa con diverse etichette, l’album sarà pronto a settembre. Avete dei gruppi cui vi ispirate o vi piace parlare? Ovviamente. Ciascuno di noi ha i suoi preferiti. Fabio non può fare a meno dei Led Zeppelin, Sabrina di Bjork, Walter è appassionato del funk anni settanta e dell’indierock internazionale, le mie passioni sono i Pixies, Jon Spencer, Ac/Dc, la New Wave, Bugo e Alfio Antico. Un gruppo emergente italiano che ti piace? Non so se possiamo considerare Bugo un emergente, mi piacciono molto i Dog a Dog. Per le date dei prossimi concerti: www.baffos.it Artisti in ombra nel bizzarro sotterraneo Spazi tolti al gioco e donati alla cultura: lo strappo musicale dell’Apollo 11 Alla ricerca di artisti emergenti e gruppi indierock: in territori inediti e non. Per quanti amano trascorrere intere giornate ad ascoltare musica all’aperto o passando da un capannone all’altro, che dire, giugno è un mese fitto di iniziative…al movimento. Si parte dal Caivano Rock Festival (4, 23, 25 giugno): in cartellone Giardini di Mirò, Baustelle, P.G.R. Marlene Kuntz, Afterhours. Quindi il Flippaut (11-13 giugno) all’Arena Parco Nord di Bologna: Korn, Misto Nocivo, Muse, Morrisei, The Veils, Tre Allegri Ragazzi Morti. Scendendo giù l’Ephebia Festival (24-26 giugno, Terni), dedicato a gruppi non ancora editi. Per il panorama elettronico, il festival più esclusivo della capitale: l’Half Die Festival (giugnoluglio), a cura di slowmotion. Si svolge su un terrazzo e ci si prenota via web: www.slowmotion.it. In Europa: Aerodrome Festival, Vienna, 10-11 giugno Meltdown, Londra, 11 - 27 giugno. Morrisey (The Smiths) sarà il direttore artistico Sonar, Barcellona, 17-19 giugno Norwegian Wood Festival, Oslo, inizio 20 giugno Glastonbury Festival, UK, 25-27 giugno Hurricane Festival, Scheeßel, Germania, 25-27 giugno Da rinomato cinema della capitale all’ignobile progetto che lo vuole sala Bingo ce ne passa. Allora l’Apollo fa 11 e dalle iniziative multietniche avviate nel quartiere nasce l’idea di un orchestra: l’Orchestra di Piazza Vittorio, che fa dell’ex-cinema una sala prove. Da lì a poco nascerà un suono che adesso sta girando per il mondo. Lo scorso aprile, in un’atmosfera raccolta, ha avuto luogo la rassegna musicale “Se va via la luce”, curata dal giovane cantautore Pino Marino: quando unplugged è dir poco. Lo spazio dell’Apollo 11 continuerà a promuovere iniziative culturali che investono cinema, teatro e, in primis, musica. Quindi: drizzate le antenne!Info: www.orchestradipiazzavittorio.it Una mappa per orientarsi all’acquisto di musica “introvabile”:i negozi più esclusivi. E se non sei di zona, ordina online! Musical Box - [email protected] - Catania Demos: www.demosrecords.it - Napoli Backdoor: www.backdoor.torino.it - Torino Transmission: www.transmission.it; Goodfellas: www.goodfellas.it - Roma Super Records: www.rockbottom.it; www.superecords.com - Firenze Underground Records: www.underground.bo.it - Bologna Greenrecords - www.greenrecords.net -Padova Wide Records - www.widerecords.com - Pisa Noise Art - Vicolo Quadrelli 5 - Verona Riot Records - [email protected] - Viale Monza 26 - Milano 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 06 2004 Dei quattro padri fondatori della musica minimalista è indubbiamente il - tra cui figurano La Monte Young, Terry Riley e Steve Reich - Philip Glass composizione delle compositore più noto al grande pubblico. Una notorietà dovuta in parte alla realizzato insieme musiche dell’Einstein on The Beach, capolavoro del teatro musicale contemporaneo a New York nel 1976. al regista statunitense Bob Wilson, che fu messo in scena per la prima volta tout court, va ricordato Sebbene si tenda ad identificare la musica di Philip Glass con il minimalismola morte di quel genere però che fu lo stesso compositore a decretare per primo, a metà degli Settanta, ti visuali della Minimal musicale che era nato tra le influenze della musica di John Cage e gli esperimen il rigore musicale che Art. E proprio l’Einstein on the Beach può considerarsi come lo spartiacque tra e musicale, votata ad Glass aveva perseguito dalla fine degli anni Sessanta e la sua successiva produzion riuscita, dal momento assecondare le esigenze di un gusto musicale sempre più vasto. Un’operazionescorso. che alla fine il suo nome compare tra quelli dei musicisti più pagati del secolo i della recente storia Anche se non sempre impeccabile, Glass ha comunque scritto pagine important Reggio, e il suo della musica, tra le quali spicca la colonna sonora del film Koyaanisqatsi di Godfrey nel realizzare opere nome gode di un lustro particolare tra i ‘mecenati’ contemporanei grazie all’abilità musicale minimalista, che tengono insieme un certo senso della ricerca, ereditato dalla grammatica uno spettatore di e una particolare facilità di ascolto che non stanca un pubblico esperto, né affatica passaggio. E sarà proprio Philip Glass a inaugurare il 10 giugno la quindicesima edizione del Ravenna Festival presentando sotto il cielo stellato dell’arena la sua ultima opera Orion, commissionata dalle Olimpiadi Culturali di Atene. Il concerto, che si ripeterà soltanto ad Atene e Barcellona, lo vedrà salire sul palco con il suo ensemble che, ispirato alla varietà culturale delle Olimpiadi, è costituito da Mark Atkins al didjeridoo, Wu Man alla pipa, Foday Musa Suso alla kora, Rahat Nusrat Fateh Ali Khan alla voce qawwali, Ashley MacIsaac, Gaurav Mazumdar al sitar (con la parte dello strumento scritta appositamente da Ravi Shamkar) e la voce greca di Eleftheria Arvanitaki. www.ravennafestival.org Philip Glass, minimalismo e easy- listening Uno dei 4 padri fondatori della musica minimalista presenta la sua nuova opera Orion al Ravenna Festival o classico, includono nella Non sono poche le orchestre che oltre a eseguire brani celebri del repertoriinglese messo in piedi dalla tutto progetto il Ma oranei. propria programmazione opere di autori contemp Roma presso il Parco della London Sinfonietta spicca per coraggio e consapevolezza. Il 10 giugno a Jurjen Hempel presenterà da diretta le orchestra ne compagi la Belgio, in Bruges, a giugno 17 il e Musica oraneità come John un programma che accosta alle musiche di compositori cardine della contemp etichetta culto Records, Warp della artisti di brani anche sen, Cage, György Ligeti e Karlheinz Stockhau della musica elettronica. internazionale. Un’operazione di cui andrà valutato certo risultato, l’effettivo ma che per ciò che concerne l’ideazione Un evento unico: la scena dj/elettronica londinese incontra una delle non può che essere elogiata. migliori orchestre del repertorio contemporaneo x dimostrare continuità Un tentativo unico culturale tra mondi in apparenza lontani. In esclusiva a Roma. di mettere insieme distinte culture sia per linguaggio di appartenenza e musicale che per sostrato sociale che si propone di trovare dei punti di raccordo, attraverso l’immediato confronto del concerto, tra opere che in qualche modo condividono una comune tensione verso la ricerca di nuovi mondi sonori. Non è quindi sulle forme della composizione che occorre prestare l’attenzione se si vogliono qui trovare dei punti di connessione tra esperienze musicali diverse, ma appunto sull’infaticabile ricerca nell’elaborazione e nell’esplorazione della materia sonora che, con risultati e progetti diversi, ha avuto per tutto il secolo scorso un ruolo imprescindibile nell’evoluzione della storia della musica. E allora non si può non riconoscere ad Aphex Twin una funzione più che importante in questo percorso (del geniale musicista inglese verrà rielaborata in chiave orchestrale Disintegration No.3: afx237 vol.7), come non si può non vedere in Nunu the “Insect Piece” di Mira Calix, che visualizza e amplifica la vita sonora di alcun insetti, un omaggio e una condivisione di attitudini con quanto realizzato da John Cage in molti dei suoi lavori. Particolare attenzione verrà inoltre data durante il concerto alla parte visuale e alle relazioni che questa instaura con la musica, un aspetto a cui la Warp ha sempre dedicato particolare attenzione. Il programma completo prevede l’esecuzione di Player Piano Study No. 7 di Conlon Nancarrow, Prepared Piano Pieces di John Cage, Spiral di Karlheinz Stockhausen, dell’opera The Unanswered Question di Charles Ives, del Chamber Concert di György Ligeti e, oltre ai brani sopra citati di Aphex Twin e Mira Calix, musiche artisti Warp come Squarepusher e Boards of Canada. www.londonsinfonietta.org.uk London Sinfonietta & Warp Records 26 di ciro bertini leggere bazar 06 2004 [email protected] Note intonate di un impotente sconcerto zi “C’è tempo”, che C’è qualcosa, nel libro di Andrea Scan e storie dimenticate ria sconcerta l’autore. Tra luoghi della memo addo sso. storie che restano lo scrittore ci offre raccolta di racconti libro – che pur non essendo un romanzo è qualcosa di più di una La definizione più calzante per questo su Bob Dylan: si tratta di note intonate di un impotente – ce la offre lo stesso Andrea Scanzi in margine a un pezzo ere inesorabile macinando ogni cosa (gli ideali) e mietendo trascorr suo il tempo, Il ? sconcerto. Cos’è che sconcerta l’autore che sentirsi impotente e trovare gli strumenti letterari può non bilità, vittime (gli affetti). Di fronte a una tale inelutta e dispiegando le sue note cerca di intonarle nel modo prova ci però insufficienti ad affrontare una sfida improba. Intanto ate, decodifica destini di persone ormai scomparse, dimentic più efficace, finché l’ordito delle trame non riesuma storie solitari. Tra le storie che più restano impresse: l’epopea ricrea luoghi della memoria, stabilisce appartenenze con antieroi rapinatore più sbruffone d’Inghilterra, la riabilitazione del bravate le Cuccia, Enrico di salma della balorda dei rapitori di scomparsi: il cantante degli Alice In Chains, l’attore destini i Tra ore”. “plagiat tuale intellet di un ni), Peppino Impastato, Falcone e Borsellino, Valpreda, ottantan a star o (divenut vera” storia di “Una spicca un’agghiacciante vicenda svoltasi a Brooklyn. luoghi i tra Mentre Gould. il genio di Glenn enze meritano una menzione particolare due corti apparten alle dedicata Invece, nell’ultima sezione alla voce dei Radiohead Thom Yorke; il secondo André De arentare circuito: il primo originato dall’app e la classe divina di Edberg. A questo punto, Lendl di tenacia dal confronto tennistico tra l’efficace un’evocazione impressionante per non si può però tacere il ritratto di Gaber tracciato nel prologo: dell’autore. Ecco: innanzitutto o esattezza e concisione, malgrado l’imbarazzata veste da discepol fuoco il sentimento, per poi avvalersi Scanzi cerca di ricordare nitidamente, usando come messa a delle cose rievocate. Proprio come nucleo il cogliere a icanti insignif renza all’appa ari di particol nuova prova narrativa di questo la i fiducios do Attenden citato. volte più caso a non Kurt Vonnegut, alla vita di Villeneuve, Il ispirato romanzo un to pubblica aveva già (che e scrittore appena trentenn ad arricchire il solco già va tempo C’è momento il per 2002), nel piccolo aviatore, edito da Limina Baricco. di Barnum dal e Veronesi tracciato dalle Cronache italiane di ANDREA SCANZI – C’è tempo. Pequod, pp. 106 euro 10 azioni del 1955); ROBERT WYATT Rock Colonna sonora: GLENN GOULD Variazioni Goldberg BWV 988 (registr bottom Sulla pasta asciutta: prima il formaggio, poi la salsa Veronelli ci porta alla scoperta dei cibi perduti attraverso racconti e ricordi di spizzichi di campagna… Si sa: Luigi Veronelli è un enologo, forse il più conosciuto dal pubblico dei profani. E si sa - o si dovrebbe sapere - che ha dedicato le sue energie a sostenere i diritti della terra e della vita contadina nei confronti del pensiero unico rappresentato dal progresso industriale. Non sapevamo invece, colpevole ignoranza, che per magnificare l’essenza dei cibi perduti si fosse a questo libro, inventato una lingua nel solco della tradizione lombarda. La scoperta la facciamo oggi, grazie svela come la che in realtà è la ristampa di un volume pubblicato nel 1966 per i tipi di Feltrinelli. Veronelli sia nata a causa – ritualità stagioni, prodotti, odori, colori, suoi i – agricolo panorama il per sua folgorazione nuovo. E mondo un da affascinato crebbe lui lì e campagna in trasferirsi dovette della guerra: la sua famiglia sua festosità così a tratti – si sarebbe tentati di dire: a spizzichi – evoca le meraviglie di questo mondo, la offre una galleria come la sua rudezza. Infatti il libro, diviso per mesi (che corrispondono ai segni zodiacali), ze: un ricordo di ricette inframmezzate dai più disparati aneddoti. Si tratta di una fitta serie di corrisponden di Veronelli richiama una ricetta che fa nascere un ricordo che detta un’altra ricetta e così via. L’intento italiana, anche è però sempre quello di costituire un discorso univoco, volto a creare un canone della cucina stancherò mai di quando le divagazioni cui si lascia andare sembrano di natura più personale. “Del resto non mi piatti semplici”: dei attenzione l’assoluta “con preparata quella semplice”, cucina la soprattutto amo ripeterlo: di tradizioni più, c’è non che un’Italia di racconto il è Questo osterie. le tanto così per questo gli piacciono cibi perduti, un che avventatamente abbiamo lasciato morire, ma è anche l’occasione per recuperare, insieme ai chiede di certo modo di ragionare, semplice e raffinato allo stesso tempo. Tra pillole di filosofia, Veronelli il formaggio, sovvertire abitudini inveterate: “dichiaro, proclamo, esigo che la pasta asciutta, quando richiede dalla pasta”. ne va prima cosparsa e poi salsata. La salsa, calda, completa la fusione del formaggio già iniziata Ci avevate mai pensato? LUIGI VERONELLI – Alla ricerca dei cibi perduti. Derive Approdi, pp. 192 euro 15 Colonna sonora: PHILIP GLASS Koyaanisqatsi; GUSTAV MAHLER Il canto della terra [email protected] bazar 06 2004 Suonare la tromba: un capolavoro e un’autobiografia Dal libro di Ashley Kahn dedicato a uno dei capolavori musicali di Miles Davis al lavoro sinceramente autobiografico di Enrico Rava Il leggere di ciro bertini 27 Ameioggioventu’: l’importante nun è vive’ ma partecipare Il cinema degli anni raccontato guerriero maori ibernato. Tutto romanesca ultimi da un o da un uomo in salsa ��� ������� ������� ������� �������������������� jazz – arte dell’improvvisazione ragionata, che più si è imposta regole rigide e più ha scatenato la fantasia, risultando sempre e comunque esibizione dell’anima messa a nudo – costringe i libri che tentano di raccontarlo, immobilizzandolo sulla pagina, ad adeguars i alla propria intrinseca poliedricità. Ne sono esempi, diversi, questi due testi: Requisiti minimi per godere questo libro: entrambi vero e proprio godimento per appassionati, fonti essere ricchissime per andati al cinema una volta a settimana nella neofiti, documenti pregnanti del binomio arte-vita per tutti gli altri. Quello di Ashley Kahn è un monumento a uno dei capolavori stagione 2002/2003 e apprezzare, o almeno musicali del non secolo scorso: Kind of blue di Miles Davis, della cui recente disprezzare, la calata romanesca più greve. ristampa su cd dai suoni “ripuliti” ha parlato Fabio Murru nel nostro Possed endoli entrambi, la lettura è uno spasso, primo numero. L’autore è un giornalista americano che ha avuto il privileg addirittura di quelli cosiddetti intelligenti io di poter ascoltare i nastri con le registrazioni originali del 2 marzo . e 22 La figura retorica impiegata per provocare 1959. Con estrema perizia viene riprodotto il mood che aleggiav aprile il a attorno riso è quella del travisamento della realtà al sestetto di musicisti, evidenziando che è l’aura mitica : dell’ancora il Palomba affronta il film da spettatore giovane Miles Davis a fare da catalizzatore per l’esplos privo iva miscela creativa cui ognuno di lì a poco concorrerà. Anche se a di strumenti critici che rendano possibile una posteriori può sorprendere, di solito – e anche questo è il caso – il genio contestualizzazione delle immagini osserv si manifesta ate. senza che ve ne sia consapevolezza: infatti, nessuno dei Il nostro recensore è un bambino di sei anni, partecipanti alla prima sessione, interrogato successivamente in proposit un extraterrestre, un uomo ibernato che si o, ha la percezione di stare per compiere qualcosa di straordinario. Kahn, allora, risveglia in un tempo non suo, un guerriero ci ricostruisce ogni movimento, ogni abbozzo di discorso, ogni occhiata: maori o l’individuo-massa di una qualche tutto ha un senso e dà il suo contributo determinante all’esit o finale. periferia urbana: scegliete voi. Come loro Sembra di essere lì, nello studio di registrazione di 45 anni è fa, che oggi dotato di uno sguardo privo di sovrastruttu non esiste più e che invece ci viene descritto nei minimi re, particolari. Sembra di essere lì, spettatori attoniti in attesa del dice le cose così come le vede e per afferr compiersi del are miracolo, intimoriti perché Miles potrebbe girarsi all’impr un senso si aggrappa al primo dato reale ovviso e che bruciarci con il suo sguardo febbricitante. I pezzi che riesce a cogliere. E come per incanto gli scappa scaturiscono da quell’amalgama di musicisti per molti versi così distanti l’uno spesso di dire la verità, quella terra terra, dall’altro eppure magicamente complementari e dalle scarne istruzioni scritte - così così a portata di mano che spesso non viene volle Davis per favorire l’elemento improvvisativo della prima esecuzione nemmeno presa in considerazione, abituati - sono standards perfetti. Ancora oggi giudicati tali, come ascoltati mille siamo alle elaborazioni più complesse. In volte per carpirne i segreti alchemici, risuonati con più, rispetto anche uscito dai musicisti più affermati. Il disco ha un impatto immediat dal cinema, il Palomba fa quello che o nel mondo della musica jazz - la novità è l’improvvisazione sui modi tutti noi dovremmo fare: mette in relazione anziché sugli accordi - destinato ad aumentare nel corso del tempo, se ciò cui ha assistito sullo schermo con i è vero, come fatti Kahn documenta, che la rivoluzione modale influenza musicist della propria vita quotidiana, traendone i classici - dal e rock. Il libro ha il merito di far parlare sia i protagon combinato disposto - una propria morale. isti che Detto gli ammiratori, di essere pieno di fotografie e aneddoti . In uno degli così, pare molto serioso, ma estrapolare interludi, si materializza persino Freddie Freeloader (“lo pezzi scroccone”), di “recinzioni” a mo’ di esempio significhere che ha ispirato a Davis l’omonimo pezzo. “So what” (e allora), bbe leggete. ridurre il Palomba a campione di una comici Lo strumento (la tromba) e un certo modo di intendere tà di la musica (il tipo televisivo e nun so’ merita ppropprio... virtuosismo secondo all’ispirazione) accomunano Miles Davis a Enrico Rava. Queste sue note, fedelmente trascritte da Alberto JOHNNY PALOMBA – Recinzioni 2002/2003. Riva, erano davvero necessarie. Era necessario raccontare la storia di un musicista Fandango, pp. 152 euro 7 italiano di fama e valore mondiale. Un percorso umano original e, per i primi anni sessanta: torinese, rampollo di una famiglia almeno Colonna sonora: che lo vorrebbe laureato alla gestione dell’azienda di propriet à, abbandona EELS Electro-shock blues; studi e solida situazione economica per suonare la tromba a tempo pieno, soggiornando a Roma, Buenos Aires, New York, Londra, THE CLASH Sandinista Parigi, prima del ritorno definitivo in Italia ormai affermatissimo. Un percorso artistico atipico: dalle rotture di tutti gli schemi con l’adesione al free jazz (prova di cosmopolitismo) alla riscoperta delle possibilità sonore della melodia (ritorno alle radici italiane), dalla rilettura del tango argentino di Piazzolla alle arie pucciniane. Una sincerità, la sua, spudoratamente coraggiosa quando fa affermazioni del tipo: “la tromba , in sé, non è uno strumento che mi faccia impazzir e”, “per me sono difficili gli acuti, ho sempre avuto dei problemi ” o “mi viene facile scrivere un pezzo… ma leggere la musica no, mi rende veramente infelice”. Tra amicizie e idiosincrasie, maestri amati (Miles Davis) e ripudiati (il Davis della svolta elettrica), ricordi belli (tutti legati alla musica) e tristi (la parabola di Massimo Urbani), l’assenz ���������������������������������������������������������������������������������� a di figli ����������������������������������������������������������������������������������������� (“non ho mai sentito la vocazione di padre”) e lo splendid ������������������������������������������������������������������������������������� o scoprito re di talenti (ultimo Stefano Bollani). Insomma: Rava, a sessanta ������������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������������� quattro anni, si sente ancora all’inizio di una storia musicale, della cui ���������������������������������������������������������������������������������� �������������������������������������������������������������������������������������� straordi naria ����������������������������������������������������������������������������������������� intensità si ha riprova ascoltando il cd che ripercorre gli ������������������������������������������������������������������������������������ episodi più ������������������������������������������������������������������������������������� importanti della sua carriera. (Leggi anche recensione di ���������������������������������������������������������������������������������������� Murru su questo ������������������������������������������������������������������������������������������� numero). ������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������� ASHLEY KAHN – Kind of blue. Il Saggiatore, pp.224 euro 29 ������������������������������������������������������������������������������������� ENRICO RAVA E ALBERTO RIVA – Note necessarie. Minimum fax, ���������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������������ ������������������������������������������� pp.204 euro ��������������������������������������������������� 21 (libro + cd) Colonna sonora: THE DOORS Strange days; GATO BARBIERI Ultimo tango a Parigi ������������������������������������ ������������������ 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 06 2004 [email protected] Mafalda compie 40 anni. Era nata per esigenze comme rciali: doveva essere la testimonial per la pubblicità di un’azienda di elettrodomestici chiamati Mansfield. La collaborazione non ebbe seguito ; peccato per l’azienda, perché Mafalda divenne il più popolare dei personaggi argentini a fumetti. Ivan Giovannucci ha curato, con il patrocinio dell'Ass essorato alla Cultura del Comune di Milano e dall'Assessorato alla Cultura e Beni Culturali della Provincia di Milano, la mostra itinerante "In viaggio con Mafalda" (60 pannelli per 77 strisce e 50 tavole), ospitata dal Touring Club Italiano (www.touringclub.it), che ha pubblicato anche il catalog o della mostra (In viaggio con Mafalda, Touring Editore, 14, soci 11,20) . È possibile vederla a Montagnana (PD) fino al 6 giugno, quando partirà per il Festivaletteratura (www.festivaletteratura.it) di Mantova (1 – 15 settemb re). In seguito Fiume Veneto (PN), Brescia, e poi - per tutto il 2005 - in giro per l’Italia, da Roma alla Campania, alla Sicilia, alla Puglia. Quino, il cartoonist di Mafalda Joaquín Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, classe 1932, nel 1964 è un abile cartoonist da dieci anni. C’è infatti mestiere dietro al personaggio di Mafalda, che secondo le richieste dei committenti dell’autore doveva somigliare ai Peanuts. La strada intrapresa da Quino, e che lo porta a pubblicare su "El Mundo" nel ’65, si inserisce in un filone fruttuoso: la ricetta grafica, il tratto semplice e infantile, molto lontano da ogni pretesa di realtà, ritornano spesso nei comics di successo, da Snoopy al più recente Calvin and Hobbes. Questi personaggi, come gli animali di Disney, facilitano il processo di identificazione da parte del lettore, e contem poraneamente rivestono tutti i pensieri, i vissuti intimi, e persino le opinioni sulla vita e sul mondo, di una innocenza irresistibile. A differen za delle noccioline di Schultz, sia perché l’esigenza originale di Mafalda era di natura pratica, sia perché lo spirito latino dell’illustrazione è più ancorat o alla realtà (le historietas argentine sono oggi di carattere prevale ntemente realistico), i bambini di Quino parlano di psicanalisi, denaro, governo , si soffermano cioè su temi meno intimi o astratti. Alcune delle vignette del ’64 e ’65 affrontano i temi del comunismo, del ruolo della classe media, della nucleare in mano ai Cinesi. In più, i genitori di questi bambini sono visibili, costituiscono anzi uno dei più esplorati terreni di confron to, il che rende il mondo di Mafalda tutt’altro che isolato. I bambini Miguelito è incapace di vedere il male, mentre Manuel ito è pratico, grossolano; Susanita è un vero e proprio prototipo materno, e l’innocuo Felipe, il più vicino all’autore, sta sempre con la testa tra le nuvole. Insomma, possiamo scegliere chi siamo e, attraver so l’innocenza, fare al mondo le domande che abbiamo sempre tenuto nascos te. Se trasferiamo questa possibilità intellettuale all’interno del dibattito degli anni ’60 e ’70, comprendiamo la grande fortuna di Mafalda, perché è diventata un’icona del femminismo, e perché è rimasta immorta le nel cuore di quella generazione, nonostante la produzione delle sue strisce sia terminata nel lontano 1973, all’apice del successo internazionale. Da allora, Quino si dedicò ad altri progetti, senza mai abbandonare il disegno umoristico, e continuò a pubblicare raccolte della bambina terribile . I suoi primi quarant’anni Icona del femminismo negli anni ’70, Mafalda è rimasta nel cuore e nel la memoria di quella generazione. Epp ure era nata con scopi molto poco idealisti ci… Dalla giungla di commenti e di siti emergono alcuni indirizzi davvero stupefacenti: accattivante e completo www.amazingcomics.it, in cui si può scovare persino un interessante articolo sulla psicologia dei supereroi. Segnaliamo anche www.komix.it, ricchissimo di recensioni e spunti, e se non volete perdervi nessuno degli appuntamenti nazionali e internazionali visitate l’eccezionale www.afnews.info. Il 5 giugno è la scadenza per i tre concorsi di "Acquaviva nei Fumetti" (temi: "Alberto Sordi, un italiano vero", "Omaggio a Guido Crepax", "Olimpiadi: l’importante è partecipare?") Siti web: http://www.comuneacquavivapi cena.it/ oppure www.fumettiestorie.com/ acquavivaneifumetti. La deadline del concorso a fumetti "La vita e la musica di Otis Redding" invece è il 15 giugno; tutto il bando sul già menzionato sito di Komix.it Fumetti@360°. Fino al 12 giugno siete in tempo per visitare la mostra personale di Matteo Alemanno, Lecce 1967, creatore con Zidrou di “Meche Rebelle” (in Italia “Requiem", Edizioni BD), curata da Michele Ginevra, direttore del Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona. Alemanno presenta il secondo volume della serie – assai fortunata in Francia – con una serie di schizzi e tavole originali. Sito internet: http://www.biblioteca-spinea.it/ . Per la XI edizione di "Rovigo a strisce", fino al 27 giugno al Centro di Informazione e Documentazione Visive "Pescheria Nuova", la mostra "Diabolik. Il noir che rivoluzionò il fumetto", organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Rovigo, con la collaborazione dell'Associazione Lendicomics Club Rovigo. Sito internet: www.utenti.lycos.it/lendicomics. [email protected] bazar 06 2004 leggere.rileggere di claudio amendola 29 Nascere vecchi Immaginate una società dove non ci sono mamme né papà, dove col tempo si ringiovanisce, dove tutto è programmato. A cominciare dagli adultèri… forse post Immaginate una società diversa, forse post atomica, Immaginate un iamo. conosc che quello tutto democratica, forse post i, dove tutti milion 33 ma di miliar 7 sono non ti abitan gli mondo dove programmato ed è tutto dove i beni primari sono garantiti e razionati, perfino fatto, soddis è o bisogn o piccol efficiente, dove anche il più i a chiare scritt sono doveri e i diritt dove mondo un nate l’amore. Immagi llati contro e tement lettere e uguali per tutti, e tutti sono costan ha la men che e spiati da telecamere e satelliti, e dove nessuno e modo infrante. qualch in essere o possan regole minima idea che quelle parentele, perchè e Immaginate una società dove non ci sono mamme, papà enze di un parto soffer le e gioie si viene al mondo non attraverso le una società nella nate immagi tutto, soprat Ma ce”. ma da una “bolla fattri a 90 anni e poi si quale si nasce vecchi. Sì, un mondo dove si nasce neonati anziani. Dove dei are comincia un viaggio a ritroso fino a divent gli adultèri sono anche dove o, destin al niente è lasciato al caso o non intervenga a sa qualco che patto a to perfet mondo programmati. Un minare questa perfezione. o Ligabue nel suo Fatto? L’avete immaginato? Ecco questo ha fatto Lucian primo romanzo. pagine) è un romanzo “La neve se ne frega” (Feltrinelli, 14 euro x 234 e con dialoghi cità sempli con affascinante e sorprendente, scritto una storia d’amore, è cosa altra ogni di più ma veloci quanto spontanei, e alla paternità, anzi: UNA STORIA D’AMORE. E’ un inno alla maternità bisogno di glioso meravi al all’umana necessità di essere genitori, amare. quando racconta di Il romanzo della rockstar di Correggio è divertente maschili sempre più vigori seni che col passar del tempo si rassodano e comunque sulle ma soffer si ma anni, esigenti andando avanti con gli ipotizzando che , coppia della e matich proble e ili tematiche più diffic ti alle nostre sogget anche in una società “migliore” saremmo comunque debolezze e meschinità. che vince sempre Puntuale un riferimento al calcio, con una squadra fede interista la fuori viene qui (e mai vince non che ra ed un’alt passione del altra , cinema dell’autore) e un piccolo riferimento al Liga. Sono un fan di Ligabue, mi è molto piaciuto “ radio freccia” e mi è piaciuto il suo libro: BELLA LIGA. Luciano Ligabue , La neve se ne frega Ed. Feltrinelli Pagine: 234 - Prezzo: Euro 14 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 06 2004 Viaggio al termine della notte [email protected] Ho letto Céline, e dopo niente è stato più lo stesso … E A un certo punto della mia vita ho incontrato Céline. Mica di persona, naturalmente. termine al “Viaggio per fortuna, ‘ché dice che era un gran maiale, e lo rimase. No. Ho letto la della notte” e dopo niente è stato più lo stesso, per quanto riguarda il mio gusto per zò scandaliz , scrittura. Dal 1932, da quando cioè il libro divenne un best seller mondiale re la racconta di la gente per il suo cinismo, per la sua maniera insieme raffinata e buzzurra Ironia, d’amore. e realtà così com’è, di alti e bassi, di poesia e puzza di piedi, di violenza sarcasmo, pena per gli uomini e pietà per le loro piaghe: questo mi piace, questo trovo nto bello. Dal macello della trincea di una guerra schifosa come tutte le guerre allo sfruttame di disastrata periferia coloniale, da New York alle fabbriche spersonalizzanti di Detroit alla , raggelato e disperato Parigi dove faceva il miserabile medico degli umanamente miserabili, e mondo il sconvolto allucinato, Céline ha fatto nascere il suo Voyage au boit de la nuit. Ha atura punteggi la e pure i tipografi della sua casa editrice, che, poracci, tentarono di corregger fuoco e e di cancellare le parolacce incorrendo nelle ire furibonde dell’autore. Pare che sputò ottenne madonne e fiamme, che fece scene da malavita ma che alla fine bestemmiando cristi ciò che voleva. Scritto proprio così. Meravigliosamente. E pensare che la sua mamma sperava per lui un futuro educato da commesso ai grandi magazzini, povera donna. LOUIS-FERDINAND CÉLINE, Viaggio al termine della notte, TEADUE pp. 575; Seconda edizione Euro 8,50 (Prima edizione 2002) [email protected] bazar 06 2004 notte.sud di marcello amoruso 31 Linux Club è open source Spazio aperto ai territori immateriali. Software libero vs disciplina informatica nel cuore del quartiere Garbatella di Roma L’impatto con il Linux è freddo. Si sente subito di elettroni, di materia metallica e cavi elettri che l’aria pullula sembrerebbe concepito come un macro-circuici. A vederlo così quanto bastano, ai lati terminali perennementeto elettrico. Luci collegati in rete, tavoli e sedie su una zona rialzata. In fondo, un’are ospita le differenti performance live – teatro, danza, a soppalcata lo più legate al mondo delle nuove tecnologie. L’acces reading – per è del tutto gratuito, così la disponibilità di una so a internet mediateca che contiene materiale informativo nei differenti suppo rti e formati: film, documenti informativi, immagini, video. L ridurre il digital divide e favorire la democratizza’intento è chiaro: zione dell’accesso all’informazione. D’altra parte, di questo si nutre la Rete. Quant omeno prima che gli effetti monopolistici delle multinazionali riduce è nata come una zona libera a sistema chiuso ssero ciò che , regolato dalle restrittive leggi di mercato. A confliggere con tali chiusure, verso la fine Linux, sistema operativo alternativo ai due dei ‘90 arriva il dell’informatica mondiale: Windows e Mac. grandi magnati L’interfaccia è Linux Clu Via Libe b Roma tta 15C tel 065 www.lin 7250551 ux-club.o rg V el ve t zo ne nel ventre di Napoli VELVET ZONE via Cisterna dell’Olio 11 Napoli Tel 0814971080 www.velvetnapoli.it meno friendly, le operazione meno immediate, ma per questo più difficile è controllarne le operazioni. Insomma, tutti conoscono il famoso logo del pinguino dall’aria ilare e sorniona. La stessa aria che sembrano avere gli associati (quelli incontrati, s’intende, perché l’intera associazione ne conta più di quaranta), che a partire dall’inizio del 2004 hanno deciso di conferire una struttura fisica a quello che già esisteva con il nome di Linux Club Italia: dicono di essere “affascinati dai temi e dalle elaborazioni politico-sociali e soprattutto economiche legate alla produzione immateriale”. Quaranta è un grosso numero, a esso probabilmente è imputabile la velocità con cui gli organizzatori sono riusciti a intrecciare, in così poco tempo, una rete di relazioni che investe il mondo dell’associazionismo secondo dinamiche contaminanti (vedi l’infostore con i prodotti del Commercio Equo e Solidale e la vendita di cibi e bevande rigorosamente biologici) e ad attuare quella inclinazione sregolata del software da cui prendono il nome. A riguardo, una costante attività didattica sui temi legati alla divulgazione dell’informatica e delle tecnologie aperte, della grafica e multimedialità. “Non è tutto - afferma Ettore dell’ufficio stampa - è anche un centro culturale dove seguire corsi di lingua, cinema, fotografia”. Lo spazio è ampio, quasi si ha la sensazione di scivolarvi dentro con movimenti morbidi. Sembra proprio di stare in un contesto immateriale, se ne apprezza la leggerezza. La leggerezza con cui ti puoi soffermare a controllare la posta mentre bevi un drink, quella suggerita dal ripetersi di modulazioni circolari quali sono quelle dell’infopoint all’ingresso, del palco e della consolle posta al centro. Le forme plastiche delle curve laterali… e poi le altre sale linkate da corridoi a banda larga, dov’è possibile nel passaggio accedere ad altri dati… una mostra fotografica per esempio… e poi… Un contenitore mitteleurope o racconta una storia undergroun d ch e prende il via dagli anni ’70 Il Velvet Zone nasce durante la metà degli anni ’80 e si coll dei locali underground che oca sulla scia hanno caratterizzato la sce dagli anni ’70 in poi. La sua na musicale e culturale collocazione nelle viscere del centro storico di Napoli ha ortodosso, se si fa caso alla qualcosa di poco totale mancanza di insegne e ai murales che rivestono Già da qui non è difficile indi la facciata. viduare le tendenze artistich e e musicali che il locale pro spettacoli, proiezioni e dan muove. Mostre, cefloor che, da un lato, pun tano (come già dichiarato) cultura underground mitteleu alla promozione della ropea, dall’altro, alla ricerca innovativa. Particolare attenzio panorama della musica elet ne viene data al tronica, con una predilezion e per le sperimentazioni nel ma senza trascurare l’aspett campo glitch e ambient, o più frivolo legato alla dan ce. “Nella trascorsa stagione - abbiamo ospitato il djset di sottolinea Alessandro Thomas Felman, un mostro sacro della musica elettron programmazione più routina ica tedesca”. La ria spazia fra artisti della sce na locale e soprattutto, di que precisa sempre Alessandro lla romana, che, come , “è al momento la più attiv a in Italia”. Nel periodo estivo il Velvet Zone realizza eventi musical i in spazi all’aperto: spiagge va avanti fino al mattino. Qui in primo luogo, dove si ndi, se non volete perderli, attenzione agli aggiorname nti sul sito internet. 32 di alberto traversi Anticipazioni d’estate notte.nord bazar 06 2004 [email protected] A dispetto del clima, che di estate non vuol sentir parlare, i locali anticipano le aperture estive. La tendenza più gettonata? L’aperitivo all night long… Il Caro-euro, la crisi d’identità della discoteca classica, una politica interna tesa a colpevolizzare gli orari dilatati dei locali notturni per l’aumento di vittime da strage del sabato sera o semplicemente un ricambio generazionale. Tra i tanti motivi che possono aver influito nel determinare, se non proprio una crisi, una piccola flessione degli introiti legati al mondo della notte, non è facile individuarne di certi. Di sicuro c’è chi, tra gestori, pierre e organizzatori di serate, ha già pensato a un antidoto per salvare il salvabile almeno a fine stagione . Uno dei concetti chiave di chi della notte ha fatto un business è sicurame nte quello dell’anticipo. E’ diventato quasi d’obbligo, infatti, anticipar e mode, tendenze e, nell’immediato, anticipare la stagione, laddove quella vecchia non avesse dato i frutti sperati. In anticipo, quindi, sui tempi previsti da Bolzano a Palermo, da Riccione a Forte dei Marmi, parte l’operazione estate. A Milano, come ormai da un paio d’anni a questa parte, la zona sud-est la fa da padrone. Tra i primi a debuttare, per questa che si preannuncia come una delle più lunghe stagioni estive degli ultimi anni, c’è il Café Solaire (Idropark Fila Entrata 7. Idroscalo . Infoline: 3391295606). Molte le novità nella programmazione, a partire dal connubio con lo staff di Five Stars, marchio di riferimento per le serate hip hop milanesi, scelto per caratterizzare tutti i venerdì della stagione . Nel ricco cast che si esibirà sfruttando le due nuove aree allestite, “Spiaggia” e “Terrazza”, spiccano i dj Fabio Liuzzi, Nino Lopez, Roberto SFK, Fish, Max Brigante, Lil Dept e i ballerini breakers del team Natural Force. Poco lontano, su viale Forlanini, strada che porta all’Idrosc alo, il nuovo Crazy Jungle (Via Cavriana, 26. Tel. 0270009831) propone spazi immensi: una spianata di 2.000 mq. per concerti ed eventi, una grande pista superaccessoriata, un ristorante con una churrascaria di prim’ordine da 200 coperti, e angoli da scoprire, come il parco giochi recintato per i + piccoli. La programmazione va dal giovedì latino al brunch animato della domenica pomeriggio, da gustare con i bambini. Musica leggera anni’60, occhialoni fascianti, due pezzi a fiori, e quella voglia di flirtare senza troppi impedimenti, preludio dell’epo ca d’oro dell’amore libero, sono gli atout della Piscina Solari (Via Montevid eo, 20) trasformata, per mano del dj Gionata, da banco di prova per le atlete del nuoto sincronizzato a passerella per giovani Jackie O’ in cerca di raggi UV naturali. Come nella mitica festa di complea nno de “Il Laureato”, a cui vagamente si ispira il tutto, spiccano, poco lontano dallo specchio d’acqua, le sedute pop, i tavolini d’epoca, i divanetti multicolor e uno spirito che rispecchia appieno il desiderio “vintage ” delle nuove generazioni. Irriducibile e sempre presente, d’estate come d’inverno con il suo gruppo d’animazione ipermodaiolo, l’Old Fashion (Viale Alemagna, 6. Tel. 028056231) punta tutto sulla house. Due le serate da non perdere: “Supalova”, il giovedì del dj Joe T. Vannelli e il lunedì, party vippato e griffato in compagnia di veline, letterine e sportivi di successo. Per nottate fuori porta, l’alternativa più valida è quella offerta dall’Oca Dipinta (S.S. Paullese c/o Ponte Adda – Zelo B. Persico. Tel. 029065027). Dj set, teatro d’avanguardia e musica dal vivo, le attrazioni per un calendario attivo tutta la settimana escluso il lunedì. Accade sempre più spesso, anche d’estate, che l’aperitiv o all night long sostituisca la serata in disco. Lo spazio che meglio si adatta alla pratica, è senz’altro quello del Diana Garden (Viale Piave, 42. Infoline: 335273558), un dehor elegantemente arredato, frequent atissimo da giovani professionisti urbani, belle ragazze accessoriate e modelle pronte al grande salto. Non è da meno, con la sua nuova immagin e tutta tendaggi e tappeti preziosi, il Ragno d’Oro di piazza Medaglie d’Oro al 2 (Infoline 023302081). Per l’happy hour, come vuole la moda, musica chill-out, buffet ricco e una certa dose d’eleganza radical-c hic. Coffée Design E’ un rapporto privilegiato quello che lega il Palazzo dell’Arte della Triennale alla notte milanese. Dopo la discoteca Old Fashion, che occupa da anni e con successo il giardino all’ombra delle arcate di Muzio, ecco sorgere, dalla ristrutturazione operata da Michele de Lucchi, un altro angolo di aggregazione: il Coffee Design. Lo spazio, caratterizzato da enormi vetrate, affacciate anch’esse sui verdi Taxodium Distichum del Parco Sempione, presenta una serie di particolari legati a filo doppio con il mondo del design. Innanzitutto le sedute, 54 modelli diversi, disegnati dai più importanti designer mondiali, poi il bancone di fondo: un’area dedicata ad un’esposizione permanente di cinque oggetti, scelti, di volta in volta, da personaggi della cultura milanese. Oltre al Triennale Lab, un laboratorio a disposizione dei curatori delle mostre, a fianco del bar trova spazio la libreria, un luogo ideale dove curiosare tra le tante pubblicazioni nazionali ed internazionali dedicate al mondo dell’architettura. Il Coffee Design, per ora, non propone una vera e propria programmazione. Al lunch e all’happy hour giornalieri, al brunch domenicale e al tè pomeridiano si è aggiunto da poco l’aperitivo lungo del giovedì: un momento da gustare al ritmo di chill-out colta, diffusa da un modernissimo impianto della danese Bang & Olufsen. Coffee Design. Palazzo della Triennale. Viale Alemagna, 6. Tel. 02875441. [email protected] “Sonar” cupo Noir. E’ l’ “aria che tira” nelle imminenti notti del Sonar a Barcellona Il 17, 18 e 19 giugno avrete un’occasione d’oro per prenotare un last minute o un volo scontato a 80 euro andata e ritorno con destinazione Barcellona. L’edizione 2004 del più corposo festival di musica elettronica europea aka Sonar. Per un week end la città catalana si trasforma in un caleidoscopio di luoghi sonori attivi giorno e notte dove si concentrano e metabolizzano le tendenze più attuali della musica Dance. Tanto per far venire l’acquolina in bocca anche ai più smaliziati nottambuli, le serate del Sonar by night della Fira Gran via, nell’unica notte di sabato 19, vedranno la presenza alla consolle di Adam Freeland, Jeff Mills, Dave Clarke, Carl Cox nel settore Club, e dj Hell e Tiga nel SonarPub. Praticamente quasi tutti i più quotati djs del momento se aggiungiamo Richie Hawtin, Ricardo Villalobos, Tim Wright, Agoria che si esibiranno il giorno precedente. Ma i segnali più chiari dell’aria che bazar 06 2004 notte di andrea lisi 33 tira quest’anno provengono dalla programmaz ione del SonarPark totalmente dominata dal nuovo hip pop con nomi quali Roots Manua, Beans, Buck 65, Buddy peace, Gang starr, So solid Crew, e i corrispettivi iberici Tremendo, Tote King, Undo & Vicknoise. Un hip pop sporco, contaminato, garage e hardcore, contro cui si scontra violentemente ogni proposito di pacificazione del sentimento, dell’es istenza, del suono. Per il quale il termine “intrattenimento” è blasfemo e l’urgenza espressiva, l’urto ritmico, all’ordine del giorno. Una colonn a sonora ideale per la confusione psicologica dei nostri tempi fatta di angosce per il futuro, fallimentari ripiegamenti nell’intimo quotidiano, frustrazioni da lasciar esplodere e una sorta di esasperata ipersensibilità estetica che permette di indovinare l’abbinamento efficace di un riff, di un campionamento al di là di qualsiasi barriera di genere. Sembra la resa dei conti di un fermento di un paio d’anni già segnalato dalle riviste musicali più hype e colte che hanno consacrato personaggi come The streets, Audio Bullys e Dizee Rascal migliori nomi nuovi per gli anni 2002 e 2003, e salutato in maniera entusiastica ogni sfornata di etichette come la Lex e la Anticon. E in effetti qualche sospetto ci era venuto registrando la sorprendente sterzata hip pop di una etichetta chiave della elettronica intelligente, la Warp, alle prese con Anti Pop Consortium e Jimmy Edgar. Come pure ci avevan o colpito le conversioni al sound N.E.R.D. e Eminem di gran parte della stampa specializzata, anche delle firme più snob. Ma se è indubb ia l’appartenenza di questo sound allo stesso milieu da ghetto metrop olitano del rap, del breakbeat, del reggamuffin, del two step, risultan o assenti o quanto meno problematicizzati i miti che ne hanno caratterizzato l’impeto espressivo. L’unico collante di un movimento basato sull’assoluta varietà di riferimenti musicali è un umore autolesionista e nichilista che ha più attinenza con il punk e l’estetica del fallimento dell’un derground lap top alla Tomlab che con le dichiarazioni di orgoglio e rabbia del proletariato di colore. Al loro posto compaiono rime poetiche struggenti, messe in scena di vite senza senso votate all’autodistruzione, violenza dettata da fragilità esistenziale accompagnate da ritmiche che triturano sonorità rock/indie, scivolano nel folk spesso e volentieri, prendono in prestito glitch evocativi dalla elettronica radicale, affermando un esperanto che non è più prerogativa dei neri. Un “sound with no name” come l’ha definito la bibbia della club culture Jockey Slut nel suo bilancio di fine 2003 salutando “Boy in da corner” di Dizee Rascal come miglior album dell’anno. Filone in cui figura benissimo anche il saccheggio sistematico ai limiti della necrofilia delle hit da classifica perpet rato dal bastard pop per confezionare melasse schizofreniche di ritmi da ballo. E non a caso i protagonisti del genere Richard x e Two many djs sono presenti al Sonar 2004. Analogo nichilismo schermato dall’appeal pop del materiale violentato e ridotto a simulacro dell’intrattenimento . Se il divertimento ci sarà sui dancefloor del medioevo prossimo ventur o, certo non saranno garantiti la leggerezza e il disimpegno. Altrime nti che senso avrebbe invitare i Massive Attack ad un festival di musica elettro nica come evento di punta della rassegna?! Certo non per dare conno tati di allegria e relax all’atmosfera visto che i bristoliani sono la massim a espressione del suono più malinconico e noir dell’epoca. “I wish I could sleep forever” rappa Dizee Rascal in “do it!”, pezzo di chiusura del suo disco. Quanto basta per toglierci ogni velleità di poter difendere il nostro orticello di incosciente edonis mo dall’attacco della dura realtà. Vedi http/www. Sonar.es/2004/eng/conciertos.cfi dove troverete anche informazioni relative a come raggiungere i luoghi e a dove dormire. notte.nottetempo bazar 06 2004 [email protected] Network e TV spesso ci saziano di suoni mediocri, banali, commerciali. Che sulla nostra sensibilità uditiva hanno lo stesso effetto delle merendine sul gusto. Lo appiattiscono. Stop agli snack musicali pieni di conservanti e coloranti sintetici e via libera a una nutrizione sonora sana e genuina Con l’arrivo della bella stagione anch’io come la maggior parte delle persone in questo periodo, ho deciso di mettermi in forma (per quanto mi sia possibile…). Sicuramente per molti di noi è un eccesso di zelo. Ma, complici le riviste piene di messaggi estetici, determinanti i piccoli spazi di informazione nutrizionale (ormai gradita componente quotidiana dei palinsesti televisivi) e infine i libri (il più trendy dei quali è “La Zona” di Barry Sears) con comprovate teorie d’igiene alimentare per un corretto approccio con il cibo, eccoci tutti catapultati nella mania della dieta salutista. Gli ultimi orizzonti di nuove e sconosciute (ma valide) proposte culinarie ci inducono a fare i conti con le consuete e forse insane abitudini gastronomiche, e ad affinare il palato verso la meta della corretta ma gustosa alimentazione. Ed è qui che volevo arrivare, al concetto di migliorare i propri gusti, la propria sensibilità, e quindi il proprio benessere. E’ possibile che ciò accada anche per la mia amatissima musica? Si può allargare il concetto di wellness all’apparato uditivo? Cercherò di spiegarmi meglio: le proposte sonore ritengo possano essere sì accattivanti e orecchiabili, ma nello stesso tempo, spesso, non ricercate e soprattutto non nuove e originali. Non mi sono mai lasciato condizionare nella selezione dei miei set da altro che non fosse il mio piacere, il mio personale gusto, ma purtroppo spesso vedo elargire facili concessioni a proposte scontate che diminuiscono il valore e il coraggio di questo ruolo. Prendiamo l’esempio di alcune emittenti radiofoniche, che sono molte volte al servizio di case discografiche che spingono hit su cui hanno creduto e investito capitali, e che quindi con il successo dell’album devono garantire il ritorno dello sforzo economico sostenuto. Inoltre le radio sottostanno anch’esse ai diktat degli ascolti, dell’Auditel, assecondando e promuovendo perciò il gusto musicale che raccoglie più consensi, il cosiddetto commerciale, come è ovvio che sia. Anche i più seguiti network televisivi hanno le loro responsabilità in proposito, giacché una delle loro convinzioni, al punto di diventare regola non scritta è che “la musica non faccia audience!”. Canzoni come merendine iper-caloriche, tormentoni dance unti fritti e rifritti più nocivi del peggior snack, ma senza nessun luminare a correggere il tiro. Ed è qui che la questione si avvita, non riuscendo così a calcare un gradino in più nella scala della qualità del suono. Per cui mi chiedo e propongo di dedicare più spazio per un ascolto, per così dire educativo, più elevato, migliore, che affini il gusto collettivo, che orienti verso il bello, verso il nascente, incontro al pregiato. Spazi propedeutici che propagandino il benessere psicofisico, così come nella nutrizione, atto necessario alla sussistenza fisica, ossia cibo per il corpo, anche nella musica, sublime necessità della vita emotiva, indimenticabile alimento per l’animo! NUTRIZIONISTA MUSICA AAA CERCASLEI 34 di claudio coccoluto 36 di chiara spegni gusti bazar 06 2004 [email protected] Non passa mai di moda, è onnipresente in tutte le diete. E a tavola fa fare un figurone. Pollo, gallina o tacchino, la carne bianca è una vera passione il brodo per Galline, tacchini e capponi: il pollame ha conquistato il mondo. Dalla provincia di Mantova, dove i cappelletti è di cappone, al Kentucky dove il pollo fritto ha reso miliardario il colonnello Harland Sanders, a fondatore nel 1952 della catena KFC. Dal pollo al cocco, zenzero, curry e coriandolo della Thailandia, quello africano ricoperto di noccioline. Il pollame da sempre si presta alle più diverse preparazioni. Indicate nelle diete, le carni bianche sono particolarmente digeribili e poco caloriche, un jolly in cucina. decorazione urbana - Parigi C’era una volta il pollo Curiosità “galliche” Annunciando l’alba, il gallo è un uccello solare in molte tradizioni, salvo quelle celtica, scandinava e in alcune simbologie dell’antica Grecia, dove fa riferimento agli inferi. Simbolo di coraggio, il gallo mette in guardia dalla guerra e dalle aggressioni. Per questo nel Medioevo il gallo diviene simbolo di vigilanza e fa capolino dalla cima di torri e cattedrali. In Cina la parola gallo è omofono di fortunato e negli antichi riti viene utilizzato contro gli spiriti. Anche tra gli egizi il volatile assunse un carattere positivo: all’interno della tomba di Tutankhamon nel corredo funebre è raffigurato un gallo. Nella mitologia greca il gallo era considerato sacro a Zeus, Apollo e Artemide. Il filosofo Socrate, prima di bere la cicuta, ordina di sacrificare un gallo, affinché gli faccia strada nell’aldilà. E per i persiani, Sraoscia, Dio della verità, che ha per simbolo un gallo, controlla insieme a Mitra, sul ponte Cinvat, le anime dei morti che vanno in paradiso. gallo rosso, una specie Il possibile antenato dei nostri polli è ancora vivo. Sembra si tratti del 4000 anni fa, nella selvatica ancora presente nel Sudest asiatico. Allevato dall’uomo più di e infine in Europa, valle dell’Indo, il pollo arriva prima in Cina, poi sulle tavole degli egiziani e Apicio nella sua tra greci e romani. Aristofane cita una ricetta a base di pollo negli Uccelli m detta invece un Gastronomia descrive più modi per cucinarlo; Varrone nel Rerum Rusticaru e nel Quattrocento manuale per l’allevamento. Nel XIV secolo il volatile è ampiamente diffuso ce. Nel Seicento sbizzarris si i, banchett elici pantagru con prese alle cuochi, dei la fantasia domenica dei sudditi Enrico IV vorrebbe ci fosse una gallina, la poule au pot, sulla tavola della tasche di tutti solo alle le accessibi alimento un diventa pollo il ricchi, del suo regno. Cibo dei tra Ottocento e Novecento, spesso cucinato in occasione delle feste.I ll pollo anti-stress Unito arrivata dagli Una soluzione anti-stress? La “gallina urbana”, l’ultima moda del Regno curando i rilassano si lavoro di giornata una dopo , aziendali dirigenti Usa. Adesso i giovani 600 uova l’anno, polli... di casa. Trendy e conveniente: una coppia di galline depone circa Times” sono già migliori di quelle del supermercato e a un costo inferiore. Secondo il “The ra in terrazzo. Se 200mila le case di Londra che ospitano galline e polli in giardino, o addirittu erno: si chiamano cercate i pollai da appartamento più in voga sono quelli di design ultramod Il pollo che passione! eglu. Per un ritorno alla vita di campagna anche da noi si possono leggere: 15 Euro, da agricole, Ed Ore 24 Sole Il carne, da pollo del familiare mento all’alleva Guida Euro. 14 Vecchi, De cortile, da animali abbinare a Gli Mai visto un pollo vivo? “fattorie didattiche”. In Italia, come in Europa, si stanno diffondendo sul territorio: sono le l’esperienza tramite bambini, ai e conoscer far per scuole alle aperte fattorie di Si tratta vegetali ai animali dagli piatto, nel arrivare di prima cibo il fa che diretta, il percorso , si sono sviluppate nell’orto. Nel nostro paese queste iniziative, di gran voga in Gran Bretagna Romagna batte prevalentemente negli ultimi tre o quattro anni, specie nel Nord. L’Emilia lia-romagna.it/ tutte le altre regioni con quasi duecento fattorie registrate (www.regione.emi un’educazione a fornire fattoriedidattiche). Anche incontrare un pollo “dal vivo” contribuisce alimentare. Per informazioni rivolgersi all’ufficio Urp della propria regione. bazar 06 2004 [email protected] In Stati Uniti e Canada il tacchino troneggia nei menu di Natale e nel giorno del Thanksgiving. Tagliarlo è un vero onore in questo rito americano. La leggenda racconta che nel 1621 i pellegrini del Mayflower, per rifocillarsi nei tre giorni del Ringraziamento, avessero mangiato tacchino selvatico, animale tipico della nuova patria. La tradizione di questo piatto è stata arricchita nel tempo con diverse farciture, le più usate a base di mirtilli o gelatina. Non esiste “la ricetta” del classico tacchino ripieno, si può dire che ogni famiglia americana abbia la sua. In Europa il “pollo indiano” scoperto da Colombo, approda con le navi spagnole all’inizio del ‘500, diventando subito una delle pietanze preferite nel Rinascimento. Nel 1520 Brillat-Savarin scrive che questo animale rappresenta “uno dei più bei doni che il Nuovo Mondo abbia fatto all’Antico”. gusti di chiara spegni 37 Dall’incontro tra scienza e cucina è nata la “gastronomia molecolare”. Pionieri nel Belpaese di nuove tecniche e nuove ricette sono lo chef Ettore Bocchia, e un fisico dell’Università di Parma, Davide Cassi. Ecco la “Cagliata d’uovo alla vodka e caviale”, per una porzione. Rompete due uova in un recipiente largo, aggiungere alcol etilico da cucina a 95 gradi in piccole dosi, mescolando fino a coagulare bene l’uovo. Versate la cagliata in un colino grande (non più di 1 cm di spessore) e lavatela sotto l’acqua per eliminare l’alcol residuo. Versate la cagliata lavata in uno straccio sottile e strizzare per eliminare l’acqua in eccesso. Si ottiene una pallottola malleabile che si pone tra due fogli di pellicola trasparente e si tira con il mattarello in uno strato di pochi mm. Si toglie il foglio superiore, si mette il caviale al centro dello strato di cagliata e si richiude quest’ultimo in modo da avvolgere completamente il ripieno. Poi si elimina anche lo strato esterno di pellicola e si serve su un disco di gelatina di pollo, con un cucchiaio di panna acida sulla sommità del boccone. Ristorante Mistral, Hotel Villa Serbelloni di Bellagio, tel.031956435. Letture: Pentole e provette, di Hervé This, Gambero Rosso, 16 euro. Culture e tradizioni si mescolano nel ricettario Il pollo in cucina, Mondatori, 18 Euro; decisamente economico Le cento migliori ricette di pollo, anatra, oca e tacchino della Newton Compton, solo 0,52 Euro; non solo pollame nel manuale di cucina La carne, De Vecchi, 6,50 Euro; un must è la guida dell’esperta Annalisa Barbagli, del Gambero Rosso, Pollo, coniglio & c., 5,16 Euro, che propone preparazioni adatte alle tavole di tutti i giorni e prelibatezze destinate alle feste. Romanzo in tema Tacchino farcito, di Alda Bruno, Sellerio, 7,23 Euro. Per una cucina “mondiale”, la scelta di titoli attraenti da ordinare su internet è esagerata: Unbeatable chicken recipes, Lou Seibert Pappas, Bristol Publ., 8,29 Euro; A chicken in every pot: global recipes for the most polular bird, Kate Heyhoe, Capital Books, 23,11 Euro; Wings across America: 150 outrageously delicious chicken wings recipes, Armand C. Vanderstigchel, 10, 14 Euro; Delia Recipes Collection. Chicken over 50 recipes, BBC consumer publ., 16,57 Euro; Fried Chicken: the world’s best recipes, from Memphis to Milan, from Buffalo to Bangkok, Damon Lee Fowler, Broadway Books, 13,89 Euro; Chicken: small cookbook (Chinese style favorite recipes) di Wei Chuan, Wei Chuan Publishing, 8,29 Euro. Tagliato in piccoli pezzetti, il pollo è spesso protagonista della cucina cinese. Cuoce velocemente e con pochi grassi nella pentola per eccellenza: il wok. La parola wok si rifà alla pronuncia cantonese di guo, che nella lingua cinese ufficiale significa appunto “pentola”. Si usa anche per fritture e, con un cestello di bambù, per piatti bolliti. Lo stesso wok si può usare per tante preparazioni, come una classica ricetta belga: il poulet à la gueze. Essenziali sono almeno un litro di Gueze, la birra artigianale dei frati (ad esempio marca Cantillon) e un pollo intero, fegatini di pollo, panna liquida da montare, scalogni, funghi, sedano, timo, alloro, aglio, sale, pepe. Dopo avere rosolato il pollo, sciogliere il fondo della pentola con la birra, aggiungere tutti gli altri ingredienti nella pentola e cuocere a fuoco lento la salsa. Dopo aver arrostito separatamente il pollo nel forno, adagiarlo nella salsa e farlo insaporire per un po’ a fuoco lento. Attenzione: la Gueuze è una birra particolare, si trova solo in negozi specializzati. decorazione urbana - Parigi Un pollo tandoori buono ed economico? A Bologna c’è il fast-food e take away indiano Taj Mahal. Frequentato spesso da ragazzi, è abbastanza centrale. Gli spazi sono ridotti: ci sono sei sgabelli per consumare i cibi ai banconi, perché in genere si porta tutto a casa, in alternativa ci sono le consegne a domicilio. L’ultima novità del menu è l’indian roll, un panino particolare con petto di pollo e salsine speziate, a 4,50 euro. Mot tandoori è il classico pollo tandoori, accompagnato da insalatina e soffice nan caldo, costa 5 euro, come il ticka. Tante le varianti di nan ripieno, con patate e spezie, verdure miste, formaggio, o carne macinata. Dall’indiano poi si soddisfano anche i gusti dei vegetariani, con il mix plate veg, a 8 euro, il pakora nan (verdure miste con farina di ceci e pane), 4 euro, tandoori aloo (patate ripiene con formaggio, spezie e pane) 4 euro, e l’ottimo kashmiri nan (pane con frutta secca) 1,60 euro. Orario continuato 12-24 in via Capo di Lucca 2B, tel. 051244517; www.tajmahal.it. 38 di chiara tacconi gusti bazar 06 2004 [email protected] Miramonti l’altro Via Cosette 34, Concèsio (Brescia) Tel. 0302751063 www.miramontilaltro.it la Il pollo è solo una delle suggestioni di questo raffinato ristorante in provincia di Brescia. Dal menu si può scegliere gustoso terrina di pollastra nostrana e fegato grasso d’oca con cipolle caramellate o un tradizionale ma ugualmente come galletto nostrano alla griglia con agretto all’aglio e prezzemolo. Per lasciarsi guidare c’è anche il menu a tema quello “dall’orto, dalla terra, dal mare”: oltre alla terrina di pollastra, ecco il caldo-freddo di cavolfiori e aringa funghi, gli affumicata con le sue uova, i filetti di triglie di scoglio con marinata di verdure, l’Irish coffee di lenticchie e di stracci di pasta fresca alle sarde di lago croccanti, olive taggiasche, acciughe e capperi; si prosegue con il crescendo agnello con finale di carrè e si conclude con una selezione di formaggi e dolci di stagione. Prezzo medio: 90€ Osteria dell’Acquolina Via di Paterna 96, Terranuova Bracciolini (Arezzo) Tel. 055977497 Siamo nella patria del pollo del Valdarno, razza rinomata e ormai quasi introvabile che non si è estinta solo per volontà dei buongustai (Slow Food l’ha inserita fra i suoi “presìdi” e la difende a spada tratta). La carne di questo animale, rigorosamente ruspante, è più scura, più consistente e più saporita rispetto a quella dei polli “ordinari”. Questa osteria ne ha fatto il piatto principale e per assicurarsi animali di ottima qualità si rifornisce da un allevamento di fiducia nelle campagne di Cavriglia, a pochi chilometri. Il pollo viene preparato secondo la ricetta tradizionale (“arrosto sarebbe sciupato”, spiegano): in umido, con contorno di polpettine di sedano. Altro piatto tipico, il collo di pollo ripieno. Prezzo medio: 30€ Pollo d’Oro Torretta, corso Garibaldi 87/89 Crùcoli Torretta (Crotone) Tel. 096234005 Il nome indica già la specialità della casa, il pollo fritto in padella, degnamente accompagnato da piatti della tradizione calabrese: salumi fatti in casa, formaggi della zona, bruschette alla sardella, maccheroni funghi e salsiccia, capretto al forno, senza dimenticare i piatti di pesce. Per finire in dolcezza, sfoglie al miele con uvetta (pitta nchiusa) e crostate. Anche la carta dei vini propone etichette regionali, oltre alle grappe a un’acquavite fatta in casa. Una quarantina di coperti per un ambiente elegante e tradizionale. Prezzo medio: 35€ Eat & go New Entry Obikà Etnico Rangoli Q Via dei Prefetti 26, Roma Tel. 066832630 Orario 8-24, chiuso la domenica Via Solferino 36, Milano Tel. 0229005333 www.rangoli.it Chiuso sabato a pranzo Numero di coperti non indicato Carte di credito tutte Cucina mozzarella-bar Musica sottofondo, selezionata a seconda dei vari momenti della giornata Sale fumatori no Gentilezza personale buona Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, candele Parcheggio no Piatti dietetici no Prezzi rotolo di mozzarella di bufala con rucola e salmone 10 euro, prezzo medio di un pasto 20 euro Vino consigliato dal locale Lettere Grotte Del Sole Dolci importati Specialità del locale “verticale di formaggi di bufala” (ricotta, mozzarella, caciotta e formaggio stagionato) Chef non indicato Particolarità l’idea nasce dal sushi bar, ma valorizza un prodotto tutto italiano. Anzi tre: la mozzarella casertana, quella salernitana e quella pontina Numero di coperti 80 Carte di credito tutte Cucina indiana del nord Musica sottofondo, talvolta dal vivo Sale fumatori sì Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, candele Parcheggio no Piatti dietetici sì menu vegetariano ayurveda Prezzi pollo circa 10 euro, spesa media pasto 30 euro Vino consigliato dal locale italiano Donnafugata Dolci fatti in casa Specialità del locale Saag Murg, pollo cotto in una combinazione di spinaci freschi, coriandolo verde e altre fragranti erbe Chef non indicato (tre cuochi si dividono i compiti: uno per le salse, uno per il pane, uno per i piatti importanti) Particolarità cucina a vista per ammirare come nascono i piatti, anche quelli cucinati nel forno tandoor Frescobaldi Wine bar & restaurant Via dei Magazzini 2-4/R, Firenze Tel. 055284724 www.frescobaldiwinebar.it Chiuso domenica e lunedì a pranzo Numero di coperti wine bar 20 più 10 all’aperto, ristorante 75 Carte di credito tutte tranne Dinner class Cucina tradizionale rivisitata Musica sottofondo, il giovedì serata speciale Sale fumatori no Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, candele Parcheggio no Piatti dietetici lunch vegetariano Prezzi tapas al wine bar 3 euro, spesa media pasto al ristorante 30 euro Vino consigliato dal locale Montesodi Dolci fatti in casa (es. sfogliatina di mele con crema di vaniglia calda) Specialità del locale selezione salumi e formaggi al wine bar; coniglio al forno con olive e pomodori al ristorante Chef Giuseppe Travascio Particolarità a Firenze il “Frescobaldino” è famoso per aperitivi vinosi, lunch e dinner di qualità in pieno centro storico ma a prezzi contenuti; a Roma i locali “gemelli” sono all’aeroporto di Fiumicino, molo A (partenze nazionali) e molo C (partenze internazionali) bazar 06 2004 [email protected] gusti di chiara tacconi 39 Il primo pensiero che si associa a San Gimignano, subito dopo quello del profilo delle sue torri che si stagliano alte nel cielo di Toscana, è quello della Vernaccia, il bianco prodotto in questa zona fin dal Duecento. Da alcuni anni la produzione enologica si è in realtà diversi ficata attraverso alcuni rossi, di livello via via migliore. A partire dall’ult ima vendemmia, i vini rossi a Denominazione di Origine Controllata San Gimign nuovo disciplinare, che ne garantisce una migliore qualità ano hanno un . Nascono così i San Gimignano Sangiovese Doc, San Gimignano Cabern et Sauvignon Doc, San Gimignano Merlot Doc, San Gimignano Sirah Doc, San Gimignano Pinot Nero Doc e San Gimignano Rosso Doc. Il nuovo discipli nare di produzione e stabilisce un affinamento minimo prima abbassa la resa dell’immissione sul mercato di 15 mesi, di cui almeno 7 in legno e 3 in bottiglia, a partire dal primo gennaio successivo alla vendemmia. Pizza da passeggio La pizza a taglio è superata? Il fast food all’italiana oggi si chiama Konopizza. È proprio una pizza fatta a cono, da portare a spasso e mangiucchiare Disponibile in tutte le versioni classiche (margherita, capricc come fosse un gelato. iosa, prosciutto e funghi…), è lanciata e distribuita per ora in due locali, a Verona in via Diaz Marconi, ma sono previste prossime aperture a Milano, Roma 7/a e a Bergamo in piazzale di un franchising un po’ troppo simile ai McDonald anche nelloe Catania. Solo che si tratta se e quanti konopizza andranno ad aggiungersi ai quasi cinquestile dei locali. Vedremo italiani mangiano in un anno. Chi vuole provare la margherita chili di pizza che gli tornare là dove tutto è cominciato: la pizza take away piegata da passeggio forse dovrà in quattro (“a portafoglio”) è un’invenzione napoletana e la si può gustare ancora in numero si punti della città, come da Bellini, in via Costantinopoli 79-80. Tradizionale Le botteghe Piazza San Pietro Barisano 22, Matera Tel. 0835344072 Chiuso mercoledì e domenica sera Numero di coperti 95 Carte di credito tutte tranne American Express Cucina tipica regionale Musica dal vivo all’aperto in estate Sale fumatori sì Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, a sottolineare le volte Parcheggio sì Piatti dietetici vegetariani Prezzi cavatelli di semolone con pomodoro, basilico e cacioricotta 5,80 euro; spesa media per un pasto 30 euro Vino consigliato dal locale Aglianico Venosa Dolci fatti in casa (es. crostate con marmellate anch’esse fatte in casa) Specialità del locale orecchiette funghi e pomodorini Chef Gianna Locantore; alla brace, Angelo Giannella Particolarità il ristorante è ricavato in un’antica abitazione scavata nel tufo Design Mangiamoci Via di San Sebastianello 6/a, Roma Tel 06 6780546 Chiuso il lunedì Numero di coperti 110 Carte di credito tutte Cucina a base di pesce Musica la sera con dj Sale fumatori no Gentilezza personale ottima Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa, candele Parcheggio no Piatti dietetici vegetariani Prezzi primi piatti circa 8 euro Vino consigliato dal locale dalla lista dei vini francesi Dolci fatti in casa Specialità del locale aragosta Chef Simone Saudelli Particolarità design high-tech arricchito da grandi vasche in cui nuotano aragoste, astici e spigole che i clienti possono scegliere 40 di eva buiatti gusti.leggi come mangi bazar 06 2004 Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni [email protected] diverse Il Coq au vin della signora Maigret rende “Ha un retrogusto discreto appena percettibile che”. lo “Eppure difficoltà con re identifica a riesco piacevole e che momento è semplice… Immagino che lei aggiunga all’ultimoquello che c.., armagna o “Cognac cognac”. di un bicchiere io ho sottomano”. “Ebbene, benché non sia molto ortodosso, ” segreto… il Ecco … d’Alsazia prugnola di metto del liquore G. Simenon, Una confidenza di Maigret. una bottiglia di vino Procuratevi un galletto spellato e tagliato in 16 pezzi (lo preparerà il pollaiolo per voi, se si rifiuta cambiate pollaiolo), un dado da brodo, rosso un po’ greve (ad esempio Barolo o Chianti classico), della acquavite di prugne, qualche fettina di bacon o speck, galletto. di pezzetti i distesi contenere da abbastanza largo spesso, fondo a tutti gli odori e un tegame non saranno croccanti, Coprite il fondo del tegame con olio extravergine di oliva, nel quale soffriggerete 4-5 fettine di bacon/speck finché brodo e lasciate bollire per poi metterle da parte lasciando nel tegame il grasso di cottura. In un pentolino versate 1⁄2 litro di vino e un dado da 2 spicchi d’aglio. sedano, di gambo 1 carota, 1 media, rossa cipolla 1 frullatore nel Tritate 1/3. di lentamente fino a che il liquido sarà ridotto Trasferite gli odori, Soffriggete il tutto a fuoco basso nel tegame, girando continuamente fino a che gli odori non saranno biondi e profumati. tegame ancora due-tre dopo averli estratti dall’unto, nel vino che intanto avrete levato dal fuoco. Aggiungete al fondo di cottura rimasto nel il galletto. Alzate cucchiai di olio, 2 chiodi di garofano, un pezzetto di cannella, una foglia di alloro e una decina di grani di pepe nero, nonché sale a gusto, tenendo il fuoco e lasciate soffriggere allegramente il galletto da tutte le parti fino a che non sarà biondo anche lui. Aggiungete poco alla volta con conto che il dado e il bacon sono già salati. A questo punto abbassate di nuovo il fuoco e cominciate a bagnare il galletto La cottura dura circa 45 il vino cotto più gli odori, girandolo spesso altrimenti la carne diventa violacea e quindi meno gradevole alla vista. cottura la carne, il che minuti: state attenti a non consumare troppo presto il vino, altrimenti vi toccherebbe aggiungere acqua per portare a A fine cottura e prima abbondante. troppo non denso, e scuro sughetto un sarebbe increscioso. Il galletto ben cotto deve rimanere immerso in con un fiammifero. Se di servire rimettete nel tegame il bacon, bagnate con mezzo bicchiere di acquavite, alzate il fuoco e incendiate il tutto al vapore e condite sarete sopravvissuti alla fiammata senza scottature importanti, servite il coq au vin ben caldo con contorno di patate cotte con cipolline fresche e olio buono, una insalata di radicchio misto fresco e il pane che preferite. vecchia data Offritelo a ospiti con l’anima di più di trent’anni, conviviali, familiari, dai gusti netti e definitivi, oppure a un amante di femministe da nutrire con riguardo e far ri-innamorare con il profumo. Secondo alcuni il coq au vin va bene anche per una cena di in o militanti gay che hanno voglia di sbronzarsi (occorre in tal caso fornire lo stesso barolo o altro vino rosso, fresco di cantina, per cucinarlo potete Infine passato. tempo del condivisi accadimenti ritegno senza quantità illimitate) per ricordare sghignazzando un cane voi stessi, in una serata solitaria d’inverno, vestiti o vestite con un pigiama caldo di flanella. Pantofole in tinta, luci soffuse, speranzoso ai vostri piedi, gustatelo guardando un DVD che vi piace. Lo consiglio ai pendolari delle tratte Roma-Firenze, Bologna-Milanio, Milano-Torino, Catania-Villa San Giovanni, Firenze-Pisa, Venezia-Trieste. Da leggersi dopo una giornata dura, a sera e durante il viaggio di ritorno, mentre cresce un formidabile appetito, fantasticando che intanto chi vi vuole bene, a casa, stia cucinando per voi il Coq au vin. Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete prossimo la ricetta sul numero di Bazar! 42 di lorella scacco arti bazar 06 2004 [email protected] T ti emotivi. AR n soo ng mi Co istan ro dent ivi spett intro Itinerari Abrasioni di muri e inferriate. Videoil pubblico. installazioni che interagiscono con A metà strada tra ironia e grottesco. r Anselm Kiefe in Germania, Kiefer è uno dei più importanti artisti emersi Nato nel 1945 ed in negli anni Ottanta. La storia del suo paese è il tema preferito, suoi particolare, i dodici anni del terrore di stato nazionalsocialista. Nei da quadri non vediamo avvenimenti storici, ma immagini mentali pervase 1983, una mordente ironia e da un aperto sarcasmo. Le sue Stone Halls del alle per esempio, hanno aperto un ampio dibattito per il richiamo diretto in architetture del nazionalsocialismo. Ma le sue opere si confrontano, maniera complessa, e talvolta critica, non solo con la storia tedesca recentea e passata ma anche con gli antichi miti eroici, come quelli dell’antic come Mesopotamia e di altre civiltà arcaiche, o con famosi condottieri o con Alessandro il Grande, o importanti poeti moderni come Paul Celan, sue l’alchimia, la cosmologia dei Rosacroce e del misticismo ebraico. Le o, e cinque grandi tele esposte al Museo Archeologico Nazionale dialogan allo stesso tempo, entrano in contrasto con il grande patrimonio culturale greco-romano della collezione. Dal Anselm Kiefer - Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Piazza Museo 19. 6 giugno al 6 settembre. Orario: tutti i giorni 9.00 – 19.30; chiuso il martedì. ELASTIC Group of Artistic Research Prima personale in una galleria d’arte del duo Alexandro Ladaga (Italia) e Silvia Manteiga (Spagna). Gli artisti propongono infatti una video installazione/proiezione pensata appositamente per gli spazi di una galleria. Fin dall’inizio del loro sodalizio artistico gli Elastic hanno sperimentato diversi linguaggi artistici, dal video alla performance e alle installazioni, collaborando con architetti, designer e musicisti di diverse nazionalità. Il loro obiettivo è far interagire l’opera con il pubblico, facendola divenire ‘oggetto di consumo’. Nuove e grottesche le loro video machines, strani congegni metallici formati da elementi di riciclo collegati a video proiezioni. Elastic Group - Foggia, Paolo Erbetta Arte Contemporanea, via Piave 34/F. Dal 25 giugno al 30 settembre. Ingresso libero. Tel. 0881723493 - www.galleriapaoloerbetta.it Marco Anelli Nato a Roma nel 1968, specializzatosi a Parigi in fotografia e tecnica di sviluppo e stampa in bianco e nero, vincitore dei premi Fuji e Canon, Marco Anelli presenta a Roma le sue nuove opere fotografiche. Si tratta dell’evoluzione del progetto fotografico “Di Te”, iniziato nel 2000 e incentrato sui rapporti sociali. A differenza del primo ciclo di lavori, concentrato sui comportamenti e le interazioni tra gli animali, nella seconda serie i soggetti fotografati sono intricati grovigli di rami o inquietanti nubi di cieli enigmatici. In questa fase Marco Anelli lascia la narrazione per seguire un itinerario introspettivo che dà origine a immagini quasi astratte. L’artista ha cercato di cogliere quegli istanti emotivi in cui il pensiero razionale, appena embrione, non intacca ancora la creatività istantanea. Queste nuove 16 immagini si caratterizzano inoltre per la puntigliosa cura posta dopo l’elaborazione degli scatti tanto che, in alcuni casi, l’artista si è spinto in un intervento diretto sul negativo. Marco Anelli - Roma, Galleria de Crescenzo & Viesti, Via del Corso 42. Dal 10 giugno al 16 luglio. Orario: lun – sab 11 – 13 / 16 – 19.30 lun. matt. e sab. pom. chiuso. Ingresso libero. Tel. 0636002414 - www.decrescenzoeviesti.com GROUP SHOW Viaggio ad Oriente, Acquario, Piazza Manfredo Fanti 47, Roma. Dal 4 al 19 giugno. Orario: dal lunedì al venerdì: 10 – 18, Sabato: 10 – 13. Ingresso libero. FOTOGRAFIA Massimo Vitali, Nextdoor.artgallery, Via di Montoro 3, Roma. Fino al 19 giugno. Orario: martedì - sabato 16 – 19.30. Ingresso libero. [email protected] , www.galleria nextdoor.com MIXED MEDIA Erwin Wurm, Palazzo Fichera, Via A. di Sangiuliano 219, Catania. Fino al 15 giugno. Orario: martedì - sabato 17 – 21.30. Ingresso libero. Tel.095439678 PITTURA Federico Guida, Galleria Bonelli Arte Contemporanea, via Corrado 34, Mantova. Fino al 31 luglio. Ingresso libero. Tel. 0376244769 - g i o b o n e l l i @ l i b e r o . i t NEW SPACE “Coming soon”, Zero Sette Living Gallery, Via S. Croce in Gerusalemme 65, Roma. Fino al 30 giugno. Orario: lun/ dom 15 – 23. Ingresso libero. ITALY ABROAD Botto & Bruno, Galerie du Contemporain Mamac, Promenade des Arts, Nizza. Fino al 5 settembre. Tel. +33493626162 - www.mamac-nice.org Matteo Montani Per Matteo Montani tutto ha inizio dalla carta abrasiva. L’artista parte infatti dall’abrasione diretta di muri, inferriate, panchine ed altro ancora, per poi rielaborare le immagini ottenute attraverso la stampa digitale di negativi e l’intervento di velature cromatiche. Un processo lento e complesso che ha portato il giovane pittore romano, classe 1972, ad una prima importante personale che avrà due tappe: la prima a Roma, nella galleria di Valentina Bonomo, e la seconda a Milano, presso lo Studio Visconti. I luoghi prescelti all’abrasione sono quelle strade di Roma intitolate ai pittori scomparsi nel XX secolo. Matteo Montani - Roma, Valentina Bonomo Arte Contemporanea, via del Portico d’Ottavia 13. Dal 9 giugno al 30 luglio. Orario: lun – ven 15 – 19. Ingresso libero. Tel. 066832766 bazar 06 2004 [email protected] arti di luca beatrice 43 Incontri in nero Una visione oscura della realtà, una pittura astratta e razionale, un incontro inusuale tra due opposti. The Black Album Si chiama The Black Album, la mostra il cui concept vuole che le copertine nere siano sinonimo di una visione sporca e oscura, talora eccessiva e parossistica, della realtà. Tra blackitude e blackness una trentina di artisti da tutto il mondo con opere ispirate ai suoni scuri e oscuri (come Pettibon, Bijl, Scott King, Melgaard, Botto & Bruno) che inseriscono all’interno della loro poetica elementi dalle culture alternative e antagoniste. Una mostra rumorosa e bellissima. Non dovrei dirlo visto che la curo io, ma è proprio così… The Black Album, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano 27 maggio – 17 luglio, via Solferino 44 tel. 02-29060171 Zero a considerato una delle punte più Negli anni ’60 il Gruppo Zero venivPartito dalla Germania con Piene, ia. uard estreme e rigorose dell’avang astratta razionale ma al contempo Mack e Uecker, autori di una pittura esperienze dell’arte cinetica in alle via al molto elegante, Zero ha dato ana, Manzoni, Castellani e Alviani. Italia, che vide tra i protagonisti Fontparte dimenticata ma che la curiosità gran in Una tendenza che sembrava delle Papesse, e dei curatori Marco di Marco Pierini, direttore del Palazzoconsente di rileggere nell’ottica ci e, Wies Meneguzzo e Stephan Von dell’attualità. . Zero. 1958-1969 tra Germania e Italia sse, Via di Siena Palazzo delle Pape ttembre Città 126, 29 maggio – 19;se o 2004. Orario: 12.00-19.000.chius lunedì, ingresso 5 - 3,5 g Tel. 0577-22071 www.papesse.or Uno strano incontro Uno è Carlo Maria Mariani, il massimo esponente dell’iperrealismo italiano, diventato un artista di culto sul mercato internazionale da quando si è trasferito a New York. L’altro è Luca Pignatelli, nato e cresciuto in una dinastia di artisti, uno dei giovani più amati dal nostro collezionismo per quel suo modo di essere “non solo pittura”. Schivo e misterioso Carlo, generoso e cordiale Luca. Chi avrebbe mai scommesso di trovarli insieme, in una galleria italiana, a concepire una mostra in stretta collaborazione? Ci sono riusciti il gallerista Alessandro Poggiali e il curatore Alessandro Riva che hanno realizzato il più strano incontro dell’estate italiana. Così improbabile da risultare imperdibile. Carlo Maria Mariani, Luca Pignatelli, On the Appian Way, Poggiali & Forconi, Firenze, via della Scala 35/A, 22 maggio-30 luglio 2004. orario: 16-20; chiuso lunedì e festivi, ingresso libero. Tel. 055-287748 www.poggialieforconi.it Manifesta 5 Dopo l’abbuffata di mostre della scorsa estate, l’edizione 5 di Manifesta (ultima nata tra le biennali di arte giovane) potrà godersi i riflettori unicamente puntati su di lei. A ospitarla è Donostìa San Sebastian, bellissima città basca che si affaccia sull’oceano. I curatori Massimiliano Gioni e Marta Kuzma hanno selezionato cinquanta artisti europei di diverse generazioni in grado di adattarsi ad alcune parole chiave, suggestioni della nostra contemporaneità, come paesaggio culturale, zone di contingenza, rumori spirituali, incontro con l’ambiguità ecc… Bisognerà cercarli per tutta la città i lavori di questi artisti, tra gli italiani Micol Assael, Patrick Tuttofuoco e Paola Pivi, nel tentativo di decodificarne i significati più remoti al di là delle apparenze. Speriamo sia meno criptica della puntata numero 4, due anni fa a Francoforte… Manifesta 5, Donostìa San Sebastian, 11 giugno – 30 settembre 2004, sedi varie con diversi orari, www.manifesta.es Live in 14 tappe L’estate è soprattutto la stagione della musica. Concerti all’aperto, dj set fino alle ore piccole. Anche il Palais de Tokyo, il centro di tutte le avanguardie a Parigi, resta aperto fino a tardi per LIVE, una mostra in quattordici tappe, concepita da Jerome Sans, che testimonia la tendenza internazionale di una nuova generazione di artisti che producono e suonano musica. Così accanto alle performance di Bruno Peinado e Gerhwald Rockenschaub, artisti visivi impegnati alla consolle, i live show di DJ Spooky, Chicks on Speed (ultimo trendy berlinese) e Martin Creed, rassegne di video d’artista, i venti migliori clip di sempre e soprattutto ogni notte per oltre un mese tanta musica da ballare. Live, Parigi, Palais de Tokyo, 13 maggio – 27 giugno 13, avenue du Président Wilson, diversi orari, tel : 0033 1 4723 5401 www.palaisdetokyo.com 44 di marzia di mento arti bazar 06 2004 [email protected] Lavori in corso a Ravenna o museo archeologico Nascerà il nuov realizzazione del nuovo museo archeologico Sono in corso i lavori per la di Ravenna, attraverso il recupero dell’ex zuccherificio di Classe, nell’area provenienti dell’antica città portuale. La struttura raccoglierà tutti i reperti antichi dagli scavi della provincia. o, Il progetto, dell’ingegnere Vittorini, prevede il rifacimento completo dell’edifici o di a eccezione delle mura perimetrali, e la realizzazione di un compless verranno magazzini, laboratori di restauro e di un’area espositiva. Al piano terra mosaici sistemati i mosaici emersi dagli scavi di Ravenna e dintorni, tra cui i romani e bizantini della Domus dei Tappeti di Pietra. Cassa La prima fase dei lavori, finanziata da gioco del Lotto e Fondazione di Risparmio di Ravenna, dovrebbe essere ultimata nel 2005, con apertura definitiva prevista per il 2008-2009. BURRI Bronzi di Riace in rete Il museo virtuale della Calabriadi Reggio Calabria e Museo Museo Nazionale archeologico della Sibaritide on line. Il sito promette la visita interattiva attraverso le sale, le vetrine e i pezzi più significativi; in realtà è piuttosto antiquato, e permette solo di vedere immagini ridotte delle opere e di conoscerne la disposizione nelle sale. Stimabile comunque il tentativo, e utili le informazioni e gli approfondimenti nelle sezioni tematiche, oltre alla possibilità di ricercare specifici reperti nel data base. In futuro il museo virtuale dovrà comprendere, tra gli altri, i siti archeologici e i beni ecclesiastici. Sito web: www.museodellacalabria.com/ museodellacalabria/virtuale/welcome.htm Il “Sacco” di Città di Castello Costituita nel 1978 per volontà dello stesso Burri, è la collezione più completa dell’artista. In due sedi: a Palazzo Albizzini, con opere dal 1948 agli ultimi anni ottanta, e agli Ex Seccatoi di Tabacco, giganteschi capannon i neri acquisiti nel 1989, con i grandi cicli pittorici dal 1970 al 1993. Bianchi, Neri, Sacchi, Plastiche, Cretti, tra i quali il bozzetto del Grande Cretto di Gibellina; tra le sculture, Grande Ferro Sestante e Ferro U. Dell’attività di scenografo, il “Tristano e Isotta” di Wagner e le “Avventur e di un povero cristiano” di Silone. E’ conservato anche il bozzetto del teatro di Parco Sempione a Milano distrutto per volere di un assessore nel 1983. Diverse le due esposizioni: più complessa e completa la collezione di Palazzo Albizzini, con filtri UV alle finestre e illuminazione indiretta per preservare le opere; meno accogliente, ma di grande impatto l’esposizi one agli ex Seccatoi. All’ingresso viene fornita gratuitamente una esaustiva guida cartacea. Palazzo Albizzini - Via Albizzini, 1. Ex Seccatoi del Tabacco, Via Pierucci Tel./fax.: 0758554649 Sito web: www.clubart.it/fondazioneburri Apertura: feriali 9.00-12.30/14.30-18.00; domenica e festivi 10.30-12. 30/15.00-18.00. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio. Biglietto: 5 , ridotto 3 (studenti con tesserino, oltre i 60 anni e meno di 18 anni). Il biglietto consente l’ingresso ridotto agli altri musei della città. Servizi: Bookshop; accesso per disabili solo agli Ex Seccatoi. Biblioteca , fototeca e archivio consultabili su preventiva richiesta. Fino al 31 giugno, Ex Seccatoi di Tabacco “Burri – Tutta la Grafica” MARMI DEL PARTENONE La vera storia Fu un certo Lord Elgin, ambasciatore a Costantinopoli nel 1799, a rimuovere, non autorizzato, i marmi dal Partenone sull’acropoli di Atene, e a spedirli in Inghilterra; spinto dal desiderio di arricchirsi, e non certo per amore dell’arte, ne ricavò un herpes che gli erose metà del naso, l’arresto come prigioniero di guerra da parte di Napoleone, il tradimento della moglie e un sordido processo di divorzio che lo escluse da ogni carriera politica, oltre al naufragio di buona parte dei marmi spediti. E’ dal 1832 che la Grecia chiede al British Museum, dove sono esposti i marmi noti come marmi di Elgin, la restituzion e delle sculture, ma fino ad oggi senza successo. Caricatura e umorismo nell’arte Unico in Italia, realizzato dal medico caricaturista Luigi Mari e aperto dal 1970, il museo si trova al secondo piano del Palazzo Sangallo a Tolentino; articolato in cinque sale, custodisce più di tremila pezzi, disegni, pitture e sculture, dall’antich ità ai giorni d’oggi, tra cui opere di Annibale Carracci, Daumier, Fellini, Fontana, Leonardo , Peynet e Trilussa. Negli anni dispari, tra luglio e novembre, si svolge la “Biennale dell’Umor ismo e dell’Arte”, negli anni pari, nei mesi di ottobre e novembre, le esposizio ni monografiche di “Tolentino Humour”. Museo Internazionale della Caricatura - Palazzo Sangallo, Piazza Libertà, 3 Tolentino (Macerata) Tel. 0733969797; fax. 0733966535 Sito web: www.biennaleumorismo.org Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00/15.00-18.00. Chiuso il lunedì e il 1 gennaio. Biglietto: 3.00 ; ridotto 1.50 (riduzioni per legge, per gruppi organizza ti); visite guidate su richiesta- Servizi: Bookshop, accesso per disabili, caffetteria . bazar 06 2004 [email protected] arti di freddy grunert 45 Tra la profondità trascendentale, come COSCIENZA Le Froid e le Cruel un giudizio da dare? reagendo naturalmente agli stimoli esterni: ACCIDENTI o EVENTI? Gli ultimi eventi. Gli UNI, in significativi, gravi, violenti, orribili distinguibili in base alle loro differenze di grado; gli ALTRI, Presente SPESSO : proiettato sulla superficie empirica, macinata attraverso un pesanervi, doppiato in una profondità nella quale si costruisce pezzo x NEUTRALIZZATA corrispondente alla materia e le superfici empiriche delle AZIONI COMPIUTE. Infatti anche i miei ATTRACCHI suppongono ATTRAverso l’istituzione dei MEDIA la soddisfazione di DETRMINATE TENDENZE: ovviamente non come la sensualità da parte del MATRIMONIO, ma intanto, non parlerò come promesso dei Geni d’Artista…next file… Allora prima di SERVIRVI 10denze, vorrei capire pezzo un’arte nascosta. SUDdividendosi all’infinito, aprendosi in una molteplicità qualitativa: x FAR NASCERE la sensibilità nei sensi:sottrarre trovare abbandonare x INDIVIDUARE, non sub-jectum, ma sovraoggetto il superjet, fuori dalle mura COM-MOSSO dai fenomeni in CON-SENSO con l’IO∞ MALinTESO Estremo Oriente nel Cinema di Shinya Tsukamoto la purezza si fonde con la perversione e la fisicità e esasperata dalla fascinazione dell’orrido e della CONTAMINAZIONE: the Body Hammer: Tetsuo; film 8 mm il ragazzo del palo elettrico 2002 Controcorrente a Venezia A snake of june, Gemini-Soseji 1999 Bullet Ballet 1999 ea Brescia il verbo si fece carne e venne in mezzo a noi: Dario Neira , Torinese esponeva alla Fabio Paris Art Gallery un SKIN LANGUAGE; THE FLESH BECAME WORD Descritto UNO, come globalizzante globalizzato; seleziona istantanee estreme, brandelli di un’umanità inerte e disperata, organismi viventi deformati, marchiati, in contagio epidemico, che diventano chiave di interpretazione dell’esistenza; l’ALTRO , che esprime la nostra paura trasformandola in un urlo colorato, allude usando la pelle come superficie alle violenze mostrando escoriazioni, ematomi, lesioni, cicatrici; in SIN-TESI sulla FALSA RIGA del direttore del Museo Pecci di Prato, David Soutif, l’ex curatore del Centre Pompidou, che ha voluto sviluppare nuovi sistemi tecnologici ed il computer gli permette che le opere, parete x parete, una volta stabilito l’ordine, non venga più modificato e l’allestimento vero e proprio rispetta fedelMente il progetto INIZIALE; InTESI come 10denza FOLLE OFFICINA come direbbe A. Artaud Invece ci vorrebbe la capacità di presentare una DISSIMMETRIA facendo tendenza come dimostrano gli Show Room di Prada, Armani, i Fendi e dove l’Arte è condannata a Rendere la Possibilità del Piacere proibito, ma DOMINATO. E se oggi la scena artistica pullula di rappresentanti ‘svincolati’ come Matteo Basilè, Cristiano Pintaldi, Bishan Bassiri ed altri, tutti con un ROLE DE PHYSIQUE vale la pena di vedere alla Oredaria Arti Contemporanee a Roma, fino al 9.V.2004, www.oredaria.it Alfredo Pirri con Fare e rifare, che idem non ha il physique du role, ma che esprime con un che di speciale gli IO PASSIVI con cui nel presente spesso si sdoppiano i piani , ciò che riesce da Maestro Julian Schnabel che in Autunno,dopo Milano lo vediamo con una grande Mostra a Napoli e di cui enormi dipinti, il loro formato fa parte del loro contenuto ed è ciò che permette allo spettatore di connettersi con le opere a come io stesso reagendo naturalmente a STIMOLI interni, vi proCURO, estraendoli dal mondo , ciò che mi consente di soddisfare le mie/vostre 10denze , i miei/vostri biSogni e come le istituzione dell’Arte, dei Media ecc. trasformano e regolamentano le tendenze stesse, da cui esse scaturiscono. E così , invece dell’ART TO ESKING WHY, si chiede da quali ISTANZE dipendano , da quale sito di civilizzazione, mezzi di produzioni e da quale ingerenza al suo CULmine si legittimano, . glia della sua SPECIE ain.htm del nuovo 20 un ANImale che si spo .ishikawa.jp/e/plain/m awa x di più, se l’uomo e naz y.ka .cit .art le la direttrice Yuko //www tp: qua la l’ht del nel ne, rate ppo ent Gia A proposito Art of Kanazawa in ary hikawa alle 3M, por Nis tem e Rya Con e of m ma st Century Museu zujo Seji gnato dal team di Ka dise seo Mu dal e Hasegawa rispond m I del XX secolo Man Money Materialis le forze DOMINANT , 3C i tiva rna alte in endo mensurabili, propon e i loro pericoli incom existence Co, ce gen elli Int ive Consciousness, Collect o pletezza dell’individu TI di uomini e idee sulla base dell’incom e dei vasti moviMEN nza pletamente mutata. lera Tol di tà essi SFERA culturale com e la nec una in i ssal mu à ivit Att to le e ges il rte a l’A enz re par x riposiziona iche della tras l’ hia nelle sue caratterist do la problematica deL cen odu L’Architettura rispecc intr e zial spa E della Gerarchia dell’ELIMINAZION OSSERVATO-RE e gli Assi in vetro per visualizzar ando grandi Superfici he, artigianali, per stic ado , arti i rso ion sco se duz me pro a delle di cui trattammo il attività di mappatur forse ancora le eri no gen tto do me zan per oriz che do e val diagonali del tempo Eccher scientifici, riconoscen nonilo tec Da i re ent tto erim dire esp ite dal di design, di teorie ed awa. Ella era già osp seg nali Ha izio ce trad i ttri E dire AR la asi dal CANCELL sottovalutati, impost zio Odile Decq vorrebbe spazio pubblico e spa dove l’Architettura di tra , a, ata Rom priv e DI a cro blic ma del ne pub rto -MATTATOIO, ape la dicotomia tra fruizio E l’EX AR ra, ttu OR stru IGN a ed ond la sec confini her, anche in virtù del Ecc nilo Da e dov e museale rtura della con l’imminente ape fino a mezzanotte e mostra vorrebbe raggiungere oltre il ‘quartiere’ un pubblico attratto dai microcosmi sintetizzati nelle ‘Città della Arti’. Il desiderio di CONTAMINAZIONE a Roma, come già successe a Barcellona nel senso trasversale unendo Maestri d’Arte Contemporanei, culture lontane nello spazio e nel tempo, maestri d’Arte occidentale, Museo della Scienza , Mediateca, collezione d’Arte contemporanea e importantissimi per HORIZONTALITY FLEXIBILITY TRANSFORMATION Progetti di solidarietà non garantite dalla collettività e perciò tendenze x una nuova ERA di Istituzioni, potrebbe rimanere tale, visto l’impossibilità di penetrare le Gerarchie, presenti spesso nelle istituzioni italiane e di recente ancora più compatte dall’onda del provincialismo ‘GIUDICANTE’ dei loro rappresentanti o risorge in una vita italiana, la CONTAMINAZIONE nell’ambito del Bene e delle circostanze del Meglio. Ansi, detto con Sade, realizzando la mancanza di Beni, capaci di fondare la legge e di giustificare il potere che gli ha delegato (Lacan, Kant avec Sade, 63) e la presunzione che esso si recupererà alla fine, dove tutto diventa PLAUSIbile, in 10denza con le nuove MEDIA: I TIRANNI NON NASCONO MAI NELL’ANARCHIA, LI VEDRETE SURGERE SOLO NELL’OMBRA DELLE LEGGI, O DA ESSE AUTORIZZATE. Allora Si, anche questo è 10denza: l’unione del Forte e del Debole e quante ‘mostre’ di quel tipo abbiamo visto, e x Villa Massimo, l’Istituto Arte dei Tedeschi a Roma e diventato un modulo. Gli artisti ribelli per sottomissione, rappresentanti del Bello e del Bene (nella coscienza antica), come una sua imitazione, in un mondo ABBANDONATO DAGLI DEI, dove le gerarchie si devono basare sulla forza, LA LEGGE alimenta la colpevolezza di colui che vi obbedisce ed il castigo di esporre in tali condizioni le loro immagini accattivanti e istituzionalizzate, si rivolgono a questo nuovo pubblico, viziati, al posto loro della Filippi e company al ‘giudizio’ tutti con questa gran VOGLIA di istituzionalizzarSI ‘come Arte’, 46 di luca carboni arti.skizzi bazar 06 2004 [email protected] bazar 06 2004 [email protected] viaggi di andrea mugnaini 47 Croatia mai vista foto di andrea mugnaini Cosa vedere Tutti in Croazia! Sembra sia questo il grido di battaglia di moltissim i italiani che da qualche anno a questa parte hanno scelto la sponda orientale dell’Adriatico come meta privilegia risultato è un affollamento preoccupante della costa dalmata che rischia ta delle proprie vacanze estive. Il posto. Ma a parte le località più conosciute, esistono ancora luoghi dalla di compromettere la bellezza del bellezza genuina lontani dal turismo di massa. A partire da Spalato, città che in genere viene utilizzata solo come luogo l’immenso Palazzo di Diocleziano. Nasconde è la parola giusta perché, di passaggio e che invece nasconde stato inglobato nella città a tal punto che adesso l’antica struttura romananel corso dei secoli, il monumento è non è quasi più riconoscibile. Al suo interno ospita case, edifici e negozi ed è un luogo da perlustrare con I laghi di Plitvice sono una vera e propria meraviglia della natura: attenzione. di spettacolari cascate e piccole rapide; l’acqua è turchese e brulica sedici laghi collegati tra loro da una serie di pesci, tutto intorno boschi e sentieri da esplorare a piedi alla ricerca di aironi, orsi e linci. Anche nella piccola isola di Mijet, a due ore di traghetto da Dubrovn è qui che Ulisse si fermò per sette anni con la ninfa Calipso, a ik, la natura trionfa. Secondo la leggenda testimonianza della tranquillità di questa oasi rimasta incontaminata, popolata da piccoli villaggi, graziose calette e dominata dal verde della macchia mediterranea. L’isola di Pag, inserita nell’arcipelago delle Kornati, famosa soprattut to per il suo straordinario formaggio, è un luogo caratterizzato da un paesaggio lunare. Spoglia e rocciosa è il posto ideale per chi vuole stare lontano dalla folla dei vacanzieri. Molto più affollata, ma sempre imperdibile è Dubrovnik. La città vecchia, incastonata in mura ciclopiche, è un vero gioiello. Completamente distrutta durante la guerra del 1991, è stata ricostruita fedelmente, riacquistando così l’antico splendore. Dal porto in dieci minuti di barca si può raggiung ere l’isola di Lokrum: in una spiaggia per nudisti troverete scogli accoglienti e un mare splendido. Capire la guerra Meno di dieci anni fa la Croazia, come gran parte della guerra a due passi dall’Italia di cui abbiamo capito poco ex Jugoslavia, era ancora teatro di guerra. Una o niente. Dei molti testi che sono stati scritti su questo argomento uno dei migliori è “Maschere per un massacr della guerra in Jugoslavia” di Paolo Rumiz (Editori Riuniti, o. Quello che non abbiamo voluto sapere guerra balcanica lontano dalla retorica e dalle mistificazioni. 2000). Il libro svela i veri meccanismi della Una ricostruzione storica, politica, militare e religiosa è fatta 1999” (Einaudi, 2001). Un’indagine accurata condotta su da Joze Pirjevec ne “Le guerre jugoslave 1991conflitto, su materiali di archivio e attraverso interviste ai quotidiani e riviste di tutti i paesi coinvolti nel protagonisti. Come arrivare Per raggiungere la Croazia i mezzi più comodi sono l’auto o la nave. La maggior parte dei traghetti partono da Ancona e arrivano a Spalato; altro porto di partenza è Bari con destinazione Dubrovnik. La principale compagnia croata è la Jadrolinija (www.jadrolinija.hr) e i suoi traghetti collegano in modo capillare le varie isole. Altre compagnie sono la SEM (www.smc-ferry.com), l’Adriatica (www.adriatica.it) e la Snav (www.snav.it). Per avere informazioni su prezzi e orari la cosa migliore è visitare i loro siti. Se abitate nel nord Italia una buona alternativa può essere l’auto, ma tenete conto che in Croazia la rete stradale non è molto sviluppata e raggiungere il sud del paese potrebbe richiedere molto tempo. Sport Lo sport in Croazia è qualcosa di più di un semplice gioco. E’ un modo per affermare l’identità nazionale, e i successi degli atleti e delle squadre croate rappresentano motivo di orgoglio per tutta la popolazione. E in effetti in questi ultimi anni i successi della Croazia sono stati molti. La nazionale di calcio è arrivata terza ai mondiali di Francia del 1998 e Davor Suker fu il capocannoniere di quell’edizione. Nel 1992 la nazionale di basket, guidata da Toni Kukoc, Dino Radja e il compianto Drazen Petrovic, arrivò seconda alle Olimpiadi di Barcellona. I successi individuali portano il nome della sciatrice Janica Kostelic, vincitrice della Coppa del mondo assoluta nel 2001 e trionfatrice alle Olimpiadi del 2002 con tre ori e un argento, e del tennista Goran Ivanisevic che, dopo tre finali perse, nel 2001 è riuscito a vincere il prestigioso torneo di Wimbledon. Siti internet www.dubrovnik-festival.hr Sito ufficiale del Dubrovnik Summer Festival, uno appuntamenti culturali del paes dei principali www.hr/index.en.shtml Port e categorie, che riunisce moltissi ale, diviso in mi siti che parlano della Croazia www.croatia.hr Sito dell’Ente Naz ionale per il Turismo croato www.croazia.it Esauriente e com trovare alloggi, itinerari, foto e pleto, potete località della Croazia 5 cose da non perdere 1. 2. 3. 4. 5. I laghi di Plitvice Percorrere a piedi le mura di Dubrovnik Il formaggio di Pag Un’escursione in bicicletta intorno ai laghi di Mijet I 71 volti scolpiti della Cattedrale di San Giacomo a Sibenik 48 di vera risi essere bazar 06 2004 Sport: quando fa male Ora finalmente è stato pubblicato un libro che ci spiega con parole semplici ma con sapienza medico-scientifica quale sport possiamo praticare e come. Un libro che si fa prezioso, perché nel tripudio di pubblicazioni che troviamo in edicola e in libreria, spesso scritte da showgirl dal carisma mediatico assurte a nuovi guru del wellness, rappresenta un esempio raro di come affrontare il wellness in modo serio e pratico allo stesso tempo. Grazie a uno stile comunicativo chiaro ed efficace, il libro è una sorta di manuale per mantenersi in forma. Frutto di un lungo lavoro di ricerca scientifica ad opera di due docenti di endocrinologia e fisiologia applicata allo sport presso la scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport, il testo è ricco di tabelle, grafici, disegni e foto e aiuta a interpretare senza equivoci le ultime ricerche legate all’esercizio fisico, all’alimentazione nello sport e alla salute, e ad applicarle nella quotidiana attività fisica. Ecco tutti i plus • il vero e il falso sull’alimentazione, dal mito delle bistecche giganti per chi fa sport alla legge delle 8 ore • Un minuzioso capitolo sull’organizzazione dell’allenamento • Una dettagliata tabella sui valori di dispendio energetico nei vari momenti della giornata, dal riposo a letto fino alle attività più impegnative • L’effettivo valore calorico di tutti gli alimenti • Una circostanziata appendice dedicata a uso e abuso di farmaci nello sport • Un elenco dei migliori siti internet sull’argomento Insomma uno strumento per conoscere il proprio corpo e imparare a nutrirlo e allenarlo ad ogni età, ma soprattutto per capire quale tipo di attività sportiva è più adatta al proprio fisico. Un libro indispensabile per chi opera nel mondo dello sport, medici sportivi, preparatori atletici e allenatori, ma che grazie alla sua leggibilità si rivela fruibile anche da giovani studenti e giovanissimi principianti che si avvicinano, spesso senza alcuna guida, al mondo dello sport. [email protected] Mens sana in corpore sano. Lo dicevano gli antichi che lo sport fa bene, eppure molto spesso fa più male che bene. Quando? Quando si sceglie lo sport sbagliato, oppure è giusto ma lo si pratica in modo errato, quando non è adatto alla nostra età e condizione fisica, quando non cogliamo i messaggi che ci manda il nostro corpo… Titolo: Essere e mantenersi in forma – Elementi di fisiologia del fitness Autori: Costanzo Moretti e Ernesto Alicicco Prezzo: 32 Edizioni EMSI: Edizioni Mediche Scientifiche Internazionali Il piacere gustativo di un Pedalare fa bene alle gambe e coscienza calice di vino a portata alla Soprattutto quando la pedalata è new global. tasca di… d’autore di Paolo di Succede con le originali biciclette Vuoi mettere lo sfizio di bersi un calice Bellino, un giornalista che recupera vecchi telai pregiatissimo Chateau d’Yqueme senza trovati per strada per creare pezzi unici di concezione spendere un patrimonio? E’ l’ultima frontiera minimalista e dal design inedito. Senza orpelli inutili della wine experience, per un benessere che (né cestini, né portapacchi, né fili dei freni perché parte dal palato e pervade corpo e mente si frena a pedali in puro stile olandese) le nuove senza dover dissipare l’intero stipendio. biciclette sono personalizzate secondo le richieste Stiamo parlando del bancomat del vino, dove del cliente, come il modello Le Monde voluto da si bevono al bicchiere le migliori etichette del una lettrice del quotidiano francese e rivestito con mondo con una semplice tessera prepagata. autentici fogli di giornale trattati con vernici ad Insediato nei luoghi di grandi transiti e hoc, o come “Tonnarelli” un modello perfumed, movimenti, come l’aeroporto di Linate a trattato cioè con una vernice naturale profumata Milano e la stazione Termini a Roma, il alla curcuma. A Roma fanno impazzire la gente più bancomat del vino è la nuova divertente cool, e tra gli appassionati delle nuove bici persino il idea per chi, tra un aereo e l’altro o in attesa regista Mario Monicelli. di un Eurostar, vuole godersi un piacevole Paolo Bellino, via Urbana 119. tel. 347 2728611 momento di relax e raffinata enologia. Ma come funziona? Si infila nello sportello Appuntamenti su due ruote una tessera elettronica prepagata (da 10 a Chi ama trascorrere i week end in bicicletta non si 50 euro), si sceglie il tipo di vino (tra 105 perda alcuni appuntamenti di giugno dedicati agli proposte) e si sorseggia un calice di bianco o amanti della mountain bike e delle sfide sulle due rosso di altissima qualità. Vini che in bottiglia ruote. costerebbero uno stipendio qui si assaggiano 6 giugno 1° Circuito Agro-ciociario 04, terza “alla spina” in piccole dosi di degustazione prova, Villa Atina (FR). spendendo da un minimo di 0.80 euro ad un 19 giugno Trofeo Quattro Nazioni Bancari, massimo di 24 euro per un calice di Chateau MTB a invito, Castel Gandolfo (RM). Info: d’Yqueme. Una prima mondiale a Roma, 3384865669 Milano, Viareggio e presto in oltre sessanta 20 giugno GF di Scheggino - Umbria Challenge punti vendita in Italia. MTB, Scheggino (PG) A Roma: La Gare du Vin, Galleria Quadrittico Agro-ciociario MTB, Sabaudia (RM) Gommata - Stazione Termini. Tel. 0647 29 giugno GF di Spoleto - Umbria Challenge 825 986. chiusura mai, orario: 9.00-21.00. MTB, Spoleto (TR) Info: www.pro-bike.it Trekking urbano: il “wellness” delle città d’arte suolo Le città d’arte con aria pulita e forti dislivelli del propongono la loro interpretazione del “wellness”: il trekking urbano. Prendiamo Siena per esempio: città piena di saliscendi, scale e pendii. Qui visitare monumenti e chiese diventa la scusa ideale per fare movimento in modo salubre e divertente. E per il trekking Siena ha messo in campo creatività e tecnologia rivoluzionando il modo di camminare in città, cercando scale e salite invece di evitarle, il tutto seguendo percorsi consigliati attraverso cartelli e simboli già normalmente usati per i sentieri nei boschi. E non finisce qui: sofisticati sensori e sistemi informatici servono a controllare la salubrità dell’aria con “air check” simili a funghi dove le luci verdi o rosse si accendono a seconda della purezza dell’aria. Semafori dell’aria sono stati installati presso i parcheggi e nelle aree di maggiore frequentazione. Un turismo sostenibile che porta la gente alla scoperta di luoghi poco frequentati del centro storico e offre la possibilità di tonificare insieme mente e fisico con passeggiate intense alla ricerca di panorami, verde e monumenti. “Il trekking urbano è un nuovo modo di vivere la città, usandola come una palestra all’aperto dove tonificare i muscoli e lo spirito” sottolinea il Sindaco Maurizio Cenni forte del suo passato di maratoneta. Questa nuova attività turistica, molto simile ad uno sport, cavalca la moda delle camminate forti, un fenomeno ormai dilagante che vede il trekking tra gli sport più di tendenza. Il nuovo trekking urbano prevede anche itinerari golosi per chi associa la passione per lo sport con quello per la gastronomia tipica. Informazioni: Assessorato al Turismo di Siena tel. 0577 292128 [email protected] avere di giulia premilli 49 Capricci bazar 06 2004 da grandi Tornare bambini per pasticciare con il pongo. Giocare con i chicchi d’uva per curare la pelle. Pretendere un profumo tutto per sé. Indossare magliette che “ci gasano” per sentirci più forti… ateria Pongo”. La m s a “colpi di ateria regina”negli ate St gli do sta conquistan stra infanzia è diventata “m tiva poco più che Sandra Tomboloni, crea o ha ha dipinto la no e ch a” nic tili grazie a Sandrache con coraggio ed entusiasm , la to “plas es Qu ti. tis ar , r tem a” To pe ut ti: lto ac na cu ite i no nt gh so “pon Ne ambie alizzato ta sofferente di colpi di Pongo. quarantenne, no tasmagoriche decorandole a palcoscenico per bambini. Re strelle lo pia fan co e da er pic ato op di im to rta an crea to interamente naggi delicatissimi, atro che è una so Carrozzina e il Te due armadietti di legno, è sta micro-perso lco pa do l en de on tti ono il caldo!). In pp fra sovra polino dagli an lla loro stessa fragilità... (temersi colori (nero, ca o nn Fa . ate da div color un po’ assorbiti per bambini. Di razioni un po’ storditi e Teatro, anche le seggioline la caratteristica di avere deco enze, al Fir o re di nn olt ha se , ) ce ita to an ula vend ancione e mac esso l’Istituto Fr ) e al blu, magenta, arluglio i pezzi sono esposti pr lle Belle Donne 39 r, Firenze a de a o (vi Fin ti . iot se er ag Bi div w York. nti 2), Galleria piazza Ognissa emporary Art di Peekskill di Ne nt Co r fo er nt Ce a 18mila euro Prezzo: da 900 agiotti tel. 055214757 Bi ria lle Ga : fo In .com www.artbiagiotti a! i PongToomsbo lon il Chianti! il sole... èusa Contro sche la nuova linea Solare rzo. Ma Pensa positivo con la T-shirt piene di idee e di Pazze scatenate, esi si intraprendenza quattro giovani veron pa” sono inventate la maglietta che ti “pom Nives sicurezza in te stessa. Gaia, Vivilla, loro e Silvia hanno puntato tutto sul are il marchio l’ Essgivienne per divulg o? pensiero positivo. Ma dove l’hanno scritt come All’interno della maglietta. Con frasi rà” o “Ascolto la mia voce e questa mi aiutele tre “Sono l’unica fonte della mia felicità” e imprenditrici sono state subito risucchiat i loro dai grandi marchi che hanno voluto o il prodotto nella propria linea. “Cercavamalle modo per infondere messaggi positivi con persone - spiega Vivilla psicologa - e la questa idea semplice, della frase sotto e”. maglietta, ci siamo riuscite alla grandsul Ogni stagione Essgivienne mette lli mercato una collezione limitata di modene di cotone bielastico di nuova generaziotico arricchito da un trattamento batteriosta che aiuta la traspirazione. Costo: dalle 80 alle 100 euro, Punti Vendita: Raspini, info: www.essgivienne.it della Caudalie. E’ Non è uno tti per la spiaggia che sfrutta la la Vinosun, la prima gamma di prodo alie pioniera nelle sostanze che nuova generazione di filtri Uvb. La Caud va, oltre a una linea dedicata offre attingono dal vino e dagli acini dell’u a base di uva in tutto il mondo (in anche centri di bellezza e trattamento no Belbo, tel. 0141841900). Per Italia: Relais San Maurizio, Santo Stefala Vinosun inserendo nei prodotti questa linea estiva Caudalie ha creatoolio di semi d’acini d’uva (ricco di un super cocktail vegetale a base di dell’epidermide) olio di fiori della acido linoleico per rinforzare l’elasticità are la pelle) olio di sesamo (ricco passione (per nutrire in profondità e calm karitè (per favorire il rinnovo delle di acidi grassi essenziali) e burro di antietà tutta naturale. La crema ha cellule). Il risultato è una crema solare tta da Olivia Giacometti insieme una leggera fragranza d’Atlantico prodo galbanum, il patchouly e il cedro a Mathilde Thomas sottolineata dal animali! bianco. E poi... non è sperimentata su dai 23 ai 29 euro. Costo: crema solare antietà VINOSUN acie. Punti vendita: farmacie e para – farm Info: www.Caudalie.com Il tuo profumo in “esclusiva”... Te lo “crea addosso” Lorenzo Villoresi il profumiere di Madonna e di Sting. In un appartamento etno - chic sui tetti di Firenze Lorenzo Villoresi prima di creare una fragranza tutta per te (in esclusiva) vuole conoscerti. Ti accoglie nel suo salotto, scambia due chiacchiere e magari ti offre un tè. Ti chiede la fragranza che preferisci, l’essenza della quale vuoi vestirti. Vuole capire se per te il profumo è un momento effimero o una necessità per stare bene, per ricordare, per esserci. Poi ti porta nello studiolo. Un tripudio di boccette (più di mille essenze) prendono posto negli scaffali lignei. E ti ritrovi nel grembo dell’alchimista. E il maestro di fragranze ti porta in un altro mondo immergendoti nelle essenze: e vai dall’agrumato al muschio, dall’ambrato alla felce... fino a trovare la tua dimensione. Creata la “tua fragranza” scegli se farne il “tuo” sapone liquido, il “tuo” un profumo, il “tuo” dopo barba. I laboratori Villoresi penseranno al resto. La tua formula esclusiva rimarrà segreta e custodita nello studiolo di Lorenzo Villoresi. Sono suoi clienti: Sting e signora, Cherie e Tony Blair, Madonna, Alejandro Jodorowsky, Ridley Scott, Mina e molti altri. Prezzo: boccetta di30 Ml (compresa seduta di 2 ore) 600 euro Lorenzo Villoresi, via de’ Bardi 14 Firenze tel. 0552341187 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 06 2004 [email protected] Un luna park chiamato Leonardo E’ questo il nome dell’ambizioso progetto, di Renzo Piano, di trasformare la collina genovese degli Erzelli da deposito di container in parco Arte e tecnologia Almeno il progetto c’è, porta la firma di Renzo Piano e il nome di un artista poliedrico come Leonardo. Sulla collina degli Erzelli, a ovest di Genova, sorgerà il primo Technology Village italiano, la nuova Silicon Valley tricolore. A finanziare l’opera non è una struttura pubblica ma privata, la Genova Hi-tech (Ght) che dovrebbe investire una cifra intorno a 600650 milioni di euro, anche se è ancora azzardato dare numeri definitivi per la realizzazione di un progetto di tale portata. Il progetto L’iniziativa nasce circa due anni fa e prosegue con la fondazione della Ght (in rete www.genovahigh-tech.it), presieduta da Carlo Castellano e partecipata da 33 imprese genovesi che operano nel settore delle tecnologie. Il modello ispiratore è quello della città tecnologica di Sophia Antipolis, nel sud della Francia, l’intento è attrarre aziende estere che vogliano investire e portare il loro business in Italia. Ci vorranno forse 8-9 anni per la realizzazione del progetto che prevede prima lo smantellamento dei depositi di container e poi, nel 2006 l’inizio della posa in opera. Già nel 2008 le prime imprese potranno installarsi all’interno del parco, che sarà distribuito su 350.000 metri quadri. Uno spazio enorme in cui si impianterà il cuore della Ricerca e Sviluppo del distretto industriale genovese, con 200250 aziende del settore, un campus universitario e diversi laboratori di ricerca e, elemento non trascurabile, 10.000 nuovi posti di lavoro. Piano ha concepito anche 12 torri (sei alte 160 metri e sei 100), da cui si potrà vedere uno splendido panorama della città. Non va infatti trascurato l’aspetto attrattivo e recettivo del parco che ospiterà anche servizi, residenze, alberghi, negozi. Perché Genova? Genova ha alle spalle una lunga tradizione tecnologica, che affonda le sue radici nell’epoca dell’industrializzazione degli anni ’50. Fa parte di un triangolo industriale che include anche Torino e Milano, ma Genova rimane più hi-tech delle altre due, con le sue 8000-8500 persone impiegate nel settore tecnologico. Proprio Genova è stata designata come sede dell’Iit (Istituto Italiano di Tecnologia), finanziato con fondi pubblici, che si stabilirà all’interno del vecchio ospedale psichiatrico di Quarto, dopo opportuna ristrutturazione. Lo scopo, come quello del Mit (Massachussettes Institute of Technology) di Boston è il coordinamento delle iniziative e delle risorse tra pubblico e privato nell’ambito della Ricerca e Sviluppo. Il più antico parco tecnologico d’Eur Sorto nella prima metà degli anni ’70, opa nei pressi di Nizza, oggi Sophia Antip dei parchi tecnologici più sviluppati d’Eur olis, con i suoi 2300 ettari di espansion e è uno e delle telecomunicazioni ma non manc opa. Il 43 per cento delle aziende operano nel settore dell’information technology ano ottim i centr i di ricer ca su salute e ambiente e centri di studi l’Ateneo De Nice Sophia Antipolis, l’Eco o prestigiosi le Supérieure en Science Informatiqu l’Esinsa e l’Eurecom Institute. e, l’Ecole Nationale Supérieure des Mine come s de Paris, Un ambiente internazionale e multilingue in cui università e ricerca lavorano gomi lavoro vengono da multinazionali ester to a gomi to e in cui il 25 % delle offerte di e del calibro di Microsoft, Compaq, Luce nt Technologies e Nortel Networks. Il più grande del Nord Europa E’ ad Oulu in Norvegia, nel Paese di Linus Torvalds (inventore di Linux) che ha sede del Nord Europa. Vanta tra i suoi soci Technopolis, il parco tecnologico più grand e dando lavoro a 10.000 persone, di cui Nokia e ospita più di 150 aziende (Compaq, Hewlett Packard Siemens tra oltre le maggiori) 3000 impe gnate nella ricerca scientifica. Medipolis è infatti collabora attivamente con l’Oulu Unive il centro di ricerca che rsity Hospital per lo sviluppo di nuove soluzioni in campo medico. Il cyberport di Hong Kong E’ stata inaugurata alla fine del 2003 Bay, a sud di Hong Kong, su un’area di e sarà ultimata alla fine di quest’anno, la struttura mastodontica costr tecnologici e multimediali che, oltre a 10.000 metri quadri. Uno spazio interamente cablato dotato degli ultimuita a Telegraph svolgere funzioni di porto turistico ospit i ritrovati commerciali, alberghi, centro congressi erà un centinaio di aziende, cinema, centri che fa da ponte tra i laboratori che compe un Digital media center. Aperto già anche il Development center, un centr iono studi sul wireless e le aziende che o di ricerca operano nel settore della telefonia mobi le. muratore @bazarweb.info bazar 06 2004 architetture di oliva muratore 51 Le stanze fiorite Un diverso linguaggio per interpretare e valorizzare l’architettura attraverso il paesaggio Continua, e con grande qualità, l’attività di proposta negli ultimi tempi dall’Ordine degli Concorsi di Idee, Architetti di Roma e Provincia. Alla metà del maggio scorso sono stati resi noti i vincitori dell’ultimo Concorso per Il nuovo municipio di Santa Marinella; che vede come progetto vincitore quello con capogruppo Alessandra Macchini-Roma. Secondo classif Fernando Padro Calvo-Madrid e terzo classificato, capogruppo Francesco Gentilucci-Roma; numerose le menzio icato capogruppo ni e le segnalazioni (ww.architettiroma.it/concorsi). Di grande interesse per l’originalità delle soluzio ni proposte è il progetto che ha ottenuto il terzo premio ad dello stesso ambito: Idee per la Pedonalizzaz un altro Concorso ione della Piazza di Corte, sistemazione ed utilizzo del Ponte Monum entale, recupero dell’area archeologica e riqualificazione del Centro Storico di Ariccia, conclusosi nel settembre 2004. Presentato dallo studio ma.ARCS (Michela Bianchi, Annalaura Spalla, Alessandra Spagnoli, Roberta Mossetto, Maria Cristiana Costanzo e Serena Liverani) il progetto propon dell’architettura, che vede protagoniste oltree una nuova visione stesse, le essenze vegetali, trattate in modoalle architetture nuovo e molto particolare. “Architettura e paesaggio non sono più pensate come estranee e contrapposte ma, attraverso una serie progettuali, si risolvono in un unico abbrac di accorgimenti cio”, ci spiega un’esponente del gruppo di architetti, interamente composto da donne. “Immaginiamo il ponte di Ariccia come un edificio di tre piani, il cui percorso aereo è inteso come un giardino pensile, ordinato e regolarizzato; a segnare il passo nient’altro che il paesaggio che trova intorno a sé il bosco, la campagna e infine la città, da cui prende in prestito suggestioni ed elementi naturali fino a una fusione che fa perdere i confini”. La linearità del ponte, conferendo la sensazione di essere sospesi nel vuoto, sovrastati da una parte dalla rupe del Parco Chigi e dall’altra da una distesa tappezzata di campi multicolori sul cui orizzonte si intravede il mare, è sottolineata dal progetto con la proposta di un trattamento a campi tematici del piano di camminamento del ponte. Il ponte si adatta così a un nuovo uso: modificando la propria funzione, divenendo pedonale, assume un nuovo significato, con i suoi ordini sovrapposti fende il paesaggio come una lama, insinuandosi nella natura del parco sottostante e insistendo con la sua base sulla campagna. I tre ordini del ponte, seguendo il ritmo dettato dal giardino pensile, vengono riproposti come delle stanze fiorite, occupate da una selezione di essenze diverse: dalle molteplici qualità di rose antiche, agli alberi di ciliegio posti agli ordini inferiori. In pochi e semplici segni, nel progetto, si è conferito alla monumentalità architettonica del ponte una nuova identità, che si sviluppa in completa armonia con il contesto naturalistico circostante. Un filo rosso (pista ciclabile) lega il ponte con la piazza di Corte, che viene trattata con una pavimentazione simile a quella del ponte per conferire maggiore unitarietà all’intero complesso. Primo Progetto espositivo di artisti internazionali residenti a Venezia. Paesaggio al moderno Paesaggio al moderno. Architetture di fondazione negli anni ’30 dall’Italia all’Oltremare. Mostra fotografica, cura e immagini di Donata Pizzi. Un itinerario fotografico attraverso le architetture di fondazione, dall’Italia all’Oltremare: dal Dodecanneso all’Africa (Libia, Etisia, Eritrea). Le “città nuove” rappresentano un patrimonio in gran parte sconosciuto e presente nelle diverse regioni, come le città rurali, città minerarie, gli insediamenti industriali. La mostra illustra l’importante fase di transizione dell’architettura italiana dagli anni Trenta al Movimento moderno. Triennale di Milano, Milano. festaperl’architettura. Dal 8 giugno al 25 luglio 2004. Alessandro Anselmi. Piano Superficie Progetto E’ questo il titolo del volume edito da Motta Editore che nasce come presentazione della mostra conclusasi a maggio presso il MAXXI di Roma sull’attività dell’arch. Alessandro Anselmi. Curato da Margherita Guccione e Valerio Palmieri, il libro è molto più di un catalogo, vengono presentati, infatti, in maniera molto efficace, un ampio repertorio di materiali, dai disegni originali, ai plastici, alle immagini digitali, alle numerose fotografie delle opere realizzate dall’inizio della sua attività nel 1967 ad oggi. Mostra ideata e curata da Paolo De Grandis, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Venezia. L’esposizione è frutto di una ricerca svolta sulla base delle nuove presenze artistiche internazionali che arricchiscono e contaminano il contesto culturale veneziano, tra arte e architettura, e ne traccia un excursus espressivo in una nuova e ritrovata coscienza multietnica. Varietà di stili ed esperienze e inedite interpretazioni che contraddistinguono i diversi mondi che comprendono in gran parte l’est europeo, la Spagna, l’Iran, la Grecia, fino ad arrivare al Giappone e alla Corea. Durante l’inaugurazione sarà premiato il primo artista, al quale sarà data l’opportunità di realizzare un’opera in vetro presso la Fornace Berengo Fine Arts di Murano e presentarla durante il periodo espositivo. Palazzo delle Prigioni, Venezia. Dal 5 al 20 giugno 2004. 52 di matteo bianchini piccoli bazar 06 2004 [email protected] Partiamo dalla ricetta: Giocare con la plastilina senza paura di mettere in bocca sostanze tossiche? Si può. Ma tocca farla in casa… Tranquilli! Non mi sono bevuto il cervello…non ho confuso la mia rubrica io con quella del gusto…e non voglio neanche proporvi un laborator lo non chi per didò, Il questo! tutto di Niente bambini. per di cucina la conoscesse, è una specie di plastilina che, per chi non conoscesse plastilina, è una specie di pongo molto più morbido da manipolare. Nel ... caso qualcuno non conoscesse né il didò né la plastilina né il pongo beh, allora mi arrendo! Normalmente questi prodotti si possono trovare in vendita in tutti i negozi e di giocattoli. Sono tutti prodotti atossici, ma contengono comunqu conservanti e sono abbastanza costosi. Qui in esclusiva Bazar svela la formula segreta della plastilina alimentare… mandando in crisi le multinazionali produttrici di pongo e didò ;-)) INGREDIENTI: 2 cucchiai di olio di semi 4 cucchiai di CREMOR DI TARTARO (si trova in mesticheria) 1 tazza di SALE FINO 2 tazze di ACQUA COLORI ALIMENTARI (anilina – anche questa la trovate in mesticheria) PROCEDIMENTO: 1. prendere un tegame fondo e vecchio, a cui non tenete molto 2. versare dentro sale, farina e colore e mescolarli molto bene 3. aggiungere olio, cremor di tartaro e acqua 4. mettere sul fuoco e mescolare bene con un mestolo fino a quando il composto non si stacca dal tegame 5. rovesciare fuori dal tegame e quando è un po’ più freddo impastare bene con le mani in modo da ottenere un composto omogeneo 6. una volta freddo conservare in recipienti sigillabili, perché a contatto con l’aria la plastilina alimentare tende a indurirsi e a sgranarsi; è possibile conservarla anche avvolgendola nella plastica per alimenti. Naturalmente si possono usare più colori! Vi potrete sbizzarrire! Il procedimento è facile e veloce e il didò è un prodotto molto divertente e stimolante per i bimbi. Le attività che potete proporre ai vostri bambini con la plastilina alimentare sono innumerevoli. La plastilina alimentare si può toccare, annusare, assaggiare e manipolare. Sono sicuro che i grandi ci giocheranno quanto i piccoli…è un ottimo antistress! Il valore della disuguaglianza delicata sull’amicizia e sulla diversità. Un libro intitolato IL BACIO. È una storia da leggere e da raccontare ai bambini dai 3 anni in su. Una storia molto questione più che mai attuale… una È amici? diventare topo un e gatto un Possono Rapaport. Gilles di Delicati sono i testi di Didier Lévy e i disegni più significative, sono contrassegnate Da segnalare una curiosa e intelligente peculiarità di questo libro: alcune parole contenute in questa storia, quelle parole che altri disegni. con un simbolo e alla fine, in una rubrica intitolata “storia delle parole”, è spiegato il loro significato, usando sia Il bacio, di Didier Lèvy e Gilles Rapaport, edizioni LARUS S.p.A., 1999 L’educazione civile corre sul web Per gli internet-nauti indichiamo un sito dal nome molto altisonante: Educare.it. E’ una rivista telematica sui grandi temi dell’educazione. Un sito molto vasto che comprende tantissime sezioni: “consulenza on line”, “studi e riflessioni”, “area handicap”, “scuola e dintorni”, “esperienze e progetti”. Nella home page è previsto anche uno spazio dedicato alle news. Tra le tante sezioni che vi si possono trovare segnaliamo inoltre: -“le frontiere della pedagogia”, in cui si discute di educazione interculturale, mediazione familiare, disturbi dell’alimentazione; -“educazione e solidarietà”, uno spazio dedicato alle esperienze di educazione che costruiscono pace e promuovono sviluppo. Esperienze ai confini del mondo, tra un’umanità umiliata e oppressa dalla povertà, dalla violenza, dallo sfruttamento. Progetti di educazione e cura, rivolti a ragazzi e ragazze che crescono senza prospettive di futuro. www.educare.it [email protected] Pazzi per il trekking Dal trek itinerante a quello residenziale. Un’attività alla portata di tutti. Ma non chiamatela passeggiata… Il trekking è uno sport? Di certo manca una compon fondamentale, che è quella dell’agonismo. Letteral ente mente, il sostantivo inglese trek significa “spedizione organiz (mentre il verbo to trek, se riferito a buoi, vuol dire “trainarzata” carro”, ma questo ci interessa meno). E spedizioni organize un zate nelle più belle località italiane (ma anche all’ester Trekking Italia, un’associazione senza scopo dio) propone lucro che proprio quest’anno festeggia il ventennale della sua attività. Attività centrata su un obiettivo fondamentale: ricreare una cultura del camminare. Fare trekking significa quindi la possibilità di entrare nei luoghi, scoprendone non solo le bellezze, naturali e non, ma anche la storia, l’econo mia, l’arte e, perché no, anche cose più prosaiche come la gastronomia. Esistono due tipi di trek: itinerante e residenziale. Nel primo caso ogni giorno si fa tappa in un posto diverso o rifugio), nel secondo si fanno escursioni ogni(albergo giorno diverse partendo sempre dallo stesso luogo. Esiste anche il trek con bagaglio trasportato, che altro non è se non un trek itinerante dove qualche buonanima provved e a recapitare i bagagli dell’escursionista nei diversi tappa. L’equipaggiamento cambia a seconda della luoghi di tipologia di trek che si intraprende. Per le escursioni “itineranti” bisogna portare con sé un zaino abbastanza capient e (4455 litri, comunque non superiore ai 12 chili) per contenere il necessario per la “sopravvivenza” qualche giorno dalla “civiltà”. Per le gitarelle giornaliere (che in realtà lontano essere anche molto impegnative), è sufficiente possono avere uno zaino per le proprie esigenze quotidiane (lo stesso vale per il trek con bagaglio trasportato). L’attività dei trekkers limitata alle stagioni calde. Anche in inverno è possibi non è passeggiate, magari sulla neve, con l’ausilio di racchet le fare Ma qual è l’armamentario del perfetto escursi te. Innanzitutto, servono scarpe e calze da trekking onista? . Servono magliette tecniche traspiranti e camicie di cotone, pile, pantaloni comodi lunghi e corti, giacca a vento, mantell ina impermeabile, pantavento, borraccia, guanti, tuta da ginnastica, berretto, coltellino milleusi, occhiali fischietto. Alcuni consigliano anche di utilizzareda sole e i bastoni telescopici da trekking, che rendono più sicuro il cammino e fanno risparmiare mediamente il 30 per cento di in salita (non chiedeteci come), riducendo al contem fatica po, in discesa, le sollecitazioni sulle articolazioni. Tutto l’occorr per eventuali campeggi è fornito invece gratuita ente mente dall’Associazione. Che mette in guardia dal present arsi per un’escursione privi del materiale adeguato, dal momen la mancata osservanza di queste semplici precauz to che ioni può rivelarsi catastrofico per il buon esito del trekking. Passiamo a una questione sempre dolorosa: i soldi. subito che il trekking non è un passatempo particol Diciamo economico. Per partecipare alle escursioni organizarmente Trekking Italia bisogna iscriversi all’Associazione zate da . E fin qui non ci sono problemi, visto che i prezzi sono assolut amente modici: 15,50 euro all’anno per la tessera di “socio 36 euro per quella di “socio sostenitore”. Purtrop ordinario”, po, da sborsare salgono in maniera esponenziale quando le cifre di partecipare a un’escursione, perché se è vero che si tratta Trekking Italia non ha scopi di lucro, è anche vero che in qualche modo deve sopravvivere. In media, si pagano intorno euro. Ma bisogna considerare che la quota di partecip ai 200 azione comprende viaggio, pernottamento (a mezza assicurazione RC e infortuni, documentazione varia.pensione), In più c’è il costo – sia pure una tantum – dell’equipaggiamento. bazar 06 2004 sport di valerio cammarano 53 INFORMAZIONI Per associarsi a Trekking Italia: CCP n. 31777204 oppure CCB n. 111011 della Banca Popolare Etica (ABI 05018, CAB 01600, CIN N) intestati a Trekking Italia e specificando la causale. Si possono altresì utilizzare i CCB delle sedi regionali . Ulteriori informazioni sul sito www.trekkingitalia.com, dove, oltre a un elenco completo dei trek in programma nei prossimi mesi, è anche possibile trovare gli indirizzi delle sedi regionali dell’Associazione. 2 GIUGNO VALLE TRIBOLATA GROPPO ROSSO Impegnativo trek sul Groppo Rosso, tra rupi e profondi canali. Categoria : Weekend Regione: LIGURIA Partenza : 06/06/2004 Durata: 1 giorno - Durata Massima: 1 Trek residenziale Ambiente: Appennini Tappa media: 4 ore DA PIOMBINO A POPULONIA Escursione lungo la costa che da Piombino porta a Populonia. Categoria : Weekend Regione: TOSCANA Partenza : 06/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Mediterraneo Tappa media: 6 ore PIZZONI DI LAVENO E IL MONTE NUDO Trek che segue il percorso della bidonvia del Lago Maggiore, una vecchia mulattiera, la conca del Vararo e, per finire, un sentiero sulla cresta dei Pizzoni. Categoria : Weekend Regione: LOMBARDIA Partenza : 06/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Prealpi e Appennini Tappa media: 5 ore IL GIRO DEI CASTELLI 5 GIUGNO Camminata abbastanza SENTIERO DEL SOLE IN impegnativa che tocca tre VALMALENCO Traversata sul versante retico- castelli della Val d’Aosta. Categoria : Weekend valtellinese. Regione: VALLE D’AOSTA Categoria : Weekend Partenza : 06/06/2004 Regione: LOMBARDIA Durata: 1 giorno Partenza : 05/06/2004 Trek itinerante Durata: 2 giorni Ambiente: Alpi Trek itinerante Tappa media: 5 ore Ambiente: Alpi Note: Dislivello 1300 m 12 GIUGNO Tappa media: 5 ore TERRA BRIGASCA MONTE VENEZIA E LA LAGUNA IN SACCARELLO CANOA Da un paesino della Valle In canoa tra “ghebi” e Argentina alla vetta più alta “barene” in uno dei più della Liguria. bei paesaggi della laguna Categoria : Weekend orientale. Regione: LIGURIA Categoria : Weekend Partenza : 12/06/2004 Regione: VENETO Durata: 2 giorni Partenza : 05/06/2004 Trek residenziale Durata: 2 giorni Ambiente: Alpi Trek itinerante Tappa media: 7 ore Ambiente: Acqua PARCO NATURALE Tappa media: 0 ore DELL’AVETO Escursione nell’unico parco 6 GIUGNO naturale integrale appenninico. PUNTA MARTIN Categoria : Weekend Escursione su una montagna Regione: LIGURIA impervia e rocciosa la cui Partenza : 12/06/2004 cresta delimita il vallone del Durata: 2 giorni Rio Baiardetta. Trek itinerante Categoria : Weekend Ambiente: Parchi nazionali Regione: LIGURIA Tappa media: 6 ore Partenza : 06/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Mediterraneo Tappa media: 6 ore SENTIERI E GALLERIE DEL TRACCIOLINO Sulle piste del “Tracciolino”, dove un tempo correvano dei piccoli vagoncini che portavano uomini e materiali alla diga della Val Codera. Categoria : Weekend Regione: LOMBARDIA Partenza : 02/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Alpi Tappa media: 5 ore ISOLA PALMARIA Periplo dell’Isola di Palmaria, residenza di una importante colonia di gabbiani reali. Categoria : Weekend Regione: LIGURIA Partenza : 02/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Mediterraneo Tappa media: 3 ore LA BAIA DEI SARACENI Escursione in una zona ricca di reperti rupestri e archeologici. Categoria : Weekend Regione: LIGURIA Partenza : 02/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Mediterraneo Tappa media: 4 ore 13 GIUGNO LAGO DI LOYE (PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO) Trek al cospetto delle vette ghiacciate più alte del Gruppo del Gran Paradiso, in mezzo a camosci e stambecchi. Categoria : Weekend Regione: VALLE D’AOSTA Partenza : 13/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Parchi nazionali Tappa media: 5 ore SENTIERO VERDEAZZURRO (DA FRAMURA AI MOSAICI DI FIORI DI BONASSOLA) Dal mare alla macchia mediterranea per arrivare a Bonassola in occasione della tradizionale infiorata del Corpus Domini. Categoria : Weekend Regione: LIGURIA Partenza : 13/06/2004 Durata: 1 giorno Trek itinerante Ambiente: Mediterraneo Tappa media: 3 ore 20 GIUGNO RIFUGIO GARELLI Trek fino al Rifugio Garelli, situato a 1970 metri sul livello del mare nei pressi del “Pian del Lupo”, all’interno del Parco Alta Valle Pesio. Categoria : Weekend Regione: PIEMONTE Partenza : 20/06/2004 Durata: 1 giorno Trek residenziale Ambiente: Alpi Tappa media: 6 ore 24-27 GIUGNO FESTA NELLA FORESTA INCANTATA PER I 20 ANNI DI TREKKING ITALIA Festa per i vent’anni dell’Associazione Trekking Italia, si svolgerà nel Parco delle Foreste Casentinesi, fra la Romagna e la Toscana. In programma anche la visita all’Eremo di Camaldoli. Partenze da Genova, Torino, Milano, Firenze, Bologna, Venezia Regione: TOSCANA Ambiente: Appennini Durata: 4 giorni Partenza: 24/06/2004 27 GIUGNO ANELLO DEI LAGHI DEL FRISSON Escursione che permette di visitare tre laghi ai piedi del Monte Frisson, nella Riserva Naturale del Bosco e dei Laghi del Palanfrè (parco naturale delle Alpi Maritime). Categoria : Weekend Regione: PIEMONTE Partenza : 27/06/2004 Durata: 1 giorno - Durata Massima: 1 Trek residenziale Ambiente: Alpi Tappa media: 6 ore sciocchina bazar 06 2004 54 di angelita peyretti Bugiarde nate Io gli uomini li ritengo tutti dei cretini, ma le donne… le donne! “No, senti, mi sa che stasera non vengo.” “Ma dai, guarda che una serata tra donne può essere anche molto gradevole!” “Ma ho le mie cose”. Eh no, eh no! È tutta la vita che lotto contro questa frase, e tu me la risputi qui così che non la sentivo dalle medie! Ma Gesù mio, ma quali diavolo di cose sono le tue cose? Eh? Me la vuoi dire una volta tanto quella parola? Guarda che si può dire, sono solo gli uomini che pensano che a pronunciarla poi finisce che gli vengono anche a loro! E dilla, su, per farmi un piacere, vedrai che ti sentirai meglio dopo! Mestruazioni sì, brava… no, non mesturazioni, si dice mestruazioni, stru, stru, va bene? Niente da fare, è impossibile, gli rimane appiccicata lì dall’oratorio e non se la levano più. I miei incubi sono affollati di donne che dicono “le mie cose”, un popolo intero di donne miti e pavide che senza neppure osare guardarmi in faccia mi sussurrano “ho le mie cose… ho le mie cose…” Ogni volta mi sveglio febbricitante e telefono al mio psicanalista che mi risponde sempre la stessa cosa: “La prego non me ne parli più, lo sa che mi fanno impressione”. Non lo sopporto questo riserbo meschino, di vergogna, ma farà ben più schifo parlare dei denti marci! Eppure su quello nessuno si fa problemi. C’è chi dice “piaghe da decubito”, ma guai a dire mestruazioni. “Ho fatto i buchi alle orecchie ma avevo come del pus…” Cosa!? Del pus??!! E non dici mestruazioni? Ma va là! Io gli uomini li ritengo tutti dei cretini, ma le donne, le donne! Già, una serata tra donne può anche essere un supplizio. Certo, se viene la Marta, gentile a tutti costi, educata, sempre d’accordo… beh, con lei me la cavo con un paio di battutacce cattive sulle assenti. Diciamo la verità, a volte può essere peggio di un giorno a stirare, dopo ottanta camicie e duecento lenzuola davanti alla De Filippi, ti dai un’occhiata, sfinita, rozza, abbrutita, più ignorante di prima, e ti viene l’impulso di andare dal barbiere, Tuttosport sottobraccio, e dire “Barba e capelli ragazzo”. Stasera comunque non c’è pericolo, se non annunciano nessuna nuova gravidanza vado sul sicuro, gli racconto un’altra volta la storia di quel minorato mentale con cui stavo che si sbellicava alla pubblicità dove [email protected] “i vicini” disegno di marco begani c’è Babbo Natale che canticchia: peccato è tutto petto. “Questa sì che è buona!” si batteva la mano sul ginocchio. Non invento nulla io, tutto materiale di prima qualità, storie di vita vissuta. Con quella storia il risultato è una garanzia, piano piano cominciano tutte a tirar fuori le più incredibili cretinerie dei loro fidanzati, ce n’é una che stava con un tizio che faceva un corso di allegria, gli insegnavano a ridere. Ah! È così che viene fuori una serata come si deve. E se c’è Vera? Che mi dà i consigli: “Non lo chiamare più” ti dice, sì, brava te, così non lo vedo più neanche dipinto. Crede sempre di saperla più lunga di tutte. Poveraccia. Lei è una di quelle che quando c’è un uomo, cambiano: all’improvviso gli viene il senso dell’umorismo e si sbellicano per tutte le sue battute. Poveraccia. È sempre lì che parla di un fantomatico passato. L’argomento infanzia è uno dei più micidiali. “Ah ero una bambina così bella, ma così bella! Pensa che avevo certi boccoli biondi…” Erano tutte Shirley Temple. “Pensa che all’asilo mi venivano dietro tutti…” Va bene ma adesso fai schifo! Insomma bisogna essere proprio scemi ad andare ancora sull’argomento quando si è disgraziate come te! “Ero pestifera, ma pestifera, una vera ribelle.” Sembra che faccia simpatico dire questo. Come se la cosa potesse farti perdonare l’essere sciropposo che sei. Ma dai che l’ho vista la foto vestita da principessa! “Una selvaggia guarda, avevo sempre le ginocchia sbucciate.” Ah beh, certo che se andavi coi tacchi di sette centimetri sugli scogli come fai adesso! Certe scivolate bellezza! Scusa ma non ti ci vedo ad arrampicarti sugli alberi dopo quella volta alle medie sul quadro svedese coi lacrimoni. La professoressa l’aveva lasciata lì una settimana, poi l’hanno tirata giù con una gru. Poveraccia. “Una volta mi abbronzavo tantissimo…” Ma chi se ne frega!! Hanno tutte un passato vacanziero esotico in cui belle e selvatiche razzolavano per le spiagge deserte di una Grecia ancora intatta. “Ero così a contatto con la natura che sembravo una parte di essa.” A sì? E poi cos’è successo che sembri un piumino per spolverare adesso? Ma a chi vuoi darla a bere! Lo so che andavate a Loano! Va beh, è meglio che mi prepari, che se arrivo in ritardo quelle cominciano senza di me e mi mettono il curry da tutte le parti, e la torta di mele me la servono nel tajin. Va bene la cucina etnica, ma mangiare sul pavimento! Magari con le bacchette. L’ultima volta mi sono portata le posate da casa, per sicurezza. E poi io che non sopporto neanche il panettone, mi obbligano sempre a portare quel pane con l’uvetta, tre chili una pagnotta… …Poi tu non le sopporti più e allora che fai? Ti fidanzi, e accanto ti trovi uno che non riesce neanche a scorgere la differenza tra te e quelle bugiarde. [email protected] bazar 06 2004 corsi di valeria cecilia 55 Voglio un “reality personal trainer” Arriva una guida che propone ai manager di lasciare l’ufficio e lavorare in strada. Per conquistare il mercato Basta studi e ricerche, numeri, video presentazioni e mega riunioni intorno a tavoli di alta dirigenza. Se si vuole davvero sfondare il mercato, è meglio uscire dall’ufficio e andare a conoscere di persona il target da conquistare. Questa è la singolare idea del gruppo di lavoro “Guerriglia Marketing”, impegnato da tempo in campagne e azioni di comunicazione non convenzionali, mirate ad ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti. Provare per credere. In fondo, che ci si occupi di telefonia mobile, abbigliamento o cultura, le domande poste quando si lancia un’idea sul mercato sono sempre le stesse: cosa pensa quel ragazzo a cui voglio vendere i miei libri? E alle ragazzine di sedici anni queste magliette piacerebbero? I trentenni vedrebbero il mio film? Comprerebbero questo servizio via sms? Se uscire da questa logica di mercato è difficile, a cambiare possono essere le risposte, e anche la cifra dei soldi investiti. Gli organizzatori di Guerriglia Marketing hanno ideato un corso ad hoc partendo dal presupposto che lavorare in ufficio, soprattutto a ritmi elevati, crea un inevitabile scollamento dalla realtà, relegando il manager a percezioni e fruizioni del tutto teoriche e mediate della stessa. “Si passano ore e ore ad analizzare un fenomeno o un gruppo di persone senza mai averle viste da vicino - spiega Sara, una dei responsabili di Guerriglia Marketing- e allora, forse è utile recuperare la relazione diretta con le cose, partecipando personalmente agli incontri, serate ed eventi che il potenziale target individuato predilige”. La parola d’ordine quindi è una “reality full immersion”. Ma niente paura, non vi ritroverete per la strada, con la valigia in mano, soli e spaesati: con voi ci sarà il “reality personal trainer”, un ragazzo o ragazza, che vi accompagnerà e guiderà negli ambienti da voi scelti, introducendovi in una veste semplicemente amichevole e sciogliendo qualsiasi barriera costituita da una divisione di ruoli (sarebbe infatti senz’altro difficile relazionarsi a una festa di studenti universitari come “manager”). A seconda del target che avete puntato, vi potete ritrovare in zone periferiche della città, in sale prova di aspiranti musicisti, dentro studi di giovani artisti, feste di studenti di economia, centri sociali, pub. L’ utile scappatella dall’ufficio di solito dura non più di otto ore e si svolge preferibilmente in orari serali e notturni. Per ora i trainer di Guerriglia Marketing sono operativi nelle città di Roma, Bologna, Milano. Per informazioni e tariffe www.guerrigliamarketing.it E’ nata la prima “Università del gusto” Slow food ha lanciato l’istituto di Scienze Gastronomiche. I corsi iniziano ad ottobre Studiare cibi e bevande e fare del gusto una professione oggi è possibile. Lo scorso mese è stato inaugurato il corso di laurea in Scienze Gastronomiche, lanciato da Slow Food, con due sedi: una in Piemonte, a Pollenzo (Cn) e l’altra in Emilia Romagna, a Colorno (Pr). Non più solo un master o un semplice corso di sommelier, oggi la tradizione alimentare è una scienza vera e propria. Il piano di studi unisce saperi scientifici, quali l’agronomia e la zootecnica a saperi umanistici, come la storia e l’antropologia. Il corso di studi è costituito da un triennio di formazione e un biennio di specializzazione con due orientamenti: scienze della comunicazione alimentaregastronomica (giornalismo, editoria) e gestione delle imprese di produzione e distribuzione degli alimenti (marketing alimentare, ristorazione, turismo). Dalla nuova università uscirà un interprete dei sapori e delle tradizioni, in grado di guidare la produzione e valorizzarla, di insegnare a degustare, di orientare il mercato, di comunicare e promuovere i cibi, le bevande e la loro immagine. L’ateneo è a numero chiuso e la retta annuale, almeno per il primo anno di studi, è fissata in circa 19mila euro. Per informazioni www.unisg.it/ita/index.htm www.slowfood.it 56 di valeria cecilia fenomeni bazar 06 2004 [email protected] Fermenti culturali e artistici del substrato metropolitano. Movimenti liberi e percezioni di cambiamenti in atto. Work in progress… Al Brancaleone al Cpa di Firenze I colori dell’Africa dei tessuti africani adesso può imparare Chi ama i meravigliosi colori a tesserli e cucirli da sé, per arricchire la propria casa con pezzi unici, prodotti con le proprie mani, introvabili nei negozi. Il “CPAFiSud” ospita tutti i giovedì “TessereLiberi”, un laboratorio autogestito per la tessitura a mano che utilizza telai africani Kente Ewe. Ed ecco che teli da mare, copriletto, sciarpe, foulard e tappeti nelle bellissime tinte etniche si possono fare da soli senza difficoltà a costi minimi. Bastano infatti una o due serate di lavoro al telaio per apprendere le tecniche di lavoro e poi ci si lancia nelle proprie creazioni libere. I lavori realizzati entrano tutti a far parte del catalogo on line di TessereLiberi. Il laboratorio e i materiali sono gratuiti. Tutti i giovedì dalle 18,30 alle 21,30 - aula 40 della ex scuola Don Facibeni, Centro Popolare Autogestito Fi-sud. Via villamagna 27/a Firenze. Tel. 0556580479 www.cpafisud.org Al Leoncavallo palato equo e critico Contro la globalizzazione dei palati nasce al Leoncavallo “Biogus lab”, un laboratorio di consumo equo, che si attiva per far incontratoconsumatori e produttori attenti al rispetto dell’ambiente e re alla qualità e tipicità dei prodotti. Ogni mese sono previsti un grande mercato e delle mostre di prodotti tipici del nord Italia, per diffonde la conoscenza dei prodotti locali e la loro degustazione (pane, re olio, vino, miele, farine, cereali, formaggi, salumi, insalate di campo e coltivate, uova, cosmetici e detersivi). In questo modo si invitano anche i produttori a praticare le autocertificazioni contrassegnando il prezzo sorgente sulle etichette delle merci. Il prossimo mercato è previsto per la fine di giugno. Leoncavallo, via Watteau 7 Milano. www.leoncavallo.org del benessere arrivano i mercoledì Rilassarsi o rilassare gli altri? Al Branca di Roma il mercole dì si possono fare entrambe le cose. Un corso di yoga e di ginnasti dolce, per imparare tecniche di respirazione, che distendo ca no i muscoli con benefici per tutto il sistema nervoso e degli esercizi di ginnastica orientale, con posizioni e sequenze di rilassam Si impara anche l’automassaggio. Invece per fare massaggi siento. seguire il corso di Rosanna Tocci, che insegna il massaggio può Zen Shatsu, la tecnica di base dello shatzu diffusasi negli anni settanta I partecipanti, alla fine del corso potranno utilizzare le pratiche. acquisite per guarire familiari e amici da stress, insonnia, ansia, depressione, tensione nervosa, mal di testa, disturbi digestivi , disfunzioni mestruali, bassa resistenza alle infezioni. Tutti i mercoledì dalle 18.00 - C.s. Brancaleone, via Levanna , 11 Roma. Tel. 0682000959 bit alternativi Officina 99 a Napoli, informatica, al Neapolis HackLAb, il In tempi di precaria sicurezza laboratorio di informatica libera dell’officina 99, si intensificano gli appuntamenti con i “bit alternativi”: tutti i mercoledì sera alle 21.00 ci sono incontri per installare il sistema operativo linux e seminari sulla sicurezza in rete. Lo scopo è diffondere la conoscenza del sistema linux, che ormai sta prendendo piede in sostituzione del tradizionale Windows, che è più costoso e ha raggiunto una situazione di monopolio sul mercato. Linux infatti è un sistema operativo sviluppato nello spirito della condivisione delle risorse (open source) e distribuito con licenza gpl (possibilità di diffondere liberamente il software alle stesse condizioni in cui lo si è ricevuto). NEAPOLIS HACKLAB(metroGianturco). zona orientale Officina 99, via Gianturco 101 Napoli www.officina99.org/hacklab.html www.officina99.org CORSO BASE di LINUX mercoledì 14 maggio 2003 ore 20:30 PROGRAMMA Al Torchiera festival di musica e teatro 21 - 27: Festival di Teatro 10 - 14: rassegna dei saltimbanchi: 19 - 20: mini rassegna di jazz Cascina Torchiera Senz’acqua, piazzale Cimitero Maggiore 18, Milano tram 14 bus 40 www.ecn.org/torchiera/torchiera_files/torchiera.htm Brescia magazzino 47: Festa internazionalista dal 17 al 27 giugno giovedì 17 : mini critical wine venerdì 18: concerto con assalti frontali sabato 19: concerto con narad giovedì 24: mercato 47 e spettacolo teatrale sul g8 venerdì 25: concerto con matrioska e nunc bibendum est sabato 25: festival punk Magazzino 47, via industriale 10 Brescia. Tel 0303731188 www.ecn.org/brescia/magazzino47 A Milano sud: il 14/5 21/5 nuovo numero 28/5 della rivista di 04/6 11/6 18/6 Eterotopia Etica hacker, storia di Unix e filosofia GNU Installazione di Mandrake Linux 9.1 Familiarizziamo con il KDE Il filesystem di Linux + la linea di comando Colleghiamoci ad Intenet Aggiornamento e manutenzione The GIMP OpenOffice Lezioni di SaMBa Multimedia e masterizzazione E’ uscito il nuovo numero di Zone, 25/6 la rivista periodica autoprodotta 02/7 dal centro sociale Eterotopia con 09/7 il contributo libero degli abitanti 16/7 del quartiere. Tra gli argomenti del nuovo numero c’è il controllo, I corsi si effettueranno presso il c.s.o.a. Officina 99, via Gianturco 101 (metro Gianturco), orientale - napoli. inteso come controllo fisico, zona Partecipazione libera e gratuita. come quello delle telecamere e Info: [email protected] - tel: 0817349091 (il mercoledì sera) quello mentale, in cui ci si può trovare nei posti di lavoro. Tra gli altri argomenti trattati nel nuovo numero, il consumo critico. La rivista si può trovare presso Eterotopia o nelle edicole della zona di S. Giovanni milanese. Eterotopia, via Risorgimento 21 San Giuliano Milanese. www.eterotopia.org [email protected] bazar 06 2004 net di valeria cecilia 57 La mano invisibile di Internet? Non credeteci... Secondo Paolo Zocchi, presidente di “Una Rete”, il digital divide non si supera regalando ai ragazzi un com pute r. Ma scatenando in loro fame di informazione. Internet è un fenomeno rivoluzionario si, ma d’èlite della libera espressione, ma è riservato a pochi . E’ il mezzo questione del “digital divide”, ovvero la frattura privilegiati. La ha accesso a Internet e chi no, è oggi molto esistente tra chi il mezzo di comunicazione che poteva essere discussa perché il più democratico del mondo, rischia di rafforzare la radicata divisio ne tra ricchi e poveri. Nel mondo sono 600 milioni le persone che navigano la rete web, esattamente lo stesso numero di persone che compongono “l’elite degli agiati” nel globo. C’è innanzitutto la distanza tra nord e sud del mondo, e in questo periodo se ne sta discutendo al Cairo, al summit dell’agenzia delle telecomunicazioni delle Nazioni Unite, la Itu (www.itu.in). Ma il digital divide è un’emergenza anche squisitamente italiana: il Cnel (www.cnel.it) lo scorso maggio ha rilevato che a fine 2003 il numero di italiani che navigano su internet è salito a quota 13,7 milioni, il 10 per cento in più rispetto allo scorso anno. Ma il dato è ancora lontano dalle medie europee: la diffusione dell’accesso, in Italia è relegata al 28,5 per cento della popolazione, mentre si registra il 60 per cento in Germania, il 54 per cento nella Gran Bretagna o anche il 43 per cento in Francia. Ancora più insostenibile il confronto con gli Stati Uniti, dove la penetrazione è al 68 per cento. In più, il digital divide di casa nostra assume i caratteri della divisione regionale: la penetrazione più elevata della rete si rileva in Liguria (36,7 per cento), seguita da Lombardia (36,4), mentre il sud è in fondo alla classifica con Puglia (25,2), Sicilia (18,7) e BasilicataCalabria (17,8). Insomma la rivoluzione del nuovo media, piombato nelle nostre vite promettendo accesso e libera espressione per tutti, ha ancora molta strada da fare. A differenza delle precedenti rivoluzioni industriali, quella di Internet infatti non si basa solo sulle ingegnose trasformazioni strutturali, ma necessita di un passaggio culturale ampio, fondato su un nuovo modo di agire e usare la tecnologia: “quando sarà la maggior parte delle persone, e non una ristretta cerchia, a cercare e sfruttare le informazioni messe in rete, allora potremo dire che il cervello di Internet avrà iniziato davvero a funzionare”. A dirlo è Paolo Zocchi, presidente dell’associazione “Una Rete” (www.unarete.org) e autore del libro “Internet, una democrazia possibile”edito da Guerini e Associati, in cui spiega come l’ostacolo principale alla diffusione di Internet per l’Africa o per il sud Italia, non è l’estensione della cablatura, o delle altre infrastrutture di connessione (quali il sistema senza fili o il wap) e neanche il gap dell’alfabetizzazione informatica (facilmente superabile): lo scoglio vero è l’ “alfabetizzazione sociale”, ovvero la propensione delle persone alla ricerca di conoscenza. E’ questa che va seminata nel mondo. Infatti non tutti coloro che hanno la connessione Internet la usano poi per scopi conoscitivi. Il rapporto del Cnel lo conferma: l’uso di internet per il 73 per cento di coloro che si connette in Italia è legato soprattutto alla ricezione e all’invio della posta elettronica. C’è tutta una massa di ragazzini tecnologicamente avanzati che usano internet per scopi solo comunicativi, quali mail, sms, scaricare servizi di intrattenimento per il cellulare. Il secondo grande ostacolo alla diffusione della rete lo sta erigendo invece l’attuale linea politica, assolutamente restrittiva e conservatrice verso nuove forme di diffusione dell’ informazione create dalla rete, come nel caso del file sharing, e quindi le politiche sulla proprietà intellettuale. Come far cambiare la rotta? Con una politica “glocale”. I grandi summit per Zocchi hanno fallito, la relazione tra Internet e la politica è davvero troppo complessa e molto poco operativa se presa solo a livello mondiale. Le enunciazioni di principio non bastano più, hanno creato uno stallo. L’efficienza può esser recuperata a livello locale. Se dovessi scegliere tra il summit mondiale e una conferenza in provincia, conclude Paolo Zocchi, io andrei sicuramente alla seconda. 58 di guido dolara noi bazar 06 2004 [email protected] L’imperialismo degli Stati Uniti d’Europa Secoli di colonizzazione europea hanno lasciato segni delle nostre culture. Delle nostre violenze e dei nostri eserciti ma anche dei nostri gusti, usi e passioni. Anche l’ Italia ha lasciato le sue tracce, in Libia, Eritrea e Somalia. Oggi nel mondo post-coloniale queste memorie si mescolano con usi locali trasformandosi e arricchendosi. Contribuiscono alla nostra identità di Europei. Non è un caso che il gioco del cricket, compless o rituale tipico delle classi alte inglesi, è anche popolare nelle ex-colonie di India, Pakistan, e nelle isole caraibiche che sono state sotto la dominazione britannica. O che la pasta di lievito Marmite, un amarissim o condimento popolare tra gli studenti inglesi, si usi anche in Sud Africa, Australia e Nigeria. Il passato coloniale dell’Italia è spesso dimenticato, la psiche collettiva si identifica più con gli invasi che con gli invasori, con le vittime che con gli aggressori. Ma anche l’ Italia ha avuto le sue colonie durante la prima metà del ‘900, in nord-Africa e nell’ Africa orientale, paesi come la Somalia e l’ Eritrea, con cui oggi i rapporti sono spesso limitati. Eppure, tracce della presenza italiana si vedono. Si dice per esempio che il cappuccino migliore d’ Africa si trovi ad Asmara, in Eritrea, excolonia italiana, una città che architettonicamente ricorda Viareggio più che Nairobi o Johannesburg. Tracce di Italia si trovano anche a Mogadiscio, capitale della Somalia, della Somalia italiana. La giornalista Meera Selva risiede a Nairobi ed è una dei pochi corrispondenti internazionali che si è recentemente avventura ta a Mogadiscio, città quasi dimenticata dalla comunità internazio nale, dove, dopo l’ uscita delle Nazioni Unite e delle truppe americane nel 1995-1996, persino le agenzie umanitarie sono restie ad arrivare. Racconta a Bazar: “La città di Mogadiscio è in rovina, dopo anni di guerra civile i muri protettivi delle vecchie ambasciate fanno la guardia solo a pecore e capre e il paesaggio è cosparso di sacchetti di plastica dilaniati esposti al vento sugli alberi di acacia. Ma tra le rovine si riconosce architettura di stile italiano, vecchi edifici costruiti in epoca coloniale, che ricordano le città costiere della penisola. L’ influenza italiana si sente ovunque, e prima di tutto nei pasti: a pranzo si mangiano quattro portate, una zuppa, un piatto di pasta, carne o pesce, poi frutta come dessert, e sempre un caffè espresso per terminare. Persino le banane, onnipresenti nella dieta locale e mangiate a colazione pranzo e cena, sono state piantate per primi dagli italiani, che crearono un sistema agricolo mirato all’ esportazione piuttosto che al consumo locale. A volte le portate vengono intervallate con frutta tropicale, papaya o banane, per ripulire la bocca. Solo il vino è assente, proibito dalla tradizione islamica. I somali, come gli italiani, hanno mantenuto una reputazione di eleganza e decoro nonostante i conflitti e la difficile storia degli ultimi anni. Le donne somale si coprono la testa secondo l’uso islamico, ma spesso il velo è imitazione delle grandi case di moda italiane, Armani, Prada o Gucci”. Un altro tratto di somiglianza tra Somalia e Italia sembra essere l’ energia imprenditoriale. Racconta Meera Selva: “Nonostante la Somalia non abbia un governo da tredici anni e sia in continua guerra civile, si è creata una sorprendente economia di mercato. Mogadiscio ha quattro fabbriche di sacchetti (e una quinta è in via di apertura), quattro fabbriche di pasta, quattro piste di atterraggio, tre reti di telefonia cellulare (che offrono le chiamate internazionali più a buon mercato di tutta l’Africa) e Internet café con connessioni satellitari”. Ibrahim Rashid per esempio è un imprenditore che sta preparan do l’apertura di un Internet café. Ha investito 15,000 dollari per comprare 20 computer e una connessione satellitare. Prenderà 60 centesimi all’ora per usare ciascun computer e terrà aperto 16 ore al giorno. L’ Internet è una risorsa importantissima a Mogadiscio, che altrimenti sarebbe tagliata fuori dal mondo, senza turismo o giornali che pubblichino notizie affidabili. I punti Internet hanno una atmosfera quasi sacralizzata, bisogna togliersi le scarpe per entrare e l’ambiente è di concentrazione intensa. Gli schermi dei computer sono racchiusi da teche sicure in vetro. Dice Rashid “I somali sono imprenditori. Ci piace comprare e rivendere , e possiamo trovare il modo di commerciare in qualsiasi situazione ”. In un paese senza governo, non ci sono tasse. Però gli imprendit ori devono pagare per procurarsi la protezione personale, per non essere rapiti o rapinati. Giovani guardie del corpo costano due dollari al giorno e sono armati di razzi e bombe a mano. Per atterrare, bisogna pagare una ‘tassa’ aeroportuale a uno dei signori della guerra in una delle piste di atterraggio, 25 dollari a passegge ro. La torre di controllo: una piccola radio portatile. La Libia, diversamente dalla Somalia, è una ex-colonia italiana che sta diventando meta turistica alternativa interessante e, a detta di tutti i turisti, un paese bellissimo e inesplorato. Le relazioni internazionali del paese con l’occidente stanno migliorando e sta crescendo l’interesse per il paese da parte degli investitori internazionali. Le tracce visibili della presenza italiana, a parte gli interessi commerciali considerevoli, sono soprattutto architettoniche. Per il resto, l’italiano si parla poco e il paese presenta tutte le caratteristiche di un paese arabo nord-Africano. Viaggiare in Libia rimane problematico dal punto di vista organizza tivo a causa della burocrazia: occorre il visto, la traduzione dei dati personali in arabo, un minimo di valuta per entrare nel paese. Bisogna anche che il passaporto non abbia timbri di frontiera israeliani. Si consiglia di rivolgersi a operatori turistici italiani per organizza re una visita, anche se questo di solito alza i prezzi, perchè le procedure sono a volte imprevedibili. In aereo si raggiunge Tripoli da Roma con l’Alitalia. Non ci sono collegamenti marittimi diretti, ma è possibile fare scalo a Malta (nuovo membro Ue che comunque vale una visita). Una volta arrivati, il paese però è sicuro anche grazie a una forte presenza di polizia. Si consiglia di fare attenzione a usare la macchina fotografica, alcuni turisti hanno avuto problemi dopo aver scattato foto a edifici di “interesse nazionale”. Fotografie di Ulrike Kaltermann [email protected] Diversa, soprattutto da New York o San Francisco, che sono metropoli di un’America cosmopolita e conosciuta da molti, Chicag è più America profonda: è una città provinciale, caratterizzata da o grande voglia di affermarsi. E lo fa col danaro, col lavoro duro,una con la testa bassa e con un po’ di provincialismo. È chiamata the second city (la seconda città), e per il fatto di covare il sogno impossibile di poter essere un giorno la prima (la prima è e sarà sempre New è una città che corre, una city on the make, secondo l’espressioneYork) scrittore Nelson Algren. Ha numerosi nomignoli, il più famosodello quali è the windy city (la città ventosa). Di vento ce n’è, ma non è dei detto che ce ne sia di meno a Minneapolis o a Detroit. 3 milioni di abitanti (9 nell’area metropolitana), 25 chilome tri di parco che separano la città dal lago Michigan, la città ha un profilo straordinario, con i bellissimi grattacieli di Mies Van Der Rohe, Helmut Jahn e Philip Johnson, con luminose isole di verde e con la metropolitana sopraelevata su vecchie strutture di ferro. La grande architettura americana ne ha fatto il suo terreno sperimentale, sia dal punto di vista costruttivo che urbanistico. La tradizione di Louis Sullivan e gli edifici di Frank Lloyd Wright sono fra le meraviglie XX secolo mentre la progettazione del lungolago e il piano urbanis del di Daniel Burnham continuano a dare alla città uno straordinario tico senso di serenità. I problemi legati alla zonizzazione e alle divisioni etniche sono tuttavia rimasti come una piaga del panorama metropolitano. Larghe aree degradate ospitano cittadini di seconda classe: neri, latinoamericani, bianchi di recente immigrazione, mentre i suburbi opulent sono abitati da famiglie ad alto reddito. La violenza urbana è uno i dei connotati di Chicago. La città ha una storia straordinaria. Avamposto francese in territori indiano fino alla metà del Settecento (il nome, Chicago, derivere o bbe dall’espressione chi-ca-gou, campo di cipolle nella lingua degli indiani Illinois), divenne poi un forte inglese e quindi americano. A metà del XIX secolo, grazie alla sua posizione geografica al centro delle grandi pianure si trasformò in un importantissimo nodo ferroviario, in un centro industriale che produceva macchine agricole e, soprattu nella capitale della manipolazione e della conservazione della tto, che arrivava con le grandi mandrie dal Far West prima dell’usocarne delle refrigerazione. Chi ha letto il romanzo La giungla di Upton Sinclair conosce le speranze e le tragedie dei lavoratori nei mattatoi di Chicag ai primi del secolo XX. Importante mercato del lavoro negli anni o grandi migrazioni, fra la fine del XIX e i primi vent’anni del delle XX secolo, Chicago fu poi anche teatro di una impressionante stagione della malavita organizzata, simbolicamente rappresentata dalla figura di Al Capone e dalla strage di San Valentino nel 1929. Chicag oè importante anche nella storia del movimento operaio e del socialism perché dai tumulti di Haymarket e dalla ingiusta condanna a morte o di cinque anarchici nel 1886 deriva la scelta del 1° maggio come giornata internazionale dei lavoratori. La città è ben amministrata e organizzata, e il suo sindaco attuale 1989) Richard M. Daley è parte della storia urbana: la sua (dal è una famiglia di professionisti della politica locale che da quasi un secolo domina la vita del Partito democratico nel Midwest. Il padre - che studioso ha definito “un faraone americano” - era un classico boss uno della politica e fu sindaco della città fra il 1955 e il 1976. Chicago continua ad attrarre grandi flussi di migrazioni interne e internazionali: ci vive la più grande comunità di polacchi dopo Varsavia, quasi un terzo dei suoi abitanti sono neri e ora la variopin ta popolazione latinoamericana ha superato il 25 per cento. Il suo fascino è dato dall’impressionante miscuglio di razze, violenza, democrazia ordine urbano. Deve all’Europa e al resto del mondo le origini dei e suoi cittadini, ma non gli deve altro. Per questo, assai più di New York, è America profonda. Un bel libro su Chicago è Marco d’Eramo, Il maiale e il grattacie lo. Chicago: una storia del nostro futuro, Milano, Feltrinelli, 1995, pp.408 , 18,08 (in edizione economica 8,26) bazar 06 2004 loro di franco andreucci 59 E’ l’America profonda, quella provinciale che corre. La chiamano the second city, si può immaginare quale sia la prima… Chicago, miscuglio di razze, violenza e ordine urbano. Fotografia di Karen Summer Chi-ca-gou, campo di cipolle 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 06 2004 [email protected] Raccontare mondi lontanissimi È nato online il 24 maggio. Ha avuto una gestazione di poco più di un mese. Per ora, come spiega il suo ideatore, Antonello Sacchetti, “è poco più di un gioco. Agli altri impegnati con me in questa avventura ho detto: pensate che abbiamo prenotato il campo da calcetto, se qualcuno manca non si può giocare”. Il “campo da calcetto” in questione è un giornale online, www.ilcassetto.it. Il cassetto, cioè, come recita la homepage, “l’informazione che rimane”. Ma anche “un sogno nel cassetto”, che adesso sta diventando realtà. Per oltre un anno Antonello Sacchetti, giornalista già ufficio stampa di Amnesty International e Save the Children (organizzazione inglese con una rappresentanza in Italia per la raccolta di fondi), ha tenuto un blog, un diario in rete, pubblico. Prima ancora c’era stata l’esperienza di Grandi Notizie, giornale online che gli aveva offerto l’opportunità di lavorare a dossier internazionali. “Quell’esperienza si era conclusa brutalmente dopo l’11 settembre 2001, quando era diventato chiaro che nessuno voleva più investire sul web, che la pubblicità online non era affatto quella gallina dalle uova d’oro di cui si favoleggiava”. C’erano poi anche le difficoltà tecniche, “la comunicazione era lenta, per caricare siti complessi ci voleva tempo e per l’utente finale l’informazione online non era sempre facile da conquistare”. “Oggi la diffusione dell’Adsl ha modificato molto questo scenario. E Internet mi sembra il luogo ideale per l’approfondimento. Ormai l’accesso è facile e le ricerche veloci. Certo, non tutti sono interessati alle stesse cose, ma è proprio qui il bello: se l’informazione c’è, senz’altro chi è interessato può recuperarla rapidamente”. L’informazione de il Cassetto riguarda essenzialmente Mondi Lontanissimi, che oltre a essere il titolo di una delle rubriche, sintetizza un po’ lo stile del giornale: “Si tratta di mondi lontanissimi, non perché lo sono geograficamente – anche se spesso è così – ma perché sono luoghi di cui si parla poco, che poco si conoscono. Oggi si mangia sushi e si dorme sui futon, ma poco si sa della Bulgaria, nostra vicina di casa, per esempio”, spiega Sacchetti. Oppure sono argomenti scomodi, che si tengono a distanza perché alle volte bisogna ammettere errori, scelte politiche sbagliate o almeno controverse, “per esempio nel prossimo numero parleremo di Algeria, del ‘golpe bianco’ che ha sottratto la vittoria elettorale al Fis, il Fronte islamico per la salvezza, partito di matrice Informazione e approfondimento online www.lettera22.it L’associazione Lettera 22 riunisce giornalisti professionisti, specializzati in temi di politica estera e cultura, e fornisce servizi giornalistici firmati, reportage, format radiofonici, contenuti per portali Internet. Sul proprio sito mette a disposizione, oltre a notizie aggiornate quotidianamente, articoli di approfondimento e servizi radiofonici. Molte schede, molte informazioni che altrimenti non si leggono da nessuna parte. www.donnealtri.it Un luogo online nato per discutere di temi che interrogano in modi diversi gli uomini e le donne, dove gli articoli si organizzano intorno a dicotomie intriganti: locale/globale, rosa/nero, merci/desideri, reale/virtuale, anima/corpo, storie/corsivi. Creato da quattro giornalisti, tre donne – Monica Luongo, Letizia Paolozzi, Bia Sarasini – e un uomo, Alberto Leiss. Aperto ai contributi di chi vuole discutere. www.rekombinant.org Sottotitolo “linee di fuga dal pensiero binario”. Fughe e proposte intorno a temi quali Internet e i new media, la Psicochimica, Oggi come mi pongo, Città, Immaginario, Economia, Geopolitica. Autori dietro nickname fantasiosi. Informazione della rete e sulla rete. Nasce un nuovo periodico online. Grafica scarna, poche immagini, desiderio di raccontare luoghi e persone trascurati dalla grande informazione. Uno spazio per gli approfondimenti. Intervista con il suo ideatore, Antonello Sacchetti fondamentalista islamica, consegnando poi il paese a una guerra civile che ha fatto oltre 200 mila morti”. “E racconteremo il Turkmenistan”, anticipa ancora Sacchetti, “dove il nostro collega e amico Sergio Cecchini ha avuto la fortuna di andare, toccando con mano gli effetti del governo del presidente Niyazow, un uomo che ha addirittura sostituito i mesi sul calendario con i nomi della madre e delle sorelle, e che si trova oggi al centro di un’area di massimo interesse geopolitico per il transito dell’oleodotto verso la Turchia, basta guardare i recenti movimenti di capitali verso quell’area per avere un’indicazione inequivocabile del futuro che verrà”. Le altre rubriche la dicono lunga sul taglio scelto. C’è quella dedicata ai fatti di casa nostra, intitolata Serva Italia. L’articolo del primo numero – un viaggio, molto istruttivo, nelle pieghe del nuovo sistema sanitario nazionale - ha questo incipit: “Se in un ristorante ci imbattessimo in locali sporchi e scomodi, in camerieri e ristoratori maleducati, in cibo di scadente qualità, torneremmo in quel ristorante? Lo consiglieremmo agli amici? Allora perché, mutatis mutandis, continuiamo a sopportare tali situazioni negli ospedali?”. Ci sono le Cartoline da…, che ci rinfrescano la memoria con un ritratto di Sarajevo come era 5 anni fa, quando la guerra era non alle porte, ma dentro l’Europa. E poi interviste (i Protagonisti), ritratti di personaggi che furono (Sommersi e Salvati), musica e sport. Per ora un po’ troppo maschile, una visibile assenza delle donne che un po’ infastidisce, come se il mondo di chi fa notizia sia ‘ovviamente’ di sesso maschile. Certo la grafica è un po’ approssimativa, “mi sono limitato a comprare il content management system più semplice che ho trovato, a noi interessavano soprattutto i contenuti – spiega Sacchetti – ma se il divertimento continua nei prossimi mesi nulla vieta di fare un restyling e di investire un po’ di più anche nella grafica”. Per ora il Cassetto è destinato a rimanere un quindicinale, anche se la sfida sarebbe arrivare a farne un settimanale: “Il conteggio dei contatti è incoraggiante, se si pensa che è frutto solo di una mail fatta circolare ad amici e conoscenti”, continua Sacchetti. Nel futuro immeditato c’è l’espansione dei collaboratori, il primo a entrare nel gruppo scriverà da Betlemme, altra area calda del pianeta. Poi potrebbe esserci un investimento da parte di una università, un contatto con l’agenzia stampa dei missionari Misna “che sono presenti un po’ ovunque nei mondi lontanissimi cui rivolgiamo lo sguardo”, e la creazione di una serie di strumenti interattivi. bazar 06 2004 [email protected] Forza Italia candida una transessuale Sandra Alvino gender di giulia premilli 61 La notizia è forte: una trans tra le fila di Forza Italia. E non è una qualunque, visto che Sandra Alvino è anche presidente dell’AIT… Sandra Alvino è stata nella fine degli anni 80 una dei primi uomini bisturi (in quel di Londra) per diventare a tutti gli effetti donna. Haitaliani a ricorrere al decennio per cambiare i documenti, altri 6 anni per vedersi recapita combattuto per un buon passato normalmente gli esami) e qualche altro anno per riuscire re la patente (dopo aver a un detenuto... E’ sua l’affermazione: “Hanno fatto sposare Cutolo,sposarsi (in carcere) con devono far sposare anche me”. Di politica ne ha fatta tanta soprattutto al fianco di Adelaide Aglietta aperto da più di un anno l’associazione italiana transessuali, è stata . Oggi, dopo aver candidata nelle lista di Forza Italia per i consigli di quartiere del capoluogo toscano. “Sono stata presentata da Bianca Maria Giocoli di Forza Italia – ci spiega Sandra Alvino è stata una dei pochi politici ad essere stata sempre oltre gli schieramenti politici, ma soprattu tto a essermi stata vicina a livello umano. Così ho accettato volentieri di presentarmi sotto gli azzurri anche grazie all’amicizia che ci lega. Durante la presentazione delle liste Giuliano Amato che si è rivolto a me con simpatia. Incredibile... era presente anche ma vero”. Vale la pena il Toscana Pride! In giro per la Toscana gli appuntamenti, gli spettacoli e le performance più intriganti, colte, raffinate ed eccentriche del mondo gay e transgender FIRENZE dall’4 al 6 giugno Polispazio Queer: attività culturali, spettacoli , mostre e dibattiti. Seminario di letteratura e cultura GLBTQ di Stone Butch Blues con l’autore USA (include presentazione Leslie Feinberg) - Premio letterario GLBTQ - Progetto “Totem”: Convocazione di artist lesbiche per un workshop di una giornata e, poetesse, scrittrici durante la quale lavorare a un assemblaggio di pezzi, frasi, espression in-progress, filmati da rimontare per uno i corporee, workscript & performance collettiva (Gap_autistiche). Dall’8 al 11 giugno Gruppo Ireo e l’Amandorla florence Queer Festival, rassegna di cinem gay, lesbica e transgender (l’universo quee a e video a tematica con lungometraggi o cortometraggi, solita r), fiction, documentari, mente di produzione indipendente. Selezione di cortometraggi GLBTQ (ospi GB/USA) tra cui i Video “Cera l’H” di te Del La Grace Daniela Ravaschio; video “FtM” di Mar Paola Guazzo & y Nicotra; video di Marco Pustianaz. Premiazione video GROSSETO Dal 14 al 18 giugno - Spettacoli al Bastione Garibaldi. Durante la settimana ogni sera un concerto e/o uno spettacolo con artisti nazionali e locali quali Alessandro Fullin, Katia Beni, I Raggi Fotonici, i Suonatori da Taverna e Grand Hotel, Nada e Platinette. Dal 17 al 20 - Gay Camping Sono stati presi accordi e stipulate convenzioni con due campeggi sulla costa grossetana (camping Le Marze e Camping Vallicella) per organizzare serate di divertimento e giornate di intrattenimento al mare e escursioni in Maremma. 19 giugno - Corteo - Manifestazione con corteo per le strade di Grosseto e chiusura con il “rainbow party”, presso la struttura dell’ex Enaoli di Rispescia nel bel mezzo del Parco naturale della Maremma dove ogni anno Legambiente organizza il Festival Nazionale “Festambiente”. LUCCA Dal 10 al 13 Lucca Città aperta – Convegni, mostre, feste e concerti 10 giugno: convegno “In fondo a destra” sul fenomeno dei nuovi gruppi di estrema destra presenti sul territorio toscano 11 giugno: convegno “Queer for Peace” sulla iniziativa di pace in Palestina promossa da alcune associazioni glbt italiane 12 giugno: convegno “Transiti” sulla identità transessuale; presentazione del video realizzato dal Movimento di Identità Transessuale di Viareggio sul fenomeno dell’immigrazione da parte delle transessuali 13 giugno: concerto di Giuni Russo Il corto ... in genere corso Parte la prima edizione del con ere presentato gen in o… cort Il o cinematografic tel San Pietro Cas di a ltur Cu dall’assessorato alla giugno 13 e 12 ni Terme (Bo). Si terrà i gior 2004. proiettati al Cinema I 62 cortometraggi saranno me Ter tro Pie Jolly di Castel San giorno prima La giuria, che si riunirà qualche ati, è composta zion sele pre ri lavo i e icar per giud da: matografico), Pier Maria Bocchi (critico cine Corto Imola Franco Calandrini (direttore Festival) e critico Giacomo Manzoli (studioso ini (studioso e cinematografico), Roy Menar gramma delle critico cinematografico). Il pro ve tempo. proiezioni sarà on-line in bretml ti.h /cor o.it ietr .csp http://www 62 di mario morcellini cortei bazar 06 2004 Letture della modernità. La comunicazione tra cibo e buon governo Cibo, attenzione alla qualità della vita: un nuovo modo di sentirsi diversi entro un sistema di stimoli ed abitudini che riconsiderano il rapporto tra il nostro corpo ed il mondo esterno. a Sono dimensioni che hanno costituito anche la provocazione scientific del primo incontro dedicato dal Dipartimento di Sociologia e à, Comunicazione dell’Università “La Sapienza” al dialogo tra Universit istituzioni e mondo del food and wine (“Comunicare il Gusto”, 19 aprile 2004). A più di dieci anni dall’avvio dei Corsi in Scienze della Comunicazione, ta i tempi sono maturi perché si configuri una nuova geografia dell’offer formativa, integrando anche l’attenzione a queste tematiche tra le aree prioritarie di studio e ricerca scientifica. La riflessione sul percorso formativo universitario diventa infatti l’occasione per ripensare il fenomeno enogastronomia, sostenuto da altre e più globali considerazioni relative alla sua rilevanza in termini di formazione culturale e acquisizione di nuovi punti di vista da parte o degli attori moderni. In questo senso, il cibo rappresenta un fenomen culturale da riconsiderare anzitutto nella sua natura interdisciplinare, da settori tecnici-scientifici fino a saperi umanistici e comunicazionali. Questa riflessione diventa ancor più forte se si ragiona all’interno di un contesto nazionale e internazionale emergente, quello tracciato dal trainante aspetto dell’economia Made in Italy, spesso identificato con le problematiche dell’enogastronomia. Un’occasione per riflettere sulle varie prospettive interpretative e di pratica effettiva, in modo da poter attivare un rapporto continuativo di valutazione delle possibili aree di intervento formativo volto alla progettazione consapevole di profili professionali che riescano a rispondere alle emergenze del settore. Infatti, l’enogastronomia si propone ormai come una dimensione della modernità molto complessa, che va ben oltre la classica lettura esclusivamente economica e di mercato. È indubbio che gli alimenti rappresentino una metafora decisiva di tutto ciò che noi prendiamo e “assumiamo” dall’ambiente esterno, e più precisamente [email protected] dal nostro ecosistema culturale. Cibo e alimentazione superano l’accezione tradizionale di necessità oggettiva di sopravvivenza, sintetizzando una manifestazione fondamentale della soggettività e del contesto socio-culturale in cui l’individuo si inserisce. L’alimentazione e la preparazione dei cibi, a lungo interpretate come attività cosiddette “minori”, dedite alla materialità, non degne di considerazione se non del tutto ignorate e sottovalutate, conquistano oggi nuove dimensioni di riconoscimento. Vengono identificate come territori d’incontro tra desideri di salute, bisogno di sicurezza per ciò che si mangia e si beve, esaltazione del gusto e della qualità dei prodotti, ma anche aspirazione ad una sempre maggiore efficienza fisica. Tutte sfide assolutamente incalzanti per le politiche educative del futuro. Mangiare, bere e produrre in maniera riflessiva, ragionata, in simbiosi con le esigenze dell’ambiente geofisico ed umano, ma anche informare ed educare gli attori sociali alla verifica della qualità degli alimenti, coltivare la necessità di concentrarsi sull’attenzione all’alimentazione come principio etico e come emozione estetica. Fare quindi i conti con l’estrema mobilità degli scenari di riferimento sia nella produzione che nella comunicazione del prodotto agroalimentare. E’ la prospettiva enogastronomica dei “tempi moderni”. Tutto questo induce a impostare ragionamenti sull’evoluzione complessiva dell’enogastronomia, superando i consueti confini di “settore” e geografici e facendo apparire quanto mai opportuna la destinazione di risorse finanziarie, tecnologiche e umane verso la creazione di professionisti specializzati nella “lettura” interdisciplinare di un sistema complesso, chiamato a mettere in rete le varie problematiche dell’agroalimentare, favorendo il confronto tra approcci diversi e aspetti di convergenza. S’impone, quindi, un ripensamento anche nell’ambito dei percorsi di formazione universitaria dei futuri operatori in scienze e cultura enogastronomica, prevedendo esperti del settore con un’apertura culturale a 360 gradi: dalla conoscenza delle principali problematiche di filiera, al recupero dell’importante tradizione storicamente radicata sul territorio, fino alle dimensioni caratterizzanti la comunicazione di settore. Inoltre, bisogna porre una particolare attenzione alla comunicazione pubblica e all’informazione, nonché ai nuovi principi del marketing territoriale e delle politiche locali. In altre parole, alla gestione della modernità. In questo contesto la comunicazione conquista la forza simbolica dell’immagine del prodotto intrecciata al suo [email protected] bazar 06 2004 gerenza 63 COLLABORATORI BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli VICEDIRETTORE - Vera Risi DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli Claudio Amendola Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Carla Romana Antolini Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Pietro D’Ottavio Marzia Di Mento Guido Dolora Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Chiara Pietrella Roberto Pisoni Giulia Premilli Andrea Rustichelli Lorella Scacco Cristiana Scoppa Chiara Spegni Studenti La Sapienza Chiara Tacconi Alberto Traversi