n.3 giugno 2004
mensile di intrattenimento intelligente
2
EDITORIALE bazar 06 2004
MAra Codalli
Direttore arTistico
[email protected]
Eugenia ROmanelli
Direttore responsabile
Vera RIsi
viceDirettore
[email protected]
bazar 06 2004
laboratori di serena cama e freestylers 3
FRISBEE
VOLO LIBERO
s,
ricerca coordinata da Cama e Caporale
L’età dei frisbisti? Dai 5 agli 80 anni. La
ica preferita? Dalla classica
all’hip-hop. Gli spazi frequentati? Parchi emus
spia
gge. Perché loro sono spiriti
liberi. In attesa di spiccare il volo…
Marzia Coltellacci & Valeria Ciappa
Se riuniamo un bambino, una casalinga, uno studente
e un pensionato in uno spazio all’aperto e lasciamo che
interagiscano, quale può essere il risultato? Probabilmente
le
un esilarante confronto tra discordanti modi di essere. loro personalità
aggiungiamo un frisbee, assistiamo a un singolare scontro
Se, però, al tutto
pacifico
.
Il
frisbee
è
un
mix
perfetto
di movimenti acrobatici e regole di svariate
discipline sportive che proprio per questo permette di fondere
caratter
i
così
diversi
tra
loro.
Eppure quando si pensa
subito al classico scambio del disco tra due persone sulla
spiaggia. Considerato da molti solo un passatempo estivo, al frisbee si pensa
che il frisbee è un variegato mondo di discipline sportive praticat
pochi sanno invece
e
su
sabbia
e
prato.
Per
capire il mondo del frisbee bisogna paragonarlo
a quello della palla. Se infatti la palla è la protagonista di un’infini
tà
di
sport,
dal
calcio
al
basket, dalla pallavolo al rugby, dalla pallamano
alla pallanuoto, anche il frisbee è il protagonista di un’amp
la palla questa cambia di volta in volta forma, dimensione, ia gamma di sport e giochi di squadra o individuali. E se negli sport giocati con
peso
e
volume
a
second
a
delle
discipline, così anche il disco non è mai uguale
se si gioca ad Ultimate o a Double Disc Golf, ma cambia peso,
in tutto il mondo, con tanto di mondiali e campionati, gli sport curvatura e forma per adattarsi alle singole attività. Svolti a livello agonistico
con
il
frisbee
sono
praticab
ili
anche a livello dilettantistico perché è sufficiente
conoscere le regole base e giocare di fantasia. Ideali per muover
si all’aperto, sono divertenti da praticare soprattutto in spiaggi
perché la sabbia, meglio del prato, attutisce le cadute e i lanci
a d’estate,
più
acrobat
ici.
Il
più
conosc
iuto
è il Beach Ultimate. Atletico e spettacolare, è
giocato sulla sabbia da squadre di 5 atleti su un campo di
78
metri
per
26
con
due
zone
di
meta poste alle estremità. Scopo del gioco è far
ricevere ad un compagno di squadra il frisbee in meta. Approd
l’Ultimate sta rapidamente affermandosi anche come sport ato ufficialmente da quattordici anni a Rimini, con il campionato di Paganello,
ludico
in
alternat
iva
ad
altre
attività
praticate all’aria aperta. Scuole di freestyle
e ultimate sono nate un po’ in tutta Italia. Stanno anche nascen
do molte associazioni parallele con lo scopo di divulgare
questo sport in tutte le sue caratteristiche. I punti di ritrovo più
e promuovere
frequen
tati
dagli
amatori
di
questa
disciplina restano i grandi parchi, le piazze
e le spiagge, affollate sempre più da sportivi, apprendisti e
curiosi,
semplic
emente
uniti
dalla
voglia di esprimere la propria personalità e
il proprio estro. Essere un frisbista – secondo i seguaci –
significa sentirsi libero di muoversi, di scegliere che musica
allenarsi e come vestirsi, insomma, nessuna regola comune
ascoltare, quando
se non quella di essere assolutamente se stessi.
4 di serena cama e freestylers
laboratori bazar 06 2004
FRISBEE
CH E PA SS IO NE .
[email protected]
Dal sottotorta
al frisbee
Giorgio Bozzetti & Ivan Perozzi
Dal freestyle all’ultimate: tutte le discipline di
re più di tendenza.
uno sport semp
fair play e creatività caratterizzano il gioco del frisbee.
Eleganza, spettacolarità,
forme
Alcune discipline sono ormai consolidate, ma stanno emergendo nuove
espressive.
fantasia
Il freestyle prevede complicate ed estrose evoluzioni, frutto della
circa cinque
dell’atleta che si esibisce a ritmo di musica. La performance dura la difficoltà
minuti. I giudici di gara valutano la prova prendendo in considerazionesquadre da
dell’esecuzione e l’impressione artistica. Si può praticare anche in
due o tre atleti.
sano dei
Nello jamming, versione di gruppo del freestyle, gli atleti improvvi
.
armonici
e
lari
spettaco
movimenti
Altre discipline richiamano le componenti fondamentali di alcuni sport. scopo di
Nel disc golf il frisbee viene colpito con mazze particolari allo
tiri.
raggiungere una sorta di canestro, con il minor numero possibile di fa compiere
Nel discathon, il giocatore lancia alternativamente due dischi, cuitraguardo. È
percorsi con ostacoli, al termine dei quali si raggiunge il
sostanzialmente un gioco di corsa, in cui vince il tempo migliore.
Il Double Disc Court è una delle discipline più divertenti perché
combina rapidità, strategia ed abilità di lancio. In campo due team di
due giocatori ciascuno giocano con due dischi contemporaneamente.
Ognuna delle squadre difende la propria “corte” dall’attacco degli
avversari. I frisbee regolamentari per questa disciplina hanno una è
forma un po’ più ovale rispetto a quelli tradizionali. Scopo del gioco di due tipi
difendere il proprio campo dagli attacchi avversari. Gli attacchi sono La prima
e se portati a buon fine attribuiscono punti alla squadra che li effettua.
squadra che totalizza 21 punti vince.
poste
Una partita a guts consiste, invece, in una serie di lanci tra due squadre
gioco è far
su file parallele a una distanza di 14 metri una dall’altra. Scopo del avversaria.
passare il disco, lanciato attraverso la linea dei difensori della squadra
Il disco si può prendere e lanciare con una sola mano.
del frisbee,
L’ultimate, simile al rugby, rappresenta l’ultima frontiera nell’universo
squadra
in particolare nella sua versione da spiaggia. I membri della stessaIl gioco è
devono passarsi il disco, cercando di raggiungere la zona di meta.sport a tutti
strategico e spettacolare allo stesso tempo e questo lo rende unoorgano super
gli effetti, divertente sia da vedere sia da praticare. Qui non c’è un e sportività,
partes, ognuno è arbitro di se stesso. La parola d’ordine è correttezza
così nel frisbee come nella vita.
individuali
Field Events è il termine generale usato per indicare altre discipline
(MTA
ione
sospens
e,
precision
distanza,
ente:
precisam
più
con il frisbee,
La
- Maximum Time Aloft) e lancia-corri-prendi (TRC - Throw Run Catch).o l’abilità
caratteristica comune fra questi field events è di gareggiare misurand
individuale col disco in diversi tipi di lanci.
il martello.
La Distanza è una specialità “classica” come il giavellotto, il peso e posizioni
La Precisione consiste nell’effettuare 28 lanci, 4 per ognuna delle 7
o
a diverse distanze e angolazioni dal bersaglio. Il TRC (Throw Run Catch
e il
Lancia-Corri-Prendi) è una specialità in cui si deve lanciare e riprender
in avanti
disco con una mano. Subito dopo il lancio il giocatore deve correre è
a riprendere il disco. L’MTA (Maximun time allowed o Sospensione)
più in
una disciplina individuale in cui il giocatore deve lanciare il frisbee il restare
alto possibile conferendogli una posizione che permette al disco di
il
fermo in sospensione per diversi secondi prima di ricadere giù. Durantefino
volo si misura il tempo di sospensione, che va dal distacco dalla mano
all’istante in cui il disco viene ripreso dal giocatore.
Immaginiamo di tornare indietro nel tempo,
precisamente intorno al 1875, e di ritrovarci ad una
di quelle movimentate feste che si tengono nei
college americani. Facciamo riferimento ai college
del Connecticut dove la leggenda vuole che sia del
tutto normale imbattersi in goliardici studenti che si
sfidano a lanciarsi teglie di latta gridando la parola
“frisbee” un attimo prima di afferrarle in volo.
Questi curiosi oggetti dalla forma aereodinamica,
che una volta in volo emettono un particolare
ronzio, altro non sono che i sottotorta metallici
utilizzati dalla Frisbie Baking Company.
L’azienda alimentare che da anni rifornisce le
scuole del New England, ignara, regala il nome al
disco volante che attraverserà i secoli.
Stefano Piovesan & Alessandro Della Penna
Morrison Vs Franscioni
Quasi tutte le testimonianze storiche sull’origine del
frisbee ci riconducono al 1948 in un garage di San Luis
Obispo, California. E’ proprio lì che due ex piloti della
seconda guerra mondiale si ritrovano quasi per caso a
tornire il primo disco. I loro nomi sono Fred Morrison
e Warren Franscioni. I due non tardano a fondare
la Pipco, una compagnia che incontra non poche
difficoltà ad avviare il suo prodotto sul mercato.
Solo in seguito al precoce fallimento della Pipco il
frisbee incontra la sua insperata fortuna, quando nel
1955 W. Morrison firma segretamente un contratto
con la già affermata compagnia di giocattoli Wham-O.
Questa riesce in breve tempo a portare il disco a livelli
di vendita a dir poco invidiabili.
W. Franscioni, trasferito in Europa per motivi di
lavoro, non avrà mai la possibilità di dimostrare la sua
partecipazione al progetto. Nel 1994 la Mattel compra
la Wham-O e fissa il 1957 come anno ufficiale della
nascita del frisbee.
[email protected]
bazar 06 2004
laboratori di serena cama e freestylers 5
la Mecca del
F R IS B E E
Ogni anno a Pasqua Rimini si risveglia e si trasfor
ma nello
scenario del Paganello: torneo di rilevanza
internazionale
che raduna ogni anno 1600 frisbisti da 27 nazion
i dei cinque
continenti, interpreti di una disciplina di grande spettac
olarità. Dal
2003, alle squadre provenienti da Usa, Canada,
Brasile, Nuova
Zelanda, Australia e tutta Europa, si sono aggiun
lontano oriente e dai paesi baltici. La mecca del te quelle dal
la definiscono gli organizzatori, trasforma da 14 frisbee, come
anni le spiagge
di Rimini in un crocevia di culture, arte, saperi e divertim
le competizioni agonistiche fanno da sfondo. Il Pagan ento, cui
una organizzazione innovativa, che fa leva sulle nuove ello vanta
tecnologie
per reclutare e mettere in contatto gli atleti proven
ienti da tutto il
mondo. Gli eventi sportivi più importanti sono la Coppa
del Mondo
del Beach Ultimate, in cui 100 squadre si conten
Campione del Mondo e l’Acrobatic Paganello, garadono il titolo di
di freestyle.
Carlo Guarino
CIAKKA UAKKA:
I FREESTYLERS
DEL CUPOLONE
Maria Pagano & Mario Polidoro
Sono i cani
sciolti del frisbee, rappresentano il suo animo gentile. Fernando
Botrugno, Lorenzo Apriani, Clay Collerà, responsabili unici del freestyle
del centro sud.
Il frisbee si articola in varie discipline. Perché avete scelto proprio il
freestyle?
Abbiamo una visione artistica del frisbee che solo il freestyle permette
di esprimere. Per noi giocare significa esibirci in scenografie creative,
costruire un vero e proprio show.
Questi show sono pubblicizzati, seguiti dai media, promossi da una
federazione?
No. Purtroppo il nostro è uno sport poco conosciuto che non si presta
a manifestazioni di massa per cui la tv non ci aiuta. Esiste la FIFD
(Federazione Italiana Flying Disc), ma di quello che dovrebbe fare
una federazione non fa proprio nulla. Non promuove tornei o eventi di
nessun tipo.
A questo disinteresse avete risposto creando una vostra associazione
e organizzando corsi: chi li tiene, a chi sono rivolti e quanto costano?
Io (Botrugno ndr) ho acquisito il brevetto da istruttore superando degli
esami anche di pronto soccorso e didattica propedeutica e da qualche
anno tengo corsi patrocinati da Roma XII. Sono aperti a tutti: anzi
invito i papà a parteciparvi con i rispettivi bambini perchè il frisbee è
un’attività da praticare padre-figlio. Il costo è minimo: 27euro mensili
più iscrizione, per due ore settimanali.
Per qualsiasi informazione sui corsi contattare Fernando Botrugno:
tel. 3282874614
[email protected]
6 di serena cama e freestylers
laboratori bazar 06 2004
[email protected]
,
ER
FRISBE
i?
chi se
Veronica Moro
Cus di Bologna
Marina Gerin, psicologa dello sport, e Carlotta Viti, responsabile del lanciatore di dischi.
(centro universitario sportivo) ci hanno aiutato a sondare la psiche del
etto volante nello
Che significato assumono il tema del volo e il controllo dell’ogg
sport e in particolare nel frisbee?
Birsa:
volante segnalano
Tutti gli sport in cui il soggetto praticante vola o in cui è presente l’oggetto
elevarsi.
il desiderio del distacco dal suolo, l’aspirazione ad andare oltre, ad spostamento rapido
In particolare il frisbee richiede molta concentrazione e tecniche di
su un oggetto
dell’attenzione e l’atleta può trarre gratificazione esercitando controllo
difficile da domare.
i vostri atleti e quali
Al Cus avete una squadra di frisbee. Che fascia d’età ricoprono
caratteristiche li accomunano?
Viti:
adulti. Il frisbee
L’età media è tra i 16 e i 20 anni, ma esistono anche squadre in cui giocano
è solitamente umile,
è uno sport poco conosciuto e auto-arbitrato, perciò chi lo pratica Stiamo addirittura
leale, capace d’autocontrollo e disponibile a lavorare su se stesso.tossicodipendenti e
sperimentando il suo impiego come aiuto terapeutico per alcolisti,
bambini con problematiche.
Lorena Melchionna & Francesco Moriconi
piccolee
squadr o
crescon
Curiosità in
tutte le salse
Il crescente interesse per il frisbee è all’origine
di un nuovo fenomeno: il sorgere,
anche in Italia, di numerose associazioni
sportive dilettantistiche.
Ormai affermate sono l’Aise (Associazione
Italiana Sport Ecologici) di Milano, nata nel 1997
e la Lsdf (Libera Società del Frisbee) di Rimini,
fondata nel 1986. Quest’ultima si fa promotrice
di numerose manifestazioni sportive, fornisce
attrezzature ed equipaggiamento agli atleti e
organizza per loro lezioni e corsi d’avviamento.
Neonata è la Fut (Fidenza Ultimate Team) di
Fidenza, fondata nel 2001 grazie all’iniziativa di
un ristretto gruppo di persone. Appassionatasi
da poco all’ultimate, conta attualmente 15
iscritti, impegnati anche in altre specialità. Non
ancora associazione sportiva riconosciuta lo
diventerà nel corso di quest’anno.
Sua coetanea la Uffa (Ultimate Frisbee Fano
Association) di Fano, i cui obiettivi vanno dalla
promozione dell’ultimate nella propria città alla
partecipazione agli eventi sportivi organizzati
dalla Federazione Italiana Flying Disc.
L.S.D.F Via del Biancospino 8/b Rimini. Tel.
0541743187 www.lsdf.it e-mail [email protected]
F.U.T., tel 0524-81040 338 2410150
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U.F.F.A, (Fano) Via Belgatto 65 tel e fax
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Ugo de Francisci
Proprio non riesci a fermarti al calar del sole? La soluzione c’è.
Flashlight, nuovo frisbee illuminato che garantisce 120 ore di Si chiama
gioco. E’
maneggevole e impermeabile, l’ideale per partite estive sul lungoma
re. Da
un’idea simile nascono anche i dischi Ultra Violet, realizzati con
materiale
fotosensibile. Il colore è molto chiaro all’ombra, mentre con forte
luce si
scurisce.
Se al frisbee associ la passione per i cani l’ideale per te è il Dogobie
disc, facilmente reperibile su internet. Disco concepito per il migliore flying
amico
dell’uomo, di gomma speciale, galleggia e resiste a strappi e
è comunque delicato per il muso del cane. Giocando potrestimorsi, ma
scoprire
di avere in casa un campione: è, infatti, il disco usato dai Frisbee
dog
champions nelle loro esibizioni acrobatiche.
Per gli ingegneri del disco, interessati a tecnica e precisione, è
il bersaglio ufficiale delle competizioni inglesi: struttura di metalloin vendita
1,5 metri, da colpire con il frisbee per acquisire una mira perfetta. alta circa
vuoi tra le mani un pezzo unico, su promodisc.co.uk puoi acquista Infine, se
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inviare un tuo disegno per farlo stampare su un modello base. addirittura
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frisber sfegatato o ti piacerebbe navigare nel frisbee world, ecco qualche
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bazar 06 2004
3-4-5-6
SOMMARIO 7
Giulia Premilli– AVERE
Capricci da grandi
29 Claudio Amendola -
49
9-10-11
30 Nancy Brilli - BRILLETTURE
50 HI-TECH - Un luna park
12
31 Amoruso – NOTTE – Linux
51 Oliva Muratore –
32 Alberto Traversi - NOTTE
52 Matteo Bianchini – PICCOLI
Studenti La Sapienza LABORATORI – Frisbee volo
libero
Roberto Pisoni VISIONI – I sandali di Troy
14
Alessandro Benvenuti
VISIONI cinema = anestesia
Caterina Gonelli - ONDE
Quando sport non fa rima
solo con calcio
15
Pietro d’Ottavio - SINTONIE
Scandalizziamoci
16-17
Carla Antolini - SCENE
Suggestioni circensi
18 Andrea Rustichelli - SCENE
Biennale Danza
19 Enrico Lo Verso - SCENE
Silvia e il suo alter-ego
21 Fabio Murru - SUONI – il
vigore cantautorale di Z Star
22 Pietro D’Ottavio – SUONI
Sting e Vasco
23 Amoruso - SUONI – La
RILEGGERE – nascere
vecchi
Viaggio al termine della
notte
club è open source
Anticipazioni d’estate
Andrea Lisi - NOTTE
33 “Sonar”
cupo
Claudio Coccoluto – AAA
34 Cercasi
nutrizionista
musicale
36-37
Chiara Spegni – GUSTI
Pollo!
38-39
Chiara Tacconi – GUSTI
Pizza da passeggio
40
Eva Buiatti - GUSTI – Il coq
au vin della signora Maigret
42 Lorella Scacco - ARTI
Cooming soon art
43
Luca Beatrice – ARTI
Incontri in nero
44
Marzia di Mento – ARTI
Bronzi di Riace in rete
Philip Glass, minimalismo e
easy- listening
46
Luca Carboni – ARTI
Skizzi
Mugnaini – VIAGGI
47 Croatia mai vista
26-27
Ciro Bertini - LEGGERE
Sulla pastasciutta prima il
formaggio poi la salsa
28 Marco Begani – FUMETTI
Mafalda, i suoi primi
40 anni
48
chiamato Leonardo
ARCHITETTURE – Le stanze
fiorite
Didò fatto in casa
Cammarano – SPORT
53 Valerio
Pazzi per il trekking
54 Angelita Peyretti –
SCIOCCHINA – Bugiarde nate
Cecilia – CORSI
55 Valeria
voglio un “reality personal
trainer”
Cecilia – FENOMENI
56 Valeria
Fermenti culturali
metropolitani
Seattle del meridione
24 Fabrizio Gianuario - SUONI
Agnese Ananasso –
Vera Risi– ESSERE
Sport: quando fa male
57 Valeria Cecilia – NET – La
mano invisibile di internet?
Non credeteci…
58 Guido Dolara – NOI –
L’imperialismo degli Stati Uniti
d’Europa
59 Franco Andreucci – LORO
Chi-ca-gou campo di cipolle
–
60 Cristiana Scoppa
– Raccontare
MIGRAZIONI
mondi lontanissimi
61 Giulia Premilli – GENDER
Toscana Pride
Morcellini – CORTEI
62 Mario
Cibo, terra d’incontro tra
salute e gusto
[email protected]
bazar 06 2004
visioni di roberto pisoni 9
Torna la
ione hollywoodiana per
i film storpass
ico-m
itologici. E pensare
che i film sull’Ant
ica Roma e la Grecia
sono frutto del cine
ma italiano…
I sandali di Troy e il fascino perduto del “peplum”
Fan dell’Iliade fin dai tempi della scuola, Wolfgang Petersen
tedesco trapiantato a Hollywood, non ha avuto il coraggio , regista
di sottolineare
nei manifesti la derivazione omerica del suo Troy, l’atteso kolossal
milioni di dollari sulla guerra tra achei e troiani. Forse per non da 200
il pubblico americano. O forse perché le libertà che si è preso spaventare
il testo sacro al cinema sono tali che gli è parso più prudent nel tradurre
libera ispirazione. Il filmone (quasi tre ore) è, come era lecitoe suggerire una
un susseguirsi di maestose scene digitali di massa, panoram attendersi,
iche su flotte
infinite, massacri tra eroi palestrati, odio, furore e rumore. Fastidio
so e
sempliciotto all’eccesso, Troy strizza l’occhio a Peter Jackson
Cecil B. De Mille ed è una micidiale macchina da guerra in piuttosto che a
sé con attorisoldatini per protagonisti.
Però è testimone di un gusto diffuso: dopo i fasti de Il gladiato
Ridley Scott, riaccende la miccia della passione hollywoodiana re (2001) di
storico-mitologici, un genere a lungo trascurato e che la magiaper i film
digitali, e i risparmi scenografici che ne conseguono, ha prepotedegli effetti
rilanciato. Per l’autunno è in arrivo l’Alessandro Magno di Oliver ntemente
film sull’imperatore macedone sta realizzando anche Dino De Stone, un
con Di Caprio protagonista, le televisioni Abc e Hbo prepara Laurentiis
no due serial
sull’Impero romano, Empire e Rome.
E pensare che i film che mettono in scena i momenti topici
della storia
classica – l’Antica Roma, la Grecia e dintorni - hanno costitui
to il genere
“originario” del cinema italiano.
Prodotti a Torino e a Roma, i primi “peplum” (dal vestito tradizio
nale delle
ancelle greche) - la definizione, coniata dai francesi negli anni
riferita alla sola produzione italiana, poi, per contaminazione sessanta, era
si è estesa
a tutti i film ambientati nell’antichità, compresi i kolossal hollywo
odiani
– uscirono negli anni 1908-1909 a cominciare da Gli ultimi
di Luigi Maggi. Il genere nasce con poca propensione per la giorni di Pompei
della ricostruzione storica e invece mutua la sua iconografia precisione
dal gusto,
neoclassico e kitsch, dell’art-pompier di fine ottocento (il pittore
AlmaTadema è il riferimento più citato), un “pessimo” gusto che
l’immaginario popolare. E’ fondamentale poi l’innesto con ilconquista
melodramma,
che fornisce materia per le didascalie e un modello per la recitazio
e ridondante degli attori. Con Cabiria (1914) di Pastrone, benedetne plateale
roboanti neologismi dannunziani, il cinema muto italiano raggiun to dai
ge il
massimo splendore e il genere affina i suoi contorni. Al di là
filologiche, Cabiria e i film coevi - Quo Vadis? di Guazzoni delle ambizioni
giorni di Pompei di Mario Camerini – puntano sul fascino chee Gli ultimi
gli scenari
monumentali e i fastosi costumi di quella che allora era l’immag
dell’antichità sortivano sul pubblico. Se si escludono la Messalin ine vulgata
a (1932) di
Guazzoni e un altro pugno di film, in Italia il peplum non supera
guerra mondiale: la crisi e i costi produttivi esorbitanti causano la prima
verticale del genere, ormai definito “italiano” in tutto il mondo. un crollo
Ci pensa il rigoglio spettacolare di Hollywood ad accoglierne
soprattutto perché la storia antica consente di portare sullo l’eredità,
episodi noti a tutti, quelli biblici in particolare, senza pagareschermo
copyright. La formula vincente, nelle parole di De Mille, il un dollaro di
del genere (I dieci comandamenti, 1923) insieme a Fred Niblomaggiore cultore
1925), è “sangue, sesso e bibbia”: azione, un po’ di trasgres (Ben Hur,
sione e molto
moralismo puritano. In America l’antichità diventa “il più grande
spettacolo
del mondo” e anche qui viene ricreato come un mondo assolutamente
autonomo dalla veridicità storica. Con l’avvento del sonoro soltanto De
Mille continua a tenere in vita il “polpettone” togato (da ricordare almeno lo
splendido Sansone e Dalila, 1948) con ricchezza e abbondanza di mezzi.
Rilanciato dopo la seconda guerra mondiale, il peplum diventa il genere
popolare per eccellenza negli anni cinquanta e nella prima metà dei sessanta. Il
colore e il cinemascope offrono nuove risorse spettacolari in grado di competere
con la concorrenza spietata della televisione: le masse e gli scenari sfarzosi
costituiscono gli elementi fondamentali per mostrare cose mai viste. Da La
tunica (1953) di Henry Koster a I dieci comandamenti (1956) di De Mille, fino al
Ben-Hur (1959) di Wyler e al Barabba (1961) di Fleischer, i peplum-kolossal,
con i loro colori sgargianti, l’imponenza delle scene di massa e i cast inzeppati
di star, ottengono alcuni dei massimi incassi della storia del cinema. Diverso il
discorso per lo Spartacus (1960) di Kubrick che, tra mille traversie produttive,
riesce a realizzare un raro esempio di peplum “maggiorenne”. Il sistema
produttivo hollywoodiano, tuttavia, è ormai sull’orlo del collasso e sarà proprio
un film della famiglia “sandalona” (così venivano chiamati i pepla a Cinecittà) a
segnarne il simbolico suicidio: Cleopatra di Leo Mankiewicz nel 1963.
In Italia, dopo alcuni fallimenti in epoca sonora (Scipione l’Africano, 1937, di
Gallone e Fabiola, 1947, di Blasetti autore anche dell’eccentrico e fantastico La
corona di ferro, 1941) e le geniali intuizioni, in anticipo sui tempi, di Riccardo
Freda (Spartaco, il gladiatore della Tracia, 1952 e Teodora, imperatrice di Bisanzio,
1953), il genere riprende vita proprio raccogliendo le briciole di Hollywood,
che gira molti dei suoi colossi nei teatri di posa di Cinecittà. Si tratta prima di
coproduzioni (l’Ulisse di Camerini, 1953) e di parodie (Mio figlio Nerone, Steno,
1956) poi, a partire da Le fatiche di Ercole (1957) di Pietro Francisci, di una vera
e propria strategia d’assalto di sgangherate produzioni low-budget. Si sfruttano
costumi e scenari dei kolossal hollywoodiani per lanciare muscolosi culturisti
(Steve Reeves, Mark Forrest, Reg Park, Gordon Scott) alla volta di gesta
leggendarie in scenari di cartapesta. L’ironia, spesso involontaria, e l’iperbole
cartoonesca con cui vengono mescolati storia, mito, romanzo d’appendice,
rozzezze e crudeltà diventano un marchio di fabbrica tutto italiano. La formula
funziona, ha un successo strepitoso e questi film invadono i mercati di tutto
il mondo. Alcuni titoli imprescindibili: Ercole e la regina della Lidia (Francisci,
1958), Gli ultimi giorni di Pompei (Leone, 1959), Le legioni di Cleopatra (1959,
Cottafavi), Maciste nella valle dei re (Campogalliani, 1960), La vendetta di Ercole
(Francisci, 1960), Ercole alla conquista di Atlantide (Cottafavi, 1961), Il figlio di
Spartaco (Corbucci, 1962), Arrivano i titani (Tessari, 1962), Maciste all’inferno
(Freda, 1962), Ercole contro Moloch (Ferroni, 1963), Maciste contro gli uomini
della luna (Gentilomo, 1963), La vendetta di Spartacus (Lupo, 1964), Ercole sfida
Sansone (Francisci, 1967). L’arrivo tardivo del peplum d’autore, il Satyricon
(1969) di Fellini, segna la morte del genere che viene progressivamente
sostituito, nei gusti del pubblico, dall’irruenza del western spaghetti.
Il peplum, i suoi eroi mitologici o immaginari – Ercole, Maciste, Ursus – i
suoi personaggi storici – Cleopatra, Messalina, Nerone – e i suoi degnissimi
specialisti, con mirabolanti variazioni su temi standard, è diventato una sorta
di luogo fantastico e magico dell’immaginario popolare in cui i giustizieri
puniscono i tiranni, i raddrizzatori di torti insorgono contro i malvagi, i
liberatori sollevano i popoli oppressi. Ora Hollywood, con la potenza della
computer graphic e i sui budget miliardari, tenta di resuscitarlo in grande
stile ma con una seriosità e una pompa seccanti. Niente a che vedere con la
spensierata cialtroneria e il geniale artigianato dei “sandaloni”.
10 di roberto pisoni
visioni bazar 06 2004
[email protected]
Don Pedro colpisce ancora
Avete amato i precedenti film diAlmodóvar?
Adorerete La Mala Educación…
Il nuovo film di Almodòvar riprende gli stessi ingredienti flamboyant,
preparati questa volta secondo una ricetta più nera e labirintica.
L’autofagia, la tensione a ritornare su gli stessi ambienti, personaggi e
situazioni, non è certo un fenomeno nuovo per il grande regista mancego
ma in questa storia di ricatto e impostura, che riunisce un regista di
successo, il suo ex-amico e amante e il loro professore di letteratura, è
condotta al parossismo.
Anche se nell’auto-intervista pubblicata nel press-book, Almodóvar
cita come motori d’ispirazione una dozzina di nomi tra registi e scrittori
(nel disordine: Zola, Warren Beatty, Santa Teresa, etc.), è dentro il
suo universo che egli ha attinto la maggior parte delle immagini e dei
personaggi de La Mala Educación: la mise en abyme del cinema nel
cinema rinvia a Légami (1990), il travestito che imita Sarita Montiel
ricorda Tacchi a spillo (1991), la storia che si concentra esclusivamente
su amori omosessuali e maschili evoca La legge del desiderio (1987),
l’opera più personale e meno nota di Don Pedro.
Esteticamente e tematicamente non c’è dunque niente di nuovo, se non
il virtuosismo dell’architettura narrativa e la raffinatezza della messa in
scena, insomma la splendida maturità dimostrata in Parla con lei (2002).
E’ nell’ambientazione allora, e in alcune variazioni tematiche, che è
possibile cogliere i segni di un geniale rinnovamento nella continuità.
Innanzitutto nella rappresentazione dell’omosessualità. Se La legge del
desiderio era animata da un empito militante, ne La Mala Educación
si libera dalla fragranza della carnalità per far affiorare il sentimento
amoroso allo stato puro. Sbarazzato da qualsiasi rivendicazione di
gender, Almodóvar non deve giustificare o dimostrare rabbiosamente
più niente. All’inizio del film ci sono delle scene sessuali esplicite, ma
l’obbiettivo primario diventa una descrizione più melodrammatica e
meno cruda e crudele del desiderio.
Dall’altra parte, l’evocazione del franchismo e dell’educazione religiosa
si articola attorno a un personaggio del tutto atipico per il regista, quello di
un curato pedofilo (perfettamente interpretato da Daniel Giménez Cacho
e motivo di polemiche annunciate per l’uscita italiana prevista in ottobre),
uomo tirannico e inquietante, irresistibilmente attratto dai giovani allievi.
In una scena del film, in cui lo spettatore intravede soltanto i vestiti dei
bambini violati appesi tra gli arbusti, segnala i limiti del tollerabile per il
regista, che mai prima aveva giudicato con tanta severità un personaggio.
Abbandonando per un istante gli orpelli della sua fantasia postmoderna,
Almodóvar si lascia allora andare a delle immagini di una delicata
gravità, come se gettasse la maschera: il più esibizionista dei cineasti ha
mostrato alla fine il suo lato più pudico.
Route 181 – Frammenti di un
viaggio in Palestina e Israele
L’uscita in dvd di Route 181 è un evento sorprendente e di cui
bisogna essere eternamente grati. Grazie alla casa editrice Bollati
Boringhieri di Torino, il bellissimo documentario dell’israeliano
Eyal Sivan e del palestinese Michel Khleifi è disponibile anche per
il pubblico italiano, ché altrimenti mai lo avrebbe visto. Syvan
e Khleifi, residenti da alcuni anni in Francia e Belgio, sono due
registi invisi alle rispettive autorità per la loro libertà espressiva e
per il desiderio di affrontare temi scottanti senza alcun pregiudizio
ideologico (ricordiamo almeno Nozze in Galilea di Khleifi e Uno
specialista. Ritratto di un criminale moderno di Syvan).
Così contrariamente alla tendenza generale che spesso schiera
anche raffinati intellettuali sulle barricate opposte con toni
apocalittici, hanno scelto la strada del dialogo e del racconto sul
campo. Nell’estate 2002 hanno viaggiato insieme dal sud al nord
del loro paese segnando un percorso che hanno chiamato Route
181, una linea virtuale che segna le frontiere della risoluzione 181,
adottata dalle Nazioni Unite il 29 settembre 1947 e che prevedeva
la spartizione della Palestina in due Stati.
Da questa frontiera teorica è nata la prima guerra israelo-araba
e un conflitto di cui non si vede ancora la fine. Armati delle
sola autorizzazione a girare e di un attrezzatura leggera, lungo
il viaggio i due registi hanno dato la parola a uomini e donne,
israeliani e palestinesi, giovani e vecchi, civili e militari colti nella
loro realtà quotidiana, invitati a evocare le frontiere e le difficoltà
materiali ma soprattutto spirituali che dividono i due popoli e le
due società. L’intento è quello di opporre resistenza all’idea che “la
sola cosa che possano fare insieme gli israeliani e i palestinesi è la
guerra, la guerra fino alla scomparsa dell’altro”. Il risultato è uno
viaggio “puro”, spoglio dei terribili luoghi comuni che si sentono
snocciolare su giornali e tv ogni giorno, il ritratto di un paese reale,
di uomini e donne che non ne possono più di una guerra infinita.
Un documentario da diffondere il più possibile.
Route 181, frammenti di un viaggio in Palestina-Israele di
Eyal Sivan e Michel Khleifi, 270 min., Bollati Boringhieri, €48,00
[email protected]
bazar 06 2004
visioni di roberto pisoni 11
Intervista a Bernal,
l’eroe transgender
Il nuovo fascino latino, a metà strada tra
James Dean e Julia Roberts e anni, alto a malapena
La star del momento è un giovane messicano di venticinqu
un metro e settanta, dagli occhi oscillanti tra il verde, il blue e il marrone. Molti
r,
lo hanno definito il James Dean latino o il nuovo Alain Delon. Pedro Almodóva
che lo ha fatto travestire e gli ha fatto interpretare tre ruoli ne La Mala Educación,
sostiene che ha la bocca di Julia Roberts e gli occhi malinconici di una star degli
anni sessanta. Ma il messicano Gael García Bernal è un attore completo che riesce
a interpretare con la stessa naturalezza il ragazzo di strada, la pretty woman e Che
Guevara.
La sua prima robusta apparizione cinematografica risale appena a quattro anni
fa, in Amores Perros (2000) del connazionale Alejandro Gonzáles Iñárritu, dove era
uno sbandato dal cuore tenero in lotta con il fratello, seguito a poca distanza da
Y tu mamá también (2001) di Alfonso Cuáron, in cui amava con la stessa intensità
la morosa e l’amico del cuore, due film di culto che lo hanno lanciato come nuovo
sex symbol transgender. Questa amoralità, affinata in Nessuna notizia da Dio
(2001) di Agustìn Dìaz Yanes e Il crimine di padre Amaro di Carlos Carrera (2002),
ha convinto Almodóvar a sceglierlo per il suo ultimo capolavoro, perché Bernal
rappresenterebbe alla perfezione l’uomo fatale, “quello per cui il sesso non è una
questione di piacere, ma di dolore per gli altri. Quello che funziona in Gael è che,
oltre a essere bello, è piccolino e delicato. E’ una delle persone più fotogeniche
che io abbia mai incontrato. Il suo viso ha due profili: uno da duro e l’altro
femminile.Questa asimmetria è perfetta per il suo personaggio di uomo-donna”.
Stesso entusiasmo manifestato da Walter Salles che non ha esitato un istante a
sceglierlo per incarnare un mito della virilità e dell’eroismo: il Che Guevara de
I diari della motocicletta, ispirato ai resoconti del viaggio giovanile in Bolivia, in
compagnia dell’amico Alberto Granado.
nte
Al festival di Cannes sei stato la star più richiesta, un’accoglienza decisame
diversa dalla prima volta che ci sei andato...
A Cannes ho esordito nel 2000 con Amores Perros, dopo il primo giorno dovemmo
andare a dormire in cinque in una stanza. Ma è il film che mi ha lanciato e, se
quest’anno ero in due film importanti lo devo a quell’avventuroso debutto.
il
Per Almodóvar hai fatto di tutto: ti sei travestito, hai imparato a cantare
flamenco e a camminare sui tacchi a spillo...
La Mala Educación è stato un film difficile, c’era una grande tensione. Pedro è
un regista di cui adoro la complicità ma che richiede una perfezione che solo
lui ha in testa. Non è autoritarismo, è stile, è un ingegnere che pianifica ogni
dettaglio del film e chi collabora con lui deve eseguire il suo disegno con la
stessa intensità. Ma hai la possibilità di creare e tirare fuori l’inedito della tua
personalità; sono orgoglioso della sua lezione.
Almodóvar sostiene che sei altrettanto desiderabile come donna e come
uomo...
Ho liberato con piacere la parte femminile che c’è in tutti noi, stretto in un vestitocalzamaglia di Jean-Paul Gautier color carne con strass neri sul pube. Era così aderente
che a certo punto ho pensato di essere un eunuco. Un personaggio e un atto estremo. La
prima volta che mi sono visto così mi è sembrato di vedere il fantasma di mia madre.
Nei Diari della motocicletta interpreti invece una leggenda, ma non era la
prima volta che interpretavi il “Che”...
Il “Che” lo vidi la prima volta da piccolo su una moneta da tre pesos di mio
padre. Lo avevo già interpretato in una serie televisiva, Fidel. che mi aveva
deluso tremendamente. Era in inglese, terribile! La storia del “Che” può
essere raccontata soltanto in spagnolo e in lingua quechua. Il film di Salles è
straordinario per come ricostruisce la sua formazione, da giovane idealista a
rivoluzionario. Io vengo da una famiglia di attori di sinistra, quindi ho iniziato
prestissimo la mia carriera – da neonato feci Gesù in una recita con una
Madonna tutta di burro – e sono cresciuto con una forte coscienza politica.
Ho studiato alla scuola dei figli dei rifugiati politici e Guevara lo conoscevo
non soltanto come leggenda, ma come uomo politico e guerrigliero di grande
sagacia e generosità. In Sudamerica è qualcosa di diverso da un eroe da
copertina.
Lo scorso anno ha fatto scalpore la tua contestazione contro la guerra in
Iraq, durante la cerimonia degli oscar...
Sì me la ricordano tutti. Mi sembrava di aver fatto una dichiarazione normale,
ma già all’uscita dalla cerimonia ho capito di aver detto qualcosa di inatteso: i
parcheggiatori mi hanno portato in trionfo.
Non ti spaventa l’idea di diventare una star planetaria...
Sono cresciuto ammirando interpreti come Mastroianni e Kinski, loro hanno
saputo sfruttare la fama, guadagnandosi la splendida libertà di poter recitare in
qualsiasi paese del mondo.
12 di alessandro benvenuti
visioni.in pillole bazar 06 2004
[email protected]
www
Cinema = anestesia
, Sofia Loren.
Prima c’erano Alida Valli, Anna Magnani
rdo? Oggi
rico
un
solo
Poi il buio. Il cinema italiano è
li trova
se
solo
e
i,
un regista prima cerca degli amic
giusti fa il film…
Salve. Sono quello che deve parlare di cinema italiano. Se c’è
una cosa che conta poco o nulla in questo momento nel mondo
ve
è il cinema italiano. Scrivo mentre ascolto le aritmie recitatidei
e le stonature con abusi di pause infradialoghi di uno
maggiori incassi della passata stagione. Premetto che anch’io
ho fatto un film ultimamente. Era carino (sapete quel termine
al
che fa tanto arrabbiare i registi quando glielo appioppanoMa
loro ultimo film. Il mio lo era. E basta). Ha fatto pochi euro.
in tutta coscienza non ho il dente avvelenato. E’ che la parola
cinema ha per me, al momento, la stessa valenza del termine
ero
anestesia. Giorni fa, trovandomi in pausa in un albergo,
affacciato al video e contemplavo l’avanzata vittoriosa della
barbarie quando, ad un tratto, sono apparsi i fantasmi di due
grandi attori del recente passato (ma forse stanno ancora
passando). Parlavano di questa importante iniziativa in favore
del cinema italiano. Un premio. Non mi ricordo di che e dato
da chi ma, giuro!, era importante. Io guardavo pensando che?
mi sarei scordato tutto nel giro di un’ora. Perché, mi chiedo
più
Non c’è fascino. Siamo fuori dall’attualità. Non siamo
un modello culturale vincente da esportare. Vi ricordate l’11
ri
settembre del 2001? Si, come no? Vi ricordate i poveri pompiele
e
ini
bigliett
i
e
pianti
i
E
no.
Come
?
Towers
Twin
eroi delle
foto e le candele e i mazzi di fiori e la commozione di tutto
di
il popolo italiano affacciato ai video per imparare (cosa
preciso?). Qualche mese dopo venne giù un palazzo a Roma:
dei deficienti avevano tolto dei pilastri di sostegno nel piano
terra per farci una qualche attività lucrativa. Ci furono anche
lì dei morti fra i pompieri, un incidente. Vi ricordate i pianti
la
e i bigliettini e le foto e le candele e i mazzi di fiori edei
ere
telecam
alle
i
davant
che,
romani
quei
di
zione
commo
te
tiggì avevano barattato un banale, anche se terribile, inciden
con un attentato con due aerei di linea? Il popolo italiano aveva
imparato cosa dall’11 settembre? Che è giusto che ognuno.
abbia il suo eroe pompiere di quartiere? Torniamo al cinema
Pensate alle nostre dive che ogni tanto vanno in america. E una
volta approdate lì, o le fanno morire nelle prime inquadrature
o se sopravvivono finiscono per distruggere la credibilità della
storia che interpretano anche quando si tratta di film cult (penso
al povero Matrix 2). Alida Valli. Anna Magnani. Sofia Loren.
? Un
Poi il buio. Terribile. Il cinema italiano è solo un ricordograndi
tempo viveva nella nostra penisola la specie stanziale dei gnoli,
autori/registi e tutti, produttori, politici, funzionari Rai, pizzica prima
facevano a gara per diventare loro amici. Oggi un regista
per
cerca degli amici e solo se li trova giusti fa il film (vale anche del
me); sennò diventa rancido e il suo probabile futuro è lo scariconoia
wc sperando che una pietosa mano tiri subito la catena. Che film!
parlare di cinema! Quanto mi piacerebbe fare presto un altro
“La città
Ho visto un film bellissimo sere fa. L’ho visto tre volte: Intanto
incantata” e m’è venuta voglia di rinascere cartone animato. scorso
i dialoghi con aritmie di uno dei maggiori incassi dell’anno
per
(ha vinto anche premi importanti!) vanno avanti. Ognuno recita per
conto suo (a parte lei quando recita con il marito, però si stanno
e io sto
separare. Ma come: gli unici due che recitavano intonati!)
che
quello
a
penso
e
mento
insegna
buon
un
è
non
che
penso
e
male
ssa
soldate
alla
e
ano
americ
era
perché
one
televisi
hanno sgozzato in
ecco la
americana che teneva al guinzaglio il prigioniero iracheno:
.E
parità dei sessi finalmente raggiunta, passiamo ad altro signore
giro col
in
sempre
va
che
italiano
staggio
quell’o
di
padre
al
penso
sono?
tricolore in spalla e mi dico avrà pure le sue ragioni, ma quali
portatore
Si, forse il dolore ha trasformato un tipo comune in un in quella
sano di italianità. No, c’è qualcosa di troppo scenografico Non mi
scelta. Come una maniacalità inconsciamente studiata. è asfissia
torna. Ma che diritto ho di dire questo? Non lo so. Forse vomita
cerebrale. Non credo più a nulla tanta è la dose di falsità che intimi
giornalmente il video condizionando i comportamenti più
che
di quelli che guardano. Ecco: forse è per rintuzzare l’orrore
uno
che
i
indolor
così
morsi
con
i
cervell
nostri
i
lentamente divora
o male.
finisce per considerarli mali minori. Il mondo sta morendone e lo
E il cinema italiano non lo racconta. Lo fa solo la televisi
dei
fa male perché lo fa per l’audience, non per insegnare. L’Italia sca
gigante
una
in
ata
impegn
è
ni)
eccezio
e
media (salvo rarissim
nostra
operazione di mistificazione, falsificazione, rimozione. La non
democrazia, sta diventando isterica. E un potere siffatto né
contempla una cinematografia d’attacco, né riflessiva, né critica,
indolore,
tanto meno contraria, no: dev’essere solo vacua, zuccherata,
non
inesistente. E nell’augurarvi buon divertimento mi raccomando,
vi dimenticate lo sbadiglio.
onde bazar 06 2004
SI-Sport Italia: dove,
tra discipline atletiche
e avventure estreme,
il calcio non è più la
primadonna dello sport
Stufi del monopolio calcistico in tv? Vi
sentite dotati di profondo senso sportivo?
Amate lo sport in senso lato? Ecco il canale
giusto per voi: si chiama SI, ovvero Sport
Italia, e tratta tutto il panorama sportivo,
con tanto di avventura e imprese estreme.
Nata da poco, la new entry televisiva
ha già conquistato molti telespettatori
che finalmente possono approfondire
gratuitamente le proprie passioni o
curiosità spaziando dallo sci ai motori,
dagli sport invernali al rugby, dall’atletica
alla pallavolo, dagli sport estremi e quelli
emergenti senza dimenticare il calcio, che
servito nelle dosi giuste rimane un piacevole
bocconcino. Sport = emozione, sport =
cultura purché raccontato senza smanie
scandal-sensazionalistiche: con questo
spirito le più svariate discipline sportive,
tutte con pari dignità, sono in grado di unire
le persone e i popoli senza alcuna distinzione,
senza intermediazione.L’informazione è
basata su un continuo aggiornamento sui
principali eventi nazionali e mondiali, molte
dirette, fruizione di web news, scelte di
immagini spettacolari, di grande qualità ma
soprattutto che forniscono emozioni. E a
proposito di emozioni: originale l’idea della
trasmissione “SI Suoni e Immagini”, in onda
tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle
1.00 alle 3.45, che racconta senza parole
e musiche ma semplicemente con il suono
originale della presa diretta i momenti più
spettacolari o tragici che hanno segnato
la storia dello sport. Risultato? Grande
effetto, grandi emozioni, grande stile.
[email protected]
foto www.oltremara.com
14 di caterina gonnelli
OASI TV:
la tv sociale che racconta l’altra Italia
Chi se la sente sul grande schermo di affrontare temi sociali,
scomodi,
complessi nella loro semplicità? Qualcuno c’è, e si chiama
televisione dove si spazia dal mondo dell’handicap a quello delOASI TV, una
volontariato,
dalle minoranze religiose ed etniche al mondo degli anziani, dagli
emarginati
ai deboli. Si tratta di una tv impegnata, seria, molto seria, talvolta
noiosa,
stile Radio Maria, ma utile perchè apre gli occhi a chi non
vuole vedere e
insegna ad agire, come nel caso dei documentari che simulan
caso di terremoti, incendi o altre catastrofi naturali. Qui nono soccorsi in
si urla, non
si balla, non si fa spettacolo ma si raccontano storie, si dipingon
un’altra Italia, quella più grigia, più nascosta, più silenziosa ma o quadri di
Un’Italia scomoda e dimenticata, divulgata con un tono pacato che esiste.
che invita a
riflettere anche con la nostra coscienza.
Curiosando nella tv slava in vista di
un’Europa allargata
Mentre l’Europa si allarga cresce l’attenzione per i canali satellitari
dell’est del vecchio continente: un modo per entrare meglio nella cultura
dei nostri vicini di casa, per carpire le sfumature di popoli così simili e
allo stesso tempo così lontani da noi. Nella giungla di canali satellitari
impossibile non incappare, anche per sbaglio, in queste misteriose
sigle: SLO-TV1, SLO-TV2, Bulgaria Tv, VIVA Polonia, per gli amanti di
videoclip musicali, MTV Polska, POL Sat1, Pol Sat 2, TV Romani e così
via, tutte con lo stesso comune denominatore: immagini povere, suono
non perfettamente pulito ma tanta energia e voglia di comunicare.
Protagonista la musica, più gettonata anche per i comprensibili problemi
linguistici, seguita da cinema, cartomanti, politica e news. Per la serie
“zingara voglio vivere come te...” assolutamente da non perdere.
Va di moda TV MODA:
la moda raccontata dagli
stilisti e ....Jo Squillo
Interviste, top models, sfilate, intervallate da
una ever green, Jo Squillo. E’ TV MODA, la tv
che trasmette no-stop il davanti e il dietro le
quinte della Moda, quella con la M maiuscola. Un
canale ben fatto, con belle immagini e musiche,
dove i vestiti vengono “spiegati”, è il caso di
dirlo, dagli stilisti, che finalmente mostrano i
trucchi sartoriali, il loro animo “taglia e cuci”,
che scendono dal piedistallo per raccontare la
vera essenza della moda. Peccato l’eccessiva
presenza di Jo Squillo, l’ex cantate ribelle da
qualche anno alle prese con il fashion system,
dal quale sembra non aver imparato molto se
osserviamo alcune delle sue performances
canore in curiose mise. Brava però nelle
interviste, nel mettere a proprio agio i grandi
stilisti, le belle donne, lo star system, nel fornire
curiosità e approfondimenti. Nell’insieme si
respira aria pulita, creativa, fresca anche negli
spot pubblicitari ma soprattutto riusciamo a
vedere una sfilata nei dettagli, dall’inizio alla fine,
diversamente da molti programmi specializzati
in moda che offrono solo fugaci pillole, facendoci
sognare ancora di più..
bazar 06 2004
[email protected]
Possiamo farlo ogni mattina su
Radiocapital con il programma
Scandali al Sole. E a scoprire
misfatti e magagne ci pensa
una vera iena…
L’Italia è ancora (per il momento) il Paese del sole.
Ma
anche degli scandali. Non deve essere difficile, quindi,
trovare un argomento al giorno per un programma
che si chiama “Scandali al sole”, in onda la mattina
su RadioCapital . Più difficile è magari stanare
protagonisti dei misfatti, ma quando il compito i
è
affidato ad una autentica “iena” come Alessandro
Sortino… il gioco è fatto. La trasmissione, in onda
su Radio Capital dal lunedì al venerdì alle 9.15
alle 15.45, già nelle passate edizioni ha portato e
luce scandali italiani di ogni genere e continuaalla
a
indagare grazie soprattutto alle segnalazioni degli
ascoltatori, che vengono verificate dalla redazio
ne
formata espressamente per questo programma.
Infatti, chi ritiene di aver subìto un trattamento iniquo
o vuole fare luce su qualcosa che lo ‘scandalizza’
sintonie di pietro d,ottavio 15
può contribuire a ‘Scandali al
Sole’ scrivendo una mail all’indirizzo
[email protected] oppure lasciando
un messaggio alla segreteria
telefonica del numero 06492324191.
A quel punto Sortino si lancerà alla
ricerca dei responsabili dei misfatti,
che spesso devastano il “Belpaese”
inquinandolo,
costruendo
abusivamente, distruggendo le
ricchezze ambientali e faunistiche
o compiendo abusi amministrativi.
Per conoscere i nuovi scandali
basta accendere la radio. E
per ascoltare tutte le inchieste
condotte da Alessandro Sortino si
può consultare l’archivio sul sito
www.capital.it.
Scandali al Sole – Radio Capital
Alessandro Sortino
Scandalizziamoci
Gusto femminile e vigore urbano nelle scelt
musicali di Radio Centro Suono in onda il e
sabato notte
Nome in codice Lady Coco. All’anagrafe di Roma è Costanz
1976 a Roma. E’ lei il virus più forte della febbre del sabato a Scaloni, classe
sera targata Radio
Centro Suono (101.3 a Roma). Infatti Lady Coco è la disc-joc
punta di Global Cut / Black Planet, trasmissione maratona key conduttrice di
in onda dalle 21 del
sabato alle 6 della domenica mattina sulle frequenze dell’em
ittente capitolina. Una
colonna sonora ideale per ogni festa in casa senza dover cercare
il pensiero di cambiare un disco dopo l’altro. Il “suono” di Lady un DJ e senza
Coco – che vanta
anche esperienze newyorkesi all’etichetta
hip-hop underground
di Brooklyn BK Like Forms e alla radio
dell’università di Harward - è “quello che
evapora dal tombino”: rap, abstract hip
hop, liquid soul, urban r&b, dancehall,
con particolare attenzione alla “centurie” femminili rap e new
soul. “Global Cut” viaggia nelle sequenze mixate dai dj più
famosi che si alternano
alla “consolle più grande del mondo” percorrendo stili e contam
inazioni musicali
differenti tra loro. Global Cut è l’epicentro di Radio Centro Suono,
con il meglio
della dance mixato dai DJ della stazione, più guest internaz
ionali del calibro di
Frankie Knuckles, Farley & Heller, Miguel Migs, Dave Morales
,
Bors
Crispin J. Glover, Danny Rampling, David Alvarado, Paul Trouble Dlugosh,
Anderson. E per
ascoltare dal web l’indirizzo internet è www.radiocentrosuono
Radio Centro Suono Roma 101.3 - Global Cut / Black Planet .it
Con Lady Coco & Co.
Suoni dal tombino
Cd autoprod
otti e demo
da scoprire
e lanciare
Oltre 8.000 i
de
m
o
arrivati in reda
ad artisti trans
zion
Ruffano Tren itati da Demo, un cent e, mille quelli mandati
in
inaio di band
Music (Ravend & Blues Festival, il Cou
protagonis onda; 20 i contratti di
romano con na), e il primo Demo C s Cous 2002, Il Festival te di eventi come il Telescografici
da Michel Pepubblico in sala). E’ il bioncert (due ore live su Radi Biella, il Premio Coo thon, il
sabato (oltre rgolani e Renato Maren lancio di circa 2 anni di dio 1 registrate in un lop For
e delle canz alla striscia pomeridianago in onda su Rai Radio “Demo”, il programma cocale
ha spesso osoni che non trovano sboc di “Demozone” in ondaUno alle 23.35 dal lune ndotto
italiana (Sergipitato anche i documen co nella discografia tro alle 14.45). L’urgenza dì al
Cobham, Dul o Cammariere, Carmenti sonori degli inizi di ta va spazio nel programmdel rock
dei cd autopr ce Pontes…). Ma il cuor Consoli, Avion Travel, nti big affermati della musa che
Rai, palazzin odotti nelle sale prova e della trasmissione re Paola Turci, Irene Grand ica
dal sito www.a G2 Largo Villy de Lucadi tutto lo stivale (che vastano i suoni ancora inedi, Billy
la possibilità demo.rai.it ). E oltre a “r 5 - 00188 Roma, alleganno inviati a: DEMO - Ra iti
trasmissione di partecipare a una de ischiare” di sentire il pr ndo la scheda da scaric dio1
24 vanno in confeziona per le ediziolle compilation discograoprio demo in onda, c’è are
Rai Radiounoonda i migliori videoclip ni di Rai Trade. Infine, alfiche che dall’anno scor anche
so
targ
l’interno di Sh
- Demo Con
Michel Pergol ati Demo.
ownet su Rala
inews
ani e Renato
Marengo
IL ROCK SOTTERRANEO
16 di carla romana antolini
Suggestioni
scene bazar 06 2004
[email protected]
circensi
Cadere non è un evento fatale e
irreversibile, ma l’occasione di slancio
verso altri sconosciuti voli. Lo dimostra
la Festa del Circo Contemporaneo. Tra
nasi all’insù e fiati sospesi.
Festa Internazionale del Circo
Contemporaneo - Brescia. Diversi spazi.
Dal 23 giugno all’ 11 luglio. Ufficio
Manifestazioni del Comune di Brescia. Via
Tosio 8.
Il corpo è protagonista, il rischio è sempre in agguato e l’emozio
fiato sospeso. Tra i cortili storici, i parchi o sotto i tradizionali ne accompagna il pubblico col
chapiteau di Brescia si svolge la
quinta edizione della “Festa
Da cinque anni a Brescia c’è l’unica vetrina italiana delle più interessainternazionale del circo contemporaneo”, diretta da Gigi Cristoforetti.
nti creazioni internazionali di nuovo circo. Ricca l’offerta di emozion
circensi: qui Mathrine Bolze, acrobata, giocoliere, clown e danzator
i
e, che ha già emozionato togliendosi e mettendosi la giacca con precision
ed eleganza mentre era sospeso nell’aria tra due rimbalzi dal tappeto
e
elastico,
propone
“Fenêtre
s”
uno
spettaco
lo
in
cui la purezza della danza
aerea si alterna a momenti di emozionante racconto. Il circo come
Zanzibar/En Caval dove una intima relazione tra la pista e lo spettatorun’arte dell’istante, è la proposta del “Mano a mano” della compagnia
e,
dona
allo
spettaco
lo
la
sua
unicità.
E’
itinerant
e (En caval) per vedere
e ascoltare meglio il respiro e le risate del pubblico, e per scacciare
la paura che queste si spengano. Per la prima volta fuori dai tendoni
chapiteau anche la quinta generazione della famiglia Togni torna
o
al
teatro
di
strada
nel
nuovo
progetto
intitolato
“Circo
Maccheroni” con Livio,
Davio e Corrado.
La prestigiosa scuola francese del Cnac (Centre National des Arts
messa in pista di uno spettacolo per i propri allievi. Dopo Josef du Cirque) propone, come ogni anno, a un coreografo o a un regista, la
compito è stato affidato a Roland Shön, vero esploratore dell’imm Nadj, Francesca Lattuada, François Verret e Philippe Decouflé, quest’anno il
aginario, creatore di un teatro in cui l’attore “gioca” con parole, corpi,
marionette e ombre.
oggetti,
L’Esac (École Supérieure del Arts du Cirque) di Bruxelles è stato
il
vivaio
a
cui
hanno
attinto
Fatou
Traoré,
coreogra
fa e danzatrice del Mali, e
Philippe de Coen, trapezista e direttore artistico di Feria Musica,
belga. Il loro “Le vertice du papillon” , tra piani inclinati, pertiche per trovare i sette interpreti del nuovo spettacolo della giovane compagnia
e
trampoli
ni,
tra
circo
e
danza,
si
concentr
a
sul
tema
della caduta, non come
evento fatale ed irreversibile, ma piuttosto come occasione di slancio
verso altri, sconosciuti, voli.
E se ancora non può sembrare chiaro quanto il nuovo circo possa
proporre
importan
ti
visioni
contemp
oranee,
vi
potrà
convincere lo spettacolo
“Intérieur nuit” del venticinquenne Jean Baptiste André. In una scenogra
fia, che si nutre degli universi poetici di Beckett e Kafka, le arti del
si coniugano con le tecnologie multimediali guardando al “disequi
circo
librio” nella vita.
ità
La poesia nell’omosessual
Viaggio nel
mondo del
Ragazzi che amano ragazzi.
teatro d’ispirazione gay
verde - scenari di teatro omosessuale” che da
Per l’edizione 2004 della rassegna “Garofano
undici anni propone la messinscena di testi di ispirazione gay, è protagonista la poeticità del
linguaggio. Al Teatro Belli di Roma dall’8 giugno al 4 luglio la rassegna, diretta dal critico teatrale
Rodolfo Di Giammarco e sostenuta dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma,
ha molte opere da mostrare, da far conoscere e da diffondere, e oggi più che mai, tanta capacità
di stimolare ed emozionare artisti e pubblico.
Non era mai stata messa in scena la raccolta di poesie “Per sempre” di Giovanni Testori, dove
il suo amore verso Alain e la sua disperazione si veicolano tramite una scrittura molto ricca, tra
rime, frasi spezzate e incisive. In prima assoluta Massimo Popolizio interpreta questa scrittura
ricca di metafore, con la regia di Pierpaolo Sepe (11-13 giugno). Giuseppe Marini mette in scena la
tragedia “Kouros” di Ludovica Ripa di Meana, una tragedia in endecasillabi che narra di Ludovico,
dei suoi quindici anni, della sua omosessualità, e di una famiglia in cerca di eredi che decide di
“curarlo”.
Anche la siciliana Emma Dante, indagherà il tema
dell’omosessualità in un nuovo spettacolo
che sarà interpretato da Giorgio Li Bassi e
che ha come titolo provvisorio “Le novità di
Parigi”. E andando a pescare tra i giovani
artisti che hanno dato nuova linfa al teatro
italiano, la rassegna coinvolge anche Fausto
Paravidino, qui in veste di interprete de
“Ragazzi che amano ragazzi” di Piergiorgio
Paterlini (9-10 giugno), mentre Carla
Chiarelli metterà in scena il “Manifesto
per l’eliminazione dei maschi” di Valerie
Solanas (26-27 giugno).
Tra ricerca e tradizione nto
e tradime
Una via crucis di /guerra
musical “Candido” da Voltaire, di Andrea Liberovici e Aldo Nove, Candido intraprende un viaggio pedagogico
Nello spettacolo / soap opera
Viaggio, dall’Amore alla Guerra, dal
in 12 stazioni, come una Via Crucis nel corso della quale il centro dell’attenzione si sposta da Dio al
musical americano e ora secondo
Tradimento all’Identità, in un ben calibrato divenire che si organizza ora intorno ai modelli comunicativi del teatrale attraverso un linguaggio
quelli del “song” europeo. Il viaggio trova sul palcoscenico del Duse la via per il suo farsi autentica esperienza
scenico che mescola ricerca e tradizione in un apparato visivo multimediale.
Candido di Andrea Liberovici e Aldo Nove. Soap Opera Musical da Voltaire
Genova. Teatro Duse. Via Nicolò Bacigalupo 2. Fino al 6 giugno. Tel. 0105342200
[email protected]
bazar 06 2004
scene di carla romana antolini 17
Il festival siciliano offre anche due
spettacoli di Davide Enia, la conclusione
della trilogia di Eschilo e una lente
d’ingrandimento sulla negritudine
nel mondo della negritudine, delle tradizioni ancestrali ma anche nei
fermenti e nelle speranze deluse del grande continente. L’impianto scenico
dello spettacolo è costituito dalle opere che Moussà Traore, uno dei più
interessanti artisti senegalesi realizzerà nel suo Workshop a Gibellina (29
giugno-3 luglio), utilizzando polemicamente, come di consueto, materiali
di recupero e rifiuti della nostra civiltà opulenta.
Il 9 e 10 luglio, sono previste due serate dedicate al giovane quanto apprezzato
autore/attore palermitano Davide Enia, arrivato al successo non ancora
trentenne con la mitologia calcistica di “Italia - Brasile 3 a 2”, monologo
da stadio per un artista inventatosi cantastorie
moderno. Nel
suo
nuovo
spettacolo,
Maggio
’43,
è protagonista la Palermo
colpita
dai
bombardamenti degli Alleati nel maggio del ‘43, coi 1500 morti, i quartieri
distrutti, lo sciacallaggio, il mercato nero, gli stupri della milizia fascista.
A settembre, il festival che lo scorso anno ha presentato l’Agamennone
di Eschilo, messo in scena dal giovane regista spagnolo Rodrigo Garcia,
apprezzato per la capacità di conciliare in scena provocazione e poesia,
propone di concludere la trilogia di Eschilo affidandosi ancora a giovani
registi. Monica Conti attraverso il canto e la musica affronta il “lato
femminile” della tragedia, nelle Coefore. L’americano Big Art Group
affronterà invece le Eumenidi, usando il progresso della tecnologia come
strumento di interpretazione e progettazione del nuovo, con due chiavi
di lettura suggerite dalla Fondazione Orestiadi: la prospettiva della vicina
Africa e il lavoro poetico di Pier Paolo Pasolini.
Orestiadi di Gibellina
Gibellina (Trapani). Giugno-settembre 2004. Tel. 0924 67844
L’urlo di Pippo Delbono apre Gibellina
Sarà Pippo Delbono a inaugurare l’edizione 2004
delle Orestiadi di
Gibellina. Al Cretto di Burri tra i ruderi di Gibellina
anteprima assoluta del Festival D’Avignone, “Urlo”Vecchia debutta, come
Pippo Delbono, alla quale portano il loro contributo, la nuova creazione di
in un vitale confronto
di esperienze diverse, Umberto Orsini, Giovanna Marini
e la Banda della
Scuola Popolare di Testaccio. Con questo spettac
linguaggio fisico-vocale dei suoi primi lavori, a unolo Delbono torna al
teatro del corpo che
danza, del gesto silenzioso che sa raccontare, mentre
la voce e il canto
diventano l’urgenza a dire e le parole si caricano
regista torna a Gibellina per affrontare in “Urlo”di senso. L’affermato
politico e religioso, della cultura, ma anche i mecca il tema del potere,
nel ricatto sentimentale e nell’intreccio delle nostrenismi di dominio celati
Un particolare sguardo del festival è riservato alla relazioni.
vicina Africa. Massimo
Luconi presenta il 4 luglio un omaggio a Sengho
r, raffinato poeta e
presidente del Senegal fino al 1980. Per questo intellet
tuale, protagonista
della rinascita culturale e politica del continente
un concerto-recital dal titolo Ostie nere, realizzato africano, si propone
musicisti e attori senegalesi e italiani. Tra musiche e da un ensemble di
poesie di L.S Senghor,
David Diop, Aimè Cesaire e altri poeti africani di lingua
francese, si entra
Giancarlo Cauteruccio è
il beckettiano Krapp
Dopo dieci anni dalla prima messa in
scena il regista calabrese decide di vestir
panni del protagonista
ei
Se la messa in scena de “L’ultimo di
Krap
p”
prop
osta
dalla
compagnia Kript
nel ‘93 presentava lo sdoppiamento del
protagonista, interpretato sia da Mass on
Verdastro che da Fulvio Cauteruccio,
imo
in
un’op
erazi
one
estet
izzante, oggi il regista
Giancarlo Cauteruccio mette in gioco
la
sua
stess
a
esiste
nza
presentandosi da solo
in scena.
“Quando ho messo in scena per la prima
volta
quest
o
testo
– spiega Gian
Cauteruccio – già sentivo la voglia di entra
rci dentro personalmente. Da quello spettacarlo
ho ricevuto uno scossone esistenziale partic
colo
olare.
Da
quel
giorn
o ho inoltre intrapreso un
percorso artistico che mi ha avvicinato semp
re
di
più
a
Becke
tt.”.
Qui il protagonista è
in compagnia di tanti nastri, registrati
di vita e di esperienza. I nastri vengonoogni compleanno per tramandare brandelli
riasc
oltati
e
mesc
olati
per poi dichiarare il
fallimento in una resa dei conti di un
autoironico, spesso con venature patetvecchio triste e ridanciano insieme, ironico e
iche,
senti
ment
ali,
strug
genti che alla fine si
adegua consapevolmente allo scacco.
“Le manie e le perversioni di Krapp somig
liano
alla
mie.
Il
mio
rapporto di amore e
odio con il cibo ben aderisce alla famosa
in proscenio con le banane. Qui è evide gag iniziale della pantomima del personaggio
nte
anche
la
coinc
idenz
a con la mia cond
di malattia. Io soffro di apnee notturne
e per dormire devo utilizzare un respirizione
elettronico. La mia adesione al personaggi
atore
o
mi
ha
porta
to
natur
almente ad utilizzare
questo apparecchio in scena”
Lo spettacolo è sostenuto da sofisticato
apparato acustico, vocale e visivo in
“L’ultimo nastro di Krapp” di Samuel
cui è forte la necessità di creare una
Beckett, diretto ed interpretato da
coincidenza tra attore e personaggio. Il
Giancarlo Cauteruccio
musicista tedesco Andreas Fröba opera
suoni live di Andreas Fröba, costumi di
in tempo reale, facendo esplodere
Alessandra Vadalà.
la parola o creando sonorizzazioni
Roma. Teatro Vascello. Dal 15 al 20
che vengono generate dall’azione.
giugno. Via Giacinto Carini 72. Tel.
lo spettacolo si apre su Krapp065881021. www.teatrovascello.it
18 di andrea rustichelli
scene bazar 06 2004
Biennale Danza
Quando il direttore è una punk
Che,
Venezia a giugno: niente alta marea ma altissima danza, con l’apertura della Biennale.
Dirige le
a scanso di equivoci, per la danza come per altre discipline, ha cadenza annuale.Armitage,
cerimonie quest’anno una celebre artista cinquantenne, la statunitense Karolealle frequenti
regina del punk-rock in versione scarpette a punta. In controtendenza rispettoi nuovi media,
intersezioni della danza con altre discipline, dal teatro, al cinema, al video e tutti
del corpo,
la Armitage ha deciso di intitolare la rassegna Abcd… La grammatica universale
ia disciplinare
riportando finalmente al centro del discorso coreografico il valore e l’autonom
la parola.
della danza: un linguaggio del nostro tempo, il gesto e il movimento oltre stato concepito,
È proprio in sintonia con questo assunto che il programma degli spettacoli è Jacopo Godani,
godendo della presenza di artisti del calibro di Nicolas Musin, Amanda Miller, Bustos. Tutti
Charles Linehan, Shen Wei, Peter Boal, Saburo Teshigawara, Alonzo King, Isabelmultiple del
accomunati dalla capacità di declinare il codice classico seconde le istanze
contemporaneo.
di “Vecchio
Disposto in due sezioni - dall’11 al 30 giugno e dal 9 al 30 luglio – secondo i concetti
“Come
Mondo” e “Nuovo Mondo”, il cartellone illustra un pensiero-guida della Armitage:
e come le culture
le nuove idee – spiega la coreografa - possano essere condivise anche in continenti diversi
inedite di festa
più differenti restino intatte quando il nuovo arriva dalla tradizione”. Due occasioni San Marco, con
delimiteranno inoltre lo svolgersi della manifestazione: la prima, in Piazza
ce che
Karole Armitage e Nicolas Musin ad aprire la Biennale Danza con una performan
chiusura della
filtrerà il valzer con l’alfabeto contemporaneo; la seconda, da non perdere, in
gli insoliti luoghi
rassegna, Rave, lo spettacolo cult della Armitage, ripensato appositamente per di Bollywood
di Venezia, anche con la complicità del Ballet de Lorraine, di performer yoga,
dancers e di House of Ninja dancers.
ca nella
Vale la pena, allora, fermarci sulle parole della stessa direttore-punk, molto diplomati
che operano sul
sua veste istituzionale: “Il programma presenta i lavori più innovativi dei coreografi danza a favore
linguaggio della danza. Molti lavori contemporanei hanno ignorato gli aspetti linguistici dellanella storia. Non
di idee teatrali, letterarie, concettuali. Eppure, la bravura dei danzatori di oggi non ha egualidi là delle barriere
solo il livello tecnico si è considerevolmente elevato, ma l’abilità di adottare numerosi stili - al
in grado di
tra classico, modern dance, street dance ecc. - ha fatto del danzatore uno strumento ricchissimo,
multiculturale. I
esprimere nel modo più umano l’esperienza di un universo interconnesso, ad alta velocità,
della danza
coreografi e i danzatori invitati sono fra quelli che esplorano le proprietà metaforiche e linguistiche
movimento verso
con ballerini di altissimo standard formativo. A loro è stato chiesto di superare le frontiere del La poesia del
nuovi territori, basandosi su una profonda conoscenza della tecnica e della storia della danza.
porterà la
movimento ha proiettato il suo incantesimo sul pubblico dalla notte dei tempi: questa Biennale
tradizione classica nel nuovo secolo.”
Calendario e informazioni su http://www.labiennale.org/it/danza/calendario/
Quel nero sublime che colora la danza
Continua la voglia d’Africa a Roma: è Festa d’Africa Festival, dall’8 giugno al 3 luglio,
organizzato dal CRT scenaMadre con il contributo del Comune. Non poteva mancare
la danza nel menu di una manifestazione così colorata: il 23 e 24 giugno, al Vascello,
Irene Tassembedo (con la sua compagnia dal Burkina Faso) presenta Souffles, che
coniuga tradizione occidentale e africana. La coreografa pratica la danza africana lontano
dalla tradizione o dal folklore: le apre uno spazio di invenzione continua, inscrivendola
nel presente. Lo spettacolo intreccia un percorso, declinando il corpo nero nella storia
politica dei popoli africani. Ulteriore appuntamento dal 30 giugno al 3 luglio, con Allah
n’est pas obligé, coreografia di Adriana Borriello, tratto dal romanzo di Ahmadou
Kourouma sul tema dei bambini-soldato. Tra danza, musica e teatro, lo spettacolo è
interpretato dagli allievi dell’Accademia Nazionale di Danza, su musiche composte dal
maestro Daniel Bacalov.
Souflles – 23 e 24 giugno Teatro Vascello, Via Giacinto Carini 78 Roma.
Info: www.festadafricafestival.com
[email protected]
iRONIA E pop song
Una coreografia
studiata su diciotto
canzoni pop
Tassativamente da non perdere lo spettacolo
The show must go on, del francese Jérôme Bel.
Decisamente una pièce culto, un “classico
d’avanguardia” per quella generazione di
coreografi europei che hanno fondato la
cosiddetta non-danza. La struttura di
The show si basa su una successione di
18 canzoni pop: su tale partitura sonora,
Bel ha concepito una coreografia ironica
e apparentemente semplice, prendendo a
tema l’illustrazione letterale di ciascuna
canzone. Pur assai ludico, lo spettacolo
pone molti interrogativi sul rapporto tra
creazione e vita, sulla frattura tra arte e
intrattenimento, sul valore del virtuosismo
(info: www.lafranciasimuove.net).
The Show must go On – 1 giugno Teatro
Duse Bologna. 3 giugno Auditorium PdM
Roma.
[email protected]
bazar 06 2004
scene.salmoni di enrico lo verso 19
Claudio Amendola
Franco Andreucci
Renzo Arbore
Marco Begani
Alessandro Benvenuti
Susy Blady
Raul Bova
Nancy Brilli
Eva Buiatti
Serena Cama
Luca Carboni
Lorenzo Ciompi
Claudio Coccoluto
Pietro D’Ottavio
Klaus Davi
Pino Daniele
Marcello De Cecco
Joele Dix
Elido Fazi
Mario Fortunato
Freddy Grunert
Enrico Lo Verso
Wladimir Luxuria
Paolo Macry
Mario Martone
Mario Morcellini
Fabio Murru
Francesca Neri
Anna Oliverio Ferraris
Solange
Silvia e il suo alter-ego
Una storia dura, di carceri e soprusi diventa uno spe
ttacolo, in cui
protagonista e interprete si fondono,in
un unico impulso emotivo
Scusi,
mi offre un supplì?
Eh?
Un supplì, un pezzo di pizza, ho fame.
Non ero sicuro di aver capito bene. L’ aspetto decisamente
piccolo borghese
della signora davanti a me mi faceva dubitare di aver sentito
bene. Mi trovavo
in una rosticceria che abbinava 2 delle mie passioni: la pizza
e il “cibo etnico”
(ma non lo è anche la pizza?). L’ avevo vista per caso cercand
o un parcheggio
davanti al teatro Palladium dove di lì a poco Vladimir Luxuria
avrebbe
cambiato pelle ancora una volta per diventare Silvia. Silvia
Baraldini. Mi piace
ascoltare le storie, capire cosa si prova quando si vive. La signora,
finendo
la pizza, mi racconta che lavora per la Regione, assistenza ai
disabili, e da 3
mesi non riceve stipendio. I commercianti non le fanno più
credito e non ha
modo di farsi notare se non con uno sciopero che danneggerebbe
unicamente
chi, come lei, ha bisogno d’aiuto. Vorrei offrirle ancora qualcos
a ma rifiuta.
Lasciarle un conto prepagato, niente. Ci salutiamo e mi avvicino
al teatro... Si
fa per dire. La ressa è sino a fuori, ordinatamente la gente fa
la fila e capisco
che sta lì da tanto. Da un lato sono contento perché non pensavo
che potesse
esserci ancora tanto interesse per quella donna che, muta, ci
osserva dalle
foto sui muri e di cui non si parla quasi più, dall’altro… non
ho il biglietto,
nè prenotazione e mi sentirei un vigliacco a chiamare Vlady
per cercare un
ingresso di favore. Più di un centinaio sono le persone che resteran
no fuori.
Leggo la rassegna stampa e torno a casa.
Voglio sapere. Telefono a Vlady e chiedo dello spettacolo. Mi
dice che lo
spettacolo è nato quasi per caso. Ha conosciuto Silvia tramite
un amico
comune e, come sempre succede quando può nascere un’amic
izia, andando
a ritroso nel tempo hanno cominciato a riempire i vuoti nelle
loro rispettive
storie. Vlady è rimasta colpita dalla storia di questa donna
raccontata con un
sorriso leggero, distaccato, disarmante, coinvolgente. E’ rimasta
affascinata da
quel modo di raccontare una storia che lei ha vissuto ma che
non appartiene
solo a lei. Una storia raccontata, chissà quante volte, lucidamente, senza
autocommiserazione. Una storia destinata a ripetersi. Vlady come un novello
Omero decide di interrompere l’oralità e affidare la Storia, ed anche la storia,
ad un testo scritto. Ma la pagina cerca la vita e allora è il palcoscenico lo sbocco
naturale. Ma chi può interpretare Silvia sulla scena? Silvia La Tenera, La Forte,
La
Passionale, La Colta, La Dura, La Sorella, La Figlia. Silvia propone un alter-ego,
lo
ha davanti: Vladimir Luxuria.
Chi meglio potrebbe rappresentare una donna di cui si crede di sapere tutto
ma
di cui pochissimi conoscono i sentimenti, le passioni private, le lacerazioni,
le
sofferenze dignitosamente sopportate e mai comunicate? Il lavoro comincia.
Ci
vuole più di un anno per elaborare la struttura, il testo. Fatto.
Anche qui si procede a ritroso. Silvia-Vlady-Omero, con la regia di Emiliano
Raya e l’aiuto in scena di Letizia Lezza e Vincenzo Di Rosa, come una delle
Parche, dipana il filo di una vita affrontandone i nodi, cercando di scioglierli
,
comprenderli. E saranno i flash-back a raccontarci, probabilmente, del suo
arrivo,
ancora bambina, negli USA del ’57. E poi il ’68 newyorkese, i rapporti di
una
donna bianca con le Black Panthers fino allo arresto nell’ 82 con l’accusa
di
partecipazione ad una rapina. La Condanna. Una condanna durissima, esemplare
,
senza eguali. Una condanna dichiarata subito anticostituzionale ma ormai
attiva.
E poi ancora nodi su nodi, sempre di più. La detenzione in carcere subendo
le
stesse torture di cui oggi siamo informati dall’Iraq, con l’aggravante di essere
donna. Le richieste di estradizione, le illusioni, le delusioni, gli appelli in suo
favore e le accuse feroci. Ma anche gli amori familiari, i lutti familiari, i dolori,
le
gioie annunciate e disattese e quelle improvvise.
Parlando con Vlady passo dalla tenerezza all’ indignazione, dalla rabbia alla
commozione. Mi racconta che adesso Silvia è a Roma agli arresti domicilia
ri. Può
uscire 2 ore al giorno, che non le sono sufficienti per andare al cinema o al
teatro.
Lo spettacolo lo ha visto in prova e si è commossa solo nel punto in cui si
ricorda
la sofferenza di una persona a lei cara. Lavora per l’ARCI. Legge tantissim
o
e si collega a internet. Ogni tanto la sera riceve una telefonata, è Vlady. Dal
palcoscenico, a spettacolo finito, con gli applausi le passa l’abbraccio di chi,
da
quella sera, la conosce un po’ meglio.
bazar 06 2004
[email protected]
suoni di fabio murru 21
dWaits alle contaminazioni anglo-partenopee dei
sodiun
al iste
onintim
oti
Em
Tom
orità
son
e
Dall
autorale di Z Star. Emozioni forti.
Bisca. Dal jazz elegante di Diana Krall al vigore cant
Bisca
Mancasolounattimo
Tom Waits e Crystal Gayle
One from the heart
Columbia Legacy
Per capire il valore di questo cd
bisogna partire dal 1982. Allora
il bellissimo film di Francis Ford
Coppola, un sogno lungo un
giorno, fu un vero fallimento
economico. Col passare degli
anni è stato rivalutato in tutta la
sua meravigliosa bellezza. Ora,
riproposto in dvd dopo un accurato
restauro, è arricchito anche dalla
ri-masterizzazione della sua
colonna sonora ad opera di Tom
Waits. Il disco, degno compagno
dell’opera cinematografica che
nel prezioso patrimonio artistico di
Waits va assolutamente riscoperto,
ascoltato oggi è più bello che mai,
una vera e propria sintesi della
prima fase artistica di Waits, quella
del cantautore intimista e sofferto,
delle ballad ubriache e graffianti.
Waits dall’alto del suo talento
riesce a emozionare, donandoci
momenti indimenticabili di rara
intensità. Il tutto è impreziosito
da sonorità velate di jazz e un
accompagnamento vocale, quello
di Crystal Gayle, che alternandosi a
Waits o in duetto con lui, conferisce
grande eleganza all’album. Brani
sognanti e rarefatti che ci riportano
alla mente una Nastassja Kinski
eterea e bellissima cosi come
appare nelle immagini struggenti
dell’opera più visionaria di Coppola.
CNI Music – Rai Trade
La gestazione del nuovo
lavoro dei Bisca è durata 2
anni. Un lungo lavoro per
il gruppo formatosi a Napoli
nel
1981 che in più di 20 anni di attività è semp
re
andato dritto per la sua strada, quella di
una
musica trasversale in grado di creare intrig
anti
contaminazioni tra il dialetto napoletan
o e lo
slang inglese. In questo loro ultimo lavor
o il
gruppo si lancia in un funky isterico di
grande
energia con sprazzi di reggae, jazz, chita
rre e sax
impazziti. Un album ad alto tasso di adren
alina
con una trama musicale complessa e testi
efficaci e mai banali, per un disco che
scuote il
corpo e la mente.
Diana Krall
The girl in the other room
Verve Music - Universal
pagno e marito Elvis
Diana Krall, insieme al suo com
a incantare; nei 12
volta
una
ora
anc
Costello, riesce
cui 6 sono scritti da
di
um,
l’alb
o
brani che compongon
ordinaria interprete
stra
la
e
entrambi, Diana compare com
. Brani in cui Diana
jazz
pop
so
glio
rigo
più
pre
di un sem
issima, e una tecnica
mette una voce suadente, bell
l è elegante e sofisticata
Kral
La
o.
pianistica di primo pian
do
cen a creare uno stile
nelle sue interpretazioni, rius
i che compongono l’album
bran
6
altri
Gli
mo.
lissi
persona
Krall si appropria di brani
La
o.
rtori
sono di repe
di Joni Mitchell e Tom Waits
e anche del famosissimo
Almost Blues dello stesso
Costello, restituendoceli
in versioni inconsuete e
memorabili, che completano
un album capace di
meravigliare e restare
dentro.
Banda Osiris
Primo AmoreinalI
musiche orig
Radiofandango
nel difficile compito
La banda Osiris riesce
bello e difficile film
il
a
sic
mu
in
di tradurre
. Le immagini del
ore
Am
di Garrone Primo
gio inquieto di
uag
film ci parlano con ling
cerale di grande
vis
e
no
lsa
ma
rto
po
un rap
Osiris accompagna
intensità, e la banda
atmosfere notturne
o
and
le immagini cre
à
a tratti di una musicalit
rarefatte, avvalendosi
o
nic
ttro
ele
e
stil
che richiama un certo
a
imalista e incisiva. Il tem
tedesco, musica min
ne variato
vie
,
ico
un
nte
lme
zia
portante, sostan
e letture, tutte originali
e ripetuto con divers
li. Nel finale appare
e in vari momenti genia mba di Enrico Rava.
tro
la
e
ent
am
gic
anche ma
ni tratti dalla colonna
Completano il cd 5 bra
e film di Garrone
sonora del precedent
gio
lavoro di notevole pre
Un
re.
ato
sam
bal
L’im
adisce tutto
rib
che
o
ian
ital
film
l
per un be
nella difficile arte della
il talento del gruppo
musica da film.
Mia Martini
E parlo ancora di te
Enrico Rava
Easy Living
Z Star
Who Loves Lives
Virgin
Basta l’ascolto del primo singolo Lost
Highway tratto dal suo album d’esordio, un
vero e proprio manifesto carico di energia,
per portare alla luce il talento musicale
della cantautrice e chitarrista Z Star nata
a Trinidad. Nel suo lavoro si respira aria
di rock, jazz, blues e soul, il tutto condito
da una forza cantautoriale in stile Joan
Armatrading e Tracy Chapman. Testi che
parlano in modo mai scontato di amore e
libertà e di un profondo attaccamento alla
vita. Una nuova e interessante artista che
farà parlare ancora di sé.
ECM
pubblicando uno dei
Rava celebra 50 anni di carriera
no più conosciuto
italia
ista
jazz
Il
uri.
suoi lavori più mat
o e sintetizza
ssim
irati
insp
è
a livello internazionale
passioni musicali, compresi
sue
le
tutte
nte
ame
nific
mag
olto di Miles Davis e
i ricordi giovanili quando l’asc
della tromba. Rava
are
mor
inna
ro
Chet Baker lo fece
pongono l’album.
com
che
zi
firma otto dei nove pez
grande attenzione ai
con
ri,
linea
e
i
bell
o
ltan
risu
i
Tutt
tica gli consente ormai
tempi lenti. La sua maturità artis
al passato, e la sua
etto
risp
ti
ardi
più
i
di volare su tem
i musicisti che
con
te
men
etta
musica si coniuga perf
to e Stefano Bollani
Gat
erto
Rob
.
ano
agn
omp
acc
lo
di grande talento così
danno il loro consueto apporto
Rosario Bonaccorso,
e
ella
Petr
luca
come anche Gian
jazz tutto italiano.
de
gran
di
o
rendendo il cd un disc
Warner Music
prete
Mia Martini è stata un inter
della
a
ram
pano
nel
straordinaria
voce
canzone italiana. Con quella sua
ntato
urlata e non canonica ha rapprese
inile
i sentimenti dell’universo femm
to fare,
come poche altre hanno sapu
che
riuscendo, malgrado le avversità
riservate
ingiustamente le sono state
no, a
sia sul piano artistico sia uma
ta
ques
in
che
rbe
supe
oni
regalarci canz
. Il cd
raccolta sono ben rappresentate
L’ultimo
contiene anche 2 brani inediti
preziose
oni
trazi
regis
e,
Ben
e
Ballo
ampio
che risalgono al 1978. Trova poi
Ivano
spazio il sodalizio artistico con
della
Fossati, forse il momento più alto
ti da
scrit
i
ssim
belli
i
bran
era,
carri
sua
a la
pres
com
lei,
per
rio
Fossati prop
Amore,
versione di Costruzione Di Un
mpreso,
che all’epoca risultò quasi inco
l’amore
solo
tutti:
da
nato
osan
e ora
va Mia
dice
ci
to
ques
vita,
giustifica la
tutti può
in quel brano che meglio di
orso
rappresentare il senso del suo perc
tico.
artis
e
no
uma
22 di pietro d,ottavio
suoni bazar 06 2004
[email protected]
STING
Tre appuntamenti da gustare. E forse
un grande evento di beneficenza…
Fedele al nome che ha scelto, Sting (vuol dire “pungiglione”) non
smette di pungere, e dopo il successo riscosso con il suo decimo
album Sacred Love sta girando il mondo con un imponente tour
di concerti iniziato a gennaio a Miami e che a giugno sbarca
anche in Italia. La magia e il fascino sono una garanzia quando
sul palco c’è Gordon Sumner (che poi è il vero nome del figlio del
lattaio di Newcastle), caratteristiche che non mancheranno nei tre
appuntamenti italiani all’Arena di Verona, a piazza Grande a Bologna
e all’Arco di Costantino – a due passi dal Colosseo - a Roma,
in
quest’ultimo caso all’interno della tappa capitolina del Cornetto
Free Music Festival che vedrà protagonista anche Suzanne Vega,
The Veils, Rufus, Le Vibrazioni e Biagio Antonacci. Un cast di tutto
rispetto per il megaconcerto che inizierà alle 17 e sarà ovviamente
concluso dal set del bassista e cantante inglese che nel ’77 fondò
i Police. In questo caso Sting non farà il suo intero concerto
mentre a Verona e a Modena l’artista britannico proporrà due ore,
di grandi canzoni immerse in raffinate atmosfere jazz, in un’ottica
di
ridefinizione totale del pop come arte, appunto, popolare. L’artista,
che recentemente ha anche scritto il libro Broken Music in cui
racconta la sua storia dall’infanzia all’adolescenza, è da tempo un
fan del nostro paese e frequenta stabilmente la Toscana: motivo
in
più per immaginare delle performance arricchite da un colpo d’ala.
Ma a Sting sta a cuore l’intero pianeta, e l’ha dimostrato con più
di
una battaglia ambientalista e per i diritti umani, a partire da quelle
in favore dell’Amazzonia. E chissà se - come ha rivelato il suo
vecchio compagno Stewart Copeland (batterista dei Police) nel
backstage del concerto del Primo Maggio a piazza San Giovann
a Roma – la band che inventò il reggae bianco tornerà insieme peri
un grande evento di beneficenza. Ma intanto godiamoci Sting
questi tre appuntamenti italiani che si annunciano memorabili. in
VASCO
STING/LE DATE:
9 Giugno, Arena, Verona
10 giugno, piazza Grande, Modena
11 Giugno Arco di Costantino, via di San Gregorio, Roma
e-mail: [email protected] Tel. 0253006501
Un pugno nello stomaco con il guanto di velluto
me successo
dal vivo con l’adrenalina di Vasco Rossi. E’ questo il segreto dell’enor
Non c’è artista italiano in grado di riempire gli stadi e suonare il rock lasciarsi scappare l’occasione di sentire e vedere il “Blasco” in uno dei concerti
non
meglio
dell’artista emiliano, e non è cosa da poco. E allora sarà
imo disco Buoni o Cattivi. Buoni o cattivi /Non è la fine Prima c’è il giusto
del tour in cui il cantante di Zocca propone le nuove rock-song del recentiss
qui tutto / Dovrebbe unire … canta Vasco nel brano che è il titolo e
Mentre
divide
Perché
/
o
o sbagliato / Da sopportare… Che di per sé è maledett
Hotel. Un record che ora il nuovo lavoro rischia di bissare a
Stupido
record
da
l’album
dopo
la chiave di lettura di tutto il nuovo disco, uscito tre anni
di vacche magrissime. Ma è il palco la dimensione in cui
periodo
all’attuale
te
rapporta
se
ente
giudicare dalla partenza a razzo delle vendite, specialm
e intensità alle grandi band internazionali, per poi
potenza
per
invidia
nulla
che
rock
suo
il
Vasco Rossi raggiunge il suo climax artistico, mitragliando
un pugno nello stomaco con il guanto di velluto,
è
Vasco
di
concerto
Un
oni.
generazi
tre
colpire al cuore con canzoni che lasciano il segno in almeno
spari sopra”. E’ “Buoni o cattivi”, cioè il rock al
“Gli
e
giornata”
a
splendid
“Una
è
,
“Rewind”
e
è “Albachiara” e “Voglio una vita spericolata”, è “Delusa”
mente autoreferenziale, cioè il nichilismo di
arbitraria
più
sempre
sistema
un
da
giudicato
tempo del nuovo millennio, cioè la rabbia di chi deve essere
contro il muro di gomma del perbenismo
velocità
folle
a
lanciato
uragano
un
,
“Blasco”
il
è
chi è costretto a subire due pesi e due misure. Tutto questo
nti di tutto lo stivale.
interessa
più
festival
dei
uno
,
Neapolis
al
magari
e del pregiudizio. Un elettroshock che vale la pena provare,
VASCO/LE DATE:
5, Roma Stadio Olimpico; 9 Bologna Stadio Dall’Ara;
12 Milano Stadio San Siro; 17Udine Stadio Friuli;
20 Genova Stadio Ferraris; 24 Verona Stadio Bentegodi;
29 Perugia Stadio Curi; 3 Luglio Ancona Stadio Conero;
6 Luglio Firenze Stadio Franchi; 9 Luglio Napoli Stadio San Paolo
www.vascorossi.net
PHIL COLLINS 1 Milano Forum
NERD 2 Milano Mazdapalace
EVANESCENCE 8 Roma Foro Italico
RED HOT CHILI PEPPERS 8 Milano Stadio San Siro
RENATO ZERO 10 Verona Bentegodi, 24 Roma Stadio Olimpico,
FATBOY SLIM 18 Imola (Bologna) Heineken
MASSIVE ATTACK 18 Imola (Bologna) Heineken
PJ HARVEY 19 Imola (Bologna) Heinken, 20 Roma Foro Italico
THE CURE 19 Imola (Bologna) Heineken; 20 Napoli Neapolis
LENNY KRAVITZ 20 Imola (Bologna) Heineken
[email protected]
bazar 06 2004
La Seattle del Meridione?
Una miscela semplice fatta di
rock’n’roll, dissonanze grunge, aperture
new wave e implosioni noise. Ritmo
incalzante e ironia dei testi. Si chiamano
Baffos. Ma vengono da Catania…
Da aprile i Baffos sono in studio a registrar
e il loro primo
giugno. Sono in trattative con alcune etichette, ma, da comealbum: terminerà a
suonano e parlano
non dovrebbero esserci dubbi...
Ospiti di Sonica 2001, il primo MiniCd della band riscuote alcuni
consensi (Blow
Up, Succo Acido, freakout-online.com). Il primo mini tour
(2002) tocca Faenza,
Milano e Roma. Hanno suonato a fianco degli Old Time Relijun
e Melt Banana.
Nel 2003, allo Zo di Catania, fanno da spalla ai Sonic Youth
e Wire.
Giuseppe Lombardo, chitarra, parla a nome del gruppo.
Perché definite la vostra musica protorock’n’roll?
Il termine “proto-rock’n’roll” è nato per scherzo, è un’allus
band che si prendono troppo sul serio quando gli chiedono ione a tutte quelle
suonano. Abbiamo deciso che a questa domanda avremmo che tipo di musica
secca “protorock’n’roll”, che non significa assolutamente risposto in maniera
nulla ma per noi è
divertente.
Una volta si parlava di Catania definendola la Seattle
del Meridione,
cos’è che ha caratterizzato quella scena, ne prendete
parte?
Catania ha un legame molto forte con la musica rock e credo
che sia un legame
diverso da quello di altre città italiane. Ascoltando le band catanesi
, ci sembrano
più vicine alle indie-band americane o inglesi che non al rock
italiano. Tuttavia,
alcuni elementi impediscono lo sviluppo di un fenomeno musical
e
come quello
di Seattle. Innanzitutto, l’isolamento geografico e culturale che
vive la città.
suoni di marcello amoruso 23
C’è qualcosa di nuovo che sta emergendo
a Catania?
Ci sono senz’altro delle nuove e ottime band:
Dog a Dog, Tellaro, Twig Infection, Pola,
Spriggan, Saguaro, Apocalipstick.
Quando pensate che uscirà il nuovo album
e da chi verrà pubblicato?
Siamo in trattativa con diverse etichette, l’album
sarà pronto a settembre.
Avete dei gruppi cui vi ispirate o vi piace
parlare?
Ovviamente. Ciascuno di noi ha i suoi preferiti.
Fabio non può fare a meno dei Led Zeppelin,
Sabrina di Bjork, Walter è appassionato del funk
anni settanta e dell’indierock internazionale, le
mie passioni sono i Pixies, Jon Spencer, Ac/Dc,
la New Wave, Bugo e Alfio Antico.
Un gruppo emergente italiano che ti
piace?
Non so se possiamo considerare Bugo un
emergente, mi piacciono molto i Dog a Dog.
Per le date dei prossimi concerti: www.baffos.it
Artisti in ombra nel
bizzarro sotterraneo
Spazi tolti al gioco e donati alla cultura:
lo strappo musicale dell’Apollo 11
Alla ricerca di artisti emergenti e gruppi
indierock: in territori inediti e non.
Per quanti amano trascorrere intere giornate ad ascoltare musica
all’aperto o passando da un capannone all’altro, che dire, giugno è un
mese fitto di iniziative…al movimento.
Si parte dal Caivano Rock Festival (4, 23, 25 giugno): in cartellone
Giardini di Mirò, Baustelle, P.G.R. Marlene Kuntz, Afterhours.
Quindi il Flippaut (11-13 giugno) all’Arena Parco Nord di Bologna:
Korn, Misto Nocivo, Muse, Morrisei, The Veils, Tre Allegri Ragazzi
Morti. Scendendo giù l’Ephebia Festival (24-26 giugno, Terni),
dedicato a gruppi non ancora editi. Per il panorama elettronico,
il festival più esclusivo della capitale: l’Half Die Festival (giugnoluglio), a cura di slowmotion. Si svolge su un terrazzo e ci si prenota via
web: www.slowmotion.it.
In Europa:
Aerodrome Festival, Vienna, 10-11 giugno
Meltdown, Londra, 11 - 27 giugno.
Morrisey (The Smiths) sarà il direttore artistico
Sonar, Barcellona, 17-19 giugno
Norwegian Wood Festival, Oslo, inizio 20 giugno
Glastonbury Festival, UK, 25-27 giugno
Hurricane Festival, Scheeßel, Germania, 25-27 giugno
Da rinomato cinema della capitale all’ignobile progetto che lo vuole sala
Bingo ce ne passa. Allora l’Apollo fa 11 e dalle iniziative multietniche
avviate nel quartiere nasce l’idea di un orchestra: l’Orchestra di Piazza
Vittorio, che fa dell’ex-cinema una sala prove. Da lì a poco nascerà un
suono che adesso sta girando per il mondo.
Lo scorso aprile, in un’atmosfera raccolta, ha avuto luogo la rassegna
musicale “Se va via la luce”, curata dal giovane cantautore Pino Marino:
quando unplugged è dir poco.
Lo spazio dell’Apollo 11 continuerà a promuovere iniziative culturali
che investono cinema, teatro e, in primis, musica. Quindi: drizzate le
antenne!Info: www.orchestradipiazzavittorio.it
Una mappa per orientarsi all’acquisto di musica “introvabile”:i
negozi più esclusivi. E se non sei di zona, ordina online!
Musical Box - [email protected] - Catania
Demos: www.demosrecords.it - Napoli
Backdoor: www.backdoor.torino.it - Torino
Transmission: www.transmission.it;
Goodfellas: www.goodfellas.it - Roma
Super Records: www.rockbottom.it; www.superecords.com - Firenze
Underground Records: www.underground.bo.it - Bologna
Greenrecords - www.greenrecords.net -Padova
Wide Records - www.widerecords.com - Pisa
Noise Art - Vicolo Quadrelli 5 - Verona
Riot Records - [email protected] - Viale Monza 26 - Milano
24 di fabrizio gianuario
suoni bazar 06 2004
Dei quattro padri fondatori della musica minimalista
è indubbiamente il
- tra cui figurano La Monte Young, Terry Riley e Steve Reich - Philip Glass composizione delle
compositore più noto al grande pubblico. Una notorietà dovuta in parte alla realizzato insieme
musiche dell’Einstein on The Beach, capolavoro del teatro musicale contemporaneo
a New York nel 1976.
al regista statunitense Bob Wilson, che fu messo in scena per la prima volta tout court, va ricordato
Sebbene si tenda ad identificare la musica di Philip Glass con il minimalismola morte di quel genere
però che fu lo stesso compositore a decretare per primo, a metà degli Settanta, ti visuali della Minimal
musicale che era nato tra le influenze della musica di John Cage e gli esperimen il rigore musicale che
Art. E proprio l’Einstein on the Beach può considerarsi come lo spartiacque tra e musicale, votata ad
Glass aveva perseguito dalla fine degli anni Sessanta e la sua successiva produzion
riuscita, dal momento
assecondare le esigenze di un gusto musicale sempre più vasto. Un’operazionescorso.
che alla fine il suo nome compare tra quelli dei musicisti più pagati del secolo i della recente storia
Anche se non sempre impeccabile, Glass ha comunque scritto pagine important
Reggio, e il suo
della musica, tra le quali spicca la colonna sonora del film Koyaanisqatsi di Godfrey
nel realizzare opere
nome gode di un lustro particolare tra i ‘mecenati’ contemporanei grazie all’abilità
musicale minimalista,
che tengono insieme un certo senso della ricerca, ereditato dalla grammatica
uno spettatore di
e una particolare facilità di ascolto che non stanca un pubblico esperto, né affatica
passaggio.
E sarà proprio Philip Glass a inaugurare il 10 giugno la
quindicesima edizione del Ravenna Festival presentando
sotto il cielo stellato dell’arena la sua ultima opera Orion,
commissionata dalle Olimpiadi Culturali di Atene. Il
concerto, che si ripeterà soltanto ad Atene e Barcellona,
lo vedrà salire sul palco con il suo ensemble che, ispirato
alla varietà culturale delle Olimpiadi, è costituito da Mark
Atkins al didjeridoo, Wu Man alla pipa, Foday Musa Suso
alla kora, Rahat Nusrat Fateh Ali Khan alla voce qawwali,
Ashley MacIsaac, Gaurav Mazumdar al sitar (con la parte
dello strumento scritta appositamente da Ravi Shamkar)
e la voce greca di Eleftheria Arvanitaki.
www.ravennafestival.org
Philip Glass, minimalismo
e easy- listening
Uno dei 4 padri fondatori della musica minimalista
presenta la sua nuova opera Orion al Ravenna Festival
o classico, includono nella
Non sono poche le orchestre che oltre a eseguire brani celebri del repertoriinglese messo in piedi dalla
tutto
progetto
il
Ma
oranei.
propria programmazione opere di autori contemp
Roma presso il Parco della
London Sinfonietta spicca per coraggio e consapevolezza. Il 10 giugno a Jurjen Hempel presenterà
da
diretta
le
orchestra
ne
compagi
la
Belgio,
in
Bruges,
a
giugno
17
il
e
Musica
oraneità come John
un programma che accosta alle musiche di compositori cardine della contemp
etichetta culto
Records,
Warp
della
artisti
di
brani
anche
sen,
Cage, György Ligeti e Karlheinz Stockhau
della musica elettronica. internazionale.
Un’operazione di cui
andrà valutato certo
risultato,
l’effettivo
ma che per ciò che
concerne l’ideazione
Un evento unico: la scena dj/elettronica londinese incontra una delle
non può che essere
elogiata.
migliori orchestre del repertorio contemporaneo x dimostrare continuità Un tentativo unico
culturale tra mondi in apparenza lontani. In esclusiva a Roma.
di mettere insieme
distinte
culture
sia per linguaggio
di appartenenza e
musicale che per sostrato sociale
che si propone di trovare dei punti di raccordo, attraverso
l’immediato confronto del concerto, tra opere che in qualche
modo condividono una comune tensione verso la ricerca di
nuovi mondi sonori.
Non è quindi sulle forme della composizione che occorre
prestare l’attenzione se si vogliono qui trovare dei punti di
connessione tra esperienze musicali diverse, ma appunto
sull’infaticabile ricerca nell’elaborazione e nell’esplorazione
della materia sonora che, con risultati e progetti diversi, ha
avuto per tutto il secolo scorso un ruolo imprescindibile
nell’evoluzione della storia della musica. E allora non si può non
riconoscere ad Aphex Twin una funzione più che importante in
questo percorso (del geniale musicista inglese verrà rielaborata
in chiave orchestrale Disintegration No.3: afx237 vol.7), come non
si può non vedere in Nunu the “Insect Piece” di Mira Calix, che
visualizza e amplifica la vita sonora di alcun insetti, un omaggio
e una condivisione di attitudini con quanto realizzato da John
Cage in molti dei suoi lavori.
Particolare attenzione verrà inoltre data durante il concerto alla
parte visuale e alle relazioni che questa instaura con la musica, un
aspetto a cui la Warp ha sempre dedicato particolare attenzione.
Il programma completo prevede l’esecuzione di Player Piano
Study No. 7 di Conlon Nancarrow, Prepared Piano Pieces di John
Cage, Spiral di Karlheinz Stockhausen, dell’opera The Unanswered
Question di Charles Ives, del Chamber Concert di György Ligeti e,
oltre ai brani sopra citati di Aphex Twin e Mira Calix, musiche
artisti Warp come Squarepusher e Boards of Canada.
www.londonsinfonietta.org.uk
London Sinfonietta & Warp Records
26 di ciro bertini
leggere bazar 06 2004
[email protected]
Note intonate di un impotente sconcerto
zi “C’è tempo”, che
C’è qualcosa, nel libro di Andrea Scan
e storie dimenticate
ria
sconcerta l’autore. Tra luoghi della memo addo
sso.
storie che restano
lo scrittore ci offre
raccolta di racconti
libro – che pur non essendo un romanzo è qualcosa di più di una
La definizione più calzante per questo
su Bob Dylan: si tratta di note intonate di un impotente
– ce la offre lo stesso Andrea Scanzi in margine a un pezzo
ere inesorabile macinando ogni cosa (gli ideali) e mietendo
trascorr
suo
il
tempo,
Il
?
sconcerto. Cos’è che sconcerta l’autore
che sentirsi impotente e trovare gli strumenti letterari
può
non
bilità,
vittime (gli affetti). Di fronte a una tale inelutta
e dispiegando le sue note cerca di intonarle nel modo
prova
ci
però
insufficienti ad affrontare una sfida improba. Intanto
ate, decodifica destini di persone ormai scomparse,
dimentic
più efficace, finché l’ordito delle trame non riesuma storie
solitari. Tra le storie che più restano impresse: l’epopea
ricrea luoghi della memoria, stabilisce appartenenze con antieroi
rapinatore più sbruffone d’Inghilterra, la riabilitazione
del
bravate
le
Cuccia,
Enrico
di
salma
della
balorda dei rapitori
di scomparsi: il cantante degli Alice In Chains, l’attore
destini
i
Tra
ore”.
“plagiat
tuale
intellet
di un
ni), Peppino Impastato, Falcone e Borsellino, Valpreda,
ottantan
a
star
o
(divenut
vera”
storia
di “Una
spicca un’agghiacciante vicenda svoltasi a Brooklyn.
luoghi
i
tra
Mentre
Gould.
il genio di Glenn
enze meritano una menzione particolare due corti
apparten
alle
dedicata
Invece, nell’ultima sezione
alla voce dei Radiohead Thom Yorke; il secondo
André
De
arentare
circuito: il primo originato dall’app
e la classe divina di Edberg. A questo punto,
Lendl
di
tenacia
dal confronto tennistico tra l’efficace
un’evocazione impressionante per
non si può però tacere il ritratto di Gaber tracciato nel prologo: dell’autore. Ecco: innanzitutto
o
esattezza e concisione, malgrado l’imbarazzata veste da discepol
fuoco il sentimento, per poi avvalersi
Scanzi cerca di ricordare nitidamente, usando come messa a
delle cose rievocate. Proprio come
nucleo
il
cogliere
a
icanti
insignif
renza
all’appa
ari
di particol
nuova prova narrativa di questo
la
i
fiducios
do
Attenden
citato.
volte
più
caso
a
non
Kurt Vonnegut,
alla vita di Villeneuve, Il
ispirato
romanzo
un
to
pubblica
aveva
già
(che
e
scrittore appena trentenn
ad arricchire il solco già
va
tempo
C’è
momento
il
per
2002),
nel
piccolo aviatore, edito da Limina
Baricco.
di
Barnum
dal
e
Veronesi
tracciato dalle Cronache italiane di
ANDREA SCANZI – C’è tempo. Pequod, pp. 106 euro 10
azioni del 1955); ROBERT WYATT Rock
Colonna sonora: GLENN GOULD Variazioni Goldberg BWV 988 (registr
bottom
Sulla pasta asciutta:
prima il formaggio, poi la salsa
Veronelli ci porta alla scoperta dei cibi
perduti attraverso racconti e ricordi di
spizzichi di campagna…
Si sa: Luigi Veronelli è un enologo, forse il più conosciuto dal pubblico
dei profani. E si sa - o si dovrebbe sapere - che ha dedicato le sue energie
a sostenere i diritti della terra e della vita contadina nei confronti del
pensiero unico rappresentato dal progresso industriale. Non sapevamo invece,
colpevole ignoranza, che per magnificare l’essenza dei cibi perduti si fosse
a questo libro,
inventato una lingua nel solco della tradizione lombarda. La scoperta la facciamo oggi, grazie
svela come la
che in realtà è la ristampa di un volume pubblicato nel 1966 per i tipi di Feltrinelli. Veronelli
sia nata a causa
–
ritualità
stagioni,
prodotti,
odori,
colori,
suoi
i
–
agricolo
panorama
il
per
sua folgorazione
nuovo. E
mondo
un
da
affascinato
crebbe
lui
lì
e
campagna
in
trasferirsi
dovette
della guerra: la sua famiglia
sua festosità così
a tratti – si sarebbe tentati di dire: a spizzichi – evoca le meraviglie di questo mondo, la
offre una galleria
come la sua rudezza. Infatti il libro, diviso per mesi (che corrispondono ai segni zodiacali),
ze: un ricordo
di ricette inframmezzate dai più disparati aneddoti. Si tratta di una fitta serie di corrisponden
di Veronelli
richiama una ricetta che fa nascere un ricordo che detta un’altra ricetta e così via. L’intento
italiana, anche
è però sempre quello di costituire un discorso univoco, volto a creare un canone della cucina
stancherò mai di
quando le divagazioni cui si lascia andare sembrano di natura più personale. “Del resto non mi
piatti semplici”:
dei
attenzione
l’assoluta
“con
preparata
quella
semplice”,
cucina
la
soprattutto
amo
ripeterlo:
di tradizioni
più,
c’è
non
che
un’Italia
di
racconto
il
è
Questo
osterie.
le
tanto
così
per questo gli piacciono
cibi perduti, un
che avventatamente abbiamo lasciato morire, ma è anche l’occasione per recuperare, insieme ai
chiede di
certo modo di ragionare, semplice e raffinato allo stesso tempo. Tra pillole di filosofia, Veronelli
il formaggio,
sovvertire abitudini inveterate: “dichiaro, proclamo, esigo che la pasta asciutta, quando richiede
dalla pasta”.
ne va prima cosparsa e poi salsata. La salsa, calda, completa la fusione del formaggio già iniziata
Ci avevate mai pensato?
LUIGI VERONELLI – Alla ricerca dei cibi perduti. Derive Approdi, pp. 192 euro 15
Colonna sonora: PHILIP GLASS Koyaanisqatsi; GUSTAV MAHLER Il canto della terra
[email protected]
bazar 06 2004
Suonare la tromba:
un capolavoro e
un’autobiografia
Dal libro di Ashley Kahn dedicato
a uno dei capolavori musicali di
Miles Davis al lavoro sinceramente
autobiografico di Enrico Rava
Il
leggere di ciro bertini 27
Ameioggioventu’:
l’importante nun è vive’
ma partecipare
Il cinema degli
anni raccontato
guerriero maori
ibernato. Tutto
romanesca
ultimi
da un
o da un uomo
in salsa
��� �������
������� �������
��������������������
jazz – arte dell’improvvisazione ragionata, che più si
è imposta
regole rigide e più ha scatenato la fantasia, risultando sempre
e comunque
esibizione dell’anima messa a nudo – costringe i libri
che tentano di
raccontarlo, immobilizzandolo sulla pagina, ad adeguars
i alla propria
intrinseca poliedricità. Ne sono esempi, diversi, questi
due testi:
Requisiti minimi per godere questo libro:
entrambi vero e proprio godimento per appassionati, fonti
essere
ricchissime per
andati al cinema una volta a settimana nella
neofiti, documenti pregnanti del binomio arte-vita per tutti
gli altri.
Quello di Ashley Kahn è un monumento a uno dei capolavori
stagione 2002/2003 e apprezzare, o almeno
musicali del
non
secolo scorso: Kind of blue di Miles Davis, della cui recente
disprezzare, la calata romanesca più greve.
ristampa su
cd dai suoni “ripuliti” ha parlato Fabio Murru nel nostro
Possed
endoli entrambi, la lettura è uno spasso,
primo numero.
L’autore è un giornalista americano che ha avuto il privileg
addirittura di quelli cosiddetti intelligenti
io di poter
ascoltare i nastri con le registrazioni originali del 2 marzo
.
e 22
La figura retorica impiegata per provocare
1959. Con estrema perizia viene riprodotto il mood che aleggiav aprile
il
a attorno
riso è quella del travisamento della realtà
al sestetto di musicisti, evidenziando che è l’aura mitica
:
dell’ancora
il Palomba affronta il film da spettatore
giovane Miles Davis a fare da catalizzatore per l’esplos
privo
iva miscela
creativa cui ognuno di lì a poco concorrerà. Anche se a
di
strumenti critici che rendano possibile una
posteriori può
sorprendere, di solito – e anche questo è il caso – il genio
contestualizzazione delle immagini osserv
si manifesta
ate.
senza che ve ne sia consapevolezza: infatti, nessuno dei
Il nostro recensore è un bambino di sei anni,
partecipanti
alla prima sessione, interrogato successivamente in proposit
un extraterrestre, un uomo ibernato che si
o, ha la
percezione di stare per compiere qualcosa di straordinario.
Kahn, allora,
risveglia in un tempo non suo, un guerriero
ci ricostruisce ogni movimento, ogni abbozzo di discorso,
ogni occhiata:
maori o l’individuo-massa di una qualche
tutto ha un senso e dà il suo contributo determinante all’esit
o finale.
periferia urbana: scegliete voi. Come loro
Sembra di essere lì, nello studio di registrazione di 45 anni
è
fa, che oggi
dotato di uno sguardo privo di sovrastruttu
non esiste più e che invece ci viene descritto nei minimi
re,
particolari.
Sembra di essere lì, spettatori attoniti in attesa del
dice le cose così come le vede e per afferr
compiersi del
are
miracolo, intimoriti perché Miles potrebbe girarsi all’impr
un senso si aggrappa al primo dato reale
ovviso e
che
bruciarci con il suo sguardo febbricitante. I pezzi che
riesce
a cogliere. E come per incanto gli scappa
scaturiscono da
quell’amalgama di musicisti per molti versi così distanti l’uno
spesso di dire la verità, quella terra terra,
dall’altro
eppure magicamente complementari e dalle scarne istruzioni
scritte - così
così a portata di mano che spesso non viene
volle Davis per favorire l’elemento improvvisativo della prima
esecuzione
nemmeno presa in considerazione, abituati
- sono standards perfetti. Ancora oggi giudicati tali,
come
ascoltati mille
siamo alle elaborazioni più complesse. In
volte per carpirne i segreti alchemici, risuonati con
più,
rispetto anche
uscito
dai musicisti più affermati. Il disco ha un impatto immediat
dal cinema, il Palomba fa quello che
o nel mondo
della musica jazz - la novità è l’improvvisazione sui modi
tutti noi dovremmo fare: mette in relazione
anziché sugli
accordi - destinato ad aumentare nel corso del tempo, se
ciò cui ha assistito sullo schermo con i
è vero, come
fatti
Kahn documenta, che la rivoluzione modale influenza musicist
della propria vita quotidiana, traendone
i classici
- dal
e rock. Il libro ha il merito di far parlare sia i protagon
combinato disposto - una propria morale.
isti che
Detto
gli ammiratori, di essere pieno di fotografie e aneddoti
. In uno degli
così, pare molto serioso, ma estrapolare
interludi, si materializza persino Freddie Freeloader (“lo
pezzi
scroccone”),
di “recinzioni” a mo’ di esempio significhere
che ha ispirato a Davis l’omonimo pezzo. “So what” (e allora),
bbe
leggete.
ridurre il Palomba a campione di una comici
Lo strumento (la tromba) e un certo modo di intendere
tà di
la musica (il
tipo televisivo e nun so’ merita ppropprio...
virtuosismo secondo all’ispirazione) accomunano Miles
Davis a Enrico
Rava. Queste sue note, fedelmente trascritte da Alberto
JOHNNY PALOMBA – Recinzioni 2002/2003.
Riva, erano
davvero necessarie. Era necessario raccontare la storia
di un musicista
Fandango, pp. 152 euro 7
italiano di fama e valore mondiale. Un percorso umano original
e,
per i primi anni sessanta: torinese, rampollo di una famiglia almeno
Colonna sonora:
che
lo
vorrebbe laureato alla gestione dell’azienda di propriet
à, abbandona
EELS Electro-shock blues;
studi e solida situazione economica per suonare la
tromba a tempo
pieno, soggiornando a Roma, Buenos Aires, New York, Londra,
THE
CLASH Sandinista
Parigi,
prima del ritorno definitivo in Italia ormai affermatissimo.
Un percorso
artistico atipico: dalle rotture di tutti gli schemi con
l’adesione al
free jazz (prova di cosmopolitismo) alla riscoperta delle
possibilità
sonore della melodia (ritorno alle radici italiane), dalla
rilettura
del tango argentino di Piazzolla alle arie pucciniane.
Una sincerità,
la sua, spudoratamente coraggiosa quando fa affermazioni
del tipo: “la
tromba , in sé, non è uno strumento che mi faccia impazzir
e”, “per me
sono difficili gli acuti, ho sempre avuto dei problemi
” o “mi viene
facile scrivere un pezzo… ma leggere la musica no, mi
rende veramente
infelice”. Tra amicizie e idiosincrasie, maestri amati (Miles
Davis) e
ripudiati (il Davis della svolta elettrica), ricordi belli
(tutti legati
alla musica) e tristi (la parabola di Massimo Urbani), l’assenz
����������������������������������������������������������������������������������
a di figli
�����������������������������������������������������������������������������������������
(“non ho mai sentito la vocazione di padre”) e lo splendid
�������������������������������������������������������������������������������������
o scoprito
re di
talenti (ultimo Stefano Bollani). Insomma: Rava, a sessanta �������������������������������������������������������������������������������������
��������������������������������������������������������������������������������������
quattro
anni,
si sente ancora all’inizio di una storia musicale, della cui ����������������������������������������������������������������������������������
��������������������������������������������������������������������������������������
straordi
naria
�����������������������������������������������������������������������������������������
intensità si ha riprova ascoltando il cd che ripercorre
gli ������������������������������������������������������������������������������������
episodi più
�������������������������������������������������������������������������������������
importanti della sua carriera. (Leggi anche recensione di
����������������������������������������������������������������������������������������
Murru
su questo
�������������������������������������������������������������������������������������������
numero).
�������������������������������������������������������������������������������������
���������������������������������������������������������������������������������
ASHLEY KAHN – Kind of blue. Il Saggiatore, pp.224 euro 29
�������������������������������������������������������������������������������������
ENRICO RAVA E ALBERTO RIVA – Note necessarie. Minimum fax, ����������������������������������������������������������������������������������������
������������������������������������������������������������������������������������������
�������������������������������������������
pp.204
euro
���������������������������������������������������
21 (libro + cd)
Colonna sonora: THE DOORS Strange days; GATO BARBIERI
Ultimo tango a
Parigi
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������������������
28 di marco begani
leggere.fumetti bazar 06 2004
[email protected]
Mafalda compie 40 anni. Era nata per esigenze comme
rciali: doveva
essere la testimonial per la pubblicità di un’azienda
di elettrodomestici
chiamati Mansfield. La collaborazione non ebbe seguito
; peccato per
l’azienda, perché Mafalda divenne il più popolare dei
personaggi argentini
a fumetti.
Ivan Giovannucci ha curato, con il patrocinio dell'Ass
essorato alla Cultura
del Comune di Milano e dall'Assessorato alla Cultura
e Beni Culturali
della Provincia di Milano, la mostra itinerante "In viaggio
con Mafalda"
(60 pannelli per 77 strisce e 50 tavole), ospitata dal
Touring Club Italiano
(www.touringclub.it), che ha pubblicato anche il catalog
o della mostra (In
viaggio con Mafalda, Touring Editore, €14, soci €11,20)
. È possibile vederla
a Montagnana (PD) fino al 6 giugno, quando partirà
per il Festivaletteratura
(www.festivaletteratura.it) di Mantova (1 – 15 settemb
re). In seguito Fiume
Veneto (PN), Brescia, e poi - per tutto il 2005 - in giro
per l’Italia, da Roma
alla Campania, alla Sicilia, alla Puglia.
Quino, il cartoonist di Mafalda
Joaquín Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, classe
1932, nel 1964 è un
abile cartoonist da dieci anni. C’è infatti mestiere dietro
al personaggio
di Mafalda, che secondo le richieste dei committenti
dell’autore doveva
somigliare ai Peanuts. La strada intrapresa da Quino,
e che lo porta a
pubblicare su "El Mundo" nel ’65, si inserisce in un
filone fruttuoso: la ricetta
grafica, il tratto semplice e infantile, molto lontano
da ogni pretesa di realtà,
ritornano spesso nei comics di successo, da Snoopy
al più recente Calvin
and Hobbes. Questi personaggi, come gli animali
di Disney, facilitano il
processo di identificazione da parte del lettore, e contem
poraneamente
rivestono tutti i pensieri, i vissuti intimi, e persino le
opinioni sulla vita e
sul mondo, di una innocenza irresistibile. A differen
za delle noccioline di
Schultz, sia perché l’esigenza originale di Mafalda
era di natura pratica,
sia perché lo spirito latino dell’illustrazione è più ancorat
o alla realtà (le
historietas argentine sono oggi di carattere prevale
ntemente realistico), i
bambini di Quino parlano di psicanalisi, denaro, governo
, si soffermano
cioè su temi meno intimi o astratti. Alcune delle vignette
del ’64 e ’65
affrontano i temi del comunismo, del ruolo della classe
media, della
nucleare in mano ai Cinesi. In più, i genitori di questi
bambini sono visibili,
costituiscono anzi uno dei più esplorati terreni di confron
to, il che rende il
mondo di Mafalda tutt’altro che isolato.
I bambini
Miguelito è incapace di vedere il male, mentre Manuel
ito è pratico,
grossolano; Susanita è un vero e proprio prototipo
materno, e l’innocuo
Felipe, il più vicino all’autore, sta sempre con la testa
tra le nuvole.
Insomma, possiamo scegliere chi siamo e, attraver
so l’innocenza, fare al
mondo le domande che abbiamo sempre tenuto nascos
te. Se trasferiamo
questa possibilità intellettuale all’interno del dibattito
degli anni ’60 e
’70, comprendiamo la grande fortuna di Mafalda, perché
è diventata
un’icona del femminismo, e perché è rimasta immorta
le nel cuore di quella
generazione, nonostante la produzione delle sue strisce
sia terminata nel
lontano 1973, all’apice del successo internazionale.
Da allora, Quino si
dedicò ad altri progetti, senza mai abbandonare il
disegno umoristico, e
continuò a pubblicare raccolte della bambina terribile
.
I suoi primi quarant’anni
Icona del femminismo negli anni ’70,
Mafalda è rimasta nel cuore e nel
la
memoria di quella generazione. Epp
ure era
nata con scopi molto poco idealisti
ci…
Dalla giungla di
commenti e di siti emergono alcuni
indirizzi davvero stupefacenti:
accattivante e completo
www.amazingcomics.it, in
cui si può scovare persino un
interessante articolo sulla psicologia
dei supereroi. Segnaliamo anche
www.komix.it, ricchissimo di
recensioni e spunti, e se non volete
perdervi nessuno degli appuntamenti
nazionali e internazionali visitate
l’eccezionale www.afnews.info.
Il 5 giugno è la scadenza
per i tre concorsi di "Acquaviva nei
Fumetti" (temi: "Alberto Sordi, un italiano
vero", "Omaggio a Guido Crepax",
"Olimpiadi: l’importante è partecipare?")
Siti web: http://www.comuneacquavivapi
cena.it/ oppure www.fumettiestorie.com/
acquavivaneifumetti.
La deadline del concorso a fumetti "La vita
e la musica di Otis Redding" invece è il 15
giugno; tutto il bando sul già menzionato sito
di Komix.it Fumetti@360°.
Fino al 12 giugno siete
in tempo per visitare la mostra personale di
Matteo Alemanno, Lecce 1967, creatore con
Zidrou di “Meche Rebelle” (in Italia “Requiem",
Edizioni BD), curata da Michele Ginevra,
direttore del Centro Fumetto Andrea Pazienza
di Cremona. Alemanno presenta il secondo
volume della serie – assai fortunata in Francia
– con una serie di schizzi e tavole originali.
Sito internet: http://www.biblioteca-spinea.it/
.
Per la XI edizione di "Rovigo a strisce", fino
al 27 giugno al Centro di Informazione e
Documentazione Visive "Pescheria Nuova",
la mostra "Diabolik. Il noir che rivoluzionò
il fumetto", organizzata dall'Assessorato
alla Cultura del Comune di Rovigo,
con la collaborazione dell'Associazione
Lendicomics Club Rovigo. Sito internet:
www.utenti.lycos.it/lendicomics.
[email protected]
bazar 06 2004
leggere.rileggere di claudio amendola 29
Nascere vecchi
Immaginate una società dove non ci
sono mamme né papà, dove col tempo si
ringiovanisce, dove tutto è programmato.
A cominciare dagli adultèri…
forse post
Immaginate una società diversa, forse post atomica,
Immaginate un
iamo.
conosc
che
quello
tutto
democratica, forse post
i, dove tutti
milion
33
ma
di
miliar
7
sono
non
ti
abitan
gli
mondo dove
programmato ed
è
tutto
dove
i beni primari sono garantiti e razionati,
perfino
fatto,
soddis
è
o
bisogn
o
piccol
efficiente, dove anche il più
i a chiare
scritt
sono
doveri
e
i
diritt
dove
mondo
un
nate
l’amore. Immagi
llati
contro
e
tement
lettere e uguali per tutti, e tutti sono costan
ha la men che
e spiati da telecamere e satelliti, e dove nessuno
e modo infrante.
qualch
in
essere
o
possan
regole
minima idea che quelle
parentele, perchè
e
Immaginate una società dove non ci sono mamme, papà
enze di un parto
soffer
le
e
gioie
si viene al mondo non attraverso le
una società nella
nate
immagi
tutto,
soprat
Ma
ce”.
ma da una “bolla fattri
a 90 anni e poi si
quale si nasce vecchi. Sì, un mondo dove si nasce
neonati anziani. Dove
dei
are
comincia un viaggio a ritroso fino a divent
gli adultèri sono
anche
dove
o,
destin
al
niente è lasciato al caso o
non intervenga a
sa
qualco
che
patto
a
to
perfet
mondo
programmati. Un
minare questa perfezione.
o Ligabue nel suo
Fatto? L’avete immaginato? Ecco questo ha fatto Lucian
primo romanzo.
pagine) è un romanzo
“La neve se ne frega” (Feltrinelli, 14 euro x 234
e con dialoghi
cità
sempli
con
affascinante e sorprendente, scritto
una storia d’amore,
è
cosa
altra
ogni
di
più
ma
veloci quanto spontanei,
e alla paternità,
anzi: UNA STORIA D’AMORE. E’ un inno alla maternità
bisogno di
glioso
meravi
al
all’umana necessità di essere genitori,
amare.
quando racconta di
Il romanzo della rockstar di Correggio è divertente
maschili sempre più
vigori
seni che col passar del tempo si rassodano e
comunque sulle
ma
soffer
si
ma
anni,
esigenti andando avanti con gli
ipotizzando che
,
coppia
della
e
matich
proble
e
ili
tematiche più diffic
ti alle nostre
sogget
anche in una società “migliore” saremmo comunque
debolezze e meschinità.
che vince sempre
Puntuale un riferimento al calcio, con una squadra
fede interista
la
fuori
viene
qui
(e
mai
vince
non
che
ra
ed un’alt
passione del
altra
,
cinema
dell’autore) e un piccolo riferimento al
Liga.
Sono un fan di Ligabue, mi è molto
piaciuto “ radio freccia” e mi è
piaciuto il suo libro: BELLA LIGA.
Luciano Ligabue , La neve se ne frega Ed. Feltrinelli
Pagine: 234 - Prezzo: Euro 14
30 di nancy brilli
leggere.brilletture bazar 06 2004
Viaggio al termine
della notte
[email protected]
Ho letto Céline, e dopo niente è stato più lo
stesso …
E
A un certo punto della mia vita ho incontrato Céline. Mica di persona, naturalmente.
termine
al
“Viaggio
per fortuna, ‘ché dice che era un gran maiale, e lo rimase. No. Ho letto
la
della notte” e dopo niente è stato più lo stesso, per quanto riguarda il mio gusto per
zò
scandaliz
,
scrittura. Dal 1932, da quando cioè il libro divenne un best seller mondiale
re la
racconta
di
la gente per il suo cinismo, per la sua maniera insieme raffinata e buzzurra
Ironia,
d’amore.
e
realtà così com’è, di alti e bassi, di poesia e puzza di piedi, di violenza
sarcasmo, pena per gli uomini e pietà per le loro piaghe: questo mi piace, questo trovo
nto
bello. Dal macello della trincea di una guerra schifosa come tutte le guerre allo sfruttame
di
disastrata
periferia
coloniale, da New York alle fabbriche spersonalizzanti di Detroit alla
,
raggelato
e
disperato
Parigi dove faceva il miserabile medico degli umanamente miserabili,
e
mondo
il
sconvolto
allucinato, Céline ha fatto nascere il suo Voyage au boit de la nuit. Ha
atura
punteggi
la
e
pure i tipografi della sua casa editrice, che, poracci, tentarono di corregger
fuoco e
e di cancellare le parolacce incorrendo nelle ire furibonde dell’autore. Pare che sputò
ottenne
madonne
e
fiamme, che fece scene da malavita ma che alla fine bestemmiando cristi
ciò che voleva. Scritto proprio così. Meravigliosamente.
E pensare che la sua mamma sperava per lui un futuro educato da commesso ai grandi
magazzini, povera donna.
LOUIS-FERDINAND CÉLINE, Viaggio al termine della notte, TEADUE
pp. 575; Seconda edizione Euro 8,50 (Prima edizione 2002)
[email protected]
bazar 06 2004
notte.sud di marcello amoruso 31
Linux Club è open source
Spazio aperto ai territori immateriali. Software libero
vs disciplina
informatica nel cuore del quartiere Garbatella di
Roma
L’impatto con il Linux è freddo. Si sente subito
di elettroni, di materia metallica e cavi elettri che l’aria pullula
sembrerebbe concepito come un macro-circuici. A vederlo così
quanto bastano, ai lati terminali perennementeto elettrico. Luci
collegati in rete,
tavoli e sedie su una zona rialzata. In fondo, un’are
ospita le differenti performance live – teatro, danza, a soppalcata
lo più legate al mondo delle nuove tecnologie. L’acces reading – per
è del tutto gratuito, così la disponibilità di una so a internet
mediateca che
contiene materiale informativo nei differenti suppo
rti e formati:
film, documenti informativi, immagini, video. L
ridurre il digital divide e favorire la democratizza’intento è chiaro:
zione dell’accesso
all’informazione.
D’altra parte, di questo si nutre la Rete. Quant
omeno prima che
gli effetti monopolistici delle multinazionali riduce
è nata come una zona libera a sistema chiuso ssero ciò che
, regolato dalle
restrittive leggi di mercato.
A confliggere con tali chiusure, verso la fine
Linux, sistema operativo alternativo ai due dei ‘90 arriva il
dell’informatica mondiale: Windows e Mac. grandi magnati
L’interfaccia
è
Linux Clu
Via Libe b
Roma tta 15C
tel 065
www.lin 7250551
ux-club.o
rg
V
el
ve
t
zo
ne
nel ventre di Napoli
VELVET ZONE
via Cisterna dell’Olio 11
Napoli
Tel 0814971080
www.velvetnapoli.it
meno friendly, le operazione meno immediate, ma
per questo più difficile è controllarne le operazioni. Insomma, tutti
conoscono il famoso logo del pinguino dall’aria ilare e sorniona.
La stessa aria che sembrano avere gli associati (quelli incontrati,
s’intende, perché l’intera associazione ne conta più di quaranta),
che a partire dall’inizio del 2004 hanno deciso di conferire una
struttura fisica a quello che già esisteva con il nome di Linux Club
Italia: dicono di essere “affascinati dai temi e dalle elaborazioni
politico-sociali e soprattutto economiche legate alla produzione
immateriale”.
Quaranta è un grosso numero, a esso probabilmente è imputabile
la velocità con cui gli organizzatori sono riusciti a intrecciare,
in così poco tempo, una rete di relazioni che investe il mondo
dell’associazionismo secondo dinamiche contaminanti (vedi
l’infostore con i prodotti del Commercio Equo e Solidale e la
vendita di cibi e bevande rigorosamente biologici) e ad attuare
quella inclinazione sregolata del software da cui prendono il
nome. A riguardo, una costante attività didattica sui temi legati
alla divulgazione dell’informatica e delle tecnologie aperte, della
grafica e multimedialità. “Non è tutto - afferma Ettore dell’ufficio
stampa - è anche un centro culturale dove seguire corsi di lingua,
cinema, fotografia”.
Lo spazio è ampio, quasi si ha la sensazione di scivolarvi dentro con
movimenti morbidi. Sembra proprio di stare in un contesto
immateriale, se ne apprezza la leggerezza. La leggerezza
con cui ti puoi soffermare a controllare la posta mentre
bevi un drink, quella suggerita dal ripetersi di modulazioni
circolari quali sono quelle dell’infopoint all’ingresso, del palco
e della consolle posta al centro. Le forme plastiche delle
curve laterali… e poi le altre sale linkate da corridoi a banda
larga, dov’è possibile nel passaggio accedere ad altri dati…
una mostra fotografica per esempio… e poi…
Un contenitore mitteleurope
o racconta
una storia undergroun
d
ch
e
prende il via
dagli anni ’70
Il Velvet Zone nasce durante
la metà degli anni ’80 e si coll
dei locali underground che
oca sulla scia
hanno caratterizzato la sce
dagli anni ’70 in poi. La sua
na musicale e culturale
collocazione nelle viscere del
centro storico di Napoli ha
ortodosso, se si fa caso alla
qualcosa di poco
totale mancanza di insegne
e ai murales che rivestono
Già da qui non è difficile indi
la facciata.
viduare le tendenze artistich
e e musicali che il locale pro
spettacoli, proiezioni e dan
muove. Mostre,
cefloor che, da un lato, pun
tano (come già dichiarato)
cultura underground mitteleu
alla promozione della
ropea, dall’altro, alla ricerca
innovativa. Particolare attenzio
panorama della musica elet
ne viene data al
tronica, con una predilezion
e per le sperimentazioni nel
ma senza trascurare l’aspett
campo glitch e ambient,
o più frivolo legato alla dan
ce.
“Nella trascorsa stagione - abbiamo ospitato il djset di
sottolinea Alessandro
Thomas Felman, un mostro
sacro della musica elettron
programmazione più routina
ica tedesca”. La
ria spazia fra artisti della sce
na locale e soprattutto, di que
precisa sempre Alessandro
lla romana, che, come
, “è al momento la più attiv
a in Italia”.
Nel periodo estivo il Velvet
Zone realizza eventi musical
i in spazi all’aperto: spiagge
va avanti fino al mattino. Qui
in primo luogo, dove si
ndi, se non volete perderli,
attenzione agli aggiorname
nti sul sito internet.
32 di alberto traversi
Anticipazioni
d’estate
notte.nord bazar 06 2004
[email protected]
A dispetto del clima, che di estate non vuol sentir
parlare, i locali anticipano le aperture estive. La
tendenza più gettonata? L’aperitivo all night long…
Il Caro-euro, la crisi d’identità della discoteca classica, una politica
interna tesa a colpevolizzare gli orari dilatati dei locali notturni per
l’aumento di vittime da strage del sabato sera o semplicemente
un ricambio generazionale. Tra i tanti motivi che possono aver influito
nel
determinare, se non proprio una crisi, una piccola flessione degli
introiti legati al mondo della notte, non è facile individuarne di
certi. Di
sicuro c’è chi, tra gestori, pierre e organizzatori di serate, ha già
pensato a un antidoto per salvare il salvabile almeno a fine stagione
. Uno
dei concetti chiave di chi della notte ha fatto un business è sicurame
nte quello dell’anticipo. E’ diventato quasi d’obbligo, infatti, anticipar
e
mode, tendenze e, nell’immediato, anticipare la stagione, laddove
quella vecchia non avesse dato i frutti sperati. In anticipo, quindi,
sui tempi
previsti da Bolzano a Palermo, da Riccione a Forte dei Marmi, parte
l’operazione estate. A Milano, come ormai da un paio d’anni a questa
parte, la zona sud-est la fa da padrone. Tra i primi a debuttare, per
questa che si preannuncia come una delle più lunghe stagioni estive
degli
ultimi anni, c’è il Café Solaire (Idropark Fila Entrata 7. Idroscalo
. Infoline: 3391295606). Molte le novità nella programmazione, a
partire dal
connubio con lo staff di Five Stars, marchio di riferimento per le serate
hip hop milanesi, scelto per caratterizzare tutti i venerdì della stagione
.
Nel ricco cast che si esibirà sfruttando le due nuove aree allestite,
“Spiaggia” e “Terrazza”, spiccano i dj Fabio Liuzzi, Nino Lopez,
Roberto
SFK, Fish, Max Brigante, Lil Dept e i ballerini breakers del team Natural
Force. Poco lontano, su viale Forlanini, strada che porta all’Idrosc
alo,
il nuovo Crazy Jungle (Via Cavriana, 26. Tel. 0270009831) propone
spazi immensi: una spianata di 2.000 mq. per concerti ed eventi,
una
grande pista superaccessoriata, un ristorante con una churrascaria
di prim’ordine da 200 coperti, e angoli da scoprire, come il parco
giochi
recintato per i + piccoli. La programmazione va dal giovedì latino
al brunch animato della domenica pomeriggio, da gustare con i
bambini.
Musica leggera anni’60, occhialoni fascianti, due pezzi a fiori, e
quella voglia di flirtare senza troppi impedimenti, preludio dell’epo
ca d’oro
dell’amore libero, sono gli atout della Piscina Solari (Via Montevid
eo, 20) trasformata, per mano del dj Gionata, da banco di prova
per le
atlete del nuoto sincronizzato a passerella per giovani Jackie O’
in cerca di raggi UV naturali. Come nella mitica festa di complea
nno de
“Il Laureato”, a cui vagamente si ispira il tutto, spiccano, poco lontano
dallo specchio d’acqua, le sedute pop, i tavolini d’epoca, i divanetti
multicolor e uno spirito che rispecchia appieno il desiderio “vintage
” delle nuove generazioni. Irriducibile e sempre presente, d’estate
come
d’inverno con il suo gruppo d’animazione ipermodaiolo, l’Old Fashion
(Viale Alemagna, 6. Tel. 028056231) punta tutto sulla house. Due
le serate da non perdere: “Supalova”, il giovedì del dj Joe T. Vannelli
e il lunedì, party vippato e griffato in compagnia di veline, letterine
e
sportivi di successo. Per nottate fuori porta, l’alternativa più valida
è quella offerta dall’Oca Dipinta (S.S. Paullese c/o Ponte Adda –
Zelo B.
Persico. Tel. 029065027). Dj set, teatro d’avanguardia e musica
dal vivo, le attrazioni per un calendario attivo tutta la settimana
escluso il
lunedì. Accade sempre più spesso, anche d’estate, che l’aperitiv
o all night long sostituisca la serata in disco. Lo spazio che meglio
si adatta
alla pratica, è senz’altro quello del Diana Garden (Viale Piave, 42.
Infoline: 335273558), un dehor elegantemente arredato, frequent
atissimo
da giovani professionisti urbani, belle ragazze accessoriate e modelle
pronte al grande salto. Non è da meno, con la sua nuova immagin
e
tutta tendaggi e tappeti preziosi, il Ragno d’Oro di piazza Medaglie
d’Oro al 2 (Infoline 023302081). Per l’happy hour, come vuole la
moda,
musica chill-out, buffet ricco e una certa dose d’eleganza radical-c
hic.
Coffée Design
E’ un rapporto privilegiato quello che lega il Palazzo dell’Arte della Triennale
alla notte milanese. Dopo la discoteca Old Fashion, che occupa da anni e con
successo il giardino all’ombra delle arcate di Muzio, ecco sorgere, dalla ristrutturazione operata da Michele de Lucchi, un altro angolo
di aggregazione: il Coffee Design. Lo spazio, caratterizzato da enormi vetrate, affacciate anch’esse sui verdi Taxodium Distichum del
Parco Sempione, presenta una serie di particolari legati a filo doppio con il mondo del design. Innanzitutto le sedute, 54 modelli diversi,
disegnati dai più importanti designer mondiali, poi il bancone di fondo: un’area dedicata ad un’esposizione permanente di cinque
oggetti, scelti, di volta in volta, da personaggi della cultura milanese. Oltre al Triennale Lab, un laboratorio a disposizione dei curatori
delle mostre, a fianco del bar trova spazio la libreria, un luogo ideale dove curiosare tra le tante pubblicazioni nazionali ed internazionali
dedicate al mondo dell’architettura. Il Coffee Design, per ora, non propone una vera e propria programmazione. Al lunch e all’happy
hour giornalieri, al brunch domenicale e al tè pomeridiano si è aggiunto da poco l’aperitivo lungo del giovedì: un momento da gustare al
ritmo di chill-out colta, diffusa da un modernissimo impianto della danese Bang & Olufsen.
Coffee Design. Palazzo della Triennale. Viale Alemagna, 6. Tel. 02875441.
[email protected]
“Sonar” cupo
Noir. E’ l’ “aria che tira” nelle imminenti
notti del Sonar a Barcellona
Il 17, 18 e 19 giugno avrete un’occasione d’oro per
prenotare un last minute o un volo scontato a 80 euro andata
e ritorno
con destinazione Barcellona. L’edizione 2004 del più corposo
festival di
musica elettronica europea aka Sonar. Per un week end la
città catalana
si trasforma in un caleidoscopio di luoghi sonori attivi giorno
e notte dove
si concentrano e metabolizzano le tendenze più attuali
della musica
Dance. Tanto per far venire l’acquolina in bocca anche ai
più smaliziati
nottambuli, le serate del Sonar by night della Fira Gran via,
nell’unica
notte di sabato 19, vedranno la presenza alla consolle di Adam
Freeland,
Jeff Mills, Dave Clarke, Carl Cox nel settore Club, e dj Hell
e Tiga nel
SonarPub. Praticamente quasi tutti i più quotati djs del
momento se
aggiungiamo Richie Hawtin, Ricardo Villalobos, Tim Wright,
Agoria che
si esibiranno il giorno precedente. Ma i segnali più chiari
dell’aria che
bazar 06 2004
notte di andrea lisi 33
tira quest’anno provengono dalla programmaz
ione del SonarPark
totalmente dominata dal nuovo hip pop con nomi
quali Roots Manua,
Beans, Buck 65, Buddy peace, Gang starr, So solid
Crew, e i corrispettivi
iberici Tremendo, Tote King, Undo & Vicknoise.
Un hip pop sporco,
contaminato, garage e hardcore, contro cui si scontra
violentemente ogni
proposito di pacificazione del sentimento, dell’es
istenza, del suono. Per
il quale il termine “intrattenimento” è blasfemo
e l’urgenza espressiva,
l’urto ritmico, all’ordine del giorno. Una colonn
a sonora ideale per la
confusione psicologica dei nostri tempi fatta di
angosce per il futuro, fallimentari ripiegamenti
nell’intimo
quotidiano,
frustrazioni
da
lasciar esplodere e una sorta di esasperata
ipersensibilità estetica che permette di
indovinare l’abbinamento efficace di un riff,
di un campionamento al di là di qualsiasi
barriera di genere. Sembra la resa dei conti di
un fermento di un paio d’anni già segnalato
dalle riviste musicali più hype e colte
che hanno consacrato personaggi come
The streets, Audio Bullys e Dizee Rascal
migliori nomi nuovi per gli anni 2002 e
2003, e salutato in maniera entusiastica
ogni sfornata di etichette come la Lex e la
Anticon. E in effetti qualche sospetto ci
era venuto registrando la sorprendente
sterzata hip pop di una etichetta
chiave della elettronica intelligente,
la Warp, alle prese con Anti Pop
Consortium e Jimmy Edgar. Come pure ci avevan
o colpito le conversioni
al sound N.E.R.D. e Eminem di gran parte della
stampa specializzata,
anche delle firme più snob. Ma se è indubb
ia l’appartenenza di
questo sound allo stesso milieu da ghetto metrop
olitano del rap, del
breakbeat, del reggamuffin, del two step, risultan
o assenti o quanto
meno problematicizzati i miti che ne hanno
caratterizzato l’impeto
espressivo. L’unico collante di un movimento basato
sull’assoluta varietà
di riferimenti musicali è un umore autolesionista
e nichilista che ha più
attinenza con il punk e l’estetica del fallimento dell’un
derground lap top
alla Tomlab che con le dichiarazioni di orgoglio e
rabbia del proletariato
di colore. Al loro posto compaiono rime poetiche
struggenti, messe in
scena di vite senza senso votate all’autodistruzione,
violenza dettata da
fragilità esistenziale accompagnate da ritmiche
che triturano sonorità
rock/indie, scivolano nel folk spesso e volentieri,
prendono in prestito
glitch evocativi dalla elettronica radicale, affermando
un esperanto che
non è più prerogativa dei neri. Un “sound with
no name” come l’ha
definito la bibbia della club culture Jockey Slut nel
suo bilancio di fine
2003 salutando “Boy in da corner” di Dizee Rascal
come miglior album
dell’anno. Filone in cui figura benissimo anche il
saccheggio sistematico
ai limiti della necrofilia delle hit da classifica perpet
rato dal bastard pop
per confezionare melasse schizofreniche di ritmi
da ballo. E non a caso i
protagonisti del genere Richard x e Two many djs
sono presenti al Sonar
2004. Analogo nichilismo schermato dall’appeal
pop del materiale
violentato e ridotto a simulacro dell’intrattenimento
. Se il divertimento
ci sarà sui dancefloor del medioevo prossimo ventur
o, certo non saranno
garantiti la leggerezza e il disimpegno. Altrime
nti che senso avrebbe
invitare i Massive Attack ad un festival di musica elettro
nica come evento
di punta della rassegna?! Certo non per dare conno
tati di allegria e relax
all’atmosfera visto che i bristoliani sono la massim
a espressione del
suono più malinconico e noir dell’epoca.
“I wish I could sleep forever” rappa Dizee Rascal
in “do it!”, pezzo di
chiusura del suo disco. Quanto basta per toglierci
ogni velleità di poter
difendere il nostro orticello di incosciente edonis
mo dall’attacco della
dura realtà.
Vedi http/www. Sonar.es/2004/eng/conciertos.cfi dove troverete anche
informazioni relative a come raggiungere i luoghi e a dove dormire.
notte.nottetempo bazar 06 2004
[email protected]
Network e TV spesso ci saziano di suoni
mediocri, banali, commerciali. Che sulla
nostra sensibilità uditiva hanno lo stesso
effetto delle merendine sul gusto. Lo
appiattiscono. Stop agli snack musicali
pieni di conservanti e coloranti sintetici e
via libera a una nutrizione sonora sana e
genuina
Con l’arrivo della bella stagione anch’io come la maggior parte
delle persone in questo periodo, ho deciso di mettermi in forma
(per quanto mi sia possibile…). Sicuramente per molti di noi è un
eccesso di zelo. Ma, complici le riviste piene di messaggi estetici,
determinanti i piccoli spazi di informazione nutrizionale (ormai
gradita componente quotidiana dei palinsesti televisivi) e infine
i libri (il più trendy dei quali è “La Zona” di Barry Sears) con
comprovate teorie d’igiene alimentare per un corretto approccio
con il cibo, eccoci tutti catapultati nella mania della dieta salutista.
Gli ultimi orizzonti di nuove e sconosciute (ma valide) proposte
culinarie ci inducono a fare i conti con le consuete e forse insane
abitudini gastronomiche, e ad affinare il palato verso la meta della
corretta ma gustosa alimentazione. Ed è qui che volevo arrivare,
al concetto di migliorare i propri gusti, la propria sensibilità, e
quindi il proprio benessere. E’ possibile che ciò accada anche per
la mia amatissima musica? Si può allargare il concetto di wellness
all’apparato uditivo? Cercherò di spiegarmi meglio: le proposte
sonore ritengo possano essere sì accattivanti e orecchiabili, ma
nello stesso tempo, spesso, non ricercate e soprattutto non nuove
e originali. Non mi sono mai lasciato condizionare nella selezione
dei miei set da altro che non fosse il mio piacere, il mio personale
gusto, ma purtroppo spesso vedo elargire facili concessioni a
proposte scontate che diminuiscono il valore e il coraggio di questo
ruolo. Prendiamo l’esempio di alcune emittenti radiofoniche, che
sono molte volte al servizio di case discografiche che spingono
hit su cui hanno creduto e investito capitali, e che quindi con
il successo dell’album devono garantire il ritorno dello sforzo
economico sostenuto. Inoltre le radio sottostanno anch’esse ai
diktat degli ascolti, dell’Auditel, assecondando e promuovendo
perciò il gusto musicale che raccoglie più consensi, il cosiddetto
commerciale, come è ovvio che sia. Anche i più seguiti network
televisivi hanno le loro responsabilità in proposito, giacché una
delle loro convinzioni, al punto di diventare regola non scritta è
che “la musica non faccia audience!”. Canzoni come merendine
iper-caloriche, tormentoni dance unti fritti e rifritti più nocivi del
peggior snack, ma senza nessun luminare a correggere il tiro.
Ed è qui che la questione si avvita, non riuscendo così a calcare
un gradino in più nella scala della qualità del suono. Per cui mi
chiedo e propongo di dedicare più spazio per un ascolto, per così
dire educativo, più elevato, migliore, che affini il gusto collettivo,
che orienti verso il bello, verso il nascente, incontro al pregiato.
Spazi propedeutici che propagandino il benessere psicofisico,
così come nella nutrizione, atto necessario alla sussistenza fisica,
ossia cibo per il corpo, anche nella musica, sublime necessità
della vita emotiva, indimenticabile alimento per l’animo!
NUTRIZIONISTA MUSICA
AAA CERCASLEI
34 di claudio coccoluto
36 di chiara spegni
gusti bazar 06 2004
[email protected]
Non passa mai di moda, è onnipresente in tutte le diete.
E a tavola fa fare un figurone. Pollo, gallina o tacchino, la
carne bianca è una vera passione
il brodo per
Galline, tacchini e capponi: il pollame ha conquistato il mondo. Dalla provincia di Mantova, dove
i cappelletti è di cappone, al Kentucky dove il pollo fritto ha reso miliardario il colonnello Harland Sanders,
a
fondatore nel 1952 della catena KFC. Dal pollo al cocco, zenzero, curry e coriandolo della Thailandia,
quello africano ricoperto di noccioline. Il pollame da sempre si presta alle più diverse preparazioni. Indicate
nelle diete, le carni bianche sono particolarmente digeribili e poco caloriche, un jolly in cucina.
decorazione urbana - Parigi
C’era una volta il pollo
Curiosità “galliche”
Annunciando l’alba, il gallo è un uccello
solare in molte tradizioni, salvo quelle
celtica, scandinava e in alcune simbologie
dell’antica Grecia, dove fa riferimento agli
inferi. Simbolo di coraggio, il gallo mette
in guardia dalla guerra e dalle aggressioni.
Per questo nel Medioevo il gallo diviene
simbolo di vigilanza e fa capolino dalla
cima di torri e cattedrali. In Cina la parola
gallo è omofono di fortunato e negli antichi
riti viene utilizzato contro gli spiriti.
Anche tra gli egizi il volatile assunse un
carattere positivo: all’interno della tomba
di Tutankhamon nel corredo funebre è
raffigurato un gallo. Nella mitologia greca
il gallo era considerato sacro a Zeus, Apollo
e Artemide. Il filosofo Socrate, prima di
bere la cicuta, ordina di sacrificare un
gallo, affinché gli faccia strada nell’aldilà.
E per i persiani, Sraoscia, Dio della verità,
che ha per simbolo un gallo, controlla
insieme a Mitra, sul ponte Cinvat, le anime
dei morti che vanno in paradiso.
gallo rosso, una specie
Il possibile antenato dei nostri polli è ancora vivo. Sembra si tratti del
4000 anni fa, nella
selvatica ancora presente nel Sudest asiatico. Allevato dall’uomo più di
e infine in Europa,
valle dell’Indo, il pollo arriva prima in Cina, poi sulle tavole degli egiziani
e Apicio nella sua
tra greci e romani. Aristofane cita una ricetta a base di pollo negli Uccelli
m detta invece un
Gastronomia descrive più modi per cucinarlo; Varrone nel Rerum Rusticaru
e nel Quattrocento
manuale per l’allevamento. Nel XIV secolo il volatile è ampiamente diffuso
ce. Nel Seicento
sbizzarris
si
i,
banchett
elici
pantagru
con
prese
alle
cuochi,
dei
la fantasia
domenica dei sudditi
Enrico IV vorrebbe ci fosse una gallina, la poule au pot, sulla tavola della
tasche di tutti solo
alle
le
accessibi
alimento
un
diventa
pollo
il
ricchi,
del suo regno. Cibo dei
tra Ottocento e Novecento, spesso cucinato in occasione delle feste.I
ll pollo anti-stress
Unito arrivata dagli
Una soluzione anti-stress? La “gallina urbana”, l’ultima moda del Regno
curando i
rilassano
si
lavoro
di
giornata
una
dopo
,
aziendali
dirigenti
Usa. Adesso i giovani
600 uova l’anno,
polli... di casa. Trendy e conveniente: una coppia di galline depone circa
Times” sono già
migliori di quelle del supermercato e a un costo inferiore. Secondo il “The
ra in terrazzo. Se
200mila le case di Londra che ospitano galline e polli in giardino, o addirittu
erno: si chiamano
cercate i pollai da appartamento più in voga sono quelli di design ultramod
Il pollo che passione!
eglu. Per un ritorno alla vita di campagna anche da noi si possono leggere:
15 Euro, da
agricole,
Ed
Ore
24
Sole
Il
carne,
da
pollo
del
familiare
mento
all’alleva
Guida
Euro.
14
Vecchi,
De
cortile,
da
animali
abbinare a Gli
Mai visto un pollo vivo?
“fattorie didattiche”.
In Italia, come in Europa, si stanno diffondendo sul territorio: sono le
l’esperienza
tramite
bambini,
ai
e
conoscer
far
per
scuole
alle
aperte
fattorie
di
Si tratta
vegetali
ai
animali
dagli
piatto,
nel
arrivare
di
prima
cibo
il
fa
che
diretta, il percorso
, si sono sviluppate
nell’orto. Nel nostro paese queste iniziative, di gran voga in Gran Bretagna
Romagna batte
prevalentemente negli ultimi tre o quattro anni, specie nel Nord. L’Emilia
lia-romagna.it/
tutte le altre regioni con quasi duecento fattorie registrate (www.regione.emi un’educazione
a fornire
fattoriedidattiche). Anche incontrare un pollo “dal vivo” contribuisce
alimentare. Per informazioni rivolgersi all’ufficio Urp della propria regione.
bazar 06 2004
[email protected]
In Stati Uniti e Canada il tacchino troneggia nei menu di Natale e
nel giorno del Thanksgiving. Tagliarlo è un vero onore in questo rito
americano. La leggenda racconta che nel 1621 i pellegrini del Mayflower,
per rifocillarsi nei tre giorni del Ringraziamento, avessero mangiato
tacchino selvatico, animale tipico della nuova patria. La tradizione di
questo piatto è stata arricchita nel tempo con diverse farciture, le più
usate a base di mirtilli o gelatina. Non esiste “la ricetta” del classico
tacchino ripieno, si può dire che ogni famiglia americana abbia la
sua. In Europa il “pollo indiano” scoperto da Colombo, approda con le
navi spagnole all’inizio del ‘500, diventando subito una delle pietanze
preferite nel Rinascimento. Nel 1520 Brillat-Savarin scrive che questo
animale rappresenta “uno dei più bei doni che il Nuovo Mondo abbia
fatto all’Antico”.
gusti di chiara spegni 37
Dall’incontro tra scienza e cucina è nata la “gastronomia molecolare”.
Pionieri nel Belpaese di nuove tecniche e nuove ricette sono lo chef Ettore
Bocchia, e un fisico dell’Università di Parma, Davide Cassi.
Ecco la “Cagliata d’uovo alla vodka e caviale”, per una porzione.
Rompete due uova in un recipiente largo, aggiungere alcol etilico da cucina
a 95 gradi in piccole dosi, mescolando fino a coagulare bene l’uovo. Versate
la cagliata in un colino grande (non più di 1 cm di spessore) e lavatela sotto
l’acqua per eliminare l’alcol residuo. Versate la cagliata lavata in uno straccio
sottile e strizzare per eliminare l’acqua in eccesso. Si ottiene una pallottola
malleabile che si pone tra due fogli di pellicola trasparente e si tira con il
mattarello in uno strato di pochi mm. Si toglie il foglio superiore, si mette il
caviale al centro dello strato di cagliata e si richiude quest’ultimo in modo da
avvolgere completamente il ripieno. Poi si elimina anche lo strato esterno di
pellicola e si serve su un disco di gelatina di pollo, con un cucchiaio di panna
acida sulla sommità del boccone.
Ristorante Mistral, Hotel Villa Serbelloni di Bellagio, tel.031956435.
Letture: Pentole e provette, di Hervé This, Gambero Rosso, 16 euro.
Culture e tradizioni si mescolano nel ricettario Il pollo in cucina,
Mondatori, 18 Euro; decisamente economico Le cento migliori ricette
di pollo, anatra, oca e tacchino della Newton Compton, solo 0,52 Euro;
non solo pollame nel manuale di cucina La carne, De Vecchi, 6,50 Euro;
un must è la guida dell’esperta Annalisa Barbagli, del Gambero Rosso,
Pollo, coniglio & c., 5,16 Euro, che propone preparazioni adatte alle
tavole di tutti i giorni e prelibatezze destinate alle feste. Romanzo in
tema Tacchino farcito, di Alda Bruno, Sellerio, 7,23 Euro.
Per una cucina “mondiale”, la scelta di titoli attraenti da ordinare su
internet è esagerata: Unbeatable chicken recipes, Lou Seibert Pappas,
Bristol Publ., 8,29 Euro; A chicken in every pot: global recipes for the
most polular bird, Kate Heyhoe, Capital Books, 23,11 Euro; Wings across
America: 150 outrageously delicious chicken wings recipes, Armand C.
Vanderstigchel, 10, 14 Euro; Delia Recipes Collection. Chicken over 50
recipes, BBC consumer publ., 16,57 Euro; Fried Chicken: the world’s
best recipes, from Memphis to Milan, from Buffalo to Bangkok, Damon
Lee Fowler, Broadway Books, 13,89 Euro; Chicken: small cookbook
(Chinese style favorite recipes) di Wei Chuan, Wei Chuan Publishing,
8,29 Euro.
Tagliato in piccoli pezzetti, il pollo è spesso protagonista della cucina cinese.
Cuoce velocemente e con pochi grassi nella pentola per eccellenza: il wok.
La parola wok si rifà alla pronuncia cantonese di guo, che nella lingua cinese
ufficiale significa appunto “pentola”. Si usa anche per fritture e, con un
cestello di bambù, per piatti bolliti. Lo stesso wok si può usare per tante
preparazioni, come una classica ricetta belga: il poulet à la gueze. Essenziali
sono almeno un litro di Gueze, la birra artigianale dei frati (ad esempio
marca Cantillon) e un pollo intero, fegatini di pollo, panna liquida da
montare, scalogni, funghi, sedano, timo, alloro, aglio, sale, pepe.
Dopo avere rosolato il pollo, sciogliere il fondo della pentola con la birra,
aggiungere tutti gli altri ingredienti nella pentola e cuocere a fuoco lento
la salsa. Dopo aver arrostito separatamente il pollo nel forno, adagiarlo
nella salsa e farlo insaporire per un po’ a fuoco lento. Attenzione: la
Gueuze è una birra particolare, si trova solo in negozi specializzati.
decorazione urbana - Parigi
Un pollo tandoori buono ed economico? A Bologna c’è il fast-food e take away
indiano Taj Mahal. Frequentato spesso da ragazzi, è abbastanza centrale. Gli
spazi sono ridotti: ci sono sei sgabelli per consumare i cibi ai banconi, perché
in genere si porta tutto a casa, in alternativa ci sono le consegne a domicilio.
L’ultima novità del menu è l’indian roll, un panino particolare con petto di
pollo e salsine speziate, a 4,50 euro. Mot tandoori è il classico pollo tandoori,
accompagnato da insalatina e soffice nan caldo, costa 5 euro, come il ticka.
Tante le varianti di nan ripieno, con patate e spezie, verdure miste, formaggio, o
carne macinata. Dall’indiano poi si soddisfano anche i gusti dei vegetariani, con il
mix plate veg, a 8 euro, il pakora nan (verdure miste con farina di ceci e pane),
4 euro, tandoori aloo (patate ripiene con formaggio, spezie e pane) 4 euro, e
l’ottimo kashmiri nan (pane con frutta secca) 1,60 euro. Orario continuato 12-24
in via Capo di Lucca 2B, tel. 051244517; www.tajmahal.it.
38 di chiara tacconi
gusti bazar 06 2004
[email protected]
Miramonti l’altro
Via Cosette 34, Concèsio (Brescia)
Tel. 0302751063
www.miramontilaltro.it
la
Il pollo è solo una delle suggestioni di questo raffinato ristorante in provincia di Brescia. Dal menu si può scegliere
gustoso
terrina di pollastra nostrana e fegato grasso d’oca con cipolle caramellate o un tradizionale ma ugualmente
come
galletto nostrano alla griglia con agretto all’aglio e prezzemolo. Per lasciarsi guidare c’è anche il menu a tema
quello “dall’orto, dalla terra, dal mare”: oltre alla terrina di pollastra, ecco il caldo-freddo di cavolfiori e aringa
funghi, gli
affumicata con le sue uova, i filetti di triglie di scoglio con marinata di verdure, l’Irish coffee di lenticchie e
di
stracci di pasta fresca alle sarde di lago croccanti, olive taggiasche, acciughe e capperi; si prosegue con il crescendo
agnello con finale di carrè e si conclude con una selezione di formaggi e dolci di stagione.
Prezzo medio: 90€
Osteria dell’Acquolina
Via di Paterna 96, Terranuova Bracciolini (Arezzo)
Tel. 055977497
Siamo nella patria del pollo del Valdarno, razza rinomata e
ormai quasi introvabile che non si è estinta solo per volontà
dei buongustai (Slow Food l’ha inserita fra i suoi “presìdi”
e la difende a spada tratta). La carne di questo animale,
rigorosamente ruspante, è più scura, più consistente e più
saporita rispetto a quella dei polli “ordinari”. Questa osteria
ne ha fatto il piatto principale e per assicurarsi animali di
ottima qualità si rifornisce da un allevamento di fiducia nelle
campagne di Cavriglia, a pochi chilometri. Il pollo viene
preparato secondo la ricetta tradizionale (“arrosto sarebbe
sciupato”, spiegano): in umido, con contorno di polpettine di
sedano. Altro piatto tipico, il collo di pollo ripieno.
Prezzo medio: 30€
Pollo d’Oro
Torretta, corso Garibaldi 87/89
Crùcoli Torretta (Crotone)
Tel. 096234005
Il nome indica già la specialità della casa, il pollo fritto
in padella, degnamente accompagnato da piatti della
tradizione calabrese: salumi fatti in casa, formaggi della
zona, bruschette alla sardella, maccheroni funghi e
salsiccia, capretto al forno, senza dimenticare i piatti
di pesce. Per finire in dolcezza, sfoglie al miele con
uvetta (pitta nchiusa) e crostate. Anche la carta dei
vini propone etichette regionali, oltre alle grappe a
un’acquavite fatta in casa. Una quarantina di coperti per
un ambiente elegante e tradizionale.
Prezzo medio: 35€
Eat & go
New Entry
Obikà
Etnico
Rangoli
Q
Via dei Prefetti 26, Roma
Tel. 066832630
Orario 8-24, chiuso la domenica
Via Solferino 36, Milano
Tel. 0229005333
www.rangoli.it
Chiuso sabato a pranzo
Numero di coperti non indicato
Carte di credito tutte
Cucina mozzarella-bar
Musica sottofondo, selezionata a seconda
dei vari momenti della giornata
Sale fumatori no
Gentilezza personale buona
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, candele
Parcheggio no
Piatti dietetici no
Prezzi rotolo di mozzarella di bufala con
rucola e salmone 10 euro, prezzo medio
di un pasto 20 euro
Vino consigliato dal locale Lettere Grotte
Del Sole
Dolci importati
Specialità del locale “verticale di formaggi
di bufala” (ricotta, mozzarella, caciotta e
formaggio stagionato)
Chef non indicato
Particolarità l’idea nasce dal sushi bar,
ma valorizza un prodotto tutto italiano.
Anzi tre: la mozzarella casertana, quella
salernitana e quella pontina
Numero di coperti 80
Carte di credito tutte
Cucina indiana del nord
Musica sottofondo, talvolta dal vivo
Sale fumatori sì
Gentilezza personale ottima
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, candele
Parcheggio no
Piatti dietetici sì menu vegetariano ayurveda
Prezzi pollo circa 10 euro, spesa media
pasto 30 euro
Vino consigliato dal locale italiano
Donnafugata
Dolci fatti in casa
Specialità del locale Saag Murg, pollo cotto
in una combinazione di spinaci freschi,
coriandolo verde e altre fragranti erbe
Chef non indicato (tre cuochi si dividono i
compiti: uno per le salse, uno per il pane,
uno per i piatti importanti)
Particolarità cucina a vista per ammirare
come nascono i piatti, anche quelli cucinati
nel forno tandoor
Frescobaldi Wine bar & restaurant
Via dei Magazzini 2-4/R, Firenze
Tel. 055284724
www.frescobaldiwinebar.it
Chiuso domenica e lunedì a pranzo
Numero di coperti wine bar 20 più 10
all’aperto, ristorante 75
Carte di credito tutte tranne Dinner class
Cucina tradizionale rivisitata
Musica sottofondo, il giovedì serata speciale
Sale fumatori no
Gentilezza personale ottima
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, candele
Parcheggio no
Piatti dietetici lunch vegetariano
Prezzi tapas al wine bar 3 euro, spesa media
pasto al ristorante 30 euro
Vino consigliato dal locale Montesodi
Dolci fatti in casa (es. sfogliatina di mele con
crema di vaniglia calda)
Specialità del locale selezione salumi e
formaggi al wine bar; coniglio al forno con
olive e pomodori al ristorante
Chef Giuseppe Travascio
Particolarità a Firenze il “Frescobaldino” è
famoso per aperitivi vinosi, lunch e dinner di
qualità in pieno centro storico ma a prezzi
contenuti; a Roma i locali “gemelli” sono
all’aeroporto di Fiumicino, molo A (partenze
nazionali) e molo C (partenze internazionali)
bazar 06 2004
[email protected]
gusti di chiara tacconi 39
Il primo pensiero che si associa a San Gimignano, subito
dopo quello del
profilo delle sue torri che si stagliano alte nel cielo di
Toscana, è quello
della Vernaccia, il bianco prodotto in questa zona fin
dal Duecento. Da
alcuni anni la produzione enologica si è in realtà diversi
ficata attraverso
alcuni rossi, di livello via via migliore. A partire dall’ult
ima vendemmia, i
vini rossi a Denominazione di Origine Controllata San
Gimign
nuovo disciplinare, che ne garantisce una migliore qualità ano hanno un
. Nascono così i
San Gimignano Sangiovese Doc, San Gimignano Cabern
et Sauvignon Doc,
San Gimignano Merlot Doc, San Gimignano Sirah Doc,
San Gimignano Pinot
Nero Doc e San Gimignano Rosso Doc. Il nuovo discipli
nare
di produzione e stabilisce un affinamento minimo prima abbassa la resa
dell’immissione
sul mercato di 15 mesi, di cui almeno 7 in legno e 3
in bottiglia, a partire
dal primo gennaio successivo alla vendemmia.
Pizza da passeggio
La pizza a taglio è superata? Il fast food all’italiana oggi si chiama
Konopizza. È proprio
una pizza fatta a cono, da portare a spasso e mangiucchiare
Disponibile in tutte le versioni classiche (margherita, capricc come fosse un gelato.
iosa, prosciutto e funghi…), è
lanciata e distribuita per ora in due locali, a Verona in via Diaz
Marconi, ma sono previste prossime aperture a Milano, Roma 7/a e a Bergamo in piazzale
di un franchising un po’ troppo simile ai McDonald anche nelloe Catania. Solo che si tratta
se e quanti konopizza andranno ad aggiungersi ai quasi cinquestile dei locali. Vedremo
italiani mangiano in un anno. Chi vuole provare la margherita chili di pizza che gli
tornare là dove tutto è cominciato: la pizza take away piegata da passeggio forse dovrà
in quattro (“a portafoglio”) è
un’invenzione napoletana e la si può gustare ancora in numero
si punti della città, come da
Bellini, in via Costantinopoli 79-80.
Tradizionale
Le botteghe
Piazza San Pietro Barisano 22, Matera
Tel. 0835344072
Chiuso mercoledì e domenica sera
Numero di coperti 95
Carte di credito tutte tranne American Express
Cucina tipica regionale
Musica dal vivo all’aperto in estate
Sale fumatori sì
Gentilezza personale ottima
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, a sottolineare le volte
Parcheggio sì
Piatti dietetici vegetariani
Prezzi cavatelli di semolone con pomodoro,
basilico e cacioricotta 5,80 euro; spesa media
per un pasto 30 euro
Vino consigliato dal locale Aglianico Venosa
Dolci fatti in casa (es. crostate con marmellate
anch’esse fatte in casa)
Specialità del locale orecchiette funghi e
pomodorini
Chef Gianna Locantore; alla brace, Angelo
Giannella
Particolarità il ristorante è ricavato in un’antica
abitazione scavata nel tufo
Design
Mangiamoci
Via di San Sebastianello 6/a, Roma
Tel 06 6780546
Chiuso il lunedì
Numero di coperti 110
Carte di credito tutte
Cucina a base di pesce
Musica la sera con dj
Sale fumatori no
Gentilezza personale ottima
Servizi per disabili sì
Illuminazione soffusa, candele
Parcheggio no
Piatti dietetici vegetariani
Prezzi primi piatti circa 8 euro
Vino consigliato dal locale dalla lista dei vini
francesi
Dolci fatti in casa
Specialità del locale aragosta
Chef Simone Saudelli
Particolarità design high-tech arricchito da
grandi vasche in cui nuotano aragoste, astici
e spigole che i clienti possono scegliere
40 di eva buiatti
gusti.leggi come mangi bazar 06 2004
Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni
[email protected]
diverse
Il Coq au vin della signora Maigret
rende
“Ha un retrogusto discreto appena percettibile che”. lo
“Eppure
difficoltà
con
re
identifica
a
riesco
piacevole e che
momento
è semplice… Immagino che lei aggiunga all’ultimoquello
che
c..,
armagna
o
“Cognac
cognac”.
di
un bicchiere
io
ho sottomano”. “Ebbene, benché non sia molto ortodosso,
”
segreto…
il
Ecco
…
d’Alsazia
prugnola
di
metto del liquore
G. Simenon, Una confidenza di Maigret.
una bottiglia di vino
Procuratevi un galletto spellato e tagliato in 16 pezzi (lo preparerà il pollaiolo per voi, se si rifiuta cambiate pollaiolo),
un dado da brodo,
rosso un po’ greve (ad esempio Barolo o Chianti classico), della acquavite di prugne, qualche fettina di bacon o speck,
galletto.
di
pezzetti
i
distesi
contenere
da
abbastanza
largo
spesso,
fondo
a
tutti gli odori e un tegame
non saranno croccanti,
Coprite il fondo del tegame con olio extravergine di oliva, nel quale soffriggerete 4-5 fettine di bacon/speck finché
brodo e lasciate bollire
per poi metterle da parte lasciando nel tegame il grasso di cottura. In un pentolino versate 1⁄2 litro di vino e un dado da
2 spicchi d’aglio.
sedano,
di
gambo
1
carota,
1
media,
rossa
cipolla
1
frullatore
nel
Tritate
1/3.
di
lentamente fino a che il liquido sarà ridotto
Trasferite gli odori,
Soffriggete il tutto a fuoco basso nel tegame, girando continuamente fino a che gli odori non saranno biondi e profumati.
tegame ancora due-tre
dopo averli estratti dall’unto, nel vino che intanto avrete levato dal fuoco. Aggiungete al fondo di cottura rimasto nel
il galletto. Alzate
cucchiai di olio, 2 chiodi di garofano, un pezzetto di cannella, una foglia di alloro e una decina di grani di pepe nero, nonché
sale a gusto, tenendo
il fuoco e lasciate soffriggere allegramente il galletto da tutte le parti fino a che non sarà biondo anche lui. Aggiungete
poco alla volta con
conto che il dado e il bacon sono già salati. A questo punto abbassate di nuovo il fuoco e cominciate a bagnare il galletto
La cottura dura circa 45
il vino cotto più gli odori, girandolo spesso altrimenti la carne diventa violacea e quindi meno gradevole alla vista.
cottura la carne, il che
minuti: state attenti a non consumare troppo presto il vino, altrimenti vi toccherebbe aggiungere acqua per portare a
A fine cottura e prima
abbondante.
troppo
non
denso,
e
scuro
sughetto
un
sarebbe increscioso. Il galletto ben cotto deve rimanere immerso in
con un fiammifero. Se
di servire rimettete nel tegame il bacon, bagnate con mezzo bicchiere di acquavite, alzate il fuoco e incendiate il tutto
al vapore e condite
sarete sopravvissuti alla fiammata senza scottature importanti, servite il coq au vin ben caldo con contorno di patate cotte
con cipolline fresche e olio buono, una insalata di radicchio misto fresco e il pane che preferite.
vecchia data
Offritelo a ospiti con l’anima di più di trent’anni, conviviali, familiari, dai gusti netti e definitivi, oppure a un amante di
femministe
da nutrire con riguardo e far ri-innamorare con il profumo. Secondo alcuni il coq au vin va bene anche per una cena di
in
o militanti gay che hanno voglia di sbronzarsi (occorre in tal caso fornire lo stesso barolo o altro vino rosso, fresco di cantina,
per
cucinarlo
potete
Infine
passato.
tempo
del
condivisi
accadimenti
ritegno
senza
quantità illimitate) per ricordare sghignazzando
un cane
voi stessi, in una serata solitaria d’inverno, vestiti o vestite con un pigiama caldo di flanella. Pantofole in tinta, luci soffuse,
speranzoso ai vostri piedi, gustatelo guardando un DVD che vi piace.
Lo consiglio ai pendolari delle tratte Roma-Firenze, Bologna-Milanio, Milano-Torino, Catania-Villa San
Giovanni, Firenze-Pisa, Venezia-Trieste. Da leggersi dopo una giornata dura, a sera e durante il viaggio
di ritorno, mentre cresce un formidabile appetito, fantasticando che intanto chi vi vuole bene, a
casa, stia cucinando per voi il Coq au vin.
Se c’ è un libro che vi piace,
con un personaggio che
mangia con gusto, e vi siete
sempre domandati che sapore
avrebbe il suo piatto, scrivete a:
[email protected]
Troverete
prossimo
la ricetta sul
numero di Bazar!
42 di lorella scacco
arti bazar 06 2004
[email protected]
T ti emotivi.
AR
n
soo
ng
mi
Co
istan
ro
dent
ivi
spett
intro
Itinerari
Abrasioni di muri e inferriate. Videoil pubblico.
installazioni che interagiscono con
A metà strada tra ironia e grottesco.
r
Anselm Kiefe
in Germania, Kiefer è uno dei più importanti artisti emersi
Nato nel 1945
ed in
negli anni Ottanta. La storia del suo paese è il tema preferito, suoi
particolare, i dodici anni del terrore di stato nazionalsocialista. Nei da
quadri non vediamo avvenimenti storici, ma immagini mentali pervase
1983,
una mordente ironia e da un aperto sarcasmo. Le sue Stone Halls del alle
per esempio, hanno aperto un ampio dibattito per il richiamo diretto in
architetture del nazionalsocialismo. Ma le sue opere si confrontano,
maniera complessa, e talvolta critica, non solo con la storia tedesca recentea
e passata ma anche con gli antichi miti eroici, come quelli dell’antic
come
Mesopotamia e di altre civiltà arcaiche, o con famosi condottieri o con
Alessandro il Grande, o importanti poeti moderni come Paul Celan, sue
l’alchimia, la cosmologia dei Rosacroce e del misticismo ebraico. Le o, e
cinque grandi tele esposte al Museo Archeologico Nazionale dialogan
allo stesso tempo, entrano in contrasto con il grande patrimonio culturale
greco-romano della collezione.
Dal
Anselm Kiefer - Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Piazza Museo 19.
6 giugno al 6 settembre. Orario: tutti i giorni 9.00 – 19.30; chiuso il martedì.
ELASTIC Group of
Artistic Research
Prima personale in una galleria d’arte del duo
Alexandro Ladaga (Italia) e Silvia Manteiga
(Spagna). Gli artisti propongono infatti
una video installazione/proiezione pensata
appositamente per gli spazi di una galleria.
Fin dall’inizio del loro sodalizio artistico gli
Elastic hanno sperimentato diversi linguaggi
artistici, dal video alla performance e alle
installazioni, collaborando con architetti,
designer e musicisti di diverse nazionalità.
Il loro obiettivo è far interagire l’opera con
il pubblico, facendola divenire ‘oggetto di
consumo’. Nuove e grottesche le loro video
machines, strani congegni metallici formati da
elementi di riciclo collegati a video proiezioni.
Elastic Group - Foggia, Paolo Erbetta Arte
Contemporanea, via Piave 34/F. Dal 25
giugno al 30 settembre. Ingresso libero.
Tel. 0881723493 - www.galleriapaoloerbetta.it
Marco Anelli
Nato a Roma nel 1968, specializzatosi a Parigi in fotografia
e tecnica di sviluppo e stampa in bianco e nero, vincitore
dei premi Fuji e Canon, Marco Anelli presenta a Roma le
sue nuove opere fotografiche. Si tratta dell’evoluzione del
progetto fotografico “Di Te”, iniziato nel 2000 e incentrato
sui rapporti sociali. A differenza del primo ciclo di lavori,
concentrato sui comportamenti e le interazioni tra gli animali,
nella seconda serie i soggetti fotografati sono intricati grovigli
di rami o inquietanti nubi di cieli enigmatici. In questa fase
Marco Anelli lascia la narrazione per seguire un itinerario
introspettivo che dà origine a immagini quasi astratte. L’artista
ha cercato di cogliere quegli istanti emotivi in cui il pensiero
razionale, appena embrione, non intacca ancora la creatività
istantanea. Queste nuove 16 immagini si caratterizzano inoltre
per la puntigliosa cura posta dopo l’elaborazione degli scatti
tanto che, in alcuni casi, l’artista si è spinto in un intervento
diretto sul negativo.
Marco Anelli - Roma, Galleria de Crescenzo & Viesti, Via
del Corso 42. Dal 10 giugno al 16 luglio. Orario: lun – sab
11 – 13 / 16 – 19.30 lun. matt. e sab. pom. chiuso. Ingresso
libero. Tel. 0636002414 - www.decrescenzoeviesti.com
GROUP SHOW Viaggio ad Oriente, Acquario, Piazza Manfredo Fanti 47, Roma. Dal 4 al 19
giugno. Orario: dal lunedì al venerdì: 10 – 18, Sabato: 10 – 13. Ingresso libero.
FOTOGRAFIA Massimo Vitali, Nextdoor.artgallery, Via di Montoro 3, Roma. Fino al 19 giugno.
Orario: martedì - sabato 16 – 19.30. Ingresso libero. [email protected] , www.galleria
nextdoor.com
MIXED MEDIA Erwin Wurm, Palazzo Fichera, Via A. di Sangiuliano 219, Catania. Fino al 15
giugno. Orario: martedì - sabato 17 – 21.30. Ingresso libero. Tel.095439678
PITTURA Federico Guida, Galleria Bonelli Arte Contemporanea, via Corrado 34, Mantova. Fino
al 31 luglio. Ingresso libero. Tel. 0376244769 - g i o b o n e l l i @ l i b e r o . i t
NEW SPACE “Coming soon”, Zero Sette Living Gallery, Via S. Croce in Gerusalemme 65, Roma.
Fino al 30 giugno. Orario: lun/ dom 15 – 23. Ingresso libero.
ITALY ABROAD Botto & Bruno, Galerie du Contemporain Mamac, Promenade des Arts, Nizza.
Fino al 5 settembre. Tel. +33493626162 - www.mamac-nice.org
Matteo Montani
Per Matteo Montani tutto ha inizio dalla carta
abrasiva. L’artista parte infatti dall’abrasione diretta
di muri, inferriate, panchine ed altro ancora, per
poi rielaborare le immagini ottenute attraverso la
stampa digitale di negativi e l’intervento di velature
cromatiche. Un processo lento e complesso che ha
portato il giovane pittore romano, classe 1972, ad
una prima importante personale che avrà due tappe:
la prima a Roma, nella galleria di Valentina Bonomo,
e la seconda a Milano, presso lo Studio Visconti. I
luoghi prescelti all’abrasione sono quelle strade di
Roma intitolate ai pittori scomparsi nel XX secolo.
Matteo Montani - Roma, Valentina Bonomo Arte
Contemporanea, via del Portico d’Ottavia 13. Dal
9 giugno al 30 luglio. Orario: lun – ven 15 – 19.
Ingresso libero. Tel. 066832766
bazar 06 2004
[email protected]
arti di luca beatrice 43
Incontri in nero
Una visione oscura della realtà, una
pittura astratta e razionale, un incontro
inusuale tra due opposti.
The Black Album
Si chiama The Black Album, la mostra
il cui concept vuole che le copertine
nere siano sinonimo di una visione
sporca e oscura, talora eccessiva e
parossistica, della realtà. Tra blackitude e
blackness una trentina di artisti da tutto
il mondo con opere ispirate ai suoni
scuri e oscuri (come Pettibon, Bijl,
Scott King, Melgaard, Botto & Bruno)
che inseriscono all’interno della loro
poetica elementi dalle culture alternative
e antagoniste. Una mostra rumorosa e
bellissima. Non dovrei dirlo visto che la
curo io, ma è proprio così…
The Black Album, Antonio Colombo
Arte Contemporanea,
Milano 27 maggio
– 17 luglio, via
Solferino 44 tel.
02-29060171
Zero
a considerato una delle punte più
Negli anni ’60 il Gruppo Zero venivPartito dalla Germania con Piene,
ia.
uard
estreme e rigorose dell’avang
astratta razionale ma al contempo
Mack e Uecker, autori di una pittura esperienze dell’arte cinetica in
alle
via
al
molto elegante, Zero ha dato
ana, Manzoni, Castellani e Alviani.
Italia, che vide tra i protagonisti Fontparte dimenticata ma che la curiosità
gran
in
Una tendenza che sembrava
delle Papesse, e dei curatori Marco
di Marco Pierini, direttore del Palazzoconsente di rileggere nell’ottica
ci
e,
Wies
Meneguzzo e Stephan Von
dell’attualità.
.
Zero. 1958-1969 tra Germania e Italia
sse, Via di
Siena Palazzo delle Pape
ttembre
Città 126, 29 maggio – 19;se
o
2004. Orario: 12.00-19.000.chius
lunedì, ingresso € 5 - 3,5
g
Tel. 0577-22071 www.papesse.or
Uno strano incontro
Uno è Carlo Maria Mariani, il massimo esponente dell’iperrealismo italiano,
diventato un artista di culto sul mercato internazionale da quando si è trasferito a
New York. L’altro è Luca Pignatelli, nato e cresciuto in una dinastia di artisti, uno
dei giovani più amati dal nostro collezionismo per quel suo modo di essere “non
solo pittura”. Schivo e misterioso Carlo, generoso e cordiale Luca. Chi avrebbe
mai scommesso di trovarli insieme, in una galleria italiana, a concepire una
mostra in stretta collaborazione? Ci sono riusciti il gallerista Alessandro Poggiali e
il curatore Alessandro Riva che hanno realizzato il più strano incontro dell’estate
italiana. Così improbabile da risultare imperdibile.
Carlo Maria Mariani, Luca Pignatelli, On the Appian Way, Poggiali &
Forconi,
Firenze, via della Scala 35/A, 22
maggio-30 luglio 2004. orario: 16-20;
chiuso lunedì e festivi, ingresso libero.
Tel. 055-287748 www.poggialieforconi.it
Manifesta 5
Dopo l’abbuffata di mostre della scorsa estate, l’edizione 5 di Manifesta (ultima
nata tra le biennali di arte giovane) potrà godersi i riflettori unicamente puntati
su di lei. A ospitarla è Donostìa San Sebastian, bellissima città basca che si affaccia
sull’oceano. I curatori Massimiliano Gioni e Marta Kuzma hanno selezionato
cinquanta artisti europei di diverse generazioni in grado di adattarsi ad alcune
parole chiave, suggestioni della nostra contemporaneità, come paesaggio
culturale, zone di contingenza, rumori spirituali, incontro con l’ambiguità ecc…
Bisognerà cercarli per tutta la città i lavori di questi artisti, tra gli italiani Micol
Assael, Patrick Tuttofuoco e Paola Pivi, nel tentativo di decodificarne i significati
più remoti al di là delle apparenze. Speriamo sia meno criptica della puntata
numero 4, due anni fa a Francoforte…
Manifesta 5, Donostìa San Sebastian, 11
giugno – 30 settembre 2004, sedi varie
con diversi orari, www.manifesta.es
Live in 14 tappe
L’estate è soprattutto la stagione della musica. Concerti
all’aperto, dj set fino alle ore piccole. Anche il Palais de Tokyo,
il centro di tutte le avanguardie a Parigi, resta aperto fino a
tardi per LIVE, una mostra in quattordici tappe, concepita
da Jerome Sans, che testimonia la tendenza internazionale di
una nuova generazione di artisti che producono e suonano
musica. Così accanto alle performance di Bruno Peinado e
Gerhwald Rockenschaub, artisti visivi impegnati alla consolle,
i live show di DJ Spooky, Chicks on Speed (ultimo trendy
berlinese) e Martin Creed, rassegne di video d’artista, i venti
migliori clip di sempre e soprattutto ogni notte per oltre un
mese tanta musica da ballare.
Live, Parigi, Palais de Tokyo,
13 maggio – 27 giugno
13, avenue du Président
Wilson, diversi orari,
tel : 0033 1 4723 5401
www.palaisdetokyo.com
44 di marzia di mento
arti bazar 06 2004
[email protected]
Lavori in corso a Ravenna
o museo archeologico
Nascerà il nuov
realizzazione del nuovo museo archeologico
Sono in corso i lavori per la
di Ravenna, attraverso il recupero dell’ex zuccherificio di Classe, nell’area
provenienti
dell’antica città portuale. La struttura raccoglierà tutti i reperti antichi
dagli scavi della provincia.
o,
Il progetto, dell’ingegnere Vittorini, prevede il rifacimento completo dell’edifici
o di
a eccezione delle mura perimetrali, e la realizzazione di un compless
verranno
magazzini, laboratori di restauro e di un’area espositiva. Al piano terra
mosaici
sistemati i mosaici emersi dagli scavi di Ravenna e dintorni, tra cui i
romani e bizantini della Domus dei Tappeti di Pietra.
Cassa
La prima fase dei lavori, finanziata da gioco del Lotto e Fondazione
di Risparmio di Ravenna, dovrebbe essere ultimata nel 2005, con apertura
definitiva prevista per il 2008-2009.
BURRI
Bronzi di Riace
in rete
Il museo virtuale della
Calabriadi Reggio Calabria e Museo
Museo Nazionale
archeologico della Sibaritide on line.
Il sito promette la visita interattiva attraverso le sale,
le vetrine e i pezzi più significativi; in realtà è piuttosto
antiquato, e permette solo di vedere immagini ridotte
delle opere e di conoscerne la disposizione nelle sale.
Stimabile comunque il tentativo, e utili le informazioni
e gli approfondimenti nelle sezioni tematiche, oltre alla
possibilità di ricercare specifici reperti nel data base.
In futuro il museo virtuale dovrà comprendere, tra gli
altri, i siti archeologici e i beni ecclesiastici.
Sito web: www.museodellacalabria.com/
museodellacalabria/virtuale/welcome.htm
Il “Sacco” di Città di Castello
Costituita nel 1978 per volontà dello stesso Burri, è la collezione
più completa dell’artista. In due sedi: a Palazzo Albizzini, con opere
dal 1948 agli
ultimi anni ottanta, e agli Ex Seccatoi di Tabacco, giganteschi capannon
i neri acquisiti nel 1989, con i grandi cicli pittorici dal 1970 al 1993.
Bianchi, Neri, Sacchi, Plastiche, Cretti, tra i quali il bozzetto del Grande
Cretto di Gibellina; tra le sculture, Grande Ferro Sestante e Ferro
U.
Dell’attività di scenografo, il “Tristano e Isotta” di Wagner e le “Avventur
e di un povero cristiano” di Silone. E’ conservato anche il bozzetto
del teatro
di Parco Sempione a Milano distrutto per volere di un assessore
nel 1983.
Diverse le due esposizioni: più complessa e completa la collezione
di Palazzo Albizzini, con filtri UV alle finestre e illuminazione indiretta
per
preservare le opere; meno accogliente, ma di grande impatto l’esposizi
one agli ex Seccatoi. All’ingresso viene fornita gratuitamente una
esaustiva
guida cartacea.
Palazzo Albizzini - Via Albizzini, 1. Ex Seccatoi del Tabacco, Via Pierucci
Tel./fax.: 0758554649
Sito web: www.clubart.it/fondazioneburri
Apertura: feriali 9.00-12.30/14.30-18.00; domenica e festivi 10.30-12.
30/15.00-18.00. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio.
Biglietto: 5 €, ridotto 3 € (studenti con tesserino, oltre i 60 anni e
meno di 18 anni). Il biglietto consente l’ingresso ridotto agli altri
musei della città.
Servizi: Bookshop; accesso per disabili solo agli Ex Seccatoi. Biblioteca
, fototeca e archivio consultabili su preventiva richiesta.
Fino al 31 giugno, Ex Seccatoi di Tabacco “Burri – Tutta la Grafica”
MARMI DEL PARTENONE
La vera storia
Fu un certo Lord Elgin, ambasciatore a Costantinopoli nel 1799,
a rimuovere,
non autorizzato, i marmi dal Partenone sull’acropoli di Atene, e a
spedirli in
Inghilterra; spinto dal desiderio di arricchirsi, e non certo per amore
dell’arte,
ne ricavò un herpes che gli erose metà del naso, l’arresto come
prigioniero di
guerra da parte di Napoleone, il tradimento della moglie e un sordido
processo
di divorzio che lo escluse da ogni carriera politica, oltre al naufragio
di buona
parte dei marmi spediti. E’ dal 1832 che la Grecia chiede al British
Museum,
dove sono esposti i marmi noti come marmi di Elgin, la restituzion
e delle
sculture, ma fino ad oggi senza successo.
Caricatura e umorismo nell’arte
Unico in Italia, realizzato dal medico caricaturista Luigi Mari e aperto
dal 1970, il museo
si trova al secondo piano del Palazzo Sangallo a Tolentino; articolato
in cinque sale,
custodisce più di tremila pezzi, disegni, pitture e sculture, dall’antich
ità ai giorni d’oggi,
tra cui opere di Annibale Carracci, Daumier, Fellini, Fontana, Leonardo
, Peynet e
Trilussa.
Negli anni dispari, tra luglio e novembre, si svolge la “Biennale dell’Umor
ismo e
dell’Arte”, negli anni pari, nei mesi di ottobre e novembre, le esposizio
ni monografiche
di “Tolentino Humour”.
Museo Internazionale della Caricatura - Palazzo Sangallo, Piazza
Libertà, 3 Tolentino
(Macerata) Tel. 0733969797; fax. 0733966535
Sito web: www.biennaleumorismo.org
Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00/15.00-18.00. Chiuso il
lunedì e il 1 gennaio.
Biglietto: 3.00 €; ridotto 1.50 € (riduzioni per legge, per gruppi organizza
ti); visite
guidate su richiesta- Servizi: Bookshop, accesso per disabili, caffetteria
.
bazar 06 2004
[email protected]
arti di freddy grunert 45
Tra la profondità trascendentale, come
COSCIENZA
Le Froid e le Cruel
un giudizio da dare?
reagendo naturalmente agli stimoli esterni:
ACCIDENTI o EVENTI? Gli ultimi eventi.
Gli UNI, in significativi, gravi, violenti, orribili distinguibili
in base alle loro differenze di grado; gli ALTRI, Presente SPESSO
:
proiettato sulla superficie empirica, macinata attraverso un
pesanervi,
doppiato in una profondità nella quale si costruisce pezzo x
NEUTRALIZZATA
corrispondente alla materia e le superfici
empiriche delle AZIONI
COMPIUTE.
Infatti anche i miei ATTRACCHI suppongono
ATTRAverso
l’istituzione dei MEDIA la soddisfazione di
DETRMINATE
TENDENZE:
ovviamente non come la sensualità da parte del
MATRIMONIO,
ma intanto, non parlerò come promesso dei
Geni d’Artista…next file…
Allora prima di SERVIRVI 10denze, vorrei capire
pezzo un’arte nascosta. SUDdividendosi all’infinito, aprendosi in una
molteplicità qualitativa:
x FAR NASCERE
la sensibilità nei sensi:sottrarre trovare abbandonare
x INDIVIDUARE,
non sub-jectum, ma sovraoggetto
il superjet, fuori dalle mura
COM-MOSSO dai fenomeni in CON-SENSO con l’IO∞
MALinTESO
Estremo Oriente
nel Cinema di Shinya Tsukamoto la purezza si
fonde con la perversione e la fisicità e esasperata
dalla fascinazione dell’orrido e della CONTAMINAZIONE:
the Body Hammer:
Tetsuo; film 8 mm il ragazzo del
palo elettrico
2002 Controcorrente a Venezia
A snake of june,
Gemini-Soseji 1999
Bullet Ballet 1999
ea
Brescia
il verbo si fece carne e venne in mezzo a noi:
Dario Neira , Torinese esponeva alla Fabio Paris
Art Gallery un SKIN LANGUAGE;
THE FLESH BECAME WORD
Descritto UNO, come globalizzante globalizzato;
seleziona istantanee estreme,
brandelli di un’umanità inerte e
disperata,
organismi viventi deformati,
marchiati, in contagio epidemico,
che diventano chiave di interpretazione dell’esistenza;
l’ALTRO , che esprime la nostra paura trasformandola in un
urlo
colorato, allude usando la pelle come superficie
alle violenze mostrando escoriazioni, ematomi, lesioni,
cicatrici;
in SIN-TESI sulla FALSA RIGA del direttore del Museo
Pecci di Prato, David Soutif, l’ex curatore del Centre Pompidou,
che ha voluto sviluppare nuovi sistemi tecnologici
ed il computer gli permette che le opere,
parete x parete,
una volta stabilito l’ordine, non venga più modificato e
l’allestimento vero e proprio rispetta fedelMente il progetto
INIZIALE;
InTESI come 10denza
FOLLE OFFICINA come direbbe A. Artaud
Invece ci vorrebbe la capacità di presentare una
DISSIMMETRIA
facendo tendenza come dimostrano gli Show Room di Prada,
Armani, i Fendi e dove l’Arte è condannata a Rendere la
Possibilità del Piacere proibito, ma DOMINATO.
E se oggi la scena artistica pullula di rappresentanti ‘svincolati’
come Matteo Basilè, Cristiano Pintaldi, Bishan Bassiri ed altri,
tutti con un ROLE DE PHYSIQUE vale la pena di vedere
alla Oredaria Arti Contemporanee a Roma, fino al 9.V.2004,
www.oredaria.it Alfredo Pirri con Fare e rifare, che idem non
ha il physique du role, ma che esprime con un che di speciale
gli IO PASSIVI con cui nel presente spesso si sdoppiano i piani ,
ciò che riesce da Maestro Julian Schnabel che in Autunno,dopo
Milano lo vediamo con una grande Mostra a Napoli e di cui
enormi dipinti, il loro formato fa parte del loro contenuto ed è
ciò che permette allo spettatore di connettersi con le opere a
come io stesso reagendo naturalmente a
STIMOLI interni, vi proCURO,
estraendoli dal mondo , ciò che mi consente di
soddisfare le mie/vostre 10denze , i miei/vostri biSogni
e come le istituzione dell’Arte, dei Media ecc. trasformano
e regolamentano le tendenze stesse, da cui esse scaturiscono. E così ,
invece
dell’ART TO ESKING WHY, si chiede da quali ISTANZE dipendano
, da quale
sito di civilizzazione, mezzi di produzioni e da quale ingerenza al suo
CULmine si legittimano,
.
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Eccher
scientifici, riconoscen
nonilo
tec
Da
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re
ent
tto
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con l’imminente ape
fino a mezzanotte e
mostra
vorrebbe raggiungere oltre il ‘quartiere’ un pubblico attratto dai microcosmi sintetizzati
nelle ‘Città della Arti’.
Il desiderio di CONTAMINAZIONE a Roma, come già successe a Barcellona nel senso
trasversale unendo Maestri d’Arte Contemporanei, culture lontane nello spazio e nel
tempo, maestri d’Arte occidentale, Museo della Scienza , Mediateca, collezione d’Arte
contemporanea e importantissimi per
HORIZONTALITY
FLEXIBILITY
TRANSFORMATION
Progetti di solidarietà non garantite dalla collettività e perciò tendenze x una nuova ERA di
Istituzioni, potrebbe rimanere tale, visto l’impossibilità di penetrare le
Gerarchie, presenti spesso
nelle istituzioni italiane e
di recente ancora più compatte dall’onda del provincialismo ‘GIUDICANTE’
dei loro rappresentanti o risorge in una vita italiana,
la CONTAMINAZIONE
nell’ambito del Bene e delle circostanze del Meglio.
Ansi, detto con Sade, realizzando la mancanza di Beni, capaci di fondare la legge e di
giustificare il potere che gli ha delegato (Lacan, Kant avec Sade, 63) e la presunzione
che esso si recupererà alla fine, dove tutto diventa PLAUSIbile, in 10denza con le nuove
MEDIA: I TIRANNI NON NASCONO MAI NELL’ANARCHIA, LI VEDRETE
SURGERE SOLO NELL’OMBRA DELLE LEGGI, O DA ESSE AUTORIZZATE.
Allora Si, anche questo è 10denza: l’unione del Forte e del Debole e quante ‘mostre’ di
quel tipo abbiamo visto, e x Villa Massimo, l’Istituto Arte dei Tedeschi a Roma e diventato
un modulo. Gli artisti ribelli per sottomissione, rappresentanti del Bello e del Bene (nella
coscienza antica), come una sua imitazione, in un mondo ABBANDONATO DAGLI DEI,
dove le gerarchie si devono basare sulla forza, LA LEGGE alimenta la colpevolezza di colui
che vi obbedisce ed il castigo di esporre in tali condizioni le loro immagini accattivanti e
istituzionalizzate, si rivolgono a questo nuovo pubblico, viziati, al posto loro della Filippi
e company al ‘giudizio’ tutti con questa gran VOGLIA di istituzionalizzarSI ‘come Arte’,
46 di luca carboni
arti.skizzi bazar 06 2004
[email protected]
bazar 06 2004
[email protected]
viaggi di andrea mugnaini 47
Croatia mai vista
foto di andrea mugnaini
Cosa vedere
Tutti in Croazia! Sembra sia questo il grido di battaglia di moltissim
i italiani che da qualche anno a questa
parte hanno scelto la sponda orientale dell’Adriatico come meta privilegia
risultato è un affollamento preoccupante della costa dalmata che rischia ta delle proprie vacanze estive. Il
posto. Ma a parte le località più conosciute, esistono ancora luoghi dalla di compromettere la bellezza del
bellezza genuina lontani dal turismo
di massa.
A partire da Spalato, città che in genere viene utilizzata solo come luogo
l’immenso Palazzo di Diocleziano. Nasconde è la parola giusta perché, di passaggio e che invece nasconde
stato inglobato nella città a tal punto che adesso l’antica struttura romananel corso dei secoli, il monumento è
non è quasi più riconoscibile. Al suo
interno ospita case, edifici e negozi ed è un luogo da perlustrare con
I laghi di Plitvice sono una vera e propria meraviglia della natura: attenzione.
di spettacolari cascate e piccole rapide; l’acqua è turchese e brulica sedici laghi collegati tra loro da una serie
di pesci, tutto intorno boschi e sentieri da
esplorare a piedi alla ricerca di aironi, orsi e linci.
Anche nella piccola isola di Mijet, a due ore di traghetto da Dubrovn
è qui che Ulisse si fermò per sette anni con la ninfa Calipso, a ik, la natura trionfa. Secondo la leggenda
testimonianza della tranquillità di questa
oasi rimasta incontaminata, popolata da piccoli villaggi, graziose calette
e dominata dal verde della macchia
mediterranea.
L’isola di Pag, inserita nell’arcipelago delle Kornati, famosa soprattut
to per il suo straordinario formaggio, è un
luogo caratterizzato da un paesaggio lunare. Spoglia e rocciosa è il posto
ideale per chi vuole stare lontano dalla
folla dei vacanzieri.
Molto più affollata, ma sempre imperdibile è Dubrovnik. La città vecchia,
incastonata in mura ciclopiche, è un
vero gioiello. Completamente distrutta durante la guerra del 1991,
è stata ricostruita fedelmente, riacquistando
così l’antico splendore. Dal porto in dieci minuti di barca si può raggiung
ere l’isola di Lokrum: in una spiaggia per
nudisti troverete scogli accoglienti e un mare splendido.
Capire la guerra
Meno di dieci anni fa la Croazia, come gran parte della
guerra a due passi dall’Italia di cui abbiamo capito poco ex Jugoslavia, era ancora teatro di guerra. Una
o niente. Dei molti testi che sono stati scritti su
questo argomento uno dei migliori è “Maschere per un massacr
della guerra in Jugoslavia” di Paolo Rumiz (Editori Riuniti, o. Quello che non abbiamo voluto sapere
guerra balcanica lontano dalla retorica e dalle mistificazioni. 2000). Il libro svela i veri meccanismi della
Una ricostruzione storica, politica, militare e religiosa è fatta
1999” (Einaudi, 2001). Un’indagine accurata condotta su da Joze Pirjevec ne “Le guerre jugoslave 1991conflitto, su materiali di archivio e attraverso interviste ai quotidiani e riviste di tutti i paesi coinvolti nel
protagonisti.
Come arrivare
Per raggiungere la Croazia i mezzi più comodi
sono l’auto o la nave. La maggior parte dei traghetti
partono da Ancona e arrivano a Spalato; altro porto
di partenza è Bari con destinazione Dubrovnik.
La principale compagnia croata è la Jadrolinija
(www.jadrolinija.hr) e i suoi traghetti collegano
in modo capillare le varie isole. Altre compagnie
sono la SEM (www.smc-ferry.com), l’Adriatica
(www.adriatica.it) e la Snav (www.snav.it). Per avere
informazioni su prezzi e orari la cosa migliore è
visitare i loro siti. Se abitate nel nord Italia una
buona alternativa può essere l’auto, ma tenete
conto che in Croazia la rete stradale non è molto
sviluppata e raggiungere il sud del paese potrebbe
richiedere molto tempo.
Sport
Lo sport in Croazia è qualcosa di più di un
semplice gioco. E’ un modo per affermare
l’identità nazionale, e i successi degli atleti e delle
squadre croate rappresentano motivo di orgoglio
per tutta la popolazione. E in effetti in questi ultimi
anni i successi della Croazia sono stati molti.
La nazionale di calcio è arrivata terza ai mondiali di
Francia del 1998 e Davor Suker fu il capocannoniere
di quell’edizione. Nel 1992 la nazionale di basket,
guidata da Toni Kukoc, Dino Radja e il compianto
Drazen Petrovic, arrivò seconda alle Olimpiadi di
Barcellona. I successi individuali portano il nome
della sciatrice Janica Kostelic, vincitrice della
Coppa del mondo assoluta nel 2001 e trionfatrice
alle Olimpiadi del 2002 con tre ori e un argento, e
del tennista Goran Ivanisevic che, dopo tre finali
perse, nel 2001 è riuscito a vincere il prestigioso
torneo di Wimbledon.
Siti internet
www.dubrovnik-festival.hr Sito
ufficiale del
Dubrovnik Summer Festival, uno
appuntamenti culturali del paes dei principali
www.hr/index.en.shtml Port e
categorie, che riunisce moltissi ale, diviso in
mi siti che parlano
della Croazia
www.croatia.hr Sito dell’Ente Naz
ionale per il
Turismo croato
www.croazia.it Esauriente e com
trovare alloggi, itinerari, foto e pleto, potete
località della
Croazia
5 cose da non perdere
1.
2.
3.
4.
5.
I laghi di Plitvice
Percorrere a piedi le mura di
Dubrovnik
Il formaggio di Pag
Un’escursione in bicicletta intorno
ai laghi di Mijet
I 71 volti scolpiti della Cattedrale di
San Giacomo a Sibenik
48 di vera risi
essere bazar 06 2004
Sport: quando fa male
Ora finalmente è stato pubblicato un libro che ci spiega con parole semplici ma
con sapienza medico-scientifica quale sport possiamo praticare e come. Un libro
che si fa prezioso, perché nel tripudio di pubblicazioni che troviamo in edicola e in
libreria, spesso scritte da showgirl dal carisma mediatico assurte a nuovi guru del
wellness, rappresenta un esempio raro di come affrontare il wellness in modo serio
e pratico allo stesso tempo.
Grazie a uno stile comunicativo chiaro ed efficace, il libro è una sorta di manuale
per mantenersi in forma. Frutto di un lungo lavoro di ricerca scientifica ad opera
di due docenti di endocrinologia e fisiologia applicata allo sport presso la scuola di
Specializzazione di Medicina dello Sport, il testo è ricco di tabelle, grafici, disegni
e foto e aiuta a interpretare senza equivoci le ultime ricerche legate all’esercizio
fisico, all’alimentazione nello sport e alla salute, e ad applicarle nella quotidiana
attività fisica.
Ecco tutti i plus
• il vero e il falso sull’alimentazione, dal mito delle bistecche giganti per
chi fa sport alla legge delle 8 ore
• Un minuzioso capitolo sull’organizzazione dell’allenamento
• Una dettagliata tabella sui valori di dispendio energetico nei vari
momenti della giornata, dal riposo a letto fino alle attività più
impegnative
• L’effettivo valore calorico di tutti gli alimenti
• Una circostanziata appendice dedicata a uso e abuso di farmaci nello
sport
• Un elenco dei migliori siti internet sull’argomento
Insomma uno strumento per conoscere il proprio corpo e imparare a nutrirlo e
allenarlo ad ogni età, ma soprattutto per capire quale tipo di attività sportiva è
più adatta al proprio fisico. Un libro indispensabile per chi opera nel mondo
dello sport, medici sportivi, preparatori atletici e allenatori, ma che grazie alla sua
leggibilità si rivela fruibile anche da giovani studenti e giovanissimi principianti che
si avvicinano, spesso senza alcuna guida, al mondo dello sport.
[email protected]
Mens sana in corpore sano.
Lo dicevano gli antichi che
lo sport fa bene, eppure
molto spesso fa più male
che bene. Quando? Quando
si sceglie lo sport sbagliato,
oppure è giusto ma lo si
pratica in modo errato,
quando non è adatto alla
nostra età e condizione
fisica, quando non cogliamo
i messaggi che ci manda il
nostro corpo…
Titolo: Essere e mantenersi in forma – Elementi di fisiologia del fitness
Autori: Costanzo Moretti e Ernesto Alicicco
Prezzo: € 32
Edizioni EMSI: Edizioni Mediche Scientifiche Internazionali
Il piacere gustativo di un Pedalare fa bene alle gambe e
coscienza
calice di vino a portata alla
Soprattutto quando la pedalata è new global.
tasca
di…
d’autore di Paolo
di Succede con le originali biciclette
Vuoi mettere lo sfizio di bersi un calice
Bellino, un giornalista che recupera vecchi telai
pregiatissimo Chateau d’Yqueme senza trovati per strada per creare pezzi unici di concezione
spendere un patrimonio? E’ l’ultima frontiera minimalista e dal design inedito. Senza orpelli inutili
della wine experience, per un benessere che (né cestini, né portapacchi, né fili dei freni perché
parte dal palato e pervade corpo e mente si frena a pedali in puro stile olandese) le nuove
senza dover dissipare l’intero stipendio. biciclette sono personalizzate secondo le richieste
Stiamo parlando del bancomat del vino, dove del cliente, come il modello Le Monde voluto da
si bevono al bicchiere le migliori etichette del una lettrice del quotidiano francese e rivestito con
mondo con una semplice tessera prepagata. autentici fogli di giornale trattati con vernici ad
Insediato nei luoghi di grandi transiti e hoc, o come “Tonnarelli” un modello perfumed,
movimenti, come l’aeroporto di Linate a trattato cioè con una vernice naturale profumata
Milano e la stazione Termini a Roma, il alla curcuma. A Roma fanno impazzire la gente più
bancomat del vino è la nuova divertente cool, e tra gli appassionati delle nuove bici persino il
idea per chi, tra un aereo e l’altro o in attesa regista Mario Monicelli.
di un Eurostar, vuole godersi un piacevole Paolo Bellino, via Urbana 119. tel. 347 2728611
momento di relax e raffinata enologia. Ma
come funziona? Si infila nello sportello Appuntamenti su due ruote
una tessera elettronica prepagata (da 10 a Chi ama trascorrere i week end in bicicletta non si
50 euro), si sceglie il tipo di vino (tra 105 perda alcuni appuntamenti di giugno dedicati agli
proposte) e si sorseggia un calice di bianco o amanti della mountain bike e delle sfide sulle due
rosso di altissima qualità. Vini che in bottiglia ruote.
costerebbero uno stipendio qui si assaggiano 6 giugno 1° Circuito Agro-ciociario 04, terza
“alla spina” in piccole dosi di degustazione prova, Villa Atina (FR).
spendendo da un minimo di 0.80 euro ad un 19 giugno Trofeo Quattro Nazioni Bancari,
massimo di 24 euro per un calice di Chateau MTB a invito, Castel Gandolfo (RM). Info:
d’Yqueme. Una prima mondiale a Roma, 3384865669
Milano, Viareggio e presto in oltre sessanta 20 giugno GF di Scheggino - Umbria Challenge
punti vendita in Italia.
MTB, Scheggino (PG)
A Roma: La Gare du Vin, Galleria Quadrittico Agro-ciociario MTB, Sabaudia (RM)
Gommata - Stazione Termini. Tel. 0647 29 giugno GF di Spoleto - Umbria Challenge
825 986. chiusura mai, orario: 9.00-21.00.
MTB, Spoleto (TR)
Info: www.pro-bike.it
Trekking urbano: il “wellness”
delle città d’arte
suolo
Le città d’arte con aria pulita e forti dislivelli del
propongono la loro interpretazione del “wellness”:
il trekking urbano. Prendiamo Siena per esempio:
città piena di saliscendi, scale e pendii. Qui visitare
monumenti e chiese diventa la scusa ideale per
fare movimento in modo salubre e divertente. E
per il trekking Siena ha messo in campo creatività
e tecnologia rivoluzionando il modo di camminare
in città, cercando scale e salite invece di evitarle, il
tutto seguendo percorsi consigliati attraverso cartelli
e simboli già normalmente usati per i sentieri nei
boschi. E non finisce qui: sofisticati sensori e sistemi
informatici servono a controllare la salubrità dell’aria
con “air check” simili a funghi dove le luci verdi o
rosse si accendono a seconda della purezza dell’aria.
Semafori dell’aria sono stati installati presso i parcheggi
e nelle aree di maggiore frequentazione. Un turismo
sostenibile che porta la gente alla scoperta di luoghi
poco frequentati del centro storico e offre la possibilità
di tonificare insieme mente e fisico con passeggiate
intense alla ricerca di panorami, verde e monumenti.
“Il trekking urbano è un nuovo modo di vivere la città,
usandola come una palestra all’aperto dove tonificare
i muscoli e lo spirito” sottolinea il Sindaco Maurizio
Cenni forte del suo passato di maratoneta. Questa
nuova attività turistica, molto simile ad uno sport,
cavalca la moda delle camminate forti, un fenomeno
ormai dilagante che vede il trekking tra gli sport più
di tendenza. Il nuovo trekking urbano prevede anche
itinerari golosi per chi associa la passione per lo sport
con quello per la gastronomia tipica.
Informazioni: Assessorato al Turismo di Siena tel.
0577 292128
[email protected]
avere
di giulia premilli 49
Capricci
bazar 06 2004
da grandi
Tornare bambini per pasticciare con il pongo.
Giocare con i chicchi d’uva per curare la pelle.
Pretendere un profumo tutto per sé. Indossare
magliette che “ci gasano” per sentirci più forti…
ateria
Pongo”. La m
s a “colpi di ateria regina”negli
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quarantenne, no tasmagoriche decorandole a palcoscenico per bambini. Re strelle
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piazza Ognissa emporary Art di Peekskill di Ne
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Contro sche
la nuova linea Solare
rzo. Ma
Pensa positivo con la
T-shirt
piene di idee e di
Pazze scatenate,
esi si
intraprendenza quattro giovani veron pa”
sono inventate la maglietta che ti “pom
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sicurezza in te stessa. Gaia, Vivilla, loro
e Silvia hanno puntato tutto sul are il
marchio l’ Essgivienne per divulg o?
pensiero positivo. Ma dove l’hanno scritt
come
All’interno della maglietta. Con frasi rà” o
“Ascolto la mia voce e questa mi aiutele tre
“Sono l’unica fonte della mia felicità”
e
imprenditrici sono state subito risucchiat
i loro
dai grandi marchi che hanno voluto o il
prodotto nella propria linea. “Cercavamalle
modo per infondere messaggi positivi con
persone - spiega Vivilla psicologa - e la
questa idea semplice, della frase sotto e”.
maglietta, ci siamo riuscite alla grandsul
Ogni stagione Essgivienne mette
lli
mercato una collezione limitata di modene
di cotone bielastico di nuova generaziotico
arricchito da un trattamento batteriosta
che aiuta la traspirazione.
Costo: dalle 80 alle 100 euro,
Punti Vendita: Raspini,
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la Vinosun, la prima gamma di prodo alie pioniera nelle sostanze che
nuova generazione di filtri Uvb. La Caud
va, oltre a una linea dedicata offre
attingono dal vino e dagli acini dell’u a base di uva in tutto il mondo (in
anche centri di bellezza e trattamento no Belbo, tel. 0141841900). Per
Italia: Relais San Maurizio, Santo Stefala Vinosun inserendo nei prodotti
questa linea estiva Caudalie ha creatoolio di semi d’acini d’uva (ricco di
un super cocktail vegetale a base di dell’epidermide) olio di fiori della
acido linoleico per rinforzare l’elasticità are la pelle) olio di sesamo (ricco
passione (per nutrire in profondità e calm
karitè (per favorire il rinnovo delle
di acidi grassi essenziali) e burro di antietà tutta naturale. La crema ha
cellule). Il risultato è una crema solare tta da Olivia Giacometti insieme
una leggera fragranza d’Atlantico prodo
galbanum, il patchouly e il cedro
a Mathilde Thomas sottolineata dal animali!
bianco. E poi... non è sperimentata su dai 23 ai 29 euro.
Costo: crema solare antietà VINOSUN
acie.
Punti vendita: farmacie e para – farm
Info: www.Caudalie.com
Il tuo profumo in “esclusiva”...
Te lo “crea addosso” Lorenzo Villoresi il profumiere di Madonna e di Sting.
In un appartamento etno - chic sui tetti di Firenze Lorenzo Villoresi prima di
creare una fragranza tutta per te (in esclusiva) vuole conoscerti. Ti accoglie
nel suo salotto, scambia due chiacchiere e magari ti offre un tè. Ti chiede la
fragranza che preferisci, l’essenza della quale vuoi vestirti. Vuole capire se
per te il profumo è un momento effimero o una necessità per stare bene, per
ricordare, per esserci.
Poi ti porta nello studiolo. Un tripudio di boccette (più di mille essenze)
prendono posto negli scaffali lignei. E ti ritrovi nel grembo dell’alchimista. E
il maestro di fragranze ti porta in un altro mondo immergendoti nelle essenze:
e vai dall’agrumato al muschio, dall’ambrato alla felce... fino a trovare la tua
dimensione. Creata la “tua fragranza” scegli se farne il “tuo” sapone liquido, il
“tuo” un profumo, il “tuo” dopo barba. I laboratori Villoresi penseranno al resto.
La tua formula esclusiva rimarrà segreta e custodita nello studiolo di Lorenzo
Villoresi. Sono suoi clienti: Sting e signora, Cherie e Tony Blair, Madonna, Alejandro
Jodorowsky, Ridley Scott, Mina e molti altri.
Prezzo: boccetta di30 Ml (compresa seduta di 2 ore) 600 euro
Lorenzo Villoresi, via de’ Bardi 14 Firenze tel. 0552341187
50 di agnese ananasso
hi-tech bazar 06 2004
[email protected]
Un luna park chiamato Leonardo
E’ questo il nome
dell’ambizioso progetto, di
Renzo Piano, di trasformare
la collina genovese
degli Erzelli da deposito
di container in parco
Arte e tecnologia
Almeno il progetto c’è, porta la firma di Renzo Piano
e il nome di un artista poliedrico come Leonardo.
Sulla collina degli Erzelli, a ovest di Genova, sorgerà
il primo Technology Village italiano, la nuova Silicon
Valley tricolore. A finanziare l’opera non è una
struttura pubblica ma privata, la Genova Hi-tech
(Ght) che dovrebbe investire una cifra intorno a 600650 milioni di euro, anche se è ancora azzardato
dare numeri definitivi per la realizzazione di un
progetto di tale portata.
Il progetto
L’iniziativa nasce circa due anni fa e prosegue
con la fondazione della Ght (in rete www.genovahigh-tech.it), presieduta da Carlo Castellano e
partecipata da 33 imprese genovesi che operano nel
settore delle tecnologie. Il modello ispiratore è quello
della città tecnologica di Sophia Antipolis, nel sud
della Francia, l’intento è attrarre aziende estere che
vogliano investire e portare il loro business in Italia.
Ci vorranno forse 8-9 anni per la realizzazione
del progetto che prevede prima lo smantellamento
dei depositi di container e poi, nel 2006 l’inizio
della posa in opera. Già nel 2008 le prime imprese
potranno installarsi all’interno del parco, che sarà
distribuito su 350.000 metri quadri. Uno spazio
enorme in cui si impianterà il cuore della Ricerca e
Sviluppo del distretto industriale genovese, con 200250 aziende del settore, un campus universitario
e diversi laboratori di ricerca e, elemento non
trascurabile, 10.000 nuovi posti di lavoro. Piano ha
concepito anche 12 torri (sei alte 160 metri e sei
100), da cui si potrà vedere uno splendido panorama
della città. Non va infatti trascurato l’aspetto
attrattivo e recettivo del parco che ospiterà anche
servizi, residenze, alberghi, negozi.
Perché Genova?
Genova ha alle spalle una lunga tradizione
tecnologica, che affonda le sue radici nell’epoca
dell’industrializzazione degli anni ’50. Fa parte di
un triangolo industriale che include anche Torino e
Milano, ma Genova rimane più hi-tech delle altre
due, con le sue 8000-8500 persone impiegate
nel settore tecnologico. Proprio Genova è stata
designata come sede dell’Iit (Istituto Italiano di
Tecnologia), finanziato con fondi pubblici, che si
stabilirà all’interno del vecchio ospedale psichiatrico
di Quarto, dopo opportuna ristrutturazione. Lo
scopo, come quello del Mit (Massachussettes
Institute of Technology) di Boston è il coordinamento
delle iniziative e delle risorse tra pubblico e privato
nell’ambito della Ricerca e Sviluppo.
Il più antico parco tecnologico d’Eur
Sorto nella prima metà degli anni ’70, opa
nei pressi di Nizza, oggi Sophia Antip
dei parchi tecnologici più sviluppati d’Eur
olis, con i suoi 2300 ettari di espansion
e è uno
e delle telecomunicazioni ma non manc opa. Il 43 per cento delle aziende operano nel settore dell’information
technology
ano
ottim
i
centr
i
di
ricer
ca su salute e ambiente e centri di studi
l’Ateneo De Nice Sophia Antipolis, l’Eco
o prestigiosi
le Supérieure en Science Informatiqu
l’Esinsa e l’Eurecom Institute.
e, l’Ecole Nationale Supérieure des Mine come
s de Paris,
Un ambiente internazionale e multilingue
in cui università e ricerca lavorano gomi
lavoro vengono da multinazionali ester
to
a
gomi
to
e
in
cui
il 25 % delle offerte di
e del calibro di Microsoft, Compaq, Luce
nt Technologies e Nortel Networks.
Il più grande del Nord Europa
E’ ad Oulu in Norvegia, nel Paese di Linus
Torvalds (inventore di Linux) che ha sede
del Nord Europa. Vanta tra i suoi soci
Technopolis, il parco tecnologico più grand
e
dando lavoro a 10.000 persone, di cui Nokia e ospita più di 150 aziende (Compaq, Hewlett Packard Siemens tra
oltre
le maggiori)
3000
impe
gnate
nella
ricerca scientifica. Medipolis è infatti
collabora attivamente con l’Oulu Unive
il centro di ricerca che
rsity Hospital per lo sviluppo di nuove
soluzioni in campo medico.
Il cyberport di Hong Kong
E’ stata inaugurata alla fine del 2003
Bay, a sud di Hong Kong, su un’area di e sarà ultimata alla fine di quest’anno, la struttura mastodontica costr
tecnologici e multimediali che, oltre a 10.000 metri quadri. Uno spazio interamente cablato dotato degli ultimuita a Telegraph
svolgere funzioni di porto turistico ospit
i ritrovati
commerciali, alberghi, centro congressi
erà un centinaio di aziende, cinema,
centri
che fa da ponte tra i laboratori che compe un Digital media center. Aperto già anche il Development center, un centr
iono studi sul wireless e le aziende che
o di ricerca
operano nel settore della telefonia mobi
le.
muratore @bazarweb.info
bazar 06 2004
architetture di oliva muratore 51
Le stanze fiorite
Un diverso linguaggio per interpretare e valorizzare
l’architettura attraverso il paesaggio
Continua, e con grande qualità, l’attività di
proposta negli ultimi tempi dall’Ordine degli Concorsi di Idee,
Architetti di Roma
e Provincia. Alla metà del maggio scorso sono
stati resi noti
i vincitori dell’ultimo Concorso per Il nuovo
municipio di Santa
Marinella; che vede come progetto vincitore quello
con capogruppo
Alessandra Macchini-Roma. Secondo classif
Fernando Padro Calvo-Madrid e terzo classificato, capogruppo
Francesco Gentilucci-Roma; numerose le menzio icato capogruppo
ni e le segnalazioni
(ww.architettiroma.it/concorsi).
Di grande interesse per l’originalità delle soluzio
ni proposte è il
progetto che ha ottenuto il terzo premio ad
dello stesso ambito: Idee per la Pedonalizzaz un altro Concorso
ione della Piazza di
Corte, sistemazione ed utilizzo del Ponte Monum
entale, recupero
dell’area archeologica e riqualificazione del
Centro Storico di
Ariccia, conclusosi nel settembre 2004.
Presentato dallo studio ma.ARCS (Michela
Bianchi, Annalaura
Spalla, Alessandra Spagnoli, Roberta Mossetto,
Maria Cristiana
Costanzo e Serena Liverani) il progetto propon
dell’architettura, che vede protagoniste oltree una nuova visione
stesse, le essenze vegetali, trattate in modoalle architetture
nuovo e molto
particolare. “Architettura e paesaggio non sono
più pensate come
estranee e contrapposte ma, attraverso una serie
progettuali, si risolvono in un unico abbrac di accorgimenti
cio”, ci spiega
un’esponente del gruppo di architetti, interamente
composto da
donne. “Immaginiamo il ponte di Ariccia come un
edificio di tre piani,
il cui percorso aereo è inteso come un giardino pensile, ordinato
e regolarizzato; a segnare il passo nient’altro che il paesaggio
che trova intorno a sé il bosco, la campagna e infine la città, da
cui prende in prestito suggestioni ed elementi naturali fino a una
fusione che fa perdere i confini”.
La linearità del ponte, conferendo la sensazione di essere sospesi
nel vuoto, sovrastati da una parte dalla rupe del Parco Chigi e
dall’altra da una distesa tappezzata di campi multicolori sul cui
orizzonte si intravede il mare, è sottolineata dal progetto con
la proposta di un trattamento a campi tematici del piano di
camminamento del ponte. Il ponte si adatta così a un nuovo uso:
modificando la propria funzione, divenendo pedonale, assume un
nuovo significato, con i suoi ordini sovrapposti fende il paesaggio
come una lama, insinuandosi nella natura del parco sottostante
e insistendo con la sua base sulla campagna. I tre ordini del
ponte, seguendo il ritmo dettato dal giardino pensile, vengono
riproposti come delle stanze fiorite, occupate da una selezione
di essenze diverse: dalle molteplici qualità di rose antiche, agli
alberi di ciliegio posti agli ordini inferiori. In pochi e semplici segni,
nel progetto, si è conferito alla monumentalità architettonica del
ponte una nuova identità, che si sviluppa in completa armonia con
il contesto naturalistico circostante. Un filo rosso (pista ciclabile)
lega il ponte con la piazza di Corte, che viene trattata con una
pavimentazione simile a quella del ponte per conferire maggiore
unitarietà all’intero complesso.
Primo Progetto
espositivo di artisti
internazionali
residenti a Venezia.
Paesaggio
al moderno
Paesaggio al moderno.
Architetture di fondazione negli
anni ’30 dall’Italia all’Oltremare.
Mostra fotografica, cura e
immagini di Donata Pizzi. Un
itinerario fotografico attraverso
le architetture di fondazione,
dall’Italia all’Oltremare: dal
Dodecanneso all’Africa (Libia,
Etisia, Eritrea). Le “città nuove”
rappresentano un patrimonio
in gran parte sconosciuto e
presente nelle diverse regioni,
come le città rurali, città
minerarie, gli insediamenti
industriali. La mostra illustra
l’importante fase di transizione
dell’architettura italiana dagli anni
Trenta al Movimento moderno.
Triennale di Milano, Milano.
festaperl’architettura. Dal 8
giugno al 25 luglio 2004.
Alessandro Anselmi.
Piano Superficie
Progetto
E’ questo il titolo del volume edito da Motta
Editore che nasce come presentazione della
mostra conclusasi a maggio presso il MAXXI
di Roma sull’attività dell’arch. Alessandro
Anselmi. Curato da Margherita Guccione
e Valerio Palmieri, il libro è molto più di un
catalogo, vengono presentati, infatti, in
maniera molto efficace, un ampio repertorio
di materiali, dai disegni originali, ai plastici,
alle immagini digitali, alle numerose
fotografie delle opere realizzate dall’inizio
della sua attività nel 1967 ad oggi.
Mostra ideata e curata da Paolo De
Grandis, con il patrocinio della Provincia
e del Comune di Venezia. L’esposizione
è frutto di una ricerca svolta sulla
base delle nuove presenze artistiche
internazionali che arricchiscono e
contaminano il contesto culturale
veneziano, tra arte e architettura, e ne
traccia un excursus espressivo in una
nuova e ritrovata coscienza multietnica.
Varietà di stili ed esperienze e inedite
interpretazioni che contraddistinguono
i diversi mondi che comprendono in gran
parte l’est europeo, la Spagna, l’Iran,
la Grecia, fino ad arrivare al Giappone e
alla Corea. Durante l’inaugurazione sarà
premiato il primo artista, al quale sarà
data l’opportunità di realizzare un’opera
in vetro presso la Fornace Berengo Fine
Arts di Murano e presentarla durante il
periodo espositivo.
Palazzo delle Prigioni, Venezia. Dal 5 al
20 giugno 2004.
52 di matteo bianchini
piccoli bazar 06 2004
[email protected]
Partiamo dalla ricetta:
Giocare con la plastilina senza paura
di mettere in bocca sostanze tossiche?
Si può. Ma tocca farla in casa…
Tranquilli! Non mi sono bevuto il cervello…non ho confuso la mia rubrica
io
con quella del gusto…e non voglio neanche proporvi un laborator
lo
non
chi
per
didò,
Il
questo!
tutto
di
Niente
bambini.
per
di cucina
la
conoscesse, è una specie di plastilina che, per chi non conoscesse
plastilina, è una specie di pongo molto più morbido da manipolare. Nel
...
caso qualcuno non conoscesse né il didò né la plastilina né il pongo
beh, allora mi arrendo!
Normalmente questi prodotti si possono trovare in vendita in tutti i negozi
e
di giocattoli. Sono tutti prodotti atossici, ma contengono comunqu
conservanti e sono abbastanza costosi.
Qui in esclusiva Bazar svela la formula segreta della plastilina alimentare…
mandando in crisi le multinazionali produttrici di pongo e didò ;-))
INGREDIENTI:
2 cucchiai di olio di semi
4 cucchiai di CREMOR DI TARTARO (si trova in
mesticheria)
1 tazza di SALE FINO
2 tazze di ACQUA
COLORI ALIMENTARI (anilina – anche questa la trovate
in mesticheria)
PROCEDIMENTO:
1. prendere un tegame fondo e vecchio, a cui non
tenete molto
2. versare dentro sale, farina e colore e mescolarli
molto bene
3. aggiungere olio, cremor di tartaro e acqua
4. mettere sul fuoco e mescolare bene con un mestolo
fino a quando il composto non si stacca dal
tegame
5. rovesciare fuori dal tegame e quando è un po’ più
freddo impastare bene con le mani in modo da
ottenere un composto omogeneo
6. una volta freddo conservare in recipienti sigillabili,
perché a contatto con l’aria la plastilina alimentare
tende a indurirsi e a sgranarsi; è possibile
conservarla anche avvolgendola nella plastica per
alimenti.
Naturalmente si possono usare più colori! Vi potrete
sbizzarrire!
Il procedimento è facile e veloce e il didò è un prodotto molto
divertente e stimolante per i bimbi.
Le attività che potete proporre ai vostri bambini con la
plastilina alimentare sono innumerevoli. La plastilina
alimentare si può toccare, annusare, assaggiare e manipolare.
Sono sicuro che i grandi ci giocheranno quanto i piccoli…è un
ottimo antistress!
Il valore della disuguaglianza
delicata sull’amicizia e sulla diversità.
Un libro intitolato IL BACIO. È una storia da leggere e da raccontare ai bambini dai 3 anni in su. Una storia molto
questione più che mai attuale…
una
È
amici?
diventare
topo
un
e
gatto
un
Possono
Rapaport.
Gilles
di
Delicati sono i testi di Didier Lévy e i disegni
più significative, sono contrassegnate
Da segnalare una curiosa e intelligente peculiarità di questo libro: alcune parole contenute in questa storia, quelle
parole che altri disegni.
con un simbolo e alla fine, in una rubrica intitolata “storia delle parole”, è spiegato il loro significato, usando sia
Il bacio, di Didier Lèvy e Gilles Rapaport, edizioni LARUS S.p.A., 1999
L’educazione civile corre sul web
Per gli internet-nauti indichiamo un sito dal nome molto altisonante: Educare.it.
E’ una rivista telematica sui grandi temi dell’educazione. Un sito molto vasto che comprende tantissime sezioni:
“consulenza on line”, “studi e riflessioni”, “area handicap”, “scuola e dintorni”, “esperienze e progetti”. Nella home
page è previsto anche uno spazio dedicato alle news. Tra le tante sezioni che vi si possono trovare segnaliamo
inoltre:
-“le frontiere della pedagogia”, in cui si discute di educazione interculturale, mediazione familiare, disturbi
dell’alimentazione;
-“educazione e solidarietà”, uno spazio dedicato alle esperienze di educazione che costruiscono pace e
promuovono sviluppo. Esperienze ai confini del mondo, tra un’umanità umiliata e oppressa dalla povertà,
dalla violenza, dallo sfruttamento. Progetti di educazione e cura, rivolti a ragazzi e ragazze che crescono senza
prospettive di futuro.
www.educare.it
[email protected]
Pazzi per il
trekking
Dal trek itinerante a quello
residenziale.
Un’attività
alla portata di tutti. Ma non
chiamatela passeggiata…
Il trekking è uno sport? Di certo manca una compon
fondamentale, che è quella dell’agonismo. Letteral ente
mente,
il sostantivo inglese trek significa “spedizione organiz
(mentre il verbo to trek, se riferito a buoi, vuol dire “trainarzata”
carro”, ma questo ci interessa meno). E spedizioni organize un
zate
nelle più belle località italiane (ma anche all’ester
Trekking Italia, un’associazione senza scopo dio) propone
lucro
che
proprio quest’anno festeggia il ventennale della sua
attività.
Attività centrata su un obiettivo fondamentale: ricreare
una
cultura del camminare. Fare trekking significa
quindi la
possibilità di entrare nei luoghi, scoprendone non
solo le
bellezze, naturali e non, ma anche la storia, l’econo
mia,
l’arte e, perché no, anche cose più prosaiche
come
la
gastronomia.
Esistono due tipi di trek: itinerante e residenziale.
Nel
primo
caso ogni giorno si fa tappa in un posto diverso
o rifugio), nel secondo si fanno escursioni ogni(albergo
giorno
diverse partendo sempre dallo stesso luogo. Esiste
anche
il trek con bagaglio trasportato, che altro non
è se non
un trek itinerante dove qualche buonanima provved
e a
recapitare i bagagli dell’escursionista nei diversi
tappa. L’equipaggiamento cambia a seconda della luoghi di
tipologia
di trek che si intraprende. Per le escursioni
“itineranti”
bisogna portare con sé un zaino abbastanza capient
e (4455 litri, comunque non superiore ai 12 chili) per
contenere
il necessario per la “sopravvivenza” qualche giorno
dalla “civiltà”. Per le gitarelle giornaliere (che in realtà lontano
essere anche molto impegnative), è sufficiente possono
avere uno
zaino per le proprie esigenze quotidiane (lo stesso
vale per
il trek con bagaglio trasportato). L’attività dei trekkers
limitata alle stagioni calde. Anche in inverno è possibi non è
passeggiate, magari sulla neve, con l’ausilio di racchet le fare
Ma qual è l’armamentario del perfetto escursi te.
Innanzitutto, servono scarpe e calze da trekking onista?
. Servono
magliette tecniche traspiranti e camicie di cotone,
pile,
pantaloni comodi lunghi e corti, giacca a vento,
mantell
ina
impermeabile, pantavento, borraccia, guanti,
tuta
da
ginnastica, berretto, coltellino milleusi, occhiali
fischietto. Alcuni consigliano anche di utilizzareda sole e
i
bastoni
telescopici da trekking, che rendono più sicuro
il cammino
e fanno risparmiare mediamente il 30 per cento
di
in salita (non chiedeteci come), riducendo al contem fatica
po, in
discesa, le sollecitazioni sulle articolazioni. Tutto l’occorr
per eventuali campeggi è fornito invece gratuita ente
mente
dall’Associazione. Che mette in guardia dal present
arsi per
un’escursione privi del materiale adeguato, dal momen
la mancata osservanza di queste semplici precauz to che
ioni può
rivelarsi catastrofico per il buon esito del trekking.
Passiamo a una questione sempre dolorosa: i soldi.
subito che il trekking non è un passatempo particol Diciamo
economico. Per partecipare alle escursioni organizarmente
Trekking Italia bisogna iscriversi all’Associazione zate da
. E fin qui
non ci sono problemi, visto che i prezzi sono assolut
amente
modici: 15,50 euro all’anno per la tessera di “socio
36 euro per quella di “socio sostenitore”. Purtrop ordinario”,
po,
da sborsare salgono in maniera esponenziale quando le cifre
di partecipare a un’escursione, perché se è vero che si tratta
Trekking
Italia non ha scopi di lucro, è anche vero che
in qualche
modo deve sopravvivere. In media, si pagano intorno
euro. Ma bisogna considerare che la quota di partecip ai 200
azione
comprende viaggio, pernottamento (a mezza
assicurazione RC e infortuni, documentazione varia.pensione),
In più c’è
il costo – sia pure una tantum – dell’equipaggiamento.
bazar 06 2004
sport di valerio cammarano 53
INFORMAZIONI
Per associarsi a Trekking Italia: CCP n. 31777204 oppure CCB
n. 111011 della Banca
Popolare Etica (ABI 05018, CAB 01600, CIN N) intestati a Trekking
Italia e specificando la
causale. Si possono altresì utilizzare i CCB delle sedi regionali
. Ulteriori informazioni sul sito
www.trekkingitalia.com, dove, oltre a un elenco completo dei
trek in programma nei prossimi
mesi, è anche possibile trovare gli indirizzi delle sedi regionali
dell’Associazione.
2 GIUGNO
VALLE TRIBOLATA GROPPO
ROSSO
Impegnativo trek sul Groppo
Rosso, tra rupi e profondi
canali.
Categoria : Weekend
Regione: LIGURIA
Partenza : 06/06/2004
Durata: 1 giorno - Durata
Massima: 1
Trek residenziale
Ambiente: Appennini
Tappa media: 4 ore
DA PIOMBINO A POPULONIA
Escursione lungo la costa che
da Piombino porta a Populonia.
Categoria : Weekend
Regione: TOSCANA
Partenza : 06/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Mediterraneo
Tappa media: 6 ore
PIZZONI DI LAVENO E IL
MONTE NUDO
Trek che segue il percorso della
bidonvia del Lago Maggiore,
una vecchia mulattiera, la
conca del Vararo e, per finire,
un sentiero sulla cresta dei
Pizzoni.
Categoria : Weekend
Regione: LOMBARDIA
Partenza : 06/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Prealpi e Appennini
Tappa media: 5 ore
IL GIRO DEI CASTELLI
5 GIUGNO
Camminata
abbastanza
SENTIERO DEL SOLE IN
impegnativa che tocca tre
VALMALENCO
Traversata sul versante retico- castelli della Val d’Aosta.
Categoria : Weekend
valtellinese.
Regione: VALLE D’AOSTA
Categoria : Weekend
Partenza : 06/06/2004
Regione: LOMBARDIA
Durata: 1 giorno
Partenza : 05/06/2004
Trek
itinerante
Durata: 2 giorni
Ambiente: Alpi
Trek itinerante
Tappa media: 5 ore
Ambiente: Alpi
Note: Dislivello 1300 m
12 GIUGNO
Tappa media: 5 ore
TERRA BRIGASCA MONTE
VENEZIA E LA LAGUNA IN
SACCARELLO
CANOA
Da un paesino della Valle
In canoa tra “ghebi” e
Argentina alla vetta più alta
“barene” in uno dei più
della
Liguria.
bei paesaggi della laguna
Categoria : Weekend
orientale.
Regione: LIGURIA
Categoria : Weekend
Partenza : 12/06/2004
Regione: VENETO
Durata:
2 giorni
Partenza : 05/06/2004
Trek residenziale
Durata: 2 giorni
Ambiente: Alpi
Trek itinerante
Tappa media: 7 ore
Ambiente: Acqua
PARCO
NATURALE
Tappa media: 0 ore
DELL’AVETO
Escursione nell’unico parco
6 GIUGNO
naturale integrale appenninico.
PUNTA MARTIN
Categoria
: Weekend
Escursione su una montagna
Regione: LIGURIA
impervia e rocciosa la cui
Partenza : 12/06/2004
cresta delimita il vallone del
Durata: 2 giorni
Rio Baiardetta.
Trek
itinerante
Categoria : Weekend
Ambiente: Parchi nazionali
Regione: LIGURIA
Tappa media: 6 ore
Partenza : 06/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Mediterraneo
Tappa media: 6 ore
SENTIERI E GALLERIE DEL
TRACCIOLINO
Sulle piste del “Tracciolino”,
dove un tempo correvano
dei piccoli vagoncini che
portavano uomini e materiali
alla diga della Val Codera.
Categoria : Weekend
Regione: LOMBARDIA
Partenza : 02/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Alpi
Tappa media: 5 ore
ISOLA PALMARIA
Periplo dell’Isola di Palmaria,
residenza di una importante
colonia di gabbiani reali.
Categoria : Weekend
Regione: LIGURIA
Partenza : 02/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Mediterraneo
Tappa media: 3 ore
LA BAIA DEI SARACENI
Escursione in una zona
ricca di reperti rupestri e
archeologici.
Categoria : Weekend
Regione: LIGURIA
Partenza : 02/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Mediterraneo
Tappa media: 4 ore
13 GIUGNO
LAGO DI LOYE (PARCO
NAZIONALE DEL GRAN
PARADISO)
Trek al cospetto delle vette
ghiacciate più alte del Gruppo
del Gran Paradiso, in mezzo
a camosci e stambecchi.
Categoria : Weekend
Regione: VALLE D’AOSTA
Partenza : 13/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Parchi nazionali
Tappa media: 5 ore
SENTIERO VERDEAZZURRO
(DA FRAMURA AI MOSAICI
DI FIORI DI BONASSOLA)
Dal mare alla macchia
mediterranea per arrivare a
Bonassola in occasione della
tradizionale infiorata del
Corpus Domini.
Categoria : Weekend
Regione: LIGURIA
Partenza : 13/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek itinerante
Ambiente: Mediterraneo
Tappa media: 3 ore
20 GIUGNO
RIFUGIO GARELLI
Trek fino al Rifugio Garelli,
situato a 1970 metri sul livello
del mare nei pressi del “Pian
del Lupo”, all’interno del
Parco Alta Valle Pesio.
Categoria : Weekend
Regione: PIEMONTE
Partenza : 20/06/2004
Durata: 1 giorno
Trek residenziale
Ambiente: Alpi
Tappa media: 6 ore
24-27 GIUGNO
FESTA NELLA FORESTA
INCANTATA PER I 20 ANNI DI
TREKKING ITALIA
Festa per i vent’anni
dell’Associazione Trekking
Italia, si svolgerà nel Parco
delle Foreste Casentinesi, fra
la Romagna e la Toscana. In
programma anche la visita
all’Eremo di Camaldoli.
Partenze da Genova, Torino,
Milano, Firenze, Bologna,
Venezia
Regione: TOSCANA
Ambiente: Appennini
Durata: 4 giorni
Partenza: 24/06/2004
27 GIUGNO
ANELLO DEI LAGHI DEL
FRISSON
Escursione che permette di
visitare tre laghi ai piedi del
Monte Frisson, nella Riserva
Naturale del Bosco e dei Laghi
del Palanfrè (parco naturale
delle Alpi Maritime).
Categoria : Weekend
Regione: PIEMONTE
Partenza : 27/06/2004
Durata: 1 giorno - Durata
Massima: 1
Trek residenziale
Ambiente: Alpi
Tappa media: 6 ore
sciocchina bazar 06 2004
54 di angelita peyretti
Bugiarde nate
Io gli uomini li ritengo tutti dei
cretini, ma le donne… le donne!
“No, senti, mi sa che stasera non vengo.”
“Ma dai, guarda che una serata tra donne può essere anche molto
gradevole!”
“Ma ho le mie cose”.
Eh no, eh no! È tutta la vita che lotto contro questa frase, e tu me la
risputi qui così che non la sentivo dalle medie! Ma Gesù mio, ma
quali diavolo di cose sono le tue cose? Eh? Me la vuoi dire una volta
tanto quella parola? Guarda che si può dire, sono solo gli uomini che
pensano che a pronunciarla poi finisce che gli vengono anche a loro!
E dilla, su, per farmi un piacere, vedrai che ti sentirai meglio dopo!
Mestruazioni sì, brava… no, non mesturazioni, si dice mestruazioni,
stru, stru, va bene?
Niente da fare, è impossibile, gli rimane appiccicata lì dall’oratorio e
non se la levano più. I miei incubi sono affollati di donne che dicono
“le mie cose”, un popolo intero di donne miti e pavide che senza
neppure osare guardarmi in faccia mi sussurrano “ho le mie cose…
ho le mie cose…” Ogni volta mi sveglio febbricitante e telefono al mio
psicanalista che mi risponde sempre la stessa cosa: “La prego non me
ne parli più, lo sa che mi fanno impressione”.
Non lo sopporto questo riserbo meschino, di vergogna, ma farà
ben più schifo parlare dei denti marci! Eppure su quello nessuno
si fa problemi. C’è chi dice “piaghe da decubito”, ma guai a dire
mestruazioni. “Ho fatto i buchi alle orecchie ma avevo come del
pus…” Cosa!? Del pus??!! E non dici mestruazioni? Ma va là!
Io gli uomini li ritengo tutti dei cretini, ma le donne, le donne!
Già, una serata tra donne può anche essere un supplizio. Certo, se
viene la Marta, gentile a tutti costi, educata, sempre d’accordo… beh,
con lei me la cavo con un paio di battutacce cattive sulle assenti.
Diciamo la verità, a volte può essere peggio di un giorno a stirare,
dopo ottanta camicie e duecento lenzuola davanti alla De Filippi, ti
dai un’occhiata, sfinita, rozza, abbrutita, più ignorante di prima, e ti
viene l’impulso di andare dal barbiere, Tuttosport sottobraccio, e dire
“Barba e capelli ragazzo”.
Stasera comunque non c’è pericolo, se non annunciano nessuna nuova
gravidanza vado sul sicuro, gli racconto un’altra volta la storia di quel
minorato mentale con cui stavo che si sbellicava alla pubblicità dove
[email protected]
“i vicini” disegno di marco begani
c’è Babbo Natale che canticchia: peccato è tutto petto. “Questa sì che è buona!” si
batteva la mano sul ginocchio. Non invento nulla io, tutto materiale di prima
qualità, storie di vita vissuta.
Con quella storia il risultato è una garanzia, piano piano cominciano tutte a tirar
fuori le più incredibili cretinerie dei loro fidanzati, ce n’é una che stava con un
tizio che faceva un corso di allegria, gli insegnavano a ridere. Ah! È così che viene
fuori una serata come si deve.
E se c’è Vera? Che mi dà i consigli: “Non lo chiamare più” ti dice, sì, brava te,
così non lo vedo più neanche dipinto. Crede sempre di saperla più lunga di tutte.
Poveraccia. Lei è una di quelle che quando c’è un uomo, cambiano: all’improvviso
gli viene il senso dell’umorismo e si sbellicano per tutte le sue battute. Poveraccia.
È sempre lì che parla di un fantomatico passato. L’argomento infanzia è uno dei
più micidiali.
“Ah ero una bambina così bella, ma così bella! Pensa che avevo certi boccoli
biondi…” Erano tutte Shirley Temple. “Pensa che all’asilo mi venivano dietro
tutti…”
Va bene ma adesso fai schifo! Insomma bisogna essere proprio scemi ad andare
ancora sull’argomento quando si è disgraziate come te!
“Ero pestifera, ma pestifera, una vera ribelle.”
Sembra che faccia simpatico dire questo. Come se la cosa potesse farti perdonare
l’essere sciropposo che sei. Ma dai che l’ho vista la foto vestita da principessa!
“Una selvaggia guarda, avevo sempre le ginocchia sbucciate.” Ah beh, certo che se
andavi coi tacchi di sette centimetri sugli scogli come fai adesso! Certe scivolate
bellezza! Scusa ma non ti ci vedo ad arrampicarti sugli alberi dopo quella volta alle
medie sul quadro svedese coi lacrimoni. La professoressa l’aveva lasciata lì una
settimana, poi l’hanno tirata giù con una gru. Poveraccia.
“Una volta mi abbronzavo tantissimo…” Ma chi se ne frega!! Hanno tutte un
passato vacanziero esotico in cui belle e selvatiche razzolavano per le spiagge
deserte di una Grecia ancora intatta. “Ero così a contatto con la natura che
sembravo una parte di essa.” A sì? E poi cos’è successo che sembri un piumino per
spolverare adesso? Ma a chi vuoi darla a bere! Lo so che andavate a Loano!
Va beh, è meglio che mi prepari, che se arrivo in ritardo quelle cominciano senza
di me e mi mettono il curry da tutte le parti, e la torta di mele me la servono
nel tajin. Va bene la cucina etnica, ma mangiare sul pavimento! Magari con le
bacchette. L’ultima volta mi sono portata le posate da casa, per sicurezza. E poi io
che non sopporto neanche il panettone, mi obbligano sempre a portare quel pane
con l’uvetta, tre chili una pagnotta…
…Poi tu non le sopporti più e allora che fai? Ti fidanzi, e accanto ti trovi uno che
non riesce neanche a scorgere la differenza tra te e quelle bugiarde.
[email protected]
bazar 06 2004
corsi di valeria cecilia 55
Voglio un “reality personal trainer”
Arriva una guida che
propone ai manager di
lasciare l’ufficio e lavorare
in strada. Per conquistare il
mercato
Basta studi e ricerche, numeri, video
presentazioni e mega riunioni intorno a tavoli
di alta dirigenza. Se si vuole davvero sfondare
il mercato, è meglio uscire dall’ufficio e andare
a conoscere di persona il target da conquistare.
Questa è la singolare idea del gruppo di lavoro
“Guerriglia Marketing”, impegnato da tempo
in campagne e azioni di comunicazione non
convenzionali, mirate ad ottenere il massimo
della visibilità con il minimo degli investimenti.
Provare per credere. In fondo, che ci si occupi
di telefonia mobile, abbigliamento o cultura, le
domande poste quando si lancia un’idea sul
mercato sono sempre le stesse: cosa pensa
quel ragazzo a cui voglio vendere i miei libri?
E alle ragazzine di sedici anni queste magliette
piacerebbero? I trentenni vedrebbero il mio
film? Comprerebbero questo servizio via sms?
Se uscire da questa logica di mercato è difficile,
a cambiare possono essere le risposte, e anche
la cifra dei soldi investiti.
Gli organizzatori di Guerriglia Marketing
hanno ideato un corso ad hoc partendo dal
presupposto che lavorare in ufficio, soprattutto
a ritmi elevati, crea un inevitabile scollamento
dalla realtà, relegando il manager a percezioni
e fruizioni del tutto teoriche e mediate della
stessa. “Si passano ore e ore ad analizzare un
fenomeno o un gruppo di persone senza mai
averle viste da vicino - spiega Sara, una dei
responsabili di Guerriglia Marketing- e allora,
forse è utile recuperare la relazione diretta
con le cose, partecipando personalmente agli
incontri, serate ed eventi che il potenziale target
individuato predilige”.
La parola d’ordine quindi è una “reality
full immersion”. Ma niente paura, non vi
ritroverete per la strada, con la valigia in
mano, soli e spaesati: con voi ci sarà il “reality
personal trainer”, un ragazzo o ragazza, che
vi accompagnerà e guiderà negli ambienti
da voi scelti, introducendovi in una veste
semplicemente amichevole e sciogliendo
qualsiasi barriera costituita da una divisione
di ruoli (sarebbe infatti senz’altro difficile
relazionarsi a una festa di studenti universitari
come “manager”). A seconda del target che
avete puntato, vi potete ritrovare in zone
periferiche della città, in sale prova di aspiranti
musicisti, dentro studi di giovani artisti, feste di
studenti di economia, centri sociali, pub.
L’ utile scappatella dall’ufficio di solito dura non
più di otto ore e si svolge preferibilmente in orari
serali e notturni. Per ora i trainer di Guerriglia
Marketing sono operativi nelle città di Roma,
Bologna, Milano.
Per informazioni e tariffe
www.guerrigliamarketing.it
E’ nata la prima “Università del gusto”
Slow food ha lanciato l’istituto di Scienze
Gastronomiche. I corsi iniziano ad ottobre
Studiare cibi e bevande e fare del gusto una professione oggi è possibile. Lo scorso
mese è stato inaugurato il corso di laurea in Scienze Gastronomiche, lanciato da Slow
Food, con due sedi: una in Piemonte, a Pollenzo (Cn) e l’altra in Emilia Romagna,
a Colorno (Pr). Non più solo un master o un semplice corso di sommelier, oggi la
tradizione alimentare è una scienza vera e propria. Il piano di studi unisce saperi
scientifici, quali l’agronomia e la zootecnica a saperi umanistici, come la storia e
l’antropologia. Il corso di studi è costituito da un triennio di formazione e un biennio
di specializzazione con due orientamenti: scienze della comunicazione alimentaregastronomica (giornalismo, editoria) e gestione delle imprese di produzione e
distribuzione degli alimenti (marketing
alimentare, ristorazione, turismo). Dalla
nuova università uscirà un interprete dei
sapori e delle tradizioni, in grado di guidare
la produzione e valorizzarla, di insegnare
a degustare, di orientare il mercato, di
comunicare e promuovere i cibi, le bevande
e la loro immagine. L’ateneo è a numero
chiuso e la retta annuale, almeno per il primo
anno di studi, è fissata in circa 19mila euro.
Per informazioni www.unisg.it/ita/index.htm
www.slowfood.it
56 di valeria cecilia
fenomeni bazar 06 2004
[email protected]
Fermenti culturali e artistici del
substrato metropolitano. Movimenti
liberi e percezioni di cambiamenti in
atto. Work in progress… Al Brancaleone
al Cpa di Firenze
I colori dell’Africa
dei tessuti africani adesso può imparare
Chi ama i meravigliosi colori
a tesserli e cucirli da sé, per arricchire la propria casa con pezzi unici,
prodotti con le proprie mani, introvabili nei negozi.
Il “CPAFiSud” ospita tutti i giovedì “TessereLiberi”, un laboratorio
autogestito per la tessitura a mano che utilizza telai africani Kente
Ewe. Ed ecco che teli da mare, copriletto, sciarpe, foulard e tappeti
nelle bellissime tinte etniche si possono fare da soli senza difficoltà
a costi minimi. Bastano infatti una o due serate di lavoro al telaio
per apprendere le tecniche di lavoro e poi ci si lancia nelle proprie
creazioni libere. I lavori realizzati entrano tutti a far parte del catalogo
on line di TessereLiberi. Il laboratorio e i materiali sono gratuiti.
Tutti i giovedì dalle 18,30 alle 21,30 - aula 40 della ex scuola Don
Facibeni, Centro Popolare Autogestito Fi-sud. Via villamagna 27/a
Firenze. Tel. 0556580479
www.cpafisud.org
Al Leoncavallo palato equo e critico
Contro la globalizzazione dei palati nasce al Leoncavallo “Biogus
lab”, un laboratorio di consumo equo, che si attiva per far incontratoconsumatori e produttori attenti al rispetto dell’ambiente e re
alla
qualità e tipicità dei prodotti. Ogni mese sono previsti un grande
mercato e delle mostre di prodotti tipici del nord Italia, per diffonde
la conoscenza dei prodotti locali e la loro degustazione (pane, re
olio,
vino, miele, farine, cereali, formaggi, salumi, insalate di campo
e
coltivate, uova, cosmetici e detersivi). In questo modo si invitano
anche i produttori a praticare le autocertificazioni contrassegnando
il prezzo sorgente sulle etichette delle merci. Il prossimo mercato
è
previsto per la fine di giugno.
Leoncavallo, via Watteau 7 Milano. www.leoncavallo.org
del benessere
arrivano i mercoledì
Rilassarsi o rilassare gli altri? Al Branca di Roma il mercole
dì si
possono fare entrambe le cose. Un corso di yoga e di ginnasti
dolce, per imparare tecniche di respirazione, che distendo ca
no i
muscoli con benefici per tutto il sistema nervoso e degli esercizi
di ginnastica orientale, con posizioni e sequenze di rilassam
Si impara anche l’automassaggio. Invece per fare massaggi siento.
seguire il corso di Rosanna Tocci, che insegna il massaggio può
Zen
Shatsu, la tecnica di base dello shatzu diffusasi negli anni settanta
I partecipanti, alla fine del corso potranno utilizzare le pratiche.
acquisite per guarire familiari e amici da stress, insonnia, ansia,
depressione, tensione nervosa, mal di testa, disturbi digestivi
,
disfunzioni mestruali, bassa resistenza alle infezioni.
Tutti i mercoledì dalle 18.00 - C.s. Brancaleone, via Levanna
,
11
Roma. Tel. 0682000959
bit alternativi
Officina 99 a Napoli,
informatica, al Neapolis HackLAb, il
In tempi di precaria sicurezza
laboratorio di informatica libera dell’officina 99, si intensificano gli
appuntamenti con i “bit alternativi”: tutti i mercoledì sera alle 21.00 ci
sono incontri per installare il sistema operativo linux e seminari sulla
sicurezza in rete. Lo scopo è diffondere la conoscenza del sistema
linux, che ormai sta prendendo piede in sostituzione del tradizionale
Windows, che è più costoso e ha raggiunto una situazione di
monopolio sul mercato. Linux infatti è un sistema operativo
sviluppato nello spirito della condivisione delle risorse (open source)
e distribuito con licenza gpl (possibilità di diffondere liberamente il
software alle stesse condizioni in cui lo si è ricevuto).
NEAPOLIS
HACKLAB(metroGianturco).
zona orientale
Officina 99, via Gianturco 101 Napoli
www.officina99.org/hacklab.html
www.officina99.org
CORSO
BASE di
LINUX
mercoledì 14
maggio 2003
ore 20:30
PROGRAMMA
Al Torchiera festival di
musica e teatro
21 - 27: Festival di Teatro
10 - 14: rassegna dei saltimbanchi:
19 - 20: mini rassegna di jazz
Cascina Torchiera Senz’acqua, piazzale Cimitero
Maggiore 18, Milano
tram 14 bus 40
www.ecn.org/torchiera/torchiera_files/torchiera.htm
Brescia magazzino 47:
Festa internazionalista
dal 17 al 27 giugno
giovedì 17 : mini critical wine
venerdì 18: concerto con assalti frontali
sabato 19: concerto con narad
giovedì 24: mercato 47 e spettacolo teatrale sul g8
venerdì 25: concerto con matrioska e nunc bibendum est
sabato 25: festival punk
Magazzino 47, via industriale 10 Brescia. Tel 0303731188
www.ecn.org/brescia/magazzino47
A Milano sud: il 14/5
21/5
nuovo
numero 28/5
della rivista di 04/6
11/6
18/6
Eterotopia
Etica hacker, storia di Unix e filosofia GNU
Installazione di Mandrake Linux 9.1
Familiarizziamo con il KDE
Il filesystem di Linux + la linea di comando
Colleghiamoci ad Intenet
Aggiornamento e manutenzione
The GIMP
OpenOffice
Lezioni di SaMBa
Multimedia e masterizzazione
E’ uscito il nuovo numero di Zone, 25/6
la rivista periodica autoprodotta 02/7
dal centro sociale Eterotopia con 09/7
il contributo libero degli abitanti 16/7
del quartiere. Tra gli argomenti
del nuovo numero c’è il controllo, I corsi si effettueranno presso il c.s.o.a. Officina 99, via Gianturco 101 (metro Gianturco),
orientale - napoli.
inteso come controllo fisico, zona
Partecipazione libera e gratuita.
come quello delle telecamere e Info: [email protected] - tel: 0817349091 (il mercoledì sera)
quello mentale, in cui ci si può
trovare nei posti di lavoro. Tra gli
altri argomenti trattati nel nuovo
numero, il consumo critico.
La rivista si può trovare presso
Eterotopia o nelle edicole della
zona di S. Giovanni milanese.
Eterotopia,
via
Risorgimento
21 San Giuliano Milanese.
www.eterotopia.org
[email protected]
bazar 06 2004
net di valeria cecilia 57
La mano invisibile di Internet?
Non credeteci...
Secondo Paolo Zocchi, presidente di “Una Rete”,
il digital
divide non si supera regalando ai ragazzi
un
com
pute
r.
Ma scatenando in loro fame di informazione.
Internet è un fenomeno rivoluzionario si, ma d’èlite
della libera espressione, ma è riservato a pochi . E’ il mezzo
questione del “digital divide”, ovvero la frattura privilegiati. La
ha accesso a Internet e chi no, è oggi molto esistente tra chi
il mezzo di comunicazione che poteva essere discussa perché
il più democratico
del mondo, rischia di rafforzare la radicata divisio
ne tra ricchi e
poveri.
Nel mondo sono 600 milioni le
persone che navigano la rete web,
esattamente lo stesso numero
di
persone
che
compongono
“l’elite degli agiati” nel globo. C’è
innanzitutto la distanza tra nord
e sud del mondo, e in questo
periodo se ne sta discutendo al
Cairo, al summit dell’agenzia delle
telecomunicazioni delle Nazioni
Unite, la Itu (www.itu.in). Ma il
digital divide è un’emergenza anche
squisitamente italiana: il Cnel
(www.cnel.it) lo scorso maggio ha
rilevato che a fine 2003 il numero
di italiani che navigano su internet
è salito a quota 13,7 milioni, il
10 per cento in più rispetto allo
scorso anno. Ma il dato è ancora
lontano dalle medie europee: la
diffusione dell’accesso, in Italia è
relegata al 28,5 per cento della
popolazione, mentre si registra il
60 per cento in Germania, il 54
per cento nella Gran Bretagna
o anche il
43 per cento in
Francia. Ancora più insostenibile
il confronto con gli Stati Uniti,
dove la penetrazione è al 68 per
cento. In più, il digital divide di
casa nostra assume i caratteri
della divisione regionale: la
penetrazione più elevata della
rete si rileva in Liguria (36,7 per
cento), seguita da Lombardia
(36,4), mentre il sud è in fondo
alla classifica con Puglia (25,2),
Sicilia (18,7) e BasilicataCalabria (17,8).
Insomma la rivoluzione del nuovo
media, piombato nelle nostre vite
promettendo accesso e libera
espressione per tutti, ha ancora
molta strada da fare. A differenza
delle precedenti rivoluzioni industriali, quella di Internet infatti
non si basa solo sulle ingegnose trasformazioni strutturali, ma
necessita di un passaggio culturale ampio, fondato su un nuovo
modo di agire e usare la tecnologia:
“quando sarà la maggior parte delle persone, e non una
ristretta cerchia, a cercare e sfruttare le informazioni messe in
rete, allora potremo dire che il cervello di Internet avrà iniziato
davvero a funzionare”.
A dirlo è Paolo Zocchi, presidente
dell’associazione
“Una
Rete”
(www.unarete.org)
e
autore del libro “Internet, una
democrazia
possibile”edito
da Guerini e Associati, in cui
spiega come l’ostacolo principale
alla diffusione di Internet per
l’Africa o per il sud Italia, non
è l’estensione della cablatura,
o delle altre infrastrutture di
connessione (quali il sistema
senza fili o il wap) e neanche il gap
dell’alfabetizzazione informatica
(facilmente
superabile):
lo
scoglio vero è l’ “alfabetizzazione
sociale”, ovvero la propensione
delle persone alla ricerca di
conoscenza. E’ questa che va
seminata nel mondo.
Infatti non tutti coloro che
hanno la connessione Internet la
usano poi per scopi conoscitivi. Il
rapporto del Cnel lo conferma:
l’uso di internet per il 73 per
cento di coloro che si connette
in Italia è legato soprattutto alla
ricezione e all’invio della posta
elettronica. C’è tutta una massa
di ragazzini tecnologicamente
avanzati che usano internet per
scopi solo comunicativi, quali
mail, sms, scaricare servizi di
intrattenimento per il cellulare.
Il secondo grande ostacolo
alla diffusione della rete lo
sta erigendo invece l’attuale
linea politica, assolutamente
restrittiva e conservatrice verso
nuove forme di diffusione dell’
informazione create dalla rete,
come nel caso del file sharing, e
quindi le politiche sulla proprietà
intellettuale.
Come far cambiare la rotta?
Con una politica “glocale”. I
grandi summit per Zocchi hanno
fallito, la relazione tra Internet
e la politica è davvero troppo
complessa e molto poco operativa
se presa solo a livello mondiale.
Le enunciazioni di principio non
bastano più, hanno creato uno
stallo. L’efficienza può esser
recuperata a livello locale. Se
dovessi scegliere tra il summit
mondiale e una conferenza in
provincia, conclude Paolo Zocchi,
io andrei sicuramente alla
seconda.
58 di guido dolara
noi bazar 06 2004
[email protected]
L’imperialismo degli Stati Uniti d’Europa
Secoli di colonizzazione
europea hanno lasciato segni delle nostre
culture. Delle nostre violenze e dei nostri
eserciti ma anche dei nostri gusti, usi e
passioni. Anche l’ Italia ha lasciato le sue
tracce, in Libia, Eritrea e Somalia.
Oggi nel mondo post-coloniale queste memorie si mescolano con
usi locali trasformandosi e arricchendosi. Contribuiscono alla nostra
identità di Europei. Non è un caso che il gioco del cricket, compless
o
rituale tipico delle classi alte inglesi, è anche popolare nelle ex-colonie
di India, Pakistan, e nelle isole caraibiche che sono state
sotto la
dominazione britannica. O che la pasta di lievito Marmite, un amarissim
o
condimento popolare tra gli studenti inglesi, si usi anche in Sud
Africa,
Australia e Nigeria.
Il passato coloniale dell’Italia è spesso dimenticato, la psiche collettiva
si identifica più con gli invasi che con gli invasori, con le vittime che
con gli aggressori. Ma
anche l’ Italia ha avuto le sue colonie durante la prima metà del ‘900,
in nord-Africa e nell’ Africa orientale, paesi come la Somalia e l’ Eritrea,
con cui oggi i rapporti
sono spesso limitati. Eppure, tracce della presenza italiana si vedono.
Si dice per esempio che il cappuccino migliore d’ Africa si trovi ad
Asmara, in Eritrea, excolonia italiana, una città che architettonicamente ricorda Viareggio
più che Nairobi o Johannesburg.
Tracce di Italia si trovano anche a Mogadiscio, capitale della
Somalia, della Somalia italiana. La giornalista Meera Selva risiede
a Nairobi ed è una dei
pochi corrispondenti internazionali che si è recentemente avventura
ta a Mogadiscio, città quasi dimenticata dalla comunità internazio
nale, dove, dopo l’ uscita
delle Nazioni Unite e delle truppe americane nel 1995-1996, persino
le agenzie umanitarie sono restie ad arrivare. Racconta a Bazar:
“La città di Mogadiscio
è in rovina, dopo anni di guerra civile i muri protettivi delle vecchie
ambasciate fanno la guardia solo a pecore e capre e il paesaggio
è cosparso di sacchetti di
plastica dilaniati esposti al vento sugli alberi di acacia. Ma tra le
rovine si riconosce architettura di stile italiano, vecchi edifici costruiti
in epoca coloniale, che
ricordano le città costiere della penisola. L’ influenza italiana si sente
ovunque, e prima di tutto nei pasti: a pranzo si mangiano quattro
portate, una zuppa, un
piatto di pasta, carne o pesce, poi frutta come dessert, e sempre
un caffè espresso per terminare. Persino le banane, onnipresenti
nella dieta locale e mangiate
a colazione pranzo e cena, sono state piantate per primi dagli italiani,
che crearono un sistema agricolo mirato all’ esportazione piuttosto
che al consumo locale.
A volte le portate vengono intervallate con frutta tropicale, papaya
o banane, per ripulire la bocca. Solo il vino è assente, proibito
dalla tradizione islamica. I
somali, come gli italiani, hanno mantenuto una reputazione di
eleganza e decoro nonostante i conflitti e la difficile storia degli ultimi
anni. Le donne somale
si coprono la testa secondo l’uso islamico, ma spesso il velo è imitazione
delle grandi case di moda italiane, Armani, Prada o Gucci”.
Un altro tratto di somiglianza tra Somalia e Italia sembra essere
l’ energia imprenditoriale. Racconta Meera Selva:
“Nonostante la Somalia non abbia un governo da tredici anni e sia
in continua guerra civile, si è creata una sorprendente economia
di mercato. Mogadiscio ha
quattro fabbriche di sacchetti (e una quinta è in via di apertura), quattro
fabbriche di pasta, quattro piste di atterraggio, tre reti di telefonia
cellulare (che offrono le
chiamate internazionali più a buon mercato di tutta l’Africa) e Internet
café con connessioni satellitari”.
Ibrahim Rashid per esempio è un imprenditore che sta preparan
do l’apertura di un Internet café. Ha investito 15,000 dollari per
comprare 20 computer
e una connessione satellitare. Prenderà 60 centesimi all’ora per
usare ciascun computer e terrà aperto 16 ore al giorno. L’ Internet
è una risorsa importantissima
a Mogadiscio, che altrimenti sarebbe tagliata fuori dal mondo, senza
turismo o giornali che pubblichino notizie affidabili. I punti Internet
hanno una atmosfera quasi
sacralizzata, bisogna togliersi le scarpe per entrare e l’ambiente
è di concentrazione intensa. Gli schermi dei computer sono racchiusi
da teche sicure in vetro.
Dice Rashid “I somali sono imprenditori. Ci piace comprare e rivendere
, e possiamo trovare il modo di commerciare in qualsiasi situazione
”.
In un paese senza governo, non ci sono tasse. Però gli imprendit
ori devono pagare per procurarsi la protezione personale, per non
essere rapiti o rapinati.
Giovani guardie del corpo costano due dollari al giorno e sono armati
di razzi e bombe a mano. Per atterrare, bisogna pagare una ‘tassa’
aeroportuale a uno dei
signori della guerra in una delle piste di atterraggio, 25 dollari a passegge
ro. La torre di controllo: una piccola radio portatile.
La Libia, diversamente dalla Somalia, è una ex-colonia italiana
che sta diventando meta turistica alternativa interessante e, a detta
di tutti i turisti, un paese
bellissimo e inesplorato. Le relazioni internazionali del paese con
l’occidente stanno migliorando e sta crescendo l’interesse per
il paese da
parte degli investitori internazionali. Le tracce visibili della presenza
italiana, a parte gli interessi commerciali
considerevoli, sono soprattutto architettoniche. Per il resto, l’italiano
si parla poco e il paese
presenta tutte le caratteristiche di un paese arabo nord-Africano.
Viaggiare in Libia rimane problematico dal punto di vista organizza
tivo a causa della
burocrazia: occorre il visto, la traduzione dei dati personali in arabo,
un minimo di valuta
per entrare nel paese. Bisogna anche che il passaporto non abbia
timbri di frontiera
israeliani. Si consiglia di rivolgersi a operatori turistici italiani per organizza
re una visita,
anche se questo di solito alza i prezzi, perchè le procedure sono
a volte imprevedibili.
In aereo si raggiunge
Tripoli da Roma con
l’Alitalia. Non ci sono
collegamenti
marittimi
diretti, ma è possibile
fare scalo a Malta (nuovo
membro Ue che comunque
vale una visita). Una volta
arrivati, il paese però è
sicuro anche grazie a una
forte presenza di polizia. Si
consiglia di fare attenzione
a usare la macchina
fotografica, alcuni turisti
hanno avuto problemi dopo
aver scattato foto a edifici
di “interesse nazionale”.
Fotografie di Ulrike Kaltermann
[email protected]
Diversa, soprattutto da New York o San Francisco, che sono
metropoli di un’America cosmopolita e conosciuta da molti, Chicag
è più America profonda: è una città provinciale, caratterizzata da o
grande voglia di affermarsi. E lo fa col danaro, col lavoro duro,una
con
la testa bassa e con un po’ di provincialismo. È chiamata the second
city (la seconda città), e per il fatto di covare il sogno impossibile
di
poter essere un giorno la prima (la prima è e sarà sempre New
è una città che corre, una city on the make, secondo l’espressioneYork)
scrittore Nelson Algren. Ha numerosi nomignoli, il più famosodello
quali è the windy city (la città ventosa). Di vento ce n’è, ma non è dei
detto
che ce ne sia di meno a Minneapolis o a Detroit.
3 milioni di abitanti (9 nell’area metropolitana), 25 chilome
tri di
parco che separano la città dal lago Michigan, la città ha un profilo
straordinario, con i bellissimi grattacieli di Mies Van Der Rohe,
Helmut Jahn e Philip Johnson, con luminose isole di verde e con
la
metropolitana sopraelevata su vecchie strutture di ferro. La grande
architettura americana ne ha fatto il suo terreno sperimentale,
sia
dal punto di vista costruttivo che urbanistico. La tradizione di Louis
Sullivan e gli edifici di Frank Lloyd Wright sono fra le meraviglie
XX secolo mentre la progettazione del lungolago e il piano urbanis del
di Daniel Burnham continuano a dare alla città uno straordinario tico
senso
di serenità. I problemi legati alla zonizzazione e alle divisioni etniche
sono tuttavia rimasti come una piaga del panorama metropolitano.
Larghe aree degradate ospitano cittadini di seconda classe: neri, latinoamericani, bianchi di recente immigrazione, mentre i suburbi opulent
sono abitati da famiglie ad alto reddito. La violenza urbana è uno i
dei
connotati di Chicago.
La città ha una storia straordinaria. Avamposto francese in territori
indiano fino alla metà del Settecento (il nome, Chicago, derivere o
bbe
dall’espressione chi-ca-gou, campo di cipolle nella lingua degli indiani
Illinois), divenne poi un forte inglese e quindi americano. A metà
del
XIX secolo, grazie alla sua posizione geografica al centro delle grandi
pianure si trasformò in un importantissimo nodo ferroviario,
in un
centro industriale che produceva macchine agricole e, soprattu
nella capitale della manipolazione e della conservazione della tto,
che arrivava con le grandi mandrie dal Far West prima dell’usocarne
delle
refrigerazione. Chi ha letto il romanzo La giungla di Upton Sinclair
conosce le speranze e le tragedie dei lavoratori nei mattatoi di Chicag
ai primi del secolo XX. Importante mercato del lavoro negli anni o
grandi migrazioni, fra la fine del XIX e i primi vent’anni del delle
XX
secolo, Chicago fu poi anche teatro di una impressionante stagione
della malavita organizzata, simbolicamente rappresentata dalla
figura
di Al Capone e dalla strage di San Valentino nel 1929. Chicag
oè
importante anche nella storia del movimento operaio e del socialism
perché dai tumulti di Haymarket e dalla ingiusta condanna a morte o
di
cinque anarchici nel 1886 deriva la scelta del 1° maggio come giornata
internazionale dei lavoratori.
La città è ben amministrata e organizzata, e il suo sindaco attuale
1989) Richard M. Daley è parte della storia urbana: la sua (dal
è una
famiglia di professionisti della politica locale che da quasi un secolo
domina la vita del Partito democratico nel Midwest. Il padre - che
studioso ha definito “un faraone americano” - era un classico boss uno
della
politica e fu sindaco della città fra il 1955 e il 1976.
Chicago continua ad attrarre grandi flussi di migrazioni interne
e internazionali: ci vive la più grande comunità di polacchi
dopo
Varsavia, quasi un terzo dei suoi abitanti sono neri e ora la variopin
ta
popolazione latinoamericana ha superato il 25 per cento. Il suo fascino
è dato dall’impressionante miscuglio di razze, violenza, democrazia
ordine urbano. Deve all’Europa e al resto del mondo le origini dei e
suoi
cittadini, ma non gli deve altro. Per questo, assai più di New York,
è
America profonda.
Un bel libro su Chicago è Marco d’Eramo, Il maiale e il grattacie
lo.
Chicago: una storia del nostro futuro, Milano, Feltrinelli, 1995, pp.408
,
€ 18,08 (in edizione economica € 8,26)
bazar 06 2004
loro di franco andreucci 59
E’ l’America profonda, quella provinciale
che corre. La chiamano the second city,
si può immaginare quale sia la prima…
Chicago, miscuglio di razze, violenza e
ordine urbano.
Fotografia di Karen Summer
Chi-ca-gou, campo di cipolle
60 di cristiana scoppa
migrazioni bazar 06 2004
[email protected]
Raccontare mondi lontanissimi
È nato online il 24 maggio. Ha avuto una gestazione di
poco più di un mese. Per ora, come spiega il suo ideatore,
Antonello Sacchetti, “è poco più di un gioco. Agli altri impegnati
con me in questa avventura ho detto: pensate che abbiamo prenotato il
campo da calcetto, se qualcuno manca non si può giocare”.
Il “campo da calcetto” in questione è un giornale online,
www.ilcassetto.it. Il cassetto, cioè, come recita la homepage,
“l’informazione che rimane”. Ma anche “un sogno nel
cassetto”, che adesso sta diventando realtà.
Per oltre un anno Antonello Sacchetti, giornalista già ufficio
stampa di Amnesty International e Save the Children
(organizzazione inglese con una rappresentanza in Italia per la
raccolta di fondi), ha tenuto un blog, un diario in rete, pubblico.
Prima ancora c’era stata l’esperienza di Grandi Notizie, giornale
online che gli aveva offerto l’opportunità di lavorare a dossier
internazionali. “Quell’esperienza si era conclusa brutalmente dopo
l’11 settembre 2001, quando era diventato chiaro che nessuno voleva
più investire sul web, che la pubblicità online non era affatto quella
gallina dalle uova d’oro di cui si favoleggiava”. C’erano poi anche
le difficoltà tecniche, “la comunicazione era lenta, per caricare siti
complessi ci voleva tempo e per l’utente finale l’informazione online non
era sempre facile da conquistare”.
“Oggi la diffusione dell’Adsl ha modificato molto questo scenario.
E Internet mi sembra il luogo ideale per l’approfondimento. Ormai
l’accesso è facile e le ricerche veloci. Certo, non tutti sono interessati alle
stesse cose, ma è proprio qui il bello: se l’informazione c’è, senz’altro chi
è interessato può recuperarla rapidamente”.
L’informazione de il Cassetto riguarda essenzialmente Mondi
Lontanissimi, che oltre a essere il titolo di una delle rubriche,
sintetizza un po’ lo stile del giornale: “Si tratta di mondi
lontanissimi, non perché lo sono geograficamente – anche se spesso è
così – ma perché sono luoghi di cui si parla poco, che poco si conoscono.
Oggi si mangia sushi e si dorme sui futon, ma poco si sa della Bulgaria,
nostra vicina di casa, per esempio”, spiega Sacchetti.
Oppure sono argomenti scomodi, che si tengono a distanza
perché alle volte bisogna ammettere errori, scelte politiche
sbagliate o almeno controverse, “per esempio nel prossimo numero
parleremo di Algeria, del ‘golpe bianco’ che ha sottratto la vittoria
elettorale al Fis, il Fronte islamico per la salvezza, partito di matrice
Informazione e approfondimento online
www.lettera22.it
L’associazione Lettera 22 riunisce giornalisti professionisti, specializzati
in temi di politica estera e cultura, e fornisce servizi giornalistici firmati,
reportage, format radiofonici, contenuti per portali Internet. Sul proprio sito
mette a disposizione, oltre a notizie aggiornate quotidianamente, articoli di
approfondimento e servizi radiofonici. Molte schede, molte informazioni che
altrimenti non si leggono da nessuna parte.
www.donnealtri.it
Un luogo online nato per discutere di temi che interrogano in modi diversi
gli uomini e le donne, dove gli articoli si organizzano intorno a dicotomie
intriganti: locale/globale, rosa/nero, merci/desideri, reale/virtuale, anima/corpo,
storie/corsivi. Creato da quattro giornalisti, tre donne – Monica Luongo, Letizia
Paolozzi, Bia Sarasini – e un uomo, Alberto Leiss. Aperto ai contributi di chi
vuole discutere.
www.rekombinant.org
Sottotitolo “linee di fuga dal pensiero binario”. Fughe e proposte intorno a
temi quali Internet e i new media, la Psicochimica, Oggi come mi pongo,
Città, Immaginario, Economia, Geopolitica. Autori dietro nickname fantasiosi.
Informazione della rete e sulla rete.
Nasce un nuovo periodico online.
Grafica scarna, poche immagini,
desiderio di raccontare luoghi e
persone trascurati dalla grande
informazione. Uno spazio per gli
approfondimenti. Intervista con il
suo ideatore, Antonello Sacchetti
fondamentalista islamica, consegnando poi il paese a una
guerra civile che ha fatto oltre 200 mila morti”.
“E racconteremo il Turkmenistan”, anticipa ancora
Sacchetti, “dove il nostro collega e amico Sergio Cecchini ha
avuto la fortuna di andare, toccando con mano gli effetti del
governo del presidente Niyazow, un uomo che ha addirittura
sostituito i mesi sul calendario con i nomi della madre e delle
sorelle, e che si trova oggi al centro di un’area di massimo
interesse geopolitico per il transito dell’oleodotto verso la
Turchia, basta guardare i recenti movimenti di capitali verso
quell’area per avere un’indicazione inequivocabile del futuro
che verrà”.
Le altre rubriche la dicono lunga sul taglio scelto. C’è
quella dedicata ai fatti di casa nostra, intitolata Serva
Italia. L’articolo del primo numero – un viaggio, molto
istruttivo, nelle pieghe del nuovo sistema sanitario
nazionale - ha questo incipit: “Se in un ristorante ci
imbattessimo in locali sporchi e scomodi, in camerieri
e ristoratori maleducati, in cibo di scadente qualità,
torneremmo in quel ristorante? Lo consiglieremmo agli
amici? Allora perché, mutatis mutandis, continuiamo a
sopportare tali situazioni negli ospedali?”.
Ci sono le Cartoline da…, che ci rinfrescano la
memoria con un ritratto di Sarajevo come era 5 anni
fa, quando la guerra era non alle porte, ma dentro
l’Europa. E poi interviste (i Protagonisti), ritratti di
personaggi che furono (Sommersi e Salvati), musica
e sport. Per ora un po’ troppo maschile, una visibile
assenza delle donne che un po’ infastidisce, come se
il mondo di chi fa notizia sia ‘ovviamente’ di sesso
maschile. Certo la grafica è un po’ approssimativa,
“mi sono limitato a comprare il content management system
più semplice che ho trovato, a noi interessavano soprattutto i
contenuti – spiega Sacchetti – ma se il divertimento continua
nei prossimi mesi nulla vieta di fare un restyling e di investire
un po’ di più anche nella grafica”.
Per ora il Cassetto è destinato a rimanere un
quindicinale, anche se la sfida sarebbe arrivare a farne
un settimanale: “Il conteggio dei contatti è incoraggiante, se
si pensa che è frutto solo di una mail fatta circolare ad amici e
conoscenti”, continua Sacchetti. Nel futuro immeditato
c’è l’espansione dei collaboratori, il primo a entrare
nel gruppo scriverà da Betlemme, altra area calda del
pianeta. Poi potrebbe esserci un investimento da parte
di una università, un contatto con l’agenzia stampa dei
missionari Misna “che sono presenti un po’ ovunque nei
mondi lontanissimi cui rivolgiamo lo sguardo”, e la creazione
di una serie di strumenti interattivi.
bazar 06 2004
[email protected]
Forza Italia candida
una transessuale
Sandra Alvino
gender di giulia premilli 61
La notizia è forte: una trans tra le fila di Forza
Italia. E non è una qualunque, visto che Sandra
Alvino è anche presidente dell’AIT…
Sandra Alvino è stata nella fine degli anni
80 una dei primi uomini
bisturi (in quel di Londra) per diventare a tutti gli effetti donna. Haitaliani a ricorrere al
decennio per cambiare i documenti, altri 6 anni per vedersi recapita combattuto per un buon
passato normalmente gli esami) e qualche altro anno per riuscire re la patente (dopo aver
a
un detenuto... E’ sua l’affermazione: “Hanno fatto sposare Cutolo,sposarsi (in carcere) con
devono far sposare anche
me”.
Di politica ne ha fatta tanta soprattutto al fianco di Adelaide Aglietta
aperto da più di un anno l’associazione italiana transessuali, è stata . Oggi, dopo aver
candidata nelle lista
di Forza Italia per i consigli di quartiere del capoluogo toscano. “Sono
stata presentata da
Bianca Maria Giocoli di Forza Italia – ci spiega Sandra Alvino è stata una dei pochi
politici ad essere stata sempre oltre gli schieramenti politici, ma soprattu
tto a essermi stata
vicina a livello umano. Così ho accettato volentieri di presentarmi
sotto
gli azzurri anche
grazie all’amicizia che ci lega. Durante la presentazione delle liste
Giuliano Amato che si è rivolto a me con simpatia. Incredibile... era presente anche
ma vero”.
Vale la pena il
Toscana Pride!
In giro per la Toscana gli appuntamenti, gli spettacoli e le
performance più intriganti, colte, raffinate ed eccentriche
del mondo gay e transgender
FIRENZE
dall’4 al 6 giugno
Polispazio Queer: attività culturali, spettacoli
, mostre e dibattiti. Seminario di letteratura e cultura GLBTQ
di Stone Butch Blues con l’autore USA (include presentazione
Leslie Feinberg)
- Premio letterario GLBTQ
- Progetto “Totem”: Convocazione di artist
lesbiche per un workshop di una giornata e, poetesse, scrittrici
durante la quale lavorare
a un assemblaggio di pezzi, frasi, espression
in-progress, filmati da rimontare per uno i corporee, workscript & performance
collettiva (Gap_autistiche).
Dall’8 al 11 giugno
Gruppo Ireo e l’Amandorla
florence Queer Festival, rassegna di cinem
gay, lesbica e transgender (l’universo quee a e video a tematica
con lungometraggi o cortometraggi, solita r), fiction, documentari,
mente di produzione
indipendente.
Selezione di cortometraggi GLBTQ (ospi
GB/USA) tra cui i Video “Cera l’H” di te Del La Grace
Daniela Ravaschio; video “FtM” di Mar Paola Guazzo &
y Nicotra; video di
Marco Pustianaz.
Premiazione video
GROSSETO
Dal 14 al 18 giugno
- Spettacoli al Bastione Garibaldi. Durante
la settimana ogni sera un concerto e/o uno
spettacolo con artisti nazionali e locali quali
Alessandro Fullin, Katia Beni, I Raggi
Fotonici, i Suonatori da Taverna e Grand
Hotel, Nada e Platinette.
Dal 17 al 20
- Gay Camping
Sono stati presi accordi e stipulate
convenzioni con due campeggi sulla costa
grossetana (camping Le Marze e Camping
Vallicella) per organizzare serate di
divertimento e giornate di intrattenimento al
mare e escursioni in Maremma.
19 giugno
- Corteo
- Manifestazione con corteo per le strade
di Grosseto e chiusura con il “rainbow
party”, presso la struttura dell’ex Enaoli
di Rispescia nel bel mezzo del Parco
naturale della Maremma dove ogni
anno Legambiente organizza il Festival
Nazionale “Festambiente”.
LUCCA
Dal 10 al 13
Lucca Città aperta – Convegni, mostre, feste e
concerti
10 giugno: convegno “In fondo a destra” sul
fenomeno dei nuovi gruppi di estrema destra presenti
sul territorio toscano
11 giugno: convegno “Queer for Peace” sulla
iniziativa di pace in Palestina promossa da alcune
associazioni glbt italiane
12 giugno: convegno “Transiti” sulla identità
transessuale; presentazione del video realizzato dal
Movimento di Identità Transessuale di Viareggio
sul fenomeno dell’immigrazione da parte delle
transessuali
13 giugno: concerto di Giuni Russo
Il corto ... in genere
corso
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Pier Maria Bocchi (critico cine
Corto Imola
Franco Calandrini (direttore
Festival)
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Giacomo Manzoli (studioso ini (studioso e
cinematografico), Roy Menar gramma delle
critico cinematografico). Il pro
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62 di mario morcellini
cortei bazar 06 2004
Letture della modernità.
La comunicazione tra cibo e buon
governo
Cibo, attenzione alla qualità della vita: un nuovo modo di sentirsi
diversi entro un sistema di stimoli ed abitudini che riconsiderano il
rapporto tra il nostro corpo ed il mondo esterno.
a
Sono dimensioni che hanno costituito anche la provocazione scientific
del primo incontro dedicato dal Dipartimento di Sociologia e
à,
Comunicazione dell’Università “La Sapienza” al dialogo tra Universit
istituzioni e mondo del food and wine (“Comunicare il Gusto”, 19 aprile
2004).
A più di dieci anni dall’avvio dei Corsi in Scienze della Comunicazione,
ta
i tempi sono maturi perché si configuri una nuova geografia dell’offer
formativa, integrando anche l’attenzione a queste tematiche tra le aree
prioritarie di studio e ricerca scientifica.
La riflessione sul percorso formativo universitario diventa infatti
l’occasione per ripensare il fenomeno enogastronomia, sostenuto da
altre e più globali considerazioni relative alla sua rilevanza in termini
di formazione culturale e acquisizione di nuovi punti di vista da parte o
degli attori moderni. In questo senso, il cibo rappresenta un fenomen
culturale da riconsiderare anzitutto nella sua natura interdisciplinare,
da settori tecnici-scientifici fino a saperi umanistici e comunicazionali.
Questa riflessione diventa ancor più forte se si ragiona all’interno di
un contesto nazionale e internazionale emergente, quello tracciato dal
trainante aspetto dell’economia Made in Italy, spesso identificato con
le problematiche dell’enogastronomia. Un’occasione per riflettere sulle
varie prospettive interpretative e di pratica effettiva, in modo da poter
attivare un rapporto continuativo di valutazione delle possibili aree
di intervento formativo volto alla progettazione consapevole di profili
professionali che riescano a rispondere alle emergenze del settore.
Infatti, l’enogastronomia si propone ormai come una dimensione
della modernità molto complessa, che va ben oltre la classica
lettura esclusivamente economica e di mercato. È indubbio che gli
alimenti rappresentino una metafora decisiva di tutto ciò che noi
prendiamo e “assumiamo” dall’ambiente esterno, e più precisamente
[email protected]
dal nostro ecosistema culturale. Cibo e alimentazione
superano l’accezione tradizionale di necessità oggettiva di
sopravvivenza, sintetizzando una manifestazione fondamentale
della soggettività e del contesto socio-culturale in cui
l’individuo si inserisce.
L’alimentazione e la preparazione dei cibi, a lungo interpretate
come attività cosiddette “minori”, dedite alla materialità,
non degne di considerazione se non del tutto ignorate
e sottovalutate, conquistano oggi nuove dimensioni di
riconoscimento. Vengono identificate come territori d’incontro
tra desideri di salute, bisogno di sicurezza per ciò che si
mangia e si beve, esaltazione del gusto e della qualità dei
prodotti, ma anche aspirazione ad una sempre maggiore
efficienza fisica.
Tutte sfide assolutamente incalzanti per le politiche educative
del futuro. Mangiare, bere e produrre in maniera riflessiva,
ragionata, in simbiosi con le esigenze dell’ambiente geofisico
ed umano, ma anche informare ed educare gli attori
sociali alla verifica della qualità degli alimenti, coltivare la
necessità di concentrarsi sull’attenzione all’alimentazione
come principio etico e come emozione estetica. Fare quindi
i conti con l’estrema mobilità degli scenari di riferimento
sia nella produzione che nella comunicazione del prodotto
agroalimentare. E’ la prospettiva enogastronomica dei “tempi
moderni”.
Tutto questo induce a impostare ragionamenti sull’evoluzione
complessiva dell’enogastronomia, superando i consueti
confini di “settore” e geografici e facendo apparire quanto mai
opportuna la destinazione di risorse finanziarie, tecnologiche
e umane verso la creazione di professionisti specializzati nella
“lettura” interdisciplinare di un sistema complesso, chiamato
a mettere in rete le varie problematiche dell’agroalimentare,
favorendo il confronto tra approcci diversi e aspetti di
convergenza.
S’impone, quindi, un ripensamento anche nell’ambito dei
percorsi di formazione universitaria dei futuri operatori
in scienze e cultura enogastronomica, prevedendo esperti
del settore con un’apertura culturale a 360 gradi: dalla
conoscenza delle principali problematiche di filiera, al
recupero dell’importante tradizione storicamente radicata sul
territorio, fino alle dimensioni caratterizzanti la comunicazione
di settore. Inoltre, bisogna porre una particolare attenzione alla
comunicazione pubblica e all’informazione, nonché ai nuovi
principi del marketing territoriale e delle politiche locali. In
altre parole, alla gestione della modernità.
In questo contesto la comunicazione conquista la forza
simbolica dell’immagine del prodotto intrecciata al suo
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bazar 06 2004
gerenza 63
COLLABORATORI
BAZAR
Via Bradano 30, 00199 Roma
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DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli
VICEDIRETTORE - Vera Risi
DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli
Claudio Amendola
Marcello Amoruso
Agnese Ananasso
Franco Andreucci
Carla Romana Antolini
Luca Beatrice
Marco Begani
Alessandro Benvenuti
Ciro Bertini
Matteo Bianchini
Nancy Brilli
Eva Buiatti
Valerio Cammarano
Luca Carboni
Valeria Cecilia
Claudio Coccoluto
Pietro D’Ottavio
Marzia Di Mento
Guido Dolora
Fabrizio Gianuario
Caterina Gonnelli
Andrea Lisi
Enrico Lo Verso
Mario Morcellini
Andrea Mugnaini
Oliva Muratore
Fabio Murru
Angelita Peyretti
Chiara Pietrella
Roberto Pisoni
Giulia Premilli
Andrea Rustichelli
Lorella Scacco
Cristiana Scoppa
Chiara Spegni
Studenti La Sapienza
Chiara Tacconi
Alberto Traversi