Anteprima Estratta dall' Appunto di Storia del giornalismo Università : Università La Sapienza Facoltà : Sc.Politiche Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. 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Clicca qui per i grafici aggionati su Storia del giornalismo >> ABCtribe.com - [Pagina 2] AB Ct rib e.c om Introduzione La vicenda storica del giornalismo si accompagna all’emergere di una nuova categoria della realtà: l’opinione pubblica, intesa come l’insieme di cittadini che leggono i giornali e attraverso essi si informano degli avvenimenti capaci di condizionare le loro esistenze. Al tempo stesso la stampa rompe l’orizzonte privato della sfera familiare introducendo gli individui nella dimensione pubblica. Le rivoluzioni del XVII secolo in Gran Bretagna e quelle che, alla fine del secolo successivo, in America e in Francia mettono fine all’antico regime determinano una vera e propria esplosione del numero di giornali e giornalisti. L’opinione pubblica diventa così un soggetto attivo sulla scena della storia, in grado di esercitare un vincolo sull’azione dei governi. La stampa, che ne interpreta gli umori con uno spazio variabile di autonomia e di libertà (quindi di forzatura), si colloca accanto al parlamento, all’esecutivo e alla magistratura, come un quarto potere. In quasi tutti i paesi europei giornali e riviste hanno vissuto, prima della rivoluzione, in regime di privilegio monopolistico concesso dai monarchi a prezzo di una censura preventiva, che di fatto riduce la stampa a portavoce ufficiale delle istituzioni. Dopo la rivoluzione, invece, il tema dell’indipendenza dal potere politico contribuisce a fondare una nuova identità dal giornalista, la cui libertà di indagine e di espressione si pone a tutela del diritto all’informazione di ogni cittadino. A metà del XV secolo l’invenzione del torchio e dei caratteri mobili ha mutato radicalmente modi e tempi di trasmissione della cultura, che diventa riproducibile e trasportabile. La tecnologia di Gutemberg fornisce poi le basi per le prime riviste e gazzette, che fanno la loro comparsa a partire dal XVII secolo, aggiungendo un’altra caratteristica discriminante della stampa moderna: la periodicità. Nei primi decenni dell’800 fanno la loro comparsa il torchio a vapore, il telegrafo, la rotativa; alla fine del secolo la linotype. Ognuno di questi avanzamenti tecnici corrisponde ad un salto di quantità e di qualità del mestiere del giornalista, che adesso è in grado di trasmettere le notizie in un tempo sempre minore e di raggiungere un numero sempre più ampio di individui, e ad un accrescimento dell’impresa giornalistica che acquista una dimensione industriale (nascono le agenzie di stampa, aumentano i costi di produzione, la pubblicità diventa una fonte insostituibile di finanziamento). Con questi sviluppi la professione giornalistica conquista maggiore autonomia. Si fa strada una cultura della notizia che concepisce l’informazione con un valore d’uso, utile e importante di per sé: il giornale non è più soltanto un contenitore di fatti e opinioni. La professione giornalistica cresce in complessità ad articolazione interne: si moltiplicano e si separano ruoli e funzioni (accanto ai redattori compaiono cronisti, reporter, inviati speciali). La corporazione dei giornalisti acquista dignità e potere ma anche responsabilità (deve difendere la stampa dai condizionamenti di governi ed imprenditori, fissare i criteri-base di una deontologia professionale che vincoli la libertà di stampa alla ricerca della verità e al rispetto della privacy. La comunicazione è stata vista come chiave di lettura privilegiata dell’intera storia umana: l’evoluzione dei sistemi comunicativi rappresenta il vero motore della storia umana. ABCtribe.com - [Pagina 3] AB Ct rib e.c om L’alba dell’era dell’informazione (1450 – 1650) Gutenberg nel 1456 stampa un’edizione in 2 volumi della Bibbia in latino. Fino a questo momento la tecnica di stampa è stata la xilografia: una matrice di legno in rilievo che riproduce un’intera pagina. Gutenberg ha invece ideato dei caratteri mobili: ogni singola lettera dell’alfabeto è stata incisa in rilievo e si sono così ricavate tante piccole matrici di ogni lettera, che possono essere composte insieme a formare una pagina per poi essere smontate e riutilizzate. L’innovazione di Gutenberg ha una portata epocale, sottolineata dal fatto che per più di 3 secoli la tecnologia della stampa rimarrà sostanzialmente identica. La rivoluzione della stampa rimane a lungo una rivoluzione inavvertita. L’invenzione della stampa precorre quindi i tempi dell’alfabetizzazione di massa e le ricadute sociali delle rivoluzioni del libro rimangono a lungo circoscritte alle élite colte. La stampa, insomma, è un medium prematuro: per più di 3 secoli il mancato incontro con un pubblico più largo ne congela ulteriori sviluppi tecnologici. Solo con l’800 la società civile si impadronisce del mondo delle comunicazioni ed il ritmo del progresso tecnico diventa vertiginoso. Nel 600 europeo il confronto tra persona e società viene riproposto: il Rinascimento e la Riforma hanno posto in primo piano le esigenze della libertà individuale, mentre i sovrani assoluti cercano con ogni mezzo di dare potenza di controllo allo stato centrale. Il giornalismo degli esordi si colloca in mezzo a questa contraddizione: rappresenta uno dei mezzi principali per legare gli individui fra loro, ma al tempo stesso il potere delle istituzioni ne ha intuito le potenzialità d’uso e si adopera per ricondurre la stampa sotto il proprio dominio. Grazie alla tipografia a caratteri mobili, nella seconda metà del 1600 i fogli volanti iniziarono ad assumere periodicità regolare, qualificandosi come il primo servizio permanente di notizie da cui poi nacquero veri e propri giornali. Dal punto di vista dei contenuti, i giornali secenteschi riportavano una miscellanea di informazioni dall’estero e dalle corti, notizie commerciali e fatti più o meno credibili. Si trattava di fascicoli che potevano venire ordinati e rilegati in forma di libro. Tali fogli volanti acquisirono con il passare del tempo una periodicità fissa. In Italia si chiamavano Gazzette, in Francia Avvisi, in Inghilterra News Papers. La prima Gazzetta italiana venne stampata nel 1636 a Firenze. Il pubblico di lettori dei giornali, costituito in prevalenza dalla nuova borghesia intellettuale, si allargava e imponeva alla stampa di diversificare la propria offerta: tra gli interessi dei nuovi borghesi vi erano l’economia, la politica, la musica, la letteratura, il teatro. Il giornalismo inglese (600-800) Il paese in cui in modo più rapido si svilupparono forme di giornalismo destinate a diventare un modello di riferimento per tutto l’Occidente fu la Gran Bretagna. Il Settecento vide nascere così il mito della stampa anglosassone. Tra il 600 ed il 700 il governo inglese abolisce di fatto la censura preventiva sulle pubblicazioni: il contenuto di giornali e libri è perseguibile dalla magistratura solo a posteriori in caso di violazioni della legge ordinaria. Ma di fatto periodici e riviste rimangono soggetti ad un regime di tasse speciali, ad un’attenzione particolare dell’autorità giudiziaria, a forti ostacoli nella possibilità di informare sui lavori parlamentari. Il mestiere di giornalista continua a godere di una scarsa considerazione sociale se non di una vera e propria ostilità da parte ABCtribe.com - [Pagina 4] AB Ct rib e.c om delle élite dirigenti. Nel modello autoritario di rapporto tra stampa e potere sviluppato dalle monarchie assolute, fondato sul monopolio e sul controllo preventivo esercitati dallo stato, cominciano ad aprirsi delle crepe che lasciano intravedere gli inizi di un nuovo modello liberale, entro il quale la stampa non è più soggetta a regimi speciali ed è governata nei limiti della giurisdizione ordinaria dal sistema di tasse e sussidi imposto dai governi e dalle leggi del mercato economico. Nell’Inghilterra della fine del 600 si determina una situazione di vuoto legislativo che corrisponde ad una nuova età dell’oro della stampa inglese. Negli anni a cavallo tra i 2 secoli si stampano a Londra i Big Three, i 3 grandi: il “Flying Post”, il “Post Boy” ed il “Post Man”. La rapidità e l’attualità sono sempre più concepite come requisito indispensabile del giornalismo. Il ritmo di uscita dei Big Three è trisettimanale, il Post Boy e il Post Man presentano la novità di uscire la sera. Il loro formato ricalca il modello della London Gazette: - un solo foglio stampato fronte e retro su 2 colonne, con l’ultima mezza colonna sul retro riservata ad annunci privati - la tecnica di impaginazione si standardizza secondo una formula che assegna rigidamente il primo posto alle notizie internazionali rispetto a quelle nazionale e locali Questa gerarchizzazione delle notizie risponde ad un criterio economico piuttosto che politico-culturale: le informazioni provenienti dall’estero sono quelle più difficilmente reperibili e quindi quelle maggiormente richieste e consumate. L’origine del fenomeno pubblicitario non è contrassegnata dall’intervento di grandi poteri economici: per tutta una prima fase l’ambio spazio degli annunci commerciali risponde ad una necessità su ridotta scala cittadina. Questi giornali si distinguono per un’altra novità rispetto al passato: un’esplicita e costante posizione politica. Accanto ad una cultura della notizia che ne privilegia il valore commerciale, e quindi la tempestività e la completezza delle informazioni rispetto al commento, si affaccia un’altra cultura dell’informazione che sottolinea il ruolo e la vocazione politico-educativa del giornalismo. In questo contesto, nel marzo del 1702 a Londra comparve il primo quotidiano della storia: il “Daily Courant”, pubblicato da Samuel Buckley. Questo salto di qualità decisivo è reso possibile dallo sviluppo dei sistemi postali. Il modello cui si ispira è ancora quello ufficiale e prestigioso della London Gazette, che però per effetto di questa nuova proliferazione della stampa periodica ha visto precipitare la propria tiratura. I canali informativi della Gazette sono quelli ufficiali dei circuiti diplomatici e immancabilmente si rivelano più lenti e incompleti degli agenti privati e commerciali, che invece rappresentano le fonti principali degli altri giornali. Nondimeno anche il Daily Courant è ben lontano da una tempestività informativa davvero giornaliera. Sul primo numero del Daily Courant il direttore Samuel Buckley proclama la sua ferma volontà di distinguersi dalle pubblicazione correnti. Credibilità ed imparzialità, credibility and fairness: la presentazione di Buckley corrisponde alla prima formulazione di una deontologia professionale del giornalista che nel tempo è stata poi tradotta con la formula di senso comune 'i fatti separati dalle opinioni'. Cominciano a delinearsi le fondamenta di una cultura della notizia ancorata alle cinque W. L’esempio di Buckley viene seguito dal primo quotidiano londinese della sera, il “The Evening Post”. Accanto a questa progressiva affermazione della cultura della notizia, la stampa inglese dei primi del 700 vive un secondo processo, il cosiddetto nuovo giornalismo: un ABCtribe.com - [Pagina 5] approccio più lontano dall’informazione di attualità e più ispirato al genere del saggio culturale con intenzioni moralistiche e pedagogiche. La svolta del giornalismo inglese arrivò quindi con “The Rewiew” il periodico edito e scritto quasi interamente da Daniel Defoe (l‟autore di “Robinson Crusoe”) nel 1704. Un altro famoso giornale era “The Examiner” diretto da Jonathan Swift, ma comune ad entrambi è: - l’inedito ruolo del pamphleteer, del critico di costumi che prende spunto dall’osservazione della vita quotidiana per considerazioni di carattere generale sull’ordine sociale - lo sforzo di un rinnovamento della lingua, che contamina la forma elevata della letteratura con il genere quotidiano del giornalismo AB Ct rib e.c om Ma i due periodici più importanti dell’epoca erano “The Tatler” e “The Spectator” di Richard Steele e Joseph Addison. “The Tatler” fu inizialmente pubblicato da Steele , un redattore irlandese, il quale, capendo che la classe media desiderava più intrattenimento che informazioni, nel 1709 decise di pubblicare un giornale che contenesse non solo notizie di politica, ma anche articoli di vario genere: moda, intrattenimento e pettegolezzi ( quello che ormai tutti chiamano gossip) le cui fonti erano soprattutto i clubs e le coffee- houses. “The Tatler” era pubblicato tre volte a settimana fino al 1711, quando fu sostituito dallo “Spectator”. Sebbene i due amici abbiano contribuito in egual misura al periodico , “The Spectator” è solitamente associato ad Addison più che a Steele probabilmente perché fu soprattutto Addison a trasformare il giornale in un mezzo di propaganda morale e letteraria. Egli , infatti, propose di riformare divertendo, o per usare le sue parole “to enliven morality with wit and to temper wit with morality” (“rallegrare la moralità con l‟arguzia e temperare l‟arguzia con la moralità”). “The Spectator” era neutrale dal punto di vista politico, non sosteneva né i Tories ( conservatori) né i Whigs (liberali) e ciò ne favorì la circolazione, ma c‟erano altre ragioni che spiegano il suo immediato successo. I due scrittori, infatti, inventarono un personaggio immaginario, Mr Spectator, che, come dice il suo nome, era uno spettatore, un osservatore imparziale e neutrale della società, sulla quale esprimeva commenti e opinioni in modo semplice e con uno stile colloquiale e “familiare”. Anche se in Gran Bretagna la libertà di stampa era stata ormai affermata in via di principio, la sua applicazione nel corso del Settecento fu tutt’altro che incontrastata.Nel 1714 il parlamento approvò lo Stamp Act, una legge che imponeva un’imposta da bollo su ogni foglio stampato dal regno, e che istituisce le cosiddette 'tasse sulla conoscenza' (poi abolite tra il 1853 e il 1869). Ogni foglio stampato deve essere timbrato da un bollo da pagare allo stato, mentre ogni avviso pubblicitario è gravato da un importo ancora maggiore; solo i periodici politici sono sottoposti all’obbligo di versare una cauzione. Si tratta di un regime fiscale destinato a durare molto a lungo che testimonia il tentativo di spoliticizzare la questione della stampa e di ridurla a mera questione economica. Per la prima volta lo Stamp Act afferma il principio della libertà d’impresa, rispetto al quale il potere esecutivo non può esercitare facoltà di sospensione o di censura preventiva che non rientrino nel quadro della magistratura ordinaria e cioè dell’accertamento a posteriori di un reato. Si apriva così in Inghilterra una strada che sarebbe stata seguita ABCtribe.com - [Pagina 6] e.c om anche in altri paesi: la limitazione della stampa per vie indirette. Non a caso continuò a prosperare in Inghilterra la tradizione dei fogli clandestini, che da unlicensed diventarono unstamped. Contro la concessione dei pieni poteri al re si scagliano i giornali più radicali: tra questi figura in prima linea “The North Briton”, settimanale diretto da John Wilkes. Egli riprende ed approfondisce l’ideologia giornalistica già formulata mezzo secolo prima da Buckley: rispetto a Buckley, Wilkes sottolinea il ruolo di parte e la vocazione politica del giornalista, ma paradossalmente proprio questa ammissione di parzialità (contrapposta all’imparzialità di Buckley) si sposa con il postulato di un’oggettività assoluta dei fatti che esclude la mediazione delle fonti (su cui invece richiama l’attenzione Buckley) e che costituisce le salde fondamenta del giornalismo politico. Wilkes viene accusato dal parlamento e arrestato, ma in processo vince la causa, anche se in seguito verrà costretto all’esilio in Francia. Nel panorama internazionale della storia del giornalismo il caso inglese rimane singolare per due motivi: 1. la rivoluzione antiassolutistica che ha ridimensionato i poteri del sovrano e che, quindi, ha sottoposto tutti i problemi relativi al diritto di stampa al confronto tra i poteri dello stato. 2. la forma bipartitica ormai stabilmente assunta dalla vita politica con la polarizzazione tra whigs e tories: la stampa diventa strumento di lotta politica e contribuisce alla formazione di un’opinione pubblica AB Ct rib Il primo grande secolo della stampa inglese si avviò a conclusione con la nascita di una testata che ancora oggi ne incarna il mito: il “Daily universal register”, che nel 1788 assunse il nome destinato alla celebrità “The times”. L’editore-direttore John Walter annunciò un programma non vincolato ad una determinata classe sociale, né al servizio di un singolo partito. Il giornale ben presto si distinse per qualità giornalistica. Una novità subito evidente fu l’impaginazione, articolata in colonne spezzate in paragrafi da sottili linee orizzontali. Il nuovo quotidiano giunse ad offrire un’informazione accurata, tempestiva, approfondita e, almeno in linea di principio, imparziale. Agli inizi dell’800 il parlamento approva delle leggi che aumentano sia la tassa sul bollo sia le pene previste per la stampa ritenuta colpevole di invito alla rivolta. Si rinnova quindi la battaglia tra giornalisti e istituzioni. Tornano a fiorire gli unstamped papers, i fogli illegali privi del regolare bollo fiscale e venduti a basso prezzo, che propagandano l’evasione degli obblighi di legge come forma di lotta contro le tasse sulla conoscenza e per la libertà di stampa. Il patronage (finanziamenti diretti o meno) ha un ruolo molto importante fino al 1830. Si rivolge principalmente ai “party press”, giornali di partito in cui non c’è nessuna distinzione tra fatti e opinioni, che hanno un rapporto particolare con i gruppi sociali portatori di determinati interessi, e verso cui questa stampa svolge un servizio. Nel corso degli anni 30 nascono anche nuovi periodici alla luce del sole, come The Penny Magazine, settimanale illustrato impegnato a fondo nel movimento per l’istruzione popolare e per il suffragio universale. È anche per merito della battaglia sostenuta da queste riviste che successivamente si riduce la tassa sugli annunci pubblicitari e quella sul bollo. In seguito le imposte sulla pubblicità nella carta stampata ABCtribe.com - [Pagina 7] AB Ct rib e.c om verranno abolite. Già agli inizi dell’800 è conosciuta e criticata la pratica del puff (soffietto): vale a dire la pubblicità nascosta in articoli di informazione. È vero anche che la prima agenzia di pubblicità viene aperta a Londra, in netto anticipo su quella francese, ma è anche vero che nei bilanci della stampa quotidiana inglese la pubblicità non ha ancora il ruolo decisivo che detiene in quella francese. In Gran Bretagna la stessa spesa che viene destinata alla pubblicità sui giornali viene rivolta ad altri tipi di pubblicità esterna (manifesti murali, uomini-sandwich, scritte sulle carrozze). Il punto d’arrivo della battaglia tra stampa e istituzioni è il nuovo Libel Act che libera dall’obbligo della prova il giornalista autore di articoli di denuncia contro funzionari statali nell’esercizio delle loro funzioni: è il riconoscimento più importante della funzione esercitata dal 'quarto stato' incarnato dalla stampa. La definizione di quarto stato con cui lo storico Macaulay indica i giornalisti contiene un preciso significato di classe sociale: la stampa viene vista come il rappresentante di un ceto diverso dall’aristocrazia che ha finora detenuto in modo esclusivo il controllo delle istituzioni. Questa stagione della stampa periodica inglese vede anche il fiorire della satira politica illustrata. Sull’esempio francese, esce Punch, rivista umoristica le cui vignette prendono in giro i politici e le manie e l’ipocrisia dell’aristocrazia britannica. Successivamente appaiono anche le Illustrated London News. La stampa giornaliera partecipa solo in parte a questa fase di espansione: i quotidiani inglesi sono grosso modo la metà di quelli francesi. È di John Walter II (secondo direttore del Times) la decisione di inviare all’estero corrispondenti fissi, residenti e regolarmente stipendiati: un’innovazione importante perché: - consente di tenere la redazione centrale costantemente al corrente degli avvenimenti - inserisce stabilmente l’inviato nei circuiti informativi locali delle grandi capitali europee, contribuendo alla sua efficienza giornalistica e anche al prestigio della testata La fama del Times comincia a crescere, alimentata dal mito della sua indipendenza dal potere politico e della sua scrupolosa aderenza ai fatti. A questo mito se ne aggiungono presto altri, relativi alla figura del giornalista, che ancora alla metà dell’800 continua a godere di una reputazione molto dubbia e di una considerazione bassa nell’opinione pubblica. John Delane, redattore capo del Times, incarna una diversa figura di giornalista che mette in pratica al meglio l’imperativo delle cinque W, educando i collaboratori del giornale ad una moderna cultura della notizia fatta di concisione ed accuratezza. Si viene affermando uno standard d’indipendenza ed autorevolezza che riflette il tono politico di fondo del giornale, sostanzialmente conservatore. Nella seconda parte dell’800 la stampa periodica del mondo occidentale vive la sua età dell’oro. In questa età dell’oro la stampa conquista una propria collocazione organica entro un processo più generale di modernizzazione delle società nazionali. Gran Bretagna e Francia, insieme ai 2 nuovi stati di Germania e Italia, varano una serie di riforme: - l’introduzione dell’istruzione obbligatoria - l’estensione dei diritti politici elettorali - il riconoscimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori - il varo di sistemi assicurativi e pensionistici obbligatori e centralizzati - il riordino dell’imposizione fiscale su base progressiva rispetto al reddito ABCtribe.com - [Pagina 8] la crescita degli apparati burocratici della macchina statale l’aumento di censimenti e servizi statistici l’introduzione di politiche monetarie e doganali Per il giornalismo inglese l’età dell’oro si apre con una serie di misure legislative che cancellano il regime di tasse fiscali che pesava sulla stampa periodica e liberalizzano quasi completamente la produzione e la distribuzione di giornali e riviste. Grazie a questo processo di liberalizzazione la stampa inglese mette così in mostra mutamenti paralleli a quelli statunitensi, anche se in maniera più lenta: - l’abbassamento del prezzo dei giornali - l’ingresso di nuove tecnologie che incrementano le tirature ed accelerano la trasmissione delle notizie - il dinamismo imprenditoriale che si appropria di giornali e riviste Sullo sfondo di questi mutamenti vi è un peculiare processo di modernizzazione, capace di evitare i conflitti caratteristici di altri paesi. L’espansione quantitativa del pubblico di lettori corrisponde ad una moltiplicazione dei periodici, secondo un processo di diversificazione e specializzazione delle testate. Charles Dickens fonda il “Daily News”, quotidiano che segue una linea editoriale di aperta denuncia sociale, che si configura come il primo tentativo di una stampa di massa in Gran Bretagna e che riduce il proprio prezzo ad un penny, aumentando di molto le vendite. Un successo, questo, che il giornale conferma di meritarsi attraverso un’ampia rete di corrispondenti. Cresce il pubblico reale e potenziale della stampa periodica, soprattutto nelle classi sociali più basse. Per intercettarlo più efficacemente, a partire dagli anni 80, si diffondono quotidiani al prezzo di mezzo penny. Il numero di quotidiani londinesi raddoppia, ma l’espansione coinvolge anche la stampa di provincia. Uno dei centri più attivi è Manchester, dove si afferma il quotidiano Manchester Guardian che rimarrà a lungo celebre per accuratezza e tempestività. Sempre a Manchester George Newnes sperimenta una nuova formula giornalistica: “Tit-Bits from All the Most Interesting Books, Periodicals and Newspapers of the World”, un settimanale che riporta con stile essenziale notizie tratte da altri organi di stampa. Per promuovere la nuova rivista si ricorre al gadget, cioè a servizi speciali forniti in regalo agli abbonati. La formula incontra un rapido ed esteso successo. Alfred Harmsworth fonda un nuovo settimanale, Answers to Correspondents, la cui formula editoriale non differisce molto da quella del Tit-Bits e neppure i metodi di promozione. Il successo è travolgente ed egli dà vita ad una serie di periodici paralleli, nella scia del processo più generale di diversificazione e specializzazione della stampa inglese. Si tratta di periodici che riflettono un mutamento decisivo dei criteri giornalistici. Rispetto al caso americano, il peso della pubblicità è ancora basso nei bilanci dei periodici inglesi; ma proprio il dispiegarsi dell’impresa di Harmsworth mostra la penetrazione di una logica pubblicitaria sia nella suddivisione per target specifici del pubblico di lettori, sia nella confezione di un prodotto di mero intrattenimento senza volontà di attualità informativa: senza una cultura della notizia. Insieme al fratello, compra l’Evening News, quotidiano londinese della sera che diviene presto il quotidiano serale leader nella capitale. In seguito aprono il “Daily Mail”, quotidiano in vendita a mezzo penny: ma i primi numeri sono offerti gratis. Le copie del giornale vanno a ruba e fino alla scoppio della prima guerra mondiale rimane il primo quotidiano della Gran Bretagna. Per la stampa inglese è una rivoluzione, che non può essere attribuita AB Ct rib e.c om - ABCtribe.com - [Pagina 9] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. ABCtribe.com - [Pagina 10] Preparati con le domande di ABCtribe su Storia del giornalismo. * Carica Appunti,Domande,Suggerimenti su : Storia del giornalismo e guadagna punti >> * Lezioni Private per Storia del giornalismo >> Avvertenze: La maggior parte del materiale di ABCtribe.com è offerto/prodotto direttamente dagli studenti (appunti, riassunti, dispense, esercitazioni, domande ecc.) ed è quindi da intendersi ad integrazione dei tradizionali metodi di studio e non vuole sostituire o prevaricare le indicazioni istituzionali fornite dai docenti. Il presente file può essere utilizzato in base alle tue necessità ma non deve essere modificato in alcuna sua parte, conservando in particolare tutti i riferimenti all’autore ed a ABCtribe.com; non potrà essere in alcun modo pubblicato tramite alcun mezzo, senza diverso accordo scritto con l’autore ed i responsabili del progetto ABCtribe.com. 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