Rendicontazione e controllo delle risorse immateriali Laurea Specialistica Direzione Aziendale Obiettivi del corso Acquisire competenze specifiche con riferimento alle problematiche gestionali attinenti gli “intangibles”: Identificazione delle risorse chiave per il successo imprenditoriale Successiva valutazione economica Costruzione di modelli di reporting per la valutazione ed il controllo degli investimenti immateriali Obiettivi del corso 1. Saper individuare il valore delle risorse intangibili che originano un potenziale vantaggio competitivo per un’azienda…. 2. …attraverso tecniche di analisi del valore, slegate da logiche prettamente contabili (es.: principi IAS/IFRS) 3. Valutare il loro contributo al complessivo valore di azienda (c.d. Capitale Economico) 4. Identificare misure idonee di valore da utilizzare per la comunicazione verso l’esterno e per il controllo strategico Programma 1) Le risorse immateriali nel quadro della gestione d'impresa 2) La valutazione d'azienda 2.1) Il concetto di capitale in economia aziendale 2.2) I metodi di valutazione 2.3) I metodi patrimoniali semplici 2.4) I metodi patrimoniali complessi 2.5) La valutazione delle risorse immateriali all'interno dei metodi patrimoniali 2.6) I metodi reddituali 2.7) I metodi finanziari 2.8) I metodi sintetici; 3) Valore e misurazione delle performance: l'Economic Value Added Il calendario didattico DATA GIORNO ORA LEZIONE 26-set giovedì 1110-1340 Introduzione del corso; La formula imprenditoriale 27-set venerdì 1110-1250 Formula imprenditoriale e caso Coca cola 03-ott giovedì 1110-1340 Tassonomia delle risorse immateriali e calcolo del VAIC 04-ott venerdì 1110-1250 Concetti di capitale in economia aziendale 10-ott giovedì 1110-1340 Introduzione ai metodi di valutazione del capitale economico 11-ott venerdì 1110-1250 I metodi patrimoniali 17-ott giovedì 1110-1340 I metodi patrimoniali. Casi e applicazioni 18-ott venerdì 1110-1250 I metodi reddituali 24-ott giovedì 1110-1340 I metodi reddituali. Casi e applicazioni 25-ott venerdì 1110-1250 Le operazioni preliminari e di valutazione 31-ott giovedì 1110-1340 I metodi patrimoniali. Casi e applicazioni 21-nov giovedì 1110-1340 I metodi reddituali: La pianificazione 22-nov venerdì 1110-1250 I metodi finanziari. Casi e applicazioni 28-nov giovedì 1110-1340 Il rendiconto finanziario 29-nov venerdì 1110-1250 Gli indicatori di misurazione del valore 05-dic giovedì 1110-1340 Discussione dei lavori di gruppo 06-dic venerdì 1110-1250 I metodi misti 12-dic giovedì 1110-1340 I metodi misti. Casi e applicazioni 13-dic venerdì 1110-1250 Casi particolari di valutazione 19-dic giovedì 1110-1340 La relazione di valutazione e alcune raccomandazioni UEC 20-dic venerdì 1110-1250 Esercizi di riepilogo Bibliografia di riferimento TESTO DI RIFERIMENTO: Bianchi Martini S., Cinquini L., Di Stefano G., Galeotti M., Introduzione alla valutazione del capitale economico. Criteri e logiche di stima, FrancoAngeli, Milano, 2000. DISPENSE ad uso degli studenti saranno fornite all’inizio del corso. CASI DI STUDIO ED ESERCIZI saranno forniti prima del loro svolgimento in aula. DUE PROVE DI ESAME saranno fornite all’inizio del corso e risolte entro la fine delle lezioni. Modalità di esame La valutazione delle conoscenze acquisite sarà effettuata mediante una prova scritta valutata in trentesimi e strutturata come segue: - Un esercizio sulla parte legata alla valutazione del capitale economico (12 p.ti) - Un esercizio più snello sugli indicatori di performance e valore (6 p.ti) - 6 Domande a risposta chiusa su tutto il programma (2 p.ti ciascuna). Per un efficace svolgimento della prova gli studenti devono saper padroneggiare le tecniche di predisposizione dei report economico finanziari,attualizzazione dei flussi,analisi del portafoglio di risorse aziendali. Non è prevista una prova intermedia. La prova di gruppo (soltanto per chi partecipa al I appello) Predisposizione di un lavoro di gruppo (max 3 persone), incentrato sulla valutazione di azienda Consegna di un report in word stampato di almeno 20 pagine, da consegnare 7 giorni prima del I appello di esame Colloquio di gruppo con il docente in sede di esame, dopo la prova scritta Giudizio finale N.B.: il giudizio pesa al 50% sulla prova finale: fa media aritmetica con il voto del test e abbuona il primo esercizio del compito. I progetti di tesi di laurea TESI TRADIZIONALI Applicazione dei metodi di valutazione ad un caso aziendale, con evidenza di specifiche problematiche degne di approfondimento Costruzione degli indicatori di misurazione del valore in una realtà aziendale, con successiva analisi dei riflessi da questi generati sulle strategie. TESI SPERIMENTALI Raccolta di dati empirici da siti o data base pubblici con la finalità di dimostrare la validità di una certa ipotesi di ricerca (es.: correlazione tra il valore delle risorse immateriali ed i corsi azionari) Domande? [email protected] Le risorse immateriali nel sistema d’azienda La formula imprenditoriale La ricerca del vantaggio competitivo La resourced based view Il caso Bulgari La formula imprenditoriale Consenso comm./contropartite mon. (beni/servizi venduti) “Valore economico” che si genera o si consuma nell’attività produttiva Consensi e fattori produttivi occorrenti AZIENDA come insieme di risorse organizzate per produrre CLIENTI Beni/servizi destinati ai INTERLOCUTORI che apportano Contropartite (pecuniarie e di altro tipo) destinate agli Perché il circuito competitivo possa funzionare l'impresa dovrà offrire una serie di PROPOSTE "ALLETTANTI" a tutti gli interlocutori Entrate potenziali Minaccia di nuove entrate Fornitori Potere contrattuale dei fornitori Concorrenti del settore competizione tra le imprese esistenti Prodotti sostitutivi Clienti Potere contrattuale degli acquirenti Minaccia di prodotti o servizi sostitutivi Determinanti della minaccia di sostituzione (rapporto di sostituz.) Ma cosa s’intende per prodotti sostitutivi? •Analisi dei bisogni •Analisi dell’evoluzione tecnologica •Propensione dell’acquirente alla sostituzione •Costi di passaggio •Prestazioni relativamente al prezzo •ecc. Sostituti Minaccia di nuovi entranti (barriere all’entrata) Nuovi entranti •Economie di scala e fabbisogno di capitale •Accesso agli input necessari •Accesso alla distribuzione •Fedeltà al marchio • Regolamentari •Differenze esclusive del prodotto e brevetti •Possibili rappresaglie da parte di aziende che operano sul mercato •ecc. ecc. Meditare su: 1. “Dimensione” delle barriere; 2. “Ritorsioni” attese a fronte dell’entrata. Chi sono i miei clienti? Qual’è il mio target? Meditare su: 1. Potere negoziale del clienti 2. Leve del valore Acquirenti • Concentrazione dei clienti e dimensione degli stessi • Analisi degli elementi che creano valore (Identità di marchio, servizi post vendita, performance tecnologiche) • Grado di sensibilità al prezzo • Valore della promozione • Analisi della marginalità per singolo cliente •. Determinanti del potere dei fornitori (forza contrattuale) Fornitori Considerazioni “speculari” rispetto a quelle che riguardano le relazioni per i clienti •Concentrazione dei fornitori e dimensione degli stessi •Scarsa o elevata importanza della fornitura all’azienda nell’ottica del fornitore •Minaccia di integrazione a valle •Difficile sostituibilità del fornitore (prodotti esclusivi o differenziati, legame complesso) •ecc. •ecc. Il settore dei pallet in legno Ma cosa s’intende per prodotti sostitutivi? •Pallet in plastica e materiali alternativi al legno •Scarsa propensione dell’acquirente alla sostituzione (+) •Costi di sostituzione relativamente ridotti (-) •Minore rapporto qualità prezzo (+) • Scarsa presenza di produttori di pallet in plastica (+) Sostituti Il settore dei pallet in legno Nuovi entranti •Ridotte economie di scala (-) • Ridotto fabbisogno di capitale rispetto ad altri business (-) •Accesso agli input non semplice, specialmente di fronte a grandi quantitativi acquistati (+) • Mercato maturo e domanda quasi satura (+) •Fedeltà al marchio quasi nulla (-) Potrebbero essere: 1. Aziende che lavorano nel settore del legno (produttori di pannelli ed altro) che attuano un’integrazione “diagonale” 2. Aziende operanti nel settore logistico che optano per un’integrazione verticale Il settore dei pallet in legno Elevata concentrazione dei clienti per un’unica azienda(-) Dimensioni anche grandi (+) Grado di sensibilità al prezzo molto elevato (-) Valore della promozione ridotto o nullo (-) Marginalità per singolo cliente ridotta (-) Sono rappresentati da: 1. Distretti industriali e aziende operanti nelle vicinanze dei produttori di pallet Acquirenti • • • • • Il settore dei pallet in legno Fornitori Considerazioni “speculari” rispetto a quelle che riguardano le relazioni per i clienti •Concentrazione dei fornitori e dimensione elevata (-) •Scarsa importanza della fornitura all’azienda nell’ottica del fornitore (-) •Minaccia di integrazione a valle (-) •Difficile sostituibilità del fornitore (prodotti esclusivi o differenziati, legame complesso) (-) • Esposizione a tassi di cambio e oscillazioni del prezzo del petrolio (-) • Esposizioni ad andamenti congiunturali sfavorevoli nei paesi di produzione (-) Il settore dei pallet in legno Concorrenti •Elevato numero di aziende produttrici (-) •Dimensioni ridotte e assenza di economie di scala(-) • Tutte rientranti in un medesimo raggruppamento strategico, basato sull’orientamento al costo(-) • Aziende a prevalente carattere famigliare, con competenze esclusivamente di tipo produttivo (-) La ricerca del vantaggio competitivo Come riesce un’azienda a conseguire un reddito superiore alla media dei concorrenti che operano nello stesso settore (c.d. vantaggio competitivo)? 1. Posizionamento all’interno del settore mediante una determinata offerta di prodotti/servizi (APPROCCIO ESTERNO – Analisi sistema 5 forze competitive di Porter) 2. Sfruttamento delle risorse chiave aziendali (APPROCCIO INTERNO – Resourced Based View) L’approccio esterno Strategia di cost leadeship Prodotto standard, difficilmente riconoscibile, lanciato a prezzi unici, ossia particolarmente bassi Strategia di differenziazione Prodotto unico a prezzi competitivi, ma non necessariamente bassi. L’approccio interno: Le risorse aziendali Sono i fattori produttivi a disposizione dell’impresa che sono trasformate in prodotti utilizzando un’ampia gamma di attività aziendali e meccanismi organizzativi Risorse tangibili (fisiche e finanziarie) Risorse intangibili (tecnologia, reputazione, cultura aziendale) Risorse umane (Abilità specifiche, conoscenze) Competenze aziendali – Risorse di secondo livello Capacità dell’impresa di combinare e impiegare le risorse utilizzando dei modelli operativi che consentono di raggiungere determinati obiettivi Competenze specialistiche (Saper fare operativo) Competenze generali (integrazione esterna, flessibilità, innovazione, internazionalizzazione) Competenze distintive e core competencies Le risorse aziendali (1) Conoscenze Coesione del personale Patrimonio tecnico industriale Patrimonio commerciale Credibilita’ Padronanza di Coinvolgimento Capacità di Capacità di Identificazione Fiducia della tecnologie innovative Capacità di ridurre i costi Professionalità degli addetti nei circoli di qualità cogliere i bisogni tra azienda e rete dei clienti di vendita attirare le competenze (R&S) Immagine di gamma, prodotti clientela Notorietà Fedeltà Prestigio dei marchi Le risorse aziendali (2) Conoscenze Patrimonio manageriale Patrimonio finanziario Coesione del personale Credibilità Qualità dei Coesione del Reputazione Capacità di Capacità di Solidità della sistemi di management Professionalità operare sul mercato dei capitali management su di della proprietà e un obiettivo di dedizione strategico comprendere le esigenze aziendali base azionaria Stabilità Riserve Capacità di indebitamento Le risorse aziendali (3) Conoscenze Conoscenza, Patrimonio sociale linguaggio degli interlocutori Comprensione delle logiche di funzionamento mass media Coesione del personale dedizione Convinzione del management della missione sociale d’azienda. Credibilita’ Fiducia e consensi in ambito sociale Atteggiamento sindacalisti + pubblica amministrazione. La resource based view •Paradigma di fondo della RBV “L’impresa cerca di fare ciò che è in grado di fare” •L’impresa è un portafoglio di risorse e competenze; •Il vantaggio competitivo dipende dalla dotazione di risorse e competenze e dalla capacità di svilupparle e gestirle; •Le risorse che danno il vantaggio competitivo hanno una imperfetta imitabilità e sostituibilità e solitamente corrispondono alle risorse immateriali Le quattro pietre angolari alla base del vantaggio competitivo con la RBV LIMITI EX POST ALLA COMPETIZIONE Inimitabilità, insostituibilità (Rendita da monopolio) ETEROGENEITA’ Vantaggio Competitivo IMPERFETTA TRASFERIBILITA’ Rendita ricardiana LIMITI EX ANTE ALLA COMPETIZIONE Assimetrie informative Modalità di sviluppo delle R/C (1) Prospettiva “Make” Ossia, costruzione interna delle risorse. Processo di difficile attuazione, costoso, con risultati difficili da individuare (es.: Honda si allarga dalle moto alle auto; Sony che produce macchine fotografiche digitali) Prospettiva “Buy” Acquisizione di una o più risorse all’esterno. Processo veloce, ma rischio “rigetto” (es.: Indesit sostituisce il marchio interno Ariston con Hotpoint, acquisito in UK Modalità di sviluppo delle R/C (2) Prospettiva “connect” Basata sulla creazione di network tra aziende all’interno della catena del valore. Processo relativamente veloce e poco costoso che permette di sfruttare i vantaggi di una risorsa intangibile pur non avendone la proprietà giuridica (es.: azienda risiera che produce prodotti private label per Esselunga) Considerazioni di sintesi La visione dicotomica dei due approcci rischia di essere fuorviante; La ricerca di un vantaggio competitivo attraverso l’analisi del “dove” posizionarsi, rischia di portare l’azienda su terreni sconosciuti (es.: IRI, Fiat anni ’80) La ricerca di un vantaggio competitivo attraverso l’analisi delle risorse interne rischia di rendere l’azienda troppo statica (es.: Perini Navi, piccole aziende artiginanali) Un giusto approccio è quello di combinare le due linee d’azione (es: SWOT analysis) La complementarità dell’approccio esterno e di quello interno Strategia di costo o di differenziazione Scelta del paradigma strategico Competenze aziendali Risorse Aziendali Tangibili Intangibili Finanziarie SCF del settore Resource based view il caso Bulgari Analisi esterna ed interna per la ricerca del vantaggio competitivo. Un approccio integrato Il caso Bulgari Le principali tappe storia di Bulgari Discende da un’antica famiglia di argentieri greci che eseguiva lavori in argento (cinture, fibbie, bottoni, foderi di spada) Intorno alla fine ‘800 apertura di piccoli negozi a Napoli e Roma per la vendita di oggetti di argento (Via sistina e via condotti) Anni ’30: passaggio generazionale e attenzione più forte alla lavorazione e al commercio di gioielli Anni ’60: le premesse per la differenziazione nella gioielleria con il passaggio dallo stile di lavorazione francese a quello greco e romano. Nascita dello “stile Bulgari” Anni ’70. internazionalizzazione commerciale (New York, Ginevra, Montecarlo e Parigi) e ampliamento della gamma produttiva agli orologi (Bulgari&Bulgari) Le principali tappe storia di Bulgari Anni ‘90: Bulgari non soltanto come “gioielliere di alta qualità”, ma affermazione nel business degli orologi ed ingresso nel settore dei profumi e della cosmetica. Accordo con Luxottica per la produzione di occhiali. INGRESSO NEL SEGMENTO ENTRY PRICE (es. anelli a partire da 800 €) Anni ’90: La distribuzione avviene attraverso negozi in franchising Anno 95: Quotazione alla borsa valori di Milano e le risorse ottenute sono volte a potenziare il brand nel mercato di Lusso Risultati economici-finanziari (20002004) Andamento dei ricavi netti Andamento dei risultati netti 2000 Euro 676.0 million (+39%) 2000 Euro 95.5 million (+62%) 2001 Euro 766 million (+13%) 2001 Euro 68.2 million (-29%) 2002 Euro 774 million (+1%) 2002 Euro 76 million (+12%) 2003 Euro 759.3 million (-2%) 2003 Euro 92.1 million (+21%) 2004 Euro 827.7 million (+12.1%) 2004 Euro 108.3 million (+17.5%) Risultati economici-finanziari (20002004) Product category sales: '04 '03 '02 '01 '00 Jewels 41.4% 41% 38% 38% 34% Watches 31.0% 32% 37.8% 39% 46% Perfume 18.6% 18% 17.2% 16% 14% Accessories 7.5% 7% 5.2% 5% 4% Royalties 1.5% 2% 1.8% 2% 2% Le caratteristiche del settore 1) caratteristiche della domanda Da un mercato specialistico, locale ed elitario negli anni ’70 si è passati ad un mercato generalistico, globale e democratico anni ’90; Crescita strutturale della domanda (rallentamento post crisi 2008) 2) grandi global player (Leader LVMH, Hermes, Prada, Ferragamo) che operano con lo stesso raggio d’azione 3) Forte concentrazione tra i fornitori (in particolare per i componenti di orologi) Gli indirizzi strategici di Bulgari Il rafforzamento della marca sul mercato internazionale dei beni di lusso è stata realizzata attraverso: 1) l’ampliamento della gamma produttiva; Gioielli (attraverso la creazione di linee di prodotti)Orologeria->Profumi ->Accessori (foulard, cravatte,occhiali) – c.d. BRAND STRETCHING 2) l’ingresso nel segmento ENTRY PRICE 3) Espansione della rete distributiva 4) La differenziazione nel mercato dei beni di lusso (hotel) Il sistema della produzione Design Sviluppo del prototipo Acquisto materie prime Per i gioielli le prime tre attività sono gestite internamente Realizzazione partnership con produttori svizzeri (orologi) Partner francese (profumi) poi con Ferragamo Realizzazione Controllo qualità concomitante Laboratori esterni di eccellenza per gioielli Negli altri segmenti di business attraverso partnership La strategia distributiva L’espansione della rete distributiva è avvenuta seguendo modalità differenti: 1) Negozi di proprietà (Directly Operated Stores) e franchising; 2) Per gli orologi e profumi rete di concessionari accuratamente selezionati; 3) Scelta accurata dei negozi multiprodotto La strategia di differenziazione •I mutamenti nei comportamenti d’acquisto dei consumatori (gioiello come oggetto della quotidianità, creatività, modernità, ecc.) •I cambiamenti nel valore intrinseco dei materiali impiegati •Le innovazioni del design • Il concetto di portabilità del prodotto • Le innovazione del servizio post-vendita • Aumento nella notorietà della marca attraverso la strategia di comunicazione Una esemplificazione: il VC differenziazione DETERMINANTI DELL’UNICITÀ 1. …. .. 10….. UNICITÀ Non crea valore per gli acquirenti 2 Crea valore per gli acquirenti Non è percepito dai clienti È percepito dai clienti Controllo dei costi •Extra-cost di differenziazione non superiori a premium price od all’incremento dei ricavi •Contenimento costi che non incidono sulla differenziazione •Premium Price •Maggiori volumi Performanc e superiori. Vantaggio competitivo conseguito Le competenze di Bulgari come fondamento della strategia di successo La gestione della marca (notorietà) Ricerca e selezione dei fornitori delle materie prime strategiche Le competenze nel design e nella progettazione dei gioielli Le capacità nella gestione della rete di vendita Riferimenti e letture per l’esame http://it.bulgari.com/ Bilancio bulgari Letture: Coda V., L’orientamento strategico d’impresa, pag. 5 e seguenti; Invernizzi G., Strategia e politica aziendale: testi, McGraw Hill, Milano, capp. 6 e 10 AA. VV., Strategia, il Sole24Ore, Milano, cap. 3, parte IV.