Orazio Astorino: In fisioterapia, il soggetto che ha bisogno di cure non è un ginocchio o una spalla, ma un individuo complesso diverso dagli altri 22/06/2014 Oggi Unfolding Roma incontra Orazio Astorino, fisioterapista presso l'Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata e docente in "metodica generale della riabilitazione" al corso di Fisioterapia dell'Università La Sapienza di Roma. <o:p /> Ciao Orazio, siamo felici di ospitarti. Di certo sei docente di una delle dottrine maggiormente interessanti, parlaci del tuo percorso. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?<o:p /> Sono quindici anni che lavoro in qualità di fisioterapista nell'Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma, appartengo al reparto di Fisiatra occupandomi pressoché della riabilitazione in campo ortopedico. Negli anni ho svolto anche l'attività di tutor e affiancamento agli studenti e dopo aver conseguito la laurea specialistica in Scienze della Riabilitazione ho voluto concretamente dedicarmi anche all'insegnamento. Mi ha sempre affascinato l'idea di poter trasmettere agli allievi il sapere riabilitativo e far capire loro, da fisioterapista, cosa é più importante conoscere per svolgere al meglio questa professione, infondere passione, dedizione e mettere a disposizione la mia esperienza guadagnata quotidianamente sul campo.<o:p /> La fisioterapia è una dottrina tanto indispensabile quanto vasta. C'è un ramo su cui sei specializzato?<o:p /> I fisioterapisti durante il corso di laurea imparano a conoscere e lavorare nei diversi campi della medicina come l'ortopedia, medicina dello sport, neurologia, neurochirurgia, terapia intensiva, pneumologia, pediatria, cardiologia, medicina internistica, ecc... Terminato il corso universitario bisogna tenersi costantemente aggiornati, seguendo corsi, convegni, avvicinarsi alle diverse metodiche riabilitative (che durante il corso triennale non vengono sviscerate adeguatamente) e magari orientarsi su ciò che piace maggiormente (anche se in questo periodo storico non é facile trovare lavoro e potersi occupare di ciò che realmente appassiona). Personalmente ho prediletto sempre convegni di ortopedia, sono specializzato nel metodo Kabat, Mulligan, bendaggio funzionale e ginnastica posturale Mezieres. In ospedale ho la possibilità di lavorare in più reparti e quindi di iniziare un percorso riabilitativo per diverse patologie. Come già detto, però, mi occupo principalmente di patologie ortopediche, quindi lavoro con pazienti operati di protesi all'anca, protesi di ginocchio, ricostruzione di legamenti crociati e interventi per lesioni dei menischi, chirurgia alle spalle, fratture e altri tipi di traumatologia.<o:p /> Durante il tuo lungo percorso qual è stato il caso più grave che hai affrontato?<o:p /> Non c'è un paziente in particolare che posso definire più grave o che mi é rimasto più impresso. In tutti questi anni ho avuto la possibilità di seguire pazienti in coma, pazienti politraumatizzati. Il mio é un lavoro che dà notevoli soddisfazioni, riempie di gioia vedere i miglioramenti delle persone che stai trattando. Riuscire a far camminare un paziente dopo averci lavorato insieme per tanto tempo, apprezzare i piccoli miglioramenti che grazie al tuo lavoro mettono in condizione di stare meglio, essere ringraziato per ciò che hai fatto anche dai parenti così come essere stimato anche dalle altre figure sanitarie che ti hanno accompagnato durante il percorso terapeutico, tutto ciò dà delle emozioni impagabili.<o:p /> In questi giorni la nostra Nazionale è in Brasile, i Mondiali di Calcio capitalizzano l'attenzione fino a metà luglio (si spera!). Ti sei mai occupato della riabilitazione di un calciatore?<o:p /> Quando lavoravo anche privatamente ho seguito molti calciatori di serie minori e giocatori di calcio a 5. Ciò che mi ha sempre colpito è che non importa per loro in quale categoria giocano perché a qualsiasi livello c'è un gran voglia e pressione per poter rientrare in campo il più presto possibile. Le società e i calciatori cercano sempre di accelerare i tempi di recupero mentre da quest'altra parte noi e i medici cerchiamo di ricreare al massimo le condizioni di benessere per evitare ricadute che inevitabilmente prolungherebbero le terapie e il riposo forzato. Ho comunque avuto la possibilità di riabilitare e conoscere Franco Califano, che é stato un grande autore, cantante e poeta, ma anche un grande appassionato di calcio (io sono romanista e lui era interista e ci "scontravamo" spesso).<o:p /> La fisioterapia come recupero conseguente ad un determinato trauma o come occasione per conoscere bene il proprio corpo?<o:p /> Secondo la mia visione di fisioterapia, il soggetto che ha bisogno di cure non é "un ginocchio", "una spalla" ma un individuo complesso diverso dagli altri che deve essere considerato nel suo insieme. Non si può prescindere dalle emozioni, dalle aspettative. Il lavoro che si pratica, anche attraverso i movimenti, deve insegnare a capire e conoscere il proprio corpo. Diventa di fondamentale importanza parlare con il paziente e la sua famiglia, ma soprattutto saper ascoltare, considerare insieme quali sono i suoi bisogni. Questo lavoro comporta un notevole impegno emotivo ma ciò é ripagato dalla possibilità di sentirsi utile prendendosi cura dell'altro. Volendo dare una definizione migliore, volevo ricordare il profilo professionale del fisioterapista (Decreto Ministero Sanità 741/94) perché, ancora oggi, se non vi é stata necessità diretta, non é ben chiaro di cosa si occupa tale figura professionale sanitaria, molto spesso, erroneamente confusa col massaggiatore.<o:p /> "Il fisioterapista é l'operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita.<o:p /> In riferimento alla diagnosi e alle prescrizioni del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il fisioterapista: elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione e al superamento del bisogno di salute del disabile; pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali; propone l'adozione di protesi e ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia; verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. <o:p /> Svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari e in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali.<o:p /> Il fisioterapista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale”. Carmine Della Pia Unfolding Roma