FISICA Introduzione alla fisica Autore: prof. Pappalardo Vincenzo docente di Matematica e Fisica FISICA& (Physis = natura) E = mc2 Unità didattica 1: IL METODO SPERIMENTALE BREVE STORIA DELLA FISICA 1. Le prime origini della fisica come scienza, risalgono alla Grecia del VI secolo avanti Cristo, quando alcune scuole del tempo cercarono di spiegare i fenomeni naturali attraverso gli elementi primordiali (terra, acqua, aria e fuoco) o mediante concetti astratti quali i numeri della scuola pitagorica. Si giunge così alla teoria atomistica di Leucippo e Democrito, secondo la quale tutta la realtà, anima compresa, è materiale ed è composta di atomi in continuo movimento in uno spazio vuoto (meccanicismo atomistico). 2. Tutte queste concezioni sono state soppiantate, nel secolo IV avanti Cristo, dal sistema fisicofilosofico di Aristotele, che ha f o n d a t o l a f i s i c a sull'osservazione, distinguendo tra due mondi, quello celeste e quello terrestre. Il mondo celeste, incorruttibile e inalterabile, è costituito da sfere concentriche, ognuna delle quali sostiene un pianeta, ed è limitato dalla sfera delle stelle fisse; i moti delle sfere, considerati naturali ed eterni, sono impressi da un motore primo immobile. Il mondo terrestre, o sublunare, d'altra parte, fermo al centro dell'Universo, è un miscuglio di vari elementi che tendono a portarsi verso i loro "luoghi naturali", rappresentati dalle sfere concentriche della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco. I moti conseguenti sono considerati naturali in contrapposizione a quelli violenti che ostacolano o deviano gli oggetti dalla realizzazione di questo fine. 3. L'elemento essenziale della fisica aristotelica, è che qualsiasi moto ha bisogno di una forza per potersi mantenere. La velocità del movimento risulta direttamente proporzionale alla forza che lo sostiene e inversamente proporzionale alla resistenza del mezzo nel quale si compie. Poiché nel vuoto la resistenza è nulla, in esso la velocità di un corpo dovrebbe essere infinita. Di conseguenza, per Aristotele, il vuoto non può esistere. La concezione aristotelica, per la sua coerenza e capacità di giustificare il sistema astronomico di Tolomeo e di fornire una visione finalistica del mondo, ha avuto per secoli un incontrastato successo. 4. Un momento decisivo del suo superamento è stato l'introduzione del sistema astronomico di Copernico nel XVI secolo che, ipotizzando l'eliocentrismo (il Sole al centro dell'Universo), era incompatibile con la fisica di Aristotele. 5. E' stato Galileo Galilei (XVII secolo) a porre le basi della nuova fisica introducendo il moderno metodo scientifico. Il perfezionamento e l'uso sistematico del cannocchiale lo hanno portato a negare l'esistenza di due mondi nettamente distinti: il mondo è uno solo e le leggi che si ricavano studiando i fenomeni terrestri hanno validità in tutto l'Universo. Alla base della nuova meccanica, Galilei ha posto due principi fondamentali: il principio d'inerzia e quello di relatività (galileiana). Il primo scardina la distinzione aristotelica fra moti naturali e moti violenti. Il secondo consente di conservare le stesse forme matematiche delle leggi della meccanica. 6. Più tardi, sulla base dei suoi studi sulla caduta dei gravi, Isaac Newton (XVII secolo) ha risolto il problema delle forze che regolano il moto dei pianeti, sull'assunzione che la loro origine fosse la stessa di quelle che provocano la caduta dei corpi sulla Terra. Al fine di conferire un solido fondamento alla trattazione della nuova fisica, nella quale le relazioni tra gli eventi sono di tipo rigorosamente deterministico (legati da rapporti di causa ed effetto), Newton ha collocato tutti i fenomeni naturali in uno spazio e in un tempo assoluti, uno spazio e un tempo che costituivano, per così dire, il palcoscenico su cui si svolgono tutti gli eventi. 7. La speranza di unificare tutti i nuovi settori della fisica all'interno del quadro newtoniano ha trovato, però, notevoli ostacoli. La nascita della termodinamica (XIX secolo), legata alla rivoluzione industriale, ha spostato l'attenzione attorno a nuovi concetti. Un'importante legge fisica, il secondo principio della termodinamica, ha perso, in tale contesto, la caratteristica di legge naturale per assumere quella di legge altamente probabile. Quantunque la maggior parte dei fisici ritenesse possibile ricondurre le leggi statistiche nell'ambito delle leggi ordinarie della meccanica, il principio di causalità deterministica è stato per la prima volta posto seriamente in dubbio. 8. Una certa crisi del meccanicismo newtoniano si ha con l'introduzione nei singoli settori della fisica di nuove teorie, quali la teoria ondulatoria della luce di Fresnel, la teoria matematica dell'induzione elettromagnetica di Ampère e il concetto di linea di forza di Faraday, tutte nel XIX secolo. Un tentativo di sintesi parziale è stato operato, nel 1873, da Maxwell, che è arrivato a una teoria unitaria dell'ottica, dell'elettricità e del magnetismo, fondata sul concetto di campo e condensata in quattro famosissime equazioni nelle quali elettricità e magnetismo apparivano aspetti diversi di un'unica realtà: l'elettromagnetismo. 9. Negli ultimi decenni del secolo XIX si è intensificata l'analisi critica dei fondamenti della meccanica newtoniana e si è posta in dubbio la concezione secondo cui i principi fondamentali della meccanica dovessero costituire la base ultima di tutta la fisica. Una forte difficoltà è derivata dalla scoperta che le equazioni di Maxwell variano di forma nel passare da un sistema di riferimento a un altro, in contraddizione con i principi della meccanica galileiana. La soluzione di questa difficoltà cruciale ha portato la crisi finale della fisica classica e la nascita della fisica moderna con la teoria della relatività di Einstein. 9. Nella teoria della relatività speciale, del 1905, Einstein ha introdotto due nuovi principi fondamentali: il principio di relatività (einsteiniana) e il principio della costanza della velocità della luce. Tra le implicazioni di questi principi vi era quella, importantissima, della variabilità dello spazio, del tempo e della massa con la velocità e la sostanziale identità tra massa ed energia. Questo risultato è stato alla base, qualche decennio più avanti, della nascente fisica nucleare. Einstein ha formulato poi, nel 1916, la teoria della relatività generale, in cui veniva introdotto il principio fondamentale che le leggi della fisica dovessero valere per qualsiasi sistema di riferimento dotato di moto qualunque. 10. La teoria einsteiniana non intaccava, però, il quadro deterministico (validità del principio di causa ed effetto) della fisica classica. La grande rivoluzione in questo senso ha avuto inizio con la scoperta di una serie di fenomeni, quali la radioattività naturale, che sono rimasti inspiegabili sino all'introduzione, nel 1900, del concetto di "quanto di energia" di Planck. Questo concetto è entrato anche nel modello di atomo di Bohr del 1913, modello che, inoltre, suggeriva di introdurre il dualismo ondacorpuscolo, oltre che per l'energia anche per i corpuscoli materiali. Materia ed energia presentavano dunque una duplice natura di onda e di corpuscolo. Per riunire in un unico quadro coerente tutti questi fenomeni è nata la meccanica quantistica, fondata e sostenuta dalla scuola di Bohr. La fisica classica ha subito così un mutamento paragonabile alla rivoluzione scientifica di Galilei e di Newton. La causalità deterministica, pilastro delle teorie fisiche precedenti, è stata abbandonata in favore di teorie basate esclusivamente sulla probabilità. LE TEORIE FISICHE Tutte le teorie che sono state prodotte prima dell'inizio del XX secolo fanno parte della fisica classica. Le teorie principali che la compongono sono: La meccanica che studia l equilibrio e il movimento dei corpi; La termodinamica che studia i fenomeni legati alla temperatura e al calore e le sue trasformazioni; L ottica ondulatoria che studia le proprietà della luce e la propagazione delle onde; L elettromagnetismo che studia i fenomeni elettrici e magnetici. Le leggi della fisica classica necessario spingersi oltre i limiti (scale atomiche e subatomiche, cui è necessario fare ricorso moderna. falliscono quando è di validità delle stesse corpi molto veloci), per alle leggi della fisica La fisica moderna studia tutti quei fenomeni che avvengono a scala atomica e subatomica o dove le velocità sono prossime a quelle della luce; le teorie principali che la costituiscono sono la meccanica quantistica e la relatività generale. Fanno parte di questa categoria tutte le teorie che sono state prodotte a partire dal XX secolo, per cercare di spiegare alcuni fenomeni che le teorie classiche non riescono a dimostrare. Le principali branche che costituiscono la fisica moderna sono: ! La fisica dello stato solido riguarda lo studio delle proprietà dei solidi, sia elettroniche, che meccaniche, ottiche e magnetiche; ! La fisica nucleare studia il nucleo atomico nei suoi costituenti protoni e neutroni e le loro interazioni; ! La fisica delle particelle studia i costituenti fondamentali e le interazioni fondamentali della materia; ! L'astrofisica è una scienza che applica la teoria e i metodi delle altre branche della fisica per studiare gli oggetti di cui è composto l'universo; ! La fisica sanitaria è un'attività che riguarda, in generale, tutti i settori della fisica applicata alla medicina; ! La fisica matematica si occupa delle applicazioni della matematica ai problemi della fisica e dello sviluppo di metodi matematici adatti alla formulazione di teorie fisiche ed alle relative applicazioni; ! La geofisica (anche detta fisica terrestre) è in generale l'applicazione di misure e metodi fisici allo studio delle proprietà fisiche del pianeta Terra; ! L econofisica è l'approccio metodologico utilizzato nel campo della fisica applicato a problematiche di tipo economico; ! La Biofisica dedita allo studio dei problemi biologici con i metodi propri della fisica. IL METODO SPERIMENTALE La fisica: " studia i fenomeni naturali (la luce, il moto dei pianeti, l elettricità e il magnetismo, ecc.); " parla di grandezze, cioè di quantità che possono essere misurate mediante strumenti (la massa si misura la bilancia, la velocità con un tachimetro, il tempo con un cronometro, ecc); " cerca di trovare delle leggi, cioè delle relazioni tra queste grandezze (per esempio tra la massa e l'energia, lo spazio percorso ed il tempo impiegato) espresse mediante formule matematiche. La Fisica si occupa di tutto ciò che accade in natura, detto in generale fenomeno, che è possibile studiare attraverso particolari entità chiamate grandezze fisiche. Le modalità con cui vengono analizzati i fenomeni fisici sono espresse dal metodo sperimentale (Galileo Galilei, XVII sec). La caratteristica principale del metodo sperimentale consiste nel fatto che, dopo una fase iniziale di tipo qualitativo (l'osservazione di quello che accade), al temine di un certo percorso si arriva a una sintesi, quasi sempre tramite l'uso del linguaggio matematico, delle conoscenze acquisite: la legge fisica. Di conseguenza, l'approccio diventa sostanzialmente di tipo quantitativo, con la possibilità concreta di fare calcoli, previsioni, progetti. Quali sono le conseguenze di questo modo di procedere? 1. Le cose possono essere diverse da come appaiono, perchè il nostro intuito ci può ingannare. 2. E possibile dimostrare che una deter minata affermazione è eventualmente falsa. 3. Chiunque deve poter ottenere nel suo laboratorio, ovunque esso si trovi, gli stessi risultati da noi raggiunti nel nostro laboratorio (ripetitività dell esperimento). 4. Una legge o una teoria non sono considerate vere per sempre, ma soltanto fino a quando non viene dimostrato che sono false. Nel ricavare le leggi fisiche che descrivono il comportano di determinati sistemi fisici, si trascurano, per semplicità, molti elementi che non influiscono sulla struttura della legge fisica, ossia si sostituisce il sistema fisico reale con un modello, cioè una sua descrizione schematica. Un modello è una descrizione semplificata di un insieme di fenomeni, che si basa su osservazioni e su leggi sperimentali. # Un modello consente di fare delle previsioni (la meccanica di Newton prevede quando avvengono le eclissi). ! Un modello consente di progettare dispositivi tecnologici (la teoria della relatività consente il buon funzionamento del GPS). I modelli e le leggi sperimentali hanno un campo di validità e quindi di applicabilità. Un modello è considerato valido dagli scienziati se è in accordo con i dati sperimentali. Se un esperimento contraddice una legge fisica, allora bisogna elaborare un nuovo modello (una nuova teoria) che sia in accordo con l’esperimento. Tuttavia il vecchio modello non va scartato, perché continua a essere valido, anche se in un ambito di fenomeni più ristretto. Attenzione. La nuova teoria elaborata deve contenere in se quella che ha soppiantato, ossia deve descrivere anche i fenomeni che descriveva quella precedente. Legge sperimentale e campo di applicabilità vanno sempre insieme. Più vasto è il campo di applicabilità più la legge è significativa, ossia più generale. ESEMPIO - Fino agli inizi del novecento si pensava che la meccanica di Newton descrivesse bene tutti i moti. Nel 1905 Einstein ha scoperto che le sue previsioni sono sbagliate quando i corpi si muovono a velocità vicine a quella della luce. La teoria della relatività è il modello che gli scienziati oggi considerano valido per descrivere tutti i moti, e contiene in sé la meccanica di Newton, nel senso che si riduce ad essa quando le velocità in gioco sono basse. I modelli scientifici non sono validi per sempre; sono validi fino a prova contraria. Le verità della scienza non sono assolute, ma provvisorie e migliorabili. I modelli scientifici devono: 1) basarsi su dati sperimentali, cioè su fatti; 2) essere esposti alla falsificazione, cioè contenere affermazioni che possano essere contraddette da nuovi esperimenti. Sono queste le regole della scienza, che ne garantiscono la trasparenza, la solidità e la capacità di integrare nuove scoperte in modelli sempre più completi e generali. Un modello piuttosto articolato che integra diverse leggi sperimentali in un quadro più vasto e con un campo di applicabilità molto ampio viene detto teoria. Le teorie sono provvisoriamente vere.