Servizio civile, quei laureati in coda all`Arci per 430 euro

Corriere di Bologna
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LAVORO E CRISI
Servizio civile, quei laureati
in coda all'Arci per 430 euro
È sempre più una seconda strada per chi cerca lavoro
Oltre 1000 domande per 278 posti
«Oramai mi sembra che il servizio civile sia diventato un imbuto per ragazzi adulti molto specializzati
che non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro».
Nicoletta Landi, 27 anni, due lauree in antropologia con 110 e lode, un master da educatrice parla
inglese, francese, olandese e spagnolo. Ha passato i due anni successivi alla consegna della pergamena a
mandare curricula in giro per la città. Nessuna risposta e quindi ha deciso di virare sul servizio civile.
«Non l’ho fatto per volontariato ma per imparare un lavoro». Nicoletta ha cominciato il mese scorso e
continuerà per i prossimi dodici. Con la cooperativa sociale Csapsa si occupa dell’inserimento lavorativo
e dello sviluppo dell’autonomia di ragazzi con lievi di disabilità. L’altra metà del suo tempo lo passa in
un centro di Casteldebole dove si occupa dei ragazzi del quartiere. Trenta ore di lavoro alla settimana
per uno stipendio di 430 euro al mese.
«L’università non ci dà una professione, non prepara per l’inserimento nel mercato del lavoro. Ho
provato per due anni a mandare curricula alle cooperative della città ma non ho ricevuto nessuna
risposta, nemmeno per un colloquio — continua Nicoletta —. Così ho deciso di provare il servizio civile.
Si tratta di un’esperienza umana molto intensa che mi sta insegnando concretamente un mestiere».
Un racconto che segna il cambio di passo nel senso che il servizio civile ha assunto ora. Negli anni 80
combaciava con l’obiezione di coscienza antimilitarista. Ora, dopo l’abolizione del servizio militare di
leva, è diventato una forma di apprendistato per una generazione che, complice la crisi, davanti al
mercato del lavoro trova un muro spesso insuperabile. Nella serie storica degli ultimi tre anni si capisce
chiaramente. Da un lato cresce (e parecchio) il numero dei ragazzi che fanno domanda mentre si riduce
sensibilmente la quantità di posti disponibili.
A livello nazionale le associazioni accreditate hanno presentato progetti per assicurare un posto a
40.000 giovani tra i 18 e i 28 anni d’età. Il fondo unico per sostenere il servizio civile ha finanziati
appena 10.000 posti. I numeri bolognesi (città, provincia e il comprensorio imolese) dicono che nel
2010 sono stati 278 i posti disponibili. Ma le richieste sono state molto superiori: quattro volte tanto.
Sotto le Due Torri l’Arci Servizio Civile la fa da padrone. Nel 2010 le posizioni aperte dall’associazione
erano 113 mentre le richieste sono state 425. Un dato maggiore rispetto all’anno precedente. Quando i
posti erano 145 a fronte delle 373 domande. Nel 2008 i numeri parlano di 88 posti c'erano 222
richieste. «Il fenomeno più evidente è l’innalzamento dell'età media. Più si alza l’età più cresce il livello
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di titoli di studio», racconta Michele Girotti, il responsabile di Arci servizio civile. A Bologna nel 2007
chi faceva domanda aveva un’età media di 23 anni. Nel 2010 siamo passati a 24. I giovani selezionati nel
2007 avevano 24 anni mentre adesso ne hanno 25. «Numeri che ci dicono che esistono ancora ragazzi
con interessi e senso civico che cercano di trovare una strada attraverso i progetti nel sociale. Proprio
per questo motivo i tagli del governo al fondo nazionale sono molto gravi», spiega Stefano Brugnara,
presidente dell’Arci bolognese.
Marco Madonia
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