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Pubblicato il 05 Marzo 2012
American Songs ovvero le canzoni americane tra classica e jazz
Il soprano Hollie Grey e la koiné
servizio di Athos Tromboni
FERRARA - I jazzofili e i melomani, su fronti diversi quando non opposti, potrebbero chiedersi: ci sta o
non ci sta la voce lirica nel canto jazz? Se chi fa questa domanda fosse stato presente alla Sala della
Musica nel chiostro di San Paolo per il concerto del soprano Hollie Grey avrebbe concluso che sì, ci
sta, anzi in molti casi è auspicabile che certi brani standard, come si dice nel jazz (o evergreen, se
vogliamo usare il termine pop) vengano di preferenza interpretati con la voce impostata anziché quella
naturale. Il pomeriggio musicale, svoltosi nell'ambito della rassegna "Concerti nel Ridotto" del Teatro
Comunale di Ferrara, in collaborazione col Circolo Girolamo Frescobaldi, ha proposto un programma
di american songs, come dire una sventagliata di canzoni che partendo dal compositore Aaron
Copland (area classica) è giunta a George Gershwin (area jazz), tutte eseguite con voce impostata dal
soprano Hollie Grey. Il combo era composto dalla pianista Milena Dolcetto (formazione classica), dal trombettista Gabriele
Bolcato (jazzista e docente di musica jazz), dal violoncellista Lorenzo Parravicini (formazione classica con intensa attività nella
musica antica), oltre che dalla cantante. Una vera koiné, per un bel pomeriggio di canzoni americane, alcune interpretate
senza l'ausilio del microfono, a voce viva per autori come il citato Copland, Samuel Barber e Leonard Bernstein, mentre altre
(Gershwin) hanno richiesto l'uso del microfono come di prassi. I set dedicati ai singoli compositori erano introdotti da brevi
spiegazioni curate dalla Dolcetto e da Bolcato.
Dunque Copland, è parso il più eclettico dei compositori eseguiti, perché le sue songs hanno mostrato vari stili, dalla
jazzistica The b oatmen's dance alla blueseggiante Simple Gifts, alla liederistica Long time ago , fino alla disneyana I b ought
me a cat: perché disneyana, quest'ultima? Per l'uso in stile cartoon delle musiche onomatopee che pianoforte e tromba
suonavano rincorrendo la voce del soprano, con effetto ironico ed esilarante. Più lirico e liederistico il programma di Barber,
con una delicatissima Sure on this shining night (preludio sognante del flicorno, canto e postludio di pianoforte e violoncello
in pianissimo smorzando), ma anche un'allegra Secrets of the old (traducibile come: I pettegolezzi dei vecchi) condotta a
tempo di valzer. Spiritosa invece la "Bonne cousine" di Bernstein, dove il compositore americano scherza sulla cucina
francese, col canto sillabato (quasi un rossinismo) di Plum pudding e con l'irriverente e divertente vocalismo di Queus de
b oeuf (da noi si direbbe: Coda alla vaccinara). Infine Gershwin, le immortali canzoni del grande jazzista e direttore di big
band, di cui sono state proposte fra le altre la sbarazzina e sempreverde 'S wonderful e l'allegra They all laughed , dai ritmi
vivaci, per concludere con la delicata e sognante Soon che, insieme alla famosa ninna nanna Summertime (dall'opera Porgy
and Bess), hanno costituito il piatto più applaudito dell'intero concerto. Nel merito, il combo ha mostrato ottimo affiatamento
ed era curioso notare come la pianista e il violoncellista (cioè i due classici) si guardassero vicendevolmente per concordare
gli attacchi, come fanno i cameristi, mentre il trombettista, impegnato anche al flicorno in alcuni brani, sciorinava le sue note
trascinandosi la ritmica senza preavvisare che avrebbe attaccato la frase, così, all'improvviso, ammorbidendo il suono in
accompagnamento della voce e rinforzandolo quando svisava note su note ricamando il giro armonico. Molto bella e piena la
voce della Grey, sicura in acuto ed espressiva nelle onomatopee. A fine concerto vi è stata una calorosa richiesta di bis, cui la
cantante ha risposto con un'intensa interpretazione di Moon River , canzone di Henry Mancini resa famosa dal film Colazione
da Tiffany.
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica.Net
Nella miniatura in alto: Hollie Grey
Da sinistra: Milena Dolcetto, Hollie Grey, Gabriele Bolcato e Lorenzo Parravicini
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