Disegno di Goethe per il Faust
Lunedì 2, martedì 3, mercoledì 4 marzo 2009 ore 21
Teatro Ariosto
COPENAGHEN
di Michael Frayn
traduzione
Filippo Ottoni, Maria Teresa Petruzzi
regia
Mauro Avogadro
con
Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice
scene
Giacomo Andrico
costumi
Gabriele Mayer
luci
Giancarlo Salvatori
musiche
Andrea Liberovici
produzione
Emilia Romagna Teatro Fondazione - CSS Teatro stabile di innovazione del
Friuli Venezia Giulia
Quali devono essere i rapporti fra
potere politico e scienza? Può il
progresso venire condizionato da
scelte etiche? Quali sono i limiti
e le responsabilità morali di chi
si dedica alla ricerca scientifica?
Sono interrogativi che segnano
momenti importanti della nostra
storia e che continuamente hanno
cercato ansiosamente risposte,
soprattutto in questi anni in cui così
tanto peso hanno avuto le scoperte
scientifiche sulle sorti dell’umanità.
Su queste domande si sofferma
anche uno straordinario testo teatrale di questi anni, Copenaghen
del drammaturgo inglese Michael
Frayn.Copenaghen è un avvincente
thriller scientifico-politico, affidato
nell’edizione italiana a tre grandi
interpreti, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice,
diretti da Mauro Avogadro. Il testo
è un inquietante “processo a porte
chiuse”, come ha voluto definirlo
lo stesso Avogadro, il disegno
drammatico di un serratissimo
faccia a faccia, una disputa etica
e scientifica a tre voci, densa di
angoscianti riflessioni e interrogativi
alla vigilia del primo devastante uso
della bomba atomica nella seconda guerra mondiale. La vicenda è
ambientata nel 1941 proprio nella
capitale nordeuropea e ricostruisce l’incontro, in una Danimarca occupata dai Nazisti, di due
scienziati, entrambi Premi Nobel,
un tempo maestro e allievo. Due
ex compagni di ricerche costretti
dalla guerra a guardarsi come due
nemici. L’ebreo danese Niels Bohr
e il tedesco Werner Heisenberg
(che formulò per primo il “Principio
di Indeterminazione”) si ritrovano
così imprigionati in un labirinto di
domande che stentano a trovare
risposta, sommerse come sono
da ambiguità e percorse da dubbi
estenuanti sul rapporto tra scienza
e morale. Umberto Orsini interpreta
il fisico Bohr, un uomo umbratile
e umorale, che una sera riceve,
assieme alla moglie Margrethe
- interpretata da Giuliana Lojodice
- la visita del suo ex allievo. Una
visita veramente insolita quella di
Heisenberg - Massimo Popolizio
- e nei padroni di casa si instaura la
certezza che essa non sia casuale.
Ma quali sono allora i veri motivi
della sua visita? Nella più solida
tradizione anglosassone, il dubbio
è amletico: forse il fisico tedesco,
in nome della vecchia amicizia, vuol
far sapere a Bohr - ormai schierato
con la ricerca Alleata - che ancora
non possiede (e con lui quindi il Terzo Reich) la formula della bomba;
oppure è lì per cercare di trovare
con lui un accordo per bloccare
o rallentare, in maniera bilaterale,
le ricerche sulle armi nucleari?; o
ancora, è semplicemente lì per offrirgli protezione, magari in cambio
di qualche segreto? Tutte ipotesi
lecite e tutte in parte con un fondo
di verità che non troveranno una
risposta univoca, nemmeno nelle
considerazioni che i tre personaggi esprimono oggi supponendo di
tornare a parlare come spiriti del
passato, mentre le ambiguità delle
situazioni e delle personalità dei
protagonisti disegnano semmai un
nuovo, simbolico corrispettivo del
“Principio di Indeterminazione”…
Ma è la verità?
di Michael Frayn
Quando un’opera di fiction tratta di
personaggi ed eventi della storia è
ragionevole voler conoscere quanto
di essa è invenzione e quanto è storia. Cercherò di chiarire per quanto
mi è possibile questo aspetto della
commedia.
L’evento centrale di essa è realmente accaduto. Heisenberg si
recò effettivamente a Copenaghen
nel 1941, e incontrò realmente
Bohr, malgrado tutte le difficoltà
incontrate dai miei personaggi.
Quasi certamente andò a cena
dai Bohr, e quasi certamente i due
uomini uscirono a passeggiare per
sottrarsi a qualche possibile microfono. Quello che essi si dissero
veramente è stato discusso ancora
di più, e se nella commedia c’è una
certa ambiguità su ciò che accadde, è perché il ricordo degli stessi
personaggi è ambiguo. Congetture
ancora più azzardate si sono fatte
su quello che Heisenberg sperava
di ricavare dall’incontro. Tutte le
ipotesi e spiegazioni che emergono
nella commedia, tranne forse quella
finale, sono tutte state effettivamente ventilate in diversi momenti,
in una forma o in un’altra.
Più desideroso di tutti che si stabilisse una versione in qualche modo
concordata dell’incontro, era proprio lo stesso Heisenberg. Egli fece
davvero ritorno nel 1947 insieme
con la sua guardia del corpo inglese, Ronald Fraser, e tentò di trovare
un terreno comune con Bohr sulla
questione. Ma si rivelò un compito
troppo delicato, e (come comunque disse Hiesenberg nei suoi
ricordi) “decidemmo che sarebbe
stato meglio smettere di disturbare
gli spettri del passato”.
A questo punto la mia commedia
si allontana dai dati storici, supponendo che anni dopo - quando
tutte le persone coinvolte sono
esse stesse ormai diventate spiriti
del passato - i due protagonisti si
ritrovino a discutere ulteriormente la
questione, per raggiungere una migliore comprensione dei fatti, proprio come avevano fatto tante volte
in vita con le scabrose difficoltà che
presentavano i comportamenti interni dell’atomo. (…)
Non posso pretendere di essere
il primo a notare le analogie tra la
scienza di Heisenberg e la sua vita.
Esse suggeriscono a David Cassidy il titolo, Indeterminazione, per la
sua eccellente biografia.
“Particolarmente difficile e controversa” - sostiene Cassidy nella
sua introduzione – “è una valutazione retrospettiva delle attività di
Heisenberg durante il Terzo Reich
e soprattutto durante la Seconda
Guerra Mondiale. Dalla fine della
guerra, sono stati espressi numerosi giudizi su quest’uomo e il suo
comportamento, giudizi che sono
stati formulati con convinzione,
anche con passione, da persone
diverse. E’ come se, per taluni di
loro, le intense emozioni provocate dagli indicibili orrori di quella
guerra e di quel regime, si fossero
combinate con le ambiguità, i dualismi e i compromessi della vita di
Heisenberg, per renderlo soggetto
a un certo tipo di principio di indeterminazione”. (…)
E i miei personaggi? Somigliano
in qualche modo agli originali? E’
impossibile captare l’esatto tono
di voce di persone che non si
sono mai conosciute, basandosi
semplicemente sulle testimonianze scritte, specialmente poi se la
maggior parte di quello che i loro
contemporanei riferiscono di averli
sentiti dire era detto in altre lingue.
Con i miei protagonisti c’erano
problemi particolari. Bohr era famoso per il suo tono inarticolato e
inaudibile, come lo era per la sua
bontà e amabilità (…) Il problema
con Margrethe è che c’è ben poco
materiale biografico su cui basarsi. Lei e Niels erano sicuramente
molto legati l’uno all’altra, e tutto
lascia pensare che lei fosse, come
Niels, benvoluta da tutti. Non aveva
un’istruzione scientifica, ma Bohr
discuteva sempre con lei il proprio
lavoro, presumibilmente evitando il
linguaggio tecnico - anche se questo doveva esserle diventato familiare, visto che lei batteva a macchina ogni bozza degli scritti di lui.(…)
E’ sempre stata più fredda di Bohr
su Hiesenberg, e non nascose la
sua contrarietà per la visita di lui nel
1941. Secondo Bohr, lei si oppose
energicamente a che fosse invitato a casa, e il suo atteggiamento
si ammorbidì solamente quando
Bohr le promise di evitare la politica
e di limitare la conversazione alla
fisica. (…)
Il problema di Heisenberg è la sua
elusività ed ambiguità, che è poi
l’argomento della commedia.
(brani estratti dall’appendice a Copenaghen).
Niels Bohr
Nasce a Copenaghen nel 1885,
dove compie i suoi studi. Premio
Nobel per la Fisica nel 1922. Muore
a Copenaghen nel 1962.
“Le stime più ottimistiche, quando
ero in America nel 1939, dicevano
che per produrre anche un solo
grammo di uranio 235 ci vorrebbero 26.000 anni. E per allora, sicuramente, questa guerra sarà finita.
Quindi lui si sbaglia, capisci, si sbaglia! O potrei sbagliare io? …perché tu sai quello che abbiamo fatto
in quei tre anni, vero Heisenberg?
Senza esagerazioni, abbiamo rivoluzionato il mondo! Abbiamo riportato l’uomo al centro dell’universo.
…per interpretare la mia piccola ma
utile parte nell’uccisione di 100.000
persone... …prima che possiamo
afferrare qualcosa, la nostra vita è
finita... …sepolti da tutta la polvere
che abbiamo sollevato.”
Werner Heisenberg
Nato a Würzburg nel 1901, studia a
Monaco e a Gottinga. Premio Nobel per la Fisica nel 1932. Muore a
Monaco nel 1976.
“Ora che siamo tutti morti e sepolti
di me il mondo ricorda soltanto due
cose. La prima è il principio dell’indeterminazione, la seconda è la
mia misteriosa visita a Niels Bohr a
Copenaghen nel 1941. …un fisico
ha il diritto morale di lavorare allo
sfruttamento pratico dell’energia
nucleare. …io non l’ho fatto. Io non
ho costruito la bomba. …che insieme noi potevamo fermare tutto.”
Bohr
Margrethe Bohr
Nasce a Slagelse nel 1890. Sposa
Bohr nel 1912. Assieme hanno sei
figli: Christian, Hans, Erik, Aage
(Premio Nobel per la Fisca nel
Heisenberg
1975), Ernest e Harald. Muore a
Copenaghen nel 1984.
Ma perché? …perché era venuto
a Copenaghen? …che cosa stava cercando di dirti? …ci sono
domande che sopravvivono a chi
è morto, che si aggirano come
fantasmi, che cercano le risposte
che non hanno trovato in vita…
…adesso nessuno può più essere
ferito, nessuno può più essere tradito. Perché era venuto? …perché
quella visita a Copenaghen segnò
la fine della famosa amicizia fra
Niels Bohr e Werner Heisenberg?
Verso il cuore della tenebra
Microstoria della bomba
elettroni
1895: Thomson scopre gli elettroni,
le particelle leggerissime, con carica negativa,
che orbitano nell’atomo e ne determinano le proprietà chimiche.
il nucleo
1910: Rutherford dimostra che gli
elettroni orbitano
attorno a un minuscolo nucleo in
cui è concentrata quasi tutta la
massa dell’atomo.
la teoria quantistica
1900: Planck scopre che l’energia
termica non può variare in maniera
continua, come ipotizzato dalla fisica classica. Esiste un’unità minima
della moneta corrente, il quanto, e
tutti gli scambi vengono effettuati
con multipli di essa.
fotoni
1905: Einstein dimostra che anche
la luce va considerata non solo
come formazione di onde ma anche come particelle quantistiche,
che prenderanno il nome di fotoni.
l’atomo quantistico
1913: Bohr si rende conto che la
teoria quantistica è applicabile alla
materia stessa. Il numero delle possibili orbite dell’elettrone intorno al
nucleo è limitato, e corrisponde a
una serie discreta di numeri interi:
l’atomo dunque può esistere solamente in un numero di stati distinti
e definiti (è la formulazione incompleta della teoria, nota anche come
“vecchia teoria quantistica”).
la meccanica quantistica
1925: Heisenberg abbandona le
orbite degli elettroni, ritenendole
inosservabili: in cambio trova una
formulazione matematica, sotto
forma di matrici, di ciò che può
essere osservato: gli effetti prodotti
dalla configurazione degli orbitali
sull’assorbimento e sull’emissione
della luce.
indeterminazione
1927: Heisenberg dimostra che
tutte le asserzioni riguardo al moto
delle particelle devono sottostare
alla relazione di indeterminazione:
quanto più esattamente si conosce
la loro posizione, tanto meno esattamente si conosce la loro velocità,
e viceversa.
l’equazione delle onde
1926: Schršdinger formula l’equazione matematica che consente
l’interpretazione
ondulatoria
e
dimostra che la meccanica ondulatoria e la meccanica definita dalle
matrici sono matematicamente
equivalenti.
l’interpretazione di Copenaghen
1928: Bohr mette in rapporto la
teoria delle particelle di Heisenberg
e la teoria delle onde di Schršdinger
mediante il principio di complementarità, secondo il quale il comportamento di un elettrone può essere
compreso completamente solo
mediante descrizioni che includano
i suoi aspetti di onda e di particella.
L’indeterminazione assieme alla
complementarità sono le colonne portanti dell’interpretazione di
Copenaghen (o “ortodossa”) della
meccanica quantistica.
trasmutazione
1934: a Roma, Fermi bombarda
l’uranio con neutroni, e produce
una sostanza radioattiva che non è
in grado di identificare.
i neutroni si moltiplicano
1939: a Princeton, Bohr e Wheeler
si rendono conto che la fissione
produce anche neutroni liberi. Questi neutroni si muovono troppo velocemente per provocare la fissione
di altri nuclei dell’U-238, l’isotopo
che costituisce fino al 99% dell’uranio reperibile in natura, mentre
possono provocare la fissione dei
nuclei dell’isotopo U-235, che costituisce meno dell’1% di esso.
identificazione
1939: a Berlino, Hahn e Strassman
identificano la sostanza prodotta
dal bombardamento di Fermi; si
tratta di bario, un elemento che
ha peso atomico pari alla metà di
quello dell’uranio.
la goccia liquida
1937: Bohr spiega le proprietà del
nucleo per analogia, paragonandolo a una goccia di liquido.
siderata come una formazione di
onde.
la reazione a catena
1939: Joliot, a Parigi, e Fermi, a
New York, dimostrano la produzione di due o più neutroni liberi in ogni
fissione; ciò comprova la possibilità
di una reazione a catena nell’U-235
puro.
la guerra
1939: scoppia la Seconda Guerra Mondiale e la Germania inizia
immediatamente la ricerca sulle
possibili applicazioni militari della
fissione.
la germania è sconfitta
1945: l’avanzata degli Alleati in
Germania mette fine al programma
atomico in corso in quel paese.
la massa critica
1940: a Birmingham, Frisch e
Peierls calcolano, erroneamente
ma con risultati incoraggianti, il
quantitativo minimo di U-235 necessario per sostenere un’efficace
reazione a catena.
il progetto manhattan
1942: inizia il programma che ha
per scopo la costruzione della
bomba atomica da parte degli
Alleati.
neutroni
1932: Chadwick scopre il neutrone, una particella che può essere
impiegata per esplorare il nucleo:
essendo priva di carica elettrica,
può penetrare in esso senza essere
deviata.
fissione
1939: in Svezia, Lise Meitner e
Frisch applicano il modello della
goccia liquida di Bohr al nucleo
dell’uranio, e si rendono conto
che esso si è trasformato in bario
spaccandosi in due per effetto del
bombardamento e sprigionando
enormi quantità di energia.
nel nucleo
1932: Heisenberg inaugura la nuova era della fisica nucleare usando
la teoria dell’elettrone per applicare
la meccanica quantistica alla struttura del nucleo.
materia come onde
1924: De Broglie a Parigi propone
che, allo stesso modo in cui la radiazione può essere trattata come
se fosse composta di particelle,
così anche la materia venga con-
la bomba
1945: la bomba viene collaudata
con successo in luglio, e il mese
seguente viene usata a Hiroshima.
8 marzo 2009 ore 21
Teatro Municipale Valli
Compagnia Aterballetto
12 marzo 2009 ore 20,30
Teatro Municipale Valli
Carnet de notes
Miguel de Cervantes e le musiche
del Chisciotte
Prossimi spettacoli
coreografia Mauro Bigonzetti
A cura dell’Ufficio stampa, comunicazione e promozione
Soci fondatori
Fondazione
Comune
di Reggio Emilia
Soci fondatori aderenti
Hesperion XXI, Jordi Savall
Foto S. Mor Yosef
il reattore
1942: a Chicago, Fermi riesce a
produrre la prima reazione a catena autoalimentata, in un reattore
prototipo.
Michael Frayn è nato a Londra
nel 1933. Ha iniziato la sua carriera
come cronista del quotidiano The
Guardian. Negli anni Sessanta ha
lavorato come redattore per The
Guardian e The Observer. Ha pubblicato otto romanzi: The Tin Men,
The Russian Interpreter, Towards
the End of Morning, A Very Private
Life, Sweet Dreams, The Trick of It,
A Landing on the Sun e Now You
Know e il saggio filosofico Constructions. E’ l’autore di numerose
fiction per la televisione, mentre
per il teatro ha scritto le commedie
The Two of Us, Alphabetical Order,
Donkey’s Years, Clouds, Balmoral
(Liberty Hall), Make and Break,
Noises Off (trad.it. “Rumori fuori
scena”, edizioni Costa & Nolan,
1995). Alphabetical Order, Make
and Break e Noises Off sono stati
premiati in Inghilterra come “miglior
commedia
dell’anno”,
mentre
Benefactors è stato giudicato il
“miglior testo teatrale dell’anno”.
Come traduttore ha lavorato sul
teatro di Cechov (ha tradotto Il giar-
dino dei ciliegi, Tre sorelle, Il gabbiano, Zio Vania, assieme alla sua
prima opera teatrale e a quattro atti
unici), Tolstoj, Trifonov e Anouilh.
Ha inoltre curato l’adattamento teatrale di quattro racconti di Cechov,
Dramma, Steppa, Giudice istruttore e Lo starnuto. Clockwise, il suo
primo film, interpretato da John
Cleese, è stato realizzato nel 1986.
Il suo secondo film, First and Last,
ha vinto il Premio Emmy nel 1990.
Il film tratto da Rumori fuori scena è
stato prodotto dalla Disney. L’adattamento teatrale del romanzo Now
You Know realizzato dall’autore è
andato in scena allo Hampstead
Theatre nel luglio 1995 ed è stato
rappresentato nei teatri inglesi fino
alla primavera del 1996. L’opera
Alarms&Excursions ha debuttato a
Londra lo scorso anno.
13, 14 marzo 2009 ore 21,
15 marzo 2009 ore 15.30 e 21
Teatro Municipale Valli
20, 21 marzo 2009 ore 21, 22 marzo
ore 15,30 Teatro Ariosto
Robin Hood
di Natalia Ginzburg
regia Valerio Binasco
di Beppe Dati con Manuel Frattini
Foto di scena di Marco Caselli Nirmal
Sostenitori
L’intervista
L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti di
riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte.
Partner
ROTARY CLUB
REGGIO EMILIA
Amici del Teatro
Delegazione di
Reggio Emilia
Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Franco Boni,
Gemma Siria Bottazzi, Gabriella Catellani Lusetti,
Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana
Boni, Grande Ufficiale Comm. llario Amhos Pagani,
Comm. Donatella Tringale Moscato Grazia Maria di
Mascalucia Pagani, Paola Scaltriti, Mauro Severi,
Corrado Spaggiari, Deanna Ferretti Veroni, Vando Veroni,
Gigliola Zecchi Balsamo
Cittadini del Teatro
Gianni Borghi, Vanna Lisa Coli, Andrea Corradini, Ennio
Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Silvia Grandi,
Ramona Perrone, Viviana Sassi, Alberto Vaccari
Le attività di
spettacolo e tutte
le iniziative per i
giovani e le scuole
sono realizzate
con il contributo e
la collaborazione
della Fondazione
Manodori