La musica: una medicina per l’anima di LAURA FANO La musica è un linguaggio universale, una realtà che consente di comunicare, di gettare “ponti” verso gli altri ed, insieme, v di esprimere se stessi, i diversi sentimenti e momenti della propria vita e della propria anima. Un linguaggio senza tempo, senza territori, né confini, è la voce di tutta l’umanità, di qualsiasi tempo e luogo. La musica, invisibile e incorporea, rappresenta qualcosa di primordiale, di sostanziale per la nostra vita. Insieme al linguaggio verbale, alla pittura e all’arte più in generale, è stata uno dei fondamenti di ogni civiltà. Ogni cultura possiede un linguaggio musicale proprio e specifico, fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti, forme. Questi, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche ambientali ecc. Queste realtà riescono, però, attraverso questa forma d’arte a “sincronizzarsi” con altre per la capacità insita che compete loro di far comprendere e recepire appieno sensazioni ed emozioni esercitando così una sensazionale funzione sociale. Da sempre, infatti, ha il potere di “sincronizzare”, di unire. La musica trasmette emozioni universalmente valide, anche quando le persone che la ascoltano appartengono a civiltà completamente diverse. 1/4 La musica: una medicina per l’anima Chi non ha sperimentato l’ influenza della musica sulle proprie emozioni, sulla propria anima? Una serie di note che, provenendo da diversi strumenti, si intrecciano l’una con l’altra a costituire una composizione che può trasmettere qualsiasi tipo di emozione dall’amore all’amicizia, alla rabbia, alla tristezza, all’allegria, alla speranza, alla delusione e riesce a farle circolare da una parte all’altra del globo, una volta incise magari su un supporto magnetico o digitale. Questi mezzi di supporto rendono possibile a ogni comune mortale l’ascolto del messaggio, universale appunto, che il compositore ha voluto imprimere in una determinata canzone e ci permettono di percepire le emozioni che hanno spinto lo stesso compositore a comporre quell’opera, fondendole con quelle che la stessa fa provare a noi ascoltatore. Perché la musica è vita, è il dizionario dei sogni, con essa si può comunicare senza parlare, volare senza avere ali, rivivere o andare avanti, divertirsi o piangere. E’ una sorta di collaborazione tra mente e cuore, fra pensiero e sentimento, è in altri termini, come affermavano i pitagorici già nella metà del sec. V a.C., il linguaggio dell’anima, espressione dell’anima, “segno di vita spirituale ordinata” ed uno strumento per “realizzare l’armonia dell’anima”. Secondo Platone, l’educazione comprende la ginnastica per lo sviluppo del corpo e la musica per l’anima. Per fa vibrare le corde dell’anima non è, però, necessario starsene seduti in poltrona ad ascoltare chissà quale grande compositore. Anni fa, in occasione di un viaggio londinese, patria degli artisti di strada, rimasi affascinata da un anziano sassofonista di colore che intratteneva i passanti nella Metropolitana, ma rimasi ancor più catturata al Covent Garden da quattro cantanti lirici che correndo su e giù per le gradinate si esibivano magistralmente, in jeans e maglietta, in arie di opere famose. Fu quello il primo cd che comperai dai musicisti di strada. Da allora non ho più smesso. Capita spesso di restare incantati a sentire un artista di strada particolarmente bravo che si esibisce per strada e qualche volta ci piacerebbe fermarci ad ascoltarlo più a lungo. E’ quanto è successo qualche giorno fa a Bologna, dichiarata “Città Creativa della musica” dall’UNESCO, dove al fine settimana il centro storico viene chiuso al traffico e - insieme ai mercatini di Natale 2/4 La musica: una medicina per l’anima e alle luminarie - le vie della città sono rallegrate da musicisti e artisti di strada. Ma non posso parlare di Bologna, senza citarne la fervida realtà musicale che la contraddistingue. Camminando per le vie del centro, la toponomastica ci fa capire quanto questa città abbia intrinseca, nella propria storia, la cultura della musica. Nel cuore della città troviamo Piazza Verdi, dove si erge l’imponente Teatro Comunale, che in passato ha più volte ospitato le “prime” del celebre operista. Poco distante vedremo Largo Respighi, intitolato ad uno dei più grandi compositori italiani di musica sinfonica, nato proprio in questa città. E poi c’è il Internazionale della Musica, la casa di Rossini. Proseguendo la passeggiata nelle adiacenti via Petroni e via Belle Arti, non si può fare a meno di notare alcuni negozi che espongono violini artigianali. Nel dopoguerra fu ambitissima meta per i cultori della musica jazz. E sui palcoscenici dei teatri cittadini si esibirono artisti del calibro di Louis Armstrong, Duke Ellington, Miles Davis – per citarne alcuni – e famosissimi musicisti del panorama afroamericano come Ella Fitzgerald e B.B.King. Mi ritrovo così, senza volerlo, al centro di una comunità di musicisti mossi dalla passione per la musica e dalla voglia di condividerla con tutti: un clarinettista autodidatta, , sassofonisti, un chitarrista, un sassofonista, clarinettisti e una tromba. E suonano; e come suonano! Sono artisti di strada che si esibiscono gratuitamente su suolo pubblico offrendo ai passanti un intrattenimento gratuito o su offerta libera . Si balla e le persone intorno diventano tante, sempre di più. Comincia una ragazza, con la fisarmonica e il look un po’ retrò, Pentole, padelle, lamiere perché non ci sono soldi per la batteria. Interpretano vecchi brani swing. Sono tutti vestiti in maniera bizzarra. Più avanti un altro gruppo che cattura la folla al suono di “When the Saints Go Marching In”; e lì sembra quasi che il tempo si fermi per portarci in un’altra dimensione. La vecchia valigia aperta raccoglie monetine per la band. La scena è fatta di condivisione, scambi di sguardi, sorrisi e passi di danza. I piedi dei passanti, ormai incollati ed ipnotizzati dalla complessa mistura di suoni, cominciano a battere per terra e le mani ad acclamare. Nel mentre lui il sole, quel poco che ci ha regalato questo inverno padano, tramonta su Bologna e il cielo si colora di rosa. Musica che si incarna e si fonde in melodia proveniente da diversi strumenti e diventata collante tra generazioni e culture diverse. Nonostante l'avvento di nuovi mezzi di intrattenimento, gli artisti di strada costituiscono ancora oggi una piacevole attrattiva, soprattutto durante le festività perché con il loro talento, passione, gioia e un filo di malinconia rallegrano e allietano il quotidiano e frettoloso via vai delle nostre città. 3/4 La musica: una medicina per l’anima In un mondo, poi, in cui sono diventate universali parole che esprimono valori negativi come: guerra, odio, vendetta, razzismo e persecuzione, il linguaggio prettamente musicale - che sicuramente viaggia più velocemente e arriva prima all’animo delle persone - e le stesse parole utilizzate nella musica ci aiutano a comunicare valori positivi. Come nella musica esiste l’accordo, la melodia e l’armonia di suoni così nel mondo sentiamo il bisogno di una armonia di pensiero e di azioni, di un’armonia dei fatti con le parole, dell’armonia di sentimenti: come i musicisti di una grande orchestra, che anche con strumenti diversi suonano armonicamente la stessa musica. 4/4