La Politica Economica
Politica
economica
Politica
Monetaria
Politica
Fiscale
Politica
Industriale
Politica dei
Redditi
Rielaborazione di un lavoro di Muscolino Valentino 5B Mercurio – 2011/2012 a cura di Sara Marsico
Politica Monetaria
Questo tipo di politica consiste nel controllare, mediante l’uso di
particolari strumenti, le variabili monetarie (quantità di moneta in
circolazione, livello del tasso di interesse, offerta di moneta e quantità di
credito).
Essendo costituita dall’insieme delle decisioni prese dalle autorità
monetarie per regolare l’offerta di moneta, in vista del raggiungimento
di alcuni obiettivi prefissati, la politica monetaria riveste un ruolo di grande importanza
nell’economia nazionale ed internazionale.
In Italia la politica monetaria è attuata dalla Banca d’Italia, che segue le direttive della Banca
Centrale Europea.
Anche il controllo della base monetaria, che converge nel monopolio dell’emissione legale,
rappresenta una caratteristica di questa politica.
Politica
Monetaria
Espansiva
Restrittiva
La politica monetaria si definisce espansiva quando è finalizzata all’aumento della base monetaria,
e quindi all’offerta di moneta. Questa tipologia di politica dovrebbe essere adottata dalla Banca
Centrale e dagli Stati stessi nei momenti di recessione. In questo modo gli operatori economici
avrebbero a disposizione una quantità maggiore di moneta e con essa far aumentare la domanda e
quindi l’occupazione.
L’effetto principale di questa politica sarà l’aumento reale del reddito, a causa di un aumento della
produzione.
Se però non esistono le condizioni per l’aumento dell’offerta di beni e servizi, la politica adottata
causerà inflazione e ciò provocherà un aumento nominale.
Si definisce, invece, restrittiva quando lo scopo è quello di diminuire l’offerta di moneta. In fase di
espansione dovrebbe diminuire la quantità di moneta a disposizione degli operatori in modo da
far diminuire la domanda e ridurre, di conseguenza, gli investimenti.
Lo scopo di questa politica è quello di combattere l’inflazione e quindi impedire la crescita
nominale del reddito.
In caso di abuso di restrizioni, però, l’effetto ottenuto sarà il contrario: riduzione del reddito reale,
della produzione e quindi l’accrescimento della disoccupazione.
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Gli strumenti della quale le autorità, come ad esempio la Banca di emissione, si servono per
regolare l’offerta di moneta sono diversi:

Manovra del tasso di interesse

Operazioni di mercato aperto

Variazione della riserva obbligatoria
Operazioni di mercato aperto
La Banca centrale può acquistare titoli da operatori privati sui mercati borsistici; in cambio essa
cede moneta e quindi crea basa monetaria; se, invece, la Banca centrale vende titoli ( a Banche o ad
altri operatori privati) essa ritira moneta dal mercato e, quindi, riduce la base monetaria La base
monetaria è costituita dalla moneta legale e dalle altre attività finanziarie trasformabili
rapidamente in moneta legale.
Manovra del tasso di interesse
Aumentando il tasso di interesse di riferimento la Banca centrale e le Banche nazionali ridurranno
la quantità di moneta in circolazione. Diminuendolo otterranno l’effetto contrario.
Variazione del coefficiente di riserva obbligatoria
La riserva obbligatoria costituisce un deposito in
contanti e titoli che tutte le banche sono tenute per
legge a costituire. Lo scopo di tale riserva è quello di
garantire la solvibilità delle banche stesse: le autorità
monetarie, infatti, obbligano le banche a depositare
Overnight
Un deposito bancario è overnight se deve essere
estinto il primo giorno lavorativo successivo a
quello in cui è stato costituito, sicché la sua durata
è di una sola notte.
presso la Banca centrale una determinata percentuale
dl risparmio raccolto.
Solvibilità è la capacità di un operatore economico di far fronte ai propri impegni finanziari e alle
scadenze prefissate.
Immaginiamo che le banche abbiano raccolto risparmi(dalle famiglie e dalle imprese) per 10
milioni di euro. Se le autorità monetarie fissano il coefficiente di riserva al 5%, le banche dovranno
depositare presso la Banca centrale il 5% di 10 milioni di euro, cioè 500.000 euro.
La manovra della riserva obbligatoria, attraverso la variazione del coefficiente di riserva,
costituisce un importante mezzo per accrescere o diminuire la quantità di moneta in circolazione.
Infatti, se le autorità monetarie decidono di aumentare il coefficiente di riserva, riducono il valore
del moltiplicatore dei depositi e dunque riducono la quantità di moneta bancaria che è possibile
creare data una certa base monetaria.
La politica monetaria e le scuole di pensiero
Secondo i neokeynesiani le manovre monetarie sono indispensabili per assicurare al Paese e alla
sua economia una crescita equilibrata e un’occupazione adeguata. Questo a causa dell’instabilità
del sistema.
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Secondo i monetaristi, invece, il sistema è autosufficiente e gli interventi di politica monetaria sono
inutili se non addirittura dannosi. Occorre tenere sotto controllo la quantità di moneta in
circolazione al solo fine di controllare la stabilità dei prezzi e di evitare l’inflazione
Politica Fiscale
Definita anche politica di bilancio, consiste nella gestione e nella
manovra delle entrate e delle spese pubbliche al fine di sviluppare il
reddito, stabilizzare l’attività economica e re-distribuire il reddito.
Questa branca della politica economica testimonia l’intervento dello
Stato a livello macroeconomico soprattutto nei sistemi ad economia
mista.
La leva fiscale rappresenta anche uno strumento della politica anticiclica con l’attuazione di criteri
per la modulazione del carico tributario sui contribuenti.
Fig. 1
Il ciclo economico e le
sue fasi
Come la politica monetaria, anche la politica fiscale può essere espansiva o restrittiva in base alla
fase del ciclo economico.
La politica fiscale espansiva consiste nell’aumento della spesa pubblica e nella riduzione del
prelievo fiscale con lo scopo di stimolare l’attività produttiva. Si attua in fase di contrazione,
ovvero in un momento di economia stagnante.
La politica fiscale restrittiva prevede una riduzione della spesa pubblica o un aumento della
pressione fiscale per ridurre la domanda e combattere,
quindi, l’inflazione.
Si applica in fase di espansione.
Moltiplicatore
Rapporto tra la variazione del reddito
nazionale e la variazione della spesa
autonoma.
Il termine si utilizza per indicare le
conseguenze prodotte da una causa.
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Politica Industriale
Si definisce politica industriale l’insieme dei provvedimenti assunti
dallo Stato per migliorare le condizioni in cui opera il sistema
industriale.
Politica Industriale
Obiettivi
orientare lo
sviluppo
industriale
Strumenti
creare le
condizioni per lo
sviluppo delle
imprese
sgravi fiscali
prestiti agevolati
interventi antitrust
Una buona politica industriale è quella caratterizzata dall’introduzione di incentivi finanziari e
fiscali, per promuovere la creazione e lo sviluppo delle aziende in particolari settori o aree
geografiche; dalla creazione di infrastrutture, come ad esempio vie di comunicazione e
telecomunicazione oppure imprese pubbliche per combattere il monopolio dei privati; dal
mantenimento della concorrenza, con l’emanazione delle leggi antitrust (che in Usa sono in vigore
dal 1890 grazie allo Sherman Act, mentre in Italia dal 1990); dalla realizzazione di una politica a
sostegno della ricerca e della formazione, per valorizzare il merito ed investire nella futura
competitività del Paese. Oggi secondo l’economista Mariana Mazzucato,è indispensabile il ruolo
dello Stato nel campo della innovazione.
La storia della politica industriale in Italia sarà approfondita successivamente.
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Politica Dei Redditi
Consiste nella promozione di accordi tra le parti sociali (sindacati
dei lavoratori e associazioni di categoria) al fine di limitare
l’aumento dei prezzi e quindi l’inflazione da costi, attraverso il
contenimento dei salari e dei profitti.
Una politica dei redditi per essere definita tale deve prevedere
che l’aumento dei salari monetari non debba superare l’aumento
della produttività del lavoro.
Lo Stato non è il soggetto principale di questa politica ma svolge un compito di promozione e di
sostegno.
Negli anni ’90 in Italia è stata attuata una politica dei redditi che viene ricordata anche con il nome
“gli accordi di luglio”.
Eurozona
E’ l'insieme degli Stati membri
dell'Unione Europea che adotta l'euro
come valuta ufficiale.
Attualmente la zona euro è composta
da diciassette Stati.
Nel 1993 due ministri tecnici, Giuliano Amato e Carlo
Azeglio Ciampi, optarono per questo tipo di politica che,
seppur non beneficiò ai lavoratori, contribuì a ridurre
l’inflazione e grazie a ciò potemmo entrare a far parte
dell’Eurozona.
La politica dei redditi si presenta come una autolimitazione delle diverse categorie sociali, ed in
particolare dei lavoratori, pur di rimediare alla propagazione dell’inflazione.
I lavoratori sono coloro che ne pagano maggiormente le conseguenze poiché è più facile
intervenire modificando la dinamica salariale piuttosto che quella dei profitti.
Soprattutto per questa ragione la politica dei redditi non è molto accettata né dai lavoratori stessi
né dai sindacati. Tuttavia viene acconsentita se affiancata da altri interventi quali la riduzione
pressione fiscale, la lotta all’evasione e il controllo dei profitti e delle rendite.
Fonti

Google immagini

“Corso di economia politica” di Franco Poma - Ed. Principato

Appunti delle lezioni di economia politica

http://it.wikipedia.org/wiki/Overnight

http://it.wikipedia.org/wiki/Ministero_dello_Sviluppo_Economico
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