Ciao a tutti! L’ultima volta abbiamo parlato di stelle e il problema che non avevamo ancora risolto era la misura della distanza delle stelle. Per determinare la distanza, possiamo usare un metodo noto ed utilizzato fin dall’antichità: il metodo della parallasse che si basa sull’effetto per cui un soggetto, visto da due posizioni diverse, sembra muoversi rispetto allo sfondo. Esperimento: Tendi un braccio davanti a te con pollice alzato. Chiudi prima l’occhio destro; successivamente chiudi l’occhio sinistro. Che cosa succede? La parte di sfondo coperta dal dito è sempre la stessa? Il dito si sposta? Esperimento Mettiti in un lungo corridoio (o in un grande prato) e ponete un tuo amico/a distante da te una decina di metri. Spostati adesso di un passo a destra o a sinistra (l vostro amico/a resta nella stessa posizione!!!) Cosa succede al tuo amico/a? nasconde sempre le stesse cose dello sfondo o no? Esperimento: Mettiti ancora nel prato e torna a fare la seconda esperienza facendo però allontanare il vostro amico/a da te. Cosa succede? Il suo spostamento apparente rispetto allo sfondo diminuirà fino a diventare praticamente nullo. Provate a spostarvi adesso non di un passo, ma di diversi passi. Cosa succederà allo spostamento del vostro amico/a? Da queste esperienze vi accorgete che l’effetto di parallasse dipende da due fattori: la distanza cui è posto il soggetto la distanza fra le due posizioni di osservazione. Maggiore è la base disponibile per l’ osservazione e maggiore è la distanza cui si può porre il soggetto continuando a vederlo spostarsi. Anche le stelle possono essere soggette a questo effetto di parallasse sembreranno cioè muoversi rispetto a quelle più distanti se osservate da due posizioni diverse. Questo metodo può essere usato per misurare la distanza delle stelle: tanto maggiore è la base di osservazione, maggiore sarà lo spostamento apparente della stella rispetto allo sfondo e quindi tanto maggiore sarà la distanza che possiamo misurare. Ma quale è la base più grande utilizzabile sulla Terra? L’orbita terrestre ! Il massimo che si può fare è quindi osservare una stella, ad esempio, stasera e poi ripetere l’osservazione fra sei mesi: in questo modo usiamo la massima base possibile di osservazione. Le distanze che si riescono a determinare in questo modo sono piuttosto precise, ma dobbiamo limitarci alle poche, qualche centinaio, stelle molto vicine al Sole. Quando diciamo vicine ovviamente ci riferiamo a distanze molto piccole in termini astronomici. La stella più vicina, Proxima del Centauro dista poco più di 4 anni luce. In termine di chilometri sono circa 40 mila miliardi di chilometri. Sirio, una delle stelle più luminose del nostro cielo, dista più di 8 anni luce. E’ importante ricordare che l’Astronomia è una scienza osservativa: non permette la sperimentazione, che invece si può fare ad esempio con la fisica o la chimica. Un fenomeno astronomico non può essere ripetuto, magari cambiando le condizioni dell’esperimento: può solo essere osservato, e per di più da un unico punto di vista e per un tempo, quello della vita umana , molto minore dei milioni o miliardi di anni di durata della gran parte dei fenomeni astronomici. Le informazioni vengono dedotte analizzando l’unico messaggio che arriva da questi corpi celesti: la luce visibile e tutto il resto della radiazione elettromagnetica che essi emanano. Da queste informazioni si costruiscono delle teorie e si aspettano le verifiche “osservative”. Vedremo nelle prossime pagine esempi di quanto abbiamo appena detto. Ricorda che se vuoi avere altre informazioni, vedere più immagini o anche rivolgere una domanda direttamente ad un astronomo puoi recarti sul sito Web www.scopriticielo.it. Entra nel sito e clicca sul tuo Osservatorio, quello di Monte Rosa.