Consulta Volontariato presso il Forum Permanente del Terzo Settore ISTAT 2001 Gli occupati nel nonprofit sono passati da 277.896 a 488.523 tra il 1991 e il 2001, con un incremento del 75,8%; il 93,0% di questi enti nonprofit sono costituiti da associazioni con 3.100.000 volontari. con l'adesione di Cesiav, CNV, Ass.ne ONG Italiane, Convol, CSV.net, Fivol, Fondazione Zancan. Se poi guardiamo all'indagine biennale, sempre dell'Istat, sulle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali del volontariato, constatiamo che nel 2001 esse impiegavano 11.967 dipendenti e 695.334 volontari. Rispetto al 1995, i dipendenti crescono del 77,9% (erano 6.725), i volontari del 44,3% (erano 481.981), mentre le organizzazioni di volontariato rispetto alla prima rilevazione, riferita al 1995, passano da 8.343 unità a 18.293 (+119,3%). Quale identità e ruolo per il futuro del volontariato Le organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali hanno oggi questi tratti caratteristici: - più organizzazioni ma con meno volontari: dal 1999 al 2001 le odv crescono del 21,4%; le risorse utilizzate crescono del 26%; i volontari nelle odv crescono del 3,6%; - organizzazioni giovani: delle odv attuali metà sono nate nell'ultimo decennio (1990-2001) e il 22% è nata nel decennio precedente (1980-1990) il restante circa 25% è nato prima del 1980; - scarsa rilevanza delle risorse economiche: mediamente un'odv ha come entrate annuali 66.000 euro, ma se andiamo a ben vedere il 30% ha entrate per meno di 5.000 euro, il 16% tra 5.000 e 10.000, e comunque solo il 54% ha più di 10.000 euro di entrate annuali; - le odv sono sempre più "piccole": il 54% delle odv ha meno di 20 volontari e di queste la metà meno di 10. Solo il 12,9% ha più di 60 volontari (nel 1995 era quasi il 20%). La classe che cresce sistematicamente nel tempo è quella con meno di 10 volontari: dal 18% del 1995 al 26% del 2001. Segreterie organizzative: Forum Permanente del Terzo Settore Via di Pietra 84 - 00186 Roma tel. 06.69799645 fax 06.69923600 [email protected] www.forumterzosettore.it Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato - CSV.net Corso Italia 9 - 20122 Milano tel. 02.45475850 fax 02.45475458 [email protected] www.centriserviziovolontariato.it Sabato 11 settembre 2004 ore 10.00 - 17.00 Roma, Palazzo Altemps via dei Gigli d'Oro 21 Programma 10.15 Perché interrogarsi oggi sul futuro del volontariato. Luigi Bulleri, Consulta volontariato 10.30 Il volto del volontariato oggi. Renato Frisanco, Responsabile settore studi e ricerca FIVOL 11.15 Il parere di chi ci osserva. Ugo Ascoli, Facoltà di Economia, Università di Ancona Ivo Colozzi, Facoltà di Scienze Politiche, Università di Bologna Giuseppe Cotturri, Facoltà di Sociologia della Politica, Università di Bari Stefano Zamagni, Facoltà di Economia Politica, Università di Bologna coordina Marco Granelli, presidente CSV.net (Coord. Naz. Centri Servizio Volontariato) 13.00 Buffet 14.00 Dibattito Oltre ai Presidenti delle Organizzazioni di Volontariato aderenti al Forum e alla Consulta Nazionale presso il Forum, interverranno anche: Nilla Manzi Tavazza (CONVOL), Maria Eletta Martini (CNV), don Vittorio Nozza (Caritas Italiana ), Sergio Marelli ( Associazione ONG Italiane ), Guido Memo (CESIAV). 16.45 Conclusioni Edo Patriarca, portavoce Forum Permanente del Terzo Settore Come traccia della giornata è stato predisposto un documento di riflessione, disponibile dal 30 agosto 2004 sui siti degli organizzatori Gli anni dal 1970 al 1990 hanno costituito la fase emergente di un fenomeno nuovo di impegno e gratuità che ha sfociato nel riconoscimento pubblico da parte del Parlamento con la legge 266/91. Il decennio successivo 1990-2000 ha costituito la fase di consolidamento di un'esperienza con un aumento considerevole delle organizzazioni di volontariato. Diversi eventi hanno poi segnato il percorso: l'anno internazionale del 2001, la carta dei valori del volontariato, la convention di Torino nel 2001, l'autoconvocazione di Roma del 2002, la conferenza di Arezzo del 2002. A fasi alterne si alimenta il dibattito sulla riforma della legge, fermo oggi agli Stati generali dell'8 novembre 2003. Oggi cresce una domanda dentro e fuori il mondo del volontariato: prima della legge e più in profondità dei dati statistici ufficiali e delle impressioni di ciascuno, quale identità il volontariato vuole evidenziare per essere protagonista del prossimo decennio nella società italiana? Quale identità è necessaria per guidare una nuova fase di promozione della cultura del volontariato, della gratuità, della solidarietà, della sussidiarietà? Quali scelte e strumenti per rafforzare le reti, i coordinamenti, le rappresentanze del volontariato italiano per essere interlocutore ai vari livelli delle istituzioni e delle componenti della società? Questa ed altre simili domande evidenziano la necessità di capire quale rapporto oggi il volontariato vuole costruire e segnare con la comunità, le istituzioni, il resto del terzo settore e dei corpi intermedi. Da queste considerazioni nasce l'idea di una giornata seminariale da offrire al volontariato italiano, da offrirci per capire, confrontarci, andare al nocciolo del problema, per ritrovare le idee guida per questa importante nuova fase del volontariato italiano. Identità, ruolo e specificità del volontariato oggi, non in un'ottica convegnistica ma di ascolto e confronto reciproco, saranno le parole chiave della ricerca comune. Negli ultimi anni si è assistito ad un significativo sviluppo quantitativo/qualitativo del nonprofit, che ha visto la crescita delle realtà imprenditoriali e di gestione del nonprofit di mercato. Ciò è dovuto sia da uno sviluppo delle pratiche di sussidiarietà orizzontale, nelle quali la società civile interviene sui beni comuni con proprie risorse, soprattutto umane, ma anche per una crescita della domanda di servizi alla persona. Si è allargata l'area dell'intervento del mercato nel mondo dei servizi soprattutto sociali e sanitari, ma anche culturali, ambientali, artistici, sportivi, portando con sé attenzioni tipiche della gestione e del mercato: la concorrenzialità, la libertà di scelta, la menagerialità, la parcellizzazione dei servizi in prestazioni, la professionalizzazione, la specializzazione. Questo spinge anche nel nonprofit a spostare l'attenzione sulle prestazioni, sulla gestione, sull'efficienza, sui dati quantitativi, rischiando di oscurare le finalità di equità e socialità, la produzione di beni relazionali e di coesione sociale, l'advocacy, quella maniera di essere espressione della comunità propria del terzo settore, che ne dovrebbe caratterizzare, sempre e in maniera determinante, natura e identità. Il cuore del ruolo del volontariato è proprio nella produzione di beni relazionali, nella gratuità, nella relazione personalizzata e fraterna, nella relazione di appartenenza alla comunità locale, nella coesione sociale come sentirsi parte di una comunità. I volontari delle organizzazioni di volontariato costituiscono una parte dei volontari italiani attivi nell'associazionismo e nel terzo settore, ma una parte determinante e caratterizzante, a presidio di ogni deriva economicistica e della natura non mercantile di coloro che agiscono "non per profitto", attenta ai bisogni e ai valori dell'uomo, alla qualità della vita e dell'ambiente. Necessità di evidenziare, "misurare", valorizzare il valore aggiunto e la qualità che l'azione volontaria del singolo e dell'organizzazione di volontariato apporta ad una prestazione, ad un servizio, ad una comunità. Il volontariato italiano si è pensato sin dall'inizio come fare consapevole e come movimento, come reti di partecipazione democratica e di sussidiarietà, a partire dalle diverse culture e comunità locali del nostro paese, come portatore di istanze di giustizia sociale e pace, di advocacy.