Recupero TVI per matricole straniere – a.a. 2010-11 Rosella Bozzone Costa – OFA Lingua Italiana (13049 e 92020) Materiale 4 CHIAVI SIMULAZIONE TVI Titolo: “Specie umana” o “uomo” Fonte: Testo tratto ed adattato da Signorelli A., Antropologia culturale – Un’ introduzione, McGraw-Hill, pag. 4-6 Prima di leggere - leggi il titolo (perché ci sono due termini in opposizione?) e la fonte (che temi ci saranno in un’ Introduzione di un manuale di Antropologia culturale ?) - di che cosa tratta il testo, secondo te? Forse discute se sia più opportuno usare il termine uomo o specie umana in antropologia Dice di che cosa si occupa l’antropologia - collega l’argomento con le tue conoscenze pregresse so che l’antropologia è una scienza, sociale, che studia come gli uomini si organizzano nelle diverse società Una prima lettura orientativa - scorri orientativamente il testo per individuare l’argomento/gli argomenti di cui si parla (i paragrafi sono molto estesi, quindi opto per la strategia “Cerco i punti e leggo l’inizio di ogni frase) uso del termine uomo invece di specie umana in antropologia che cosa non significa il termine uomo usato in antropologia antropologia è una scienza umana studia le società umane quindi l’antropologia non è lo studio dell’uomo termine uomo è riduttivo perché la distinzione di sesso (donna vs uomo) ha una rilevanza sociale (ruoli, compiti diversi) in tutte le società coppia (uomo-donna) è la prima struttura sociale che si trova in tutte le società conclusione: l’autore suggerisce di parlare di SPECIE UMANA e di ESSEREI UMANI - leggi le domande di comprensione (scelte multiple e vero/falso); annota su un foglio le parole chiave di ogni domanda (considerato che non puoi sottolineare)” 1. Comprensione globale: parole-chiave. 1. argomento centrale del testo 1 a carattere sociale dell’antropologia (A), aspetto relazionale 1b centralità del genere sessuale nell’A 1c importanza dell’accuratezza terminologia nel definire oggetto di studio dell’A 1d diffusione del termine uomo in A che sottolinea individualità 2. In Antropologia parlare di 2 a uomo e specie umana è lo stesso: i due termini sono uguali 2b uomo in senso astratto è accettabile 1 2c uomo è giusto perché lo fanno anche molti filosofi e sociologi 2d uomo non è appropriato 2. Comprensione analitica: parole-chiave a. l’A studia specie umana b. uso parola “uomo” (= singolo individuo) è impreciso si esclude il carattere della socialità c. A studia i sistemi di comunicazione d. A deve considerare la distinzione del genere sessuale e. differenza di genere è una forma di organizzazione sociale presente in tutte le società Durante la lettura analitica e lineare - evidenzia in ogni paragrafo le informazioni centrali (annotandole su un foglio sotto forma di parole-chiave, titoli, domande) Paragrafo 1 Tema: In antropologia (filosofia e sociologia) uso del termine UOMO invece di SPECIE UMANA Diversi significati di UOMO in antropologia: Uomo con il significato di “intera umanità”; no con il significato di “individui”, no come concetto astratto Oggetto di studio dell’antropologia: specie umana come specie sociale società umane (le relazioni tra individui, le strutture sociali (loro funzionamento, persistenza e mutamenti)) 1° argomentazione: quindi è impreciso dire che l’antropologia è lo studio dell’UOMO (bensì del carattere sociale della specie umana) Paragrafo 2 2° argomentazione: è anche riduttivo usare il termine UOMO perché la specie umana è formata da uomini e da donne In tutte le società le differenze di sesso hanno una rilevanza sociale: comportano diversi valori, simboli, compiti e ruoli Inoltre in tutte le società la complementarietà ”uomo e donna” costituisce la prima relazione sociale strutturata (primaria ma non unica e mutabile) Conclusione: date le considerazioni fatte sopra, l’Autore suggerisce di parlare di antropologia come studio della SPECIE UMANA e non dell’”Uomo universale” (vedi 1° argomentazione), degli ESSERI UMANI e non degli “uomini” (vd. 2° argomentazione) 2 Legga il testo e poi risponda alle domande che seguono. “Specie umana” o “uomo” 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Molti antropologi, sociologi, filosofi, invece di specie umana, usano il termine “uomo”. Il termine stesso antropologia, che deriva dal greco antico, significa studio dell’/uomo/. Ovviamente, in questi casi il nome comune singolare “uomo” vale come termine astratto e sta a significare l’intera umanità. Tuttavia il suo uso generalizzato e continuo finisce implicitamente per occultare due questioni molto importanti. L’antropologia non si occupa di individui singoli; l’antropologia non è lo studio dell’uomo in quanto individuo, né lo studio dell’uomo come concetto astratto, come idea generale che riassume e sintetizza tutti gli uomini possibili; e non è neppure lo studio della società intesa come una somma di i n d i v i d u i che ne sarebbero gli elementi componenti. L’antropologia, disciplina o scienza sociale, nasce dalla constatazione che la specie umana è una specie sociale, poiché gli esseri umani non sopravvivono né vivono se non in società, in relazione gli uni con gli altri. Pertanto l’antropologia non studia individui, ma società umane e cioè: le relazioni che intercorrono tra gli individui e che li tengono insieme; le strutture sociali, vale a dire i sistemi stabili di relazioni tra individui, e i fatti sociali, cioè il concreto funzionamento materiale e simbolico delle strutture di relazioni; e ancora, studia le persistenze e i mutamenti che strutture e fatti sociali presentano. Definire dunque l’antropologia studio dell’uomo è impreciso e ingannevole. Ma è anche riduttivo: la specie umana non è fatta di soli uomini. La specie umana è una specie sessuata; più della metà dei suoi componenti è di sesso femminile; e maschi e femmine hanno, come minimo, anatomia e fisiologia diverse. Questo fatto potrebbe essere irrilevante dal punto di vista della ricerca antropologica, se l’appartenenza a un sesso o all’altro fosse irrilevante dal punto di vista sociale. Se, in altre parole, la differenza sessuale non comportasse differenze sociali. In realtà tutti sappiamo bene che è vero proprio il contrario, e non solo nella nostra ma in tutte le società. Non si tratta solo del fatto che in tutte le società che conosciamo alle donne sono assegnati ruoli e compiti diversi da quelli maschili; che in tutte le società agli individui viene attribuito un valore diverso secondo il sesso a cui appartengono; che in tutte le società questa diversa attribuzione di valore si esprime per mezzo di simboli diversi, che distinguono appunto gli appartenenti a un sesso e all’altro. C’è di più: la differenza tra i sessi viene trasformata socialmente in complementarità tra i sessi, divenendo così la forma di relazione sociale strutturata più generale che si conosca. In altre parole, la differenza sessuale socialmente organizzata come complementarità è una forma primaria di organizzazione sociale presente in tutte le società. Questo non significa né che è l’unica forma primaria di organizzazione sociale, né che è immutabile o insostituibile. Tuttavia parlare dell’antropologia come studio dell’uomo rischia di mettere tra parentesi proprio la diversità interna alla specie umana sulla quale si sono primariamente articolate le relazioni sociali. Sulla base di queste considerazioni, suggerisco che sia più opportuno, nell’ambito dell’antropologia, parlare di specie umana anziché dell’Uomo universale e di esseri umani, anziché di uomini. Testo tratto ed adattato da Signorelli A., Antropologia culturale – Un’ introduzione, McGraw-Hill, pag. 4-6 [totale 520 parole] 3 COMPRENSIONE TESTUALE 1. GLOBALE a. Selezioni la risposta esatta. 1. L’argomento centrale del testo, in generale, è: a) l’importanza del carattere sociale dell’antropologia, che non deve perdere di vista l’aspetto relazionale proprio delle società umane. b) la centralità della categoria “genere sessuale” in antropologia, la quale deve studiare la specie umana nella sua interezza. c) l’importanza dell’accuratezza terminologica nella definizione dell’oggetto di studio dell’antropologia. d) la diffusione del termine “uomo” in antropologia, che mette in risalto l’individualità degli esseri umani. 2. Secondo l’autore del testo, in antropologia: a) parlare di “uomo” e di “specie umana” è indifferente, perché i due termini si equivalgono. b) parlare di “uomo” è accettabile, purché si usi questo termine in senso astratto. c) parlare di “uomo” è giusto, perché anche la filosofia e la sociologia ricorrono frequentemente a questo termine. d) parlare di “uomo” è improprio, perché questo termine non corrisponde al vero oggetto di studio dell’indagine antropologica. CHIAVI 1. L’argomento centrale del testo, in generale, è c) l’importanza dell’accuratezza terminologica nella definizione dell’oggetto di studio dell’antropologia (r. 4-5). Commento alle risposte errate: - a) l’importanza del carattere sociale dell’antropologia, che non deve perdere di vista l’aspetto relazionale proprio delle società umane (r. 9-12) e b) la centralità della categoria “genere sessuale” in antropologia, la quale deve studiare la specie umana nella sua interezza (r. 17-19) sono le ragioni per le quali l’autore afferma che è preferibile parlare di “specie umana” anziché di “uomo”. Ma queste non sono il tema centrale del testo, sono piuttosto argomentazioni che sostengono il tema centrale stesso, ovvero la necessità di adoperare un termine piuttosto che un altro. - d) la diffusione del termine “uomo” in antropologia, che mette in risalto l’individualità degli esseri umani (r. 6) è un punto menzionato all’inizio del testo, ma non ne è il tema centrale. 2. Secondo l’autore del testo, in antropologia d) parlare di “uomo” è improprio, perché questo termine non corrisponde al vero oggetto di studio dell’indagine antropologica (r. 34-36). Commento alle risposte errate: - a) parlare di “uomo” e di “specie umana” è indifferente, perché i due termini si equivalgono (r. 15-16, r. 17). L’affermazione non è vera, “uomo” e “specie umana” non si equivalgono. Si pensi alle argomentazioni addotte dall’autore a favore dell’uso del termine “specie umana” e, di contro, a sfavore dell’uso del termine “uomo”. - b) parlare di “uomo” è accettabile, purché si usi questo termine in senso astratto (r. 6-7). Questa affermazione non è vera. L’autore sostiene che la parola “uomo” implica un concetto astratto, ma aggiunge anche che «l’antropologia non è lo studio dell’uomo come concetto astratto». Pertanto, secondo l’autore, questo termine non è accettabile. - c) parlare di “uomo” è giusto, perché anche la filosofia e la sociologia ricorrono frequentemente a questo termine (r. 1). L’autore esordisce nel testo sostenendo che «molti antropologi, sociologi, filosofi […] usano il termine uomo», ma non dice che è giusto utilizzare la parola “uomo” semplicemente perché molti studiosi la adoperano. 4 2. ANALITICA b. In base a quanto dice il testo, indichi se ciascuna affermazione è vera, falsa, o non presente nel testo. VERO a. L’antropologia studia la specie umana. X b. L’utilizzo della parola “uomo” è impreciso, perché nell’indicare il singolo individuo, essa esclude il carattere di socialità insito nella specie umana. X c. Gli antropologi indagano i sistemi di comunicazione usati dagli esseri umani nelle loro strutture di relazioni. FALSO NON PRESENTE X d. L’antropologia non può non prendere in considerazione la distinzione di genere sessuale nella sua indagine. X e. La differenza di genere è una forma di organizzazione sociale che riveste un ruolo importante in tutte le società. X CHIAVI a. L’antropologia studia la specie umana. → Vero (Par. 1, r. 1-2: il termine “antropologia” deriva dal greco antico e significa studio dell’uomo, ma l’autore sostiene e argomenta la tesi che sia più opportuno parlare di specie umana, r. 34-6). b. L’utilizzo della parola “uomo” è impreciso, perché nell’indicare il singolo individuo, essa esclude il carattere di socialità insito nella specie umana. → Vero (Par. 1, r. 5-12: l’antropologia è lo studio non del singolo, bensì delle società umane; quindi la nozione di “uomo” è ingannevole). c. Gli antropologi indagano i sistemi di comunicazione usati dagli esseri umani nelle loro strutture di relazioni. → Non presente (Par. 1, r. 11-15: l’informazione è aggiunta e non è reperibile nel testo; gli antropologi studiano le relazioni sociali, le strutture sociali e i fatti sociali, ma non viene detto nel testo se la comunicazione tra gli esseri umani nelle società sia oggetto di studio della ricerca antropologica). d. L’antropologia non può non prendere in considerazione la distinzione di genere sessuale nella sua indagine. → Vero (Par. 2, r. 17-23: l’antropologia tiene in considerazione anche la distinzione sessuale tra maschio e femmina interna alla specie umana, perché essa ha un importante risvolto sociale). e. La differenza di genere è una forma di organizzazione sociale che riveste un ruolo importante in tutte le società. → Vero (Par. 2, r. 27-30: l’organizzazione sociale fondata sulla differenza sessuale “è una forma primaria di organizzazione sociale presente in tutte le società” anche se si specifica poi che non è l’unica forma primaria di strutturazione di una società). 5 COMPRENSIONE LESSICALE (RICETTIVA) c. Trovi nel testo (nei paragrafi indicati) la parola o l’espressione di significato equivalente a ciascuna di quelle indicate sotto e la trascriva negli spazi bianchi. NB: le definizioni fornite sono nella forma lemmatica (nomi al singolare e aggettivi al maschile singolare, verbi all’infinito), ma non è detto che il termine da trovare sia al maschile singolare o all’infinito; può inoltre trattarsi di un’espressione formata da più di una parola. TRASCRIVA LA PAROLA O L’ESPRESSIONE COSÌ COM’È NEL TESTO. Esempio: a. b. c. d. e. f. g. sinonimo dato (nella forma lemmatica) cambiamento (par. 1): nascondere (par. 1): presa d’atto (par. 1): stabilità/costanza (par. 1) fuorviante (par. 1): non importante (par. 2): avere come conseguenza (par. 2): escludere (par. 2) parola reperita nel testo mutamenti (r. 15) ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ ________________________ CHIAVI a. b. c. d. e. f. g. nascondere (par. 1): occultare (r. 5) presa d’atto (par. 1): constatazione (r. 9) stabilità/costanza (par. 1): persistenze (r. 15) fuorviante (par. 1): ingannevole (r. 16) non importante (par. 2): irrilevante (r. 19 e 20) avere come conseguenza (par. 2): comportasse (r. 21) escludere (par. 2): mettere tra parentesi (r. 32-33) 6 CLOZE TEST d. Il testo che segue è una sintesi del brano che ha appena letto. Completi il testo inserendo in ogni spazio la parola mancante. Faccia attenzione a mantenere sia lo stile che i contenuti conformi a quelli dell’originale. NON inserisca più di una parola per ogni spazio. In questo testo l’autore riflette sull’importanza della correttezza terminologica nella definizione dell’oggetto di studio dell’antropologia. Questa (1) _____________________ indaga la “specie umana”, la quale da molti antropologi e in generale da molti studiosi delle scienze umane viene impropriamente chiamata “uomo”. Le ragioni dell’inadeguatezza insita in (2) _____________________ termine sono principalmente due. In primo luogo, “uomo” indica un concetto astratto ed universale, lontano da (3) _____________________ di cui l’antropologia si interessa. Definita dall’autore scienza sociale, l’antropologia non studia infatti le singole persone, l’idea astratta dell’uomo, (4) _____________________ la società intesa come somma di ogni individuo, ma si occupa della specie umana come specie sociale, costituita da esseri umani esistenti in quanto in relazione tra loro. In secondo luogo, (5) _____________________ la specie umana – oltre che sociale – anche sessuata, il termine “uomo” si rivela ulteriormente (6) _____________________, proprio perché esclude dall’indagine antropologica una componente consistente della specie umana stessa, (7) _____________________ quella femminile. Inoltre, (8) _____________________ l’antropologia è una disciplina sociale, e posto che la categoria del genere sessuale non consiste (9) _____________________ una mera differenza fisiologica, ma esercita anche un ruolo determinante nella differenziazione tra i diversi compiti, valori e simboli (10) _____________________ ora ai maschi, ora alle femmine, (11) _____________________ deriva che la ricerca antropologica non può (12) _____________________ da tale tratto fondante gli esseri umani. Ancor più determinante nell’indagine antropologica è il fatto che in molte società la differenza sessuale, interpretata nell’ottica della complementarietà tra i sessi, riveste un’importanza basilare nell’organizzazione sociale delle società stesse. Nonostante tale strutturazione non (13) _____________________ né unica, né immutabile, è altresì vero che la maggior parte delle società è fondata sulla distinzione tra maschio e femmina. Da qui deriva la scelta dell’autore di optare (14) _____________________ i termini “specie umana” ed “esseri umani” in luogo di “Uomo” ed “uomini”. 7 CHIAVI In questo testo l’autore riflette sull’importanza della correttezza terminologica nella definizione dell’oggetto di studio dell’antropologia. Questa (1) scienza/disciplina (coerenza semanticolessicale: la parola mancante è un iperonimo del termine «antropologia», ovvero è una parola che designa, contenendolo, il concetto di antropologia; il genere dell’aggettivo dimostrativo «questa» guida inoltre alla scelta di una parola femminile) indaga la “specie umana”, la quale da molti antropologi e in generale da molti studiosi delle scienze umane viene impropriamente chiamata “uomo”. Le ragioni dell’inadeguatezza insita in (2) tale/questo (rimando anaforico a termine già citato: l’aggettivo dimostrativo rimanda a un termine già citato in precedenza, in questo caso «“uomo”»; ‘codesto’ e ‘suddetto’ sono qui inadeguati, perché appartenenti ad un registro burocratico e troppo elevato) termine sono principalmente due. In primo luogo, “uomo” indica un concetto astratto ed universale, lontano da (3) ciò (rimando cataforico ad argomento da menzionare: il pronome dimostrativo rimanda ad un termine/un sintagma che viene citato più avanti, in questo caso «la specie umana intesa come sociale») di cui l’antropologia si interessa. Definita dall’autore scienza sociale, l’antropologia non studia infatti le singole persone, l’idea astratta dell’uomo, (4) oppure/o/né (connessione logica: l’articolazione logica del testo di partenza conduce alla scelta di una congiunzione disgiuntiva; è inoltre possibile ricorrere al correlativo negativo ‘né’) la società intesa come somma di ogni individuo, ma si occupa della specie umana come specie sociale, costituita da esseri umani esistenti in quanto in relazione tra loro. In secondo luogo, (5) essendo (coerenza semantico-lessicale + proposizione subordinata implicita: innanzitutto, leggendo il testo, si percepisce la mancanza del verbo ‘essere’; inoltre, nella struttura dell’intero periodo, la porzione «_____________________ la specie umana – oltre che sociale – anche sessuata,» costituisce una proposizione subordinata implicita, cioè una frase dipendente (dalla principale) in cui il modo del verbo è indefinito, e più precisamente gerundio → notare infatti l’assenza ad inizio frase di una congiunzione, che invece implicherebbe l’uso del verbo al modo finito) la specie umana – oltre che sociale – anche sessuata, il termine “uomo” si rivela ulteriormente (6) inappropriato/inadeguato/improprio/incompleto (coerenza semantico- lessicale: la parola mancante è un aggettivo negativo che sottolinea di nuovo l’inadeguatezza – e l’incompletezza – del termine “uomo”; inoltre, l’aggettivo è flesso, come «il termine “uomo”» a cui esso si riferisce, al genere maschile; gli aggettivi ‘sbagliato’, ‘errato’ e ‘inesatto’ sono inaccettabili, perché non rappresentano quanto viene asserito nel testo di partenza: l’autore, infatti, non ritiene che in antropologia “uomo” sia totalmente fuori luogo, ma sottolinea, più moderatamente, come questo termine sia meno adatto di “specie umana” a designare l’oggetto di studio dell’antropologia stessa), proprio perché esclude dall’indagine antropologica una componente consistente della specie umana stessa, (7) ovvero/ossia/cioè (connessione logica: l’articolazione logica del testo conduce alla scelta di una congiunzione dichiarativa) quella 8 femminile. Inoltre, (8) poiché/giacché/siccome (connessione logica: l’articolazione logica del testo conduce alla scelta di una congiunzione causale) l’antropologia è una disciplina sociale, e posto che la categoria del genere sessuale non consiste (9) in (reggenza verbale: il verbo ‘consistere’ regge la preposizione ‘in’) una mera differenza fisiologica, ma esercita anche un ruolo determinante nella differenziazione tra i diversi compiti, valori e simboli (10) attribuiti/assegnati/associati (coerenza semantico-lessicale: la parola mancante è un participio passato che deve essere semanticamente congruente con i termini «compiti, valori e simboli»; inoltre, l’articolo determinativo «i» del sintagma «i diversi compiti» guida alla flessione del participio passato al genere maschile e al numero plurale) ora ai maschi, ora alle femmine, (11) ne (sintassi: il verbo «deriva» richiede di essere completato col pronome clitico «ne») deriva che la ricerca antropologica non può (12) prescindere (coerenza semantico-lessicale: la parola mancante è un verbo che da una parte deve esprimere in modo elevato e formale il concetto di ‘fare a meno di’ e dall’altra deve essere retto dalla preposizione «da») da tale tratto fondante gli esseri umani. Ancor più determinante nell’indagine antropologica è il fatto che in molte società la differenza sessuale, interpretata nell’ottica della complementarietà tra i sessi, riveste un’importanza basilare nell’organizzazione sociale delle società stesse. Nonostante tale strutturazione non (13) sia (coerenza semantico-lessicale + congiuntivo: di nuovo, leggendo il testo, si avverte la mancanza del verbo ‘essere’; inoltre, la presenza della congiunzione concessiva «nonostante» richiama alla flessione del verbo al modo congiuntivo, 3a persona singolare) né unica, né immutabile, è altresì vero che la maggior parte delle società è fondata sulla distinzione tra maschio e femmina. Da qui deriva la scelta dell’autore di optare (14) per (reggenza verbale: il verbo ‘optare’ regge la preposizione ‘per’) i termini “specie umana” ed “esseri umani” in vece di “Uomo” ed “uomini”. 9