Dossier - De Agostini Scuola

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Dossier per la prima provai
DOSSIER PER LA STESURA DI UN “SAGGIO BREVE”
O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” DI AMBITO STORICO-POLITICO
Volume 1 - Sezione III
Consegne
STORIA © 2009 De Agostini Scuola SpA – Novara – Pagina fotocopiabile e scaricabile dal sito www.scuola.com
Sviluppa l’argomento in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base: svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con
opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da’ al saggio un titolo coerente
con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni opportuno, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forma dell’“articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più
elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo “pezzo”. Da’ all’articolo un titolo
appropriato e indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista
divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze
immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di
scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Argomento
L’invenzione della stampa rivoluziona la società e la cultura
Documenti
1. Stampa e tecnologia
Dire quando nacque esattamente la stampa a caratteri mobili risulta difficile sia perché Gutenberg non “datò” il suo primo libro, la Bibbia “delle 42 linee”, sia perché la stampa stessa non fu
una creazione improvvisa e originale, ma la sintesi innovativa di elementi preesistenti.
Quattro sono i precedenti che resero possibile il sorgere della moderna tipografia: 1. la carta, arrivata in Europa tramite gli Arabi intorno all’XI secolo, con mille anni di ritardo rispetto alla sua
comparsa in Cina [...]; 2. il torchio, adattamento dell’antichissimo torchio a vite utilizzato nella
produzione del vino [...]; 3. la stampa xilografica, anch’essa di origine cinese, consistente nell’incisione in rilievo di una tavola di legno successivamente inchiostrata e premuta su un foglio di
carta [...]; 4. i caratteri mobili usati in oreficeria: punzoni d’acciaio, ciascuno dei quali conteneva
una sola lettera, che gli orefici utilizzavano per incidere il proprio nome o altre scritte sui gioielli
che fabbricavano. Gutenberg combinò tutti questi elementi in modo efficiente. Ne risultò una tecnica del tutto nuova. [...] A parte gli ovvi e progressivi perfezionamenti introdotti col tempo, nessuno di questi elementi conobbe modificazioni sostanziali nei successivi quattro secoli.
(R. Finzi, Portolani, vele e cannoni, in V. Castronovo (a cura di), Storia dell’economia mondiale, vol. 2, Laterza, Bari-Roma 1997)
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La genesi dell’Europa moderna
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2. Stampa e religione
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Una pagina della Bibbia a “quarantadue
linee” o “mazzarina” di Gutenberg,
stampata prima del 1456. Uno degli ambiti
in cui la stampa esercitò un’immensa
influenza fu quello religioso. La diffusione
delle prime Bibbie stampate
in volgare per un pubblico ampio,
contribuirono alla diffusione delle tesi
propugnate da Lutero (1517) e dagli altri
riformatori. Com’è noto,
per reazione, la Chiesa cattolica cercò
di correre al riparo... attraverso la
pubblicazione di un altro libro! Ma l’Indice
dei libri proibiti (1557),
per i suoi detrattori, finì per costituire,
paradossalmente, una sorta di... elenco
di libri “consigliati” per la lettura!
3. La stampa e il “mercato”
La stampa contribuì a creare nuove figure professionali e una nuova produzione, quella editoriale. Non solo, la nascita della stampa pose le premesse per l’avvento della pubblicità e, più in generale, dell’informazione e della comunicazione “di massa”.
L’affermazione della stampa determinò, con l’andare degli anni, il declino del mecenate letterario;
l’uomo di lettere venne a dipendere in sua vece dal mercante (e dal suo editore). Durante il Rinascimento però il mecenatismo e il sistema di mercato poterono coesistere. Esistono alcuni esempi di commercializzazione del mecenatismo [come] la dedica di un libro nella speranza di un immediato corrispettivo in denaro. [...] A volte anche agli stampatori occorreva un mecenate; quando nel 1501 Aldo Manuzio pubblicò la sua famosa edizione di Virgilio, ne fece stampare diverse
copie in pergamena e le donò ai suoi protettori [...]. Con l’affermarsi del mercato letterario alcuni
stampatori divennero ricchissimi uomini d’affari – le aziende dei Gioito e dei Giunta, ad esempio.
Il libro stampato, in origine considerato come un semplice manoscritto “scritto” a macchina, viene sempre più considerato come una merce con misure [...] e prezzi [...] standardizzati, la cui
vendita veniva stimolata con la pubblicità: ad esempio i versi inseriti dallo stampatore alla fine del
libro per invitare il lettore a tornare nella sua bottega: chiunque voglia acquistare un “Furioso” (dice una di queste reclame), o un’altra opera dello stesso autore, si rechi alla bottega dei gemelli
Bindoni, Benedetto e Agostino.
(P. Burke, Cultura e società nell’Italia del Rinascimento, Einaudi, Torino 1984, pp. 135-ss.)
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Dossier per la prima provai
4. Stampa e scoperte geografiche
Jacques Heers (1924-), esperto studioso del Medioevo, professore alla Sorbona di Parigi, indirizza
la sua attenzione di storico sull’economia, le strutture sociali e la mentalità collettiva. Il suo brano fornisce un’analisi dell’interrelazione fra l’impresa di Colombo e la sua divulgazione grazie alla neonata invenzione della stampa, e contesta la tesi secondo cui la stampa fosse uno strumento riservato alle élites.
La diffusione delle notizie [sulla scoperta di Colombo] fu possibile anche grazie ai tipografi, ultimi
arrivati in questo insieme di mestieri che si erano sviluppati intorno all’informazione, perfettamente al corrente dei mezzi di diffusione e del risveglio dei mercati, ansiosi di seguire l’attualità da vicino, di ottenere ordini promettenti e, ancor più, di creare nuove edizioni o ondate di curiosità. Le
date parlano da sole: il 1° aprile [1493], poco più di tre settimane dopo l’arrivo a Lisbona, due
settimane soltanto dopo il ritorno a Palos, la lettera di Colombo venne stampata a Barcellona: si
trattava di un lavoro frettoloso dovuto all’incalzare delle circostanze, di un’iniziativa certamente
tollerata, se non suggerita dalla corte. In ogni caso questo episodio segna una data precisa riguardo al ruolo svolto dalla stampa nella propagazione delle notizie. Non rimanendo affatto confinata nei lavori di erudizione, nell’edizione di bibbie e opere didattiche, essa rispondeva già ai
mille bisogni della vita quotidiana e soddisfaceva le domande più svariate. Non era uno strumento di lusso, bensì di diffusione.
STORIA © 2009 De Agostini Scuola SpA – Novara – Pagina fotocopiabile e scaricabile dal sito www.scuola.com
(J. Heers, La scoperta dell’America, Ecig, Genova 1993, pp. 23-29)
5. Gli effetti dell’invenzione della stampa
Lo storico americano contemporaneo Myron P. Gilmore spiega con parole semplici e chiare le
enormi conseguenze dell’introduzione della stampa a caratteri mobili.
L’invenzione e lo sviluppo della stampa a caratteri mobili [...] aprì nuovi orizzonti all’istruzione e
alla comunicazione delle idee; i suoi effetti, presto o tardi, si fecero sentire in ogni ramo dell’attività umana. [...]
La pagina stampata fu il primo di quei mezzi di comunicazione di massa che sono cresciuti fino al
punto da dominare la nostra vita. Diventò possibile l’appello anonimo, indirizzato più all’emozione che alla ragione. I polemici manifesti murali divennero un’arma di attività politica e svolsero la
loro prima grande funzione nella divulgazione della Riforma.
Per la prima volta un gran numero di persone poté partecipare, anche se passivamente, a sfere
più larghe di attività. L’orizzonte si allargò potenzialmente per tutti, ma ci si può anche chiedere
se in questo processo non andassero perdute alcune particolarità dell’esperienza umana. Già
prima della fine del XVI secolo alcuni educatori ritennero necessario esigere un maggior numero
di illustrazioni nei primi libri per l’infanzia, perché l’importanza dell’immagine visiva venisse ristabilita. In tutti i rapporti legali che univano individui e gruppi, interessi pubblici e privati, il documento scritto, ed ora stampato, veniva ad assumere maggiore importanza della consuetudine
orale. La società europea stava muovendo verso un ordine capitalistico, e certuni dei suoi nuovi
bisogni venivano direttamente serviti dalle parole stampate.
(M.P. Gilmore, Il mondo dell’umanesimo. 1453-1517, La Nuova Italia, Firenze 1977, pp. 231-34)
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