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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
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www.apan.it
BOLLETTINO N. 234
Mercoledì 6 gennaio 2010,dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo
mercoledì di ogni mese, anche se coincidente con la festa dell’Epifania vi sarà una serata di
osservazioni al telescopio.
La Luna sarà prossima all’ultimo quarto per cui sorgerà abbastanza tardi. Nella prima parte della sera
si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo.
Giove sarà visibile solo poco dopo il tramonto ad ovest nella costellazione di Acquario.
Marte sarà visibile tutta notte a sud est nella costellazione del Leone con una magnitudine -1 e con un
diametro apparente di 13 secondi d’arco, essendo ad una distanza di 106 milioni di chilometri.
Cominceranno ad essere visibili alcuni particolari della sua superficie.
Saturno sarà visibile dopo mezzanotte nella costellazione della Vergine vicino alla Luna.
Venere e Mercurio non saranno visibili in quanto in congiunzione con il Sole.
RECENSIONI
LUCA NOVELLI
GALILEO e la prima guerra stellare
Editoriale Scienza - Letteratura per ragazzi da 8 anni in su
Pag. 128 – ed. 2009 - Euro 9.90
Edizione speciale e copertina nuova di zecca, per festeggiare i 400
anni da quando Galileo puntò il cannocchiale verso il cielo!
Quattrocento anni fa Galileo guardò dentro il cannocchiale, verso il
cielo, e prese nota di quello che vide – e quello che vide contribuì a
cambiare il nostro modo di pensare alle cose del cielo e, di lì a poco,
anche il nostro modo di pensare alle cose della Terra…
Galileo ha inventato la scienza moderna. Costruì innumerevoli
strumenti e fece spettacolo con i suoi esperimenti. Scoprì mille cose:
le montagne della Luna, i satelliti di Giove e le macchie solari. In
questo libro Galileo in persona racconta la sua vita, da ragazzino a
Pisa dove imparò a suonare il flauto e l'organo in famiglia, alla
vecchiaia confinato dall'Inquisizione nella casa di Arcetri, dove
benché cieco, non perse il gusto della ricerca e della polemica,
circondato da amici ed allievi.
Alla fine, un piccolo dizionario “stellare” per capire meglio le teorie e le idee di questo grande
scienziato e un’eccezionale intervista condotta dall’autore Luca Novelli a Galileo Galilei in persona,
venuto a trovarci in occasione dell’Anno Internazionale dell’Astronomia e a festeggiare i 400 anni
esatti da quando puntò il suo cannocchiale verso la Luna
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Giungiamo ad Armeno e sostiamo alla Chiesa
Parrocchiale dell'Assunta ove sulla cappella
dell'Ossario troviamo un grande quadrante in
cattivo stato di conservazione e che negli ultimi
anni si è notevolmente degradato.
Di questo manufatto di grandi dimensioni
rimane solo una parte della cornice molto
elaborata e qualche traccia di linee orarie.
Sul fascicolo "Lo Strona" del 10.12.1981,
appare una descrizione a firma di Giovanni
Gorini. "Sulla parete sud della cappella
dell'Ossario, sul sagrato della chiesa.
meridiana contornata da figure allegoriche
della morte: due scheletri con falce e vanga,
un bambino con la fiaccola spenta rivolta verso il basso". le motivo è difficoltoso osservarlo
(a cura di Salvatore Trani)
MANUALE AAVSO – PARTE QUARTA
Pensando di fare cosa gradita a tutti, proseguiamo la pubblicazione della traduzione del manuale
AAVSO con le indicazioni per l’osservazione delle stelle variabili.
Oculari – Un oculare a basso ingrandimento e grande campo è un aiuto importante per localizzare le
stelle variabili, e permette all’osservatore di includere il maggior numero possibile di stelle di confronto
nel campo. Non è necessario un forte ingrandimento, a meno che non stiate osservando stelle deboli
(vicino al limite del vostro telescopio) o campi stellari affollati. Le caratteristiche esatte dell’oculare di
cui avete bisogno dipendono dalle caratteristiche del vostro telescopio. E’ consigliabile avere 2 o 3
oculari. Uno di questi dovrebbe essere a basso ingrandimento (20X-70X) per la localizzazione e per
osservare le variabili più luminose. Gli altri oculari dovrebbero essere ad ingrandimento superiore per
l’osservazione di stelle più deboli. Oculari di alta qualità (specialmente ad ingrandimenti elevati)
forniscono migliori immagini stellari, che si traducono nella possibilità di osservare stelle più deboli.
Una lente di Barlow 2X-3X di buona qualità, acromatica, può essere di aiuto (si veda la nota
successiva per ulteriori informazioni sugli oculari).
Montatura – Nell’osservazione delle stelle variabili si possono utilizzare con successo sia montature
equatoriali che altazimutali. La stabilità è importante per prevenire immagini stellari traballanti, e dei
movimenti fluidi sono importanti per gli spostamenti. Il moto orario può essere d’aiuto quando si
osserva ad alto ingrandimento, ma molti osservatori ne fanno a meno.
Atlanti - Un atlante stellare o una mappa del cielo a piccola scala saranno di grande aiuto per imparare
a riconoscere le costellazioni e localizzare la zona di cielo nella quale si può trovare una stella
variabile. L’AAVSO Variable Star Atlas è concepito proprio per localizzare le stelle variabili. Oltre a
questo, esistono diversi altri atlanti tra cui scegliere, in base alle proprie necessità e preferenze. Molti
di questi sono elencati in apposita appendice.
Due parole sugli oculari di Carl Feehrer, Membro/Osservatore AAVSO
La comprensione di base dei parametri fondamentali di un oculare aiuta in modo significativo nella
scelta della scala delle mappe, nel prevedere ciò che si vedrà all’oculare, e nell’ottenere il massimo
risultato dal vostro strumento. Di seguito vengono brevemente discussi i parametri più importanti.
Estrazione pupillare — Questa è la distanza tra l’occhio e l’oculare nel momento in cui l’intero
campo è visibile e a fuoco. In generale, maggiore è l’ingrandimento dell’oculare, più piccolo è il “foro”
attraverso il quale dovrete guardare, e più vicino alla lente dovrete porre l’occhio. La necessità di
avvicinarsi molto, con alcuni tipi di oculare o ingrandimenti, può rappresentare un problema, specie
per chi porta gli occhiali, e può essere disagevole per gli osservatori le cui ciglia tocchino l’oculare
per avere una visione soddisfacente. L’estrazione pupillare “lunga” si ha quando si può tenere
l’occhio a diversi millimetri (8-20) dall’oculare mantenendo ancora una visione nitida dell’intero
campo. Per fortuna, esistono diversi tipi di oculare che assicurano questo risultato.
Campo di vista — Bisogna distinguere tra il Campo Vero (True Field, TF) ed il Campo Apparente
(Apparent Field, AF). TF indica le dimensioni angolari della porzione di cielo che potete
effettivamente vedere attraverso il vostro strumento, e dipende dall’ingrandimento fornito
dall’oculare. Il campo inquadrato dall’occhio nudo (ingrandimento 1X) è un esempio di Campo Vero.
AF invece indica il campo sotteso dal solo oculare, e dipende dallo schema ottico dell’oculare. La
cornice fissa di uno schermo televisivo è un esempio di Campo Apparente.
Il noto metodo empirico per stimare TF per mezzo del tempo impiegato da una stella ad attraversare
il diametro del campo di vista verrà illustrato in seguito nella sezione “Ulteriori Consigli Osservativi”.
Se già conoscete il valore di AF e l’ingrandimento (magnification, M) del vostro oculare, TF può
essere stimato per mezzo della relazione seguente:
TF=AF/M
Quindi, un oculare che dia 40 ingrandimenti, con AF=50°, avrà un campo vero TF=1.25°, che è pari
all’incirca a 2.5 volte il diametro apparente della Luna piena.
Pupilla di uscita — La pupilla di uscita è il nome dato al “foro” attraverso il quale si guarda. E’
l’occhio stesso a porre dei limiti pratici alle dimensioni della pupilla d’uscita: se ha un diametro
superiore a 7 mm circa, parte della luce trasmessa viene “sprecata” perché quel valore è pari
all’incirca al diametro massimo dell’iride dell’occhio, completamente adattato all’oscurità, di una
persona giovane e sana. Se è inferiore a circa 2 mm, la luce che entra nell’occhio è così poca che la
luminosità di una stella che non sia inizialmente molto luminosa, potrebbe non essere valutabile.
Se conoscete la lunghezza focale (Focal Length, FL) del vostro oculare ed il rapporto focale (Focal
Ratio, FR) del vostro telescopio, la pupilla di uscita (Exit Pupil, EP) può essere stimata dalla
relazione seguente:
EP=FL/FR
Quindi, un oculare con una lunghezza focale di 25 mm, accoppiato ad un telescopio con rapporto
focale pari a 10, ha una pupilla di uscita di 2.5 mm. Se non conoscete FR, potete determinarlo
dividendo la lunghezza focale del telescopio per l’apertura.
Aumento del contrasto con l’Ingrandimento — All’aumentare dell’ingrandimento di un oculare,
diminuisce la quantità di luce che raggiunge l’occhio. Tuttavia, spesso si trova che un piccolo
aumento dell’ingrandimento migliori il contrasto tra le stelle ed il cielo circostante, e questo effetto
può essere utilizzato quando si fanno stime di magnitudine in cieli a moderato inquinamento
luminoso. Ad esempio, spesso si nota che binocoli 10x-50mm sono preferibili ai 7x-50mm in cieli non
completamente scuri. Lo stesso vale per un telescopio, e potreste notare che cambiando un oculare
a basso ingrandimento con uno a medio ingrandimento, diciamo da 20X a 40X, si ottenga una
visibilità migliore in condizioni marginali.
Oculari parfocali — Oculari aventi lo stesso schema ottico e prodotti dallo stesso costruttore
possono spesso essere intercambiati senza la necessità di rifuocheggiare lo strumento, il che li
rende particolarmente convenienti da usare. E’ a volte possibile creare un “set parfocale” da un set
eterogeneo di oculari, inserendo opportunamente sui barilotti guarnizioni O-ring o spaziatori tagliati
da tubi di plastica.
Disegni ottici degli oculari — Gli oculari sono disponibili in un gran numero di schemi ottici. I
modelli più vecchi arrivano a contenere due sole lenti, mentre i modelli più recenti arrivano fino a otto
lenti. Alcuni funzionano meglio a ingrandimenti bassi o intermedi, altri invece vanno bene sull’intero
intervallo da basso ad alto ingrandimento. La scelta dell’oculare “giusto” dipende da cosa pensate di
osservare, dalle vostre necessità in termini di ingrandimento, risoluzione e campo di vista, e da
quanto siate disposti a spendere. La tabella seguente permette un confronto tra alcuni tipi di oculare
in funzione di estrazione pupillare, campo apparente e costo.
Kellner
Ortoscopico
Plossl
Erfle
“Ultrawide“
Estrazione Pupillare
Rif.: Kellner
corta
media
media
lunga
lunga
Campo App. (gradi)
Costo Rif.: Kellner
36-45
40-50
48-52
60-70
52-85
basso
medio
medio
medio
molto alto
REGALATI LA LUNA E TUTTE LE STELLE
C’è un universo tutto da scoprire con il cannocchiale di
Galileo by Topolino
Nell’anno internazionale dell’astronomia, molte sono state
le iniziative per fare osservare il cielo con uno strumento
simile a quello usato da Galileo.
Ci hanno provato gli americani anche se le consegne sono
in forte ritardo e non poteva di certo mancare “Topolino”
Dal 6 gennaio, per cinque settimane verrà offerto uno
strumento con ingrandimenti fio a 30 volte ad un prezzo
veramente popolare: soli € 5.90 compreso Topolino.
Non ci si deve fare troppe illusioni su cosa si possa vedere
con un simile strumento, ma certamente la sua visione ci
avvicinerà alle osservazioni fatte allo stesso Galileo che
utilizzava strumenti di pari qualità.
La pubblicità allegata è stata tratta dalla rivista “Le Stelle”
del mese di gennaio 2010. In essa si riporta quanto segue:
Nel 1575 un uomo decise di guardare il mondo da un altro
punto di vista, e scoprì le stelle: era Galileo Galilei ...
Naturalmente le osservazioni di Galileo risalgono alla fine
del 1609 e nel 1575 aveva appena 11 anni.
La domanda è la seguente: come è possibile che su una rivista scientifica del calibro di “Le Scienze”
possano passare simili cavolate? Il quesito ci lascia perplessi e ci fa intravedere una superficialità
veramente strabiliante per chi deve curare l’immagine di un periodico.
INQUINAMENTO LUMINOSO
lo spaventoso inquinamento luminoso della città di Roma
NUOVI DATI COMPLICANO UN VECCHIO ENIGMA
Come il Sole, ma variabili - Le pulsazioni di luminosità che interessano un terzo delle stelle
simili al Sole appaiono, alla luce di nuove osservazioni, inspiegabili dai modelli finora proposti
Uno studio approfondito condotto con il Very Large Telescope dell'ESO
infittisce un mistero di vecchia data sullo studio di stelle simili al Sole.
Rimangono ancora non chiarite le strane variazioni annuali della luminosità di
circa un terzo delle stelle simili al Sole durante le fasi finali della loro vita.
Negli ultimi decenni, gli astronomi hanno proposto molte spiegazioni possibili,
ma le nuove accurate osservazioni li contraddicono e contribuiscono solo ad
accrescere il mistero. La ricerca di una spiegazione adatta è ancora in corso.
"Gli astronomi sono all'oscuro e questa volta non fa loro piacere" dice
Christine Nicholls, dell'Osservatorio di Mount Stromlo in Australia, primo
autore di un articolo che illustra lo studio. "Abbiamo ottenuto la serie di osservazioni più
completa fino ad oggi di questa classe di stelle simili al Sole e i dati mostrano chiaramente che tutte le
spiegazioni possibili per il loro insolito comportamento semplicemente falliscono".
Il mistero indagato dal gruppo risale agli anni trenta e riguarda circa un terzo delle stelle simili al Sole
sia nella Via Lattea sia in altre galassie. Verso la fine della loro vita, poco prima di diventare stelle
nane bianche, tutte le stelle con massa simile a quella del nostro Sole diventano rosse, fredde e molto
grandi. Conosciute anche con il nome di giganti rosse, queste stelle vecchie mostrano delle periodiche
variazioni di luminosità molto intense su tempi scala fino a due anni.
“Si pensa che queste variazioni siano causate da quelle che noi chiamiamo pulsazioni stellari" dice
Nicholls. "Grosso modo, la stella gigante si espande e si contrae, diventando alternativamente più
brillante o più debole. Tuttavia un terzo di queste stelle mostra un'ulteriore inspiegabile variazione
periodica, su tempi di scala quinquennale.
Per scoprire quale sia l'origine di questa caratteristica secondaria, gli astronomi hanno controllato, per
un periodo di 2 anni e mezzo, 58 stelle situate in una galassia vicina alla nostra, la Grande Nube di
Magellano. Come è illustrato anche in un altro lavoro, a cui ha partecipato anche l'italiana Maria-Rosa
L. Cioni, attualmente presso l'Università dello Hertfordshire, i ricercatori hanno ottenuto degli spettri
con FLAMES/GIRAFFE, uno spettrografo ad alta risoluzione del Very Large Telescope dell'ESO, e li
hanno combinati con delle immagini ottenute con altri telescopi, realizzando una straordinaria
collezione di dati sulle proprietà di queste stelle variabili.
Insiemi di dati come quelli raccolti da Nicholls e collaboratori, spesso indirizzano verso la risoluzione
dell'enigma cosmico restringendo le possibili spiegazioni offerte dai teorici. Tuttavia in questo caso le
osservazioni non sono compatibili con nessuno dei modelli pensati e riaprono una questione molto dibattuta.
"I nuovi dati raccolti mostrano che le pulsazioni stellari sono una spiegazione estremamente poco
probabile delle extra variazioni di luminosità" dice il capo del gruppo, Peter Wood, "Un altro possibile
meccanismo che produca variazioni di luminosità in una stella è quello in cui la stella stessa si muove
in un sistema binario. Comunque, le nostre osservazioni sono incompatibili anche con questa ipotesi."
Grazie ad ulteriori analisi il gruppo ha scoperto che qualsiasi sia la causa di queste inspiegabili variazioni,
questa fa sì che la stella gigante espella massa a blocchi o come un disco in espansione. "Ci vorrebbe
un detective alla Sherlock Homes per risolvere questo frustrante mistero", ha concluso Nicholls.
Fonte: Le Scienze
PADOVA, CAPITALE MONDIALE DELL’ASTRONOMIA
Succederà il 9 e 10 gennaio 2010 quando astronomi, scienziati e autorità provenienti dai 148 Paesi
che hanno celebrato il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia, si ritroveranno nell’Aula Magna
dell’Università per la Cerimonia di Chiusura dell’Anno. Un primo resoconto di come è andata, ma
anche la discussione sui grandi progetti della ricerca astronomica del prossimo decennio.
Per festeggiare questo avvenimento, Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF, e Comune di Padova
hanno organizzato 5 giorni di eventi a carattere astronomico: dall’esposizione del cannocchiale
originale di Galileo Galilei assieme ad un pezzo di Luna al Centro Altinate a spettacoli speciali al
Planetario, dalle visite animate all’antica Specola o all’osservazione di Giove da Prato della Valle
(tempo permettendo).
www.galileo2010.it
FLY ME TO THE MOON
Mare Nectaris
Sul bordo lunare nel quadrante sud est troviamo il "Mare Nectaris". E' un golfo del Mare Tranquillitatis
grande circa 100000 Km quadrati, la sua formazione risale al periodo Nectariano (da -3.92 miliardi di
anni a -3.85 miliardi di anni). La sua superficie è molto piatta con alcune dorsali e alcuni solchi. Il
periodo migliore per l’osservazione è 5 giorni dopo la Luna Nuova oppure 4 giorni dopo la Luna Piena.
Alcuni dati:
Longitudine: 35.0° Est
Latitudine: 15.0° Sud
Quadrante: Sud-Est
Area: Bordo Meridionale del Mare Nectaris
Origine del nome:
Dettagli: Mare del Nettare
Autore del nome: Riccioli (1651)
Nome dato da Langrenus: Sinus Batavicus
Nome dato da Hevelius: Fretum Ponticum
Nome dato da Riccioli: Mare Nectaris
Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un binocolo 10x.
Davide Crespi
LUNA PIENA E PERIGEO
Il 30 gennaio 2010 si verifica una concomitanza
interessante: ore 7.00 – Luna Piena
Ore 10.00 – Perigeo lunare.
La Luna Piena al Perigeo sarà la più grande
possibile sottendendo un angolo di 33' 28,8" mentre
In media è di 31' 05.2" , differenza assolutamente
non apprezzabile ad occhio nudo.
La Luna in chilometri disterà Km 356.593 mentre
mediamente è a Km 384.401; all'apogeo sottende
un angolo di 29' 23.2" e dista Km 406.700.
Combinazione che è già avvenuta in un recente
passato (12 dicembre 2008) e che avverrà ancora in
futuro ciclicamente , ma quando ?
Allora godiamoci questa bella (sempre) grande Luna
Piena al Perigeo che sorgerà circa alle ore 18 (tempi
in T.M.E.C.) di sabato 30 gennaio 2010.
Sandro Baroni
REGALA UNA STELLA!
Segnaliamo questo tipo di iniziative che ormai da anni vengono offerte in internet o utilizzando altri
mezzi di informazione. La dicitura indica: Cerchi un regalo originale? Regala una stella con Online
Star Register! Il regalo più brillante dell’anno!
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Gratuita
Nome recendi di assegnazioni
Gerwin
Eràto
Anita. (B)
Bessy
Habibì
Cristina van Roy
Bea
Mony
Rijni
savernet
Coordinate
RA 20h54m05.94
RA 11h10m55.64
RA 05h46m01.53
RA 17h26m37.94
RA 17h51m44.55
RA 17h06m28.37
RA 16h16m44.77
RA 07h54m42.74
RA 17h01m12.60
RA 21h40m37.96
+45°06'36.5''
+01°09'50.0''
+37°17'09.2''
-05°05'11.4''
-45°36'02.5''
-35°27'03.7''
+29°09'01.1''
+47°33'52.5''
-29°41'03.6''
+23°11'17.9''
dec
dec
dec
dec
dec
dec
dec
dec
dec
dec
7.36 mag
11.6 1 mag
7.34 mag
4.53 mag
6.10 mag
6.17 mag
5.80 mag
5.47 mag
8.02 mag
8.03 mag
A comprova della registrazione viene inviata della documentazione costituita da uno pseudo
certificato, di una mappa girevole del cielo. Il tutto a metà prezzo (siamo in fase di saldi) solo € 34.95
anziché 57.95.
Naturalmente ognuno può comportarsi come vuole ma sia chiaro che nessuno può vendere le stelle
a tanto meno assegnare un nome ad una di esse, lo fa l’apposita commissione dell’Unione
Astronomica Internazionale, ma non a pagamento. Se si vuole spendere dei soldi inutilmente e fare
un regalo ai proponenti lo può fare tranquillamente. Me forse sarebbe meglio inviare i soldi a chi ne
ha veramente bisogno e fare un atto di furbizia, assegnarsi personalmente almeno una stella
luminosa; per non esagerare diciamo di 2 o 3^ magnitudine.
AE AURIGAE
AE Aurigae (5h 13,0m; +34° 15')
AE Aurigae è la stella luminosa blu al centro
dell'immagine. L'incredibile energia di questo
astro caldo e massiccio ha ionizzato il gas
circostante, rendendolo luminoso Per questo
motivo è anche conosciuta come "la stella
fiammeggiante". L’immagine è in falsi colori ed
è stata creata sovrapponendo delle riprese in
luce di idrogeno-alfa (giallo), Ossigeno [OIII]
(viola) e zolfo [SII] (blu).
E’ una stella calda variabile tra la magnitudine
5.4 e la 6.1, in maniera piuttosto strana ed
irregolare. E' come si è detto la sorgente che
eccita una diffusa nebulosità che l'avviluppa ma,
fatto piuttosto peculiare, sembrerebbe che la
stella proveniente da una altra zona dello
spazio, si sia associata alla nebulosità in un
secondo tempo.
Quindi i due oggetti non sono nati assieme, probabilmente AE Aurigae proviene da una zona nei
pressi di M 42, la Nebulosa di Orione. La distanza stata percorsa in circa 2.7 milioni d'anni.
LA COSTELLAZIONE DEL TORO
Il Toro é una delle dodici costellazioni dello Zodiaco, e dal 4000 a.C. al 1700 a.C. rappresentava
l'equinozio di primavera, l'inizio dell'anno per le più antiche civiltà. Il moto precessionale terrestre ha
poi spostato l'equinozio di primavera verso occidente attraverso la costellazione dell'Ariete fino alla
sua posizione attuale nella costellazione dei Pesci.
Essendo il Toro una delle costellazioni più antiche: si possono trovare riferimenti ad essa in fonti
egizie ed ebraiche, oltre che greche. Nel mito greco la costellazione ricorda l'animale che portò
Europa sana e salva attraverso il mare fino all'isola di Creta. Ma i Greci hanno collegato la leggenda
ad un segno preesistente, dato che il gruppo zodiacale aveva già quel nome quando ancora la civiltà
greca era di là da venire.
Per gli antichi Egizi era il dio Api, per i Persiani rappresentava il dio Mitra, e nell'Europa nordoccidentale i Druidi Celti, quando il Sole entrava nella costellazione, celebravano una grande festa
dedicata ai tori. Altri miti legati ai suoi due ammassi stellari più imponenti, le Iadi e le Pleiadi.
Api era il toro sacro divinizzato e venerato come personificazione del dio Ptah. Centro principale del
suo culto era Melfi, dove sorgeva un tempio in cui si custodiva un grande toro Api di colore nero, con
un triangolo bianco in fronte, una macchia bianca a forma di crescente lunare sui fianchi e un'altra
simile a un'aquila sul collo. Dopo morto il toro veniva mummificato e sepolto in un sontuoso sarcofago;
un altro lo sostituiva e doveva avere le stesse caratteristiche del primo. La consacrazione del nuovo
Api avveniva nel tempio con rito solenne presieduto dal grande sacerdote di Ptah. Originariamente Api
veniva associato al Nilo come propiziatore della piena del fiume. Dalla XVIII dinastia in poi, Api venne
accomunato anche a Osiride e ad Atum. La più antica tomba di Api risale all'epoca della XVIII dinastia
durante il regno di Amenhotep III. Fino ad allora le sepolture erano individuali; si deve a Ramesses II
la costruzione di un tumulo comune per buoi sacri, che il faraone fece innalzare nei pressi di Melfi e
chiamò Serapeum. Il grande mausoleo fu scoperto da un egittologo francese, Auguste Mariette (18211881), nella seconda netà dell'800.
Api veniva chiamato anche <<Amina di Ptah>> oppure <<Figlio di Ptah>>. Ne riferiscono: LanzoneRidolfi in Mitologia Egiziana; Boris De Rachewiltz ne I Miti Egizi; Corrado D'Alessio in Dèi e Miti
(a cura di Barbara Soldà)
EPSILON AURIGAE
La bellissima Epsilon Aurigae ha finalmente
raggiunto il minimo di magnitudine visuale di
3.8
ora rimarrà tale per tutto il 2010 , solo nel 2011
ricupererà la magnitudine massima di 2.9 e
cioè alla fine della fase di eclisse.
Sandro Baroni
INAUGURATO VISTA, TELESCOPIO INFRAROSSO DA RECORD
Con un diametro di 4,1 metri è, nel suo genere,
il più grande telescopio per la radiazione
infrarossa esistente, è appena stato inaugurato
in Cile a Monte Paranal presso l’Osservatorio
Australe Europeo (Eso) e significativamente si
chiama VISTA (che poi è, al di là dei giochi di
parole, l’acronimo un po’ forzato di Visible and
Infrared Survey Telescope for Astronomy).
Se l’occhio di VISTA è lo specchio per
l’infrarosso con la maggior curvatura mai
costruito, il suo cuore è un apparecchio
fotografico di tre tonnellate che contiene 16
speciali rivelatori sensibili all’infrarosso per un
totale di 67 milioni di pixel. Il tutto è raffreddato a -200 °C per evitare il disturbo della radiazione
infrarossa ambientale. Il campo inquadrato è 10 volte più grande della Luna piena, la sensibilità 40
volte maggiore di quella finora raggiunta con strumenti analoghi. VISTA userà quasi tutto il suo
tempo per disegnare una mappa sistematica del cielo australe in sei survey principali aventi scopi
scientifici differenti, da svolgersi nei prossimi cinque anni. Una survey interesserà l'intero cielo
australe mentre le altre si concentreranno su regioni più limitate. VISTA ci aiuterà a comprendere la
natura, la distribuzione e l'origine di stelle e galassie, realizzando una mappa tridimensionale della
nostra galassia e delle Nubi di Magellano, stabilendo la relazione della struttura dell'universo con
materia ed energia oscure.
Fonte: Astronomianew
LA LUNA IN OSSERVATORIO IL 30/12/2009
RIVOLUZIONIAMO LE STAGIONI
La settimana scorsa ero a Torino e un autista di taxi mi dice, che freddo che fa; io ribatto: è arrivato
l’invero. In risposta mi appioppa un: l’inverno arriva il 21, mancano ancora 4 giorni. Non ho più fiatato!!
Nel frattempo arriva questa simpatica segnalazione di Sandro Baroni che se accettata metterebbe
tutto a posto.
Ma perché l'estate inizia, per convenzione, il 21 giugno, quando all'indomani le giornate cominciano
già ad accorciarsi? E l'inverno al 21 dicembre il freddo ci ha già raggiunto ormai da tempo. La
proposta sarebbe che le stagioni dovrebbero avere il centro e non l'inizio dei giorni sopra considerati.
Pertanto l'equinozio di primavera va posizionato come giorno centrale della primavera ed il solstizio di
estate al centro della stessa stagione, e così via! Le stagioni risulterebbero così rivoluzionate:
primavera
dal 6 febbraio al 6 maggio
estate
dal 7 maggio all'8 agosto
autunno
dal 9 agosto al 7 novembre
inverno
dall'8 novembre al 5 febbraio.
Quali inconvenienti: il ferragosto capita in autunno.................ma quante volte dopo il 15 agosto siamo
scappati dalla villeggiatura estiva in montagna a causa di un brutto tempo tipicamente .....autunnale?
SATELLITI DI MARTE IN UN FILMATO DA FANTASCIENZA
Se volete vedere un filmato davvero da fantascienza ma assolutamente reale collegatevi all’indirizzo
http://www.esa.int/esaSC/SEMDOE7JT2G_index_0.html
Grazie a una disposizione geometricamente molto favorevole, per la prima volta i due piccoli satelliti di
Marte sono stati ripresi insieme da una navicella spaziale in orbita intorno al pianeta: Phobos e
Deimos sfilano davanti a voi con i loro crateri e si ha la netta impressione di che cosa potrà essere per
gli astronauti del futuro scendere su Marte o attraversare la fascia principale degli asteroidi.
L’eccezionale filmato si deve alla navicella europea “Mars Express” e risale al mese scorso. L’ESA
l’ha reso pubblico l’11 dicembre 2009. Si tratta di 130 immagini scattate al ritmo di una al secondo
intorno alle ore 9,14 del 5 novembre, ora dell’Europa centrale. La risoluzione è di 110 metri per pixel
per Phobos, che transita in primo piano, e di 240 metri per Deimos, che si trovava a una distanza
doppia da “Mars Express” rispetto all’altro satellite.
Il campo abbracciato è di mezzo grado. Phobos è il satellite maggiore e orbita in 7 ore e 39 minuti a
11.800 km dalla superficie di Marte. Deimos orbita a 26 mila km. Furono scoperti da Asaph Hall nel
1877. La loro forma è irregolare. Phobos ha un diametro massimo di 26 km, Deimos di 15.
Fonte: Astronomianews
PICCOLI ASTROFILI IN OSSERVATORIO
Angelo e Fabrizio con i figli il 30/12/2009
Hanno collaborato:
Silvano Minuto, Salvatore Trani, Barbara Soldà, Davide Crespi, Oreste Lesca, Sandro Baroni
Vittorio Sacco