Il mercato della moneta Politica Economica (a.a. 2014

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Il mercato della moneta
Politica Economica (a.a. 2014-2015)
Lavinia Rotili
Università di Roma, Sapienza
3 Marzo 2015
Lavinia Rotili (Sapienza)
Il mercato della moneta
3 Marzo 2015
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Gli ingredienti del mercato
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L’offerta di moneta;
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la domanda di moneta;
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l’equilibrio del mercato.
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Cos’è la moneta?
In macroeconomia, la parola moneta identifica l’insieme dei mezzi di
pagamento, ovvero l’insieme delle attività che possono essere facilmente
impiegate per effettuare transazioni (circolante e depositi bancari).
Funzioni della moneta:
riserva di valore;
unità di conto;
mezzo di scambio.
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La moneta come riserva di valore
La moneta è un’attività finanziaria che permette di trasferire potere
d’acquisto nel tempo, dal presente al futuro. Esempio: se oggi lavoro
e guadagno 100 euro, posso conservare questa moneta e spenderla
domani, la prossima settimana o il prossimo mese;
la moneta però, è una riserva di valore imperfetta: se i prezzi
aumentano infatti, il valore della moneta si riduce col passare del
tempo;
rispetto ad altre attività finanziarie (ad esempio i titoli), la moneta ha
il vantaggio della liquidità in quanto consente di effettuare pagamenti
senza costi o ritardi.
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La moneta come unità di conto
La moneta rappresenta il mezzo in termini del quale si stabiliscono i
prezzi e si registrano i debiti;
la microeconomia ci insegna che le risorse vengono allocate sulla base
dei loro prezzi relativi ovvero i prezzi dei diversi beni relativamente
agli altri;
un concessionario vi dirà che un’automobile costa 20 mila euro, ma
non vi dirà mai che costa 400 camicie;
sostanzialmente, la moneta è il metro con cui misuriamo le
transazioni economiche.
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La moneta come mezzo di scambio
La moneta è ciò di cui ci serviamo per acquistare beni e servizi;
se la moneta non fosse mezzo di pagamento, saremmo in
un’economia basata sul baratto, in cui lo scambio richiede una doppia
coincidenza dei bisogni: ognuna delle persone che scambia deve avere
il bene desiderato dall’altro. Sarebbero possibili, dunque, solo
transazioni semplici;
la moneta, invece, rende possibili transazioni economiche più indirette
(pensiamo ad esempio al pagamento dello stipendio o al costo di un
servizio).
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L’offerta di moneta
La quantità di mezzi di pagamento disponibili è chiamata offerta di
moneta;
l’offerta di moneta comprende dunque il circolante, ovvero la somma
della moneta cartacea e metallica in circolazione, e i depositi in
conto corrente trasferibili, ad esempio, tramite assegni;
Si tratta di attività che possono essere prontamente utilizzate per le
transazioni.
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La Banca Centrale e la base monetaria
La gestione della moneta e del credito viene attuata dalla Banca
Centrale che controlla lo stock di moneta in circolazione. La BC
assume la duplice funzione di istituto di emissione e prestatore di
ultima istanza nei confronti degli altri intermediari finanziari (banche).
la BC si occupa del controllo e della gestione della base monetaria,
data dalla moneta legale e da qualsiasi attività convertibile
immediatamente e senza costi in moneta legale di nuova creazione:
circolante;
depositi delle aziende di credito ai fini di riserva;
riserve ufficiali (oro e valute estere).
L’offerta di moneta complessiva, però, non coincide esclusivamente
con la base monetaria, ma a ciò vanno aggiunte le passività delle
banche ordinarie (depositi in conto corrente).
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Il moltiplicatore della moneta
Tra base monetaria e quantità complessiva di moneta esiste un rapporto
diretto: l’offerta totale di moneta è un multiplo della base monetaria.
Di conseguenza, poichè la BC controlla direttamente la base monetaria,
essa controlla indirettamente l’offerta totale di moneta tramite il
moltiplicatore della moneta.
Base monetaria composta, per semplicità, solo da circolante e riserve
delle banche: BM = C + R;
Offerta di moneta composta dal circolante e dai depositi detenuti
presso le banche dal pubblico: M = C + D.
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Il moltiplicatore della moneta
Date le definizioni precedenti, è possibile ricavare il rapporto esistente
M
tra base monetaria e offerta complessiva di moneta: BM
= CC +D
+R ;
ipotizzando che il pubblico mantenga un rapporto costante c fra il
circolante in possesso e i depositi e che le banche mantengano un
C
R
rapporto costante r fra riserve e depositi, si ha che c = D
er=D
da
cui consegue che Dc = C e Dr = R;
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Il moltiplicatore della moneta
Quindi è possibile riscrivere la relazione tra base monetaria ed offerta
M
M
Dc+D
di moneta: BM
= CC +D
+R → BM = Dc+Dr
mettendo a fattor comune D e risolvendo per M si ottiene:
M=
1+c
c+r
1+c
c+r BM
è il moltiplicatore della moneta. Cosa succede se varia r o c?
In conclusione, l’offerta di moneta è un multiplo della base monetaria.
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Il moltiplicatore della moneta
I canali di creazione della base monetaria utilizzati dalla BC si distinguono
tra estero e interno. Per il momento consideriamo solo quello interno. Gli
strumenti a disposizione della BC sono principalmente tre:
la manovra del tasso di sconto, ossia la variazione del tasso al quale
la BC finanzia il sistema creditizio. Variando il costo del credito, la
BC interviene in senso espansivo e restrittivo sulla base monetaria;
le operazioni di mercato aperto: la BC acquista o vende titoli
pubblici, con l’effetto, rispettivamente, di immettere o sottrarre
liquidità dal sistema;
la manovra della riserva obbligatoria: la BC obbliga le banche a
detenere una certa percentuale di depositi presso di sé (interviene sul
parametro r ): un aumento di r determina una minore moltiplicazione
dei depositi e quindi una diminuzione dell’offerta di moneta, il
contrario nel caso in cui r diminuisca.
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La domanda di moneta
Per comprendere meglio il legame tra mercato della moneta e tasso di
interesse dobbiamo introdurre il concetto di domanda di moneta e
verificare cosa accade in equilibrio (ovvero quando la domanda di
saldi monetari reali eguaglia l’offerta);
l’equilibrio nel mercato della moneta è descritto dalla teoria della
preferenza per la liquidità ed è l’interpretazione più semplice per
comprendere la teoria del tasso di interesse di Keynes;
per analizzare la domanda di moneta da parte degli operatori,
dobbiamo prima capire quali sono le motivazioni che determinano la
quantità complessiva di liquidità richiesta.
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La domanda di moneta
I motivi per i quali gli operatori detengono moneta sono tre:
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transattivo: il pubblico domanda moneta per effettuare i pagamenti di
beni e servizi; esso dipende dal livello del reddito reale;
precauzionale: il pubblico domanda moneta per far fronte alle
necessità impreviste; dipende anch’esso dal livello del reddito reale;
speculativo: il pubblico domanda moneta come alternativa ai titoli. Il
costo di detenere moneta liquida piuttosto che titoli è dato dal tasso di
interesse (prezzo della preferenza per la liquidità): più è alto il tasso di
interesse, minore è la quantità domandata di moneta.
La domanda di moneta dunque, dipende direttamente dal livello del
reddito complessivo (Y ) ed inversamente dal livello del tasso di
interesse (i).
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La domanda di moneta
Se indichiamo la domanda reale di moneta con
funzione della domanda di moneta come:
Md
P
possiamo scrivere la
= L(|{z}
i , |{z}
Y )
−
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Md
P ,
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La domanda di moneta, rappresentazione grafica
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La domanda di moneta, rappresentazione grafica
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L’equilibrio del mercato della moneta
Il mercato è in equilibrio quando
Ne consegue che, in equilibrio:
Md
P
Ms
P
=
Ms
P ;
= L(|{z}
i , |{z}
Y )
−
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L’equilibrio nel mercato della moneta, rappresentazione
grafica
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Effetti della variazione dell’offerta di moneta nel BP
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Effetti della variazione della domanda di moneta
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Legame tra prezzo dei titoli e tasso di interesse
Ipotizziamo che il titolo dà diritto solo a un rimborso certo Rb dopo
un anno; quanto si è disposti a pagarlo oggi? Né più e né meno del
Rb
suo valore attuale: Ptitolo = (1+i)
;
se il prezzo del titolo è più alto del valore attuale, nessuno vuole
comprarlo, l’offerta di titoli è maggiore della domanda e il prezzo deve
scendere per garantire l’equilibrio sul mercato dei titoli; viceversa, se il
prezzo è minore del valore attuale, la domanda è maggiore dell’offerta
e il prezzo sale;
se il rimborso finale non varia, c’è dunque una relazione inversa tra
prezzo del titolo e tasso di interesse.
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