A Paolo Di Sia Supergravità nel superspazio Panoramica generale e analisi tecnica Prefazione di Ignazio Licata Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: novembre A tutti coloro che credono veramente in se stessi, nonostante quello che il mondo esterno superficialmente sentenzia I grandi spiriti hanno sempre incontrato l’opposizione violenta delle menti mediocri. Albert Einstein, Mein Glaubensbekenntnis Indice 13 Indice 13 Prefazione 25 Introduzione Supergravità nel superspazio: panoramica generale e analisi tecnica 27 Capitolo I Introduzione 1.1. Teoria supersimmetrica di particelle, 27 – 1.2. I modelli di supergravità, 31 – 1.3. Supergravità N=1, 33 – 1.4. Supergravità come “teoria effettiva” di superstringa, 36 39 Capitolo II Supergravità pura D=4, N=1 e reonomia 2.1. Introduzione, 39 – 2.2. Supergravità nel superspazio, 45 – 2.3. Il principio di reonomia, 47 – 2.4. Estensione del principio di azione, 50 – 2.5. Reonomia, supergravità D=4, N=1 e supersimmetria “on-shell”, 51 – 2.6. Invarianza dell’azione e supersimmetria “off-shell”, 56 – 2.7. Costruzione della teoria di supergravità N=1 utilizzando il principio di reonomia e le identità di Bianchi, 58 5 9 14 610 63 IndiceIndice Capitolo III Varietà di Kähler 3.1. Introduzione, 63 – 3.2. Strutture quasi complesse e complesse su una varietà 2n-dimensionale, 65 – 3.3. Metriche Hermitiana e di Kähler, 68 – 3.4. Geometria differenziale delle varietà di Kähler, 70 7 7 Capitolo IV Supergravità D=4, N=1 accoppiata ad n multipletti scalari 4.1. Geometria di Kähler per l’accoppiamento dei multipletti scalari alla supergravità D=4, N=1, 73 – 4.2. Soluzioni delle identità di Bianchi e campi ausiliari, 7 7 – 4.3. La costruzione dell’azione, 86 – 4.4. Costruzione di L1, 91 – 4.5. Costruzione di 'L, 94 97 Capitolo V Accoppiamento ai multipletti vettoriali 5.1. Introduzione, 97 – 5.2. Il multipletto vettoriale, 100 – 5.3. Parametrizzazione “off-shell” del gravitino, 101 – 5.4. Identità di Bianchi di zi e Fi, 106 – 5.5. Identità di Bianchi di FĮ, 109 – 5.6. Identità di Bianchi del gaugino, 110 113 Capitolo VI Conclusioni 115 Appendice A.1. Algebra delle matrici gamma in D=4, 115 – A.2. Identità di contrazione, 117 – A.3. Tracce, 117 – A.4. Matrice coniugazione di carica, 118 – A.5. Bilineari covarianti, 119 – A.6. Particolari rappresentazioni delle matrici gamma, 120 – A.7. Formule utili per lo sviluppo dell’algebra delle matrici gamma, 122 – A.8. Proprietà delle correnti fermioniche, 123 – A.9. Rappresentazioni di SO (1,3), 124 – A.10. 2-forme bosoniche, 126 – A.11. Dimensioni delle 3-forme nel superspazio N-esteso D=4, 127 – A.12. Basi irriducibili del superspazio D=4, N=1, 127 – A.13. Formule di Fierz e identità di selfdualità, 128 Indice Indice 131 11 15 7 Tabella I: Supergravità di de Sitter e Poincarè D=4, N=1 135 Tabella II: Supergravità D=4, N=1 accoppiata ad n multipletti scalari 141 Bibliogra¿a 143 Bibliogra¿a (in ordine alfabetico) 145 147 Elenco delle figure Elenco delle tabelle Prefazione Indice 17 Prefazione Il Sogno di Einstein e la Supersimmetria Il Gauging come principio costruttivo nelle teorie unificate I'm a fan of supersymmetry, largely because it seems to be the only route by which gravity can be brought into the scheme. It's probably not even enough, but it's a way forward to get gravity involved. If you have supersymmetry, then there are more of these particles. That would be my favourite outcome. Peter Higgs E' ben noto che uno degli obiettivi fondamentali della fisica teorica è la ricerca di una teoria unificata delle forze e delle particelle. Quello che è meno noto è il gran numero di perché che motivano questa impresa e che sostengono ogni giorno gli sforzi teorici e sperimentali della comunità scientifica. La vecchia suggestione dell' unità della natura non è sufficiente. E' vero che l'assioma zero della fisica è il principio di isotropia ed omogeneità dello spazio tempo rispetto alle leggi fisiche- i.e. ci aspettiamo ragionevolmente1 che le 1 Con ragionevolmente intendiamo qui una generica aspettativa naive di tipo induttivo che sperimentiamo a vari livelli della nostra esperienza. Nonostante la dichiarazione appaia innocua, essa implica un gran numero di problemi concettuali che riguardano allo stesso tempo la filosofia naturale, la logica e le teorie cognitive, e che non approfondiremo in questa sede. Vedi ad es. Dalla Chiara M. L., Toraldo di Francia G., “A logical Analysis of Physical Theories”, Riv. N. Cim., 3, 1-20 (1973). 9 13 10 14 18 Prefazione Prefazione Indice leggi non cambino da “qui” a “là” nel tempo, altrimenti una fisica non sarebbe possibile neppure in linea di principio!-, ma questa simmetria così generale non basterebbe a giustificare quel tipo di unità strutturale che ci aspettiamo, ad esempio, tra le diverse interazioni che modellano l'universo, e che appaiono fenomenologicamente assai diverse per range e modalità d'azione. Neppure i successi storici, come l'unificazione tra elettricità e magnetismo realizzata nelle equazioni di Maxwell grazie al concetto di campo, potrebbe costituire una spinta sufficiente. E' possibile dire invece che l'intera fisica classica si presentava agli inizi del '900 come una struttura apparentemente solida ed assai variegata, all'interno della quale però molte piccole incongruenze fondazionali si stavano lentamente sviluppando sotto la spinta di raffinate analisi critiche, spesso condotte da teorici che ritenevano di lavorare a semplici ritocchi formali di quello che appariva a molti come un edificio concettuale concluso. Sarà proprio da quel lavoro che emergeranno in rapida successione gli elementi rivoluzionari alla base della fisica moderna, la relatività e la fisica quantistica, ed è proprio nelle istanze profonde di queste due teorie che vanno ricercate le ragioni dei programmi di unificazione. La relatività ristretta fissa in un'unica costruzione l'idea che la classe degli osservatori inerziali è costituita da sistemi in cui la descrizione delle interazioni basate sul concetto di campo è invariante. Questo unifica meccanica ed elettromagnetismo e riscrive le trasformazioni spaziotemporali, ponendo le basi della relatività generale, che geometrizza la gravità utilizzando come chiave di volta il principio di equivalenza tra massa inerziale e gravitazionale e suggerisce la possibilità di descrivere le interazioni come metrica. La fisica quantistica erode invece ogni distinzione classica tra campo e sorgente, introducendo le statistiche bosoniche e fermioniche ed un nuovo tipo di indeterminismo nella descrizione del mondo fisico. Sono questi passaggi concettuali a generare le necessarie ed ineludibili domande di unificazione: è possibile descrivere tutte le interazioni all'interno di un'opportuna struttura metrica? Può includere la meccanica quantistica ed il principio di indeterminismo di Heisenberg? La vecchia inscindibilità tra sorgenti e campi implica una parentela fermioni e bosoni? Prefazione Prefazione Indice 11 15 19 La prima domanda impegnò gli ultimi anni di Einstein, e coinvolse Schrödinger, Born, Cartan, Weyl ed altri giganti della fisica. Si tratta di una fase ricca di idee matematiche ma ancora relativamente povera di contenuti fisici. Se da una parte infatti è possibile costruire in diversi modi una teoria metrica in grado di unificare gravitazione ed elettromagnetismo, è ancora difficile inquadrare in questo schema il ruolo della fisica quantistica, e la fisica delle particelle era costituita da pochi esemplari, ben lontana dalla proliferazione dello zoo subnucleare che sarebbe avvenuta a partire dagli anni '50. E' interessante notare che il principio di gauge, che diventerà poi la logica propulsiva delle teorie unificate contemporanee, trova una sua prima definizione nel lavoro di H. Weyl. Quest'ultimo aveva ipotizzato un'invarianza di scala (Eichinvarianz o gauge in inglese) proprio per trattare in modo unitario gravitazione ed elettromagnetismo, con l'introduzione del tensore di Weyl per descrivere l'invarianza conforme della teoria di Maxwell. La teoria si dimostrò sperimentalmente errata, ma sarebbe un errore sottovalutarne l'importanza. Hermann Weyl (1885-1955) è stato infatti forse il teorico più attento al ruolo centrale della simmetria nei sistemi fisici, ed il primo ad intuire la possibilità di caratterizzare un'interazione attraverso l'estensione di una simmetria2. Se proviamo poi ad introdurre in uno schema geometrico la meccanica quantistica, troviamo un'altra tappa storica importante che riguarda il numero di dimensioni matematiche da considerare, la teoria di Kaluza-Klein. Benché sia oggi spesso ricordata come uno dei molteplici tentativi di unificare relatività generale ed elettromagnetismo, l'obiettivo originario di Oskar Klein era quello di trovare una generalizzazione relativistica dell'equazione di Schrödinger. E' in questo contesto che nascono due idee che conosceranno una speciale fortuna nella storia delle teorie unificate, quella del numero di dimensioni maggiore di 3+1 (la teoria originaria di Kaluza-Klein ne utilizza 5) e la nozione di dimensione compattificata e dunque “hidden” su una scala con un numero di 2 Per una rassegna del pensiero di Weyl vedi: Weyl, H., Levels of Infinity: Selected Writings on Mathematics and Philosophy, P. Pesic Ed., Dover (2013). 12 16 20 Prefazione Prefazione Indice dimensioni minore3. Sarà soltanto nel 1954, con l'ormai storico articolo di C. N. Yang e R. Mills, “Conservation of Isotopic Spin and Isotopic Gauge Invariance”, in Phys. Rev. 96,191 (1954), che il concetto di gauge giunge a piena maturità. Anche in questo caso come in quello di Weyl si tratta di una teoria che risultò insoddisfacente in prima istanza, ma diede il via ad un nuovo stile in fisica teorica che condurrà all'attuale Modello Standard ed alle teorie di Grande unificazione (SM e GUT). Cerchiamo di tracciare qui brevemente l'originale linea d'attacco al problema dei due teorici. Yang e Mills si proponevano di indagare la forza nucleare forte tra due barioni, il protone ed il neutrone. Le due particelle sono molto simili, eccetto che per la carica e per la massa a riposo (leggermente maggiore per il neutrone). Questa somiglianza aveva portato Heisenberg nel 1932 a considerare il protone ed il neutrone come due stati dello stesso tipo di oggetto fondamentale, il nucleone, introducendo una nuova grandezza definita in uno spazio astratto, lo spin isotopico o isospin4. A questo punto lo scenario è pronto per Yang e Mills, che forzano la simmetria interna SU(2) delle rotazioni di isospin, il ché equivale a considerarla esatta. In tal modo si introducono nella lagrangiana d'interazione dei termini aggiuntivi dai quali ci si aspetta una caratterizzazione dell'interazione tra nucleoni. La teoria, per quanto ingegnosa, fallì poiché i bosoni di gauge mediatori della forza tra nucleoni risultarono privi di massa e dunque long-range, mentre era già noto da tempo che l'interazione forte ha un corto raggio d'azione. 3 Un'ottima rassegna storica è: O’Raifeartaigh, L., Straumann, N., ”Gauge theory: Historical origins and some modern developments”, Rev. Mod. Phys., 72,1 (2000). 4 E' difficile in una breve rassegna come questa rendere pienamente giustizia al genio speculativo di Heisenberg con l'audace introduzione dell'isospin, ed al decisivo contributo di Majorana con le “forze di scambio”, in altre parole il massimo che si potesse fare seguendo i principi di simmetria prima di Yang- Mills. Ci limitiamo a ricordare qui i due capolavori che costituiscono la teoria di Heisenberg-Majorana: Über den Bau der Atomkerne.I., Von W. Heisenberg [Zs. f. Phys. 78, 1 (1932).] e Über die Kerntheorie, Von Ettore Majorana, [Zs. f. Phys. 81, 137 (1933).]. Prefazione Prefazione Indice 13 17 21 Non si sottolineerà mai abbastanza quanto i teorici di quella generazione abbiano avuto coraggio e visione a perseguire una strada così impervia ma illuminata dai principi di simmetria e di conservazione. Sappiamo oggi che i limiti della formulazione originale di Yang-Mills erano dovuti all'assenza di un nuovo concetto che vedremo tra poco, e soffriva l'assenza di altre informazioni che sarebbero derivate dall'applicare la stessa strategia al gruppo di simmetria SU(3), legato alla struttura interna dei barioni e dei mesoni, e che avrebbe chiarito le somiglianze e le differenze tra protone e nucleone in termini di comune struttura a quarks5. Il gauging consiste dunque nel passaggio da una simmetria globale ad una locale sotto la condizione di invarianza di certe grandezze. Questo implica l'equivalente geometrico di una deformazione che fa la sua comparsa nelle equazioni come un termine di interazione o campo compensativo. L'affermazione - pur non immediata - della teoria di Yang-Mills, porterà ad una straordinaria consapevolezza retrospettiva, i.e. tutte le teorie di successo in fisica hanno una struttura di gauge! La teoria di Maxwell e conseguentemente l'elettrodinamica quantistica U(1) e aspetti fondamentali della QM e della Quantum Fields Theory, la teoria elettrodebole SU(2) X U(1), la cromodinamica quantistica SU(3), e lo stesso spazio-tempo curvo della Relatività Generale. Quest'ultima altro non è che un gauging del gruppo di Poincaré della relatività ristretta costruito sul principio di equivalenza tra massa inerziale e massa gravitazionale6. 5 Per una puntuale rassegna storica e tecnica vedi: 50 Years of Yang-Mills Theory, t'Hofft G. ed., World Scientific, Singapore (2005). 6 Evitiamo qui troppe digressioni sulle teorie strutturalmente quantistiche (gruppi non abeliani) o fondamentalmente classiche come la R. G. Vedi: Mignani, R., Pessa, E., Resconi, G., “Electromagnetic-like Generation of Unified- Gauge Theories”, Phys. Essays 12, 1, 61-79 (1999). Per la QM vedi il classico: Faddeev, L. D., Slavnov, A. A., Gauge Fields: Introduction to Quantum Theory, Benjiamin Publ.(1980), e l'articolo: Zizzi, P. , Pessa E., “From Su (2) GaugeTheory to Spin 1/2 Quantum Mechanics”, arXiv:1104.0114 [quant-ph]. Per alcuni aspetti raffinati del gauge nelle QFT vedi il recentissimo: Fewster, C. J., Schenkel, A., “Locally Covariant Quantum Field Theory with External Sources”, Ann. H. Poincaré, October (2014). 14 18 22 Prefazione Prefazione Indice Ma il pieno successo delle teorie di gauge arriverà con l'introduzione di un ultimo, necessario e decisivo ingrediente, un meccanismo per l'attribuzione delle masse, legato al concetto di rottura di simmetria. Si tratta dell'ormai famoso meccanismo di Higgs7. La rottura di simmetria è il naturale completamento di un trittico concettuale costituito dalle simmetrie e dal gauging, l'elemento indispensabile per tenere in piedi non soltanto il modello standard, ma per assicurare come da un gruppo di regole definite univocamente per una certa classe di oggetti possano generarsi pluralità di manifestazioni differenti. Del resto, ben prima dei recenti successi del CERN, i teorici avevano iniziato ad esplorare le possibilità Beyond the Standard Model, resa urgente non soltanto da un gran numero di questioni irrisolte (dalla dark matter ai neutrini), ma sopratutto dalla ricerca di una più profonda unità strutturale tra i campi di Yang-Mills con il meccanismo di Higgs. E' possibile già affermare che la particella di Higgs si rivelerà la punta di un iceberg ed in futuro il meccanismo richiederà drastiche generalizzazioni. Questo breve panorama è sufficiente per riconsiderare la questione dell'unificazione in fisica. Appare sempre più evidente che il vero motore di questa spinta è dato dal disvelamento progressivo di una struttura matematica che sottostà al tessuto concettuale della fisica e ne veicola le connessioni teoriche. Non si tratta qui dell'abusata retorica della bellezza matematica, quanto piuttosto del prendere atto che i rami fecondi della ricerca contengono le precedenti acquisizioni e pongono forti vincoli agli sviluppi possibili, e questo si riflette nel tipo di matematica che si stratifica sotto le “be able” della fisica, al punto da suggerirci di sostituire la nozione di unificazione, basata sul 7 Il nome di P. Higgs è oggi universalmente e giustamente noto, ma come sempre accade, si tratta di una storia più complessa che coinvolge un gran numero di teorici: Y. Nambu, G. Jona-Lasinio, J. Goldstone, C. R. Hagen, G. Guralnik, T. Kibble, R. Brout, F. Englert. Una coincisa rassegna si trova in: G. S. Guralnik, ”Gauge Invariance and the Goldstone Theorem”, Mod. Phys. Lett. A26, 1381-1392 (2011). In breve, si tratta di un processo di migrazione di idee sviluppate nell'ambito della materia condensata (superconduttività e superfluidità) verso il vuoto di Yang-Mills, avvenuto tra il 1960 ed il 1965.Questa analogia è ancora al centro di numerose speculazioni, citiamo qui ad es. G. E. Volovik, The Universe in a Helium Droplet, Oxford Univ. Press (2003). Prefazione Prefazione Indice 15 19 23 tradizionale “il mondo è fatto di x”, con quella più sottile di totalità, centrata sulle strutture e sui processi che individuano, più che su specifiche entità8. Il mondo appare così simile ad un'opera di Escher, in cui ogni tassello trova il suo senso nella logica compositiva globale. Questo realizza in qualche modo il progetto di Einstein, che dichiarava di voler scoprire come Der Alte (“Il Vecchio”) aveva fatto il mondo e soprattutto se aveva avuto scelta. Ma c'è un'altra osservazione importante da fare sulla totalità. Essa non è costituita soltanto da ciò che vediamo oggi, alle energie e temperature che ci circondano, ma anche da tasselli arcaici che descrivono fasi precedenti dell'universo. In questo senso una buona TOE (Theory of Eveything) deve riguardare sia la fisica delle particelle che la cosmologia intesa come storia della materia. Esiste infatti una forte convergenza tra fatti sperimentali, osservazioni cosmologiche e speculazioni teoriche che indica una stato originario in cui l'attuale varietà del mondo è ancora potenziale, e contenuta in uno stato di massima simmetria dominato da una superforza. La fisica che si fa negli acceleratori di particelle potrebbe essere dunque definita anche cosmologia sperimentale, come del resto la caccia alle astroparticles usa l'osservazione cosmologica per esplorare quella fabbrica unica di particelle che è l'universo delle fasi primordiali. Sin dagli anni '70 un'altra affascinante teoria aveva preso le mosse dallo stesso alveo da cui si sarebbe poi sviluppata la teoria delle stringhe, i modelli a risonanza duale, per affrontare uno dei tasselli centrali del puzzle del mondo, l'esistenza delle due classi di oggetti necessari per definire un'interazione, bosoni e fermioni. Si tratta della classe di teorie con Supersimmetria (SuSy). L'assunto di partenza è tanto semplice quanto straordinario, ed è forse difficile comprendere oggi la genesi di quest'idea, visto che soltanto fasi più recenti della fisica ne hanno mostrato la potenza e la fecondità9. Può essere utile 8 Licata, I., “Methexis, Mimesis and Self Duality: Theoretical Physics as Formal System”, Versus, 119-140 (2014). 9 Anche questa è una storia articolata. Un po' datata ma indispensabile è l'antologia: The Supersymmetric World. The Beginnings of the Theory, Kane, G., Shifman, M., eds., World Scientific (2000). Testo fondamentale è sempre: Weinberg S., The Quantum Theory of Fields, Volume 3: Supersymmetry, Cambridge Univ. Press, (1999). Vedi anche: Sohnius, M. F., “Introducing Supersymmetry”, Phys. Rep.128, 2/3, 39-204 (1985). 16 20 24 Prefazione Prefazione Indice ricordare che si usano in fisica simmetrie esterne, connesse allo spazio-tempo, ed interne, connesse alle caratteristiche delle particelle. La supersimmetria, nella sua forma più semplice, postula un'algebra di generatori like-Grassman che fa corrispondere ad ogni particella un partner supersimmetrico, vincolando le interazioni delle due classi di particelle. In generale, il superpartner di una particella con spin S ha spin S-1/2. Particolare importante, i partner delle particelle note hanno massa maggiore rispetto ai loro gemelli osservabili. L'idea era ed è audace, perché la SuSy è di carattere generale, e vale per le particelle scoperte ed ancora da scoprire; naturale, nella misura in cui tratta il vuoto quantistico così come è delineato nelle QFT come un plenum che contiene potenzialmente ogni tipo di oggetto compatibile con la struttura delle teorie fisiche; infine è paradossale, perché è assolutamente evidente che non viviamo in un mondo supersimmetrico! Ed è proprio in quest'aspetto controintuitivo che si rivela il valore e la ricchezza matematica della teoria. Riprendiamo per un attimo l'idea di Heisenberg di uno spazio astratto in cui l'isospin indica i due stati del nucleone, ed estendiamolo adesso ad uno spettro supersimmetrico tra bosoni e fermioni. E' abbastanza intuitivo che lo spazio utilizzato per descrivere questo scenario ha un elevato numero di dimensioni e richiama schemi alla Kaluza-Klein10. Gran parte degli oggetti di una SuSy vive dunque in una dimensione shadow, molto lontana dal nostro range energetico. Oggi il termine emergente è molto diffuso. Postulare una supersimmetria significa appunto non soltanto stabilire una perfetta equivalenza tra forze e materia, eliminando ogni distinzione residua, ma fare un'affermazione precisa sulle condizioni di accoppiamento per cui, a certe energie, solo alcune classi di bosoni e fermioni emergono e sono osservabili. Questo aspetto implica già una serie di ipotesi che vanno ben oltre l'attuale bosone per Higgs, per cui questo non sarebbe una particella ma un condensato in cui sono possibili una pluralità di rotture di simmetria. Per usare un'immagine cara al compianto Tullio Regge, il vuoto è simile ad un cristallo multidimensionale le cui 10 Con opportuni accorgimenti, vedi: Reifler, F., Morris, R., ”Conditions for exact equivalence of Kaluza-Klein and Yang-Mills theories”, arXiv:0707.3790 [gr-qc] (2007). Prefazione Prefazione Indice 17 21 25 simmetrie strutturali fissano il range di frequenze (particelle) possibili. Ma non è tutto! Facendo il gauging delle trasformazioni di supersimmetria sullo spaziotempo 4D si ritrova la teoria della gravità di Einstein come caso particolare. E' questo un risultato di importanza storica realizzato da S. Ferrara, D. Z. Freedman e P. van Nieuwenhuizen nel 197611. Nascono così le teorie di Supergravità (SuGrav), fino ad oggi l'unico schema in grado di connettere in un'unica costruzione la relatività generale e la fisica quantistica, e suggerendo una via preferenziale per la costruzione di gravità quantistica. Parliamo di “schema” per sottolineare che l'approccio SuSy non è una teoria a sé, ma un vincolo generale sulla totalità delle teorie fisiche. Applicato agli schemi di Yang-Mills ed in particolare al modello standard giustifica la tensione verso le GUT, e nel caso della gravità quantistica definisce i problemi di rinormalizzazione nel senso delle Effective Field Theories; in altri termini questi non rappresentano più un imbarazzante problema di infiniti, ma una descrizione delle interazioni su più scale12. Per quello che riguarda la storia cosmica della materia è noto da tempo che la teoria è pienamente compatibile con il piccolo valore della costante cosmologica sul quale concordano le indicazioni teoriche ed osservative. E naturalmente c'è intensa attività sui possibili costituenti esotici della dark matter. Infine, applicata alla teoria delle corde e dei twistors, il “prefisso metodologico” super fissa un arcipelago di connessioni tra le possibilità attuali del modello standard e l'obiettivo finale di una 11 L'articolo è: “Progress Toward a Theory of Supergravity”, Phys. Rev. D 13, 3214-3218 (1976). Vedi anche: Ferrara, S., van Niewenhuizen, P., “Supergravity: An Odyssey throught Space-Time and Superspace”, in General Relativity and Gravitation. One Hundred Years After the Birth of Albert Einstein, Held, A. ed, Plenum Press, 557-585 (1980); Brink, L., GellMann. M., Ramond, P., Schwarz, J. H., “Supergravity as Geometry of Superspace”, Phys. Lett. B 74, 4/5, 336-340 (1978). Un modello di comunicazione scientifica è Freedman, D. Z., van Nieuwenhuizen, P., “Supergravity and the Unification of the Laws of Physics”, Scientific American, 238 (1978), tr. it. “La supergravità e le leggi della fisica”, Le Scienze 118, Aprile 1978. 12 Burgess, C. P., “Introduction to Effective Field Theory “, Ann. Rev. Nucl. Part. Sci. 57, 329-362 (2007). 18 22 26 Prefazione Prefazione Indice gravità quantistica13, con una sempre più decisa e progressiva ridefinizione delle idee tradizionali su spazio, tempo ed interazioni. Le possibilità sono aperte e numerose. In conclusione è possibile dire che le teorie con Supersimmetria hanno realizzato il sogno di Einstein dell'unificazione ben oltre le aspettative della sua generazione, ma al prezzo di allontanarsi sia dal continuum spaziotemporale a 4D che da una visione ingenua dei rapporti tra fisica e geometria. Le tessiture dei campi nelle teorie Super-Yang-Mills sono multidimensionali ed il complesso gioco delle loro geometrie non contiene alcuna distinzione tradizionale tra forze e materia14. Ma se osserviamo più da vicino queste strutture geometriche esse rivelano piuttosto una natura algebrica. Simile ad un diagramma di Feynman, ma assai più complicato, il mondo ci appare piuttosto una rete di eventi da cui i concetti di spazio, tempo e materia emergono come ombre. In questo libro Paolo Di Sia, docente presso la Free University of Bolzano-Bozen e studioso a suo agio sia con le questioni fondazionali che con i nuovi problemi delle nanotecnologie, realizza un piccolo miracolo, racchiudendo in appena un centinaio di pagine il formalismo essenziale delle SUSY-SUGRAV, e mettendo in evidenza 13 Qui la letteratura si fa davvero sterminata ed in fieri. Vedi Plefka, J., “Spinning Strings and Integrable Spin Chains in the AdS/CFT Correspondence”, Living Rev. Relativity 8, 9 (2005); Banks, T., “Supersymmetry Breaking and the Cosmological Constant”, arXiv:1402.0828 [hep-th]; Berkovits, N., “Ten-Dimensional Super-Twistors and Super-YangMills”, JHEP 1004, 067 (2010); Harkani-Hamed, N., Trnka, J., ”The Amplituhedron”, arXiv:1312.2007 [hep-th] (2013); Catena, R., Covi, L., ”SUSY Dark Matter(s)”, arXiv:1310.4776 [hep-ph] (2013). 14 Yang C. N., ”Einstein's Impact on Theoretical Physics”, Phys. Today, 33, 6 (1980); Francaviglia, M., Macedo, P., “The Evolution of the Concept of Ether and Its Underlying Geometry”, Phys. Essays, 4, 3, 384-388 (1991). Prefazione Prefazione Indice 19 23 27 con agilità e chiarezza i concetti chiave. In questo modo colma un vuoto bibliografico, non soltanto nel panorama italiano, motivo per cui ne raccomandiamo al più presto una traduzione inglese, e rende un prezioso servizio agli studenti e a tutti quei fisici, anche di provenienze diverse, che vogliono acquisire rapidamente e senza rinunciare al rigore le tecniche necessarie per seguire una delle avventure intellettuali più avvincenti della storia della fisica Ignazio Licata Full Prof. of Theor. Phys.. ISEM, Inst. For Scient. Methodology, 91100, PA & School of Advanced International Studies on Theoretical and non Linear Methodologies of Physics ,Bari, I-70124, Italy Questa nota è dedicata a Tullio Regge (1931-2014)