WAREHOUSE 9 Settembre 2016 MODALITA’ DI CONTROLLO DEI SISTEMI DI MONITORAGGIO IN CONTINUO DELLE EMISSIONI Ing. Ceccherini Lorenzo 1 Schema dell’impianto di incenerimento di AISA IMPIANTI Fosse Forno Lorenzo Ceccherini Caldaia Trattamento Fumi Sistema di monitoraggio emissioni 2 Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) Lo SME è in grado di analizzare in modo continuo i parametri significativi dei gas di combustione dell’intero processo di combustione dei rifiuti e depurazione dei fumi. I sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME)in generale si dividono in: sistemi di misura estrattivi in cui il campione viene estratto dal flusso gassoso nel condotto e inviato all’analizzatore; sistemi di misura non estrattivi o in situ in cui la misura della concentrazione dell’inquinante è eseguita direttamente sul flusso gassoso all’interno del condotto. Quali vantaggi ha il sistema estrattivo rispetto a quello in situ? Uso di apparecchiature complesse che si possono porre a terra Più facile gestione e manutenzione Infatti il più utilizzato in Italia, e da AISA IMPIANTI, è il sistema estrattivo . Lorenzo Ceccherini 3 Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) Il sistema di tipo estrattivo è costituito da una sonda di prelievo gas al camino (posizionata a 20 m da terra) e tubazione in teflon coibentato e scaldato a circa 180 °C per evitare la condensazione dei componenti volatili. Esso è costituito da: • un analizzatore FTIR (Fourier Trasform Infrared Spectroscopy)per controllare le emissioni al camino, • un analizzatore di carbonio organico totale MULTIFID. • un opacimetro per la misurazione delle polveri . • un analizzatore di portata, umidità, pressione e temperatura. Lorenzo Ceccherini 4 FTIR (spettrometria ad infrarosso associata all’uso della trasformata di Fourier) Lo strumento è uno spettrometro ed effettua analisi di gas multi-componenti grazie all’utilizzo della tecnologia infrarossa basata sulla trasformata veloce di Fourier. Lo strumento è concepito per poter essere utilizzato in un sistema estrattivo costituito sommariamente da una sonda di prelievo, , posizionata a 20 m da terra, direttamente connessa al processo. Per non alterare la composizione dei fumi, la linea di trasporto dalla sonda di prelievo all’analizzatore è costituito da un tubo di prelievo di teflon, coibentato opportunamente e riscaldato. Il mantenimento del gas ad una temperatura di 180 °C (+/- 5°C per il prelievo/trasporto gas e +/- 0,5 °C per la cella di misura), assicura l’integrità del campione e consente il monitoraggio di componenti acidi ed evita la condensazione di inquinanti con bassa temperatura di rugiada Lorenzo Ceccherini 5 Una sorgente luminosa emette un raggio nel campo dell’IR; tale raggio giunge ad uno specchio semiriflettente che lo divide in 50% ad uno specchio fisso e 50% allo specchio mobile. I raggi riflessi da questi specchi sono inviati un’altra volta allo specchio semiriflettente il quale ricongiunge i due raggi e li invia al rivelatore . Grazie al movimento di specchi i due fasci prodotti hanno una differenza di fase e quando si ricombinano l’ intensità IR prodotta varia con la posizione dello specchio. Il rivelatore IR registra un segnale in funzione del tempo noto come interferogramma. Questo segnale è collegato con una trasformazione di Fourier, uno strumento per la conversione del segnale da un dominio del tempo I(t) a un segnale nel dominio della frequenza I(f). Lo spettro che si ottiene si confronta con quelli contenuti nel database dello strumento. Vengono così identificati gli inquinanti e mostrata su display la quantità degli stessi in mg/m3. Lorenzo Ceccherini 6 Multi-FID (Flame Ionization Detector) Il gas campione da analizzare una volta uscito dal FTIR, entra in un analizzatore a celle elettrochimiche di fiamma (FID) per la misura del contenuto di Carbonio organico Totale (COT). Tale strumento è un rivelatore gas-cromatografico a ionizzazione di fiamma, ottimo per determinare la quantità di Carbonio Organico Totale (COT) presente nei fumi, in modo da rilevare la quantità di idrocarburi presenti (perché residui della combustione). Quando il gas arriva, i composti organici si decompongono formando ioni positivi e negativi. Quelli positivi vengono attratti dall’anodo (l’elettrodo negativo) che gli cede elettroni generando una debole corrente rilevata da un apposito amperometro. Più idrocarburi ci sono, maggiore sarà la corrente generata. Lorenzo Ceccherini 7 Opacimetro La misura delle polveri viene eseguita ad una quota di 16 m circa al camino. La misura avviene in continuo senza alcun prelievo o contatto con l’effluente gassoso. Per eseguire la misura del contenuto di polveri nei gas in uscita dal camino viene usato un misuratore a diffrazione ottica installato direttamente al camino. Lo strumento utilizza la tecnica della luce diffusa: la luce modulata in una luce alogena sotto forma di cono illumina le particelle di polvere nel condotto fumi, la luce diffusa da queste particelle viene rilevata da un unità ottica. Detto sensore converte la luce diffusa in un segnale di corrente proporzionato all’intensità del raggio luminoso che a sua volta è proporzionale alla concentrazione di particelle di polvere nel volume di misura. Va premesso che non tutti gli inquinanti possono essere analizzati tramite uno SME, ovvero in continuo. Lorenzo Ceccherini 8 I valori che uno FTIR è in grado di misurare in continuo sono: I valori di altri parametri come diossine(PCDD-IPA etc.) ed altri microinquinanti sono ricavati da campionamenti periodici quadrimestrali commissionati dall’Azienda a laboratori specializzati ed accreditati. Lorenzo Ceccherini 9 Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) Tutti i valori numerici che sono misurati in continuo, con un tempo di campionamento di circa 1 minuto, vengono inviati ad un software che li gestisce, li normalizza(cioè riferite a fumi secchi alle condizioni normali 0 °C e 0,1013 MPa ed ad un contenuto di ossigeno pari all’11% per gli inceneritori) per poi poter essere confrontati con i limiti di legge riferiti sia alla media giornaliera che semioraria. Lorenzo Ceccherini 10 I dati forniti dall’impianto per un analisi statistica fanno riferimento ai valori di emissione misurati nel mese di Ottobre 2014 Prendiamo i valori degli NO come studio di riferimento, ma può esser preso qualunque altro valore misurato in continuo. Lorenzo Ceccherini 11 La presenza degli ossidi di azoto in atmosfera è dovuta principalmente ai processi di combustione o dell’azoto contenuto nel combustibile con ossigeno. • N2 + O2 2NO • 2NO + O2 2NO2 In presenza di umidità da NO2 si forma acido nitrico ( HNO3) che determina oggi buona parte dell’acidità delle piogge. • NO2 + OH HNO3 Lorenzo Ceccherini 12 Serie Temporale o Storica Una serie temporale è un insieme di dati indicizzati dal tempo ed è composta da misure generate da un processo continuo. L’analisi delle serie temporali (Time Series Analysis ) cerca di spiegare quei fenomeni che si evolvono nel tempo attraverso la registrazione cronologica dei dati. Secondo l’approccio tradizionale, si assume che la serie temporale abbia una parte DETERMINISTICA, comprendente quei valori che possono essere esattamente determinati sulla base dei valori precedenti, a cui si sovrappone una parte STOCASTICA i cui valori sono componenti casuali totalmente imprevedibili. Lorenzo Ceccherini 13 La parte deterministica è la risultante di tre componenti osservabili che è possibile dividere in: Trend( o componente tendenziale) è una componente che varia lentamente nel tempo e che essenzialmente determina il livello della serie; Stagionalità (o componente stagionale) è una o più componenti periodiche, ovvero che si “ritrovano” uguali o quasi a distanza fissa nel tempo (ad esempio, in serie mensili ogni 12 mesi, in serie trimestrali ogni 4 trimestri, in serie giornaliere, ogni 7 giorni); Ciclo (o componente congiunturale) è un’alternanza di fluttuazioni , rappresentate come serie armoniche sinusoidali di frequenze multiple. Lorenzo Ceccherini 14 L’ OBBIETTIVO dunque è quello di scomporre il segnale nelle sue componenti, ipotizzando che la componente deterministica sia quella che contiene l’informazione mentre la parte stocastica è quella che contiene il rumore. 1 2 3 In generale l’analisi della serie temporali si compone essenzialmente di tre obbiettivi: 4 1) Esame dei dati: ovvero la descrizione sintetica del fenomeno, la scomposizione nelle componenti deterministiche e l’analisi di presenza di valori anomali. 2) Filtraggio: che prevede la filtrazione dei dati per ridurre la componente del rumore, per la rimozione dei dati inconsistenti ( outlier ), per la valutazione dei dati, per l’estrazione e l’isolamento di comportamenti tipici. 3) Utilizzo: ovvero previsioni di andamenti futuri. 5 6 Lorenzo Ceccherini 15 1 Ingresso serie naturale Il grafico cronologico o time plot costituisce il primo grafico da presentare in una analisi statistica di una serie poiché mediante esso si individua immediatamente il suo comportamento (pattern) e le modalità con cui si manifesta nel tempo Lorenzo Ceccherini 16 2 Ricerca del trend Occorre controllare se sono presenti dei comportamenti non stazionari e in tal caso eliminarli, per questo è necessario detrendizzare le serie di partenza, questo significa approssimare la serie temporale ad una retta che ne rappresenta l’andamento complessivo, cioè il trend. Lorenzo Ceccherini 17 3 Analisi del contenuto in frequenze della serie temporale ampiezza Quando il segnale viene esaminato nel suo dominio temporale è molto difficile, se non impossibile, distinguere ad esempio la parte deterministica dalla parte stocastica, mentre un'analisi di frequenza separa le componenti nelle varie bande di frequenza. In generale la parte ricca di informazioni è di solito la componente che si trova nelle basse frequenze. Anche il trend si trova per basse frequenze. La parte stagionale e ciclica di solito si trovano in delle frequenze ben definite. Il rumore, ovvero la parte stocastica, è confinata nelle alte frequenze Lorenzo Ceccherini 18 Analisi del contenuto in frequenze della serie temporale La trasformazione matematica che converte un funzione di tempo S (t) in funzione della frequenza S (f), e viceversa, è stata introdotta dal Francese matematico Jean B. Joseph Fourier (1768-1830) Lorenzo Ceccherini 19 Trasformando la nostra serie temporale dipendente dal tempo ad una funzione dipendente dalla frequenza, ottengo che: Lorenzo Ceccherini 20 Data la gran quantità di dati , se si effettuasse un campionamento ogni 15 min e 30 min l’analisi in frequenza di tali valori sarebbe: Lorenzo Ceccherini 21 Data la gran quantità di dati , se si effettuasse un campionamento ogni 15 min e 30 min l’analisi in frequenza di tali valori sarebbe: Rumore zero Lorenzo Ceccherini 22 4 Denoising Il denoising è fondamentale in quanto la componente di rumore riduce l’accuratezza dei dati e può mascherare l’informazione contenuta nei dati . 5 Splines Analizzando il denoising con splines, si osserva che la funzione splines è un semplice strumento per lo smoothing dei dati (ovvero per la riduzione delle irregolarità di una serie di dati) e per l’interpolazione dei dati mancanti. Lorenzo Ceccherini 23 Dove p è il parametro di smoothing, che dipende dalla natura dei dati che si analizzano (per p=0 si ottiene la retta ai minimi quadrati, per p=1 non si ha alcuna attenuazione della scabrezza e perciò si ottiene l’interpolante naturale ai dati); Lorenzo Ceccherini 24 Molto importante, prima di procedere alla scelta del giusto parametro p, effettuare una verifica sullo spettro di frequenza. All’aumentare di p le alte frequenze (rumore) si attenuano fortemente, ma si attenuano anche le componenti periodiche. Rumore del segnale originale Rumore del segnale attenuato Lorenzo Ceccherini 25 Ma cosa succede se dai dati di partenza effettuo un campionamento, ad esempio ogni 30 minuti? Lorenzo Ceccherini 26 Un analisi sullo spettro di frequenza ci mostra Rumore del segnale campionato ogni 30 min Rumore del segnale attenuato Lorenzo Ceccherini 27 Andando a confrontare gli spettri di frequenza del segnale originale e del segnale campionato(30 min.), e riportandolo in scala semilogaritmica. Effettuare un campionamento sui dati ha portato a una riduzione di informazione Lorenzo Ceccherini 28 6 Individuazione degli outliers e analisi dei residui Una volta effettuato lo smoothing la differenza fra la serie originale e quella approssimata rappresenta il vettore dei residui. I residui rivestono un ruolo importante per verificare l’efficacia e la correttezza del denoising, poiché rappresentano la parte di dati che il modello non riesce a spiegare. Lorenzo Ceccherini 29 Se un residuo supera una soglia prefissata allora viene detto OUTLIER, che indica all’interno di un insieme di osservazioni un valore inconsistente e aberrante, ossia un dato che si discosta numericamente dalle altre osservazioni disponibili. Outliers 3σ=38,2443 -3σ=38,2443 Outliers Lorenzo Ceccherini 30 Test di Lilliefors Il residuo e l’outliers fanno parte della componente stocastica del segnale, quella impredicibile che viene eliminata dai processi di denoising. Per poter distinguere i valori anomali dal rumore si tiene conto del fatto che generalmente il rumore ha una distribuzione di tipo gaussiano. Il test di Lilliefors valuta l’ipotesi che un insieme di dati X sia distribuito in modo gaussiano senza riferimento alla sua media e varianza, esso valuta gli scostamenti da un’equivalente distribuzione gaussiana di pari media e varianza. La risposta del test può essere 0 o 1 con il seguente significato: • H=0 Lorenzo Ceccherini • H=1 31 La gaussianità dei residui può essere accertata con il test di Lilliefors, che in questo caso indica che è possibile accettare l’ipotesi che la distribuzione dei residui sia gaussiana poiché il test fornisce un H=0. Lorenzo Ceccherini 32 In conclusione Il segnale studiato è composto da due parti: parte deterministica e parte stocastica. La parte deterministica si ottiene da un denoising con splines della serie temporale, mentre il rumore, se gaussiano, è dato da una componente casuale, sommandoli si ottiene la serie sintetica. Lorenzo Ceccherini 33 In conclusione E’ stato visto che un periodo di campionamento ad alta frequenza( 1 min.) , come quello presente all’impianto di termovalorizzazione di AISA IMPIANTI, comporta : l’utilizzo di apparecchiature costose e la raccolta di una gran quantità di dati. la possibilità di trovare dati ridondanti o superflui; ed il campionamento del rumore che è privo di informazioni. Invece un periodo di campionamento a basse frequenze(ad esempio 15, 30 min.) comporta : L’utilizzo di apparecchiature meno costose, un monitoraggio più semplice, una minor quantità di dati ma la possibilità di perdita di informazione nei dati raccolti. Ecco perché avere un sistema di misurazione delle emissioni (SME) in continuo con un intervallo di tempo il più piccolo possibile permette di avere un controllo ed un monitoraggio migliore sui gas di emissione in atmosfera. Lorenzo Ceccherini 34 Si ringrazia per l’attenzione Lorenzo Ceccherini 35