Concerti 2004 - Programma Eventi 1

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2 Aprile 2004, ore 21.00
CATTEDRALE DI FIESOLE
Musiche di J. S. Bach
16 Aprile 2004, ore 21.00
SALA VANNI
Piazza del Carmine
Musiche di D. Shostakovich, L. Janàcek, A. Schnittke
29 Aprile 2004, ore 21.00
SALA VANNI
Piazza del Carmine
Musiche di J. Brahms, L. V. Beethoven, F. Schubert,
A. Schnittke, L. Falconi
7 Maggio 2004, ore 21.00
SALA BIANCA DEL POGGIO IMPERIALE
Viale del Poggio Imperiale 1
Musiche di A. Schoenberg, G. Machaut, B. Bartòk, W. A. Mozart
14 Maggio 2004, ore 21.00
SALA CONVEGNI
DELLA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
Via Folco Portinari 5
Musiche di J. S. Bach, C. Debussy, T. Takemitsu,
I. Stravinsky, J. Dowland
4 Giugno 2004, ore 21.00
TEATRO GOLDONI
Via S.Maria 12
Musiche di S. Prokofiev, D. Shostakovich
16 Giugno 2004, ore 21.00
CHIOSTRO DELLA BADIA FIESOLANA
Via Badia dei Roccettini 11
Musiche di J. S. Bach, L. Janàcek, F. Schubert
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Il programma più spericolato - il quarto dei sette che compongono la stagione 2004 dei
Nuovi Eventi Musicali, il programma centrale - combina la Messa di Nôtre Dame di
Guillaume de Machaut con tre pagine pianistiche (di Mozart, Bartòk e Schoenberg: affidate a
Gloria d'Atri e a Matteo Fossi), una di queste - l'aforistico Schoenberg op. 19 - in funzione
di entr'act.
Se ne è parlato con Mario Setti, il coordinatore. Ma certo: amare Machaut (l'abate di
Reims, coetaneo del Petrarca) significa condividere l'attrazione verso il "molto antico", che è
connotato giovanile; andare così indietro - oltre la voga barocca - e riproporre la prima Messa
della Storia della Musica, invitando un ensemble di coetanei bravi (l’Insula Dulcamara
Ensemble), vuol dire sentire che "tutto è Musica", nell'accezione del "tutto è Grazia" di
Bernanos, affermando la soglia dell'oggi da cui si intende spalancare la profonda prospettiva
a ritroso. Sarà questo il concerto del 7 maggio e avrà luogo nella Sala Bianca del Poggio
Imperiale.
Il primo e l'ultimo concerto saranno fiesolani: in essi, simmetricamente, ricorre il
nome di Bach, che è l'intestazione del cartellone 2004 degli Eventi. E si osservi: il tutto Bach
di apertura - il 2 aprile nella Cattedrale di Fiesole - si snoda per contrasti ancora una volta
provocatori: meglio, provocatori di sussulti salutari nell'uditorio. Saranno contrasti timbrici:
dal violoncello solo (Francesco Dillon) alla fisarmonica (Francesco Gesualdi), all'organo e al
violino e orchestra.
Nell'ultima serata (il 16 giugno nel chiostro della Badia Fiesolana), un'altra bachiana
Suite per violoncello (il nobile violoncello di Andrea Nannoni) ci avvierà all'ascolto di
Janàcek (quartetto: il Quartetto Prometeo) e poi di Schubert: il Quintetto per archi,
conclusione pacificata. Janàcek - una delle predilezioni dei nostri amici - sarà stato al centro
del secondo concerto (alla Sala Vanni, il 29 aprile) per il resto russo-moderno, in mezzo ai
beneamati Shostakovich e Schnittke: Schnittke, una costante fin dalla prima stagione. Tornerà
per l'occasione Irina Schnittke al pianoforte; e suoneranno due altri magnifici solisti russi,
Pavel Vernikov e Alexander Ivashkin, nel collaudato affiatamento con tre campioni degli
Eventi: Lorenza, Matteo e Edoardo (rispettivamente Borrani, Fossi e Rosadini).
Ancora russo-moderno sarà il quarto concerto, il 4 giugno, quando il Teatro Goldoni
ospiterà il prestigioso Quartetto Kopelman e Boris Berman, pianista emerito e amico, che
suoneranno Prokofiev e, di nuovo, Shostakovich.
Il solido, giusto ancoraggio romantico è al terzo programma (il 29 aprile alla Sala
Vanni), con Beethoven, Schubert e Brahms, non senza un ulteriore, breve "richiamo" a
Schnittke: di scena i "fondatori", insieme con Leonardo Consoli (corno) per il Brahms, bello
e raro, del Trio op. 40.
All'insegna perenne del "niente di scontato" è anche il sesto programma (il 14 maggio
nella Sala Convegni della Cassa di Risparmio); e all'insegna dell'amicizia intergenerazionale
e dell'osmosi fra i giovani "di casa" (ora Martina Mattioli accanto a Lorenzo Micheli, chitarre;
e Claudia Bucchini, flauto; e Lorenzo Falconi, viola con Valentina Rindi, arpa) e solisti
rinomatissimi: Mario Ancillotti, flauto, e Susanna Rigacci, soprano. Questa sarà piuttosto la
volta di una preziosa, omogenea continuità timbrica nel succedersi e nel combinarsi di
chitarre, flauto, arpa, voce, che si effonderà alla fine nell'arioso capolavoro di Debussy, la
Sonata per flauto, viola e arpa, dopo che saremo passati da Bach a Stravinsky, a Takemitsu (un
grande: un giapponese di Darmstadt), con l'affondo degli struggenti Songs di Dowland,
coetaneo di Shakespeare.
Sabato 27 Marzo 2004 - ore 21.00
CONCERTO STRAORDINARIO
da un’idea di Luciano Alberti
Lettura di brani da “La Passione” di Mario Luzi.
CATTEDRALE DI FIESOLE
Franz Joseph Haydn
Le Ultime Sette Parole del Nostro Salvatore in Croce, op.51
SONATA I: Largo
"Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno"
SONATA II: Grave e Cantabile
"Amen, ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso"
SONATA III: Grave
"Donna, ecco tuo figlio; figlio, ecco tua madre"
SONATA IV: Largo
"Dio, Dio, perché mi hai abbandonato?"
SONATA V: Adagio
"Ho sete"
SONATA VI: Lento
"Tutto è compiuto!"
SONATA VII: Largo
"Padre! Nelle Tue mani consegno il mio spirito"
a cui segue subito
IL TERREMOTO
Presto e con tutta la forza
QUARTETTO ALKMAN
Pietro David Caramia, Daniela Marinucci: Violino
Edoardo Rosadini: Viola
Giancarlo Giannangeli: Violoncello.
Evento realizzato con la preziosa collaborazione del Centro Culturale Cattolico
ingresso libero
Luciano Alberti
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Ritorna anche quest’anno una stagione intensa. Con novità particolari che confermano
la crescita dell’esperienza che Fiesole decise di fare con i cinque musicisti dei Nuovi Eventi
Musicali, e che ancora resta uno degli impegni principali all’interno delle politiche culturali
dell’Amministrazione. Promuovere la formazione di realtà nuove che consentano di allargare
le possibilità della musica di venire a contatto con nuovo pubblico e nuove modalità è forse
infatti una delle sfide più belle e difficili.
Una sfida che ci ha consentito in questi anni di scoprire veri professionisti della musica,
di aprire il panorama musicale a soggetti nuovi e coraggiosi, di consolidare i rapporti con le
istituzioni più importanti del territorio a partire da quelle fiesolane, che insomma ha
permesso a Fiesole di sostenere progetti sempre più vicini, sempre più impegnati nel rendere
alla musica classica lo spazio che merita nella formazione e nella cultura.
Le attività della Scuola di Musica di Fiesole accanto agli eventi autunnali organizzati dai
musicisti di questa stagione, la collaborazione del Comitato Musica e Cultura di Fiesole e la
presenza di progetti musicali all’interno delle scuole dell’obbligo, il Premio Abbiati per le
istituzioni scolastiche e i rapporti con i Conservatori e le associazioni musicali, tutto questo
patrimonio restta nelle mani di operatori e amministratori, che devono saperlo custodire
senza mai porre limiti all’arrivo di nuove proposte, di nuove intuizioni.
Fiesole ha accettato anche di scommettere su un’esperienza, quella dei Nuovi Eventi
Musicali appunto, che non necessariamente si concentra sui confini fiesolani; in questo
interpretando lo spirito cosmopolita della tradizione culturale tipica di Fiesole e
scommettendo su una fiducia che anche quest’anno si conferma con convinzione. È
interessante seguire il percorso di questa esperienza, a maggior ragione quando è capace di
portarci ad ascoltare artisti e musiche come quelle del programma di quest’anno.
Sempre di più l’Associazione Nuovi Eventi Musicali dimostra di seguire un progetto ben
delineato, poco disponibile a compromessi e rinunce se la posta in gioco è quella di
consentire alla sua idea di fare musica di affermarsi e diffondersi. E questa idea incontra
ancora nuovi accompagnatori i più importanti dei quali sono e resteranno comunque gli
spettatori che hanno seguito le stagioni passate e che si propongono di seguire quella che sta
per aprire.
Insieme a loro e grazie a loro la stagione conoscerà nuove edizioni. Con programmi
capaci di fondere la tradizione più classica e amabile allo spudorato e testardo esercizio delle
virtù di cinque (e più) giovani teste.
Il concerto che dà il nome alla Stagione. Il concerto che ci porta al nostro passato, il
concerto del futuro.
Il concerto che inaugura la nostra Orchestra da Camera, il concerto che riporta S.
Francesco e Giotto nella nostra Stagione (al posto di Dante, quest’anno, abbiamo messo
Petrarca: d’altronde ricorrono i 700 anni dalla sua nascita…).
Il concerto che afferma che la musica è una scelta di vita: non lo può essere per tutti, ma
per chi ci lavora e per chi tutti i giorni gli dedica attenzione è scelta obbligata. Per noi lo è. E’
scelta di vita per Mozart (“sono un musicista”), per Beethoven (fuori dalla musica gli sembra
di non riuscire a far niente), per Schubert (lo Stato dovrebbe mantenerlo…), per Klee la
pittura (“sono un pittore”). A pagina 12 abbiamo inserito tutti questi riferimenti, per far
ricordare la durezza e l’entusiasmo di questa scelta, il dolore che si può provare tutti i giorni,
l’umanità che è sempre necessaria, le rare ma fortissime gioie.
Il concerto della coralità e dell’introspezione, della bontà melodica dell’Adagio del
concerto per violino e dell’assoluto rigore della Passacaglia per organo; il concerto dell’”Arte
della Fuga”, unione di entrambi, realizzata alla fisarmonica in una esecuzione che ci lasciò
profondamente scossi la prima volta che la ascoltammo.
Il concerto della regalità del violoncello solo, il concerto con due geniali Canoni
(trascritti e arrangiati da Lorenzo Falconi) mai sentiti in concerto in tutti questi anni.
Il concerto della Musica, di Bach.
Beatrice Biagini
Assessore alla Cultura del Comune di Fiesole
Presidente Comitato Musica e Cultura di Fiesole
“Se passi davanti ad una chiesa e senti suonare un organo, entra e mettiti ad ascoltare.
Se poi hai la fortuna di poterti tu stesso sedere ad un organo, prova la tastiera
con le tue piccole dita e rimarrai stupito dinanzi a quella immane potenza della musica”
7
Venerdì 2 aprile 2004 - ore 21.00
Francesco Dillon
Violoncello
CATTEDRALE DI FIESOLE
Lorenza Borrani
Violino
Johann Sebastian Bach
Suite per violoncello solo in Do Maggiore n° 3 BWV 1009
Preludio
Allemanda
Corrente
Sarabanda
Buorrée
Giga
Francesco Gesualdi
Fisarmonica
Michele Manganelli
Organo
ORCHESTRA DA CAMERA “NUOVI EVENTI MUSICALI”
Johann Sebastian Bach
Violini: Paolo Lambardi, Roberto Falconi, Nicola Dalle Luche,
Maria Chiara Fratoni, Roberta Puddu
Viole: Lorenzo Falconi, Edoardo Rosadini
Violoncelli: Andrea Landi, Alice Gabbiani
Contrabbasso: Riccardo Ragno
Canon Trias Harmonica BWV 1072
Concerto per violino archi e cembalo in Mi Maggiore BWV 1042
Allegro
Adagio
Allegro assai
Canon Super Fa-Mi, a 7 Post Tempus Musicum BWV 1078
AAAATAAAA
Johann Sebastian Bach
S. Richter, O. Kagan
Contrappunti nn. 1-2-3-6 dall’Arte della Fuga BWV 1080
Johann Sebastian Bach
Passacaglia in Do Minore per organo BWV 582
ingresso libero
“Senza entusiasmo nulla riesce bene nell’arte”
“…o sommo, ottimo, potentissimo, onnipotentissimo, misericordiosissimo e
giustissimo, remotissimo e presentissimo, bellissimo e fortissimo, stabile e inafferrabile,
immutabile che tutto muti, mai nuovo mai decrepito, rinnovatore di ogni cosa, che a loro
insaputa porti i superbi alla decrepitezza; sempre attivo sempre quieto, che raccogli senza
bisogno, che porti e riempi e serbi, che crei e nutri e maturi, che cerchi mentre nulla ti
manca. Ami ma senza smaniare, sei geloso e tranquillo, ti penti ma senza soffrire, ti adiri e
sei calmo, muti le opere ma non il disegno, ricuperi quanto trovi e mai perdesti; mai
indigente, godi dei guadagni; mai avaro, esigi gli interessi; ti si presta per averti debitore, ma
chi ha qualcosa, che non sia tua? Paghi debiti senza dovere a nessuno, li condoni senza
perdere nulla. Che ho mai detto, Dio mio, vita mia, dolcezza mia santa?…”
(S. Agostino)
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Prigioniero in una stanza
Grande pericolo
Nessuna uscita
Ecco: una finestra aperta, staccarsi in volo:
e librarsi libero,
ma piove sottile,
piove sottile,
e piove,
piove,
piove…
piove…
piove.
(Paul Klee)
“Suona sempre come se ci fosse un maestro ad ascoltarti.”
“Frate Leone, il tuo fratello Francesco ti augura salute e pace. Io ti dico, o figlio mio,
con l’affetto di una madre, che tutto il discorso che abbiamo fatto, lungo la via lo condenso
brevemente con queste parole di disposizione e di consiglio. E non è necessario che tu venga
da me per consiglio, perché questo è il mio consiglio: qualunque modo vi sembrerà il più
idoneo per piacere al Signore Iddio, e per seguire l’esempio e la povertà sua, fatelo, sicuri di
ottenere la benedizione del Signore Iddio ed io obbedirò. E se poi, per necessità della tua
anima e per avere ulteriore consolazione vorrai venire da me, o Leone, vieni.”
(lettera di S. Francesco a Frate Leone)
“Carissimo papà,
non so scrivere in modo poetico: non sono un poeta. Non so distribuire le frasi con
tanta arte da far loro gettare ombre e luci: non sono un pittore. Non so neppure esprimere i
miei sentimenti e i miei pensieri con i gesti e con la pantomima: non sono un ballerino. Ma
posso farlo con i suoni: sono un musicista. […]”
(Wolfgang Amadeus Mozart)
“Tutto quello che intraprendo fuori dalla musica mi riesce stupido e mal fatto.“
(Ludwig van Beethoven)
12
“…Interrompo il lavoro. Un senso di conforto penetra profondo in me, mi sento
sicuro, non provo stanchezza. Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo.
Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo
tutt’uno. Sono un pittore.”
(Paul Klee)
“Lo Stato dovrebbe mantenermi. Sono venuto al mondo per comporre e basta.”
(Franz Schubert)
Pace non trovo, et non ò da far guerra;
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
et volo sopra ‘l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ‘l mondo abbraccio.
Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,
né per suo mi riten né scioglie il laccio;
et non m’ancide Amore, et non mi sferra,
né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio.
Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido;
et bramo di perir, et cheggio aita;
et ò in odio me stesso, et amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte et vita:
in questo stato son, donna, per voi
(Francesco Petrarca)
“A poco a poco devi arrivare a conoscere tutte le opere più importanti
di tutti i maestri importanti.”
“L’arte non è fatta per conquistare ricchezze. Cerca soltanto di diventare un artista sempre più grande;
tutto il resto verrà da sé.”
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La figura di Alfred Schnittke ci guida e ci accompagna fin dal primo anno.
Ormai i suoi grandi capolavori di musica da camera li abbiamo presentati nelle passate
programmazioni.
Due anni fa ospitammo Irina Schnittke, per portarci la musica del marito, e quest’anno
ritorna per interpretare il quintetto (forse il suo più grande capolavoro, che piacque tanto a
Massimo Mila, che scrisse in proposito: “Una reale fantasia sonora, ancor più che musicale,
non manca mai. Questo qui è uno che ha qualcosa da dire.”, era il 1985.), quintetto che viene
presentato accanto a Shostakovich.
L’anno scorso, a Novembre, abbiamo invitato il Coro della Cappella di Stato Russa,
diretto da Valery Polyansky: amico di Schnittke, dedicatario di tante sue opere, ci ha regalato
un concerto incredibile. Incredibile per tutti noi, e speriamo anche per le 500 e più persone
che intervennero.
Per quel concerto impiegammo tante energie, morali, culturali, ma anche stress e fatica;
i momenti di sconforto per raggiungere la meta furono tanti. Poi, subito dopo il concerto,
capimmo la giustezza di avere speso tante energie. Un concerto che non avrebbe sfigurato in
qualsiasi grande teatro, italiano e non.
Forse non abbiamo spostato una montagna, ma una collina di sicuro, quella fiesolana, e
l’abbiamo condotta in una delle vette della musica e dell’impegno attivo. Parliamo ora a tutti
gli organizzatori e a coloro che lavorano nella cultura: accorgetevi delle cose, degli
avvenimenti importanti, non voltate mai il capo, discutiamo, ma smettiamola di girare lo
sguardo. Nella musica non esiste concorrenza, così esiste solo un piccolo provincialismo
culturale.
Torniamo alla musica: il Professor Ivashkin (grande violoncellista che due anni fa suonò
per noi con Irina Schnittke) è ormai un caro amico: l’abbiamo ospitato in altre occasioni e
sempre ci ha regalato grande musica, e una profonda stima. Una persona buona, che aiuta a
fare grande la musica (ricordiamo la visita agli Uffizi assieme a lui, sua moglie e Irina: ci
ringraziavano mettendosi la mano sul cuore…).
Janàcek si affaccerà nel programma, oltre che con la musica, con un suo breve scritto:
uno di quei compositori che non rinuncia mai a sognare ci aiuterà a fare di questo concerto
una “notte bianca” dostoevskiana.
Il concerto si collega idealmente a quello del 4 Giugno: anche stasera ci sarà un bel pò
di “Mosca”, e Pavel Vernikov (allievo di Oistrakh) è uno dei migliori tramiti che potevamo
avere la fortuna di incontrare.
Un concerto buono.
“Venera l’antico, ma vai incontro al nuovo con tutto il tuo cuore.
Non covare pregiudizi verso nomi che non hai mai sentito.”
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Venerdì 16 aprile 2004 - ore 21.00
SALA VANNI
Piazza del Carmine, 14
Irina Schnittke
Matteo Fossi
Pianoforte
Dmitri Shostakovich
Sonata per violoncello e pianoforte in re minore op.40
Allegro non troppo
Allegro
Largo
Allegro
Pavel Vernikov
Lorenza Borrani
Violino
Edoardo Rosadini
Viola
Alfred Schnittke
Trio per violino, violoncello e pianoforte
Moderato
Adagio
Alexander Ivashkin
Violoncello
AAAATAAAA
Leos Janácek
Pohàdka per violoncello e pianoforte
Con moto - Un poco più mosso - Tempo I - Andante - Un poco più mosso - Tempo I - Allegro
Con moto - Adagio - Adagio poco rubato - Più mosso - Ancora più mosso - Con moto
Poco a poco adagio - Allegro - Un poco meno mosso - Tempo I
Alfred Schnittke
D. Ojstrach
Quintetto per pianoforte e archi “Alla memoria di mia madre Maria Vogel”
Moderato
In tempo di valse
Andante
Lento
Moderato pastorale
Ingresso: Biglietto intero: 10 €
Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 €
“Per guarirti da ogni boria e vanità, non c’è cura più rapida che studiare la storia della musica,
aiutandoti con l’ascolto dal vivo dei capolavori delle varie epoche.”
“…La nebbia si è diradata; vedi erba umida di rugiada e steli ritti. Volti senza enigma.
Ora tu sai chi partorisce, chi geme, piange, si lamenta, implora. Sono così vicini da poterli
afferrare, la bocca gemente, gli occhi piangenti, il cuore ferito. I rossori del mattino
inondano la tua opera di sangue. Il peso e il respiro della vita consacrano i suoni. Il comporre
non è così semplice come l’ingenuo intelletto suppone. Anche l’opera musicale è in gran
parte arte figurativa. Arte figurativa in ogni istante nel quale si scorda una visione, ma in quel
certo essere vivente, come grazie a un miracolo.”
(Leos Janàcek)
“Avrei tanto desiderato imparare a leggere.”
(Johann Wolfgang Goethe a 80 anni)
18
19
“…Nell’istante stesso in cui leggevo, vidi un altro universo e diventai un altro uomo.
Sebbene abbia un vivo ricordo dell’impressione che ne ebbi, i particolari mi sono sfuggiti da
quando li ho depositati in una delle mie quattro lettere al sigor De Malesherbes. Questa è una
delle stranezze della mia memoria che meritano di essere dette. La memoria mi serve solo
finchè posso fare affidamento su di essa; non appena ne affido il deposito alla carta, essa mi
abbandona, e una volta scritta una cosa non me ne ricordo assolutamente più. Questa
singolarità mi segue persino nella musica.”
(Jean Jacques Rousseau)
“I pezzi virtuosistici mutano con il tempo;
l’agilità ha valore soltanto quando serve a fini superiori.”
“Se il Cielo ti ha donato una fantasia viva, ti capiterà spesso di sedere per ore al pianoforte, come incantato,
e di voler esprimere il tuo mondo interno in armonia. Allora ti sentirai attratto in un cerchio magico da una
forza tanto più misteriosa quanto meno chiaro magari è ancora per te il regno delle armonie.
Sono ore felici della gioventù queste. Ma intanto guardati bene dall’abbandonarti troppo spesso a un talento
che ti induce a dissipare forze e tempo seguendo una sorta di gioco di ombre cinesi…”
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.
In questi anni non avevamo mai eseguito Beethoven in stagione.…mai…
Quasi non ce ne eravamo accorti.
I motivi sono tanti, i più forti e importanti risiedono forse nel nostro intimo, nel
nostro inconscio.
Beethoven non lo puoi smembrare; Beethoven, se lo inserisci in un programma, lo fa
diventare suo, sgomita.
Solo Bach lo accetterebbe, sorriderebbe, e gli lascerebbe lo spazio che reclama. E in
questa stagione Bach ha deciso di lasciargli spazio.
Il sorriso di Bach (solo il sorriso…ci mancherebbe!) abbiamo voluto lo portasse
Lorenzo, scrivendo uno dei suoi Bisconcertanti, il quinto.
Schnittke e Schubert sono buoni, ci aiutano a far diventare questo programma uno dei
“nostri” programmi (come lo sarà quello del 14 maggio), con capolavori scelti con dedizione.
Brahms è la realizzazione di un sogno: da tanti anni volevamo portare il Trio op. 40 in
stagione. Musica altissima, del “più in alto” (secondo il nostro “albero” del 2004…
l’abbiamo inserito a pagina 14).
Nei nostri concerti mancava anche la Scuola di Vienna: Schoenberg sarà nel prossimo
concerto, nel frattempo inseriamo alcuni suoi dipinti, una frase di Berg…ancora musica,
pittura, letteratura…
musica.
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“Riposati dai tuoi studi musicali leggendo con attenzione buona letteratura.
Va’ all’aria aperta appena puoi!”
21
Giovedì 29 Aprile 2004 - ore 21.00
SALA VANNI
Piazza del Carmine, 14
Alfred Schnittke
Pantomima (dalla Suite in Stile Antico)
Franz Schubert
Rondò: Allegro Moderato (dalla Sonatina n. 3 in Sol minore D 408)
Ludwig van Beethoven
Sonata per Pianoforte e Violino in Sol maggiore n. 10 op. 96
Allegro Moderato
Adagio espressivo
Scherzo. Allegro
Poco allegretto - Adagio espressivo - Tempo I - Allegro - Poco adagio - Presto
Matteo Fossi
Pianoforte
Lorenza Borrani
Violino
AAAATAAAA
Leonardo Consoli
Corno
Johannes Brahms
Trio per violino, corno e pianoforte in Mi bemolle maggiore op.40
Andante
Scherzo: Allegro
Adagio mesto
Finale: Allegro con brio
Lorenzo Falconi
Viola
Lorenzo Falconi
Bisconcertante n. 5
A. Cortot
“Non puntare mai sull’agilità, sul cosiddetto virtuosismo.
In ogni pezzo tenta di produrre l’effetto che il compositore aveva in mente;
di più non si deve fare; tutto ciò che va più in là è una deformazione.”
Ingresso: Biglietto intero: 10 €
Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 €
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“Sbaglierò forse, ma ho questa impressione: siamo diventati troppo raffinati, troppo
colti. Abbiamo un senso così acuto dei tempi tradizionali, delle minime oscillazioni di
concezione! Sappiamo esattamente ciò che voleva Beethoven, abbiamo edizioni che portano
per ogni pagina di musica di Beethoven tre pagine di spiegazioni; sappiamo esattamente ciò
che spetta a ciascun strumento e non chiediamo al piano nulla che non sia pianistico,
conosciamo il primo Beethoven, il Beethoven della maturità, e il vecchio Beethoven.
Distinguiamo le sottili differenze che corrono nella forma e nel colore delle differenti
epoche: quando Beethoven sentiva ancora, e dopo che divenne sordo - sappiamo tutto questo,
ma i vulcani che emergendo facevano soffrire Beethoven, i soli che lo illuminavano, le grida
che gli spezzavano il cuore non ci scuotono.
E qui stanno le fonti dell'avvenire: dimenticate il pianoforte, lo stile, l'educazione, la
scienza, e vivete Beethoven, suonate l'organo, il violino, fischiate, suonate il timpano, cantate
di nuovo sul pianoforte, suscitate nuovamente il mondo interno dal tenebroso regno delle
note scritte per portarlo alla luce; eseguite, se vi pare, la Sonata “Al Chiaro di Luna” come il
singhiozzare di un morente, e orchestrate la Marcia Funebre dall’op.26 nel modo più
moderno, fate sorgere oggi, come per incanto, dalla Sonata “a Waldstein” un idillio con la
Natura, per farne domani una lotta tra voi e il mondo, e il giorno appresso suonate in piena
forma la musica pura; quando vi sarete così agguerriti, da dilettarvi alle forme, c'è tutto qui,
allora metterete le ali che porteranno voi e gli altri nel regno della fantasia e potrete
contemplare la dimora dove stava lo spirito di Beethoven.
Trarrete ancora godimento da questo magnifico pianoforte che possiede oggi tutta la
gamma di colore dell’orchestra e domani emette suoni che provengono da altre sfere.”
(Edwin Fischer)
“Ho suonato di nuovo la Nona di Mahler. Il primo tempo è la cosa più splendida che
Mahler abbia scritto. È l’espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio di
viverci in pace e di poter godere fino in fondo la natura, prima che giunga la morte. Poiché
essa arriverà inesorabilmente. Tutto questo tempo è impostato sul presentimento della morte,
che riemerge in continuazione. Ogni sogno terreno culmina in esso e con più forza in quel
passo incredibile dove il presentimento diviene certezza e dove la morte si annuncia nella più
profonda e più dolorosa gioia di vivere. Contro tutto ciò non c’è più resistenza! Ciò che segue
sembra quasi rassegnazione. Sempre con il pensiero all’aldilà, al di sopra delle montagne, sì,
proprio come in quello spazio dove l’aria si rarefà […] Vuole godere ancora, finché gli è
possibile, tutti i tesori che la terra gli offre. Lontano da ogni contrarietà, vuole costruirsi una
casa per godersi quest’aria, la più pura della terra, bevendola con respiri sempre più
profondi, sempre più profondi…, perché questo cuore, il più splendido che abbia mai
pulsato fra gli uomini, si espanda, si espanda sempre di più prima di dover cessare di battere
più.”
(lettera di Alban Berg alla moglie)
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A. Schoenberg, ricordo della sepoltura di Mahler
“Anche al di là delle montagne ci sono persone che vivono. Sii modesto! Ancora non hai
inventato o pensato nulla che non abbiano già inventato o pensato altri prima di te. E, se così
invece fosse, lo dovresti considerare come un dono del cielo, che devi condividere con gli altri.”
“Quando suoni, non preoccuparti di chi ti sta a sentire.”
Forse Machaut nacque nel 1304. Forse perché non è sicuro, si sa solo che l’anno di
nascita oscilla tra il 1300 e il 1305.
Petrarca nacque nel 1304. Questo invece è sicuro.
Sono quindi 700 anni dalla nascita di questi due grandi. Erano amici e si incontrarono
nel 1361 a Parigi…che tempi…
Si incontrarono perché i Visconti inviarono il Petrarca a Parigi come ambasciatore. Il
Petrarca, la sua orazione d’obbligo, la pronunciò in latino, non in francese.
Si scusò dicendo che il latino era la sua lingua, non il francese che (disse) non conosceva.
In realtà lo conosceva benissimo, volle semplicemente portare l’arma ben più formidabile e
veramente decisiva di un latino ignoto ai moderni, la base di Dante e Boccaccio, la nostra
(sua) lingua.
Matteo e Gloria (giovane, forte e dolcissima interprete, cara amica che già da anni ci
aiuta a fare musica) ci guideranno nel cammino di questo concerto, nel quale l’Insula
Dulcamara Ensemble (il nome proviene da un quadro di Klee…) eseguirà la prima Messa
scritta da un unico compositore nella storia della musica, la Messa di Notre Dame, appunto
di Machaut.
Ma non si tratterà di un’esecuzione comune: l’Ensemble ha infatti studiato la pronuncia
del latino “in quel benedetto 1300 in cui tutti parlavano e scrivevano bene…”, in Francia: sarà
quindi il latino come suonava nelle orecchie di Machaut e nella voce dei cantanti dell’epoca.
Uno studio difficile che ha dato risultati bellissimi.
A questo lavoro che ci manda così indietro nel tempo, abbiamo affiancato (sempre con
lo spirito di voler negare ogni impegno di carattere esclusivamente intellettuale o accademico)
uno dei percorsi più affascinanti fra musica e pittura, percorso che segna l’intero nostro
libretto. Kandinsky e Schoenberg sono tappa obbligata in questo cammino: il quadro che
abbiamo inserito di Kandinsky (Konzert, Improvvisazione 3), è diretta creazione ispirata
dall’Op. 11 di Schoenberg. Potevamo fare l’Op. 11, ma semplicemente l’Op. 19 la riteniamo
più bella, importante, e anch’essa avrebbe potuto ispirare benissimo un pianoforte che
restituisce un alone giallo dissonante.
L’Op. 19 è buona, assolutamente sconvolgente, totale ispirazione.
Bartòk e Mozart saranno contenti… Mozart che bambino suonò in questa splendida Sala
del Poggio Imperiale.
Ringraziamo di cuore Rosaria Farina, Direttrice dell’Istituto, che ci permette come gli
anni passati di dare corpo a queste piccole cose che per noi e per i nostri concerti sono
importantissime.
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A. Schoenberg, ritratto di A.Berg
“A volte mi domando chi sono…”.
(Inizio dell’ultima conferenza di Arnold Schoenberg, 1951)
“Melodia è il grido di battaglia dei dilettanti – ed è vero che una musica senza melodia non
è musica affatto. Ma devi capire bene che cosa intendono quelli per melodia: per loro le
uniche melodie sono quelle facili da ricordare, con un andamento ritmico piacevole. Ma ci
sono anche melodie di ben altro genere, e ti basterà aprire Bach, Mozart, Beethoven perché
ti vengano incontro nelle loro mille varietà: sicchè si può sperare che presto ti verrà a noia la
misera uniformità delle altre melodie, in particolare di quelle dei recenti melodrammi italiani.”
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Venerdì 7 maggio 2004 - ore 21.00
SALA BIANCA DEL POGGIO IMPERIALE
Viale del Poggio Imperiale 1
Arnold Schoenberg
Sei piccoli pezzi per pianoforte op. 19
Leicht, zart
Langsam
Sehr langsame Viertel
Rasch, aber leicht
Etwas rasch
Sehr langsam
Guillame De Machaut
Gloria D’Atri
Matteo Fossi
Pianoforte
Messa di Notre Dame
Kyrie Eleison
Gloria in Excelsis
INSULA DULCAMARA ENSEMBLE
Michele Napolitano
Triplum
Sergio Martella
Motetus
Stefano Scialè
Tenor
Claudio Napolitano
Contratenor
Bela Bartòk
Sonata per pianoforte
AAAATAAAA
Guillame De Machaut
Messa di Notre Dame
Credo in Unum Deum
Sanctus
Agnus Dei
Ite Missa Est
Wolfgang Amadeus Mozart
A. Berg, A. Schoenberg
Sonata per pianoforte a quattro mani in do magg. K 521
Allegro
Andante
Rondò
Ingresso: Biglietto intero: 10 €
Biglietto ridotto (Soci NEM, Giovani sotto i 30 anni): 6 €
“La formazione dell’orecchio è la cosa più importante. Esercitati sin dall’inizio a riconoscere note
e tonalità. La campana, i vetri delle finestre, il cuculo – tenta di cogliere quali suoni producono.”
“Egregio Professore! Mi scusi se Le scrivo pur non avendo il piacere di conoscerLa
personalmente. Ho appena ascoltato il Suo concerto, ed è stata per me un’autentica gioia.
Certamente Lei non mi conosce…ma i nostri intenti, il nostro modo di pensare e di sentire
hanno così tanto in comune che sento di poterLe esprimere le mia simpatia. Nelle Sue opere
Lei ha realizzato ciò che io, in forma naturalmente indeterminata, desideravo trovare nella
musica.”
(Prima lettera di Wassily Kandinsky ad Arnold Schoenberg)
P. Klee, Insula Dulcamara
30
31
“Io sono astratto con qualche ricordo.”
(Paul Klee)
W. Kandisky, Impovvisazione 3 Konzert
“I tuoi pezzi non soltanto devi conoscerli con le dita, ma devi saperli cantare dentro di te, senza
tastiera. Devi acuire la tua immaginazione sino al punto di poter fissare nella memoria non solo
la melodia di una composizione, ma anche la sua armonia.”
“Sforzati di suonare bene i pezzi facili;
è molto meglio che eseguire in modo mediocre i pezzi difficili.”
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