IL MODELLO GRAFICO IS-­‐PC-­‐MR Possiamo ora introdurre il modello a tre equazioni IS-­‐PC-­‐MR. Le tre equazioni sono le seguenti: 1) l’equazione IS 2) l’equazione della curva di Phillips 3) l’equazione della regola di politica monetaria MR. Avendo esplicitato i determinanti della pendenza della curva MR, il ruolo dei 6 dati chiave che determinano il processo decisionale della banca centrale viene posto in luce. (1) l’obiettivo di inflazione della banca centrale, 𝜋 ! : esso determina la posizione della curva MR; (2) le preferenze della banca centrale, 𝛽 : esse determinano la forma delle ellissi di perdita e la pendenza della curva MR ; (3) la pendenza delle curve di Phillips, 𝛼: essa determina la pendenza della curva MR; (4) la sensitività all’interesse della domanda aggregata ed il moltiplicatore: essi determinano la pendenza della curva IS; (5) il livello di equilibrio dell’output, 𝑦! : esso determina la posizione della curva di Phillips verticale e la posizione della curva MR; (6) il tasso di interesse stabilizzante, 𝑟! : la banca centrale fissa il tasso di interesse effettivo in relazione al tasso di interesse stabilizzante, per cui è necessario analizzare se quest’ultimo si modifica, come ad esempio a causa di uno spostamento della IS o di un mutamento di 𝑦! . Il modello IS-­‐PC-­‐MR può essere utilizzato per esaminare una grande varietà di problemi. Prima di far ciò, richiamiamo la curva IS e la curva di Phillips nelle forme più utili all’analisi degli shocks e delle risposte di politica economica che la banca centrale deve attuare. (1) L’equazione IS è convenientemente riscritta in una forma più semplice di quella utilizzata nelle lezioni precedenti. La semplificazione consiste nello scriverela come 𝑦 = 𝐴 − 𝑎𝑟 , dove 𝐴 rappresenta tutte le componenti della domanda aggregata autonome rispetto al reddito e al tasso di interesse per il moltiplicatore e 𝑎 rappresenta la sensibilità degli investimenti al tasso di interesse per il moltiplicatore: 𝑦 = 𝐴 − 𝑎𝑟 Il tasso di interesse che porta il reddito al livello 𝑦! è definito come 𝑟! (il tasso di interesse stabilizzante): 𝑦! = 𝐴 − 𝑎𝑟! L’equazione 𝑦! può essere sottratta dall’equazione IS: 𝑦 − 𝑦! = −𝑎 𝑟 − 𝑟! Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 1 La differenza tra il prodotto e il prodotto di equilibrio prende il nome di output gap. Questa equazione chiarisce che l’output devia dal su livello di equilibrio nella misura in cui il tasso di interesse devia dal tasso di interesse stabilizzante. Questo modo di presentare la curva IS è particolarmente indicato per illustrare il funzionamento della regola di politica monetaria. La banca centrale sceglie il tasso di interesse per influenzare l’output gap al fine di ottenere il suo obiettivo. (2) La curva di Phillips con inflazione inerziale non richiede alcuna modifica: 𝜋 = 𝜋!! + 𝛼 𝑦 − 𝑦! (3) La regola di politica monetaria può essere scritta nel modo seguente 𝑦 − 𝑦! = −𝛼𝛽 𝜋 − 𝜋 ! Questa equazione mostra le combinazioni di prodotto e inflazione che la banca centrale sceglie dato il vincolo della curva di Phillips che si trova a fronteggiare. Quando l’inflazione è alta la banca centrale riduce la domanda aggregata incrementando il tasso di interesse al fine di ridurre l’inflazione. La chiave per comprendere il ruolo della curva MR è che la MR mostra il sentiero lungo il quale l’economia deve essere guidata dalla banca centrale per ritornare al livello obiettivo dell’output e dell’inflazione. Ogni volta che l’equilibrio 𝑦! , 𝜋 ! è perturbato, il lavoro dell’autorità di politica monetaria è quello di modificare il tasso di interesse per portare l’economia sulla curva MR; una volta sulla MR, essa deve continuare ad aggiustare il tasso di interesse fin quando l’economia non ritorna in 𝑦! , 𝜋 ! . E’ facile mostrare ciò nella figura 7. Fig. 7 Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 2 Consideriamo il caso in cui l’inflazione è aumentata oltre il target del 2% passando al 6% (punto B). Il punto B è sulla curva di Phillips con inflazione inerziale del 6%, vale a dire la curva che mostra il trade-­‐off lungo il quale la banca può scegliere il suo punto preferito. Per portare l’inflazione al 2%, l’output deve ridursi al di sotto del suo livello di equilibrio. La curva MR mostra che la banca centrale sceglie il punto F: essa porta l’economia nel punto F incrementando il tasso di interesse e riducendo quindi la domanda aggregata e l’output al di sotto di 𝑦! . Quando l’economia è sulla MR, l’aggiustamento fino al punto Z è semplice da seguire: con inflazione al 5%, la nuova curva di Phillips che la banca centrale si trova a fronteggiare è quella con inflazione inerziale al 5%, e la banca centrale sceglie il punto F’. Il processo di aggiustamento, passo dopo passo, conduce l’economia al punto Z. Nel caso in cui l’inflazione si riduce al di sotto del target, il processo funziona allo stesso modo. Se l’inflazione si riduce allo 0% (punto B’), la curva di Phillips rilevante diviene quella con inflazione inerziale allo 0%, e il punto scelto dalla banca centrale è G: si noti che essendosi l’inflazione ridotta al di sotto del target, la domanda aggregata deve essere incrementata dalla banca centrale al fine di portare l’output al di sopra del livello di equilibrio. L’aggiustamento al punto Z procede esattamente allo stesso modo descritto in precedenza. Quando la curva MR è ben compresa, non è particolarmente complesso mettere insieme la regola di politica monetaria nel diagramma di Phillips con la curva IS, al fine di mostrare esplicitamente il tasso di interesse che la banca centrale deve fissare per conseguire il suo obiettivo in termini di output. Non si tratta di introdurre alcun nuovo concetto. Si tratta soltanto di passare dal livello di output scelto lungo la curva MR alla curva IS per individuare il tasso di interesse che la banca centrale deve fissare. Perché mostrare la MR nel diagramma di Phillips? Sebbene sia possibile collocare la MR nel diagramma IS, questo non è il nostro metodo preferito. La ragione è che l’essenza della regola di politica monetaria è individuare la miglior risposta della banca centrale dato il vincolo della curva di Phillips che si trova a fronteggiare. Per mostrare ciò bisogna conoscere: i) le preferenze della banca centrale tra output e inflazione (le curve di indifferenza) ii) il trade-­‐off tra inflazione e occupazione mostrato dalle curve di Phillips. Entrambi questi dati sono visibili operando nel digramma della curva di Phillips. Inoltre, il ‘lato dell’offerta’ che determina la posizione della curva di Phillips verticale e la pendenza delle curve di Phillips di breve periodo aumentate per l’inflazione è posto in primo piano. Quando la banca centrale ha determinato l’obiettivo di output date le sue preferenze e il vincolo della curva di Phillips, diviene semplice fare riferimento al diagramma IS e individuare il livello del tasso di interesse che consente di ottenere l’obiettivo di output desiderato. In pratica, la banca centrale fissa il tasso di interesse nominale, ma essa lo fissa al fine di determinare il tasso di interesse reale sulla curva IS che consente di conseguire il livello desiderato di domanda aggregata. La banca centrale può fissare direttamente solo il tasso di interesse nominale, ma dal momento che il tasso di inflazione atteso è dato nel breve periodo, essa è in grado di controllare il tasso di interesse reale indirettamente. Cerchiamo di chiarire il punto analizzando l’operare della regola di politica monetaria nel caso di quattro diversi shocks. Uno shock di inflazione Il diagramma in alto nella figura 8 è il diagramma IS; il diagramma in basso è la curva di Phillips. Delle tre equazioni illustrate in precedenza, la IS è nel primo diagramma, la PC e la Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 3 MR nel secondo. Iniziamo al punto A con 𝑦 = 𝑦! ed inflazione al target del 2%. Uno shock di inflazione spinge quest’ultima al 4% nel punto B. Fig. 8 La banca centrale sceglie il tasso di interesse 𝑟′ sulla curva IS (punto C’) per conseguire il punto C sulla curva di Phillips. Nel periodo successivo la curva di phillips scivola a destra in quanto l’inflazione inerziale si riduce al 3%. Quindi l’economia è guidata lungo la curva MR dalle scelte della banca centrale. E’ possibile anche seguire il percorso lungo la curva IS, con la banca centrale che riduce progressivamente il tasso di interesse da 𝑟′ fino a 𝑟! . Alla fine l’economia ritorna al punto Z. Si noti che la banca centrale opera attivamente, sebbene seguendo una regola: i frequenti aggiustamenti del tasso di interesse sono richiesti dalla regola di politica monetaria. Uno shock di domanda temporaneo L’economia è in equilibrio con un target di inflazione al 2%. L’equilibrio è disturbato da uno shock di domanda temporaneo. Per shock di domanda temporaneo intendiamo dire che la IS influenzata dallo shock è la IS’ e rimane ad IS’ per un periodo. L’output è incrementato a 𝑦′. La consegueza di un output maggiore di 𝑦! è accrescere l’inflazione oltre il target fino al 4%. In tal modo si definisce la curva di Phillips con inflazione inerziale al 4% lungo la quale la banca Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 4 centrale deve scegliere il suo punto preferito: è il punto C. Passando al punto C’ nel diagramma della curva IS, la banca centrale individua il tasso di interesse appropriato 𝑟′. L’aggiustamento che segue coincide con quello illustrato nel caso di uno shock da inflazione. Per riassumere, l’economia passa da A a B a causa dello shock di domanda. L’inflazione cresce oltre il target e diventa inflazione inerziale. Questa inflazione inerziale può essere eliminata solo riducendo l’output al di sotto del livello di equilibrio. La banca centrale accresce quindi il tasso di interesse in risposta allo shock di domanda. Fig. 9 Uno shock di domanda permanente Nel caso di uno shock di domanda permanente la curva IS passa ad IS’ per rimanervi. L’economia è in equilibrio con una inflazione target del 2%. Come nel caso di uno shock di domanda temporaneo l’output è incrementato a 𝑦′. L’economia è al punto B nel diagramma di Phillips e al punto B’ in quello IS. L’aggiustamento nel diagramma di Phillips è uguale al caso precedente. L’unica differenza concerne il diagramma IS. Dal momento che lo shock di domanda è permanente, il tasso di interesse stabilizzante si è incrementato a 𝑟! ′. Con una più elevata domanda autonoma, un più elevato tasso di interesse è necessario per mantenere l’output al suo livello di equilibrio. Allo stesso modo, al fine di portare l’economia sulla curva MR al punto C, la banca centrale deve fissare l’interesse ad un livello 𝑟′, più alto rispetto al caso di uno shock temporaneo. Quando l’economia è ai punti C e C’, l’aggiustamento lungo la Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 5 MR e la IS’ procede nel modo usuale. Il nuovo equilibrio è al punto Z nel diagramma di Phillips e al punto Z’ nel diagramma IS. Fig. 10 Uno shock dell’offerta Quali sono le implicazioni di un cambiamento delle condizioni dell’offerta (curve WS e PS) per l’equilibrio di medio periodo del modello IS-­‐PC-­‐MR e come l’economia raggiunge il nuovo equilibrio? Nella figura 11 mostriamo l’equilibrio iniziale al punto A. L’inflazione è al suo livello target. Supponiamo che la curva WS si sposti in basso a causa di un cambiamento legislativo che indebolisce il sindacato. Vi è un nuovo equilibrio di medio periodo al punto Z, con più elevata occupazione e la stessa inflazione del punto A: il cambiamento delle condizioni dell’offerta riduce il NAIRU. L’ipotesi che la curva PS sia piatta implica che il salario reale non subisca alcuna riduzione. Si tratta di un risultato sorprendente in quanto un minor potere contrattuale dei sindacti genera un minor NAIRU ma non un minore salario reale (con una curva PS negativamente inclinata si potrebbe tener conto di questa circostanza, che con una diversa funzione del consumo potrebbe avere effetti sulla curva IS). Se la banca centrale Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 6 avesse correttamente anticipato questo cambiamento, essa avrebbe ridotto il tasso di interesse per stimolare la domanda aggregata e condurre l’economia al nuovo livello della produzione di equilibrio 𝑦′! . L’economia sarebbe passata direttamente da A a Z, e l’inflazione sarebbe rimasta al suo livello target 𝜋 ! . Con ritardi nella risposta della banca centrale e negli agigustamenti quest’esito è improbabile. Fig. 11 Consideriamo il comportamento di una banca centrale che segue la regola di politica monetaria. Lo spostamento della curva WS implica che le curve di Phillips si spostano a destra. Anche la curva di Phillips con inflazione inerziale uguale al target si sposta a destra passando per Z. In seguito allo spostamento della WS si apre un divario tra il salario percepito dai lavoratori e il salario contrattato in corrispondenza del punto B’ sulla WS’. L’inflazione siriduce al 2% e l’economia passa da A a B. La riduzione dell’inflazione genera una reazione della banca centrale: essa taglia il tasso di interesse. La curva di Phillips di breve periodo che la banca centrale si trova ora a fronteggiare è 𝑃𝐶 𝜋 ! = 2, 𝑦′! . Nel modo che conosciamo, essa sceglie il punto C sulla MR’. Questo determina la riduzione del tasso di interesse necessaria a portare la produzione a 𝑦′. L’economia segue quindi un percorso da C a Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 7 Z. Nella figura 12 mostriamo l’analisi di uno shock dell’offerta usando lo stesso apparato grafico utilizzato in precedenza per gli shocks di domanda, ovvero un diagramma IS sovrapposto al diagramma della curva di Phillips. Come abbiamo appena visto, la differenza rispetto ai casi precedenti è che nel caso di uno shock dell’offerta la MR si sposta in basso. Fig. 12 Nel diagramma IS possiamo individuare la variazione del tasso di interesse necessaria a portare la produzione in 𝑦′. Quando l’economia è sulla nuova curva MR’ l’aggiustamento procede nel modo usuale. Si noti che nel nuovo equilibrio il tasso di interesse stabilizzante 𝑟! ′ è minore di 𝑟! . Dal momento che il prodotto di equilibrio è divenuto più elevato a causa di uno shock dell’offerta, un più basso tasso di interesse stabilizzante è necessario per fornire un livello adeguato di domanda aggregata. Carlin et Soskice, 2005, Macroeconomics, Oxford University Press, Chapter 5, http://fdslive.oup.com/www.oup.com/academic/pdf/13/9780198776222.pdf 8