DIFESA FITOSANITARIA
LA DROSOPHILA
DELLE POMACEE
SUZUKII
DROSOPHILA SUZUKII
Drosophila suzukii (Diptera: Drosophilidae) è un insetto originario del
sud-est asiatico, poi diffusosi nel secolo scorso nel resto del continente
asiatico, in alcuni stati del Centro-Sud
America e nelle isole Hawaii. La sua
presenza è stata rilevata per la prima
volta nel 2008 in Nord America (California) e in Europa (Spagna), successivamente anche in molti altri stati
degli USA, Canada, Francia, Italia,
Messico e più recentemente in Svizzera, Slovenia, apparendo fin da su- Fig. 1 Drosophila suzukii:
Fig. 2 Drosophila suzukii:
femmina
bito come avversità preoccupante su maschio
svariate colture. Gli adulti di D. suzukii misurano 2 - 3 mm di lunghezza, con grandi occhi rossi e
corpo bruno pallido con bande scure sull’addome. La specie è facilmente riconoscibile grazie ad
alcuni caratteri morfologici. Il maschio (Foto 1) presenta una macchia nera sul bordo anteriore delle ali e setole nere in corrispondenza delle zampe protoraciche. Nella femmina non sono presenti
né i pettini di setole né tantomeno macchie scure sulle ali. La mancanza di queste ultime rende
impossibile il riconoscimento a occhio nudo delle femmine da quelle di altre specie di drosofilidi.
L’identificazione è effettuata con l’ausilio di uno stereomicroscopio osservando l’ovopositore dotato
di una serie di robusti denti (Foto 2), utilizzati per incidere l’epidermide dei frutti e inserire le uova
direttamente nella polpa. D. suzukii ha un ciclo vitale rapido ed è in grado di compiere numerose
generazioni all’anno in funzione della temperatura. È stato rinvenuto sui frutti di un’ampia gamma
di piante coltivate quali mirtillo, lampone, fragola, rovo, ciliegio, albicocco, pesco, susino, fico, vite,
actinidia, kaki, melo e pero e spontanee od ornamentali come sambuco e caprifoglio. A differenza
di altre drosofile, D. suzukii attacca i frutti in maturazione, ancora pendenti sulla pianta. Il danno è
causato dalle larve che si nutrono delle parti carnose del frutto provocando depressioni superficiali
e rammollimento. In Italia la prima segnalazione del nuovo dittero è avvenuta in Trentino nel 2009,
mentre in Piemonte la presenza è stata accertata nel 2010. Nel 2011 nell’areale frutticolo cuneese
è stato eseguito un monitoraggio con trappole costituite da bottiglie
di plastica, contenenti 200 mL di aceto di mele e con 5 - 6 fori del
diametro di 0,5 - 1,0 cm sui lati per consentire l’ingresso degli adulti
(Foto 3). Le indagini condotte hanno evidenziato come D. suzukii
sia ormai insediato e largamente diffuso in Piemonte. Ingenti danni
sono stati registrati a carico di piccoli frutti, ma non sono da sottovalutare i problemi che l’insetto può arrecare anche ad alcune drupacee come ciliegio, susino e albicocco. Sarà dunque fondamentale
non sottovalutare il problema anche perché la lotta chimica, è in
molti casi inapplicabile, non solo per l’elevato numero di generazioni che D. suzukii può compiere, ma anche perché, danneggiando
Fig. 3 Trappola con aceto di mele
frutti in prossimità di maturazione, diventa difficile rispettare i tempi
impiegata per il monitoraggio di
di carenza delle molecole.
Drosophila suzukii
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