45 L’ISTITUTO NAUTICO DI PALERMO: DAL CONCORSO DEL 1949 AL CANTIERE DEL 1955 Aurora Argiroffi* I bombardamenti del 9 maggio 1943 su Palermo causano la distruzione quasi totale dell’ospedale di San Bartolomeo, situato fra la piazza Santo Spirito e la Cala. Nel 1947 il piano di ricostruzione stabilisce la realizzazione di un nuovo edificio sulle rovine dell’antico ospedale. Nel marzo del 1949 il Comune bandisce il concorso per il progetto del nuovo Istituto e Collegio Nautico e dell’annessa Scuola Professionale Marittima sul lotto del distrutto ospedale, del quale si conserva esclusivamente il fronte con doppio ordine di arcate verso il corso Umberto I. Il progetto vincitore, redatto da Giuseppe Spatrisano, Antonio Bonafede, Paolo Gagliardo e Vittorio Ziino, è composto da cinque corpi di fabbrica, fra loro differenziati per dimensione, orientamento e disegno dei fronti, in funzione dei diversi ambiti urbani circostanti. Il volume principale della scuola, rivolto a sud, rivestito in pietra e aperto da piccole bucature quadrate, diverge dall’allineamento stradale di corso Vittorio Emanuele per facilitare la vista della Porta Felice. I corpi di fabbrica verso la Cala a nord, definiti da telai a vista e grandi aperture, sono raccordati al preesistente prospetto dell’ospedale, alle Mura delle Cattive e alla chiesa di S. Maria della Catena per mezzo di una nuova passeggiata in quota. Il basamento dell’antico loggiato viene svuotato da una grande vetrata a doppia altezza, attraversata in tre punti dal percorso in quota, e un atrio centrale pubblico prosegue il percorso dalla via Butera verso la Cala. Com’è noto, il primo progetto del 1949, oggi conosciuto attraverso le fotografie delle tavole di concorso conservate presso l’Archivio Spatrisano (Fondazione Culturale Lauro Chiazzese, Palermo)1 e presso l’Archivio Ziino (Archivio privato della famiglia, Palermo), oltre che attraverso gli articoli pubblicati sui giornali e sulle riviste dell’epoca2, viene profondamente modificato fra il 1950 e il 1955 proprio negli elementi di raccordo con il frammento superstite dell’ospedale e con la città. La rotazione del corpo principale a sud e il conseguente allineamento al filo del corso Vittorio Emanuele alterano la relazione dell’edificio con la Porta Felice; il restringimento e la chiusura dell’atrio centrale interrompono la continuità del percorso pubblico di attraversamento della scuola e infine la mancata realizzazione della passeggiata in quota isola l’Istituto dai monumenti e dai percorsi circostanti. L’attuale edificio [figg. 1-2], costruito fra il 1955 e il 1964, non è mai stato completato ed è oggi a rischio Figg. 1-2. Palermo. Istituto Nautico, prospetto meridionale su piazza Santo Spirito e prospetto orientale su corso Umberto I. Lexicon - n. 7/2008 46 di consistenti demolizioni3 [fig. 3]. Indicato dalla critica alternamente come esempio di riuscita o al contrario mancata integrazione fra moderno e antico4, l’Istituto Nautico rappresenta un caso esemplare nella storia della ricostruzione siciliana. Dallo studio della vicenda particolare dell’edificio palermitano emergono infatti i temi generali del rapporto fra intervento moderno, conservazione della rovina e ricostruzione della città5. L’analisi di alcuni disegni e documenti redatti fra il 1950 ed il 1953 fa luce sul processo di trasformazioni del progetto dell’Istituto Nautico dal concorso al cantiere, permettendo di ripercorrere le modifiche attuate nel disegno dell’edificio e chiarendo l’evoluzione del rapporto fra progetto e preesistenza nella progressiva alterazione della passeggiata pedonale in quota e del suo “attacco” alla facciata dell’antico ospedale, dalle prescrizioni del piano del 1947 fino alla sua completa abolizione nell’edificio realizzato [figg. 4-5]. Il piano di ricostruzione e i concorsi del 1949 Il piano di ricostruzione del 1947, redatto da Alfio Susini e Giuseppe Spatrisano in collaborazione con i tecnici del Comune di Palermo, compone fra loro diverse strategie di intervento per la ricostruzione del grande isolato dell’ospedale di San Bartolomeo, prescrivendo il ripristino filologico del pilone settentrionale della Porta Felice, la conservazione della facciata orientale dell’ospedale, il mantenimento del terrapieno verso la Cala e la sua trasformazione in Fig. 3. Palermo. Planimetria, particolare dell’area della Cala; in evidenza l’Istituto Nautico. Fig. 4. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l’Istituto Nautico di Palermo, planimetria, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Ziino). Fig. 5. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l'Istituto Nautico di Palermo, pianta del piano terra, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Spatrisano, Fondazione Culturale Lauro Chiazzese). 47 terrazza pubblica, e infine, come già accennato, la costruzione, attraverso un concorso nazionale, di un nuovo edificio scolastico moderno, che inglobi il fronte barocco dell’ospedale. Per la vicina area del porto, il più vasto campo di rovine della città, il piano stabilisce la realizzazione, sempre attraverso un concorso, di una nuova moderna palazzata, composta da tredici edifici porticati connessi da passaggi aerei. I due concorsi, programmati nel 1947, vengono indetti nel 1949, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Il bando per il progetto dell’Istituto Nautico ribadisce l’obbligo di «incorporare sul prospetto est l’antico muro dell’ex ospedale che deve essere convenientemente restaurato e conservato», mentre i «rimanenti prospetti su strada del costruendo edificio dovranno studiarsi in relazione all’elemento da conservare e all’ambiente su cui si affacceranno»6. I quattro progetti presentati al concorso, esposti nell’agosto del 1949 al Teatro Massimo e sinteticamente descritti in alcuni articoli del Giornale di Sicilia7 [figg. 6-7], lavorano su modalità fra loro molto differenti per risolvere le due questioni della relazione con il fronte barocco e dell’inserimento nel centro antico. Le due proposte contrassegnate dai motti Argo e Nettuno8 organizzano il nuovo Istituto secondo impianti volumentrici tradizionali, con corti chiuse su quattro lati, volumi continui lungo il perimetro del lotto e fronti con partizioni orizzontali e verticali in pietra simili alle paraste e agli archi del prospetto antico. L’attenzione nei confronti della preesistenza è in questi due casi esasperata fino all’imitazione stilistica e compositiva del frammento barocco, inserito in una composizione generale di prospetti indifferenziati. Gli altri due progetti esposti, Quadrireme e 12M9, propongono invece due edifici moderni, affiancando al fronte in pietra esistente telai in calcestruzzo: entrambi si svincolano dalla tipologia con corte chiusa e organizzano la nuova scuola componendone le parti attorno a due corti aperte. I due progetti presentano dunque forti analogie, ma se Quadrireme struttura il complesso secondo una geometria rigidamente ortogonale e si relaziona con la preesistenza attraverso la chiara contrapposizione fra fronti moderni, tutti con telai a vista, e facciata antica in muratura, 12M si libera dalla regola dell’allineamento rispetto al filo stradale, ruotando i diversi volumi in funzione dei percorsi e dei monumenti vicini, e declina il disegno dei nuovi prospetti non Figg. 6-7. I due articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia, rispettivamente del 13 e del 14 agosto 1949, sui progetti presentati al concorso del 1949 per l’Istituto Nautico di Palermo. Fig. 8. P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per la sistemazione del rione Villarosa, prospettiva, concorso del 1948 (Palermo, Archivio Ziino). Lexicon - n. 7/2008 48 Fig. 9. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l'Istituto Nautico di Palermo, prospettiva, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Ziino). Fig. 10. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l'Istituto Nautico di Palermo, prospettiva, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Ziino). Fig. 11. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, G. Patti, S. Tortorici, V. Ziino, progetto per la sistemazione della via del Porto, prospettiva dal mare, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Ziino). 49 solo con telai strutturali a vista ma anche con l’uso del rivestimento in pietra. Due possibilità opposte di disegnare la facciata di un edificio in calcestruzzo armato, mostrandone la struttura o al contrario nascondendola con un fronte rivestito (modalità già sperimentate da Gagliardo e Ziino nel progetto del 1948 per la sistemazione del rione Villarosa a Palermo) [fig. 8] convivono nel progetto 12 M, in cui tale varietà è arricchita dalla presenza del fronte antico [figg. 9-10]. Nel dicembre del 1949 il progetto 12 M viene proclamato vincitore e i suoi quattro autori sono chiamati a rivedere i disegni per la definizione della versione esecutiva. Pochi mesi più tardi si conclude anche il parallelo concorso per la vicina via del Porto, con l’assegnazione del primo premio al progetto di Bonafede, Gagliardo, Patti, Spatrisano, Tortorici e Ziino10 [fig. 11]. Il secondo progetto dell’Istituto Nautico A partire dal 1950 il progetto vincitore 12 M, rappresentato nelle tavole di concorso, viene rielaborato. Una relazione tecnica del settembre 1953 per la ricostruzione della piazza Santo Spirito, redatta dall’Ufficio Tecnico dell’Assessorato ai Lavori Pubblici e conservata presso l’Archivio Storico del Comune di Palermo, sancisce l’arretramento del fronte dell’Istituto Nautico di quattro metri rispetto all’allineamento dei fabbricati esistenti lungo il margine settentrionale di corso Vittorio Emanuele. La relazione, accompagnata da due planimetrie, stabilisce inoltre l’abolizione del porticato previsto fra la Porta Felice e l’Istituto, per la creazione, in corrispondenza della facciata monumentale, di un raccordo stradale con la via del Porto11. La rotazione del volume a sud e le conseguenti modifiche all’atrio e alle scale della scuola vengono dunque innescate dalla necessità di arretrare il fronte meridionale. Il ridimensionamento della passeggiata in quota e la parziale sostituzione del portico con un basamento pieno in corrispondenza del prospetto antico vengono causati invece dalla prescrizione di costruire una nuova strada carrabile fra la Porta Felice e la scuola. Quindici tavole di disegni a china su carta lucida conservate presso l’Archivio Spatrisano rappresentano una versione del progetto la cui datazione è successiva al 1949 e precedente al 1953, e si collocano quindi in una fase intermedia fra il concorso e l’av- vio del cantiere. Nelle tavole sono rappresentati, in scala 1:100, le piante, i prospetti e due sezioni dell’Istituto Nautico. I disegni riportano le tracce di tre fasi successive dell’evoluzione del progetto: alla china si sovrappongono infatti le cancellature della versione precedente e gli schizzi a matita di quella successiva. Nel progetto parzialmente cancellato dalle raschiature è già avvenuto l’allineamento del fronte meridionale al filo del corso Vittorio Emanuele, è scomparsa la pensilina di raccordo fra il portico e la piazza ed è mutata la forma del percorso in quota prevista nella versione del 1949. È eliminato il sottile telaio di pilastri a sostegno della passeggiata alla base delle arcate, sostituito da un muro continuo più basso, mentre la grande vetrata sotto il loggiato prevista nel 1949 si riduce a sette finestre rettangolari. I segni a matita sulla china registrano infine ulteriori modifiche avvenute fra il 1953 e il 1955: sulle piante del settimo e dell’ottavo piano la scritta «annullato» indica la riduzione dell’altezza del nuovo edificio. La rappresentazione del prospetto verso il corso Umberto I mostra più che le altre tavole le trasformazioni avvenute nel rapporto fra intervento e preesistenza. Dal confronto fra questo disegno, la precedente versione del 1949 e il rilievo dello stato di fatto emerge infatti la progressiva semplificazione degli elementi moderni accostati al frammento monumentale. Se il progetto del 1949 [fig. 12] mirava ad unificare il fronte antico con quelli moderni, per mezzo di un basamento porticato continuo e uniforme, e accostava agli archi in pietra del loggiato una facciata vetrata, intelaiata, attraversata da solai a sbalzo, il successivo progetto del 1950-1953 [fig. 13] si allontana sostanzialmente dall’impostazione precedente, differenziando il basamento sotto gli archi, pieno e in muratura, da quello dei nuovi fronti, sottile e intelaiato. Infine, il progetto realizzato [fig. 14] sancisce la definitiva abolizione sia del basamento originario che dello zoccolo pieno successivo, riducendo ulteriormente la dimensione e il numero delle aperture alla base degli archi. Nel processo di trasformazioni del progetto dell’Istituto Nautico, registrato nei documenti studiati, si passa dunque dall’iniziale accostamento all’antico per contrasto al graduale isolamento del loggiato. Il prospetto dell’edificio su corso Umberto I è disegnato nel 1949 come una composizione unitaria fra nuovo e preesistenza ottenuta dal confronto Lexicon - n. 7/2008 50 Fig. 12. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l'Istituto Nautico di Palermo, prospetto su corso Umberto I, concorso del 1949 (Palermo, Archivio Spatrisano, Fondazione Culturale Lauro Chiazzese). Sono visibili la grande vetrata intelaiata del piano terra e il percorso pedonale in quota sotto il loggiato dell’ospedale di San Bartolomeo. Fig. 13. G. Spatrisano, A. Bonafede, P. Gagliardo, V. Ziino, progetto per l'Istituto Nautico di Palermo, prospetto su corso Umberto I, 1950-1953 (Palermo, Archivio Spatrisano, Fondazione Culturale Lauro Chiazzese). Fig. 14. Palermo. Istituto Nautico, prospetto attuale su corso Umberto I (rilievo di A. Argiroffi). 51 fra archi in pietra e telaio in calcestruzzo (si veda in proposito il progetto di Giuseppe Terragni per la casa Vietti a Como del 1943) [fig. 15]. Il successivo inserimento del basamento in pietra segna l’indebolimento dell’originario connubio fra componenti antiche e moderne, causando un progressivo ripiegamento dell’intervento moderno e la creazione di una vera e propria muraglia attorno al passato. L’originario tentativo di inglobamento e coinvolgimento della rovina espresso nei disegni del 1949 si attenua dunque nelle varianti successive ed è oggi solo latente nello stato attuale dell’edificio. * Dottore di ricerca. Fig. 15. Giuseppe Terragni, progetto per la casa Vietti a Como, prospetto verso la piazza, 1943 (da A. Pica, Attualità del restauro, in «Costruzioni Casabella», 182, febbraio 1943). Questo saggio è parte della ricerca sul restauro dell’architettura moderna sviluppata in A. ARGIROFFI, Il moderno e la città antica: l’Istituto Nautico di Palermo. Un progetto architettonico di conoscenza, interpretazione e restauro, Tesi di dottorato in “Progettazione Architettonica” (XIX ciclo), Tutor Prof. C. Ajroldi, Cotutor Prof. X. Monteys, Università degli Studi di Palermo 2008. 1 I documenti conservati nell’archivio dell’architetto Giuseppe Spatrisano, con sede presso la Fondazione Culturale Lauro Chiazzese a Palermo (palazzo Branciforte), sono stati studiati e in parte pubblicati nel volume Giuseppe Spatrisano Architetto (1899-1985), a cura di V. Balistreri, Palermo 2001. Sull’archivio Spatrisano si veda anche: M. ODDO, Archivi dell’Architettura Moderna Italiana. Archivio Giuseppe Spatrisano Palermo, in «Do.co.mo.mo. Italia giornale», 14, 2003, p. 2. 2 Alcuni disegni del progetto vincitore del concorso del 1949 sono stati pubblicati negli articoli: Gli altri progetti dell’Istituto nautico, in «Giornale di Sicilia», 14 agosto 1949; E. CARACCIOLO, Il teatro marittimo di Palermo, in «Urbanistica», 3, 1950, pp. 75-77. 3 Il Piano particolareggiato esecutivo per il centro storico di Palermo prevede la demolizione del volume trapezoidale dell’Istituto Nautico verso la Cala e della palestra e stabilisce, inoltre, il ripristino filologico di parti non più esistenti del distrutto ospedale. 4 Per i diversi giudizi critici espressi dal 1950 ad oggi sul rapporto fra l’Istituto Nautico e il preesistente ospedale di San Bartolomeo si vedano: E. CARACCIOLO, Il teatro marittimo…, cit.; Si può fare (possibilmente, bene), in «L’architettura. Cronache e Storia», 34, agosto 1958, p. 217; G. PIRRONE, Architettura del XX secolo in Italia. Palermo, Genova 1971, pp. 122-123; R. LA DUCA, L. SCIASCIA, Palermo Felicissima, Palermo 1973, pp. 180-184; Vittorio Ziino architetto e scritti in suo onore, a cura di G. Caronia, Palermo 1982; S.M. INZERILLO, Urbanistica e società negli ultimi duecento anni a Palermo. Crescita della città e politica amministrativa dalla ricostruzione al piano del 1962, in «Quaderni dell’Istituto di Urbanistica e Pianificazione della Facoltà di Architettura di Palermo», 9, 1984, pp. 44-47; C. CONFORTI, Roma, Napoli, la Sicilia, in Storia dell’architettura italiana. Il secondo Novecento, a cura di F. Dal Co, Milano 1997, pp. 176-241; F. MAGGIO, Il rilievo del moderno. Palermo. Architettura e città 1948-1962, Palermo 1997; A. SCIASCIA, Architettura contemporanea a Palermo, Palermo 1998, p. 79; G. ROTOLO, Storia e Progetto: legami e continuità nelle teorie e nella pratica dell’intervento sulla preesistenza a Palermo nel XX secolo, Tesi di dottorato in “Progettazione Architettonica” (XI ciclo), Tutor Prof. C. Ajroldi, Università degli Studi di Palermo 2000, pp. 224-232; C. AJROLDI, Monumento e Progetto. Laboratorio di sintesi finale, Roma 2005, pp. 75-86; A. COTTONE, S. BERTOROTTA, Un edificio “moderno” del dopoguerra a Palermo: l’Istituto Nautico, in Il moderno tra conservazione e trasformazione, dieci anni di Do.co.mo.mo. Italia: bilanci e prospettive, atti del convegno (Trieste, 5-8 dicembre 2005) a cura di S. Pratali Maffei e F. Rovello, Trieste 2005, pp. 101-109; S. BERTOROTTA, La ricostruzione del dopoguerra a Palermo. Rovine, riparazioni, restauri, ricostruzioni, realizzazioni, ruderi, Tesi di dottorato in “Ingegneria Edile: Progetto e Recupero” (XVIII ciclo), Tutor Prof. A. Cottone, Università degli Studi di Palermo 2007. 5 Claudia Conforti (Roma, Napoli, la Sicilia …, cit., p. 232) individua nelle relazioni instaurate con la città antica le principali qualità dell’edificio: «[…] il quasi sconosciuto Istituto tecnico nautico di Palermo (1948-1960) di un gruppo di progettisti palermitani dimostra con un nitore cristallino, che ricorda le opere dei milanesi Mario Asnago e Claudio Vender, la feconda compatibilità fra edilizia nuova e città antica». 6 Progetto dell’Istituto collegio nautico e dell’annessa Scuola professionale marittima, in «Giornale di Sicilia», 25 marzo 1949. Lexicon - n. 7/2008 52 Gli articoli sul concorso dell’Istituto Nautico pubblicati dal Giornale di Sicilia sono: Giudichi il pubblico quale è il progetto migliore, del 2 agosto 1949; Un organismo moderno tra le care pietre antiche, del 6 agosto 1949; Due dei progetti per l’Istituto nautico, del 13 agosto 1949; Gli altri progetti dell’Istituto nautico, del 14 agosto 1949; Al Consiglio Comunale si riparla dei problemi di pubblico interesse, del 23 dicembre 1949. 8 Sul progetto Argo, di Pietro Finocchiaro, poi arrivato terzo, il Giornale di Sicilia del 2 agosto 1949 (Giudichi il pubblico…, cit.) scrive: «Prevede l’isolamento di Porta Felice, prospettando la demolizione del raccordo tra il bastione della terrazza municipale e il bastione sud di Porta Felice, in modo da consentire la visuale del nuovo edificio scolastico dal Foro Italico. Prevede ancora il rivestimento di tutte le strutture in lastre di travertino siciliano, tipo Trapani, e alcune aggiunte di ambienti non previsti nel bando di concorso, come salette per professori ». Sul progetto Nettuno il Giornale di Sicilia dello stesso giorno annota: «Trova la soluzione migliore in una architettura a carattere neoclassico moderno, tale da armonizzare con l’antico muro dell’ex ospedale di San Bartolomeo. Prevede lo sbancamento della zona ove dovrà sorgere il nuovo edificio, eliminando il “barbaro” dislivello e raccordando il nuovo livello con una semplice scala al rimanente terrapieno che conduce alla chiesa della Catena e che potrebbe essere risolto come terrazza belvedere». 9 Del progetto Quadrireme, poi arrivato secondo, il Giornale di Sicilia del 23 dicembre 1949 (Al Consiglio Comunale…, cit.) pubblica i nomi dei quattro autori «Sergio Bonamico, Enrico Mandolesi, Romualdo Zuccola e Claudio Dall’Olio (Roma)». È lecito supporre che il nome di Romualdo Zuccola riportato nell’articolo possa riferirsi, con un errore di trascrizione, a Romualdo Giurgola. L’ipotesi è supportata dalla coincidenza del nome di battesimo, Romualdo, e della città di provenienza, Roma, oltre che dall’alta qualità del progetto e dalla compatibilità con i dati biografici di Giurgola: laureatosi nel 1948 è possibile che abbia partecipato al concorso per il Nautico del 1949. Sul progetto 12 M di Spatrisano, Bonafede, Gagliardo e Ziino il Giornale di Sicilia del 2 agosto 1949 (Giudichi il pubblico…, cit.) commenta: «Prevede il collegamento pedonale tra la porta delle Dogane e la piazzetta di Santo Spirito a mezzo di strada pensile provvista di scala di accesso lungo il percorso. Il progetto rinuncia alle forme volumetriche bloccate per seguire una composizione più libera a corpi di fabbrica lineari razionalmente orientati in rapporto alle interne esigenze di destinazione degli ambienti». 10 Il nome di Giuseppe Spatrisano ricorre sia nella redazione del piano di ricostruzione che nel disegno architettonico dei nuovi edifici della via del Porto e dell’Istituto Nautico, confermando l’esistenza di una continuità diretta fra il progetto urbano del 1947 della nuova città e le singole architetture che negli anni successivi vengono costruite, concepite dunque quali singoli elementi di una sistemazione alla scala della città. 11 «[…] il fronte sulla Piazza S. Spirito del fabbricato dell’Istituto Nautico si arretra di m. 4 rispetto all’allineamento dei fabbricati del fronte settentrionale di Corso Vittorio Emanuele. Viene abolito il porticato del raccordo tra il pilone settentrionale di Porta Felice ed il fabbricato dell’Istituto Nautico con la creazione di una aiuola alberata sul fianco Nord del detto pilone e la creazione di un raccordo stradale tra il Corso Vittorio Emanuele e la via del Porto, adiacente alla facciata monumentale. È prevista la demolizione del porticato tra il pilone Sud di Porta Felice e le mura delle Cattive. È previsto lo spostamento della fontana del Cavallo Marino verso sud in modo da consentire l’allargamento stradale del corso Vittorio Emanuele nel suo sbocco della piazza e la creazione di un raccordo stradale tra detto allargamento e la carreggiata a valle del Foro Umberto. Raccordo che viene a ricadere nel tratto del porticato tra il pilone Sud e il muro delle Cattive da demolire, come sopra detto» (Archivio Storico del Comune di Palermo, Fondo Lavori Pubblici, vol. 814, a. 1955). 7